Osho – La società ha bisogno di persone stupide.

 

persone stupide

 

 

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Osho – La società ha bisogno di persone stupide

Per essere felici bisogna essere intelligenti e l’uomo viene educato a non sviluppare la propria intelligenza.
La società non vuole che nell’uomo sbocci l’intelligenza.
La società non ha bisogno di intelligenza:
di fatto ha paura dell’intelligenza.

La società ha bisogno di persone stupide.

Come mai?
Perché gli stupidi possono essere manipolati.
Le persone intelligenti non sono necessariamente obbedienti –
possono obbedire o possono non obbedire.
Ma la persona stupida non può disobbedire:
è sempre pronta a ricevere ordini.
La persona stupida ha bisogno che qualcuno le dia degli ordini …
perché non ha l’intelligenza sufficiente per vivere in modo personale.
Vuole che qualcuno la diriga …
è costantemente alla ricerca del proprio tiranno.

I politici non vogliono che l’intelligenza accada nel mondo …
neppure i preti lo vogliono e neppure i generali.

In realtà nessuno lo vuole!

La gente vuole che tutti rimangano nella stupidità:
in modo che tutti rimangano obbedienti
e conformisti …
in modo che nessuno esca dal seminato e faccia sempre parte della massa – affinché tutti si lascino controllare … manipolare e gestire.

La persona intelligente è ribelle. L’intelligenza è ribellione.
La persona intelligente sceglie in modo autonomo se dire sì o se dire no.
La persona intelligente non può essere legata alle tradizioni …
non può vivere nella venerazione del passato;
non trova niente da venerare nel passato.

La persona intelligente vuole creare un futuro … vuole vivere nel presente. Vivere nel presente è il suo modo per creare il futuro.
La persona intelligente non si aggrappa al passato … a qualcosa di morto …
non porta dentro di sé dei cadaveri.
Per quanto siano stati magnifici e preziosi …
non porta dentro di sé dei cadaveri.

La persona intelligente ha chiuso con il passato; se n’è andato …
è finito per sempre.

Invece la persona sciocca è tradizionalista.
È pronta a seguire i preti e qualsiasi politico stupido …
è pronta a eseguire ogni ordine …
è pronta a cadere ai piedi di qualsiasi autorità costituita.

La felicità non può esistere senza l’intelligenza.
L’ uomo può essere felice solo se è intelligente …
assolutamente intelligente.

La meditazione è lo stratagemma per far espandere la tua intelligenza.
Più diventi meditativo e più diventi intelligente.
Ma ricorda …
dicendo intelligenza non intendo dire intellettualismo.
L’intellettualismo fa parte della stupidità.

L’intelligenza è un fenomeno totalmente diverso …
non ha niente a che fare con la testa. L’intelligenza è qualcosa che proviene dal centro stesso del tuo essere.
Affiora in te e comincia a far crescere molte cose in te.
Diventi felice e creativo …
diventi ribelle e avventuroso …
cominci ad amare l’insicurezza e a muoverti nell’ignoto.

Cominci a vivere pericolosamente … perché questo è l’unico modo per vivere.

Per gli sciocchi esistono le superstrade … percorse dalle masse.
Le hanno percorse per secoli e secoli – non arrivando in nessun luogo …
girando in circoli viziosi.
In questo caso si ha il conforto di essere in compagnia di tanta gente …
di non essere soli.

L’intelligenza ti dà il coraggio di essere solo e ti fa vedere come puoi essere creativo.
Fa sorgere in te una grande urgenza …
una grande fame di essere creativo.
Solo così – come conseguenza – potrai essere felice … potrai essere beato … estatico.

OSHO

Tolstoj: se paghi le tasse, finanzi il sistema che ti domina – era il 1908 ed aveva già capito tutto!

 

Tolstoj

 

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Tolstoj: se paghi le tasse, finanzi il sistema che ti domina – era il 1908 ed aveva già capito tutto!

 

Tolstoj: se paghi le tasse, finanzi il sistema che ti domina

 

C’è un bel saggio di Tolstoj – il Tolstoj vecchio, quello più pericoloso – che in Italia è stato tradotto solo nel 1989, pensate: un terzo della produzione di Tolstoj non tradotta in Italia fino all’89 perché troppo pericolosa. Impressionante. Quindi, le biografie italiane di Tolstoj – compresa quella, famosa, di Citati, ancora nelle librerie – sono fatte su due terzi dell’opera di Tolstoj: manca un terzo, che sono i suoi saggi terribili, popolarissimi prima della Prima Guerra Mondiale, che hanno determinato un sacco di guai, per i regimi del tempo. C’era una vignetta interessante su “Le Figaro”, dove si vedeva lo Zar Nicola II piccolino così, spaventato, che scappava, e Tolstoj (enorme) che voleva dargli una pacca sulla testa, per punirlo – pensate che fama aveva. Ecco, è un saggio del 1908, che si intitola “Di chi è la colpa”. Era un periodo brutto, per la Russia: Nicola II era quasi impazzito, a quel tempo, e permetteva ai cosacchi di fare di tutto – dai pogrom alle sciabolate durante le manifestazioni, esecuzioni capitali ogni giorno. E Tolstoj fa un brevissimo elenco di 7-8 righe su quello che è terribile, in Russia, in quel periodo, e dice: quante pene di morte ci sono al giorno? Nove, dieci. Quanta gente viene deportata?

