Oggi 15 settembre il Pd ha scritto un’altra vergognosa pagina della storia italiana – Non è bastata nè la crisi, nè la caduta di due governi, nè il vaffanculo generale al referendum del 4 dicembre per impedire che mettessero le mani sulle loro pensione d’oro!

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Oggi 15 settembre il Pd ha scritto un’altra vergognosa pagina della storia italiana – Non è bastata nè la crisi, nè la caduta di due governi, nè il vaffanculo generale al referendum del 4 dicembre per impedire che mettessero le mani sulle loro pensione d’oro!

Alla fine ci sono riusciti.

Non è bastata nè la crisi, nè la caduta di due governi, nè il vaffanculo generale del popolo al referendum del 4 dicembre per impedire che si intascassero la pensione.

Il 15 settembre è arrivato e ora i parlamentari potranno mettersi l’anima in pace, alla faccia di 9 milioni di italiani che vivono in povertà.

Riportiamo di seguito il post di denuncia del M5S:

Beh, non è affatto male prendere una pensione da quasi mille euro già a 65 anni e dopo appena cinque di lavoro in Parlamento. Oppure circa 1500 euro puliti puliti, addirittura a partire dai 60 anni, per chi ha fatto soltanto due legislature.

Complimenti a voi che potrete andarvi a godere il gruzzoletto in qualche buen retiro. Magari in una baita di montagna con camino e pantofole o in una casetta con amaca davanti al mare. Non parliamo poi dei vostri (ex) colleghi più anziani che hanno già maturato il vitalizio “old style” e che si beccano 2, 3, 5 o 7mila euro al mese, avendo fatto magari un solo giorno in Parlamento.
Loro sono dei dinosauri, anzi dei tirannosauri del privilegio parlamentare. Voi, invece, siete solo dei più modesti velociraptor che da domani si prenderanno il malloppo e scapperanno via.

Certo, il MoVimento 5 Stelle si avvicina al governo e voi siete una razza in via di estinzione. Ci stiamo per abbattere su di voi come un asteroide e siete destinati a fare proprio la fine dei dinosauri. Intanto, per adesso, ce l’avete fatta. Complimenti. Avete maturato il diritto a occupare la vostra nuvoletta nel paradiso della casta. Mentre molti italiani sono stati scaraventati all’inferno dalla riforma Fornero e altri si arrabattano in purgatorio.

Avete davanti a voi anni d’argento in agio e serenità. E noi, che in fondo vi vogliamo (quasi) bene, ci teniamo a contribuire al vostro relax e divertimento con un gentile cadeau. Ecco, dunque, la “pensione enigmistica” (SCARICALA SUBITO: Formato A4 o Formato A3) da risolvere su una bella sedia a dondolo con il gatto che fa le fusa sulle gambe. O su un bel patio vista oceano alle Canarie.

Andate pure. E lasciateci rimettere in sesto questo Paese.”

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2017/09/15/oggi-15-settembre-il-pd-ha-scritto-unaltra-vergognosa-pagina-della-storia-italiana/

Più bombardieri e meno pensioni… Questa è l’italia voluta dal Pd di Renzi…?!?

 

pensioni

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Più bombardieri e meno pensioni… Questa è l’italia voluta dal Pd di Renzi…?!?

Più bombardieri meno pensioni? “Non ci prendono in giro, è davvero così che ragiona il sistema che ci comanda”

di Giorgio Cremaschi

In pochi giorni abbiamo avuto una chiara manifestazione di cosa sia il sistema che ci comanda e di quali siano le sue priorità e i suoi vincoli.

