Il presidente di Confindustria Lombardia Bonometti: “Nelle riunioni che abbiamo avuto quasi ogni giorno tra fine febbraio inizio marzo, la Regione è sempre stata D’ACCORDO CON NOI nel ritenere dannosa, zona rossa per Alzano e Nembro”

 

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Il presidente di Confindustria Lombardia Bonometti: “Nelle riunioni che abbiamo avuto quasi ogni giorno tra fine febbraio inizio marzo, la Regione è sempre stata D’ACCORDO CON NOI nel ritenere dannosa, zona rossa per Alzano e Nembro”

Da un articolo di Next Quotidiano del 09 aprile scorso:

Come Confindustria e la Regione Lombardia hanno fermato la zona rossa di Nembro

È il presidente di Confindustria Lombardia Bonometti a fare chiarezza: “Nelle riunioni che abbiamo avuto concadenza quasi quotidiana tra fine febbraio e i primi giorni di marzo, anche in sede di Patto di sviluppo con artigiani, commercianti, lega delle cooperative e sindacati, la Regione è sempre stata d’accordo con noi nel non ritenere utile, ma anzi dannosa, una eventuale zona rossa sul modello Codogno per chiudere i comuni di Alzano e Nembro”

Il Fatto Quotidiano oggi racconta in un articolo a firma di Giampiero Calapà che la Confindustria e la Regione Lombardia sono sempre state d’accordo nel no alla zona rossa a Nembro e ad Alzano Lombardo, a differenza di quanto hanno raccontato Attilio Fontana e Giulio Gallera per settimane cercando di incolpare il governo per le loro non-decisioni.

È il presidente di Confindustria Lombardia Bonometti a fare chiarezza: “Nelle riunioni che abbiamo avuto concadenza quasi quotidiana tra fine febbraio e i primi giorni di marzo, anche in sede di Patto di sviluppo con artigiani, commercianti, lega delle cooperative e sindacati, la Regione è sempre stata d’accordo con noi nel non ritenere utile, ma anzi dannosa, una eventuale zona rossa sul modello Codogno per chiudere i comuni di Alzano e Nembro”. Due giorni fa Gallera si tradisce alla trasmissione Agorà su Rai3: “Avremmo potuto fare noi la zona rossa? Ho approfondito ed effettivamente c’è una legge che lo consente”.

Questa legge sconosciuta prima dell’approfondimento è la 833 del 1978 “Istituzione del servizio sanitario nazionale”. Ieri, nello show ormai quotidiano, Gallera prova a spiegarsi: “Nel momento in cui il governo sta assumendo una decisione, ha senso che io la prenda quattro ore prima? Poi ci si accusa di non avere una sintonia istituzionale… Il 4 marzo arrivano i militari ad Alzano. Passa il 5, il 6, in quel momento l’assunzione di un’ordinanza da parte del governatore appariva originale visto che il governo aveva già dislocato le forze dell’ordine”.

Purtroppo Gallera dice una sciocchezza. O meglio, se dice qualcosa di vero, poi dovrebbe spiegare perché proprio lui e Fontana hanno invece varato un’ordinanza qualche ora prima che il governo varasse un decreto con ulteriori restrizioni. Quello che secondo Gallera sarebbe assurdo che accadesse, è invece accaduto tra il 22 e il 23 marzo.

E ora attenzione all’ultima frase dell’articolo:

MA ALLE RIUNIONI dei primi giorni di marzo (l’ultima giovedì 5), né Gallera né il governatore Attilio Fontana – come riferisce al Fattouna persona che ha potuto assistere alla videoconferenza –chiedono di far presto con la zona rossa ad Alzano e Nembro. Si limitano ad ascoltare le valutazioni del premier Giuseppe Conte e del ministro della Salute Roberto Speranza, in allarme fin dal 3 marzo sui dati anomali dei contagi ad Alzano-Nembro e a Orzinuovi (Brescia) riferiti dall’Istituto di Sanità al Comitato tecnico-scientifico. “La sensazione era che la giunta lombarda aspettasse una decisione modello Codogno, presa da Roma, senza doversi intestare la responsabilità della chiusura di Alzano e Nembro, come la legge gli avrebbe invece consentito di fare”, riferisce ancora la fonte.

fonte: https://www.nextquotidiano.it/confindustria-e-la-regione-lombardia-hanno-fermato-la-zona-rossa-di-nembro/?fbclid=IwAR2Pq2Njlyq2dEW-1StP1SUJKaQ9qnE3tJQHbULv5-6DgV7wNhfKGIhSXho

 

Umbria: 1 – Emilia-Romagna: 2 – Lazio: 5 – Campania: 3 – Abruzzo: 12 – Molise: 5 – Basilicata: 4 – Calabria: 11 – Sicilia: 4. Nove regioni hanno istituito 47 le zone rosse. Marco Travaglio si chiede: Perché in Lombardia non si poteva?

 

Marco Travaglio

 

 

 

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Umbria: 1 – Emilia-Romagna: 2 – Lazio: 5 – Campania: 3 – Abruzzo: 12 – Molise: 5 – Basilicata: 4 – Calabria: 11 – Sicilia: 4. Nove regioni hanno istituito 47 le zone rosse. Marco Travaglio si chiede: Perché in Lombardia non si poteva?

Una l’Umbria, 2 l’Emilia-Romagna, 5 il Lazio, 3 la Campania, 12 l’Abruzzo, 5 il Molise, 4 la Basilicata, 11 la Calabria, 4 la Sicilia. In totale fanno 47 zone rosse istituite da tutte le regioni Italiane nel periodo più acuto della pandemia da coronavirus. È l’elenco fatto da Marco Travaglio a Otto e Mezzo per quanto riguarda le misure intraprese dalle singole regioni, in contrasto con quanto fatto dalla Lombardia «nonostante – dice il direttore del Fatto Quotidiano – avesse il record mondiale di contagi da coronavirus».

Per questo motivo, Travaglio è convinto che le audizioni in procura a Bergamo di Giuseppe Conte, Roberto Speranza e Luciana Lamorgese siano utili a chiarire e a dare contributi all’indagine sulle mancate zone rosse create nei due Paesi di Alzano Lombardo e Nembro, che potrebbero portare a formulare le accuse di epidemia colposa.

Tuttavia, andranno chiarite le responsabilità, dal momento che – in base alla legge che concede autonomia alle regioni – queste ultime, per motivi sanitari, possono istituire delle limitazioni. Si tratta di una legge che, come già visto, è stata applicata in 9 regioni italiane che hanno istituito le zone rosse di loro iniziativa, senza aspettare un via libera da parte del governo di Giuseppe Conte.

«Non si può chiedere l’autonomia a giorni alterni – ha detto Marco Travaglio -. La Lombardia avrebbe potuto istituire le zone rosse. È bene che i magistrati che fanno le indagini leggano anche le leggi sulle quali quelle indagini dovrebbero basarsi. Io sono favorevole a queste indagini, così si chiariranno tutti gli aspetti della vicenda di Alzano e Nembro».

Le parole di Travaglio arrivano qualche ora dopo la notizia della convocazione in procura, per la giornata di venerdì 12 giugno, di Conte, Lamorgese e Speranza a Bergamo per parlare come persone informate sui fatti con i magistrati della locale procura. Dal governo filtra qualche disappunto per questo tipo di decisione, mentre invece Matteo Salvini, nella giornata di ieri, aveva twittato «giustizia è fatta». Dimenticando che, per lo stesso motivo, erano stati convocati in procura anche Attilio Fontana e Giulio Gallera. Giustizia, insomma, non è fatta per niente. Almeno per il momento.