Ricapitoliamo: l’Italia è quel paese dove lo Job Act e la Legge Fornero sono sacrifici responsabili e necessari, mentre l’abolizione dei vitalizi è un attentato allo Stato di Diritto.

 

 

abolizione dei vitalizi

 

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Ricapitoliamo: l’Italia è quel paese dove lo Job Act e la Legge Fornero sono sacrifici responsabili e necessari,  mentre l’abolizione dei vitalizi è un attentato allo Stato di Diritto.

 

Abolizioni vitalizi, la delibera di Fico. La Casellati frena: “Qualche perplessità”… Mentre la Casta non ci sta: gli Ex deputati in coro, “abolizione dei vitalizi è un attentato allo Stato di Diritto”

Il nuovo governo MS5-Lega ha annunciato il taglio ai famosi vitalizi, le pensioni d’oro percepite dagli ex parlamentari, secondo gli attuali membri dell’esecutivo, in maniera ingiusta.

Molti i consensi nei confronti di questa manovra, ma non sono mancate le parole di condanna. Al di là ovviamente della denuncia della stessa “Casta” (che potete trovare qui sotto), anche la presidente del senato, Elisabetta Alberti Casellati, ha esternato qualche perplessità circa l’annuncio del numero uno della Camera, Fico. L’esponente di Forza Italia, come riportato dall’agenzia Ansa, auspica soluzioni condivise circa la famosa “sforbiciata”, e dice di avere «qualche perplessità sul fatto di poter incidere sui diritti acquisiti». Secondo la Casellati, tagliare i vitalizi: «significa incidere sullo status di persone che magari oggi possono avere anche un’età rilevante e che si trovano improvvisamente ad avere uno stipendio magari inferiore al reddito di cittadinanza».

GLI EX PARLAMENTARI INSORGON: L’ABOLIZIONE DEI VITALIZI È UN ATTENTATO ALLO STATO DI DIRITTO”

Sono pronti a rappresaglie gli ex parlamentari a cui il governo ha previsto di tagliare il vitalizio, la cosiddetta Casta. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, è stata indetta quest’oggi una conferenza stampa in cui i privilegiati di cui sopra hanno alzato la voce, esternando le proprie ragioni: «Noi non siamo uguali agli altri, è una vendetta politica, un attacco frontale allo Stato di diritto». Quindi la minaccia ai parlamentari: «L’associazione degli ex ha infatti inviato a tutti i membri dell’Ufficio di presidenza della Camera una diffida stragiudiziale a non approvare la delibera, con la minaccia di un’azione civile e amministrativa per danni rispetto alla quale risponderebbero personalmente e patrimonialmente ciascun membro dell’ufficio di Presidenza, compreso il presidente Roberto Fico». Parole a cui ha prontamente replicato il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, che non si è fatto intimorire ed ha spiegato: «Ho visto che già chi sta minacciando, ma noi a queste minacce siamo abituati dagli ultimi sei anni. Quelli sono privilegi rubati non diritti acquisiti e la smettano con le minacce, è uno schiaffo alla miseria fare ricorsi e protestare perché ti tolgono un vitalizio di 6-7000 euro quando sei stato tre giorni in Parlamento».

La legge sul Taglio ai Vitalizi? I nostri Parlamentari non hanno fretta. D’altra parte devono prima affrontare priorità imprescindibili per il benessere del Paese… tipo la legge per la valorizzazione del Jazz festival in Umbria.

Taglio ai Vitalizi

 

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La legge sul Taglio ai Vitalizi? I nostri Parlamentari non hanno fretta. D’altra parte devono prima affrontare priorità imprescindibili per il benessere del Paese… tipo la legge per la valorizzazione del Jazz festival in Umbria.

Taglio ai vitalizi, non c’è fretta: viene prima il jazz
La discussione sulla legge Richetti non è neanche iniziata, nel calendario della Camera arriva dopo il festival musicale.

“Renzi accelera sui vitalizi”. “Renzi: sui vitalizi fate presto”. Renzi: “La legge sui vitalizi è di Richetti. Spero passi. Il Pd c’è”. Ancora Renzi: “Perché non segue Richetti? È lui che ha firmato la legge sul vitalizio. Vedremo se è credibile lui o i suoi amici Cinque Stelle”. Sempre Renzi: “Per me votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso. L’unica cosa è evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso i cittadini. Sarebbe assurdo”. Sono solo le prime citazioni dell’ex premier – tutte pronunciate nell’ultima settimana o negli ultimi mesi – che compaiono digitando le parole “Renzi” e “vitalizi” su un motore di ricerca.

Alla frenetica attività comunicativa del segretario del Pd non corrisponde un’azione altrettanto incisiva (eufemismo) del suo partito in Parlamento. La legge Richetti è stata recuperata di recente grazie a un servizio delle Iene, che ha fatto infuriare il Nazareno, dopo essere stata dimenticata per quasi due anni in commissione Affari costituzionali. L’improvvisa accelerazione è durata poco: dopo le frasi di circostanza è ricominciata la melina.

Il deputato renziano che porta la firma della proposta, proprio un mese fa, aveva annunciato che sarebbe approdata alla Camera tra “il 23 e il 24 maggio”. Poi i tempi hanno ripreso a dilatarsi: la discussione del testo, che prevede il ricalcolo secondo il metodo contributivo di tutte le pensioni degli ex parlamentari, viene posticipata di settimana in settimana. Pare che nemmeno questa sia quella buona: giovedì scorso, al momento di votare l’ordine del giorno, la legge Richetti è stata infilata in fondo al calendario, tra le proteste dei deputati del M5S.

La maggioranza ha dato la priorità a una lunga serie di altri provvedimenti: la legge sui parchi, le modifiche allo Statuto del Trentino Alto Adige, l’istituzione della commissione sulle banche. E poi, ancora: bisognerà discutere le “disposizioni in materia di delitti contro il patrimonio culturale”, le “modifiche delle norme a tutela dei corpi politici, amministrativi o giudiziari” e persino una leggina per “sostegno e valorizzazione” dell’Umbria Jazz festival.

Da: Il Fatto Quotidiano del 20/06/2017.