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Smurtfit Kappa di Anzio: un altro operaio sacrificato all’altare del dio profitto – Un giovane 22enne morto sul lavoro, di cui i media, che notoriamente non amano dare dispiaceri alle multinazionali, non hanno detto niente…!
Smurtfit Kappa di Anzio: un altro operaio ucciso dal profitto
Alla lunga lista di omicidi sul lavoro, sabato 23 febbraio si è aggiunto Marian Robert Neacsu operaio di 22 anni, dipendente della cooperativa Lazio Nord addetta alla manutenzione degli impianti dello stabilimento Smurfit Kappa di Anzio. La Smurtfit è una multinazionale che produce prevalentemente imballaggi e cartoni.
Marian Robert Neacsu stava lavorando assieme ad altri lavoratori della Lazio Nord allo svuotamento di un cassone con materiale di risulta verso un cestello più piccolo con l’ausilio di un “muletto” manovrato da un collega. Dalle prime ricostruzioni sembra che sia stato investito dal cestello, forse in seguito ad un colpo di vento che in quella giornata soffiava forte e sia rovinato a terra travolto dal cassone e dal materiale.
Nei prossimi giorni sapremo se Marian Robert Neacsu e i suoi colleghi erano stati muniti dei dispositivi di sicurezza individuali. Quali criteri di sicurezza erano stati adottati dalla Smurtfit e dalla Lazio Nord. Perché, nonostante la legge lo vieti, si movimentavano cestelli alla presenza di raffiche di vento superiori ai 7 metri il secondo?
In questa tragedia non c’è casualità, con tutta probabilità se Smurfit Kappa e la Lazio Nord avessero rispettato la vita e l’incolumità di Marian e di quanti lavorano nello stabilimento, oggi non saremmo qui a piangere l’ennesimo lavoratore che non ha fatto ritorno a casa.
I dati e le cronache confermano che laddove c’è un morto o un ferito sul lavoro, c’è un’azienda che ha risparmiato sulla sicurezza, che ha imposto ritmi e condizioni di lavoro che mettono in pericolo i lavoratori.
Sempre più spesso si tratta di lavoratori precari, di aziende e cooperative con appalti ribassati, cui sono affidati lavori pericolosi o poco redditizi, come la manutenzione.
E’ tempo di alzare la testa e rispondere a questa che ha assunto i numeri di una guerra a bassa intensità, che se da un lato vede le aziende fare risparmi e profitti, dall’altra ogni anno si contano centinaia di lavoratori uccisi, intossicati e feriti a volte irrimediabilmente.
Respingiamo con forza le ipocrisie di una classe dirigente politica, sindacale e industriale che ha sostenuto con leggi, accordi e con l’applicazione delle indicazioni dell’UE, il peggioramento delle condizioni di sicurezza dei lavoratori.
fonte: http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2019/02/25/smurtfit-kappa-di-anzio-un-altro-operaio-ucciso-dal-profitto-0112766?fbclid=IwAR3lAyMs5ycy_blc5G3d6VTzng-oVIL_AcrGyihaLad2yp9VlWOTNR6acvM