La Corte dei Conti ha analizzato i costi dei bombardieri F35, il governo si è impegnato ad acquistarne 90, e ha calcolato che costeranno il doppio del previsto, cioè tra i 150 e i 200 milioni ciascuno. La Corte ha aggiunto che le promesse di ricadute occupazionali di quell’acquisto, allora la propaganda di regime parlò di 10000 posti di lavoro, non si sono minimamente realizzate. Tutto questo in realtà si sapeva sin dall’inizio, i governi che han deciso e confermato l’acquisto mentivano sapendo di mentire e la Corte dei Conti non ha fatto fatica a scoprire la verità. Verità che però non serve assolutamente a nulla, in quanto la stessa Corte ha concluso che comunque gli F35 vadano acquistati lo stesso. I bombardieri costano troppo? Non importa compriamoli lo stesso.

La Ragioneria generale dello Stato invece ha spiegato, con grande allarme, che se non si andrà in pensione subito a 67 anni e tra un po’ a 70, i conti pubblici salteranno e il sistema non reggerà. Le ha fatto eco il capo dell’INPS, mister magic Tito Boeri, il quale ha pure squadernato le centinaia di miliardi che nel prossimo millennio dovrebbero pesare sulla spesa pubblica se si tornasse ad età della pensione più umane. Anche non voler morire di lavoro sta diventando estremismo umanitario e Boeri, che è uomo di sinistra, ha aggiunto che la pensione a 70 anni serve ai giovani e che tornare indietro da essa creerebbe ingiustizie. Del resto per lui un metalmeccanico, andato in pensione dopo 40 anni di fabbrica e a 60 anni di età, è un privilegiato.

Così le autorità del sistema, quei tecnici che piacciono tanto a politici e giornali che hanno rinunciato a pensare e a farci pensare, ci spiegano con brutale chiarezza che ci vogliono più bombardieri e meno pensioni, questo è l’equilibrio virtuoso. Bene se questo è l’equilibrio del sistema dobbiamo proprio augurarci che il sistema salti, che i bombardieri spariscano e l’età della pensione torni ad essere sensata e civile. Dobbiamo augurarcelo e soprattutto darci da fare perché succeda.

fonte: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-pi_bombardieri_meno_pensioni_non_ci_prendono_in_giro__davvero_cos_che_ragiona_il_sistema_che_ci_comanda/6121_21162/

 

Una storia tutta italiana che vale la pena ricordare: Pietro Ciucci, presidente di Anas, licenzia se stesso da direttore. Ma siccome non si è dato il preavviso, si risarcisce per “mancato preavviso” (800mila Euro). Geniale, se i soldi non li dovessero cacciare i coglioni Italioti !!

 

Anas

 

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Una storia tutta italiana che vale la pena ricordare: Pietro Ciucci, presidente di Anas, licenzia se stesso da direttore. Ma siccome non si è dato il preavviso, si risarcisce per “mancato preavviso” (800mila Euro). Geniale, se i soldi non li dovessero cacciare i coglioni Italioti !!

Anas, il miracolo di Pietro Ciucci: prima di pensionarsi si licenzia e si risarcisce
La doppia buonuscita del presidente e amministratore delegato del gruppo pubblico delle strade: nell’estate 2013 è andato in pensione come direttore generale rimanendo però ben saldo sulle altre due poltrone. Non prima di aver attribuito a se stesso una buonuscita di 1,8 milioni comprensiva di “indennità di risoluzione senza preavviso”

Per rinfrescarVi la memoria – Pensioni, Landini contro Renzi: “Cioè io sono un lavoratore che per 40 anni lavoro e verso i contributi …e poi se devo andare in pensione devo chiedere un prestito alla banca? …A me l’istinto che mi viene è corrergli dietro fin quando non l’ho preso …poi cosa posso fare non lo so” !!

Landini

 

 

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Per rinfrescarVi la memoria – Pensioni, Landini contro Renzi: “Cioè io sono un lavoratore che per 40 anni lavoro e verso i contributi …e poi se devo andare in pensione devo chiedere un prestito alla banca? …A me l’istinto che mi viene è corrergli dietro fin quando non l’ho preso …poi cosa posso fare non lo so” !!

