Feltri attacca Repubblica per il titolo “Cancellare Salvini”: “è una frase minacciosa che incita al linciaggio”… Dimentica però quando su Libero lui titolava “Per stendere Renzi bisogna sparargli” …Ipocrita o ormai completamente rincoglionito?

 

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Feltri attacca Repubblica per il titolo “Cancellare Salvini”: “è una frase minacciosa che incita al linciaggio”… Dimentica però quando su Libero lui titolava “Per stendere Renzi bisogna sparargli” …Ipocrita o ormai completamente rincoglionito?

Cari colleghi dell’Ordine, stamane il quotidiano Repubblica reca in prima pagina il seguente titolone di apertura: ‘Cancellare Salvini’. Non credo che l’intenzione del titolista fosse quella di cancellare con la gomma il capo della Lega. È una frase minacciosa che incita al linciaggio – scrive Vittorio Feltri nel suo editoriale di oggi -. Cosa sarebbe successo se Libero avesse scritto a caratteri cubitali: ‘Cancellare Segre’? Segnalo a voi, che non leggete i giornali ma processate i giornalisti politicamente scorretti, questa perla democratica e antifascista. Sono curioso di vedere se sanzionerete Carlo Verdelli che pure è un direttore stimabile”.

È quanto afferma il direttore di ‘Libero’, Vittorio Feltri, in un editoriale pubblicato sul quotidiano

“La mia denuncia non intende colpire il direttore Verdelli, che sul suo giornale ha il diritto di adoperare il linguaggio che ritiene più opportuno. A me importa soltanto stabilire la fondatezza di un concetto: la deontologia o la si rispetta tutti, anche se discutibile, oppure che venga archiviata fra le cose inutili, o meglio dannose,” ha sottolineato Feltri.

Ipocrita o ormai completamente rincoglionito?

 Il problema è sempre il pulpito da cui arriva la predica. Perché se è legittimo criticare la scelta fatta da La Repubblica nella sua edizione del 15 gennaio 2020, è opportuno anche ricordare come chi oggi si scaglia contro il quotidiano di  Verdelli non sia esente di colpe.

Il classico “bue che dice cornuto all’asino”…

Insomma, l’indignazione ci poteva anche stare. Ma che ad indignarsi sia Vittorio Feltri… Sì, Feltri, quello che titolò così.

«Per stendere Renzi bisogna sparargli»

Era l’8 novembre del 2017 e su Libero campeggiava il titolone: «Per stendere Renzi bisogna sparargli». Titolo ancor più inequivocabile di quel «Cancellare Salvini» apparso su La Repubblica.

Chi è senza peccato scagli la prima pietra, certamente. Ma il percorso storico del quotidiano diretto da Vittorio Feltri non consente di salire sul pulpito a dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.

La storia è viva nella memoria di tutti, soprattutto quando viene stampato su carta.

Libero, titolo indecente sul Papa che “prega per salvare il governo” – Che poi, quando il cuore immacolato della Madonna faceva crepare i migranti in mare andava tutto bene…

 

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Libero, titolo indecente sul Papa che “prega per salvare il governo” – Che poi, quando il cuore immacolato della Madonna faceva crepare i migranti in mare andava tutto bene…

 

Ma si rendono conto che è un giornale che sprizza razzismo e intolleranza in quasi tutti i titoli?

Dalla “patata bollente” della Raggi, “cala il fatturato ma aumentano i gay” e poi i ‘terroni’, i migranti che portano le malattie, il governo rosso che ci fa invadere dai neri.

E che altro?

“Non ricordiamo se l’Ordine dei Giornalisti avesse preso provvedimenti nei confronti del Manifesto quando titolò “Pastore tedesco” la prima pagina dell’edizione in cui dava notizia dell’elezione di Papa Benedetto XVI al soglio pontificio. Né tantomeno siamo in grado di ricostruire se all’epoca Carlo Verna si fosse indignato al punto da trasformarsi in hater di giornalisti, purché non appartenenti alle correnti di sinistra che lo hanno votato”.

Lo afferma il Comitato di Redazione del quotidiano Libero in risposta alla dichiarazioni del presidente dell’Odg.

“La tolleranza a senso unico proprio non coincide con le parole pronunciate da Papa Francesco durante l’omelia a Santa Marta ieri 16 settembre 2019: ‘si deve pregare per l’altro, per quello che ha un’opinione diversa dalla mia’. Speriamo che l’OdG non intenda darsi alla caccia alle streghe con il pretesto di punire il vilipendio alla religione cattolica attraverso l’offesa al Papa. Anche perché nell’articolo e nel titolo finiti sotto la lente del Sant’Uffizio dei giornalisti non ve n’era traccia”.

Per carità. Il Cdr di Libero deve difendere i posti di lavoro dei giornalisti che ricevono lo stipendio da quel giornale.

Tuttavia ci vuole un bel coraggio nel difendere una testata che è andata oltre ogni limiti per più volte e usa questo metodo per solleticare la pancia dei lettori reazionari.

Nessuna caccia alle streghe. Ci vorrebbe serietà. Non difendere gli indifendibili Feltri e Senaldi.

Le parole che hanno così tanto fatto infuriare Libero sono state quelle di Carlo Verna, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che ha detto: “Perdona loro perché non sanno quello che dicono. Di fronte alla mancanza di un minimo senso di rispetto del quotidiano Libero nei confronti di Papa Francesco e sulla base del titolo del giornale di cui e’ direttore responsabile Pietro Senaldi e direttore editoriale Vittorio Feltri (‘Non ha di meglio da fare, adesso il Papa prega per il governo’) non posso far altro che chiedere scusa al Pontefice a nome della categoria.

Aggiungendo, parafrasando dalle scritture: “noi non li conosciamo”. A prescindere da qualunque Consiglio di Disciplina abbiamo il diritto di ritenerli estranei alla comunità dei giornalisti. Aggiungo solo che da sempre la Chiesa prega per i governanti”.

 

tratto da: https://www.globalist.it/news/2019/09/17/libero-titolo-indecente-sul-papa-e-il-cdr-si-difende-caccia-alle-streghe-2046490.html