Italiani e povertà – Per la Banca d’Italia è record storico… Scusate, ma prima delle Elezioni Gentiloni e Renzi non andavano raccontando che la crisi era finita, che eravamo in piena ripresa e che gli Italiani, finalmente, stavano molto meglio?

 

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Italiani e povertà – Per la Banca d’Italia è record storico… Scusate, ma prima delle Elezioni Gentiloni e Renzi non andavano raccontando che la crisi era finita, che eravamo in piena ripresa e che gli Italiani, finalmente, stavano molto meglio?

 

Italiani e povertà, Banca d’Italia: record storico

Nel 2016 la quota di italiani residenti (quindi nati sia in Italia che all’estero) a rischio di povertà è salita al 23%: si tratta del massimo storico da quando la Banca d’Italia ha iniziato questo tipo di rilevazioni. Il livello di povertà è quello di persone che dispongono di un reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano.

L’analisi fornita da Via Nazionale mostra come rispetto al 2006 la quota di rischio – valutata in base alle caratteristiche del capofamiglia – sia cresciuta (spesso in maniera notevole) per quasi tutte le fasce di età, geografiche e condizione professionale. Unica eccezione i pensionati, la cui percentuale di individui a rischio è scesa dal 19,0% del 2006 al 16,6% del 2016.

In netta salita invece le ‘difficoltà’ per i nuclei con capofamiglia di età inferiore a 35 anni (quota salita dal 22,6 al 29,7%), per chi vive al Nord (dall’8,3 al 15%) e soprattutto per gli immigrati, dove il rischio povertà è balzato dal 33,9 al 55%. Stabile, invece, pur se a livelli molto elevati, la percentuale di rischio povertà al Sud, che rimane al 39,4% (valore pressoché identico a dieci anni prima).

RICCHEZZA – Si confermano le forti disparità di distribuzione della ricchezza delle famiglie italiane. L’indagine di Bankitalia sui loro bilanci mostra infatti come il 30% di famiglie più povere detiene l’1% della ricchezza netta mentre il 5% più ricco ne controlla il 30%.

REDDITO MEDIO – Nel 2016 il reddito equivalente medio delle famiglie italiane è cresciuto del 3,5% rispetto al 2014, interrompendo la caduta, pressoché continua, avviatasi nel 2006. Via Nazionale tuttavia sottolinea come il reddito equivalente resti ancora inferiore di 11 punti percentuali a quello di dieci anni prima. ADNKRONOS

 

fonte: http://www.imolaoggi.it/2018/03/12/italiani-e-poverta-banca-ditalia-record-storico/

Tutti i regalini che il governo Renzi-Gentiloni ci ha lasciato in eredità per questo 2018 e su cui in Tv è stato ordinato il silenzio assoluto!

 

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Tutti i regalini che il governo Renzi-Gentiloni ci ha lasciato in eredità per questo 2018 e su cui in Tv è stato ordinato il silenzio assoluto!

M5S: ‘Ecco la stangata del governo Gentiloni sulle famiglie’

Riportiamo di seguito il post pubblicato sul Blog Delle Stelle:

“Il 2018 ha debuttato nel segno dell’educatissimo e moderatissimo Gentiloni al governo del Pd. Ma mentre la grande stampa strombazza i dati di una crescita che nessuno ha percepito, ecco che invece qualcuno si preoccupa di ricordare agli italiani quale mazzata, tutt’altro che moderata, arriverà sui bilanci delle famiglie.

L’Adusbef, un’affidabile associazione dei consumatori, ha stimato una stangata da 952 euro a nucleo. Ecco, poi, perché avanzano povertà ed esclusione sociale.

Saliranno Rc Auto, tanto per cambiare, e spese per trasporti. Ma anche Tari ed esborsi per la scuola o i servizi professionali e bancari. Nel dettaglio, si parla, in media, di +40 euro sui pedaggi autostradali, +97 per il trasporto, +49 per la Tari, +45 per l’acqua, +55 per i ticket sanitari, +25 per le assicurazioni auto, +18 per le tariffe postali, +156 per la tariffe professionali e più 38 euro per i costi dei conti correnti bancari.