Maurizio Landini attacca su tutti i fronti Matteo Renzi, che più volte chiama “il genio di Firenze”. Referendum, legge elettorale, riforma delle pensioni. “Il premier ha promesso che dopo il referendum farà un sacco di cose: dice che cambierà la legge elettorale, su cui aveva addirittura messo la fiducia tanto ci teneva; dice che cambierà l’Europa. Ma tutto dopo il referendum. Scusate, ma io di uno che ha detto Enrico stai sereno e il giorno dopo lo ha pugnalato alle spalle, non è che di natura mi fidi”, ha detto il segretario della Fiom, ospite di un’iniziativa a favore del No al referendum, a Bologna. Poi parla dell’Italicum: “Nel 1953 chiamavano Legge Truffa una legge elettorale che dava un premio di maggioranza a chi superava il 50%. Con l’Italicum basterebbe il 40%, al ballottaggio anche il 15-20%. Se quella era una Legge Truffa, questa che cazzo di legge è, come dobbiamo chiamarla”. Poi Landini, oltre ad attaccare una riforma costituzionale che ha cambiato 47 articoli, ma non ha toccato il pareggio di bilancio in Costituzione, attacca direttamente Renzi, sulla riforma delle pensioni e sul cosiddetto Ape, l’anticipo pensionistico: “Verso per 40 anni i contributi e poi se devo andare in pensione devo chiedere un prestito a una banca. A me l’istinto che mi viene è di corrergli dietro fino a quando non l’ho preso. Poi cosa posso fare non lo so”

(Il Fatto Quotidiano)

Boeri ancora all’attacco contro i vitalizi: “stanno prendendo in giro gli italiani, i Parlamentari dicano quanti contributi versano”…!!

Boeri

 

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Boeri ancora all’attacco contro i vitalizi: “stanno prendendo in giro gli italiani, i Parlamentari dicano quanti contributi versano”…!!

“E’ un regalo all’anti-parlamentarismo che le Camere non rendano pubblici i dati sui contributi versati”. Lo dice il presidente Inps Tito Boeri al Senato. Per Boeri senza queste informazioni “non è possibile valutare l’impatto delle misure sulle rendite parlamentari”.

“Prendono in giro gli italiani: sul sito della Camera c’è il totale dei contributi versati, ma non è l’informazione necessaria”. Poi le considerazioni sulla proposta di riscatto gratis della laurea e le visite fiscali per i lavoratori in malattia.

L’attacco ai vitalizi

Boeri torna sul tema dei vitalizi: “L’ufficio di presidenza di Camera e Senato non rendono pubblici i dati sui contributi versati per i parlamentari”, quando invece “noi abbiamo questi dati su tutti gli italiani”.

“Il rifiuto di dare i dati”, impedisce “valutazioni serie e approfondite”, necessarie “all’Inps, alla Ragioneria” per mettere a punto “le relazioni tecniche” sui provvedimenti in materia.

Secondo il presidente dell’Inps la replica di Montecitorio, all’appello sulla trasparenza lanciato dallo stesso Istituto, non va, perché l’informazione necessaria, sostiene Boeri, non è rappresentata dal dato aggregato, dal totale dei contributi versati: manca “il dato di dettaglio, l’estratto conto contributivo individuale”.

Contro il riscatto gratis della laurea

Il riscatto gratuito della laurea rappresenta una proposta “condivisibile dal punto di vista dello spirito”, perché “si guarda alle nuove generazioni” ma “sarebbe più efficace utilizzare tutte le risorse disponibili per misure di decontribuzione”.

Così il presidente dell’Inps Tito Boeri, a margine di un’audizione al Senato. Inoltre, spiega, se il beneficio va solo ai Millennials “si rischia di creare disparità di trattamento” con, per esempio, “i nati negli anni Settanta”.

“Io penso che invece la cosa più semplice – propone – è fare una forte decontribuzione, defiscalizzare i contributi per chi inizia a lavorare al di sotto dei 35 anni per un certo numero di anni”.

