Il vescovo di Mazara del Vallo “scomunica” Matteo Salvini e i leghisti – “Chi con lui non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell’amore”

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Il vescovo di Mazara del Vallo “scomunica” Matteo Salvini e i leghisti – “Chi con lui non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell’amore”

Il vescovo di Mazara del Vallo “scomunica” Matteo Salvini e i suoi elettori

Il vescovo di Mazara del Vallo “scomunica” Matteo Salvini e i leghisti. Monsignor Domenico Mogavero, da sempre impegnato nel fronte dell’accoglienza ai migranti, ha tuonato oggi contro Matteo Salvini e i suoi sostenitori. “È ora di finirla. Non possiamo più stare zitti di fronte alle sparate di un sempre più arrogante ministro della Repubblica” – ha detto il vescovo di Mazara del Vallo, riferendosi all’esibizione, durante un comizio a Milano, del Rosario da parte del leader leghista.

“Non possiamo più permettere che ci si appropri dei segni sacri della nostra fede per smerciare le proprie vedute disumane, antistoriche e diametralmente opposte al messaggio evangelico” – ha rimarcato con una inusuale critica politica.

Poi l’affondo sul piano dottrinario e religioso: “Chi  con lui non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell’amore”, ha concluso Mogavero che da stamattina partecipa all’Assemblea dei vescovi italiani a Roma.

Sulla stessa lunghezza d’onda, anche se più moderato nei toni, il vescovo di Noto Antonio Staglianò. “Non è che se uno perché va in chiesa e recita il santo rosario è sicuramente un cristiano. Un cristiano lo vedi se dà da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, se ha occhi per il dolore e la sofferenza degli altri. Si può anche non dire nessun rosario ma vivere un’opera di carità, perché come dice San Giacomo, il cristianesimo e il Vangelo splende nei fatti operosi della carità” – dice il prelato all’Adnkronos.

“Chiunque può consacrare se stesso al Cuore immacolato di Maria – dice adesso monsignor Staglianò riferendosi al comizio con il Rosario -, se Salvini lo ha fatto dal profondo del suo cuore ha fatto anche bene”. Anzi. Dal presule arriva un ringraziamento per “essersi affidato pubblicamente a Maria Santissima” perché “di solito i politici si vergognano persino di pronunciare il nome di Dio, vivono l’autonomia delle realtà terresti a modo loro”.

Ma quell’atto pubblico e il Rosario o il crocifisso in mano “non indicano che chi lo fa stia praticando il Vangelo”, che è “fede operosa nella carità, cura dell’altro più debole”.

Insomma, per il vescovo di Noto “stona che mentre ha il santo rosario in mano declini una posizione contraria a quella del Papa e chiuda all’accoglienza dei nostri fratelli. Sbandierare un simbolo sacro e affidarsi alla Madonna non vuol dire necessariamente che si è cristiani, il cristiano lo vede negli atti di carità. Il Cuore immacolato di Maria fa vincere l’amore non la patria”.

fonte: https://www.ilsitodisicilia.it/il-vescovo-di-mazara-del-vallo-scomunica-matteo-salvini-e-i-suoi-elettori/?fbclid=IwAR1UDBMnpuNIZpoIvQOrMtsl2c8mZ5POurBGxa4Eo5EnTfOoAwGkY3SKor8

Papa Francesco non ci sta – Ma quale “Prima gli italiani”, i veri Cristiani dicono “Prima gli ultimi”…!

 

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Papa Francesco non ci sta – Ma quale “Prima gli italiani”, i veri Cristiani dicono “Prima gli ultimi”…!

Papa Francesco contro il motto “Prima gli italiani”: “I cristiani dicono ‘Prima gli ultimi’”

Per Bergoglio il trattamento riservato ai migranti sempre più spesso “rappresenta un campanello di allarme che avvisa del declino morale a cui si va incontro se si continua a concedere terreno alla cultura dello scarto”.

