Il Procuratore della Repubblica Domenico Seccia: “Riina è morto, la Mafia no”…

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Il Procuratore della Repubblica Domenico Seccia: “Riina è morto, la Mafia no”…

“Ricordiamolo sempre: noi non siamo come loro”.

Riina è morto, la Mafia no

Alcune carte processuali sembrano dimostrare che dall’inizio della carcerazione di Totò Riina la Commissione di Cosa Nostra da lui presieduta non si sia più riunita. Ciò dimostra che il Capo dei Capi, nonostante una detenzione severa com’è quella del 41 bis, fosse ancora percepito come il boss dell’organizzazione. La sua pericolosità era, quindi, intatta e così la sua capacità di esercitare, potenzialmente, il potere.

Scomparso il capo nella mafia siciliana si apre il problema della successione, cosa mai avvenuta sinora, a riprova della compattezza dell’organizzazione attorno alla figura di Riina. Tale fase può svolgersi in due modi, o attraverso la riconvocazione della Commissione o con una nuova stagione di sangue. Ipotesi, quest’ultima, più remota in quanto dipendente dal potenziale militare di Cosa Nostra, notevolmente ridotto dall’incessante azione dello Stato. Lo dimostra il calo, negli ultimi anni, degli omicidi commessi dalla mafia siciliana.

Questo, tuttavia, non deve far abbassare la guardia. Non solo perché esiste ancora la cosiddetta “mafia dei colletti bianchi“, che troppo spesso infiltra l’attività pubblica e istituzionale. Ma anche per l’emergere e il consolidarsi di altre organizzazioni, altrettanto pericolose, a diverse latitudini. Pensiamo alla ‘ndrangheta calabrese, ai clan camorristici della Campania, alla mafia foggiana e a quella garganica, di cui ci si sta occupando troppo poco. Quando si parla di malavita tendiamo a concentrarci sui nomi altisonanti dei boss, dimenticando che essi sono solo la punta dell’iceberg di una guerra allo Stato ancora in corso. L’antimafia deve quindi continuare a occuparsi del fenomeno nel suo complesso, a prescidente dai singoli protagonisti.

Tornando alla morte di Riina voglio concludere con una riflessione personale. Sarebbe forse stato opportuno riconsiderare le sue condizioni detentive, dandogli la possibilità di esalare l’ultimo respiro in un luogo diverso dal carcere. Sarebbe stata la risposta migliore alle mafie. Così facendo lo Stato avrebbe, infatti, dimostrato di avere un concetto di umanità profondamente diverso dalla bestialità che caratterizza le organizzazioni criminali. Ricordiamolo sempre: noi non siamo come loro.

Domenico Seccia, Procuratore della Repubblica di Fermo, ex componente della Dda di Bari

Il Procuratore della Repubblica Domenico Seccia: “Riina è morto, la Mafia no”…ultima modifica: 2017-11-19T10:29:19+01:00da eles-1966
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