Voi razzisti che vi dichiarate Cristiani, ma cosa vi sfugge del messaggio di quell’uomo inchiodato alla croce che i razzisti li schifava proprio: “Via, lontano da me, maledetti… perché ero straniero e non mi avete accolto”, Mt 25,41.43

 

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Voi razzisti che vi dichiarate Cristiani, ma cosa vi sfugge del messaggio di quell’uomo inchiodato alla croce che i razzisti li schifava proprio: “Via, lontano da me, maledetti… perché ero straniero e non mi avete accolto”, Mt 25,41.43

Quello dell’accoglienza dei migranti è un tema cruciale della nostra epoca. E se quotidianamente si sente purtroppo parlare di razzismo, il biblista Alberto Maggi riparte dal messaggio di Gesù

“Prima noi”, è il mantra con il quale si mascherano spietati egoismi e si giustificano inaudite durezze di cuore. È la formula magica di quanti chiariscono subito “non sono razzista, però…”, un “però” eretto come un invalicabile muro a difesa del “noi”, pronome che include, a secondo degli interessi, un popolo o la famiglia, una religione o un quartiere. Mentre per “prima” s’intende l’accesso e l’esclusiva precedenza a tutto quel che permette alla vita di essere dignitosa, dalla casa al lavoro, dall’assistenza sanitaria alla scuola; beni e valori che, sono fuori discussione, devono essere riservati per primi a chi ne ha pienamente diritto per questioni di lignaggio. Ovviamente, al “noi” si contrappone il “loro”, che include per escluderli, tutti quelli che non appartengono allo stesso popolo, alla stessa cultura, società, religione, o famiglia.

“Prima noi”, poi, eventualmente, se proprio ci avanza, si possono dare le briciole a chi ne ha bisogno, ovvero all’estraneo che attenta al nostro benessere economico, ai valori civili e religiosi della nostra società e alle nostre sacrosante tradizioni. “Loro” sono gli stranieri, i barbari. In ogni cultura chi proviene da fuori, incute paura. Lo straniero è un barbaro, colui cioè che emette suoni incomprensibili, (dal sanscrito barbara = balbuziente), colui che parla una lingua incomprensibile e che nel mondo greco passò a significare quel che è selvaggio, rozzo, feroce, incivile, indigeno.

Ero straniero

Nonostante nella Scrittura si trovino indicazioni che mirano alla protezione dello straniero (“Non maltratterai lo straniero e non l’opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto”, Es 22,21), Gesù si è trovato a vivere in una realtà dove il forestiero andava evitato, e persino dopo la morte veniva seppellito a parte, in un luogo considerato impuro (“Il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri” Mt 27,7). Al tempo di Gesù vige una separazione totale tra giudei e stranieri, come riconosce Pietro: “Voi sapete come non sia lecito a un giudeo di aver relazioni con uno straniero o di entrar in casa sua” (At 10,28).

In questo ambiente stupisce il comportamento del Cristo che da una parte arriva a identificarsi con gli ultimi della società (“Ero straniero e mi avete accolto”, Mt 25,35.43), e proclama benedetti quanti avranno ospitato lo straniero  (“Venite benedetti del Padre mio”¸ Mt 25,34), dall’altra, Gesù accusa con parole tremende quelli che non lo fanno (“Via, lontano da me, maledetti… perché ero straniero e non mi avete accolto”, Mt 25,41.43), con una maledizione che richiama quella del primo assassino della Bibbia, il fratricida Caino (“Ora sii maledetto”, Gen 4,11). Se la risposta alle altrui necessità era un fattore di vita, la mancata risposta è causa di morte. Per Gesù negare l’aiuto all’altro è come ucciderlo.

Gesù non solo si identifica nello straniero, ma nei vangeli il suo elogio va proprio per i pagani, personaggi tutti positivi (eccetto Pilato in quanto incarnazione del potere) e portatori di ricchezza. Si teme sempre cosa e quanto si debba dare allo straniero e non si riconosce quel che si riceve dallo stesso. Nella sua attività Gesù si troverà di fronte ottusità e incredulità persino da parte della sua famiglia e dei suoi stessi paesani, ma resterà ammirato dalla fede di uno straniero, il Centurione, e annuncerà che mentre i pagani entreranno nel suo regno, gli israeliti ne resteranno esclusi (Mt 8,5-13; Mt 27,54).