Nel giorno del trionfo della Lega di Matteo Salvini alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo Papa Francesco ha nuovamente lanciato un allarme riferendosi al modo in cui vengono trattati migranti e richiedenti asilo. Per il Pontefice il trattamento riservato loro sempre più spesso “rappresenta un campanello di allarme che avvisa del declino morale a cui si va incontro se si continua a concedere terreno alla cultura dello scarto”. “Non si tratta solo di migranti; su questa via – spiega Bergoglio -, ogni soggetto che non rientra nei canoni del benessere fisico, psichico e sociale diventa a rischio di emarginazione e di esclusione”.  Per questa ragione secondo Francesco “la presenza dei migranti e dei rifugiati – come, in generale, delle persone vulnerabili – rappresenta oggi un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità, che rischiano di assopirsi in un tenore di vita ricco di comodità”.

Nel messaggio dedicato alla  Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2019, che si celebrerà in prossimo 29 settembre, il Papa ha scritto: “Conflitti violenti e vere e proprie guerre non cessano di lacerare l’umanità; ingiustizie e discriminazioni si susseguono; si stenta a superare gli squilibri economici e sociali, su scala locale o globale. E a fare le spese di tutto questo sono soprattutto i più poveri e svantaggiati”. “Le società economicamente più avanzate – aggiunge – sviluppano al proprio interno la tendenza a un accentuato individualismo che, unito alla mentalità utilitaristica e moltiplicato dalla rete mediatica, produce la ‘globalizzazione dell’indifferenzà”.

Secondo Bergoglio “il timore è legittimo, anche perché manca la preparazione a questo incontro”. “Il problema è quando dubbi e timori condizionano il nostro modo di pensare e di agire al punto da renderci intolleranti, chiusi, forse anche – senza accorgercene – razzisti. E così la paura ci priva del desiderio e della capacità di incontrare l’altro, la persona diversa da me; mi priva di un’occasione di incontro col Signore”. Per finire a chi si fa schermo dell’identità cristiana, ricorda che “la fede si dimostra con le opere di carità verso gli ultimi, anche stranieri” e che per un cristiano è contraddittorio affermare “prima io e il mio gruppo” perché nella logica di Cristo e del Vangelo “gli ultimi vengono prima”.

fonte: https://www.fanpage.it/papa-francesco-contro-il-motto-prima-gli-italiani-i-cristiani-dicono-prima-gli-ultimi/
http://www.fanpage.it/

 

 

 

 

 

Durissimo affondo dei Missionari Comboniani contro Salvini: “Ci RIPUGNA chi si permette di chiedere voti alla Madonna”

Missionari Comboniani

 

 

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Durissimo affondo dei Missionari Comboniani contro Salvini: “Ci RIPUGNA chi si permette di chiedere voti alla Madonna”

Noi Missionari Comboniani in Italia siamo schierati. Portiamo nel cuore il Vangelo che si fa strada con le Afriche della storia. Che non scende a compromessi e strategie di marketing. Né elettorali né di svendita becera dei piccoli in nome del denaro.

Ci indigna profondamente l’utilizzo strumentale del rosario, baciato sabato scorso in piazza Duomo a Milano dal ministro dell’Interno, chiedendo voti alla Madonna. Rosario che è segno della tenerezza di Dio, macchiato dal sangue dei migranti che ancora muoiono nel Mediterraneo: 60 la settimana scorsa, nel silenzio dell’indifferenza dei caini del mondo.

Ci rivolta dentro il richiamo ai papi del passato per farne strumento della strategia fascista dell’esclusione degli ultimi. Di chi bussa alle nostre porte chiedendo di aprire i porti. Come la nave Sea Watch di queste ore. Nave che accoglie chi scappa da mondi inquinati dai gas serra della nostra sete di materie prime per mantenere uno stile di vita sempre più insostenibile. Che pesa sulle spalle degli impoveriti.

Ci ripugna il richiamo alla vittoria elettorale in nome della madre di Gesù di Nazareth che cammina con gli “scarti” del mondo per innalzare gli umili. Sempre dalla parte dei perdenti della globalizzazione dei profitti. La carne di Cristo sulla terra. “Ero forestiero e mi avete accolto” (Mt 25,35).

Ci aggredisce l’arroganza d’invitare la gente a reagire durante le celebrazioni in chiesa di fronte ai preti che predicano “porti aperti”. Dettando legge in nome dei vescovi.

