Per rinfrescarVi la memoria: Quando l’attuale Presidente del Senato della Repubblica Italiana Casellati andava in Tv a raccontare: “Ruby è la nipote di Mubarak. Mubarak stesso la presentò a Berlusconi”…

 

Casellati

 

 

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Per rinfrescarVi la memoria: Quando l’attuale Presidente del Senato della Repubblica Italiana Casellati andava in Tv a raccontare: “Ruby è la nipote di Mubarak. Mubarak stesso la presentò a Berlusconi”…

In un video del 2011 della trasmissione Otto e Mezzo, l’attuale presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati parlava di Silvio Berlusconi e del caso Ruby: “Quando Berlusconi incontrò Mubarak, pare sia venuto fuori da alcune testimonianze che il presidente egiziano aveva parlato di questa sua nipote, ed era un incontro ufficiale”.

Sabato 24 marzo Maria Elisabetta Alberti Casellati è stata eletta presidente del Senato e da quel momento sono stati diffusi video e notizie riguardanti la sua precedente attività politica. Uno di questi video è quello pubblicato dalla trasmissione di La7 Otto e Mezzo che ricorda come alcuni anni fa, nel 2011, Casellati parlava della vicenda riguardante Berlusconi e la giovane Ruby (allora presentata come la nipote del presidente egiziano Mubarak) nel periodo in cui l’attuale presidente del Senato era sottosegretaria alla Giustizia. Nel video diffuso da Otto e Mezzo si sente la Casellati dire che Mubarak, durante un incontro ufficiale con Berlusconi, avrebbe parlato di questa sua nipote.

Lo spezzone di trasmissione ripubblicato anche su Twitter riguarda proprio Silvio Berlusconi e il caso Ruby, la ragazza marocchina al centro della polemica dopo che il leader di Forza Italia chiamò la questura per farla rilasciare dopo un fermo sostenendo che fosse la nipote del presidente egiziano. Berlusconi, comunque, per quella vicenda venne assolto dall’ipotesi di reato di concussione. Casellati difese a spada tratta l’ex presidente del Consiglio mettendo in chiaro come la vicenda riguardante Ruby prendesse spunto da due questioni diverse. La prima “‘è che ha ritenuto che fosse la nipote di Hosni Mubarak”. La seconda, spiega ancora l’attuale presidente del Senato, riguarda i soldi che Berlusconi avrebbe dato a Ruby: “Siccome si è parlato di denari dati a questa ragazza, ha detto di averli dati per lavorare e permetterle di non prostituirsi”.

QUI il video

Secondo Casellati questi sono due episodi certamente legati fra loro ma si tratta comunque di “due cose diverse”. E l’ex sottosegretario alla Giustizia sottolinea ancora come Berlusconi sia sempre stata “una persona che ha fatto tanta beneficienza e ha fatto tanti regali a tante persone”. Tornando nello specifico alla telefonata di Berlusconi alla questura, Casellati ribadisce nella trasmissione del 2011 che quella chiamata fu fatta “per dire che è la nipote di Mubarak”.

E proprio su questo punto si sofferma ancora la presidente del Senato, eletta solo pochi giorni fa con i voti di centrodestra e MoVimento 5 Stelle. Berlusconi non avrebbe soltanto affermato, secondo la Casellati, della parentela tra Ruby e Mubarak, ma, anzi, si sarebbe basato su un episodio che lei stessa racconta: “Quando Berlusconi aveva incontrato Mubarak pare sia venuto fuori da alcune testimonianze che in quell’incontro aveva parlato di questa sua nipote, ed era un incontro ufficiale”.

 

Processo Ruby: tre morti strane nell’arco di tre mesi e quelle accuse di satanismo che Imane non potrà più portare avanti…

Processo Ruby

 

 

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Processo Ruby: tre morti strane nell’arco di tre mesi e quelle accuse di satanismo che Imane non potrà più portare avanti…

Imane Fadil, terza morte sul caso Ruby. Evocò il satanismo

È morta Imane Fadil, giovane modella e testimone-chiave nei processi Ruby, che vedono Berlusconi tra gli imputati. Trentatreenne, marocchina, era stata la prima a far aprire il caso nel 2011, e poche settimane fa aveva chiesto di costituirsi parte civile al processo Ruby ter. Ma il 29 gennaio è stata ricoverata in ospedale, dove è morta il 1° marzo dopo un mese di agonia. «Prima di morire – scrive Stefania Nicoletti, sul blog “Petali di Loto” – ha telefonato al fratello e all’avvocato, dicendo loro di essere stata avvelenata». Dall’esito dell’esame tossicologico è emersa la morte per avvelenamento (da metalli, probabilmente). Secondo Gianfranco Carpeoro, avvocato e saggista, quella delle “sostanze radioattive” rintracciate nel corpo della ragazza sarebbe una voce solo giornalistica: la stranezza, semmai – dice Carpeoro – sta nel fatto che Imane Fadil avrebbe agonizzato per un mese, senza diagnosi né cure, in un centro sanitario di assoluta eccellenza come l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, a Milano Sud. Quella di Imane Fadil, osserva Stefania Nicoletti, è la terza strana morte collegata al caso Ruby, dopo quelle di Egidio Verzini, ex legale di “Ruby Rubacuori”, e del giornalista Emilio Randacio, che si stava occupando del caso. Altro dettaglio: la ragazza stava per pubblicare, in un libro, la sua versione – decisamente horror – sulle famose “notti di Arcore”.