Nella sinagoga di Nazaret, il suo paese, Gesù rischierà il linciaggio per aver avuto l’ardire di tirare fuori dal dimenticatoio due storie che gli ebrei preferivano ignorare: Dio in casi di emergenza e di bisogno non fa distinzione tra il popolo eletto e i pagani, ma dirige il suo amore a chi più lo necessita. Così nel caso di una grande carestia che colpì tutto il paese, aiutò una straniera, una pagana, “una vedova a Sarepta di Sidone”  (Lc 4,26), e con tutti i lebbrosi che c’erano al tempo del profeta Eliseo, il signore guarì uno straniero:  “Naamàn, il Siro” (Lc 4,27).

Prima noi? Gesù, manifestazione vivente dell’amore universale del Padre, vuole condividere i pani in terra pagana così come ha fatto in Israele (Mt 14,13-21). La resistenza dei discepoli di portare anche agli stranieri la buona notizia, viene dagli evangelisti raffigurata nell’incontro di Gesù con una donna straniera, cananea (fenicia) che invoca la liberazione della figlia da un demonio (Mt 15,22)La donna, succube dell’ideologia nazional religiosa che faceva ritenere i pagani inferiori ai Giudei, si accontenterebbe di poco,  anche delle briciole (“Sì, Signore, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro signori”, Mt 15,27).  Nella tradizione biblica i figli di Israele sono chiamati a dominare le nazioni pagane, mentre i pagani sono destinati ad essere dominati. Non c’è uguaglianza tra gli appartenenti al popolo eletto e gli esclusi. Gli uni sono figli, e gli altri canianimali ritenuti impuri e portatori del demonioPer questo non si può dare il pane a quanti, per la loro condizione di pagani, sono veicolo di impurità e contaminazione.

Sarà una donna, per giunta pagana, a impartire una lezione ai discepoli del Cristo. Costei ha infatti compreso che non ci sono dei figli e dei cani, quelli che meritano e gli esclusi, quelli che hanno diritto e quelli no, un prima (noi) e un dopo (gli altri), ma tutti possono cibarsi insieme, e allo stesso tempo, dell’unico pane che alimenta la vita. Essa comprende quello che i discepoli fanno fatica a capire e ad accettare, cioè, che la compassione e l’amore vanno al di là delle divisioni razziali, etniche e religiose.

La reazione di Gesù è di grande ammirazione: “Allora Gesù le replicò: Donna, grande è la tua fede! Ti sia fatto come vuoi”. (Mt 15,28), e ai pagani Gesù non concederà le briciole, ma anche in terra straniera ci sarà l’abbondante condivisione dei pani, segni della benedizione divina (Mt 15,32-39).

L’esperienza e il messaggio di Gesù verranno poi raccolti dagli altri autori del Nuovo Testamento, in particolare da Paolo, che in occasione di un naufragio, si stupirà per la “rara umanità” con cui lui e gli altri naufraghi sono stati ospitati dai barbari di Malta (At 28,2), e arriverà a capire una verità importante: “Qui non c’è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti” (Col 3,11; Gal 3,28).

La Chiesa ha compreso e annuncia che con Gesù non si possono innalzare barriere, ma solo abbattere tutti i muri che gli uomini hanno costruito (“Egli infatti è la nostra pace, colui che dei due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che ci divideva…”, Ef 2,14), non solo i muri esteriori (mattoni), forse i più facili da demolire, ma quelli interiori (pregiudizi), mentali, teologici, morali, religiosi, i più difficili da estirpare perché li crediamo buoni o di provenienza divina.

Borsellino diceva che il voto è un’arma. Usiamola domenica contro razzisti e fascisti.

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Borsellino diceva che il voto è un’arma. Usiamola domenica contro razzisti e fascisti.

 

La Rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo,

ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano.

