Approvato Dl Sicurezza e Salvini ringrazia la Vergine Maria… Ringrazia la Vergine per una legge che fa crepare la gente? Ricordiamo Padre Alex Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?” – “I Cristiani scelgano o il Vangelo o Salvini” – “Sui migranti saremo giudicati come i nazisti”

 

 

Salvini

 

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Approvato Dl Sicurezza e Salvini ringrazia la Vergine Maria… Ringrazia la Vergine per una legge che fa crepare la gente? Ricordiamo Padre Alex Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?” –  “I Cristiani scelgano o il Vangelo o Salvini” – “Sui migranti saremo giudicati come i nazisti”

L’immagine: l’immagine che pubblichiamo è un dipinto murale spuntato lunedì mattina a Treviso, lungo la Restera: un Matteo Salvini in versione diavolo mentre bacia un crocifisso; il ministro dell’Interno e segretario della Lega è ritratto in bianco e nero con i soli dettagli delle corna e della croce in colore rosso. Come sempre accade con queste forme d’arte di strada l’autore è ignoto, neanche l’associazione che da anni decora la camminata lungo il fiume Sile con murales e graffiti sa chi sia. Il sindaco Mario Conte, esponente leghista, ha commentato: «Non è arte ma una provocazione e quindi sarà tolto».

Ringraziare la Vergine Maria per una legge che ammazza la gente? Cari amici Cristiani, lo capite che vi sta prendendo per il c…? La Vergine Maria ad uno che fa una legge così, come minimo gli avrebbe sputato in faccia…!

Vi consigliamo di leggere:

Padre Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?”

Durissima presa di posizione di Padre Alex Zanotelli: i Cristiani scelgano o il Vangelo o Salvini…!

Padre Zanotelli accusa ancora: “Sui migranti saremo giudicati come i nazisti”

Migranti, non dimentichiamo lo sfogo di Papa Francesco: “Tenere ferme le navi è un’ingiustizia. Perché lo fanno? Per farli annegare?”… E torna in mente la domanda di Padre Alex Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?”

Da Globalist:

Verso la tirannide: il decreto sicurezza è legge e Salvini ha la faccia di ringraziare la Madonna

I camerieri grillini hanno dato i voti decisivi per far passare norme da stato di polizia che criminalizzano chi salva vite: i voti a favore sono stati 160, 57 i contrari e 21 gli astenuti

Un passo verso la tirannide e verso l’autoritarismo tipico degli stati di polizia. Salvare vite umane comporterà finire sotto processo e il dissenso sarà criminalizzato in uno scenario da Russia di Putin quando carica le manifestazioni dell’opposizione.

Un capolavoro (si fa per dire) del governo reazionario a guida Salvini con i camerieri grillini in guanti bianchi che si sono piagati volentieri
Il governo ha ottenuto la fiducia in Senato sul decreto Sicurezza bis: il provvedimento ha incassato l’ultimo via libera del Parlamento e con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale sarà legge. I voti a favore sono stati 160, 57 i contrari e 21 gli astenuti. I presenti erano 289, i votanti 238 e la maggioranza richiesta era di 109.

FdI astenuta, FI è rimasta in Aula senza votare – Fratelli d’Italia, come annunciato, si è astenuta mentre Forza Italia non ha partecipato al voto pur rimanendo in Aula. Il vicepremier Matteo Salvini ha lasciato l’Aula di Palazzo Madama senza attendere il conteggio dei voti.

Cinque i dissidenti del Movimento – Sono cinque gli assenti M5s in Senato che non hanno quindi votato la fiducia al dl Sicurezza bis: si tratta di Virginia La Mura, Matteo Mantero, Michela Montevecchi, Lello Ciampolillo, Elena Fattori. Assente anche la senatrice 5 Stelle Bogo Deledda che ha però problemi di salute. Per la Lega assenti anche Umberto Bossi (sempre per ragioni di salute) e Massimo Candura per motivi personali. Assenti anche i sei senatori a vita.

Salvini ringrazia la Vergine Maria – “Il decreto Sicurezza bis, più poteri alle forze dell’ordine, più controlli ai confini, più uomini per arrestare mafiosi e camorristi, è legge. Ringrazio voi, gli Italiani e la Beata Vergine Maria”.

Zingaretti: “Grazie agli schiavi M5s ora l’Italia è più insicura” – “Il decreto Salvini è passato, l’Italia è più insicura. Grazie agli schiavi 5 Stelle la situazione nelle città e nei quartieri rimarrà la stessa, anzi peggiorerà.

vevamo chiesto il contratto per i lavoratori delle forze dell’ordine, presidi nei quartieri a rischio, rilancio e risorse dei patti della sicurezza con i sindaci, investimenti per il recupero delle periferie. Ma niente. Di tutto questo non c’è nulla, così come non c’è nulla sulla lotta alle mafie, nemmeno l’ombra. Il crimine ringrazia, le persone sono sempre sole e le paure aumentano. Salvini ci campa”. E’ quanto scrive in una nota il segretario del Pd, Nicola Zingaretti.

