Un’altra lezione di Papa Francesco all’Italia neofascista: “Non dire ‘migranti’, ma ‘persone migranti’. E’ più rispettoso”

 

 

Papa Francesco

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Un’altra lezione di Papa Francesco all’Italia neofascista: “Non dire ‘migranti’, ma ‘persone migranti’. E’ più rispettoso”

Papa Francesco: “Non dire ‘migranti’, ma ‘persone migranti’. E’ più rispettoso”

Bergoglio: “Migranti è un aggettivo, le persone sono sostantivi. Noi siamo caduti nella cultura dell’aggettivo, usiamo tanti aggettivi e dimentichiamo tante volte i sostantivi, cioè la sostanza”.

E’ ancora il tema delle migrazioni e delle sofferenze delle persone che fuggono da guerre, violenze, persecuzioni o carestie a tenere banco nell’agenda di Papa Francesco. A tre giorni dal suo rientro in Vaticano Bergoglio ha parlato del suo ultimo viaggio apostolico in Marocco, paese islamico con il quale ha stretto un’impostante amicizia anche per il ruolo che gioca nei confronti dei migranti. “Alcuni di loro hanno testimoniato che la vita di chi emigra cambia e ritorna a essere umana quando trova una comunità che lo accoglie come persona. Questo è fondamentale”, ha sottolineato il Santo Padre spiegando che proprio a Marrakech, nel dicembre scorso, è stato ratificato il ‘Patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare’, “passo importante verso l’assunzione di responsabilità della comunità internazionale”.

“Come Santa Sede – ha continuato Papa Francesco – abbiamo offerto il nostro contributo che si riassume in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Non si tratta di calare dall’alto programmi assistenziali, ma di fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, per costruire città e Paesi che, pur conservando le rispettive identità culturali e religiose, siano aperti alle differenze e sappiano valorizzarle nel segno della fratellanza umana”. “La Chiesa in Marocco – ha aggiunto Francesco – è molto impegnata nella vicinanza ai migranti; perciò ho voluto ringraziare e incoraggiare quanti con generosità si spendono al loro servizio realizzando la parola di Cristo: ‘Ero straniero e mi avete accolto'”.

Poi, parlando a braccio durante l’udienza dedicata al suo viaggio in Marocco, Bergoglio ha dichiarato: “A me non piace dire ‘migranti’, a me piace più dire ‘persone migranti‘”. E ancora: “Migranti è un aggettivo, le persone sono sostantivi. Noi siamo caduti nella cultura dell’aggettivo, usiamo tanti aggettivi e dimentichiamo tante volte i sostantivi, cioè la sostanza. L’aggettivo va attaccato alla persona”, ha detto il Papa, esortando a dire: “Una persona migrante”. Poi il Pontefice argentino ha spiegato: “Così c’è rispetto per non cadere in questa cultura dell’aggettivo che è troppo liquida, troppo gassosa”.

fonte: https://www.fanpage.it/papa-francesco-non-dire-migranti-ma-persone-migranti-e-piu-rispettoso/
http://www.fanpage.it/

Papa Francesco l’ultimo Comunista – sempre e solo Lui di fianco alla Gente: La mancanza di lavoro per i giovani è peccato sociale. Loro non si abituino alla corruzione…!

 

Papa Francesco

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Papa Francesco l’ultimo Comunista – sempre e solo Lui di fianco alla Gente: La mancanza di lavoro per i giovani è peccato sociale. Loro non si abituino alla corruzione…!

Papa Francesco: “La mancanza di lavoro per i giovani è peccato sociale. Loro non si abituino alla corruzione”

l pontefice si scaglia contro la disoccupazione giovanile durante la riunione pre-Sinodo nel pontificio collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae di Roma. Parole che arrivano nella stessa giornata in cui vengono diffuse le anticipazioni del libro – intervista Dio è giovane: “Non devono abituarsi ai corrotti. Quello che lasciamo passare oggi, domani si ripresenterà”

La disoccupazione giovanile è un peccato sociale. Lo dice Papa Francesco durante la riunione pre-Sinodo nel pontificio collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae di Roma, rivolgendosi direttamente ai giovani dei diversi continenti. Proprio a loro sarà dedicato il Sinodo convocato per ottobre. “Sarà un appello rivolto alla Chiesa – spiega il pontefice – perché riscopra un rinnovato dinamismo giovanile. Nella Chiesa dobbiamo imparare nuove modalità di presenza e di vicinanza“.