Ci dà coraggio e ci fa resistere, contro questa onda di disprezzo e disumanità, condividere il sogno di Dio: ridestare la speranza tra la gente che un mondo radicalmente altro, interculturale, aperto, inclusivo e solidale è urgente e dipende da ognuno di noi. Da chi non tace e, con la determinazione della nonviolenza del Vangelo, grida con la sua vita che non ci sta con il razzismo dilagante di chi vuole stravolgere l’immagine vera del Dio della vita.

I Missionari Comboniani ci sono. Alzano la voce. Scendono in strada, non fanno calcoli e stanno da una parte precisa. Quella degli oppressi da un’economia che uccide. Prima e sempre.

I Missionari Comboniani d’Italia

 

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Il Pd convoca conferenza stampa contro Salvini e si presenta la Digos… Vi sembra una cosa normale?

 

 

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Il Pd convoca conferenza stampa contro Salvini e si presenta la Digos… Vi sembra una cosa normale?

Modena, Pd convoca conferenza stampa contro Salvini e si presenta la Digos

Durante una conferenza stampa convocata dai parlamentari del Pd Piero Fassino e Giuditta Pini, a Modena, in cui si annunciava la presentazione di un’interrogazione contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini, è arrivata nella sede del partito anche la Digos. Una presenza inconsueta, definita come un “brutto segnale”.

L’occasione è quella di una conferenza stampa, convocata da due parlamentari del Pd, per annunciare la presentazione di un’interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Salvini. La particolarità è che a partecipare a questa conferenza stampa, all’interno della sede del partito di Modena, è anche la Digos, arrivata senza essere ‘invitata’. La vicenda viene raccontata da Democratica, parlando della conferenza stampa convocata da Piero Fassino e Giuditta Pini. L’intenzione dei due era quella di chiedere conto a Salvini dei dati errati forniti sui reati relativi alla città di Modena, diffusi dal Viminale. Ma per la conferenza è arrivata anche la Digos, come riportano anche alcuni siti locali.

Democratica, organo d’informazione del Pd, parla di “presenza inconsueta, quella di poliziotti che entrano in una sede di partito e assistono a una conferenza stampa che ha per oggetto critiche al loro ministro. Non un bel segnale, sicuramente”. E sempre Democratica sottolinea ancora: “La vicenda, che a questo punto verrà chiarita dalla risposta ad un’altra interrogazione (se il ministro avrà la bontà di rispondere al termine di questo infinito tour elettorale), è solo l’ultima di una serie di episodi a metà tra l’intimidatorio e il muscolare”.

Gli episodi ricordati dal segretario provincia del Pd modenese, Davide Fava, sono vari: dal signore di oltre 70 anni di Carpi che è stato “fatto scendere da un tetto e ammanettato” perché protestava contro Salvini, ai giovani segnalati che contestavano a Modena e Sassuolo. I due parlamentari dem presenti a Modena, Fassino e Pini, spiegano ancora la loro interrogazione: “Il ministro Salvini avvelena ogni giorno il clima elettorale, usando l’aggressività come cifra della sua campagna elettorale, senza alcuna attenzione al merito delle questioni. I dati sui reati evocati da Salvini non hanno avuto riscontri nella realtà, anzi la stessa questura ha poi certificato che i reati nella città di Modena sono in calo costante da alcuni anni. Presenteremo una interrogazione perché il Viminale deve certificare i risultati veri. È inaccettabile questo modo di usare i dati per fare campagna elettorale”.

continua su: https://www.fanpage.it/modena-pd-convoca-conferenza-stampa-contro-salvini-e-si-presenta-la-digos/
http://www.fanpage.it/

Di Maio stoccata di fuoco a Salvini: “Se da Ministro dell’Interno vieni a sapere dello sbarco da un talk show, sei tu che ci devi delle spiegazioni”

 

 

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Di Maio stoccata di fuoco a Salvini: “Se da Ministro dell’Interno vieni a sapere dello sbarco da un talk show, sei tu che ci devi delle spiegazioni”

“Spieghi lui, è lui il ministro dell’Interno” continua Di Maio, che aggiunge: “noi siamo d’accordo con le politiche di migrazioni, ma Salvini non può accusarci”