Salvini su Twitter:

Il Decreto Sicurezza, più poteri alle Forze dell’Ordine, più controlli ai confini, più uomini per arrestare mafiosi e camorristi, è Legge. Ringrazio Voi, gli italiani e la Beata Vergine Maria.

NELLA FOTO: il decreto sicurezza di Salvini – Si noti che il minore non è a bordo di una moto d’acqua.

 

 

decreto sicurezza

 

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NELLA FOTO: il decreto sicurezza di Salvini – Si noti che il minore non è a bordo di una moto d’acqua.

Bimbi di pochi mesi li lascereste annegare? Appello contro il decreto sicurezza

Da Cecilia Strada accorate parole ai senatori del M5s per respingere un provvedimento che viola la Costituzione

Gli appelli sono tanti per risparmiare all’Italia questo ennesimo passo verso la barbarie e lo stato di polizia.

Uno importante è stato lanciato dall’Anpi.

Ora agli appelli si è unita anche quello di Cecilia Strada, una donna che con Emergency si è sempre occupata dei più deboli. Che si è rivolta ai senatori M5s:

io vi imploro. Chiedetevi: “Una donna più volte stuprata. Un 15enne venduto come schiavo. Bimbi di pochi mesi. Li lascerei annegare? Li rimanderei in Libia?”. Rispondete a voi stessi, non a me o a Salvini. Se la risposta è no, non votate #DecretoSicurezzabis

Tratto da: Globalist

Il figlio di Matteo Salvini fa un giro sulla moto d’acqua della polizia mentre gli agenti vietano le riprese. Ora, confidando che i ragazzi di questo Paese abbiano ancora tutti uguali diritti, ecco il fac-simile di domanda da inviare al Ministero per far fare un giro anche a tuo figlio… Non perdere l’occasione!

 

Salvini

 

 

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Il figlio di Matteo Salvini fa un giro sulla moto d’acqua della polizia mentre gli agenti vietano le riprese. Ora, confidando che i ragazzi di questo Paese abbiano ancora tutti uguali diritti, ecco il fac-simile di domanda da inviare al Ministero per far fare un giro anche a tuo figlio… Non perdere l’occasione!

Il figlio di Matteo Salvini fa un giro sulla moto d’acqua della polizia: agenti vietano riprese

Un video pubblicato da Repubblica mostra il figlio del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, mentre si fa un giro sulla moto d’acqua della polizia di Stato a pochi metri dalla spiaggia di Milano Marittima. Gli agenti, intanto, cercano di impedire al videoreporter di effettuare le riprese. Protesta il Pd, mentre la questura di Ravenna ha avviato accertamenti.

Ora, non vogliamo scendere in inutili polemiche. Se lo ha fatto il figliuo di Salvini, crediamo che tutti i ragazzi possono farlo.

E allora perché TUO figlio deve rinnunciarvi?

Ecco il fac simile della richiesta da inviare al Ministero perché anche TUO figlio possa togliesi questo sfizio…

Perchè “Io sono io e voi non siete un cazzo” era una frase di 200 anni fa, oggi mica funziona così…

Non perdere tempo, non indugiare, un semplice taglia e incolla e TUO figlio presto sarà chiamato per il suo bel giro sulla moto d’acqua della Polizia.

 

Egr. Ministero dell'Interno della Repubblica Italiana
Sig. Matteo Salvini
Piazza del Viminale, 1 - Roma 00184 


Oggetto: richiesta di un giro sulla moto d’acqua della Polizia



Il sottoscritto ......................................... nato il ................. in ............................. residente in ......................... alla via .................................., contatti (mail e/o telefonico) ............................, genitore di .................................. nato il ................. chiede alla signoria vostra di poter concedere al citato mio figlio un giro sulla moto d'acqua della Polizia.

Confidando che i ragazzi di questo Paese abbiano ancora tutti uguali diritti, attendo fiducioso data e ora della prova.

Distinti saluti

 

Gravissima accusa del giornalista Silvestro Montanaro: sulla pagina facebook di Salvini si organizzano gli squadroni della morte!

 

Silvestro Montanaro

 

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Gravissima accusa del giornalista Silvestro Montanaro: sulla pagina facebook di Salvini si organizzano gli squadroni della morte

Silvestro Montanaro dal suo blog  lancia una pesantissima accusa contro Salvini che non puuò essere ignorata:

Sulla pagina facebook di Salvini si organizzano gli squadroni della morte

” Mi sa che il lavoro sporco dobbiamo farlo noi per cambiare e ripulire le città. Si fan tante belle parole ma pochi fatti…”

” E’ ora che ci difendiamo…iniziamo a portare un’arma con noi. Hanno dichiarato guerra? E guerra sia! ”

” Difesa personale e sotto due metri di terra. E’ l’unica soluzione”

” A Roma abbiamo già cominciato…”

” Basterebbe organizzare un bel gruppetto…”

” Fatemi sapere che vi do una mano…”

” Qua i giudici non servono. Dobbiamo fare noi. Guarda Il giustiziere della notte con Charles Bronson. ”

” squadroni di italiani stufi ”

” Ammazziamoli tutti sti bastardi. L’Italia è nostra”

” Io ci sono”

” Presente! ”

Sono solo alcuni dei tanti commenti folli, razzisti e preoccupanti, a seguito di un  post di Matteo Salvini su un atto di violenza commesso da immigrati. Senza che nessuno degli amministratori della pagina prendesse come minimo le distanze da questa barbarie.