Questi dati ci spiegano bene perché poi 18 milioni di italiani siano a rischio povertà. Con una percentuale, secondo Istat, passata dal 28,7 al 30% solo dal 2015 al 2017, negli anni dei governi di Renzi e del moderato Gentiloni.

Loro sono quelli bravi e capaci? Sì, bravissimi a farsi i fatti loro a scapito degli italiani.”

Nella giornata di ieri il candidato premier dei 5 Stelle Luigi Di Maio ha proposto di dare una “pensione di cittadinanza” a chi vive sotto la soglia minima di povertà. Una proposta che però non è piaciuta ai parlamentari del Pd, i quali l’hanno derisa,

adinanza_mai_piu_sotto_la_soglia_di_poverta.html” rel=”noopener” target=”_blank”>ha commentato Di Maio,

nonostante siano “rappresentanti di quel partito che in teoria dovrebbe dimostrare una certa sensibilità verso temi come la povertà e l’emarginazione sociale”. Evidentemente, ha aggiunto l’esponente pentastellato, “l’unico tema a cui sono rimasti sensibili sono i loro privilegi”.

Di Maio ha anche spiegato che “se queste persone si tagliassero lo stipendio o rinunciassero al vitalizio, come abbiamo fatto noi del MoVimento 5 Stelle, trovare le coperture per dare una pensione decente ai tanti anziani che non arrivano a fine mese non sarebbe un problema”.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/01/21/m5s-la-stangata-del-governo-gentiloni-sulle-famiglie/

Eurostat: l’Italia è il Paese dell’Unione con più poveri. I dati che smentiscono clamorosamente i vergognosi proclami di Renzi e Gentiloni!

 

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Eurostat: l’Italia è il Paese dell’Unione con più poveri. I dati che smentiscono clamorosamente i vergognosi proclami di Renzi e Gentiloni!

Povertà: Eurostat, l’Italia è il Paese Ue con più poveri

Quasi 7 milioni, il doppio della Germania e tre volte la Francia

L’Italia è il Paese europeo con il numero più elevato di persone che vivono in “gravi privazioni materiali”, ovvero la definizione istituzionale di ‘poveri’. E’ quanto emerge dai dati Eurostat relativi al 2015, che segnalano una discesa sensibile del numero di poveri in Europa, ma solo marginale in Italia. Nel 2015 in Europa il tasso di povertà è sceso a 8,2% sul totale dei cittadini europei, dal 9% del 2014.

In totale, sono 41,092 milioni i poveri in Europa. L’Italia, invece, è passata dall’11,6% all’11,5%, ovvero un totale di 6,982 milioni di persone che vivono in conclamate condizioni di povertà. Per Eurostat, si tratta di persone che non possono affrontare una spesa inaspettata, permettersi un pasto a base di carne ogni due giorni, mantenere una casa. Il numero è molto più basso in Germania (3,974 milioni), dove il tasso è appena del 5%, e anche in Francia (2,824 milioni), con un tasso del 4,5%, entrambi Paesi più popolosi dell’Italia. In generale sono poveri soprattutto i genitori ‘single’ (17,3% del totale Ue) e gli adulti senza compagno (11%).

 

fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2016/04/14/poverta-eurostat-litalia-e-il-paese-ue-con-piu-poveri_da758191-a44a-44e5-b9a8-ea47a838e6c6.html

Gentiloni festeggia per un PIL all’1,8%? Ma è idiota, o pensa che lo siamo noi? Nella zona Euro siamo 25esimi su 28! Per non parlare dei Paesi senza Euro che hanno PIL anche 4 volte il nostro!

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Gentiloni festeggia per un PIL all’1,8%? Ma è idiota, o pensa che lo siamo noi? Nella zona Euro siamo 25esimi su 28! Per non parlare dei Paesi senza Euro che hanno PIL anche 4 volte il nostro!

GENTILONI FESTEGGIA IL PIL? SIAMO 25° SU 28. MEGLIO L’ITALIA DI VENTURA

di Franco Bechis

Ancora una volta il governo di Paolo Gentiloni festeggia oltremisura il dato Istat sulla crescita del Pil come se fosse la dimostrazione di una particolare efficacia delle politiche economiche italiane. Certo, meglio crescere dell’1,8% che essere in recessione. E’ ovvio.

