25 settembre 2005 – Ucciso a botte dalla polizia, Federico Aldrovandi, morto a 18 anni…!

 

Aldrovandi

 

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25 settembre 2005 – Ucciso a botte dalla polizia, Federico Aldrovandi, morto a 18 anni…!

Federico Aldrovandi, studente ferrarese di 18 anni, è morto il 25 settembre 2005. Federico è morto per le percosse ricevute in strada, dove gli agenti avrebbero risposto a una presunta aggressione da parte del giovane.

Il 25 settembre del 2005 il ragazzo di 18 anni morì dopo essere stato fermato dalla polizia. Quattro poliziotti, Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione, per “eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi”.

Era l’alba del 25 settembre 2005 quando moriva a 18 anni in seguito ai colpi ricevuti durante un controllo di polizia. Oggi ne avrebbe poco più di una trentina 30, tornava a casa in via dell’Ippodromo a Ferrara, da solo ma prima aveva passato la serata con alcuni amici. Aveva una felpa con un cappuccio, di quelle che usano gli adolescenti un po’ per mimetizzarsi, per essere uguali agli altri e non farsi notare. Ma quel giorno non bastò quella felpa per tornare sano e salvo nella sua cameretta.

Federico incontrò i diavoli. Quattro agenti di polizia, arrivati per la telefonata di una residente che si lamenta per gli schiamazzi. Secondo quanto si legge nella sentenza della Corte d’appello “il ragazzo era in evidente agitazione psicomotoria, calciò a vuoto contro gli agenti che invece del dialogo, delle prime cure sanitarie, dell’eventuale identificazione, seguirono una via violenta. Percosse anche quando lui gridava «Aiuto, basta»”.

Ha smesso di respirare alle 6 e 15. Cinquantaquattro lesioni e un decesso per asfissia da compressione toracica.

Sono passati tanti anni. I responsabili sono Enzo Pontani, Luca Pollastri, Paolo Forlani e Monica Segatto, che hanno invocato la legittima difesa, sono stati tutti condannati per eccesso colposo in omicidio colposo in via definitiva, a 3 anni e 6 mesi di reclusione, pena in parte coperta dall’indulto. La sentenza della Cassazione è del 2012. Per loro non c’è stata l’espulsione dal corpo di polizia.

Restano Patrizia e Lino, i genitori di Federico, il loro dolore si è fatto lotta per la verità, per la giustizia.

Restiamo noi che crediamo nelle divise pulite e nelle forze dell’ordine che proteggono i cittadini.

Resta la sua faccia con quella corona di sangue che ci ricorda che non dovremmo dimenticare finché giustizia non sarà fatta.

Ogni generazione ha il suo Cristo in croce con la sua corona di spine.