La Corte dei Conti sequestra 5 milioni a Formigoni, …ma la notizia non è questa. La notizia è “Come cazzo ce i ha uno, che per lavoro fa il politico, 5 milioni da farsi sequestrare?”…!

 

Formigoni

 

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La Corte dei Conti sequestra 5 milioni a Formigoni, …ma la notizia non è questa. La notizia è “Come cazzo ce i ha uno, che per lavoro fa il politico, 5 milioni da farsi sequestrare?”…!

Ha fatto e continua a fare la bella vita con i soldi dei malati . Nessuna cifra potrà ripagare quei cittadini lombardi e italiani che lui ha frodato. Poi pensateci, la Lega ha truffato lo Stato per 49 milioni di euro. Formigoni, eletto con i voti della Lega, ha causato danni alla Regione Lombardia per 60 milioni di euro. Quanto fa in stipendi alla scorta di Saviano…?

La Corte dei Conti sequestra 5 milioni a Formigoni: “ha manipolato il pubblico a fini privati”

Il provvedimento per la vicenda Maugeri, per cui l’ex presidente della regione Lombardia è stato condannato in primo grado a sei anni per corruzione. Danno alla regione da 60 milioni.

La Procura regionale della Corte dei Conti della Lombardia ha eseguito un sequestro conservativo per un valore di 5 milioni di euro a carico di Roberto Formigoni, ex governatore della regione ed ex senatore, per la vicenda Maugeri, per il quale è già stato condannato in primo grado 6 anni per corruzione.
Il provvedimento cautelare disposto dai magistrati è stato limitato alle quote di profitto realizzate da ciascuno dei presunti responsabili. I pm contabili hanno eseguito anche sequestri conservativi a carico di altri, tra cui l’ex faccendiere Pierangelo Daccò e l’ex assessore Antonio Simone, già condannati in sede penale. I sequestri riguardano “beni immobili, crediti anche a titolo di vitalizio e conti correnti bancariper un ammontare che supera i 30 milioni.
L’ex governatore della Lombardia Formigoni, spiegano i magistrati contabili, “si è adoperato per ‘deviare’ la funzione pubblica a fini privati, avvalendosi dei ‘mediatori/agevolatori’ Pierangelo Daccò e Antonio Simone, con interventi e pressioni sugli uffici regionali, mirati alla precisa finalità di drenare illecitamente una ingentissima quantità di risorse pubbliche, assegnate a copertura dei fondi destinati alle cosiddette funzioni non tariffabili”.
Al termine di “una complessa ed articolata attività istruttoria – ha detto la Procura contabile, diretta da Salvatore Pilato – e con la fondamentale collaborazione della Guardia di Finanza di Milano, delegata ad eseguire i sequestri, i magistrati hanno definito gli accertamenti relativi al finanziamento da parte della Regione Lombardia della Fondazione Salvatore Maugeri, ente ospedaliero accreditato con il sistema sanitario regionale”.
Per i pm contabili, anche sulla base degli atti penali, è “emersa la distrazione dal finanziamento delle cosiddette funzioni non tariffabili, dei contributi regionali a finalità vincolata per l’importo stimato nell’invito a dedurre nella misura di euro 59.383.107”.
Contestato dunque un danno erariale di quasi 60 milioni nei confronti della Regione Lombardia. Ed è emersa l’esistenza di “un sistema illecito composto da soggetti interni all’amministrazione regionale”, tra cui proprio l’ex Governatore, “e da soggetti esterni, che hanno cooperato in consapevole concorso per la distrazione delle risorse economiche dalle finalità pubbliche”.
Il “provvedimento cautelare” disposto dai magistrati “è stato limitato alle quote di profitto realizzate da ciascuno dei presunti responsabili”: 5 milioni a Formigoni, 4 milioni all’ex presidente della Fondazione Umberto Maugeri, 4 milioni all’ex direttore amministrativo Costantino Passerino e 10 milioni a testa a Daccò e Simone. I sequestri conservativi, la cui udienza per la convalida è stata fissata all’11 luglio, riguardano “beni immobili, crediti anche a titolo di vitalizio, conti correnti bancari” nei limiti “delle quote di arricchimento personale”.