Allo stesso modo a livello calcistico meglio fare 0-0 che perdere 4-0. Però dipende dal contesto: con lo zero a zero l’Italia di Gian Piero Ventura è stata eliminata dalla Svezia e dopo più di 50 anni non parteciperà ai miondiali.

L’Italia di Gentiloni e di Pier Carlo Padoan con quell’1,8 di Pil sta facendo perfino peggio di quella di Ventura… Il risultato tanto celebrato dal governo italiano una volta visti anche quelli degli altri paesi è banalmente il 25° in Europa, su 28 paesi. La crescita media dell’area dell’euro è 2,5%, e la crescita media dell’Europa a 28 è 2,5%. La Spagna cresce del 3,1%, la Germania del 2,8%, il Portogallo del 2,5%, la Francia del 2,2%. Quasi tutti i paesi ex Est Europa sono sopra il 5%, con la Romania addirittura all’8,6%.

Il dato italiano è dunque misero misero e una volta di più dimostra come le politiche economiche del governo Gentiloni frenano la ripresa che senza nessun governo in carica farebbe da sola andare molto meglio di così l’Italia. Quella di palazzo Chigi dunque è la sola squadra peggiore dell’Italia di Ventura…

www.limbeccata.it

Vergognoso – Tanto “Gentiloni” coi consulenti. La legislatura sta per finire, ma a Palazzo Chigi ancora si “imbarcano” collaboratori… Amici loro che non servono a niente, non faranno niente, ma che paghiamo NOI!

Palazzo Chigi

 

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Vergognoso – Tanto “Gentiloni” coi consulenti. La legislatura sta per finire, ma a Palazzo Chigi ancora si “imbarcano” collaboratori… Amici loro che non servono a niente, non faranno niente, ma che paghiamo NOI!

Tanto Gentiloni coi consulenti. La legislatura sta finendo ma a Palazzo Chigi si imbarcano collaboratori

Mancano quattro mesi o poco più alla fine della legislatura. Ormai secondo molti resta da giocare soltanto la partita della Legge di Stabilità, dopodiché partiti e movimenti saranno tutti presi dalla corsa elettorale per cui i tanti provvedimenti rimasti in stand-by potranno dire addio ad una loro approvazione in questi ultimi scampoli di legislatura. Les jeux sont faits, dunque. Ma non per consulenti e collaboratori. Qui il capitolo resta  aperto. Esattamente come lo sono le porte di Palazzo Chigi. A scorrere l’ultimo aggiornamento del personale e dei dirigenti pubblicato in questi giorni dal Governo, infatti, ecco che ci si accorge di come il numero di consulenti sia cresciuto.  Per dire: i collaboratori che lavorano fianco a fianco di Paolo Gentiloni sono aumentati di tre unità, passando dai 12 che si contavano nell’aggiornamento precedente (maggio) agli attuali 15. I nomi, come spesso accade, non sono casuali. E così, accanto all’incarico di “esperto-consiglirere per le politiche industriali” affidato a titolo gratuito all’ex amministratore delegato di Poste, Francesco Caio, è curiosa la nomina di Andrea Lezzi ad “assistente del  capo dell’ufficio”. Cosa faceva Lezzi prima di approdare a Palazzo Chigi? Ce lo dice il suo profilo Linkedin: “produzione contenuti web e articoli presso Basta un Sì”. La campagna referendaria del Pd. C’è da sorprendersi? No, considerando che tra i tanti che hanno lavorato nel comitato Basta un Sì troviamo anche Rudy Francesco Calvo, oggi capo ufficio stampa della ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, con una retribuzione, tra le varie indennità, di 80mila euro.

Ovviamente, però, ministri senza portafoglio e sottosegretari non sono da meno al premier. E così, ad esempio, il sottosegretario alle Politiche europee, Sandro Gozi, conta oggi cinque collaboratori in più rispetto al precedente aggiornamento di maggio (da 12 a 17). Ad accrescere il numero di suoi consulenti, poi, anche la sottosegretaria per i rapporti col Parlamento, Sesa Amici: nell’ultimo aggiornamento spunta il nome di Caterina Conti che oggi svolge “attività di supporto”. Bene, il nome della Conti è tra i venti millenials che Matteo Renzi ha scelto per la direzione del Pd. Ma d’altronde anche qui non è l’unico caso: stessa sorte è capitata anche ad un altro millenialDavide Ragone, che oggi lavora nel dipartimento di Maria Elena Boschi. Alla faccia di chi diceva che quella dei giovani in direzione fosse solo una mossa “strategica” di Renzi.