Proprio Nicola II aveva cominciato a fare le deportazioni forzate. Tutta la popolazione di una regione viene presa e viene messa in fondo alla Siberia, in un posto che ha sempre l’isobara di gennaio totalmente negativa. Capitava alle sètte religiose. C’era quella dei Molochany, quella dei Duchobory – Molochany vuol dire “bevitori di latte”, perché erano ultra-vegetariani, mentre i Duchobory aborrivano le armi: si rifiutavano di usare persino i coltelli. Gruppi ritenuti pericolosi per la società russa, quindi deportati in massa. E Tolstoj, arrabbiato contro questo, scrive un libro, “Resurrezione”. Gli fanno dei contratti pazzeschi, in tutto il mondo. Tutti i soldi che prende da “Resurrezione”, Tolstoj li usa per comprare una nave e un pezzo di Canada. Dopodiché manda i suoi figli a raccogliere tutti i Duchobory lungo la strada della deportazione, li carica sulla nave nel Mar Nero e li porta in Canada, dove vivono ancora adesso i loro discendenti, che tuttora parlano russo. Tutto ciò, con “Resurrezione”: una cosa grandiosa. Era un pericolo vivente, Tolstoj: non potevano ammazzarlo, né arrestarlo, perché troppo famoso. E in Italia di questo s’è saputo pochissimo, tra l’altro, fino agli anni ‘90.

Il saggio “Di chi è la colpa” dice: le cose in Russia vanno male. Di chi è la colpa? Tutti quanti dicono: dello Zar. Ma lo Zar – dice Tolstoj, che era un nobile russo dell’alta società – è un ometto piccolo così, che gioca a tennis e a cricket tutto il tempo. Lui scrive diari, la Zarina segue Rasputin. Come fa, uno così, a dominare 180 milioni di russi? Non può essere tutta colpa sua, la colpa sarà della corte. Ci sono tremila persone, a corte, che fanno i loro maneggi – allora non c’erano le multinazionali, c’erano le corti. Colpa loro, quindi? Ma io, dice Tolstoj, sono vissuto in mezzo a questi fin da bambino: è gente che si fa gli affari suoi, che cerca vantaggi personali anche piccoli; sono tutti indebitati, si sono rovinati con il gioco tutti quanti, bevono come spugne. Come volete che facciano, queste duemilacinquecento persone, a dominare 180 milioni di russi? Allora la colpa è del governo, della Duma, del Parlamento. Inclusi sottosegretari e uscieri, sono settemila persone. Può darsi che sia colpa loro, dice Tolstoj. Però, aggiunge, sono settemila, mentre i russi sono 180 milioni. Come fanno, ’sti settemila, a imporre il loro dominio su 180 milioni di persone?

Dicono che esiste il potere, ragiona Tolstoj, che ha sempre odiato questa parola. Cos’è il potere? Nessuno l’ha mai definito. Napoleone sposta cinquecentomila uomini, dalla Franciaalla Russia, e ne muoiono 480.000. Napoleone, si dice, aveva un grande potere. Ma era un turacciolo, spinto da una marea di francesi che – chissà perché – volevano andare in Russia e sono morti tutti lì. Il potere? Io non ci credo, dice Tolstoj. E poi questi parlamentari, fisicamente, cosa fanno? Vanno dal russo e gli dicono “tu mi obbedisci”? Se vanno dal Mugik, quello li uccide: li mangia, se non c’è nessuno che guarda. Quindi il problema non sono quei tremila. Chi può essere, allora? L’esercito. Qui ragioniamo, dice: sono quattro milioni di persone. E quello russo era l’esercito più potente del mondo. Ma cos’è un esercito? E’ un insieme di soldati. Va bene, e cos’è un soldato? Questa era il modo di ragionare di Tolstoj, affascinante: sembra un bambino, che fa domande su domande. Dunque, che differenza c’è tra un soldato e un normale cittadino? Le armi: il soldato ha le armi. Le ha comprate lui? No. Gliele ha pagate lo Zar? No. Il governo? No. La corte? Nemmeno. Le armi gliele hanno pagate le tasse. E quindi: chi ha pagato le armi, che fanno diventare un uomo un soldato? E’ chiaro che sei stato tu, perché le tasse le hai pagate tu. E allora: tu perché le paghi, le tasse?

E’ chiaro che questo libro qui non poteva uscire negli anni Trenta, non poteva uscire negli anni Settanta e non può uscire oggi. Io l’ho fatto nell’89, questo librone (“Perché la gente si droga”, sono 800 pagine di saggio di Tolstoj). Era un periodo buono, quello. L’Ottantanove, poco prima di Berlusconi. Lì è uscito, il libro. E’ andato molto bene, poi è sparito. E non lo ripubblicano più, perché è troppo pericoloso. Se tu metti una pagina di quel libro lì su Internet, su Facebook, il giorno dopo ricevi una comunicazione della questura, perché è un reato. Oggi, fare questo discorso è un reato: perché è un’esortazione a non rispettare una legge della nazione. Non pagare le tasse? Grave: ti trovi subito nei guai. Tolstoj poteva, a quel tempo. E l’idea è questa: se tu paghi le tasse, perché le paghi? Cosa ti spinge a pagarle? La psicologia del dominio, in realtà, è tutta qua. E’ vero: il dominio non è l’esercizio di un potente, è l’esercizio di un potente condizionato all’approvazione del suddito. Anche la multinazionale può manipolarti, ma si regge sugli acquisti: e tu puoi smettere, di comprare. Sartre diceva: l’uomo è condannato a essere libero; se è servo, è perché ha scelto lui di esserlo.

(Igor Sibaldi, estratto della conferenza nell’ambito del seminario “Psicologia del dominio”, svoltosi il 3 dicembre 2017 con Salvatore Brizzi, Giorgio Galli e Calogero Falcone, ripreso su YouTube).

Tratto da: http://www.libreidee.org/2018/01/tolstoj-se-paghi-le-tasse-finanzi-il-sistema-che-ti-domina/