16 marzo 1978 – il rapimento Moro. Perchè nessuno parla delle agghiaccianti lettere scritte durante la prigionia? …”Non creda la D.C. di avere chiuso il suo problema liquidando Moro. Chiedo che ai miei funerali non partecipino né autorità dello Stato né uomini del partito”

 

Moro

 

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16 marzo 1978 – il rapimento Moro. Perchè nessuno parla delle agghiaccianti lettere scritte durante la prigionia? …”Non creda la D.C. di avere chiuso il suo problema liquidando Moro. Chiedo che ai miei funerali non partecipino né autorità dello Stato né uomini del partito”

 

(recapitata il 24 aprile)

Caro Zaccagnini,

ancora una volta, come qualche giorno fa m’indirizzo a te con animo profondamente commosso per la crescente drammaticità della situazione. Siamo quasi all’ora zero: mancano più secondi che minuti. Siamo al momento dell’eccidio. Naturalmente mi rivolgo a te, ma intendo parlare individualmente a tutti i componenti della Direzione (più o meno allargata) cui spettano costituzionalmente le decisioni, e che decisioni! del partito. Intendo rivolgermi ancora alla immensa folla dei militanti che per anni ed anni mi hanno ascoltato, mi hanno capito, mi hanno considerato l’accorto divinatore delle funzioni avvenire della Democrazia Cristiana. Quanti dialoghi, in anni ed anni, con la folla dei militanti. Quanti dialoghi, in anni ed anni, con gli amici della Direzione del Partito o dei Gruppi parlamentari. Anche negli ultimi difficili mesi quante volte abbiamo parlato pacatamente tra noi, tra tutti noi, chiamandoci per nome, tutti investiti di una stessa indeclinabile responsabilità. Si sapeva, senza patti di sangue, senza inopinati segreti notturni che cosa voleva ciascuno di noi nella sua responsabilità. Ora di questa vicenda, la più grande e gravida di conseguenze che abbia investito da anni la D.C., non sappiamo nulla o quasi.

Non conosciamo la posizione del Segretario né del Presidente del Consiglio; vaghe indiscrezioni dell’On. Bodrato con accenti di generico carattere umanitario. Nessuna notizia sul contenuto; sulle intelligenti sottigliezze di Granelli, sulle robuste argomentazioni di Misasi (quanto contavo su di esse), sulla precisa sintesi politica dei Presidenti dei Gruppi e specie dell’On. Piccoli. Mi sono detto: la situazione non è matura e ci converrà aspettare. E’ prudenza tradizionale della D.C. Ed ho atteso fiducioso come sempre, immaginando quello che GuiMisasiGranelliGavaGonella (l’umanista dell’Osservatore) ed altri avrebbero detto nella vera riunione, dopo questa prima interlocutoria. Vorrei rilevare incidentalmente che la competenza è certo del Governo, ma che esso ha il suo fondamento insostituibile nella D.C. che dà e ritira la fiducia, come in circostanze così drammatiche sarebbe giustificato. E’ dunque alla D.C. che bisogna guardare. Ed invece, dicevo, niente. Sedute notturne, angosce, insofferenza, richiami alle ragioni del Partito e dello Stato. Viene una proposta unitaria nobilissima, ma che elude purtroppo il problema politico reale.

Invece dev’essere chiaro che politicamente il tema non è quello della pietà umana, pur così suggestiva, ma dello scambio di alcuni prigionieri di guerra (guerra o guerriglia come si vuole), come si pratica là dove si fa la guerra, come si pratica in paesi altamente civili (quasi la universalità), dove si scambia non solo per obiettive ragioni umanitarie, ma per la salvezza della vita umana innocente. Perché in Italia un altro codice? Per la forza comunista entrata in campo e che dovrà fare i conti con tutti questi problemi anche in confronto della più umana posizione socialista?

