Bolivia, femminicidio nel codice penale: 30 anni di carcereuna una legge “per garantire alle donne una vita libera da violenze” fortemente voluta da Evo Morales …Per la cronaca, da noi oggi anche il terzo stupratore di Portici è tornato in libertà (non accertato il dissenso della ragazza)…!

 

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Bolivia, femminicidio nel codice penale: 30 anni di carcereuna una legge “per garantire alle donne una vita libera da violenze” fortemente voluta da Evo Morales …Per la cronaca, da noi oggi anche il terzo stupratore di Portici è tornato in libertà (non accertato il dissenso della ragazza)…!

 

Il presidente della Bolivia Evo Morales ha firmato oggi una legge che punisce il femminicidio a 30 anni di carcere, una norma di 100 articoli che cerca di porre fine alla violenza contro le donne e dare loro una protezione completa. Il presidente ha firmato la “Legge per garantire alle donne una vita libera da violenze” nel Palazzo del Governo a La Paz, in una cerimonia alla presenza di organizzazioni di donne indigene e attiviste femministe e per i diritti umani.

Lo riporta il giornale online boliviano Opinion. Secondo il Centro per l’Informazione e lo Sviluppo delle Donne (Cidem), dal 2009 ad oggi sono stati riportati nel femminicidio Bolivia 403, 21 dei quali nei primi due mesi del 2013, e 218 omicidi di donne e altri insicurezza cause.

La nuova legge integra nel codice penale il reato di femminicidio, definito come l’omicidio di una donna a causa della sua condizione di femminilità: la pena è di 30 anni senza il diritto di grazia, la sanzione più elevata che ha il diritto boliviano. Morales ha promulgato la regola di ieri sera dopo il ritorno dal Venezuela, dove ha trascorso tre giorni partecipano al funerale del presidente venezuelano Hugo Chavez, morto lo scorso martedì.

fonte: https://frontierenews.it/2013/03/bolivia-femminicidio-nel-codice-penale-30-anni-di-carcere/?fbclid=IwAR3vcnVxeabApSrnjHx7nk2LEuDrJ6aSYb3A1IgUzc0OzC2DQGb9Qvm0VH0

Cesare Battisti arrestato in Bolivia: aveva barba finta e non ha opposto resistenza. Possibile estradizione in Italia tra oggi e domani

 

Cesare Battisti

 

 

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Cesare Battisti arrestato in Bolivia: aveva barba finta e non ha opposto resistenza. Possibile estradizione in Italia tra oggi e domani

Condannato all’ergastolo in Italia nei confronti dell’ex terrorista era stato firmato un ordine di arresto ed era stata accolta la richiesta di estradizione dell’Italia. L’uomo, 64 anni, si è lasciato portare via senza dire una parola. Finisce così una vicenda che nel corso degli anni ha acceso, a volte, pesantemente il dibattitto politico. Il figlio di Bolsonaro, Eduardo: “La sinistra piange”

L’ipotesi di chi lo cercava da più di un mese è che avesse trovato riparto in Bolivia. Ed è a Santa Cruz, secondo quanto rivelato dal Corriere della Sera, che Cesare Battisti è stato arrestato da una squadra dell’Interpol. Condannato in contumacia all’ergastolo in Italia, per quattro omicidi risalenti alla metà degli anni Settanta, l’ex membro del gruppo Proletari Armati per il Comunismo era da tempo nel mirino delle autorità italiane. E dal 14 dicembre scorso anche da quelle brasiliane perché nei suoi confronti era stato firmato un ordine di arresto ed era stata accolta la richiesta di estradizione dell’Italia. Battisti, che stando al quotidiano di via Solferino, aveva una barba finta ma un documento brasiliano con i suoi dati. Si è lasciato portare via senza dire una parola. Finisce così una vicenda che nel corso degli anni ha acceso, a volte, pesantemente il dibattito politico. E secondo quanto riportano fonti del governo all’Ansa, potrebbe essere estradato verosimilmente domani in Italia, ma non è escluso che il rientro possa avvenire già oggi. Le autorità stanno valutando se l’estradizione debba avvenire direttamente dalla Bolivia – dove è stato catturato – o via Brasile. E anche Eduardo Bolsonaro, deputato e figlio del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, esulta via twitter per l’arresto: “Ha ucciso un poliziotto, ha ucciso un padre davanti al figlio, ha sparato e lasciato un uomo paralitico, è stato condannato a vita per 4 omicidi e ha fatto parte del gruppo terroristico di sinistra in Italia Pac (proletari armati per il comunismo). Ciao Battisti, la sinistra piange!”.

