Lunedì ritorna in Tv il Commissario Montalbano – Ci dispiace per Feltri, ma quello che ci ha lasciato Camilleri è immortale – mica come i suoi articoli che saranno cancellati dal tempo come scritte nei cessi degli autogrill…

 

 

Feltri

 

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Lunedì ritorna in Tv il Commissario Montalbano – Ci dispiace per Feltri, ma quello che ci ha lasciato Camilleri è immortale – mica come i suoi articoli che saranno cancellati dal tempo come scritte nei cessi degli autogrill…

 

Come dimenticare il grande pezzo di giornalismo del nostro Vittorio Feltri su Camilleri morente:

“Se muore mi consolerò pensando che finalmente non vedremo più in Tv Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni”…

“Poi quando vedo Montalbano mi viene in mente l’altro Zingaretti, che non è il massimo della simpatia”, ha aggiunto il direttore di Libero

«L’unica consolazione per la sua eventuale dipartita è che finalmente non vedremo più in televisione Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni almeno quanto suo fratello Zingaretti, segretario del Partito democratico, il peggiore del mondo»

Andrea Camilleri? Non l’ho mai conosciuto, però è chiaro che la sua capacità di applicare criteri matematici ai suoi racconti mi ha sempre sorpreso e ne sono ammirato. Mi dispiace, quando un uomo vecchio muore c’è sempre un certo dolore. Però mi consolerò pensando che Montalbano non mi romperà più i coglioni. Basta, mi ha stancato”. A dirlo senza troppi peli sulla lingua è Vittorio Feltri ai microfoni de I Lunatici su Rai Radio2, dove ha commentato la notizia del ricovero in rianimazione di Andrea Camilleri, colpito da un arresto cardiaco lunedì.

“Poi quando vedo Montalbano mi viene in mente l’altro Zingaretti, che non è il massimo della simpatia – ha proseguito il direttore di Libero -. Questa comunque è una opinione personale e scherzosa, in me Camilleri suscita ammirazione, è un grande scrittore, e bisogna ricordare che la lingua italiana è nata in Sicilia, solo dopo abbiamo adottato quella Toscana. E i siciliani parlano meglio di qualunque altro italiano. E scrivono meglio degli altri italiani”.

…Ci dispiace per Feltri, ma lunedì prossimo riprende in TV la serie de Il Commissario Montalbano…!

Ma la verità è che quello che ci ha lasciato Camilleri è immortale – mica come i suoi articoli, che saranno cancellati dal tempo come scritte nei cessi degli autogrill…

 

by Eles

A Sgarbi che sta con Feltri nell’insulto a Camilleri ed ai meridionali ricordiamo solo che i libri del Maestro resteranno nella storia della letteratura, mentre gli articoli di Feltri sono buoni, al massimo, per incartare il pesce al mercato, mentre lui presto sarà dimenticato come tutti i pagliacci della Tv spazzatura.

 

Camilleri

 

 

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A Sgarbi che sta con Feltri nell’insulto a Camilleri ed ai meridionali ricordiamo solo che i libri del Maestro resteranno nella storia della letteratura, mentre gli articoli di Feltri sono buoni, al massimo, per incartare il pesce al mercato, mentre lui presto sarà dimenticato come tutti i pagliacci della Tv spazzatura.

 

Come sapete, da lunedì 17 giugno Andrea Camilleri è ricoverato in rianimazione dopo un arresto cardiaco.

Vittorio Feltri intervenendo a Radio 2 aveva così commentato la notizia: “Mi dispiace se muore. Però mi consolerò pensando che Montalbano non mi romperà più i coglioni. Basta, mi ha stancato”. Concetto che ha espresso a conferma di quanto già scritto su Libero dove parlando del famoso commissario aveva aggiunto “un terrone che ci ha rotto i coglioni”. 

Paolo Borrometi e SandroRuotolo, Giornalisti con la G maiuscola, persone perbene, si sono ribellati al marciume che Feltri sparge sulla categoria: “Ogni suo scritto trasuda di razzismo, omofobia, xenofobia. Non possiamo accettare tra noi chi istiga all’odio” ed hanno minacciato di autosospendersi.

