Quando Trump, con 3.000 cadaveri americani ancora caldi, commentò l’attentato alle Torri Gemelle: “Ora il mio grattacielo è il più alto” …Ora figuratevi quanto glie ne può fregare di avere sulla coscienza un po’ di gente che muore in guerra…!

 

Trump

 

 

 

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Quando Trump, con 3.000 cadaveri americani ancora caldi, commentò l’attentato alle Torri Gemelle: “Ora il mio grattacielo è il più alto” …Ora figuratevi quanto glie ne può fregare di avere sulla coscienza un po’ di gente che muore in guerra…!

Poche ore dopo l’evento drammatico del crollo delle Torri Gemelle, l’11 settembre del 2001, Donald Trump si vantò del fatto che un suo grattacielo, il Trump Building, fosse tornato ad essere la costruzione più alta della città.

“40 Wall Street (questo l’indirizzo della costruzione, ndr), prima della costruzione del World Trade Center, era il più alto della zona di downtown Manhattan. Poi, quando hanno costruito il World Trade Center, è diventato il secondo. Ora è tornato ad essere il più alto”, ha affermato Trump al giornalista.

Così parlò mentre il mondo stava piangendo quelle che, qualche giorno dopo, le quasi 3mila vittime degli attacchi alle Torri Gemelle e al Pentagono

Insomma, il suo intervento non era programmato. La telefonata arrivò perché lui poteva essere un testimone oculare di quanto accaduto alle Torri Gemelle. Ma, oltre al racconto di quei concitati minuti, è arrivata anche una discussione che fece discutere anche all’epoca. Ma si trattava di un business man, di un tycoon. Ma a riascoltare quel suo intervento, ora che è presidente degli Stati Uniti, quella dichiarazione lascia ancor più esterrefatti.

Tra l’altro, l’informazione riportata allora da Trump non era corretta: la struttura più alta dell’area era quella al 70 Pine Street.

E quindi, se con cinica idiozia, con 3.000 cadaveri americani ancora caldi a terra, il suo pensiero era questo, figuratevi quanto glie ne può fregare di un po’ di morti per una guerra…

E noi stiano nelle mani di queste bestie!

By Eles