“Ci sono varie proposte allo studio: è un’operazione che sarebbe di grande aiuto per facilitare l’ingresso al lavoro e dare base previdenziale e redistribuzione tra chi ha avuto di più e chi rischia di avere un futuro difficile. La cosa fondamentale è che sia una misura strutturale”, ha sottolineato.

La spesa per la quattordicesima all’estero

“Complessivamente, nel 2017 sono state erogate all’estero un totale di 35,6 milioni per la quattordicesima, incrementando ulteriormente di circa 20 milioni i pagamenti non contributivi erogati all’estero dall’Istituto, un aumento del 131% rispetto all’anno precedente (nel 2016 gli importi erogati sono stati pari a 15,4 milioni per circa 46.000 beneficiari)”.

Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione al Senato sul regime pensionistico degli italiani all’estero. “Il maggior numero di beneficiari del bonus – ha aggiunto – è presente in Europa (39,6%), in America meridionale (36,1%) e in America settentrionale (12,6%)”.

“Italia non ha ancora adeguato sistema assistenza sociale”

L’Italia non ha ancora un adeguato livello di assistenza sociale. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione al Senato sul regime pensionistico degli italiani all’estero, spiegando che alcuni oneri assunti dall’Italia potrebbero essere meglio erogati nei Paesi di residenza dei nostri connazionali.

“L’erogazione di tali prestazioni assistenziali – spiega Boeri – va a beneficio anche di soggetti che risiedono in Paesi in cui esistono sistemi di protezione sociale adeguati e talvolta più capillari di quello italiano. In alcuni casi, le istituzioni estere che gestiscono gli interventi assistenziali a favore dei residenti nei Paesi in cui operano riducono le prestazioni di importi corrispondenti all’ammontare dei benefici erogati da Inps, sicché per al pensionato non deriva alcun vantaggio mentre lo Stato italiano assume oneri che potrebbero essere assolti dallo Stato di residenza del pensionato. Quindi paradossalmente l’Italia, che non ha ancora un adeguato sistema di assistenza sociale per ragioni che vengono spesso attribuite a vincoli di bilancio, finisce per ridurre gli oneri di assistenza sociali di altri Paesi, peraltro non pochi dei quali a reddito pro capite più alto del nostro”.

“L’importo totale erogato all’estero per quote di integrazione al minimo e maggiorazioni sociali era, nel 2016 – conclude -, pari a circa 80 milioni”.

La malattia dei lavoratori e le visite fiscali

“Il polo unico della medicina fiscale partirà da settembre, ci stiamo preparando, pensiamo che sia un fatto molto importante e crediamo che sia necessario armonizzare tutto tra pubblico e privato, puntando ad estendere le fasce di reperibilità in linea con quello che abbiamo già nella Pa”.

E’ quanto ha detto il presidente dell’Inps, a margine di un’audizione al Senato, parlando delle visite sulle assenze per malattia, su cui l’Istituto avrà dal primo giorno di settembre una competenza esclusiva (finora per gli statali sono state invece attive le Asl).

Alla domanda se quindi le ore di reperibilità debbano essere portate a sette per tutti, anche per i dipendenti privati che oggi ne contano quattro, Boeri ha risposto: “Questo è quello che riteniamo essere la cosa più giusta e anche più affine a quanto avviene in altri Paesi”.

Il presidente dell’Inps comunque ricorda che sull’omogeneizzazione delle regole, ed eventualmente delle fasce orarie, “ci dovrà essere un decreto del ministero del Lavoro, con quello della Funzione pubblica”.

 

tratto da: http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/vitalizi-boeri-camere-rendano-pubblici-dati-sui-contributi-versati_3087281-201702a.shtml

 

Anche Papa Francesco si scaglia contro le “pensioni d’oro” della casta: “sono un’offesa al lavoro”…!

 

Papa Francesco

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Anche Papa Francesco si scaglia contro le “pensioni d’oro” della casta: “sono un’offesa al lavoro”…!

 

PENSIONI D’ORO, ANCHE IL PAPA SFERZA LA POLITICA

«Non sempre e non a tutti è riconosciuto il diritto a una giusta pensione, giusta perché né troppo povera né troppo ricca: le ”pensioni d’oro” sono un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni».

