In una fantastica intervista Franca Valeri, prossima ai 100 anni, racconta la sua vita: “Volli andare a vedere se il Duce era davvero morto. Non ebbi nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute le cose. E noi avevamo sofferto troppo”.

 

Franca Valeri

 

 

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In una fantastica intervista Franca Valeri, prossima ai 100 anni, racconta la sua vita: “Volli andare a vedere se il Duce era davvero morto. Non ebbi nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute le cose. E noi avevamo sofferto troppo”.

Una vita ricca di esperienze, di dolore ma anche di gioia. Franca Valeri lo racconta in un’intervista in cui parte dalla sua infanzia, dai primi ricordi, quello dei nonni che le fanno regali che non ama (dolci e bambole) passando per la guerra e arrivando alla pandemia e a Mussolini: “Volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà? No”.

Una vita ricca di esperienze, di dolore ma anche di gioia. Franca Valeri lo racconta in un’intervista al Corriere della Sera in cui parte dalla sua infanzia, dai primi ricordi, quello dei nonni che le fanno regali che non ama (dolci e bambole) passando per la guerra e arrivando alla pandemia e all’idea della morte. Franca Valeri è uno dei tesori della televisione e del Cinema italiano, e tra poche settimane potrà spegnere 100 candeline: il 31 luglio, infatti, potrà festeggiare e intanto racconta la sua vita incredibile, fatta di successi, incontri, amicizie, tv, teatro, Cinema e anche di fughe e pericoli scampati, soprattutto in tempi di guerra.

Mussolini a Piazzale Loreto
Nell’intervista Franca Valeri non nasconde la soddisfazione che le diede vedere in Piazzale Loreto i corpi senza vita di Benito Mussolini e Clara Petacci, perché, spiega, lei solo sa quello che ha vissuto in quegli anni. Volle andare in piazza a controllare di persona se fosse vero che il Duce fosse realmente morto: “Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà? No. Nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo”.

Gli incontri della vita
Fu in quel momento che cominciò la sua “giovinezza tardiva”, come l’ha definita lei stessa. Poco prima era sfuggita a un rastrellamento avvenuto in una casa di via Mozart, dove aveva vissuto per un periodo e dove aveva lasciato i gatti. Un giorno stava tornando da lor quando vide il cancello aperto, si insospettì e attese e dopo poco video i tedeschi scendere con alcuni sfollati. Di quel periodo ricorda anche la gioia di rivedere il padre e il fratello tornati dalla guerra: ” il citofono che suona, il trambusto sulle scale, la corsa gli uni incontro agli altri, le due donne che scendono, i due uomini che salgono, il volto del fratello Giulio, poi quello del padre” scrive Aldo Cazzullo, che si fa raccontare anche gli incontri e le amicizie, quelle con Strelher, ma anche con Alberto Sordi, con due personalità difficili come Eduardo De Filippo e Totò (“I cani. Parlavamo di cani”), la sua amicizia con Vittorio De Sica, gli incontri con Edith Piaf e l’amicizia con Maria Callas (“L’ho incontrata a Ischia. Era ancora sposata con Meneghini, prima dell’incontro con Onassis (…). Stava studiando Anna Bolena che doveva portare alla Scala, era molto preoccupata di non sfigurare). Oggi si prepara al compleanno ma guarda anche alla fine, talvolta con paura e altre con curiosità perché, dice, “voglio proprio vedere cosa c’è dall’altra parte”.

tratto da: https://tv.fanpage.it/franca-valeri-non-ho-provato-alcuna-pieta-per-la-morte-di-mussolini-avevo-sofferto-troppo/
https://tv.fanpage.it/

Salvini, Meloni e i fascisti di Casapound e Forza Nuova uniti contro il governo per “difendere la democrazia”. Ma lo fanno a modo loro, a colpi di saluti romani ed al grido “duce, duce”!

 

fascisti

 

 

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Salvini, Meloni e i fascisti di Casapound e Forza Nuova uniti contro il governo per “difendere la democrazia”. Ma lo fanno a modo loro, a colpi di saluti romani ed al grido “duce, duce”!