Sulla pagina del Ministro degli Interni, gestita dai suoi “comunicatori” pagati con i soldi degli italiani, si incita all’assassinio e ci si organizza per questi fini.

Salvini denunci gli autori di questi e altri infami commenti.

Altrimenti, il suo silenzio sarà considerato assenso. E sarà complice di questa feccia e delle sue possibili azioni violente.

silvestro montanaro

Che dire? Ogni commento è superfluo. Vediamo se qualcuno interverrà… Il silenzio è complicità. Quindi facciamoci sentire: condividiamo tutti le accuse di Montanaro.

Fonte: https://raiawadunia.com/sulla-pagina-facebook-di-salvini-si-organizzano-gli-squadroni-della-morte/

Attenzione – La Flat tax di Salvini non è solo uno spudorato regalo ai ricchi: è un CRIMINE contro gli Italiani. Un CRIMINE contro i più deboli. Arriveremo a contare i morti e qualcuno li avrà sulla coscienza…!

 

Flat tax

 

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Attenzione – La Flat tax di Salvini non è solo uno spudorato regalo ai ricchi: è un CRIMINE contro gli Italiani. Un CRIMINE contro i più deboli. Arriveremo a contare i morti e qualcuno li avrà sulla coscienza…!

Sapete tutti che uno dei cavalli di battaglia della crociata Salviniana è la cosiddetta flat tax, la tassa piatta, uno “choc fiscale” che dovrebbe magicamente trasformare imprese fetecchiose in scattanti levrieri del business, oltre a “riempire le tasche degli italiani”.

Tutti già sanno, per sentito dire o semplicemente facendo quattro conti, che la flat tax con aliquota unica al 15% porta beneficio solo ai redditi alti.

Ora però arriva anche il report del Centro Europa Ricerche, presentato nel “parlamentino” del Cnel. Una delle istituzioni economiche che monitorano costantemente l’andamento economico del paese e l’impatto delle diverse misure di politica economica.

E che Salvini sia un mentitore seriale diventa così matematicamente certo.

Spiega infatti il Cer che beneficerebbero dalla flat tax “solo” i contribuenti fra 26 e 55 mila euro, una platea di “circa 8,2 milioni”, un quinto del totale. Sotto la soglia dei 26.000 euro (la stragrande maggioranza dei cittadini italiani) non si avrebbe alcun vantaggio. Anzi, a guardar bene, tra deduzioni e detrazioni (figli, università, mutui, spese sanitarie, ecc), ci rimetterebbero. In qualche caso anche parecchio.

E’ così vero che in diversi talk show, messo alle strette, il sottosegretario alle politiche sociali, Claudio Durigon (ex dirigente dell’Ugl, il sindacato fascista che si chiamava Cisnal e ora risulta in “quota Lega”), ha ammesso che si sta studiando la possibilità di lasciar decidere ai singoli contribuenti se accettare il nuovo regime o mantenere quello attuale. Sicuramente più vantaggioso.

Ma questo “rappezzo” servirebbe a poco o niente…

Spietato come ogni insieme scientifico, il Cer spiega che “apparentemente, il 15% evoca un’imposizione molto più bassa dell’attuale e quindi un consistente recupero di reddito disponibile da parte dei contribuenti. Non è però così, dal momento che l’attuale struttura dell’Irpef, basata sul riconoscimento di deduzioni e detrazioni, fa sì che il livello delle aliquote effettivo sia molto inferiore a quello delle aliquote legali. Con specifico riferimento all’aliquota del 15%, tale livello di imposta è di fatto già vigente per i contribuenti con redditi fino a 26 mila euro“.

Evoca”, ossia fa credere ai non addetti ai lavori e ai calcoli aritmetici. “Di fatto è già così”, anzi pure meglio (a volte di poco, ma meglio).

E allora chi ci guadagna? Solo per la prima fascia di aliquote proposta dalla Lega ne avrebbero un vantaggio i redditi tra 26.00 e 55.000 euro. E, com’è matematicamente logico, più ci si avvicina a quella soglia, più si guadagnerebbe.

Per la precisione: “Risparmierebbe quasi 7mila euro di imposta chi dichiara 55mila euro, mentre per chi ha un reddito di 29mila euro lo sgravio si fermerebbe a 3,5mila euro“.

Ma la cosa che forse a tutti sfugge è che “La perdita di gettito sarebbe di 16 miliardi”. 

Sapete che significa?

Che bisognerà tagliare la spesa pubblica sociale (scuole, sanità, welfare, ecc) e costringere chi oggi paga già un ticket pesante a pagarne uno ancora più mostruoso.

Capiamoci: tutto quello che non pagheranno in tasse i ceti più benestanti sarà tradotto in costi per tutti.