Queste sono le stesse parole che usiamo da anni e che hanno ispirato le nostre proposte in materia di pensioni d’oro!

È inaccettabile avere persone che prendono fino a 90mila euro mensili quando contemporaneamente assistiamo a milioni di disoccupati o pensionati a 400€ che fanno la fame.
Vitalizi, pensioni gonfiate e ingiustizie sono uno scandalo a cui mettere mano immediatamente: questi miliardi di euro recuperati potrebbero aiutarci a portare le pensioni minime sopra la soglia di povertà calcolata dall’Istat in 780€ mensili.

Per fare paragoni con situazione pratiche concrete e reali, attualmente circa 100mila pensionati d’oro che costano 13miliardi di euro l’anno, quasi il doppio di quanto servirebbe per impedire ad esempio l’aumento dell’IVA al 25.4%.

Dicono siano diritti acquisiti, ma stranamente sono gli unici diritti ad essere acquisiti in un Paese dove i diritti vengono svenduti.

Attuare misure di giustizia sociale non solo è sacrosanto dal punto di vista etico, ma anche sostanziale per i cittadini in difficoltà. Per attuare queste scelte politiche serve un governo che abbia le mani libere..

Vi ricordate quando nella stabilità di qualche anno fa scoprimmo i lobbisti in commissione bilancio spingere per l’approvazione di emendamenti che salvassero le pensioni d’oro?
O come il PD e il governo si siano opposti alla nostra mozione di taglio delle pensioni d’oro che abbiamo presentato appena entrati alla camera?

Con il Movimento 5 stelle al governo questo non solo non accadrà mai, ma si porrà fine a palesi ineguaglianze e ingiustizie.

Condividi se vuoi che questa vergogna venga abolita al più presto.

Sorial Girgis Giorgio

Signore e Signori, ecco il Pd di Matteo Renzi: loro si tengono i vitalizi, ma a voi che siete solo delle merdacce vi innalzano l’età pensionabile…!

Matteo Renzi

 

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Signore e Signori, ecco il Pd di Matteo Renzi: loro si tengono i vitalizi, ma a voi che siete solo delle merdacce vi innalzano l’età pensionabile…!

 

Il Pd si tiene i vitalizi (e vogliono innalzare l’età pensionabile)

Il Pd vuole mantenere il privilegio dei vitalizi. Renzi, che aveva detto di volerli tagliare, si è dimostrato per l’ennesima volta un mentitore seriale. Oggi, infatti, il Governo, in commissione Bilancio alla Camera, non ha presentato la relazione tecnica del Mef sul disegno di legge Richetti, atto senza il quale il testo dell’esponente dem rimarrà insabbiato in qualche cassetto della prima commissione. Questo documento, chiesto dal Pd per perdere tempo, non è arrivato in Parlamento e, di fatto, nessuno sa se mai arriverà, in quanto la Ragioneria generale dello Stato non ne sa nulla. Così l’iter della proposta sul taglio dei vitalizi viene affossato.

 

E pensare che il Movimento 5 Stelle aveva fatto di tutto per farlo approvare, rinunciando alla quota riservata all’opposizione, pur di farlo calendarizzare per il voto dell’Aula. E pensare che Padoan, sulla vicenda Consip, invece, è stato molto veloce nell’inviare una letterina al presidente del Senato, con allegata la relazione tecnica del Mef sui vertici Consip, nel tentativo di evitare la votazione a Palazzo Madama per salvare il ministro Lotti. E perché, allora, la relazione del Mef sui vitalizi si è stranamente persa per strada?

