Erri De Luca sarà in piazza con le Sardine: “Mi piacciono molto, e penso che dureranno”

 

 

Erri De Luca

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Erri De Luca sarà in piazza con le Sardine: “Mi piacciono molto, e penso che dureranno”

Lo scrittore ha annunciato la sua partecipazione alla manifestazione delle Sardine di Roma di sabato 14 dicembre: “Sono curioso di sentire di persona questi ‘Stati Generali’ della gioventù politica”

In piazza a Roma insieme alle Sardine ci sarà anche Erri De Luca: lo scrittore ha infatti dichiarato che dall’esterno capisce poco e di volere andare di persona “ad ascoltare questi Stati Generali della nuova gioventù politica. Mi piacciono molto, ho delle buone ragioni per credere che dureranno. Lo considero un movimento costituzionalistam che include tutti e non solo chi è di sinistra, e che difende materialmente la Costituzione”.

Da Huffingtonpost.it:

Più che di sinistra, per Erri De Luca quello delle Sardine è “un movimento costituzionalista”. “Secondo me – ragiona – la parola “sinistra” gli sta stretta, relegarlo solo in quella parte politica, non lo comprende del tutto, ne scatta una fotografia parziale”. Lo scrittore napoletano, poeta e traduttore, conosciuto per la potenza evocativa dei suoi scritti e anche per l’impegno come volontario e attivista – la battaglia contro la Tav, che gli è valsa anche un processo, conclusosi con l’assoluzione – ha annunciato che sabato sarà in piazza San Giovanni per partecipare alla prima manifestazione nazionale del fronte anti sovranista riunitosi per la prima volta a Bologna il 14 novembre e da allora, via via, in centinaia di altre piazze del Paese. “Le Sardine intendono applicare la Costituzione, che è antifascista e vieta il razzismo”, scandisce per spiegare meglio la sua definizione. E aggiunge: “Si tratta di far vivere in piazza, in questo momento particolare, la Costituzione”.

De Luca, ha annunciato che sabato andrà a Piazza San Giovanni per rendersi conto di persona, “percepire” il movimento delle Sardine.

“Sì fino ad ora ho seguito, mi sono informato attraverso la televisione, che letteralmente vuol dire “visione da lontano”. Per me, per capirci qualcosa, questo è insufficiente. Ogni volta in cui mi sono impicciato dei movimenti, ho sentito l’esigenza di essere presente, ascoltare di persona. Mi è stato chiesto di intervenire, ma non credo lo farò. Vado lì ad ascoltare, ad imparare un nuovo modo di stare in piazza perché è di questo che si tratta”.

Si continua ad associare questo movimento alla sinistra, ma intanto sono arrivati manifestazioni di interesse e endorsement anche dalla destra. E Casapound ha dichiarato che sabato sarà a Piazza San Giovanni.

“Le parole arrivate da quest’ultima parte che ha nominato mi sembrano un annuncio di infiltrazione ostile, che in genere si realizza senza annuncio”.

E invece l’interesse della destra verso una realtà che tutti collegano alla sinistra?

“Secondo me la parola “sinistra” gli sta stretta, relegare questo movimento solo in quella parte politica, non lo comprende del tutto, ne scatta una fotografia parziale. Lo chiamerei “costituzionalista”, perché intende applicare la Costituzione, che è antifascista e vieta il razzismo. Si tratta di far vivere in piazza, in questo momento particolare, la Costituzione. Si tratta di una gioventù politica nuova che si presenta a se stessa, smentendo la versione ufficiale che la vuole capace di socializzare solo dietro gli schermetti illuminati”.

Cioè?

“Questa generazione nuova, smentendo quella versione, ha deciso di frequentarsi, di conoscersi fisicamente e quando ci si trova nelle piazze, insieme a delle persone che hanno degli intenti comuni, improvvisamente avviene una rivelazione. Una generazione si presenta a sé stessa, si conosce e questo è il punto di partenza di qualunque possibilità futura. Qui i connotati sono cambiati. Tutte le denominazioni di “amicizia” e “conoscenza” proprie dei social e della rete internet vengono sospese quando si scende in piazza”.

I leader del movimento continuano a dire di non voler creare un partito. Ma non organizzandosi in una forma più strutturata non rischiano di perdere forza?

“Secondo il mio punto di vista, la forza si perderebbe proprio nel momento in cui andrebbe a strutturarsi, irregimentandosi. Il passaggio alla forma partito decreterebbe la fase terminale, la morte del movimento. Sono abbastanza svegli da non ripetere le formule del passato. Credo che la loro forma decisionale resterà l’assemblea e che a Roma, sabato, ci sarà la convocazione degli Stati generali di una generazione politica”.

Le Sardine le ricordano i Girotondi?

