“La violenza sessuale… da un italiano la posso sopportare. Da uno straniero no” – Ecco la becera cultura fascio-leghista che si sta radicando come un cancro nel nostro Paese complice la bestiale ignoranza degli Italiani…

 

violenza sessuale

 

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

“La violenza sessuale… da un italiano la posso sopportare. Da uno straniero no” – Ecco la becera cultura fascio-leghista che si sta radicando come un cancro nel nostro Paese complice la bestiale ignoranza degli Italiani…

CASCINA – Roccaforte leghista. Frasi choc su stranieri e stupro. Antonio Biasci, cittadino di Cascina, intervistato da un giornalista di Piazza Pulita, si è lasciato andare a una serie di pesantissime considerazioni.

Il giornalista Alessio Lasta è stato a Cascina per girare un servizio su un regolamento simile a quello di Lodi che preclude a molte famiglie straniere l’accesso alle case popolari. Intervistando alcuni cittadinitra cui Antonio Biasci…

Ecco il dialogo contestato.

Giusti (rivolto al giornalista): “Se tu avessi una sorella, te l’acchiappano e te la violentano. Cosa gli fai te?”.

Giornalista: “E che discorso è?”.

Giusti: “Niente, è un discorso che, voglio dire, danno noia anche alle donne”.

Giornalista: “Gli immigrati?”.

Giusti: “Esatto”.

Giornalista: “Le violentano solo loro?”.

Giusti: “Anche gli italiani. L’italiano lo posso sopportare. Ma che te vieni in Italia e che mi violenti anche la sorella a me non va bene”.

Giornalista: “Quindi da un italiano può sopportare la violenza”.

Giusti: “La posso sopportare”.

Giornalista: “La violenza sessuale a una donna…”.

Giusti: “A una donna. Uno straniero no. Allo straniero gli do una revolverata in testa e lo levo dai coglioni”.

Tra i tanti commenti che ha suscitato questa intervista, riportiamo quello di Fabrizio Delprete che condividiamo nel modo più assoluto e sottoscriviamo:
“La violenza sessuale… da un italiano la posso sopportare. Da uno straniero no”

A vomitare questo abominio, a pronunciare questo scempio, a latrare queste infami parole è un cittadino di Cascina, tal Antonio.
Cascina, comune di Susanna Ceccardi, una delle sindache leghiste più volgari e razziste della Storia repubblicana.

“La violenza sessuale… da un italiano la posso sopportare. Da uno straniero no”.

In questo lurido e miserabile concetto c’è tutto il maschilismo, il razzismo e il fallocentrismo che come cancro sta divorando il nostro Paese, fra un “se l’è cercata” e un “le nostre donne”.

Maschilismo, razzismo e fallocentrismo che non proliferano per caso, ma sono figli legittimi proprio di quella cultura leghista che – fra un rutto, un porto chiuso e una bambola gonfiabile brandita – stimola e titilla gli istinti più beceri delle persone.

Perché alla fine Antonio è un prodotto loro.
Antonio – nella sua libera ed aberrante espressione – È COLPA LORO.

Ma almeno io, ai miei figli e ai miei nipoti, potrò dire di aver combattuto tutta questa merda fino alla morte.
Loro invece dovranno nascondersi nei meandri più puzzolenti e vili della Storia.

Violenza sulle donne? Il caso della 16enne Lucia Perez morta dopo essere stata drogata, stuprata e seviziata con un palo nel retto – I tre imputati assolti dall’accusa di omicidio e stupro: per i giudici la ragazza era consenziente…! Ma allora di cosa vogliamo parlare?

 

Violenza sulle donne

 

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Violenza sulle donne? Il caso della 16enne Lucia Perez morta dopo essere stata drogata, stuprata e seviziata con un palo nel retto – I tre imputati assolti dall’accusa di omicidio e stupro: per i giudici la ragazza era consenziente…! Ma allora di cosa vogliamo parlare?