Vorrei ora fermarmi un momento sulla comparazione dei beni di cui si tratta: uno recuperabile, sia pure a caro prezzo, la libertà; l’altro, in nessun modo recuperabile, la vita. Con quale senso di giustizia, con quale pauroso arretramento sulla stessa legge del taglione, lo Stato, con la sua inerzia, con il suo cinismo, con la sua mancanza di senso storico consente che per una libertà che s’intenda negare si accetti e si dia come scontata la più grave ed irreparabile pena di morte? Questo è un punto essenziale che avevo immaginato Misasi sviluppasse con la sua intelligenza ed eloquenza. In questo modo si reintroduce la pena di morte che un Paese civile come il nostro ha escluso sin dal Beccaria ed espunto nel dopoguerra dal codice come primo segno di autentica democratizzazione. Con la sua inerzia, con il suo tener dietro, in nome della ragion di Stato, l’organizzazione statale condanna a morte e senza troppo pensarci su, perché c’è uno stato di detenzione preminente da difendere. E’ una cosa enorme. Ci vuole un atto di coraggio senza condizionamenti di alcuno. Zaccagnini, sei eletto dal congresso. Nessuno ti può sindacare. La tua parola è decisiva. Non essere incerto, pencolante, acquiescente. Sii coraggioso e puro come nella tua giovinezza.

E poi, detto questo, io ripeto che non accetto l’iniqua ed ingrata sentenza della D.C. Ripeto: non assolverò e non giustificherò nessuno. Nessuna ragione politica e morale mi potranno spingere a farlo. Con il mio è il grido della mia famiglia ferita a morte, che spero possa dire autonomamente la sua parola. Non creda la D.C. di avere chiuso il suo problema, liquidando Moro. Io ci sarò ancora come un punto irriducibile di contestazione e di alternativa, per impedire che della D.C. si faccia quello che se ne fa oggi.

Per questa ragione, per una evidente incompatibilità, chiedo che ai miei funerali non partecipino né Autorità dello Stato né uomini di partito. Chiedo di essere seguito dai pochi che mi hanno veramente voluto bene e sono degni perciò di accompagnarmi con la loro preghiera e con il loro amore.

Cordiali saluti
24-4-1978
Aldo Moro

Salvini: “I PM che ci bloccano fondi è attacco a democrazia” …Perchè per “loro” “democrazia” è ristrutturare casa a Bossi e dare la paghetta al figlio idiota con i soldi pubblici…! (comunque tecnicamente si chiama sequestro di beni a seguito di condanna per truffa).

 

Salvini

 

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Salvini: “I PM che ci bloccano fondi è attacco a democrazia” …Perchè per “loro” “democrazia” è ristrutturare casa a Bossi e dare la paghetta al figlio idiota con i soldi pubblici…! (comunque tecnicamente si chiama sequestro di beni a seguito di condanna per truffa).

C’era una volta la lega che non perdonava Roma Ladrona. Ma erano tutte chiacchiere. Ora bisognerebbe urlare: LEGA LADRONA LA LEGGE NON PERDONA!

L’Ansa ci ricorda:

Lega: processo a Genova su truffa allo Stato, confiscati 49 milioni

Sequestro conti correnti su ordine Tribunale Genova

Il sequestro dei conti correnti della Lega Nord è scattato su ordine del tribunale di Genova che ha accolto la richiesta del pm Paola Calleri di confiscare i soldi del partito. In particolare sono stati bloccati i conti di importanti federazioni tra cui Imperia, Bologna, Bergamo, Sanremo e Trento. La richiesta era partita dopo che il tribunale aveva disposto la confisca diretta di oltre 48 milioni al Carroccio a seguito della sentenza di condanna di Umberto Bossi, Francesco Belsito e altri cinque imputati, per la maxi truffa sui rimborsi elettorali tra il 2008 e il 2010. Bossi era stato condannato a due anni e sei mesi e Belsito a quattro anni e dieci mesi, oltre ai tre ex revisori contabili Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi (con pene dai due anni e otto mesi a un anno e nove mesi) e i due imprenditori Stefano Bonet e Paolo Scala (cinque anni). Secondo l’accusa, i vertici del partito avrebbero ottenuto i rimborsi elettorali con documentazioni artefatte, fondi che poi sarebbero stati utilizzati in gran parte per spese non istituzionali.

E ancora:

Giudici bloccano beni Lega, Salvini: attacco a democrazia

Duro scontro con Renzi

“Oggi, 14 settembre 2017, per la prima volta nella storia della Repubblica, i giudici stanno bloccando l’attività di un partito politico. Vogliono farci fuori. E’ un attacco alla democrazia”. Matteo Salvini, appena sbarcato da Strasburgo, convoca con urgenza una conferenza stampa a Montecitorio per denunciare con rabbia la decisione della Procura di Genova di bloccare tutti i beni e i conti correnti di tantissime importanti federazioni del Carroccio, tra cui, Imperia, Bologna, Bergamo, Sanremo e Trento. Una misura cautelare conseguente alla sentenza di poche settimane fa che condannò Umberto Bossi a 2 anni e tre mesi di reclusione e Francesco Belsito, il tesoriere, a 2 anni e sei mesi. “Tutto – denuncia Salvini – a fronte di 400mila euro presunti utilizzati da Bossi, i suoi figli e Belsito”.

Ed è subito scontro a distanza con Matteo Renzi. La decisione, secondo il segretario federale della Lega, “non ha precedenti nella storia della politica italiana” e ha un chiaro significato politico.”Pensavo di arrivare in un Paese libero, invece non è così. Si vuole colpire il terzo partito italiano per responsabilità di dirigenti del passato”. Il leader lumbard è un fiume in piena, arrivando a balenare il sospetto di una manovra orchestrata, una sorta di giustizia a orologeria, per colpire il suo partito in un momento che “è in crescita nei sondaggi” e a pochi giorni dal tradizionale maxi raduno sul pratone di Pontida. “C’è chi, usando un pezzettino di magistratura, anche un solo giudice, – attacca Salvini – vuole mettere il bavaglio al dissenso, ad alcuni milioni di italiani che credono nella Lega. Forse dava fastidio che tanti militanti da tutta Italia venissero a Pontida, per una grande giornata di libertà. Ma non non ci fermiamo, andremo tutti a Pontida anche a costo di pagarla di tasca nostra”.

In contemporanea alla conferenza stampa scoppia un duello a distanza tra i due Mattei della politica italiana. Dal palco della festa dell’Unità di Frascati, il segretario Dem attacca frontalmente il Carroccio proprio su questa vicenda. “Tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno dice che ha rubato i soldi del contribuente. Che deve dare 48 milioni di euro del contribuente. Non ne parla nessuno”. In tempo reale, la replica stizzita di Salvini dalla sala stampa della Camera: “Secondo Renzi, la Lega e alcuni milioni di italiani, sono colpevoli di aver rubato. Si vergogni. Vedo che un partito che si definisce democratico – conclude – non si cura di quanto dice la Costituzione sulla presunzione di innocenza. Al Pd non succede nulla perchè evidentemente ha più amici dentro la magistratura”.

 

fonte:

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/09/14/lega-processo-a-genova-su-truffa-allo-stato-confiscati-49-milioni_b3746c52-3f3f-4d4b-95c4-2520b358129d.html

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/09/14/giudici-bloccano-beni-lega-salvini-attacco-a-democrazia-_323e826c-02f6-44e4-97bf-085c001760c5.html