Esercito aureo – Infine il capitolo dirigenti. Anche qui l’ultimo aggiornamento regala sorprese. Sono i numeri a disegnare il quadro: appena insediato l’esecutivo diretto da Gentiloni, Palazzo Chigi contava 236 dirigenti; l’ultimo aggiornamento ne conta 259, con un “saldo” attivo di 23 unità. E qui non parliamo di stipendi di poco conto considerando che, nella maggior parte dei casi tra parte fissa, retribuzione di posizione e di risultato, i compensi sfiorano  (e a volta superano) i 100mila euro cadauno.

 

fonte: http://www.lanotiziagiornale.it/tanto-gentiloni-coi-consulenti-la-legislatura-sta-finendo-ma-a-palazzo-chigi-si-imbarcano-collaboratori-e-dirigenti/

Può succedere solo in Italia: il Codacons denuncia il Governo per “abuso della credulità popolare” per le promesse ai terremotati mai mantenute!

 

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Può succedere solo in Italia: il Codacons denuncia il Governo per “abuso della credulità popolare” per le promesse ai terremotati mai mantenute!

(Fonte: Ufficio stampa Codacons) – Codacons su terremoto Centro Italia e denuncia Gentiloni. Promesse non mantenute del governo: Gentiloni sarà denunciato dal Codacons alla Procura della Repubblica per abuso della credulità popolare e della fiducia dei cittadini terremotati.

Nel Centro Italia le macerie sono rimaste esattamente dov’erano e tutte le promesse fatte per acquisire consenso non sono state mantenute.

All’indomani del primo anniversario dalla scossa che seminò il panico e la distruzione nel Centro Italia, il Codacons denuncia il governo per omissione di atti dovuti e abuso della fiducia popolare in relazione alle promesse non mantenute circa la soluzione dei problemi connessi al sisma.

La situazione infatti è rimasta assolutamente critica: nonostante un cronoprogramma (teoricamente) serrato e nonostante le promesse contrarie diffuse da diversi esponenti istituzionali, la gran parte delle macerie rimane dov’era. Proprio per aver promesso interventi risolutivi, di fatto mai avviati, il governo quindi si guadagna la denuncia dell’Associazione.

Inoltre, il Codacons interviene ulteriormente a tutela dei cittadini colpiti dal sisma nel Centro Italia.

L’Associazione infatti mette a loro disposizione la nomina di persona offesa, così da permettergli di intervenire nel procedimento contro i responsabili del crollo del campanile di Accumoli e delle due palazzine di edilizia popolare di piazza Sagnotti ad Amatrice.

In caso di rinvio a giudizio, di fatto già annunciato, sarà così possibile costituirsi parte civile e richiedere un risarcimento danni. Per pre-aderire all’iniziativa è sufficiente visitare il sito www.codacons.it.

fonte: http://codacons.it/promesse-non-mantenute-del-governo-gentiloni-sara-denunciato-dal-codacons-alla-procura-della-repubblica-abuso-della-credulita-popolare-della-fiducia-dei-cittadini-terremotati/

L’Italia umiliata da Macron – Ma quei gran geni dell’Intellighentia Pd avevano già capito tutto subito – E sarebbe questa la gente che ci deve governare?

 

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L’Italia umiliata da Macron – Ma quei gran geni dell’Intellighentia Pd avevano già capito tutto subito – E sarebbe questa la gente che ci deve governare?