Paghi 40 Euro una visita medica? Ne pagherai 80. Sia tu che guadagni meno di 26.000 Euro e già ti hanno preso per i fondelli, sia chi, già benestante, andrà ancora a risparmiare con la fat tax di Salvini…

E così per ogni servizio sociale…

Ora ricordiamo che – dati Istat alla mano – sono 5 milioni gli Italiani sulla soglia di povertà e sono altrettanti che non si possono ormai consentire cure mediche per i costi…

Quanta gente ammazzerà questa legge? Quanta gente creperà perchè non potrà accedere al servizio sanitario pubblico, ma a pagamento? Quanta gente si suiciderà per disperazione?

Tutto questo per il regalo di Salvini ai ricchi?

Qualcuno tutto questo lo porterà sulla coscienza… Se mai avesse una coscienza!

Per qualche rublo in più – Vietato lo sciopero agli operai dello stabilimento petrolchimico Russo in Italia. Il Prefetto conferma: “Ordine di Salvini”

 

Salvini

 

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Per qualche rublo in più – Vietato lo sciopero agli operai dello stabilimento petrolchimico Russo in Italia. Il Prefetto conferma: “Ordine di Salvini”

Lukoil, divieto sciopero operai Priolo per pressioni russe, prefetto conferma: “Ordine di Salvini”

“Non vorremmo trovarci un giorno a vedere la nostra libertà democratica messa in discussione non solo dal nostro governo, ma a causa dell’intromissione di un Paese straniero”: così il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra, commenta a Fanpage.it il divieto di sciopero di fronte ai cancelli dello stabilimento petrolchimico russo a Priolo, in provincia di Siracusa, ricostruendo passo per passo la vicenda, fino alla pubblicazione delle lettere fra l’ambasciatore Razov e il ministro Salvini.

Il caso degli scioperi operai di fronte ai cancelli della raffineria di Priolo Gargallo, appartenente al gruppo petrolifero russo Lukoil, è finito sotto l’attenzione mediatica nazionale in seguito alla pubblicazione di alcune lettere, scambiate fra l’ambasciatore russo in Italia, il ministero dell’Interno e la prefettura di Siracusa, che hanno alimentato le polemiche sui rapporti tra la Lega e Mosca. Infatti, il prefetto Luigi Pizzi, che ha vietato per motivi di “ordine pubblico e pubblica sicurezza” gli assembramenti operai contro il taglio dei posti di lavoro nei pressi dello stabilimento, avrebbe agito dietro richiesta del Viminale. Che a sua volta ha ricevuto pressioni da parte dell’ambasciatore Sergey Razov, per motivi che non hanno nulla a che vedere con la sicurezza. Infatti, nella lettera del diplomatico russo indirizzata direttamente a Matteo Salvini (che si apre con un amichevole “Caro Matteo”), in cui si richiede di bloccare le manifestazione, ci sono riferimenti a perdite finanziarie e interessi economici della compagnia russa in Italia. Nessun accenno a questioni di ordine pubblico. Tuttavia il 9 maggio scorso il prefetto di Siracusa ha vietato le manifestazioni davanti ai 12 ingressi del polo petrolchimico.

La questione è diventata un caso mediatico a causa del coinvolgimento del ministero dell’Interno e dell’ambasciata russa, ma si tratta di una vicenda nata ben prima del 24 luglio, giorno in cui sono state pubblicate le lettere. Abbiamo provato a ricostruirla passo per passo con Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, che ha raccontato a Fanpage.it la lotta dei sindacati contro il divieto di sciopero ai danni degli operai di Priolo Gargallo. La Cgil aveva infatti provato a bloccare l’ordinanza con un ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, denunciando come l’ordinanza rappresentasse un oltraggio “ai principi più elementari del diritto di sciopero, della libertà di riunione e dei principi costituzionali”. Tuttavia, secondo il Tribunale, “il provvedimento impugnato non recideva la possibilità di esercizio dei diritti di riunione e di sciopero, né delle libertà sindacali, limitandosi a enucleare alcuni siti in cui viene introdotto il divieto di assembramento”. Una spiegazione che non aveva placato le proteste. “La pronuncia data provvisoriamente dal Tar non ci convince. Continuiamo a pensare che siano stati lesi diritti di libertà”, aveva affermato il sindacato annunciando un nuovo ricorso al Cga, il Consiglio di Giustizia Amministrativo.

Pressioni politiche
“Come si può palesemente notare l’ordinanza del prefetto non è dettata da motivi di ordine pubblico o da particolari esigenze produttive. Piuttosto quell’ordinanza nasce in virtù di pressioni politiche che calpestano i principi più elementari del diritto di sciopero, della libertà di riunione e dei principi costituzionali. Ci sono inoltre aspetti di natura giuridica che lasciano assai perplessi come ad esempio il fatto che le attività produttive in questione non sono e non possono essere riconducibili alla natura di servizio pubblico, che come è noto viene regolamentato da particolari e specifiche norme, anche esse, tuttavia, garantiste del diritto inalienabile delle libertà sindacali e dello sciopero”, aveva proseguito la nota della Cgil firmata da Massafra.