Di Maio non resiste e lancia una frecciata a Salvini, che è stato umiliato in diretta da Massimo Giletti a Non è L’Arena, dato che è stato mentre era in collegamento con la trasmissione che il Ministro ha scoperto che i migranti della Sea Watch stavano sbarcando, nonostante il suo ‘porti chiusi’ ripetuto ossessivamente.
La rabbia del Ministro è stata subito evidente e ha cominciato a lanciare accuse, primi tra tutti verso i suoi alleati di governo. Ma Di Maio non ci sta: “Se il ministro dell’Interno viene a sapere che stanno sbarcando da una nave dei migranti mentre sta in un talk show è lui che deve spiegare non noi”.
“Spieghi lui, è lui il ministro dell’Interno. È lui che comanda le forze dell’ordine. È lui che porta avanti le politiche sull’immigrazione. Noi siamo d’accordo sulle politiche per l’immigrazione portate avanti finora. Quella del rigore sulla gestione dei porti e degli sbarchi è stata una politica che ha funzionato” spiega Di Maio.

Carpi – Italia, 14 maggio 2019 – Anno II dell’era Salvini: Umberto, 71 anni “Denunciato e ammanettato per uno striscione”…!

 

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Carpi – Italia, 14 maggio 2019 – Anno II dell’era Salvini: Umberto, 71 anni “Denunciato e ammanettato per uno striscione”…!

Da Fanpage:
Umberto, 71 anni: “Denunciato e amanettato per uno striscione contro Salvini”

È successo a Carpi durante un comizio del vicepremier. “Mi hanno tenuto in manette per quasi 40 minuti, è un fatto molto grave” commenta il 71enne Umberto Fazzi, militante di un circolo di estrema sinistra. “La mia era una dichiarazione di dissenso civile”. Adesso rischia una sanzione pecuniaria ed è sottoposto ad indagini. L’accusa è di “grida e manifestazioni sediziose”

Ammanettato e poi denunciato dopo aver esposto un manifesto contro Matteo Salvini. È successo a Carpi, vicino Modena, dove il vicepremier si è recato nei giorni scorsi, per un comizio in piazza a sostegno di Federica Boccaletti, candidata del centrodestra alle prossima amministrative nel comune emiliano.

“Mi sono arrampicato su un tetto e sono stato lì almeno per quaranta minuti” racconta il protagonista Umberto Fazzi, 71enne pensionato, militante del Centro di Documentazione Iskra, circolo di estrema sinistra di Carpi. Il manifesto recitava “Canagliume fascista fuori dai coglioni” e altre parole che messe una dietro l’altra, ricorda Fazzi, rappresentano “l’essenza del fascismo monopolistico di Stato”. Oltre ad aver srotolato lo striscione, Fazzi ha utilizzato un megafono per leggere alcuni volantini “che avevamo già fatto precedentemente contro il razzismo”. E tanto è bastato per l’intervento delle forze dell’ordine.

“Mi hanno ammanettato lì sul tetto, anche con una certa violenza –continua-. Poi mi hanno stretto su, mi hanno un po’ chiuso la gola, visto che avevo il kefiah palestinese, e dopo hanno capito che non ero un diciottenne e si sono calmati. Ma resta il fatto grave di aver ammanettato una persona senza che ce ne fosse assolutamente bisogno”.

Preso di mira anche dagli insulti dei sostenitori della Lega, presenti in piazza a Carpi, Umberto Fazzi è rimasto per oltre mezz’ora con le manette lungo il portico pieno di gente (“Anche se hanno chiaramente cercato di nascondere le manette”), poi è stato condotto in questura, dov’è rimasto fino a mezzanotte. “Nel verbale il fatto delle manette non è stato neanche menzionato” sostiene ancora il pensionato anti-Salvini di Carpi.

“La mia era una manifestazione di dissenso rispetto a quello che viene avanti adesso” continua Fazzi, denunciato alla fine per “grida e manifestazioni sediziose”, come prevede l’articolo 654 del codice penale. Adesso rischia una sanzione pecuniaria ed è sottoposto ad indagini. Ha rifiutato l’avvocato d’ufficio e ne ha nominato uno di fiducia.