L’Italia umiliata dai francesi

Scrive il presidente di Adusbef Elio Lannutti sul proprio profilo Facebook:

“FINCANTIERI: ITALIA UMILIATA DAI FRANCESI, CONTA MENO DEI COREANI. UN GOVERNO SERIO PORREBBE ANALOGO VETO SU TIM,AZIENDA STRATEGICA ITALIANA, INIBENDO IL 25% DI BOLLORE’

Il governo italiano, che ha appena subito il cocente smacco del presidente Macron sulla Libia, accettando il ricatto della Francia sull’acquisizione dei cantieri di Stx da parte di Fincantieri (Azienda Pubblica), che ad aprile aveva rilevato il 66,6% dei cantieri francesi dagli azionisti sud coreani con relativo accordo delle maggioranza assoluta e che oggi deve contare per il 50% e forse meno, umilia se stesso e le imprese italiane diventate territorio di conquista degli stranieri, in particolare dei francesi.

Un governo a schiena dritta non succube degli altrui diktat, che avrebbe il dovere di tutelare l’interesse nazionale, ripagherebbe con la stessa moneta il novello Napoleone Macron, che oltre alla disfatta appena inflitta all’Italia sulla Libia, e la tutela delle proprie frontiere sui migranti, impone la politica delle proprie convenienze all’azionista di maggioranza Fincantieri, ponendo il veto su Tim, azienda strategica italiana senza consentire a Bollore’ e Vivendi si spadroneggiare con meno del 25% delle azioni, su diritti ed interessi generali.

Non è forse arrivato il tempo per governo e ministri pavidi, fautori del Ttip e del Ceta da far promulgare a tambur battente dal Parlamento, di riscattare la propria ignavia ponendo il veto su Tim e ripagando Macron con la stessa moneta, anche per arginare la svendita a prezzi di saldo di aziende strategiche italiane, come la Tim ai francesi di Vivendi, che oltre al danno al 75% degli azionisti, e lo schiaffo della mega buona uscita di 25 milioni di euro a Cattaneo per il lavoro ‘sporco’ a danno di utenti e lavoratori, vorrebbe infliggere l’ulteriore beffa delle sue condizioni capestro ad un paese come l’Italia, che viene trattata come una colonia francese?”

 

tratto da: http://www.subitodalweb.com/2017/07/28/litalia-umiliata-dai-francesi/

Bambini morti! Vi danno fastidio queste immagini? Eppure li hanno ammazzati le armi che NOI Italiani vendiamo all’Arabia grazie al Ministro Pinotti, a Renzi ed a Gentiloni…!!!

 

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Bambini morti! Vi danno fastidio queste immagini? Eppure li hanno ammazzati le armi che NOI Italiani vendiamo all’Arabia grazie al Ministro Pinotti, a Renzi ed a Gentiloni…!!!

 

La guerra in Yemen nel silenzio dei media: 16.200 morti in due anni 

L’attenzione mediatica sui conflitti in corso nel mondo non è mai casuale: è sempre pilotata per dirigere l’indignazione dove più conviene. E dirigere l’indignazione sullo Yemen non conviene a nessuno. Secondo l’ONU, tra marzo 2015 e aprile 2016 fra 7.400 e 16.200 persone sono morte in Yemen. La guerra coinvolge gli yemeniti Huthi fedeli all’ex presidente Saleh, e le forze leali al governo attuale, quello di Hadi.

Le forze degli Huthi conquistano la capitale San’a nel marzo del 2015 e costringono alla fuga gli avversari, e quindi lanciano un’offensiva per estendere il loro controllo nelle province meridionali. Hadi si rifugia in Arabia Saudita, e qui entra in gioco proprio quest’ultimo stato, che secondo l’ONU ha causato da solo più morti civili degli scontri fra le due fazioni.

A non convenire l’attenzione mediatica sul conflitto è soprattutto il NOSTRO Governo che con queste stragi ci lucra.

L’Arabia Saudita (A CUI NOI VENDIAMO LA NOSTRE ARMI) attacca per rovesciare gli Huthi e per ristabilire al governo Hai. Da un anno, l’Arabia Saudita con l’appoggio statunitense bombarda la popolazione yemenita, senza distinguere fra civili e non.

Anche lo Stato Islamico, che si è introdotto nella guerra per conquistare diverse porzioni dello Yemen, si schiera sostanzialmente a fianco dell’Arabia Saudita e degli USA, incitando i suoi a combattere contro i ribelli Huthi e quindi creando un fronte unico assieme ad USA ed Arabia Saudita. Ma dove sono le bombe statunitensi e saudite a cadere (ve lo ricordo, Made in Italy) , il massacro dei bambini non importa per nessuno. A gennaio 2017, la guerra in Yemen ha ucciso più di 1400 bambini. Invisibili, agli occhi del mondo.