Quella matita, più forte di qualsiasi arma,

più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello.

Paolo Borsellino

…Ed ora siamo chiamati al voto. Vediamo da che parte stiamo, da quella di Falcone e Borsellino o dall’altra.

Dalla parte di chi ha spalleggiato per anni Belusconi che sovvenzionava a suon di milioni la mafia e che ha come priorità sequestrare 4 braccialetti agli extracomunitari sulle spiagge…

O dalla parte di chi vuole veramente combatttere mafia, ma anche razzismo e fascismo…

Ora la matita ce l’avete VOI, vediamo come la usate…

 

La grande risposta di un calciatore a tutte le porcherie che hanno scritto su Silvia Romano – Claudio Marchisio: “lei vola alto, sopra la tristezza dei pidocchi che la criticano”

 

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La grande risposta di un calciatore a tutte le porcherie che hanno scritto su Silvia Romano – Claudio Marchisio: “lei vola alto, sopra la tristezza dei pidocchi che la criticano”

Lui è stato vittima dei leoni da tastiera per aver più volte espresso la sua adesioni agli ideali di solidarietà, accoglienza, tolleranza.
E anche adesso è uscito allo scoperto: Claudio Marchisio non si è mai nascosto e non lo fa neanche adesso. Mentre tra benpensanti e razzisti e sessisti partivano valanghe di insulti contro la cooperante rapita in Africa il calciatore ha voluto esprimere su twitter la sua vicinanza a Silvia Romano: “La violenza non può abbattere un sogno, perché ci sono valori che non potranno mai essere sconfitti. L’esempio di #SilviaRomano vola alto, sopra la tristezza dei pidocchi che la criticano. La nostra meglio gioventù che ci riempie di orgoglio. Ti aspettiamo presto Silvia”.

I razzisti ragionano così: la ragazza in cerca di droga viene uccisa. Povera stella, non ti dimenticheremo – La ragazza va a fare volontariato e viene rapita? Le sta bene se l’è andata a cercare. Non siete razzisti, siete solo dei poveri idioti…

 

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I razzisti ragionano così: la ragazza in cerca di droga viene uccisa. Povera stella, non ti dimenticheremo – La ragazza va a fare volontariato e viene rapita? Le sta bene se l’è andata a cercare. Non siete razzisti, siete solo dei poveri idioti…

I razzisti augurano lo stupro alla cooperante rapita in Kenya: “Tenetevela”, “Peggio per lei”

“Lo Stato non deve pagare per una scriteriata in cerca di emozioni forti” sostiene la signora Fanny.

“Spero che quei selvaggi le insegnino le buone maniere sessuali”. E’ uno dei tanti post beceri sul rapimento di Silvia Romano, cooperante della Onlus Africa Milele, rapita ieri sera in Kenya. La 23enne è stata sequestrata da un commando di uomini armati a Chakama, nella contea di Kilifi, a circa 70 chilometri da Malindi. “Con tutti i poveri italiani che vivono in strada, dormono nei cartoni e non hanno cibo…” scrive Patrizia da Albenga. “Poteva restare qui e occuparsi di aiutare loro! Certo la bontà in casa propria non paga” aggiunge, definendosi come una ‘Libera pensatrice’ di professione. “C’è voluta andare lei”, “se l’è cercata”, “stava a casa e non succedeva”, “in primis alla sua salute doveva pensarci la ragazza stessa” suggerisce Luigi che sulla sua pagina dichiara di lavorare al ministero della Difesa, mentre la bionda Giuseppa interviene con le maiuscole, in pratica urlando su Fb, “Cosa vuole? Tenetevela”.

A preoccupare pare non sia tanto la sorte della ragazza quanto i soldi, un eventuale riscatto. “Lo Stato non deve pagare per una scriteriata in cerca di emozioni forti” sostiene la signora Fanny, sempre su Facebook, ma anche i cinguettii sono dello stesso tenore. “Il problema è andare a fare volontariato in zone pericolose e pretendere che sia il Governo a risolvere i casini” twittano in tanti preoccupati non tanto per la vita della ragazza, quanto per “chi pagherà alla fine?”. “Per me non hanno tutti i torti – conclude Maria -. Chissà quanto ci costerà tirarla fuori”.