La manifestazione fascista di Roma, dove si è riunita l’intellighenzia dei seguaci di Salvini, Meloni, Casapound e Forza Nuova.

Oggi il centro di Roma è stato invaso da un’orda di barbari fascisti che in un delirio di slogan che lascia intendere la cifra della loro idiozia urlavano “duce, duce” alternato – chissà con quale logica – a “Democrazia” e condendo il tutto con un bel saluto romano…

Per questa gente fascismo e libertà democratica vanno a braccetto, nella convinzione figlia del populismo più becero che “il popolo sovrano ha sempre ragione”.

E siccome si sentono defraudati del giocattolo che non si sono riusciti a tenere stretti per più di 14 mesi, grazie al colpo di sole del loro Capitano, ora fanno i capricci, dimenticando non solo che quanto è avvenuto nei palazzi romani è stato frutto di una necessità innescata da Salvini e da nessun altro, ma anche che questo paese che dicono di amare sopra ogni cosa è una democrazia parlamentare.

E ci sono delle regole, regole che Salvini ha provato a distorcere e violare e non ci è riuscito, perché grazie a Dio le basi di questa nostra democrazia sono più forti di un Capitan Nutella in delirio di onnipotenza.

Ma ora bisogna reagire, con forza. E chi inneggiava ‘Duce, Duce’ nelle piazze della Capitale di un paese nato dall’antifascismo va identificato e arrestato. Senza se e senza ma. Basta concedere spazio e piazze ai fascisti, basta nascondersi, basta paura. Salvini ha regalato alla democrazia di questo paese la possibilità di risbattere questa feccia nel buio della storia. Non va sprecata: coi mezzi che la democrazia fornisce, e non sono pochi, alla violenza verbale e fisica si risponda con la pura forza della legge.

 

28 aprile, l’esecuzione di Benito Mussolini – Un particolare che molti ignorano: non furono i Partigiani ad appenderlo, ma i Vigili del Fuoco, per evitare che la gente (la stessa che l’aveva sostenuto) facesse scempio del corpo…!

 

28 aprile

 

 

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28 aprile, l’esecuzione di Benito Mussolini – Un particolare che molti ignorano: non furono i Partigiani ad appenderlo, ma i Vigili del Fuoco, per evitare che la gente (la stessa che l’aveva sostenuto) facesse scempio del corpo…!

 

L’esecuzione del Duce – La testimonianza di Walter Audisio (nome di battaglia “colonnello Valerio”), il partigiano che eseguì la sentenza

Il giorno prima Mussolini era stato arrestato a Dongo e la direzione del CLNAI aveva deciso senza indugio per la sua esecuzione immediata. Prelevato dai suoi giustizieri a Bonzanigo, l’ex duce, insieme alla Petacci, fu portato nel pomeriggio in auto in un un piccolo vialetto davanti a Villa Belmonte, un’elegante residenza di Giulino, dove fu fucilato. Questi gli ultimi minuti di vita di Mussolini secondo la testimonianza di Audisio: “Sull’auto lo feci sedere a destra, la Petacci si mise a sinistra. Io presi posto sul parafango in faccia a lui. Non volevo perderlo di vista un solo istante. La macchina iniziò la discesa lentamente. Io solo conoscevo il luogo prescelto e non appena arrivammo presso il cancello ordinai l’alt. Dissi di aver udito dei rumori sospetti e mi mossi a guardare lungo la strada per accertarmi che nessuno venisse verso di noi“. “Quando mi volsi la faccia di Mussolini era cambiata: portava i segni della paura. (…) Feci scendere Mussolini dalla macchina e gli dissi di portarsi tra il muro ed il pilastro del cancello. Obbedì docile come un canetto. Non credeva ancora di morire: non si rendeva conto della realtà. Gli uomini come lui temono sempre la realtà, preferiscono ignorarla (…). Improvvisamente cominciai a leggere il testo della sentenza di condanna a morte del criminale di guerra Mussolini Benito“. “Per ordine del Comando Generale del Corpo Volontario della Libertà sono incaricato di rendere giustizia al popolo italiano”. “Credo che Mussolini non abbia nemmeno capito quelle parole: guardava con gli occhi sbarrati il mitra che puntavo su di lui. La Petacci gridò enfatica: “Mussolini non deve morire”. Dico alla Petacci che s’era appoggiata a Mussolini: “Togliti di lì se non vuoi morire anche tu“. La donna capisce subito il significato di quell’anche e si stacca dal condannato. Quanto a lui, non disse una sola parola: non il nome di un figlio, non quello della madre, della moglie, non un grido, nulla.