Ma forse la pagina più vergognosa della storia yemenita avviene a giugno del 2016, quando l’ONUpubblicando il rapporto annuale su bambini e conflitti armati, esclude che l’Arabia Saudita possa aver causato quelle morti con i suoi bombardamenti a tappeto.
O meglio, il nome dell’Arabia Saudita, inizialmente presente nel rapportosparisce nell’arco della notte fra il 6 ed il 7 giugno. Merito delle pressioni politiche saudite. Per i sauditi, questa è una ‘irreversibile vittoria morale’. Per i bambini ed i civili yemeniti, solo l’attesa della prossima bomba.

leggi anche:

Il ministro della Difesa Pinotti: “La vendita delle nostre armi in Medio Oriente è legale” …Ok, qualcuno ora chieda a quest’idiota se essere complici di un massacro del genere è “Legale” nonchè “Morale” !!

5 milioni di poveri assoluti, ma il PD regala miliardi alle banche…!

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5 milioni di poveri assoluti, ma il PD regala miliardi alle banche…!

In Italia i poveri assoluti sono quasi 5 milioni, ma il governo Gentiloni, esattamente come quello di Renzi, ha deciso che le banche sono più importanti, che sono loro la vera emergenza a cui far fronte.

Fatalità i dati Istat arrivano proprio nei giorni in cui il governo PD, con il suo vergognoso decreto sulle Banche venete, regala 5 miliardi a Banca Intesa, che si aggiungono ai 12 miliardi a rischio sui crediti deteriorati e i contenziosi degli istituti veneti.

L’anno scorso i poveri assoluti erano 4 milioni e 598 mila, oggi sono 4 milioni 742 mila. E’ il dato più negativo dal 2005 ad oggi e crescono pure le persone in povertà relativa che passano da 8 milioni 307 mila a 8 milioni 465 mila. Sono persone in carne e ossa, ma per il governo sono solo numeri.

Il governo Gentiloni, in linea con Renzi, continua a proporre misure del tutto insufficienti per aiutare le persone e le famiglie che sono in grave difficoltà economica. E’ un dato di fatto che la politica abbia trascurato per troppo tempo l’argomento, nascondendosi dietro la scusa della mancanza di risorse economiche. Poi però per aiutare le banche le risorse si trovano sempre: dal 2011 i governi hanno regalato in totale alle banche 85 miliardi di euro, ai cittadini italiani in condizioni di povertà solo briciole! Eppure una strada diversa è possibile. Bisogna smettere di pensare alla logica dei bonus, ora più che mai bisogna aprire un dibattito serio sulla necessità di introdurre una misura di sostegno al reddito collegata alla formazione e al reinserimento nel mondo del lavoro, come il reddito di cittadinanza del MoVimento 5 Stelle, che giace in Commissione da oltre 2 anni e mezzo proprio per colpa del governo e della maggioranza.

E’ proprio l’ISTAT a certificare che la proposta del MoVimento 5 Stelle sul reddito di cittadinanza costa 14,9 miliardi e che servirebbe ad azzerare la povertà più grave senza dispersione. I soldi non possono essere una scusa. Le famiglie vanno aiutate ora perché non possono più aspettare.

Da beppegrillo.it

Come il governo “Gentiloni-Renzi” sta uccidendo l’agricoltura al Sud

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Come il governo “Gentiloni-Renzi” sta uccidendo l’agricoltura al Sud

Con la forzatura dell’accordo denominato “Ceta”, il governo e il Pd vogliono dare il colpo mortale alla nostra agricoltura. Con l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada, infatti, 40 mila posti di lavoro nel comparto rischiano di scomparire.

“il governo di Renzi e Gentiloni sta svendendo gli ultimi lembi di sovranità alle multinazionali della finanza massonica mondiale. Per questo il Parlamento si deve opporre in tutti i modi. Il presidente Grasso rinvii e metta nel cassetto la ratifica di questo colpo di grazia per gli agricoltori, a partire dalla Sicilia di cui lo stesso Grasso si candida ad essere governatore.
Non credo voglia passare alla storia come colui che ha affossato definitivamente l’agricoltura nell’Isola”.