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna ha replicato alla lettera in modo molto diplomatico, ma comunque prendendo – tra le righe – una posizione ben chiara. Verna ha dichiarato di CONDIVIDERE le ragioni dei due colleghi e, ha scritto, “se l’ordine dei giornalisti fosse un club MI AUTOSOSPENDEREI PURE IO. Ma non lo è, e l’istituto dell’autospensione non esiste, ci si può semmai cancellare, astenendosi dallo svolgere la professione e salvo il diritto d’opinione per poi iscriversi di nuovo quando sono cessate le ragioni di cui alla polemica”.

Verna ha poi ricordato che Feltri, “come chiunque altro potrà semmai essere sottoposto al rituale procedimento disciplinare, al termine del quale ci sarà un pronunciamento che tutti dal sottoscritto a Borrometi e Ruotolo dovranno rispettare”.

Nella diatriba non poteva mancare l’alto pensiero del pagliaccio delle Tv spazzatura Vittorio Sgarbi, che difende a spada tratta il compagno di razzismo e omnofobia Feltri: “E’ stato prudente e misurato. Ha espresso solo insofferenza per Montalbano”…

A questi due minuscoli personaggi, quaquaraquà, come li definirebbe Sciascia, vogliamo solo ricordare che i libri del Maestro resteranno nella storia della letteratura, mentre gli articoli di Feltri sono buoni, al massimo, per incartare il pesce al mercato. Per quanto riguarda Sgarbi, pagliaccio della Tv spazzatura, ci conforta il fatto che presto sarà dimenticato come sono stati dimenticati il cangurotto, l’uomo gatto di Papi, Antonio Zequila detto er mutanda, Gabriele Paolini e Angela Favolosa Cubista di Maria De Filippi

 

By Eles

Non dimentichiamo quello che diceva Camilleri sul 25 aprile: Salvini è un ignorante con mentalità fascista – Il fascismo, che in Italia si è manifestato come dittatura, è un virus mutante. Può anche non essere una dittatura, ma essere una mentalità…

 

Camilleri

 

 

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Non dimentichiamo quello che diceva Camilleri sul 25 aprile: Salvini è un ignorante con mentalità fascista – Il fascismo, che in Italia si è manifestato come dittatura, è un virus mutante. Può anche non essere una dittatura, ma essere una mentalità…

 

Camilleri: “Il 25 aprile una rissa? Salvini è un ignorante con mentalità fascista. Montalbano si dimetterebbe”

Sono trascorsi 74 anni dal 25 aprile 1945. Andrea Camilleri, scrittore, sceneggiatore e regista, noto nel mondo per la saga letteraria del commissario Montalbano che è considerata una pietra miliare della letteratura italiana e mondiale, ricorda quel giorno in una lunga intervista di Giuseppe Rolli per Servizio Pubblico, da cui pubblichiamo questa anticipazione:

“Il 25 aprile del 1945 mi trovavo nella mia terra, in Sicilia. Conoscevo la libertà già dal 1943, quando gli americani sbarcarono in Sicilia nella notte fra il 9 e il 10 luglio. Ma in quei giorni stavo incollato alla radio nella mia stanza a sentire le notizie su ciò che avveniva in Italia e nel mondo, perché capivo che nel giorno della liberazione anche il resto dei miei compatrioti avrebbero goduto di quel momento irraccontabile, in cui senti cadere dei lacci e dei bavagli che fino a quel momento ti hanno imprigionato. Ho condiviso quel giorno attraverso l’udito, ascoltando tutte le notizie possibili sulla liberazione”.

Camilleri racconta poi il clima che segnò il periodo successivo alla liberazione dell’Italia dalle truppe nazifasciste e la transizione verso la democrazia:

 “C’era una voglia di rifare l’Italia che faceva sognare. Anche le prime divisioni politiche, che erano forti, non potevano prescindere dal comune ideale di sgombrare le macerie e rifare un Paese nuovo”.