Battisti si era inizialmente rifugiato in Francia, doveva aveva vissuto dagli anni Ottanta, protetto dalla “dottrina Mitterrand”, secondo cui la Francia non avrebbe valutato “la possibilità di non estradare cittadini di un Paese democratico autori di crimini inaccettabili”. In Brasile dal 2004, Battisti fu arrestato nel 2007 e rimasto nel carcere brasiliano di Papuda, a Brasilia, fino al giugno 2011. Nel 2009 il Tribunale Supremo Federale (Stf) aveva autorizzato la sua estradizione in Italia, ma la decisione fu bloccata dal pronunciamento dell’allora presidente Luiz Inacio Lula da Silva che, alla fine del suo mandato, il 31 dicembre 2010, gli concesse lo status di rifugiato. Dopo la decisione da parte della Stf di respingere un ricorso dell’Italia, Battisti è stato scarcerato, ottenendo in agosto il permesso di residenza permanente.

Il presidente brasiliano uscente Michel Temer, che si è insediato dopo l’impeachment della presidente Dilma Rousseff, erede politica di Lula, aveva manifestato l’anno scorso l’intenzione di estradare Battisti in Italia. In questo quadro, il 4 ottobre 2017 Battisti fu fermato a Corumbà, nello stato di Mato Grosso del Sud – alla frontiera con la Bolivia – mentre cercava di attraversare il confine con dollari ed euro non dichiarati. Accusato di voler fuggire dal Brasile, è stato privato del passaporto e ha l’obbligo di residenza nello stato di San Paolo.

Il 13 ottobre 2017 una sentenza dello stesso giudice Fux aveva stabilito che la magistratura non può revocare quanto deciso da Lula, a meno di una pronuncia della prima sezione dell’Stf. Ma da allora la prima sezione non è stata investita del caso. Nel frattempo il procuratore generale brasiliano della Repubblica, Raquel Dodge, ha argomentato che la decisione di non estradare Battisti era “un atto altamente politico”. Una tesi accolta dal giudice Luxche, sottolineando la natura “strettamente politica” di quella decisione, ha quindi affermato che il nuovo presidente potrà rivederla. “È nella stessa natura degli atti prodotti nell’esercizio del potere sovrano la loro reversibilità”, aveva affermato il togato. A fine ottobre il figlio dell’allora appena eletto Jair Bolsonaro aveva dichiarato al ministro dell’Interno Salvini che sul caso Battisti stava per giungere all’Italia “un regalo”. 

In una intervista all’Ansa (“perdono” per le vittime degli attentati) nel 2011 l’ex militante dei Pac ammise le proprie “responsabilità politiche”, precisando però di escludere del tutto quelle “dirette” e alla parola pentimento rispose: “È una parola che non mi piace, è una ipocrisia, è sinonimo di delazione, è legata alla religione”. Non mancò una critica alla lotta armata. “Alla luce di oggi, illudersi che si potessero cambiare le cose in Italia così è stato un errore“, ammise, difendendo d’altro lato le sue fughe all’estero, dalla Francia, al Messico, al Brasile: altrimenti, disse, “avrei rischiato di pagare con l’ergastolo in Italia delitti che non ho mai commesso”. “Mi porto dentro l’Italia del passato, quella che ancora sognava, un paese che lottava per la giustizia”, aggiunse ricordando che era “stato trattato come il mostro da sbattere in prima pagina”.

DA: Il Fatto Quotidiano

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/13/cesare-battisti-arrestato-in-bolivia-aveva-barba-finta-e-non-ha-opposto-resistenza-possibile-estradizione-in-italia-tra-oggi-e-domani/4893631/