Ricapitoliamo: Lo Stato tratta con la mafia? Gli Italiani zitti! Legge Fornero? Gli Italiani zitti! Jobs Act? Gli italiani zitti! Spred a 300 e Pil al 02%? Gli Italiani zitti! Dubbi sul televoto di Sanremo? C’è la rivoluzione… Ma cosa vogliamo sperare…?

 

Sanremo

 

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Ricapitoliamo: Lo Stato tratta con la mafia? Gli Italiani zitti! Legge Fornero? Gli Italiani zitti! Jobs Act? Gli italiani zitti! Spred a 300 e Pil al 02%? Gli Italiani zitti! Dubbi sul televoto di Sanremo? C’è la rivoluzione… Ma cosa vogliamo sperare…?

 

Sì i gilet gialli Italiani si sono mobilitati. Finalmente scendono in piazza. Finalmente protestano. Contro le giurie di Sanremo.

I giornali non parlano di altro.

Il governo compatto per affrontare l’annoso problema del Paese, la priorità che toglie il sonno al popolo italiano. E non parliamo di cazzatelle come il ritiro dell’ambasciatore francese da Roma, o della disoccupazione giovanile, o delle previsioni del Pil praticamente azzarato. Qui si parla di Sanremo, cazzo! Della revisionare il metodo di voto del Festival…

E finalmente abbiamo un Governo degno degli Italioti…

Perchè in passato ci siamo fatti scippare il festival da sotto il naso. E i poteri forti, complice una certa stampa, ci sempre ha nascosto la verità sulle porcherie che abbiamo subito:

Riccardo Cocciante, vincitore di Sanremo ’91, ma era nato a Saigon!

Anna Oxa di padre albanese e madre italiana, vincitrice di Sanremo ’89 e ’99…!

Lola Ponce argentina, vincitrice di Sanremo ’08!

Ermal Meta albanese vincitore di Sanremo ’18.

Ma scherziamo? Ora basta!!!

Nb. A tutti quelli che continuano a rompere i coglioni col fatto che Mahmood ha vinto Sanremo col 14% dei televoti, ricordiamo che il loro capitano, purtroppo, governa l’Italia col 17% dei voti.

By Eles

 

“Libero” attacca Fiorella Mannoia ospite a Sanremo: “È contro Salvini” …insomma una medaglia al merito! Un motivo in più per stimarla ed amarla sia come cantante che come persona…!

 

Fiorella Mannoia

 

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“Libero” attacca Fiorella Mannoia ospite a Sanremo: “È contro Salvini” …insomma una medaglia al merito! Un motivo in più per stimarla ed amarla sia come cantante che come persona…!

Beh, un motivo per cui la direzione del Festival di Sanremo è stata affidata a Baglioni e non a Feltri ci deve pur essere. E Libero se ne faccia una ragione; i  gionalettari di Feltri tornino a dilaniarsi quella manciata di neuroni che si ritrovano sul pil che cala per colpa dei gay… Non apprezzano la Mannoia? La Mannoia è contro Salvini? Tutte medaglie al merito che la nostra Fiorella potrà ostentare con orgoglio!

Da Globalist:

“Libero” attacca Mannoia ospite a Sanremo: “È contro Salvini”

Fiorella, oltre a Eros Ramazzotti e molti altri, invitata da Claudio Baglioni. Il quotidiano non gradisce

Claudio Baglioni ha invitato Fiorella Mannoia tra gli ospiti del 69esimo di Sanremo (martedì 5- sabato 9 febbraio). È una delle migliori interpreti di musica italiana, passata dal festival nel 2017 dove arrivò seconda (molti la davano per vincitrice), ha nelle radio e in digitale il singolo “Il peso del coraggio”, brano che prelude al nuovo album “Personale” in uscita in primavera e alla tournée da maggio tappa nei teatri della penisola.