“Stiamo andando verso una china pericolosa, c’è un clima repressivo per cui chi ha ancora una coscienza democratica deve ribellasi, Salvini cavalca l’onda razzista” conclude il 71enne, che a proposito dei tanti striscioni che da settimane stanno campeggiando praticamente in tutta Italia, ad ogni comizio del leader leghista, conclude: “Può essere riduttivo attaccare uno striscione, ma è un sintomo da tenere in considerazione. Infatti gli sta dando molto fastidio”.

 

fonte: https://www.fanpage.it/umberto-71-anni-denunciato-e-amanettato-per-uno-striscione-contro-salvini/
http://www.fanpage.it/

…E neanche “Restiamo Umani” gli va bene. Salvini fa rimuovere pure lo striscione di Zorro…!

 

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…E neanche “Restiamo Umani” gli va bene. Salvini fa rimuovere pure lo striscione di Zorro…!

Salvini ha paura di Zorro: la polizia rimuove lo striscione che recitava “restiamo umani”

Lo striscione ‘Restiamo Umani’ comparso in un balcone di Piazza Duomo è stato prontamente rimosso dalle Forze dell’Ordine.

È comparso un uomo vestito da Zorro, in palese riferimento al libro ‘Io sono Matteo Salvini’ di Chiara Giannini (che scrive nell’introduzione a proposito del vicepremier: “D’ingiustizie, nella vita, ne ha subite anche lui, sin da piccolo, quando racconta ironicamente che all’asilo gli rubarono il suo pupazzetto di Zorro”) al balcone di Piazza Duomo da cui era stato srotolato uno striscione con scritto ‘Restiamo Umani’.

L’uomo in questione è Riccardo Germani, storico attivista di sinistra e di Usb di Milano. Lo striscione è stato immediatamente rimosso dalle Forze dell’Ordine, che hanno interpretato l’appello alla solidarietà come una possibile provocazione per una piazza piena di odiatori sovranisti.

Salvini contro Elemosiniere del Papa che riattacca luce in stabile occupato: “le bollette si pagano, ci sono 300.000 Euro di arretrati” …Cogliamo l’occasione per ricordargli che a Roma c’è un altro stabile occupato dai fascisti di Casapound; anche qui sono 300.000 Euro di bollette arretrate, ma nessuno stacca la luce…!

 

 

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Salvini contro Elemosiniere del Papa che riattacca luce in stabile occupato: “le bollette si pagano, ci sono 300.000 Euro di arretrati” …Cogliamo l’occasione per ricordargli che a Roma c’è un altro stabile occupato dai fascisti di Casapound; anche qui sono 300.000 Euro di bollette arretrate, ma nessuno stacca la luce…!

Matteo Salvini contro l’Elemosiniere del Papa: “Pagasse lui le bollette degli occupanti”

Matteo Salvini ha commentato duramente la decisione dell’elemosiniere del Papa di riattaccare la luce a Spin Time Labs, occupazione di Roma dove vivono 450 persone. “Io conto che dopo aver riattaccato la luce adesso paghi anche i 300 mila euro di bollette arretrate”, ha dichiarato il ministro dell’Interno.

“Ma allora tutti gli italiani che pagano bollette, mutui, stanno in case popolari sono fessi?”. Queste le parole dette da Matteo Salvini in relazione alla decisione dell’elemosiniere del Papa di riattaccare la corrente elettrica a Spin Time Labs, lo stabile occupato da 450 persone in via Santa Croce in Gerusalemme. “Sto raccogliendo elementi, ho sentito il Comune, la prefettura e la questura – dichiara ancora il ministro dell’Interno in un comizio tenuto a Cuneo – C’è questo palazzo occupato a Roma dove ci stavano 3-400 persone che non pagavano le bollette e quindi giustamente la società che gestisce l’elettricità ha staccato la corrente perché le persone che lo occupavano abusivamente avevano accumulato un debito di 300 mila euro. È arrivato un alto esponente del Vaticano, l’Elemosiniere del Santo Padre e ha riattaccato la luce. Io conto che dopo aver riattaccato la luce adesso paghi anche i 300 mila euro di bollette arretrate. A proposito di diritti e doveri, penso che voi tutti, magari facendo dei sacrifici, le bollette le pagate”.