Poi Bergoglio si scaglia contro la disoccupazione giovanile. “I giovani sono spesso emarginati dalla vita pubblica e costretti a mendicare occupazioni che non garantiscono un domani. Troppo spesso siete lasciati soli“, sono le parole del Papa, che ricorda come “in Italia il tasso di disoccupazione giovanile sia al 35% e in alcuni Paesi vicini supera anche il 50%”. Per Papa Francesco “la disoccupazione crea dipendenze e può portare fino al suicidio. Questo è un peccato sociale: la società è responsabile di questo”. Una situazione che Francesco analizza in questo modo: “Mi sembra che siamo circondati da una cultura che, se da una parte idolatra la giovinezza cercando di non farla passare mai, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti. È la filosofia del trucco, le persone crescono e si truccano per sembrare giovani e allo stesso tempo non fanno crescere i giovani”.

“I giovani – continua sempre Bergoglio – non sono il Premio Nobel della prudenza ma vanno presi sul serio. Troppo spesso si parla di giovani senza interpellarli. Anche le migliori analisi sul mondo giovanile, pur essendo utili, non sostituiscono la necessità dell’incontro faccia a faccia. Qualcuno pensa che sarebbe più facile tenervi a distanza di sicurezza, così da non farsi provocare da voi”.  Ma, avverte sempre il Papa, “non basta scambiarsi qualche messaggino o condividere foto simpatiche. I giovani vanno presi sul serio“.

Parole che arrivano nella stessa giornata in cui vengono diffuse le anticipazioni di Dio è giovane libro-intervista in uscita domani in Italia per Piemme. Un saggio in cui il Papa si scaglia contro la corruzione.”Il corrotto non conosce l’umiltà, riesce sempre a dire non sono stato io e lo fa con una faccia da finto santarellino – “fa la mugna quacia“, come diciamo in dialetto piemontese -, vive nel plagio, si stanca di chiedere perdono e finisce molto presto per smettere di chiederlo”, dice il pontefice nel libro scritto con Thomas Leoncini.  “I corrotti – continua  – sono all’ordine del giorno. Ma i giovani non devono accettare la corruzione come fosse un peccato come gli altri, non devono abituarsi mai alla corruzione, perché quello che lasciamo passare oggi, domani si ripresenterà, finché ci faremo l’abitudine e anche noi ne diventeremo ingranaggio indispensabile”.

“I giovani -prosegue il pontefice . hanno, alla pari degli anziani, la purezza e insieme, giovani e anziani, devono essere orgogliosi di ritrovarsi – puliti, puri, sani – a disegnare un percorso di vita comune senza corruzione. Ci tengo a spiegare bene l’idea di purezza come concetto che accomuna giovani e vecchi. I giovani sono puri perché non hanno conosciuto sulla pelle la corruzione, sono in una certa misura plasmabili dal presente e questo può rivelarsi anche pericoloso, perché la purezza che vivono può trasformarsi in qualcosa di brutto, di impuro, di sporco, soprattutto se devono fronteggiare ripetuti tentativi di proselitismo e conformazionealla massa. Con la vecchiaia, parlando in termini generali, perché purtroppo non tutti i casi specifici sono così, gli esseri umani tornano in un certo senso al loro stato puro, non hanno più la bramosia del successo, del potere, non sono più condizionati dall’effimero come lo potevano essere stati da adulti”.

Secondo il Papa anche un corrotto pentito, però, può dare il suo contributo alle nuove generazioni. “E attenzione – aggiunge -: anche un vecchio pentito, che anni prima aveva fatto parte dei corrotti, può diventare utile per la crescita dei giovani. Quel vecchio, infatti, ha conosciuto i meccanismi della corruzione e li ha riconosciuti, così può indicare al giovane come non cascarci dentro, condividendo con lui l’esperienza, e spiegare come non fare la sua stessa fine. Torniamo quindi all’importanza della testimonianza”.

 

 

fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/19/papa-francesco-la-mancanza-di-lavoro-per-giovani-e-peccato-sociale-loro-non-si-abituino-alla-corruzione/4235655/