Agli ospiti si è aggiunto il nome di Eros Ramazzotti che quindi si affianca al parterre che prevede Andrea Bocelli e suo figlio Matteo, Luciano Ligabue, Pierfrancesco Favino, Antonello Venditti, Elisa, Giorgia, Alessandra Amoroso, Marco Mengoni, Michelle Hunziker.
Ma è la Mannoia a far infuriare la destra: così titolava online il quotidiano Libero: “Sanremo 2019 sempre più contro Matteo Salvini: arriva anche Fiorella Mannoia”. Ai giornalisti del quotidiano, e al vicepremier, non va giù che la cantante sia “schieratissima contro la Lega” e attaccano Claudio Baglioni per averla invitata: “toh che caso”, scrive sarcastico online Libero. Perché non pensarla come Salvini è un peccato mortale.

Sempre su Sanremo, Enrico Nigiotti si aggiudica il Premio Lunezia per il testo di Nonno Hollywood, riconoscimento sui testi dei big in gara e dei 24 giovani che si sono sfidati a dicembre su Rai1.

fonte: https://www.globalist.it/musica/2019/02/02/libero-attacca-mannoia-ospite-a-sanremo-e-contro-salvini-2036880.html

Gasparri: “Il monologo di Favino a Sanremo? Eccesso di buonismo” …E che cazzo, non se ne può più di questi buonisti… Pensate che già 80 anni fa rompevano i coglioni. Li chiamavano “pietisti” e, non ci crederete, avevano pietà per quelle carogne degli Ebrei…!

Gasparri

 

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Gasparri: “Il monologo di Favino a Sanremo? Eccesso di buonismo” …E che cazzo, non se ne può più  di questi buonisti… Pensate che già 80 anni fa rompevano i coglioni. Li chiamavano “pietisti” e, non ci crederete, avevano pietà per quelle carogne degli Ebrei…!

 

Da Fanpage:

Gasparri: “Il monologo di Favino a Sanremo? Eccesso di buonismo con ingaggio di 300mila euro”

Gasparri critica il monologo di Favino al festival di Sanremo: “Il buonismo ormai si è infilato ovunque, nei tg, nelle canzoni. Trovo grave che oggi ci siano 60mila clandestini da gestire in Italia.

“Il monologo di Favino a Sanremo? Eccesso di buonismo a 300mila euro… faccia un vaglia. Si fa la sua pubblicità al suo spettacolo prendendo 300mila euro”. È questa la risposta che ha dato Maurizio Gasparri, candidato al Senato per Forza Italia, rispondendo oggi al programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, condotto da Giorgio

E allo stesso modo è intervenuto sul suo profilo Twitter spiegando meglio il concetto: “Il buonismo ormai si è infilato ovunque, nei tg, nelle canzoni. Trovo grave che oggi ci siano 60mila clandestini da gestire in Italia. Basta recitare buonismo con un ingaggio di 300mila Euro”.

Gasparri si riferisce al monologo, tratto da “La notte poco prima delle foreste” di Bernard-Marie Koltès, e recitato dall’attore e conduttore del festival Pierfrancesco Favino, che ha riscosso molto successo tra il pubblico sui social e il pubblico in tv. Nell’intervista Gasparri spiega che ha trovato inopportuna la performance teatrale visto che quello di Sanremo è una kermesse dedicata alle canzoni. E poi ha aggiunto che non ha gradito la prova attoriale in sé: “A me non piace neanche la recita di uno che deve imitare uno straniero. Recitalo nel modo in cui parli tu”. E torna a parlare del problema della sicurezza e dell’immigrazione: “Non siamo mica analfabeti, ma questo grande pezzo teatrale d’autore, messo lì, sembra un’ulteriore predica di buonismo, quando oggi in Italia c’è il problema di un eccesso di migrazione che va governata”.

 

Da Il Post:

La parola “buonismo”

