L’accusa contro il Ministro Giuliano Poletti: “Il Piano contro la povertà esclude il 70% dei cittadini”…!

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Poletti

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L’accusa contro il Ministro Giuliano Poletti: “Il Piano contro la povertà esclude il 70% dei cittadini”…!

 

da Huffington Post

Mdp risponde alla proposta del ministro Giuliano Poletti: “Il Piano contro la povertà esclude il 70% dei cittadini”

In esclusiva per Huffington Post la lettera dei tre leader e dei due capigruppo di Mdp sul Piano contro la povertà annunciato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

Tra gli impegni che il governo Gentiloni deve portare a termine entro la fine della legislatura c’è quello del contrasto alla povertà assoluta. Il Piano nazionale – dopo la sperimentazione del SIA – è un primo passo, sopratutto nei confronti delle famiglie con minori. Resta la sproporzione tra le risorse stanziate e le reali necessità. Questo intervento, quando adottato, coprirà a malapena il 30% dei poveri assoluti. Rimarranno fuori 7 cittadini su 10. La povertà assoluta è una condizione economica che impedisce a oltre 4,5 milioni di persone l’accesso ai beni essenziali: alimentazione, casa, educazione, abbigliamento, minima possibilità di mobilità e svago. I più coinvolti sono i giovani, le famiglie numerose, i lavoratori poveri. Non soltanto al Sud (9,1% delle famiglie), ma anche al Centro (4,2%) e al Nord (5%).

L’Alleanza contro la Povertà ha fatto una proposta precisa – e di carattere strutturale – che prevede una spesa di 1,7 miliardi il primo anno per giungere, il quarto anno, a tutelare tutti i nuclei familiari che si trovano in povertà assoluta con uno stanziamento di sette miliardi. Questa proposta, una volta a regime, richiederebbe uno stanziamento pari allo 0,34% del Pil (oggi l’Italia spende lo 0,1% contro una media europea dello 0,4%). Le risorse si possono reperire correggendo la finanza pubblica che ha segnato l’ultimo triennio, ripristinando il principio costituzionale della progressività fiscale contenuto nell’articolo 53 della nostra Carta. Dal 2015 al 2017 è stata movimentata una massa finanziaria di ben 90 miliardi di euro, con effetti modesti sulla crescita. Investimenti di altra natura – come il contrasto alla povertà assoluta – avrebbero conseguenze ben più evidenti, sia sul piano sociale che su quello economico.

Anche da Bruxelles guarderebbero con maggiore fiducia a un uso della maggiore flessibilità per una vera crescita. La vicenda economica della vicina Germania ci indica infatti che non c’è vera crescita senza innovazione dello stato sociale. La lotta alla povertà non solo è giusta, ma, come sostengono concordemente molti economisti, è anche un fattore di crescita, per il noto principio dell’alta propensione al consumo di chi ha meno. Stiamo parlando di una misura non solo assistenziale ma di una strategia di reinserimento e attivazione sociale. Con l’assolvimento dell’obbligo scolastico e del rispetto dei protocolli sanitari per i minori; con percorsi di formazione professionale e di partecipazione al mercato del lavoro per gli adulti. Sylos Labini scriveva che: «se la miseria esiste» alcuni «la sfruttano»; ma questo – continuava – non «autorizza ad affermare che la miseria è indispensabile al capitalismo». L’indifferenza verso i destini degli esclusi è una lesione grave della nostra comunità. Per queste ragioni crediamo che contrastare la povertà assoluta, oltre che strumento anti-ciclico, è un principio fondamentale della nostra democrazia.