Il segretario nazionale ci ha quindi spiegato che i sindacati sono venuti a conoscenza delle lettere, e delle sollecitazioni dal governo russo per impedire le proteste sindacali, solamente in sede di ricorso. La questione sarebbe stata infatti resa nota dallo stesso prefetto che, giustificando al Tribunale il provvedimento, avrebbe affermato di adempiere semplicemente ad un’ordinanza arrivata dal ministero. “Non si tratta allora di un provvedimento per garantire l’ordine pubblico, ma di una chiara e pesante ingerenza politica rispetto ad un tema fondamentale quale il diritto di mobilitazione”, ci ha spiegato Massafra. Il segretario della Cgil, inoltre, ha definito l’intervento del Viminale come “un’anomalia”, in quanto normalmente i rapporti diplomatici dovrebbero verificarsi attraverso gli uffici del ministero degli Esteri.

Diritto allo sciopero
“È stato scavalcato il diritto costituzionale”, continua Massafra descrivendo la decisione del prefetto come un anticipo del nuovo quadro giuridico introdotto dal decreto sicurezza bis, che “limita in modo inaccettabile il diritto di mobilitazione”. Il provvedimento, sottolinea il segretario della Confederazione, è stato aggravato dal caso delle ingerenze, “ma è di per sé un fatto gravissimo”, in quanto “limita la libertà di manifestazione” e compromette il futuro dei lavoratori. Quindi spiega: “Era in corso un tavolo di lavoro in prefettura dove si stava discutendo, nella possibilità del cambio di appalti, su come evitare una crisi occupazionale. Era un confronto costruttivo che andava avanti da un anno e mezzo, ma poi quando è cambiato il prefetto si è bloccato tutto quanto”. Luigi Pizzi è stato nominato prefetto di Siracusa lo scorso 29 novembre 2018 al posto di Giuseppe Castaldo, e si è insediato il 18 dicembre. “Ci siamo trovati di fronte a un muro, di cui l’apice è stata l’ordinanza del 9 maggio”, ha affermato Massafra.

Sottolineando che la priorità del sindacato ora sia la “tutela dei lavoratori da un punto di vista occupazionale e per quanto riguarda il loro diritto di sciopero”, Massafra ha concluso augurandosi che la vicenda rimanga sotto i riflettori della politica nazionale: “Si tratta di un episodio inquietante e pericoloso di ingerenza diplomatica che ha minacciato il diritto dei nostri lavoratori. Non vorremmo trovarci un giorno a vedere la nostra libertà democratica messa in discussione non solo dal nostro governo, ma a causa dell’intromissione di un Paese straniero “.

Tratto da: https://www.fanpage.it/politica/lukoil-cgil-denuncia-ingerenza-politica-salvini-calpestato-diritto-sciopero-operai-di-priolo/

Andrea Camilleri “politico”, da Mussolini a Salvini la sua idea di fascismo

 

Camilleri

 

 

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Andrea Camilleri “politico”, da Mussolini a Salvini la sua idea di fascismo

Lo scrittore Andrea Camilleri, morto oggi dopo un mese di ricovero, ha tentato più volte di spiegare cos’è il fascismo, fenomeno complesso che ha sperimentato in prima persona durante gli anni della guerra. Raccontava spesso un aneddoto divertente in cui era presente il Duce in persona. Mentre negli ultimi tempi lo aveva spesso associato alla politica di Matteo Salvini.

Cos’è il fascismo? Tra gli intellettuali e scrittori che ne hanno dato una spiegazione c’è anche Andrea Camilleri, classe 1925, scomparso di recente, è intervenuto più volte precisando la sua personale visione ed esplicitando il suo personale atteggiamento rispetto agli eventi che si verificarono in quegli anni. Tralasciando i suoi memorabili scontri con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, per spiegare il fascismo raccontava sempre un aneddoto divertente con al centro Raul Radice, critico teatrale del Corriere della Sera che aveva iniziato la sua carriera come redattore di un giornale del ventennio, “L’impero”. Ad amministrare le pubblicazioni fasciste del giornale era proprio il fratello del Duce, Arnaldo Mussolini.

Un giorno Arnaldo Mussolini chiese a Radice di accompagnarlo dal Duce per la relazione mensile sull’andamento delle pubblicazioni. Così entrano nello studio di Benito Mussolini, a piazza Venezia, col giovanissimo Radice nel ruolo di portaborse e col cuore che gli batteva forte. Il duce era chino sulla scrivania a scrivere, fitto fitto. Saluto romano di rito, poi il fratello si mise accanto a Benito, aprì la valigetta con tutti i documenti e glieli porse. Ma questi, prima ancora di scorgerli, esordì: «Arnaldo, da qualche tempo “L’Impero” mi sembra che abbia perduto mordente. Ma che succede?». E il fratello rispose: «Sai, è una cosa molto delicata e pure sgradevole..». «E cioè?» «Beh, sai, la moglie di uno dei due va a letto con l’altro. Il marito l’ha scoperto. Ora i due non si parlano più, e così sta andando un po’ tutto a rotoli». Arnaldo non pronunciò nessun nome, non disse quale dei due era stato tradito. Così Mussolini si chinò, pensoso, e dopo un lungo silenzio alzò lo sguardo, guardò dritto negli occhi il fratello e disse: “Licenzia il cornuto!».