La parola «buonismo» fu inventata dal professor Ernesto Galli Della Loggia in un editoriale intitolato «L’Ulivo di Prodi o Garibaldi» pubblicato il 1° maggio 1995 sulla prima pagina del Corriere della sera. Da allora ha avuto un’immensa fortuna, è stata ripetuta da chiunque, in qualunque circostanza e contesto, da esponenti politici, giornalisti famosi, in rete, nei bar, perché serve a ribaltare in insulto una qualità, la bontà che dovrebbe essere la più importante tra le virtù cristiane. L’antecedente storico e linguistico diretto, quasi letterale, è il termine «pietismo», utilizzato dopo il 1938 contro chi spendesse qualche parola in favore degli ebrei vessati dalle leggi razziali. Fu un termine diffuso, di uso comune nel discorso pubblico, con cui si impediva ogni pietà ed esitazione. Ancora nel 1948 nell’Enciclopedia Treccani alla voce «Fascismo» si legge: «È altresì noto come il “pietismo” filosemitico fosse anche nei ranghi del partito, e fin nelle sommità (Balbo, per esempio), largamente diffuso». Anche durante il fascismo, una virtù, la pietà, l’essere pietosi, fu distorta e ribaltata in un vizio e in una debolezza, in modo da assolversi preventivamente da ogni colpa, per esempio quella di rastrellare e mandare a morire gli ebrei italiani.

 

Da Bruciare nel Buio:

Il sinonimo di “pietista” nel XXI secolo

“Pietismo” e “pietista” erano termini usati in senso dispregiativo nell’Italia fascista degli anni delle leggi razziali. I “pietisti” erano quegli italiani (ovviamente “ariani”) che provavano sentimenti di pietà e di simpatia per gli ebrei. «Bisogna reagire contro il pietismo del povero ebreo» fu lo slogan coniato dal duce in persona.

I documenti dell’epoca sono pieni di spunti – diciamo così – interessanti. Prendiamo per esempio questo titolo della “Stampa” di Torino, risalente all’autunno 1938: «Il pietismo di Roosevelt. (…) Perché ci si commuove per gli ebrei e non per i massacri nella Spagna rossa?». Ricorda qualcosa?

Ancora. Il termine “pietismo”, scrive lo storico del fascismo Renzo De Felice, veniva usato come «sinonimo di spirito borghese e di antifascismo».
Di nuovo: dice niente? Provo a “modernizzare” le parole: oggi cosa useremmo, al posto di “borghese”? Radical chic, per esempio. E al posto di “antifascismo”, parola di cinque sillabe troppo lunga e difficile da scrivere e da pronunciare? Si userebbe probabilmente “sinistra” o “comunisti”.

Negli anni Trenta erano gli ebrei (o “israeliti”, o “giudei”). Oggi?
Senza dimenticare che gli “ebrei” ancora oggi si trovano a dover fronteggiare un’ondata crescente di antisemitismo ora strisciante ora più palese, pare esagerato se dico “negri”, “immigrati”, “arabi”, “rom”, “zingari”…?

Con quale parola tradurremmo “pietista” nel linguaggio odierno in uso tra i razzisti, i populisti, i qualunquisti di destra, i fascisti dichiarati e la legione di anonimi haters che infestano la rete (oltre che il mondo reale)?
“Buonista” è calzante?

Quali considerazioni si possono trarre, allora, da questa inquietante analogia storico-linguistica?
Non che la storia si ripeta uguale: è una sciocchezza ( e comunque Dio ce ne scampi!). Eppure, come non vedere la permanenza o il riaffiorare di elementi retorici e pattern ideologici che credevamo a torto estinti?

Qui c’è un articolo che ho trovato in rete mentre cercavo materiale sull’argomento: mi sembra che inquadri perfettamente la questione, consiglio caldamente di leggerlo e di farlo leggere: http://www.hakeillah.com/1_14_11.htm

Facciamo attenzione alle parole che si usano, vigiliamo, teniamo presente la storia passata. Sono esercizi propedeutici alla resistenza, in vista di un futuro non ancora scritto ma che si preannuncia fosco. E forse anche a cambiarne il corso, finché (se) siamo ancora in tempo.

 

Caro Matteo, solo per ricordarti che Vasco al Festival si piazzò ultimo, Tenco si sparò e De André non c’è mai andato…

 

Festival

 

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Caro Matteo, solo per ricordarti che Vasco al Festival si piazzò ultimo, Tenco si sparò e De André non c’è mai andato…

Vorremmo solo ricordare a questo genio che al Festival di Sanremo Vasco Rossi, l’unica volta che ce andato, si è piazzato ultimo, Tenco lì si è sparato e per quanto riguarda Faber… non c’è mai andato…!

Un genio, vero?

by Eles