Lucia Perez, seviziata e uccisa con un palo a 16 anni: per i giudici era consenziente

Lucia Perez è morta a 16 anni dopo essere stata drogata, stuprata e impalata, nell’ottobre 2016. Pochi giorni fa i giudici di Mar del Plata hanno assolto dall’accusa di omicidio e stupro i tre imputati, ritenuti responsabili solo per il reato che riguarda lo stupefacente. L’assoluzione ha sconvolto l’opinione pubblica di tutto il mondo, suscitando la protesta dei movimenti femministi: “Sentenza patriarcale”.

Il caso di Lucia Perez, sedicenne drogata e seviziata mortalmente tramite impalamento, in Italia è sempre stato relegato in fondo alle pagine di cronaca o nei blog delle cosiddette femministe. La sua valenza come fenomeno politico, nella cultura italiana, è passata in sordina, ma anche la portata mediatica della storia – assimilabile a quella di Pamela Mastropietro – è sempre stata bassissima. Perché?

La morte di Lucia
Ricordiamo innanzitutto i fatti. L’8 ottobre 2016, Lucia, sedici anni, studentessa di quinta superiore di una famiglia di modesta estrazione sociale, finisce al pronto soccorso dell’ospedale di Mar del Plata, a pochi chilometri da Buenos Aires. Praticamente abbandonata all’ingresso da due sconosciuti che mormorano di ‘overdose’, muore pochi istanti dopo i tentativi di rianimazione. Un’altra tossicodipendente sbandata. L’esame medico legale porta alla luce una fine molto diversa: Lucia è stata stuprata brutalmente, torturata con un oggetto contundente nel retto che ne ha causato la morte. Prima di trasportarla in ospedale i suoi carnefici l’hanno lavata dal sangue, le hanno messo degli abiti puliti e l’hanno scaricata davanti all’ospedale.

Primo sciopero femminile in Argentina
In Argentina si scatena immediata la reazione della rete per i diritti delle donne che porta al primo sciopero generale femminile del Paese e a una serie di manifestazioni contro la violenza patriarcale, che per osmosi vengono replicate anche in Europa. Anche processualmente il caso sembra semplice, ci sono tutti gli elementi per ipotizzare l’omicidio come conseguenza della violenza sessuale a carico di due imputati: il 23enne Matías Farías, e il 41enne Juan Pablo Offidani. Un terzo sospettato, Alejandro Alberto Masiel, viene accusato sono di favoreggiamento.

Assolti gli assassini, sotto inchiesta la pm
È il processo a rendere unica la storia di Lucia Perez. Per la pm Maria Isabel Sanchez, gli imputati Farias e Offidani hanno attirato in casa di Farias, approfittando della sua dipendenza dalle droghe, la povera Lucia. Nell’appartamento del 23enne con marijuana e cocaina, l’hanno stuprata bestialmente e poi hanno cercato di occultarne la morte. Per la difesa, invece, la morte della ragazzina sarebbe avvenuta al limite di un rapporto sadomaso (non si può negare l’utilizzo di un bastone) di natura consenziente. Chi ha ragione? Le conclusioni dei giudici, a dispetto del clamore e della commozione suscitati dal caso, pendono in favore della difesa. Colpevoli solo di averle venduto la droga i due imputati vengono assolti dall’accusa di omicidio e perfino di stupro.

Un caso politico
E qui che il caso Perez si carica ancor di più di connotazioni politiche. La pm Maria Isabel Sanchez viene accusata di aver condizionato l’opinione pubblica diffondendo alla stampa i particolari dell’esame autoptico e messa sotto inchiesta. Alla fine del processo il massacro della povera Lucia, per i giudici  Pablo Viñas, Facundo Gómez Urso e Aldo Carnevale (motivazioni della sentenza) è solo “il parto dell’immaginazione della Sanchez”. Dunque, non solo la morte non viene collegata alle sevizie sessuali come conseguenza calcolata, ma neanche come conseguenza accidentale, caso in cui avrebbe dovuto essere contestato almeno l’omicidio colposo. E invece niente. Per la morte di Lucia, si evince dalle parole dei giudici, non bisogna incolpare nessuno, se non lei stessa.