Chi è Silvia Romano, la volontaria di 23 anni rapita in Kenya

La ragazza si è laureata a febbraio ed è partita per l’Africa. Lavora in una palestra milanese. Un collega: “Era alla sua seconda esperienza in Kenya, una ragazza appassionata e bravissima”

Si chiama Silvia Romano, ha 23 anni ed è milanese la volontaria italiana della Ong Africa Milele rapita in Kenia ieri sera da una banda di cui ancora non si sa molto. Il rapimento sarebbe avvenuto nella contea di Kilifi. Su Repubblica.it ci racconta chi è Franco Vanni. La ragazza si trovava in Kenia per partecipare a progetti di cooperazione internazionale. Ad agosto, come racconta sulla sua pagina Facebook, era in un orfanotrofio a Likoni con una onlus, e in quella zona sarebbe rimasta fino a ieri sera, quando è stata sequestrata in un attacco in cui cinque persone sono rimaste ferite.

A febbraio Silvia Romano si è laureata a Milano in una scuola per mediatori linguistici per la sicurezza e la difesa sociale con una tesi sulla tratta di esseri umani, dopo il diploma all’istituto tecnico per le attività sociali ‘Giulio Natta’ e lavora in una palestra milanese, la Zero gravity. Un collega della palestra racconta: “Una ragazza appassionata, bravissima. Già alla sua seconda esperienza di volontariato in Kenya. Era tornata in Italia qualche settimana fa, poi era partita nuovamente per l’Africa”. Prima insegnava nella palestra Pro Patria 1883 di Milano, dove raccontano di lei: “Quando era a Milano, insegnava ginnastica artistica alle ragazzine qui da noi. Una persona tranquilla e disponibile”.

fonti:

https://www.globalist.it/news/2018/11/21/i-razzisti-augurano-lo-stupro-alla-cooperante-rapita-in-kenya-tenetevela-peggio-per-lei-2033941.html

https://www.globalist.it/news/2018/11/21/chi-e-silvia-romano-la-volontaria-di-23-anni-rapita-in-kenya-2033929.html

ART.160 – COSTITUZIONE DEL PORTOGALLO: Perdono il mandato i Deputati assenteisti, che cambiano casacca, condannati, razzisti e fascisti!! Da noi in Parlamento ne resterebbero in 3 o 4!

 

COSTITUZIONE

 

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ART.160 – COSTITUZIONE DEL PORTOGALLO: Perdono il mandato i Deputati assenteisti, che cambiano casacca, condannati, razzisti e fascisti!! Da noi in Parlamento ne resterebbero in 3 o 4!

 

 

ART.160 – COSTITUZIONE DEL PORTOGALLO

O il PD ha il coraggio di mettere queste norme nella Costituzione Italiana (non lo farà mai, dovrebbe andare a casa mezzo partito) o intanto il Movimento 5 Stelle si attrezza con multe e recall interni. La fiducia dei cittadini è una cosa seria da rispettare.

Vi ricordiamo che i cambi di casacca (volontari o dietro pagamento) sono all’ordine del giorno nel nostro Parlamento. Solo nella scorsa legislatura se ne contarono circa 400!

Facciamo fuori i voltagabbana…

…E poi ci sono tutti i delinquenti del Pd e di Forza Italia, un’altra bella scremata!

E che dire delle organizzazioni razziste o che perseguono l’ideologia fascista? Tutto il centrodestra, con a capo Salvini e la sua lega, spazzati via…

Alla fine in Parlamento rimarrebbero un pugno di onorevoli del M5s (neanche tutti) ed al massimo altri 3 o 4!!

Ma noi siamo l’Italia!!

Noi degli assenteisti, voltagabbana, condannati, razzisti e fascisti non riusciamo proprio a farne a meno.

Una preghiera, però: visto che ci teniamo strette queste carogne, non lamentiamoci perchè stiamo nella merda !!

By Eles