Impossibile, scrive Stefania Nicoletti, non richiamare alla memoria l’intervista che la Fadil aveva rilasciato l’anno scorso al “Fatto Quotidiano”. «Parlò di una sorta di “setta satanica” che praticava riti». Ovvero, fatti molto più gravi di qualche cena a sfondo sessuale. Facile screditarla, la ragazza, anche perché aveva detto di essere “una sensitiva” e di aver “sentito e visto presenze ed entità negative e malefiche”. «Quando uscì quell’articolo, molti commentarono che non era credibile, che queste cose non esistono, che lei era solo una in cerca di visibilità, eccetera. Ma chi dice questo – obietta Stefania Nicoletti – non sa che queste organizzazioni esoteriche ai piani alti del potere esistono eccome, e che parlarne pubblicamente non ti dà fama, anzi: ti espone a dei rischi notevoli». Infatti, continua Stefania Nicoletti, «leggendo quell’intervista pensai che la ragazza rischiava di essere fatta fuori: anche perché annunciò che stava scrivendo un libro su tutta la vicenda, dove avrebbe raccontato tutto questo e molto di più». Un libro che a quanto pare stava ormai finendo di scrivere, prima di morire avvelenata.

Raccontò la ragazza, nell’intervista pubblicata dal “Fatto” il 24 aprile 2018: «La cosa non si limita a un uomo potente che aveva delle ragazze: c’è molto di più in questa storia, cose molto più gravi». Un’accusa esplicita: satanismo. «Questo signore – disse Imane di Berlusconi – fa parte di una setta che invoca il demonio». Ammise: «Sì, lo so che sto dicendo una cosa forte, ma è così. E non lo so solo io, lo sanno tanti altri». Una sorta di setta, dunque, «fatta di sole donne». Tante: «Decine e decine di femmine complici». In quella saletta «dove si faceva il Bunga Bunga», racconta Imane, «c’era uno stanzino con degli abiti, tutti uguali, come delle tuniche, circa venti o trenta: a cosa servivano?». Poi, continua la ragazza, «c’era un’altra stanzetta sotterranea con una piscina, con a fianco un’altra saletta, totalmente buia, senza nessuna luce». Una piscina sotterranea e una stanza senza luci: perché? Aggiunge Imane: «Ho visto presenze strane, sinistre. Io sono sensitiva fin da bambina: da parte di mio padre discendo da una persona che è stata santificata». Insiste Imane, parlando con Luca Sommi del “Fatto”: «Le dico che in quella casa ci sono presenze inquietanti. Là dentro c’è il Male, io l’ho visto, c’è Lucifero».

Da parte sua, Carpeoro – che non crede all’esistenza del demonio, anche se non si nasconde la realtà del satanismo – ritiene che quelle dell’allora giovanissima Imane Fadil fossero essenzialmente suggestioni. Il che non migliora il giudizio su Berlusconi, che allora era primo ministro. Le notti brave di Arcore? «Non credo che abbia commesso reati – dice Carpeoro, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights” – ma a me non piace un premier che si comporta in quel modo: come la prenderebbe, Berlusconi, se a partecipare a feste di quel tipo fossero le sue figlie?». Stefania Nicoletti, intanto, sottolinea la presenza delle altre due morti «inquietanti e anomale», legate al caso in questione. Verzini, ex avvocato di “Ruby”, il 4 dicembre 2018 aveva dichiarato pubblicamente che Berlusconi avrebbe versato 5 milioni di euro alla sua assistita. «Il giorno dopo è morto, tramite eutanasia, in una clinica svizzera». Randacio invece si stava occupando del caso, seguendo il processo, ed è morto improvvisamente il 13 febbraio per un “malore” (forse un infarto), «ma pare che i risultati dell’autopsia non siano mai stati comunicati». Insomma: Egidio Verzini, Emilio Randacio, Imane Fadil: «Tre morti strane nell’arco di tre mesi, e tutte legate al processo Ruby. Un po’ troppe per essere un caso».

 

fonte: http://www.libreidee.org/2019/03/imane-fadil-terza-morte-sul-caso-ruby-evoco-il-satanismo/