“Non perdoniamo: è stato femminicidio”
Qui abbiamo lasciato i fatti, con la sentenza del 28 novembre 2018 emessa dal tribunale di Mar del Plata, l’ennesima pagina nera, anzi nerissima, della giustizia che calpesta la dignità della vittima, solo perché donna. Così commenta ‘Ni una menos’:

Lucía Pérez è stata uccisa due volte. La prima dagli esecutori diretti; la seconda, da coloro che li hanno assolti e che così hanno negato che due adulti che somministrano cocaina per assoggettare un’adolescente sono responsabili di abuso e femminicidio. Vogliono dirci che la sua vita non ha alcun valore, che le relazioni di potere che sono alla base della violenza maschilista non esistono, che l’enorme movimento femminista che ha portato il suo sorriso come bandiera di lotta in tutti gli angoli del paese, deve zittirsi. Non lo faremo, non perdoniamo, non dimentichiamo, non ci riconciliamo. È stato femminicidio.

In Italia, dove per la povera Pamela è andato in scena un analogo scempio, la notizia stranamente non ha attecchito. Eppure poteva essere un qualunque delle nostre ragazze. Anzi, forse lo è stata.

continua su: https://www.fanpage.it/lucia-perez-seviziata-e-uccisa-con-un-palo-a-16-anni-per-i-giudici-era-consenziente/p1/
http://www.fanpage.it/

Fiorella Mannoia fulmina Antonio Razzi: “riaprire le case diminuirebbe la violenza sulle donne”? Tacere è una virtù, quando non si ha niente di intelligente da dire. Tanto lo stipendio (ahinoi) lo prende lo stesso…!

Fiorella Mannoia

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Fiorella Mannoia fulmina Antonio Razzi: “riaprire le case diminuirebbe la violenza sulle donne”? Tacere è una virtù, quando non si ha niente di intelligente da dire. Tanto lo stipendio (ahinoi) lo prende lo stesso…!

 

 

Antonio Razzi vuole riaprire le case chiuse: “diminuirebbero la violenza sulle donne”

Il senatore contro la legge Merlin: “Chi dice che non va a prostitute sta dicendo una bugia, così l’uomo si sfoga”.

 

Ecco la fantastica risposta di Fiorella Mannoia su Facebook

Quando pensi di averle sentite tutte, quando pensi di aver toccato il fondo, qualcuno ti sorprende sempre. Per il
senatore (sic!) Razzi, (quel senatore Razzi che ha detto chiaramente che aspetta solo il vitalizio e ci ha invitato candidamente, in una canzoncina che ha pubblicato su YouTube, che evidentemente ritiene divertente a “farci i cazzi nostri” ) Per il “senatore” Razzi, dicevo, le case chiuse, cioè le prostitute, dovrebbero servire ai maschi per “sfogare” ( è il termine che usa) i loro istinti e in questo modo si potrebbero addirittura ridurre i casi di femminicidio. Capite? Gli uomini, secondo il “senatore” Razzi sono degli animali che non tengono a freno i l’istinto animalesco e le donne, seppur prostitute, sono bambole dove “sfogare” le pulsioni del mostro che hanno nelle mutande che se invece nutrito e saziato smette di picchiarle o addirittura di ucciderle. Senatore Razzi, ma non farebbe meglio a tacere e ringraziare il suo santo ( se ne ha uno) per la fortuna che ha avuto, invece di vomitare queste bestialità? Tacere è una virtù, quando non si ha niente di intelligente da dire. Tanto lo stipendio ( ahinoi) lo prende lo stesso.