La verità è che Governo e Pd usano due pesi e due misure: quando si tratta di salvare gli amici degli amici, i potenti, o i componenti del giglio magico coinvolti in vicende giudiziarie inquietanti, si danno subito da fare e si inchinano alle richieste dei renziani. Quando, invece, si tratta di tagliare gli odiosi privilegi dei parlamentari, fanno orecchie da mercante e si esercitano in una vergognosa melina, pur di accaparrarsi il privilegio. Appena ci faranno tornare a votare, i cittadini spazzeranno via questa classe politica indegna che, sapendo di essere su una nave che sta affondando, cerca di afferrare tutto il denaro possibile.

Da beppegrillo.it

Il diktat del Fondo Monetario Internazionale: l’Italia deve tassare gli immobili e tagliare le pensioni …Ma quelli del Fmi invece di sparare queste cazzate, perché non dicono qualcosa a proposito di vitalizi e spese militari?

 

Fondo Monetario Internazionale

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Il diktat del Fondo Monetario Internazionale: l’Italia deve tassare gli immobili e tagliare le pensioni …Ma quelli del Fmi invece di sparare queste cazzate, perché non dicono qualcosa a proposito di vitalizi e spese militari?

 

Fmi: l’Italia deve tassare gli immobili e tagliare le pensioni

Il Fondo monetario internazionale raccomanda all’Italia di accelerare la riforma del Catasto e di “introdurre una forma di tassazione moderna sugli immobili”. Nel rapporto stilato al termine della missione annuale nella Penisola, l’istituzione torna sull’annoso tema dell tassazione sui beni immobiliari che ha attraversato vicende alterne, fino all’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Di fatto quando chiede una tassazione “moderna” sugli immobili il Fmi chiede di reintrodurre questa tassa. E questo allo scopo di trovare quei margini di correzioni dei conti pubblici che servono mentre si deve cercare di ridurre la tassazione sul lavoro e sui fattori di produzione.

L’altro grande capitolo di intervento individuato dagli ispettori del Fmi sui conti pubblici riguarda le pensioni. Posto che l’Italia fatto “più di molti altri” Paesi per garantire la sostenibilità del sistema, secondo Washington “dovrebbe considerare di ridurre l’elevata spesa pensionistica” su cui si potrebbero “rivedere i parametri”. (fonte askanews)

…Invece, sui vitalizi d’oro dei nostri politici e sui 25 miliardi l’anno che spendiamo per le armi, niente da dire, eh???

By Eles

In Parlamento si discute sulla regolamentazione dei Vitalizi – Ed ecco l’emendamento (subito approvato) sulla reversibilità proposto da Gasparini (Pd, ovviamente): “Ingiusto che i congiunti dei parlamentari finiscano a fare la sguattera o il giardiniere” …che tradotto in Italiano significa: noi possiamo, ma loro NO, sono la casta!

Vitalizi

 

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In Parlamento si discute sulla regolamentazione dei Vitalizi – Ed ecco l’emendamento (subito approvato) sulla reversibilità proposto da Gasparini (Pd, ovviamente): “Ingiusto che i congiunti dei parlamentari finiscano a fare la sguattera o il giardiniere” …che tradotto in Italiano significa: noi possiamo, ma loro NO, sono la casta!

 

Vitalizi, dicono addio al privilegio ma si aumentano la reversibilità: “I congiunti di deputati non possono fare le sguattere”

Primo sì al ricalcolo delle pensioni parlamentari in essere col sistema contributivo. All’ultimo però passa il cavillo da Casta: la reversibilità è aumenta di un quinto se i beneficiari non hanno altri redditi. Inps: “Privilegio che non ha pari”. La firmataria Gasparini (PD): “Ingiusto che i congiunti dei parlamentari finiscano a fare la sguattera o il giardiniere”

Dall’Inps assicurano che in Italia non c’è categoria che goda di una norma tanto favorevole da aumentare di colpo la pensione di reversibilità del 20%. Non i 21 milioni di dipendenti pubblici e privati  cui ogni anno eroga le pensioni, che al massimo possono contare sulle rivalutazioni Istat dello zero virgola o di vedersi alzare l’importo, se inferiore, ai 501 euro di pensione sociale. Il problema comune a tutti gli italiani non riguarderà invece mogli e figli di 2.470 ex onorevoli e 1.650 ex consigli regionali che al momento di incassare la reversibilità potranno contare su un assegno aumentato automaticamente di un quinto. A prescindere dall’importo. Ed ecco rispuntare il privilegio, per di più nella legge nata per abolire il più avversato di tutti: il ricco vitalizio che a ancora oggi consente agli ex parlamentari di incassare anche 5-6mila euro al mese a fronte di qualche legislatura in Parlamento.

