I fallimenti di Renzi e della Boschi? Non esistono. O esistono solo nella mente di faziosi populisti. E se il 4 dicembre gli italiani hanno clamorosamente spedito a casa il governo Renzi, è perché non hanno capito le meraviglie fin lì prodotte. Il volto di quel disastro referendario e governativo, Maria Elena Boschi, non ha ancora metabolizzato la catastrofe. L’avesse fatto forse non si sarebbe prodigata per tornare al potere, oltretutto col cruciale ruolo di sottosegretario (o sottosegretaria secondo la neolingua boldriniana) alla presidenza del Consiglio. È successo che l’altra sera l’ex ministro abbia preso la parola alla festa del PD a Milano commentando (anche) quella debacle maestosa, che tra l’altro avrebbe dovuto decretarne la fine della carriera politica, promessa rimangiata in agile scioltezza come sappiamo.
Ebbene, la figlia dell’ex vicepresidente di Banca Etruria si è lanciata in improbabili lodi del Jobs Act, a suo dire strumento di formidabile efficacia nonostante il boom dei licenziamenti e gli effetti nulli sulla ripresa del mercato del lavoro, con l’Italia che resta fanalino di coda in Europa per crescita del Pil e disoccupazione giovanile, solo per citare due parametri da nulla. Entrando nel merito della riforma renzian-boschiana, la dirigente piddina ha sostanzialmente affermato che i contenuti erano sacrosanti e che l’unica pecca governativa, bontà sua, riguardava la comunicazione.
Ovvero Renzi e compagni non sarebbero stati abbastanza efficaci nel spiegare quanto fossero eccezionali le riforme messe a punto, sia sul fronte economico (Jobs Act) sia su quello costituzionale. Nonostante la martellante propaganda filo renziana di tv e giornaloni, dato che persino Mediaset era convintamente schierata per il sì al referendum come ammesso dallo stesso Berlusconi. E nonostante i cospicui quattrini investiti per abbeverarsi alla fonte dello spin doctor americano Jim Messina, maestro indiscusso nel perderle tutte da svariati anni e forse proprio per questo scelto dallo statista di Rignano. Mettiamoci poi la batosta storica delle ultime amministrative, con cui gli italiani hanno ribadito un concetto che ora dovrebbe essere chiaro a chiunque, anche al sottosegretario (pardon, sottosegretaria) Boschi.