Per Camilleri in quest’unica frase pronunciata dal Duce poteva sintetizzarsi tutto il pensiero fascista.

Camilleri e il fascismo: la lettera al Duce
Eppure, da giovane, ne fu affascinato anche lui. Camilleri aveva appena quattordici anni quando scrisse una lettera al Duce per chiedergli di farlo partire volontario nella guerra in Abissinia. All’epoca, credeva che l’ideologia fascista fosse veramente in grado di modificare il tessuto sociale, apportando delle trasformazioni positive. Presto, però, ne scoprì le menzogne e si distaccò, avvicinandosi al comunismo anni dopo. Come rivelò al Salone del libro di Torino più di quindici anni fa:

Non mi vergogno di essere stato fascista. Sono orgoglioso di essere stato e di essere un uomo di sinistra.

Nel 1943 Andrea Camilleri era in Sicilia. Mentre lo sbarco degli Alleati era alle porte, lui conseguiva la maturità classica senza sostenere esami per via dei bombardamenti. Per lui quel periodo rappresentò un lungo peregrinare in giro per l’isola, sballottato da un luogo all’altro. Tra il 1946 e il 1947 si stabilì ad Enna, perfezionando i suoi studi tra due stanzette prive di riscaldamento. L’esperienza della guerra si portò dietro dei lunghi strascichi che riuscì ad elaborare soltanto in età adulta, comprendendo appieno di cosa si era fatto portatore il fascismo.

Camilleri e il fascismo oggi: lo scontro con Salvini
Sempre in proposito sul tema “fascismo”, negli ultimi tempi Andrea Camilleri si era espresso più volte, utilizzando questo termine per definire l’atteggiamento e la politica del leader della Lega, Matteo Salvini, con cui ha sempre avuto uno scontro molto duro. Nell’ultima intervista, a Radio Capital, disse:

Non credo in Dio, ma vederlo impugnare il rosario mi dà un senso di vomito. Tutto questo è strumentale, il Papa non ha bisogno di fare questi gesti. Sa che offenderebbe i Santi. Questo gesto di Salvini fa parte della sua volgarità.

tratto da: https://www.fanpage.it/cultura/andrea-camilleri-politico-da-mussolini-a-salvini-la-sua-idea-di-fascismo/

 

È stata una strage. 150 migranti morti in mare, ma il Tg di Regime delle 20,30 dà la notizia dopo 18 minuti! …È questa l’informazione in Italia?

 

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È stata una strage. 150 migranti morti in mare, ma il Tg di Regime delle 20,30 dà la notizia dopo 18 minuti! …È questa l’informazione in Italia?

Strage con 150 morti in mare: il Tg2 dà la notizia dopo 18 minuti al termine della solita, abbondante dose di Salvini

L’edizione delle 20.30 del telegiornale del servizio pubblico ha evitato di dare troppo spazio a una vicenda che contrasta con la versione secondo la quale la Libia è un resort sul mare

Il naufragio più impressionante di questo 2019, un centinaio di morti, probabilmente 150: uomini, donne, bambini, come sempre. Numeri agghiaccianti, coi pescatori locali che hanno potuto fare poco se non raccogliere cadaveri. Quel che è accaduto nel Mediterraneo, davanti alla costa libica avrebbe dovuto essere vissuto dall’interno, in diretta, per capire cos’è l’inferno al quale sono condannati quelli che si lasciano alle spalle fame, guerra, regimi dittatoriali. Su natanti incerti, gestiti alla luce del sole da bande di schivisti dei quali si conoscono nome, cognome, riferimento politico in Libia; quella Libia che qualcuno, come il ministro dell’Interno italiano, aveva pensato una sorta di resort in riva al mare.

Ma alle 20 e 30, ha impressionato il valore che il Tg2 del biografo di Putin e Trump ha dato a questa tragedia. Prima di parlarne, tutto o quasi. Le decine e decine di cadaveri in mare han dovuto attendere 18 minuti di telegiornale, naturalmente non erano in uno dei titoli.

Scomodo dire che nel Mediterraneo si muore e si tenta la traversata comunque, nonostante la voce grossa e le fughe di Salvini. Lui se la prende con la ragazza al comando di una nave che uomini, donne e bambini li salva, in nome di diritti, non scritti ed eterni, in nome di diritti scritti e validi dove regna la civiltà, non la barbarie.

Naturalmente nelle prime battute del Tg, la dose quotidiana di Salvini in voce, non a dire quel che nasconde sullo scandalo di Mosca, che con arroganza ha nascosto al Parlamento e al suo presidente del Consiglio. No, lui tende a parlare sempre di altro, ieri era la volta delle tasse, da diminuire ad ogni costo – dice -probabilmente con la stessa determinazione messa nel cancellare le accise sulla benzina, mai tolte, solo a parole in campagna elettorale quando c’era da gabbare l’elettorato.