Tremava livido di terrore e balbettava con quelle grosse labbra in convulsione: “Ma…ma…ma…ma signor colonnello. Ma…ma…ma signor colonnello“. “Nemmeno a quella donna che gli saltellava vicino, che si muoveva di qua e di là, disse una sola parola. No: si raccomandava nel modo più vile, per quel suo grosso corpo tremante: solo a quello pensava: a quel grosso corpo appoggiato al muretto”. “(…) Faccio scattare il grilletto ma i colpi non partono. Il mitra si era inceppato. Manovro l’otturatore, ritento il tiro ma l’arma non spara. Passo il mitra a Guido (Aldo Lampredi, ndr.), impugno la pistola: anche la pistola si inceppa. Passo a Guido la rivoltella, afferro il mitra per la canna, aspettandomi, malgrado tutto, una qualunque reazione. Ogni uomo normale avrebbe pensato di difendersi ma Mussolini era al di sotto di ogni uomo normale e continuava a balbettare, a tremare, immobile con la bocca semiaperta e le braccia penzoloni. Chiamo a voce alta il Commissario della 52a che viene di corsa a portarmi il suo Mas. Adesso gli sono di fronte, come prima: egli non si è mosso, continua il suo balbettio di invocazione. Vuol salvare solo quel grosso corpo tremante. E su quel corpo scarico cinque colpi“. “Il criminale si afflosciò sulle ginocchia, appoggiato al muro, con la testa reclinata sul petto. Non era ancora morto, gli tirai una seconda raffica di quattro colpi. La Petacci, fuori di sé, stordita, si mosse confusamente, fu colpita e cadde di quarto a terra. Mussolini respirava ancora e gli diressi, sempre col Mas, un ultimo colpo al cuore. L’autopsia constatò più tardi che l’ultima pallottola gli aveva troncato netto l’aorta. Erano le 16.10 del 28 aprile 1945“.

Un’altra testimonianza

Libero Traversa (Partigiano, politico, giornalista, scrittore e poeta, militante delle formazioni di “giustizia e libertà”, è stato un protagonista della resistenza e ha partecipato alla liberazione di Milano) non ne può più di sentirsi chiedere di piazzale Loreto. Era un ragazzino. Faceva servizio di guardia al tribunale di Milano e l’hanno chiamato a fare servizio d’ordine a piazzale Loreto. Ricorda quei giorni… Alla Bovisa, Lambrate. I posti di blocco dei tedeschi ovunque. A piazzale Loreto gli operai prendevano i tram per andare a Sesto. Il distributore dove hanno appeso i cadaveri si trovava all’angolo I corpi di Mussolini Claretta Petacci e altri fascisti a piazzale Loreto la notte del 29 aprile 1945. Dopo vennero appesi a un distributore di benzina che oggi non c’è più all’angolo con corso Buenos Aires.

“Nei giorni della Liberazione avevo 15 anni e sorvegliavo con un moschetto l’ingresso del tribunale. Il 29 aprile si diffuse la voce che avevano fucilato Mussolini e portato a piazzale Loreto. Sono andato a fare il turno del pomeriggio nel servizio di sicurezza. Faceva freddo, ma a piazzale Loreto c’era più caldo. C’erano i cadaveri appesi. Li avevano appesi i vigili del fuoco di Milano, un corpo che ha lasciato molti morti nella Resistenza.

Li hanno appesi non per esporli ma perché non si poteva lasciarli per terra. La gente li voleva calpestare. Facevamo cordone. Quando vado nelle scuole a parlare, a volte mi chiedono particolari. Mussolini aveva il sangue che colava dalla bocca? Chissenefrega! Mi incazzo quando sento queste cose. Le cose più importanti di piazzale Loreto sono altre!”