“No. In questo momento, nel mondo – penso a Hong Kong, a Teheran, a Santiago del Cile – si sta muovendo una gioventù che sente di essere contemporanea, che scende in piazza per contarsi e contare. La possiamo considerare una tendenza civile generale. Mentre i Girotondi erano movimenti locali, hanno svolto la loro funzione in quel momento storico e si sono esauriti. Sentirsi parte di una generazione come sta succedendo ora è come è accaduto alla mia – quella del ’68 e di tutto il seguito di quell’inizio – è diverso. Incoraggia e dà motivazioni politiche”.

In che senso “politiche”?

“Non certo nel senso di stilare una serie di richieste. Adoperare la parola “inclusione” e già un programma, questa parola è la risposta più efficiente alla politica delle esclusioni, delle separazioni, delle contrapposizioni”.

I sondaggi cominciano a registrare un interesse crescente verso le Sardine. Ma nelle proiezioni le destre di Salvini e Meloni continuano a catalizzare gran parte del consenso degli italiani.

“Gli umori degli italiani sono mutevoli, non fondo alcuna valutazione sui sondaggi. Certo, la destra esiste. Ma che destra è? Più che sovranista, nazionalista, intimamente antieuropeista. Le destre, non solo in Italia, sono una zavorra del passato che rallenta il passo dell’Europa, ma non può fermarlo e non lo fermerà. In Francia, per esempio, il primo partito è il Fronte nazionale, ma non conta nulla, è solo un peso”.

In Italia, almeno nei sondaggi e nella narrazione corrente, vincono le destre di Salvini e Meloni. Le Sardine possono creare una inversione di tendenza?

“Se possono rendere innocuo quel tipo di nazionalismo? Abbiamo la prova favorevole delle piazze piene di gioventù. Per me il grande investimento è questo. La gioventù che sta investendo su sé stessa, che c’è, mi pare vada in direzione contraria a quella del nazionalismi e non si farà scoppiare il futuro dai rigurgiti del passato”.

Dovesse dare un consiglio, cosa direbbe alle Sardine?

“Non do consigli. Preferisco condividere, aggiungere la mia condivisione ideale e fisica. Così posso rispondere meglio a questo tipo di domande”.

Erri De Luca: “Lo sbruffoncello in carica ha di nuovo calato le brache”

 

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Erri De Luca: “Lo sbruffoncello in carica ha di nuovo calato le brache”

Erri De Luca “festeggia” lo sbarco di Sea Watch 3 a Lampedusa con un tweet in cui chiama in causa un certo “sbruffoncello in carica” che “ha di nuovo calato le braghe”. Stanotte Carola Rackete è stata arrestata dopo aver violato l’alt della Guardia di Finanza e aver portato la nave nel porto speronando una motovedetta delle Fiamme Gialle. Rackete era già indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione dell’articolo 1099 del codice della navigazione contestato al comandante che non obbedisca all’ordine di una nave da guerra nazionale. Sull’isola è giunto il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella. Per l’interrogatorio è necessaria la presenza del Gip. I migranti sono stati trasferiti, dopo le formalità di rito, nel centro d’accoglienza di contrada Imbriacola.

26 ottobre 1860 – 158 anni fa a Teano terminava l’epica impresa dei mille di Garibaldi – Epica? La verità l’ha urlata Erri De Luca: “Garibaldi ha invaso Napoli, non l’ha liberata”…!

 

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26 ottobre 1860 – 158 anni fa a Teano terminava l’epica impresa dei mille di Garibaldi – Epica? La verità l’ha urlata Erri De Luca: “Garibaldi ha invaso Napoli, non l’ha liberata”…!

 

Garibaldi ha invaso Napoli, non l’ha liberata

In vita mia mi sono appassionato di rivoluzioni. I tristi fatti del 1799 a Napoli non rientrano nella specie. Si trattò invece di un cambio di regime introdotto dalle armi francesi e crollato appena quelle armi si ritirarono. Le rivoluzioni non si possono appaltare. I francesi agirono a Napoli da occupanti e da predoni :…imposero tasse a loro beneficio e portarono via un bel po’ di patrimonio artistico.
Allora spendo due parole di stima per il popolo di Napoli, non plebe ma popolo, che da solo e disarmato fermò l’ingresso del più forte esercito d’Europa. Per due giorni sbarrò ogni strada e capitolò solo perché tradito dai giacobini locali che consegnarono il forte di S. Elmo ai francesi.
Credo che il popolo avesse ragione a stare dalla parte dei suoi re, perché con loro erano cittadini d’una capitale europea e coi francesi diventavano provincia d’oltremare. Napoli si è mal adattata ad ogni riduzione di rango.
Non ho paura di mettere anche gli italiani in fondo all’elenco degli occupanti del golfo, perché questo furono i Savoia traghettati dai Mille. Garibaldi non veniva a liberare Napoli ma a prenderla…Napoli da allora è una capitale europea abrogata, non decaduta ma soppressa…Così è andata e questa è la materia della sua ragionevole strafottenza…Se non si vede l’evidenza dell’enorme orgoglio assopito nei suoi cittadini, non si sta parlando di lei!

Erri De Luca