Alla ministra per il Sud Lezzi viene attribuita – in una frase cancellata nella seconda versione del pezzo – anche una spesa di “quasi 10.000 euro al mese solo di alloggio“, con il commento che “a lei, che è di Lecce, vivere a Roma costa caro”: in realtà la spesa complessiva sostenuta è di 119.520 euro dal giugno 2013 a fine 2017, per una media mensile di 2.200. Idem per le spese alimentari: non sono 27.569 euro in un anno, ma da gennaio 2014 a fine 2017.

Tra i responsabili delle presunte spese pazze viene citata anche la deputata Marta Grande, sostenendo che “ha speso ben 131.000 di alloggio dall’inizio della legislatura svettando in cima alla classifica”. Ma il costo va spalmato su 57 mesi e la media fa 2.300 euro. “Anche lei telefona molto, non ai livelli della Taverna ma 14.692 euro di spese telefoniche in un anno fanno oltre 1200 euro al mese“, era il commento. La media mensile è poi stata cancellata visto che era sbagliata: anche in questo caso la spesa è quella complessiva sostenuta dal 2013 e la media è di 257 euro al mese.

Infine quelli che vengono definiti “gli aficionados dei taxi”: il senatore Lello Ciampolillo, “quasi 28.000 euro, 2.300 euro al mese”, e la sottosegretaria al Mef Laura Castelli che “non scherza con i suoi 26.825 da inizio legislatura ad oggi”. In realtà Ciampolillo per i taxi ha speso la (comunque ingente) cifra di 517,9 euro medi al mese, la Castelli 487,7 euro mensili perché la spesa non è calcolata dall’inizio di questa legislatura ma quasi sull’intera durata di quella finita a marzo 2018.

“La fretta, si sa, non è una buona consigliera, ma quando alla fretta si aggiunge la menzogna il risultato è l’articolo che Repubblica ha pubblicato oggi dando letteralmente i numeri”, è il commento del M5s affidato a un post del Blog delle Stelle, in cui si denunciano “numeri vergognosi, riportati in modo totalmente sbagliato solo per nuocere al Movimento 5 Stelle: e oltre al danno, anche la beffa di far finta di niente“. “Questo è un giornalismo imbarazzante, un giornalismo che non riconosce i propri errori e che, anzi, li cavalca ben felice di poter fare sensazionalismo becero”, continua il post. “Tutto pur di aumentare le condivisioni. Peccato che si tratti di una bufala, peccato che si tratti di una fake news, peccato che questo modo di fare giornalismo sia veramente imbarazzante. Ecco il rispetto che hanno per i cittadini, ecco il rispetto che hanno per la verità. Ci aspettiamo delle scuse“.