Oggi, mentre in tutta Europa l’emergere di nuovi sovranismi che riportano a galla i fantasmi del nazionalismo e del nazismo, paradossalmente sono sempre più coloro che invitano a non cedere all’allarmismo ogni qualvolta si riporta al centro del dibattito pubblico il pericolo di una deriva fascista:

“Io ho conosciuto il fascismo fino a 18 anni e oggi sono preoccupato” spiega Camilleri “perché sento spesso in televisione eminenti giornalisti o pseudostorici che dicono: ‘state abusando della parola fascismo perché oggi non c’è una dittatura’. Ma il fascismo, che in Italia si è manifestato sotto forma di una dittatura, è un virus mutante. Può anche non essere una dittatura, ma essere una mentalità. Non posso trattenermi dal dire che con il governo di oggi abbiamo un esempio lampante di mentalità fascista, quella del ministro Matteo Salvini. Quella è mentalità fascista., una delle forme di fascismo che può anche essere eletta democraticamente. Oggi Molti italiani rimpiangono il fascismo e si sono dimenticati in virtù della loro scarsa memoria che già prima del 1938 (data in cui vennero promulgate le leggi razziali, ndr) c’erano stati il bavaglio alla stampa, la censura sui libri da leggere, l’impossibilità di esprimere un parare personale, l’identificazione totale col capo, l’assassinio Matteotti, la morte di Gramsci, gli esili a Ventotene, gli arresti. L’italiano, e lo dico per i miei fratelli, ha memoria solo per due cose: Sanremo e la formazione di calcio della Juventus del 1930. Per il resto ha una labilità di memoria che fa spavento”.

Poi l’affondo sulle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha definito il 25 aprile “un derby fra fascisti e comunisti”:

“La nostra Costituzione è ispirata a ciò che venne a significare il 25 aprile: non fu una ‘rissa’ tra comunisti e fascisti come dice Salvini.C’erano le brigate Garibaldi comuniste, ma anche i partigiani monarchici e quelli democristiani. Dio mio, lì c’era l’Italia e tu la riduci a una rissa?  Io a 93 anni mi sento fremere di rabbia perché dicendo una frase così questo ignorante di Salvini offende i caduti di tutte e due le parti, perché i fascisti che andavano a morire giovani credevano in un ideale sbagliato, orrendo, ma ci credevano, così come i comunisti, i monarchici e i democristiani. Salvini non sa neanche il senso della parola ideale”.

Lo scrittore affronta anche il tema del linguaggio della politica, sempre più spesso degradato a insulto nei confronti dell’avversario:

“Il problema è il linguaggio. Oggi, così come è decaduta buona parte della nostra coscienza di uomini è decaduto anche il linguaggio. Bisogna cercare di ascoltare le ragioni degli altri e dopo reagire, in un senso o nell’altro. Ma se tu hai paura non discuti nemmeno con gli altri: spari, reagisci. Perché pensi che l’altro sia venuto per farti del male e allora pensi: ‘prima che me lo faccia lui lo faccio io’, ma è un modo di pensare da homo homini lupus. Come si fa a dire che uno difende le coste italiane da 77 individui, 12 bambini, 14 donne e uomini più morti che vivi per quello che hanno patito? Non si ha il senso del ridicolo?”

La chiusura è dedicata al personaggio più noto uscito dalla sua penna, il commissario Montalbano:

“Quando ci fu il G8 a Genova Montalbano meditò, nel romanzo ‘Giro di boa’, di dimettersi dalla polizia. Oggi come oggi, a limiti di età raggiunti, si dimetterebbe con molto dolore ma credo che non potrebbe convivere. Non ha fatto il partigiano, ma credo che una tessera dell’ANPI, che io mi onoro di avere, gliela si potrebbe dare”.

Fonte:

www.michelesantoro.it

https://www.michelesantoro.it/2019/04/camilleri-25-aprile-salvini-fascismo/