Ricordando quei giorni da partigiano-ragazzino Libero pensa ai 15 partigiani fucilati sul piazzale dai militi della Muti e lasciati a terra nel ’44. Pensa alla perdita del consenso di Mussolini: “La gente che sputava era la stessa che l’aveva sostenuto. La piazza era piena. In tutte le famiglie c’erano stati lutti. Si volevano vendicare. Noi abbiamo perso mio fratello Salvatore sul fronte del Don. L’altro, Andrea, è scampato all’eccidio di Cefalonia. Si pativa da anni la fame, il freddo, i bombardamenti. Anche qui vicino è caduta una bomba. I bombardamenti a Milano sono stati terribili.

Certo, li facevano gli inglesi, ma la gente considerava Mussolini responsabile. È stato lui a volere la guerra. Perché ha mandato i giovani a morire in Russia e in Grecia? Dopo il 25 luglio del ’43 tutto il Paese l’ha mollato. Il popolo era stufo di una guerra non voluta e chiaramente persa. L’Italia è stata invasa dai tedeschi che hanno rimesso il Duce al potere come hanno fatto con altri governi-fantoccio. Non lo consideravamo legittimo. Se non si capisce questa cosa non si capisce piazzale Loreto”.

 

 

 

 

Alessandra Mussolini minaccia querele per chi offende il Duce? Forse è il caso che legga questo: ecco i telegrammi con cui Benito Mussolini (criminale, assassino e vigliacco) ordina le stragi in Etiopia

 

Mussolini

 

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Alessandra Mussolini minaccia querele per chi offende il Duce? Forse è il caso che legga questo: ecco i telegrammi con cui Benito Mussolini (criminale, assassino e vigliacco) ordina le stragi in Etiopia

 

Mussolini il criminale assassino: i telegrammi del Duce in cui si ordinano le stragi in Etiopia

Raccolti nel volume “I gas di Mussolini”, sono la perfetta risposta ad Alessandra Mussolini che minaccia la denuncia per chiunque parli male del nonno

Al di là del nostro attuale Governo simpatizzante del fascismo, la storia di Alessandra Mussolini che si è permessa di avallare la denuncia per tutti coloro che insultano il nonno fascista è davvero un sintomo dei nostri tempi. Perché se è vero che la signora Mussolini, che di certo non ha colpe del cognome che porta – così come Alexander Stuart-Houston, ultimo nipote vivente di Adolf Hitler, che vive in America e vota contro Donald Trump -, è anche vero però che si è sentita in dovere di difendere la memoria del nonno e legittimata a proporre il castigo penale per chi, a ragione, sostiene che Benito Mussolini altro non fosse che un volgare criminale. E questo vuol dire che ovunque fosse un ragionevole limite, ovunque si trovasse una linea, seppure immaginaria, che separasse la nostalgia da bar dall’insulto alla memoria di tutti coloro che il Duce ha sterminato nel suo ventennio di terrore, l’Italia l’ha ampiamente e impunemente superata.

Per questo la memoria è importante. È importante non dimenticare neanche per un istante che Mussolini non era un uomo forte come lo descrive la letteratura anche antifascista, ma un vigliacco assassino, colpevole di innumerevoli morti italiane e non. E per questo che vale la pena dare una lettura ai telegrammi che il Duce in persona inviava ai suoi gerarchi, tra cui il macabro Badoglio, raccolti dal volume di Angelo Del Boca, “I gas di Mussolini. Il fascismo e la guerra d’Etiopia” (Roma, Editori Riuniti, 2007).

MINISTERO DELLE COLONIE

TELEGRAMMA  IN  PARTENZA

Roma, li 28 dicembre 1935-XIV

Segreto M.P.A.

S. E. Maresciallo BADOGLIO

MACALLE’

15081 –  Dati sistemi nemico di cui a suo dispaccio n. 630 autorizzo V. E. all’impiego anche su vasta scala di qualunque gas et dei lanciafiamme (.)