….RINFRESCHIAMO LA MEMORIA A SALVINI…
A Casapound c’è la luce, nonostante 300mila euro di bollette non pagate ad Acea

Mentre gli italiani residenti al centro sociale Spin Time Labs vengono tenuti al buio, i fascisti di Casapound hanno tutte le utenze. Ma chi paga?

Prima gli italiani, certo, ma solo se fascisti e nostalgici. Vivono davvero in uno strano universo, i fascisti di Casapound, un mondo in cui a loro tutto è concesso e la legge vale per chi è troppo stupido o debole per ribellarsi. Così, mentre frignano per essere stati cacciati a pedate dal Salone del Libro e danno l’assalto alle periferie di Roma cacciando chi ha diritto a una casa, loro lo stabile in via Napoleone III lo continuano a occupare, nell’immobilismo disarmante delle istituzioni che più che appelli non riescono a fare per cacciare questi abusivi in mezzo a una strada. Abusivi che campano nel centro di Roma con tutte le utenze, senza pagare un euro, mentre lo stabile del Centro sociale Spin Time Labs, occupato da 350 italiani, viene tenuto al buio da un sistema che funziona solo contro i più umili.

Nonostante Simone Di Stefano dicesse – mentendo – che i residenti dello stabile di Casapound pagassero tutte le utenze, nel 2016 Acea ha chiuso i contatori, dato che si era accumulato un debito a sei cifre. Ma la sera, le luci del civico 8 erano tutte accese. E allora, come si spiega? Perché è la solita storia all’italiana, le leggi ci sono – vedi l’apologia di fascismo, legge più ignorata della storia della Repubblica – ma all’italiano, specie se fascista, gli vanno strette. L’articolo 5 della legge Lupi del 2014, dal nome del Ministro Maurizio Lupi, prevede a chiare lettere che “chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge”.

Quindi, Casapound da dove la prende la luce? Rimane un mistero, perché l’unico che potrebbe stipulare un contratto che non sia nullo ai sensi di legge è il legittimo proprietario dello stabile, che risulta essere il demanio, oppure un legittimo affittuario, che al momento non esiste.

La questione poteva essere risolta con l’ispezione della guardia di finanza compiuta lo scorso ottobre, ispezione che è finita con una semplice constatazione dello stato dei locali. Perché a Roma Casapound, non si capisce a che titolo, continua a godere di una sorta di legittimazione altra.

Acea, lo scorso 14 settembre, ha emesso un atto di pignoramento per il valore di 330mila euro e in teoria chiunque debba dei soldi a Casapound li dovrebbe girare alla società romana.

FONTI:

https://roma.fanpage.it/matteo-salvini-contro-lelemosiniere-del-papa-pagasse-lui-le-bollette-degli-occupanti/

https://www.globalist.it/news/2019/05/13/a-casapound-c-e-la-luce-nonostante-300mila-euro-di-bollette-non-pagate-ad-acea-2041347.html

Francesco Guccini senza peli sulla lingua: “A Salvini piacciono le mie canzoni? Anche Dante lo hanno letto cani e porci…”

Francesco Guccini

 

 

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Francesco Guccini senza peli sulla lingua: “A Salvini piacciono le mie canzoni? Anche Dante lo hanno letto cani e porci…”

L’ironia di Guccini: “A Salvini piacciono le mie canzoni? Anche Dante lo hanno letto cani e porci…”

Il cantautore lo ha detto in conferenza stampa a Palermo, dove il conservatorio gli ha dedicato un’iniziativa

Sempre ironico Francesco Guccini, che da Palermo – dove si trova per un’iniziativa di due giorni che gli dedica il Conservatorio musicale Scarlatti – ha risposto ai cronisti a una domanda sul fatto che Salvini ha dichiarato che da giovane amava le sue canzoni: “non ne ho alcuna responsabilità. Con le dovute differenze, anche Dante è stato letto da cani e porci”.
Sulla situazione politica del Paese, il cantautore modenese ha detto che “nonostante il razzismo che fasce della popolazione manifestano,i politici, per fini elettorali, percorrono il solco tracciato dalla gente, non credo che in Italia sia tornato il fascismo, però si sente l’aria”.
Guccini, che incontrerà gli studenti del Conservatorio e dell’Università, la mattina dell’11 maggio sarà al teatro Politeama dove studenti e artisti, guidati dai docenti della Scuola di composizione Marco Betta e Fabio Correnti, si esibiranno nell’arrangiamento di suoi brani, un progetto sul quale il Conservatorio ha lavorato per 11 mesi, come ha spiegato il presidente Gandolfo Librizzi.