Parliamo della loro rottamazione, visto che eri il Parlamento ha assestato al vitalizio il primo colpo mortale della storia.  La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato il testo base, a firma di Matteo Richetti, che dispone il ricalcolo dei trattamenti in essere col sistema contributivo. Si tratta di una rivoluzione copernicana che il 31 maggio dovrà ricevere il voto d’aula, passare al Senato e (salvo resistenze e rimpalli) diventare legge entro la fine della XVII legislatura. Che sia un tonico per la reputazione delle istituzioni, una cura dimagrante per i privilegiati e un risparmio straordinario (760 milioni in 10 anni, dice Boeri) per le casse pubbliche non c’è dubbio. Però però.

La pillola, contro la quale già si annunciano ricorsi (per i famosi “diritti acquisiti”), è un po’ meno amara del previsto: all’ultimo passa un emendamento che accorda un beneficio ben poco perequativo nella corsa a omologare il trattamento degli ex onorevoli e consiglieri a quello dei lavoratori dipendenti. Riguarda la “Rideterminazione degli assegni vitalizi” (art.13), lo firma la deputata Pd Daniela Gasparini e recita così: “In assenza di altri redditi di cui all’articolo 6, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per i soli trattamenti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, la misura della pensione di cui all’articolo 11 è aumentata del 20 per cento”.

In soldoni significa che in caso il congiunto beneficiario della reversibilità non abbia “redditi da lavoro dipendente/autonomo e d’impresa, rendite fondiarie e redditi da capitale” percepirà il 60% dell’importo come gli altri italiani, ma aumentato di un quinto. Automaticamente, senza soglia massima ne criteri patrimoniali. E pace se in quelle stesse famiglie, a differenza di altre, per anni si è materializzato uno stipendio parlamentare da 10mila euro al mese.

L’autrice dell’emendamento, manco a dirlo, difende l’eccezione come una misura di “equità”. “Ho pensato che era sacrosanto –  dice la Gasparini al fattoquotidiano.it – mettere fine a trattamenti insostenibili attraverso il ricalcolo contributivo dell’importo pensionistico ma anche che non fosse giusto che i congiunti di un parlamentare, che magari non hanno altro reddito, finissero a fare la sguattera o il giardiniere. Ecco perché ho pensato a un riconteggio aumentato del 20%. E’ una misura pensata su situazioni personali a volte gravose: c’è la vedova, l’anziano, il figlio disabile etc”.

Scusi tanto, ma purtroppo queste cose capitano a tutti gli altri italiani. “Guardi che nessuno in Italia oggi ha un regime pensionistico totalmente contributivo, ma al massimo misto, e non c’è altra categoria sulla quale è in corso una rimodulazione così forte degli assegni previdenziali. Prima del 2012 per cinque anni di legislatura gli onorevoli prendevano 2.200 euro di vitalizio, ora diventeranno 700/800 al momento della maturazione. Non si conoscono ancora gli effetti del ricalcolo di quelle già in corso, ma si stima un taglio del 50% cui, in caso di reversibilità, se ne aggiunge un altro del 40%. Insomma, rimane ben poco per le famiglie dei parlamentari che hanno dedicato magari anni a lavorare per questo Paese. Un Paese che ha tollerato troppo a lungo le baby pensioni e i privilegi. E l’ingiustizia non è una prerogativa dei parlamentari, ci sono altre categorie che hanno trattamenti di favore, a partire dai giornalisti. Le dirò di più: questa misura è un atto coraggioso che anticipa quello che auspico un domani per tutti”. Giusto, ma perché cominciare proprio dai parlamentari?