Dimenticavamo, un pezzo sul caso Siri, l’ex sottosegretario che continua a partecipare ai vertici al fianco di Salvini, quel Siri amico degli amici di Matteo Messina Denaro. Un servizio che avrà avuto il plauso del  legale di Siri.

Attenzione a Salvini più che dovuta visto che in giornata il direttore del Tg2 aveva avuto modo di partecipare, farsi vedere e farsi immortalare in foto e video, nei pressi del “corpus domini”, ad un convegno in qualche maniera legato alle questioni dell’informazione. Tema caro al leader leghista, seppure da affrontare a modo suo, alla maniera di Putin.

tratto da: https://www.globalist.it/tv/2019/07/26/strage-con-150-morti-in-mare-il-tg2-da-la-notizia-dopo-18-minuti-al-termine-della-dose-di-salvini-2044587.html

Migranti, naufragio al largo della Libia, affondati due barconi: si temono 150 morti – Ora vediamo se Salvini respinge anche i cadaveri che la corrente porterà verso i nostri porti…

 

Migranti

 

 

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Migranti, naufragio al largo della Libia, affondati due barconi: si temono 150 morti – Ora vediamo se Salvini respinge anche i cadaveri che la corrente porterà verso i nostri porti…

Si teme che ci possano essere circa 150 migranti dispersi a seguito di un naufragio nel Mediterraneo centrale, al largo delle coste della Libia. A comunicarlo è l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) con un tweet, spiegando che altre 145 persone sono state recuperate e portate in salvo.

Tragedia nel mare, ancora una volta nel Mediterraneo centrale, al largo delle coste della Libia. Secondo quanto riferisce l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sarebbe avvenuto un naufragio nel Mediterraneo e si teme che ci siano almeno 150 persone disperse. “Notizie di un possibile naufragio nel Mediterraneo centrale. I dispersi potrebbero essere circa 150”, è la notizia fornita attraverso un tweet dall’Oim e, in particolare, dalla sua sezione libica. La stessa Organizzazione fa sapere che seguiranno aggiornamenti appena si avranno notizie più precise su quanto successo. Allo stesso tempo viene comunicato anche che altri 145 migranti, invece, sono stati recuperati e portati in salvo a terra. Secondo quanto riferito dalla Guardia costiera libica sono due i barconi affondati e capovolti nelle acque davanti a Khoms: a bordo ci sarebbero state circa 300 persone e i migranti recuperati sono stati 137.

La notizia viene confermata anche dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) in Libia, anche in questo caso attraverso un tweet: “Tragiche notizie di un mortale naufragio al largo di Khoms”, città che si trova sulla costa libica. Sulla base delle prime notizie, spiega l’Unhcr, ci sarebbero “più di 100 persone che potrebbero aver perso la vita, mentre altre 140 sono state salvate e fatte sbarcare, ricevendo assistenza medica e umanitaria dall’International medical corps (Imc), partner dell’Unhcr”. Poco dopo un portavoce dell’agenzia Onu ha rettificato i numeri, confermando quanto affermato dall’Iom e parlando della possibilità che i morti siano 150. Allo stesso tempo, ha ribadito che il barcone sarebbe partito da Khoms, a circa 100 chilometri da Tripoli. Secondo quanto raccontano i sopravvissuti, a bordo dell’imbarcazione si trovavano circa 300 migranti.

Sempre su Twitter, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, definisce quello di oggi come la “più grande tragedia del Mediterraneo quest’anno”. Ciò che ora va fatto, secondo Grandi, è “ripristinare il salvataggio in mare, mettere fine alla detenzione dei migranti in Libia, aumentare i percorsi sicuri fuori dalla Libia subito, prima che sia troppo tardi per tante persone disperate”.

 

Tratto da: https://www.fanpage.it/politica/migranti-naufragio-al-largo-della-libia-si-temono-150-morti/

 

La Francia solo negli ultimi 12 mesi ha ributtato in Italia qualcosa come 18.125 immigrati. Se avessimo un Ministro degli Interni serio, uno che non perde tempo a fare la guerra ad una ragazzina con 40 migranti, forse tutto questo non succederebbe…! …E forse ne parlerebbe anche qualcuno dei Tg ora “obbligati” a parlare solo delle Ong

 

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La Francia solo negli ultimi 12 mesi ha ributtato in Italia qualcosa come 18.125 immigrati. Se avessimo un Ministro degli Interni serio, uno che non perde tempo a fare la guerra ad una ragazzina con 40 migranti, forse tutto questo non succederebbe…! …E forse ne parlerebbe anche qualcuno dei Tg ora “obbligati” a parlare solo delle Ong