Migranti, quelli rispediti in Italia da Germania e Ue sono più di quelli che sbarcano… Cortesemente, qualcuno glie lo va a spiegare al nostro Ministro degli Interni…?

 

Migranti

 

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Migranti, quelli rispediti in Italia da Germania e Ue sono più di quelli che sbarcano… Cortesemente, qualcuno glie lo va a spiegare al nostro Ministro degli Interni…?

 

Migranti, quelli rispediti in Italia da Germania e Ue sono più di quelli che sbarcano

Secondo la convenzione di Dublino, i migranti devono chiedere asilo nel primo paese di sbarco, rimanendovi per tutta la durata della procedura. In base a questo regolamento la Germania rispedisce in Italia sempre più migranti che riescono ad attraversare il confine a nord. E i migranti rispediti in Italia sono più di quelli che sbarcano sulle coste del nostro Paese.

Da gennaio a inizio maggio 2019 la Germania avrebbe rispedito in Italia centinaia di migranti che, dopo essere sbarcati sulle coste italiane, avevano attraversato il confine raggiungendo l’Europa centrale. Lo scorso anno Berlino avrebbe trasferito 2.848 persone in Italia, in base alle procedure stabilite dal regolamento di Dublino, per cui un richiedente asilo deve inoltrare la sua domanda di protezione internazionale nel primo paese di arrivo. Per questo motivo, i migranti rispediti nel primo paese di sbarco vengono definiti “Dublinanti”.

Non si tratta solamente della Germania. A quanto riporta il Sole 24 Ore, citando fonti confermate anche dal ministero dell’Interno tedesco, anche Austria e Francia rimanderebbero in Italia un numero di migranti ancora più alto rispetto a quelli che sbarcano direttamente nel nostro Paese. Spesso queste persone vengono intercettate verso il confine a Ventimiglia o a Bolzano e costrette a tornare indietro. Una pratica legittima secondo la normativa di Dublino.

La maggior parte dei migranti torna in Italia
Berlino ha deciso di rendere noti questi numeri in seguito ad un’inchiesta, pubblicata sul Suddeutsche Zeitung lo scorso gennaio, e alle pressioni della deputata di Linke, Ulla Jelpke. Secondo il giornale, da gennaio a novembre 2018, su circa 51.558 casi presi in esame, il governo federale ha richiesto ad altri Paesi dell’Unione europea di riaccogliere i migranti arrivati in Germania da altri Stati membri, e almeno 35.375 domande sono state accettate, come previsto dai trattati. In Italia sarebbe rientrato un migrante espulso su tre. A quanto rimarca il giornale, il numero dei richiedenti asilo che vengono allontanati dalla Germania è in aumento, passando da un 15,1% nel 2017 a un 24,5% nel 2018.

Tensioni fra Roma e Berlino
La scorsa estate, il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer aveva fatto pressione su Italia e Grecia affinché accogliessero nuovamente i migranti che si erano registrati in prima istanza all’interno dei loro confini. Ad ottobre 2018 le tensioni fra Berlino e Roma era salite, in quanto il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini aveva deciso di bloccare i voli che dalla Germania riportavano indietro i “Dublinanti”. Il Viminale aveva affermato che “la programmazione di questi voli non è frutto di accordi politici sottoscritti dall’attuale governo”.

In quell’occasione la Repubblica aveva spiegato che, per questioni di ordine e sicurezza, normalmente si programmano al mese due voli di questo tipo, trasferendo circa 50 migranti in totale, ma che la Germania aveva iniziato ad utilizzare anche voli di linea per mandare indietro un numero di richiedenti asilo sempre maggiore. “Sono già 2.300 i migranti rispediti indietro dalla Germania e, con le riammissioni programmate, a fine anno il numero potrebbe arrivare a 4.000, raddoppiando la cifra totale dello scorso anno. Un’accelerazione su cui il ministro dell’Interno tedesco Seehofer punta molto in vista delle elezioni di domenica prossima”, aveva scritto il giornale.

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