@thomasmackinson

Panico tra i politici. Il siluro dell’Inps fa tremare la casta: “I vitalizi dei parlamentari ormai sono insostenibili”

politici

 

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Panico tra i politici. Il siluro dell’Inps fa tremare la casta: “I vitalizi dei parlamentari ormai sono insostenibili”

...ma state sereni, i nostri politici hanno affossato anche questo!

“I vitalizi dei parlamentari ormai sono insostenibili”. Panico tra i politici. Il siluro dell’Inps fa tremare la casta

Per gli ex parlamentari sono in pagamento 2.600 vitalizi per una spesa di 193 milioninel 2016, circa 150 milioni superiore rispetto ai contributi versati.

Lo dice il presidente dell’Inps, Tito Boeri in una audizione alla Camera sui vitalizi. “Applicando – dice – le regole del sistema contributivo oggi in vigore per tutti gli altri lavoratori all’intera carriera contributiva dei parlamentari, la spesa per vitalizi si ridurrebbe del 40%, scendendo a 118 milioni, con un risparmio, dunque, di circa 76 milioni di euro l’anno (760 milioni nei prossimi 10 anni)”. Boeri nell’audizione sottolinea come la spesa negli ultimi 40 anni sia stata “sempre più alta dei contributi. Normalmente un sistema a ripartizione (in cui i contributi pagano le pensioni in essere) – precisa – alimenta inizialmente forti surplus perchè ci sono molti più contribuenti che percettori di rendite vitalizie. Nel caso di deputati e senatori, invece, il disavanzo è stato cospicuo fin dal 1978, quando ancora i percettori di vitalizi erano poco più di 500, prova evidente di un sistema insostenibile”.

“Essendo il numero dei contribuenti fisso – dice – questi andamenti erano più che prevedibili. Eppure si è ritenuto per molte legislature di non intervenire. Addirittura si sono resi questi trattamenti ancora più generosi, come testimoniato da una crescita, per lunghi periodi, più accentuata della spesa che del numero di percettori.

I correttivi apportati più di recente alla normativa, pur avendo arrestato quella che sembrava una inarrestabile crescita della spesa – continua – non sono in grado di evitare forti disavanzi anche nei prossimi 10 anni”. “Con le regole attuali – sottolinea Boeri – la spesa per vitalizi è destinata ad eccedere anche nel prossimo decennio di circa 150 milioni l’anno i contributi versati da deputati e senatori. Applicando le regole del sistema contributivo oggi in vigore per tutti gli altri lavoratori italiani all’intera carriera contributiva dei parlamentari, la spesa per vitalizi si ridurrebbe del 40%, scendendo a 118 milioni. Vi sono 117 ex-deputati e senatori con lunghe carriere contributive per i quali il ricalcolo potrebbe comportare un incremento del vitalizio.

I risparmi derivanti dal ricalcolo contributivo salirebbero a circa 79 milioni se la correzione alla luce del ricalcolo contributivo avvenisse solo al ribasso, tenendo conto del fatto che per la stragrande maggioranza degli ex- parlamentari ha ricevuto un trattamento di favore rispetto agli altri contribuenti”.

“Supponendo poi che il rapporto fra vitalizi in essere e vitalizi ricalcolati sia lo stesso per i consiglieri regionali, il risparmio complessivo in caso di ricalcolo per l’insieme delle cariche elettive – avverte il presidente Inps – salirebbe a 148 milioni di euro circa per il solo 2016 (e circa un miliardo e 457 milioni sui primi 10 anni presi in considerazione dalle nostre simulazioni). Si tratta, dunque, di misure non solo simboliche, ma in grado di contribuire in modo significativo alla riduzione della spesa pubblica o al finanziamento di programmi sociali”
fonte: http://notizieinmovimentonews.blogspot.de/2017/01/i-vitalizi-dei-parlamentari-ormai-sono.html?m=1