Le procedure sono procedure. E se un paese amico fa la cose per bene, non ci sarebbe motivo di dubitarne. Tuttavia i saggi sanno che in politica fidarsi è bene, ma non farlo è pure meglio. Anche se di mezzo c’è la Francia. Già, perché a quanto pare pur di respingere quanti più migranti possibili in Italia, i nostri cugini non si fanno problemi ad aggirare le norme o a taroccare i documenti. Dal lontano 2015 Parigi gestisce una sorta di “muro invisibile” al confine tra Ventimiglia e Mentone. Solo negli ultimi dodici mesi ha rispedito nel Belpaese qualcosa come 18.125 immigrati. E ogni giorno continua a mettere in atto riammissioni e respingimenti facendo leva sulla sospensione dell’accordo di Schengen prorogata (nel silenzio dell’Ue) ben oltre il limite dei due anni. Niente di assurdo, per carità. Anzi: la Francia fa quello che – a giudicare dalle elezioni – anche gli italiani desiderano. Ovvero sbarrare i luoghi d’ingresso ai clandestini. Solo che mentre i “porti chiusi” di Salvini indignano l’Europa intera, nessuno s’infiamma per le saracinesche calate da Macron o per i trucchetti della polizia d’Oltralpe.

Vediamo cosa accade. Quando Parigi trova un irregolare alla frontiera può “respingerlo” in Italia. Si tratta di una procedura molto rapida: i gendarmi pizzicano i clandestini sui treni e li portano a Ponte San Luigi. Qui li trattengono in container senza cibo né acqua, gli danno un foglio chiamato “refus d’entré” e poi li rimandano indietro. Tutto nella norma. O quasi. L’obiettivo della polizia francese, infatti, è quello di cacciare oltre confine i migranti prima possibile. E per riuscirci svolgono le pratiche in maniera più che sbrigativa, a volte calpestando i diritti degli stranieri. Facciamo qualche esempio. Per identificare gli immigrati si basano su un paio di domande su nome, cognome ed età senza approfondire le indagini. E se fosse un profugo? Se fosse in fuga dalla guerra? Pace. E ancora: i “refus d’entré” dovrebbero essere firmati dagli agenti specificando nome e grado, ma in quasi tutti i documenti appaiono solo scarabocchi e poco più. Infine, molti migranti hanno denunciato l’impossibilità di presentare richiesta di asilo: i poliziotti li ignorerebbero, evitando così di doversi far carico della domanda di protezione. Bel vantaggio.

«Alla maggior parte delle persone – spiega Emilie Pesselier, di Anafè – viene solo consegnato il “refus d’entre” e vengono rimandate in Italia». Di aneddoti su espedienti poco ortodossi ne esistono a bizzeffe. Capita pure che fermino gli stranieri ben oltre la frontiera e, violando gli accordi, provino a rispedirli a Ventimiglia. Le norme affermano che per giustificare il respingimento debbano beccare il clandestino al confine e presentare una “prova” della sua provenienza dall’Italia. Cosa fanno invece i transalpini? «A volte prendono un biglietto del treno Venitimiglia-Mentone e lo danno in mano al migrante», ci rivela un poliziotto italiano impegnato al confine. Poi ovviamente i nostri agenti domandano loro se sono davvero stati presi sul convoglio (come scritto sui documenti francesi) e «rispondono che erano già a Marsiglia». Cioè a tre ore d’auto dalla frontiera. Un piccolo trucco con cui «si stanno ripulendo la Francia». A discapito del Belpaese.

L’inventiva francese non ha limiti. «Quando ci presentano i documenti – aggiunge il poliziotto – sui fogli scrivono nome, cognome, data di nascita e provenienza del migrante. Ma spesso li compilano loro stessi». Sui “refus d’entré” gli agenti nostrani trovano «nomi o storie inventate» e «minori che diventano maggiorenni» per magia. L’artificio dei finti over 18 è stato per lungo tempo motivo di scontro: «Su quelli palesemente minori dicono: “Ha dichiarato di essere maggiorenne”. Ma poi quando verifichiamo le impronte digitali scopriamo che non ha 18 anni». A quel punto la polizia li riporta in Francia e i gendarmi “fanno gli stupidi”. «Ci dicono: “Ah, scusami, non me ne ero accorto”. Insomma, “ci provano”».

Secondo il regolamento di Dublino, i minori non accompagnati non potrebbero essere respinti. E così per evitare di farsene carico, nel tempo Parigi ne ha inventate di ogni: alcuni sono stati rimessi direttamente sul treno per Ventimiglia senza passare dagli uffici, altri sono stati “affidati” ad altri migranti maggiorenni anche se non erano parenti. E si sono verificate pure modifiche arbitrarie alle date di nascita pur di farli risultare maggiorenni. «Diverse missioni di osservazione – si legge nel rapporto di Anafé – hanno trovato prove del fatto che il cambio della data di nascita sarebbe avvenuta allo scopo di ingannare la polizia italiana». Non proprio quella che si può definire “correttezza istituzionale”. Perché respingere i clandestini sarà pure un diritto. Ma taroccare le carte no.

(Giuseppe De Lorenzo e Costanza Tosi, “La Francia falsifica i documenti per rimandare i migranti in Italia”, dal “Giornale” del 20 luglio 2019).

tratto da: https://www.libreidee.org/2019/07/la-francia-respinge-migranti-imbrogliando-la-polizia-italiana/