Così il deputato Alessandro Pagano della Lega. ”Entrando nel merito, tutti sanno ad esempio come la concorrenza spietata del grano canadese, di cui l’Italia è il principale Paese di riferimento per l’export, rappresenterà il “de profundis” per la categoria in Italia. Senza considerare la beffa della qualità che è pessima, un rischio per la stessa salute dei consumatori visto che viene preparato con sostanze vietate in Europa, salvo essere poi spesso tagliato con il grano italiano, che ha zero tossine, per aggirare i vincoli europei. In tutto ciò, che fine ha fatto la legge sull’etichettatura obbligatoria del grano usato per fare la pasta? Renzi si riempie la bocca sul Sud, ma nei fatti la sta svendendo ai suoi amici delle multinazionali straniere”.

“No al grano importato dal Canada”: Manifestanti e trattori invadono il porto, Giugno 2017.

Al porto di Bari scoppia nuovamente la guerra del grano. Centinaia di agricoltori si sono dati appuntamento questa mattina all’uscita del ‘Varco della Vittoria’ – sul lungomare Starita -, vicino al molo dove ha attraccato la nave – proveniente da Vancouver, in Canada – contenente 50mila tonnellate di grano importato ad un prezzo più basso. L’uso della materia prima estera, come spiegano dal Coldiretti Puglia, ha messo in ginocchio i coltivatori locali, riuscendo a far crollare del 48 percento i prezzi del grano pugliese, colpito da una speculazione da 145 milioni di euro. “A tanto ammontano le perdite subite dagli agricoltori del ‘granaio d’Italia’ – spiega il presidente di Coldiretti Puglia Gianni Cantele – per il crollo dei prezzi, senza alcun beneficio per i consumatori. Si dovranno incolonnare ben 1600 autoarticolati per svuotare completamente la nave da Vancouver ha impiegato oltre 40 giorni per raggiungere il porto di Bari”.

Da qui la scelta degli agricoltori di far sentire la loro voce con slogan come “Ci vogliono dieci chili di grano per una coca cola”, “No grano, no pane”, “Stop alle speculazioni”, “Il giusto pane quotidiano”, sfilando con i trattori sul lungomare bloccato per le restrizioni del Medimex, seguendo i primi camion che hanno raggiunto due stabilimenti a Melfi e a Corato.

Ora dalla Coldiretti si chiede a gran voce di accelerare l’iter di entrata in vigore della legge sull’etichettatura obbligatoria del grano usato per fare la pasta, visto che “un pacco di pasta su cinque – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – prodotto in Italia è fatto con grano coltivato in Canada, dove viene fatto un uso intensivo del glifosate proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato”.

“Le importazioni di grano dal Canada – prosegue Cantele – rischiano di essere favorite dall’approvazione dell’accordo Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) tra Unione Europea e Canada, primo esportatore di grano duro in Italia. Un accordo che dovrà essere ratificato dal Parlamento nazionale”.

Anche su questo fronte la Coldiretti è pronta a dare battaglia: l’approvazione potrebbe portare all’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. A rischio potrebbe esserci anche la salute: “In Canada sono usate 99 sostanze attive – conclude Cantele – vietate nell’Ue e gran parte di queste sono molecole risalenti agli anni ’70 vietate nell’UE da circa 20 anni”.“

Nota: Questi sono i risultati degli accordi internazionali che il Governo italiano si precipita a firmare sempre nell’interesse delle grandi multinazionali e mai nell’interesse della salute dei cittadini e dei produttori nazionali. La stessa cosa era accaduta per l’olio d’oliva e per gli agrumi con impostazione libera dal Marocco  decisa dalla UE e conseguente abbattimento di prezzo e rovina di centinaia di aziende agricole dalla Puglia alla Sicilia ed alla Calabria. Una politica di desertificazione e distruzione di quel  poco di economia rimasta nelle regioni del sud Italia.

tratto da: http://www.stopeuro.org/come-il-governo-gentilrenzi-sta-uccidendo-lagricoltura-al-sud/