Mussolini

 

MINISTERO DELLE COLONIE

TELEGRAMMA  IN  PARTENZA

Roma, li  2  gennaio  1936

Segreto

S. E. GRAZIANI

MOGADISCIO

029 -Approvo pienamente bombardamento rappresaglia et approvo sin da questo momento i successivi. Bisogna soltanto cercare di evitare le istituzioni internazionali croce rossa.

Mussolini

 

MINISTERO DELLE COLONIE

TELEGRAMMA  IN  PARTENZA

Roma, li 19 gennaio 1936-XIV

M.P.A. su tutte le MM. PP. AA.

Maresciallo BADOGLIO

MACALLE’

790 – Manovra est ben ideata et riuscirà sicuramente stop Autorizzo V. E. a impiegare tutti i mezzi di guerra – dico tutti – sia dall’alto come da terra stop. Massima decisione (.)

Mussolini

 

MINISTERO DELLE COLONIE

TELEGRAMMA  IN  PARTENZA

Roma, li  3/5/1936-XIV

Segreto

S. E. BADOGLIO

DESSIE’

Occupata Addis Abeba V. E. dara’ ordini perche’: 1°siano fucilati sommariamente tutti coloro che in citta’ aut dintorni siano sorpresi colle armi alla mano 2° siano fucilati sommariamente tutti i cosiddetti giovani etiopi, barbari crudeli e pretenziosi, autori morali dei saccheggi  3° siano fucilati quanti abbiano partecipato a violenze, saccheggi incendi  4° siano sommariamente fucilati quanti trascorse 24 ore non abbiano consegnato armi da fuoco e munizioni. Attendo una parola che confermi che questi ordini saranno – come sempre – eseguiti.

Mussolini

 

MINISTERO DELLE COLONIE

TELEGRAMMA  IN  PARTENZA

Roma, li 29 marzo 1936-XIV

Segreto

M.P.A. su tutte le MM. PP. AA.

S. E. BADOGLIO

MACALLE’

3652 Segreto. Dati metodi guerra nemico le rinnovo autorizzazione impiego gas qualunque specie et su qualunque scala.

Mussolini

MINISTERO DELLE COLONIE

TELEGRAMMA  IN  PARTENZA

Roma, li  5 giugno 1936

Segreto

S. E. GRAZIANI

ADDIS ABEBA

Tutti i ribelli fatti prigionieri devono essere passati per le armi.

Mussolini

 

MINISTERO DELLE COLONIE

TELEGRAMMA  IN  PARTENZA

Roma, li  8  giugno  1936

Segreto

S. E. BADOGLIO

ABA

6595 – Segreto. Per finirla con i ribelli come nel caso Ancober, impieghi i gas.

Mussolini

 

MINISTERO DELLE COLONIE

TELEGRAMMA  IN  PARTENZA

Roma, li  8 luglio 1936

Segreto

S. E. GRAZIANI

ABA

Autorizzo ancora una volta V.E. a iniziare e condurre sistematicamente politica del terrore et dello sterminio contro i ribelli et le popolazioni complici stop. Senza la legge del taglione ad decuplo non si sana la piaga in tempo utile. Attendo conferma.

Mussolini

 

 

tratto da: https://www.globalist.it/culture/2018/10/19/mussolini-il-criminale-assassino-i-telegrammi-del-duce-in-cui-si-ordinano-le-stragi-in-etiopia-2032523.html

Alessandra Mussolini minaccia querele per chi offende il Duce… La risposta dell’AMPI non sui fa attendere: “suo nonno era un criminale, si rassegni”

 

Mussolini

 

 

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Alessandra Mussolini minaccia querele per chi offende il Duce… La risposta dell’AMPI non sui fa attendere: “suo nonno era un criminale, si rassegni”

Dal profilo Twitter della ducetta Alessandra Mussolini:

+++ Avviso ai naviganti +++ legali a lavoro per verificare il “politically correct” di FB e altri social nei confronti di immagini e/o frasi offensive nei confronti di Benito Mussolini: monitoraggio e denuncia a Polizia Postale.

L’Anpi alla Mussolini: suo nonno era un criminale si rassegni

Associazione partigiani: “Non è un’offesa Onorevole Alessandra Mussolini, ma storia. La peggiore che abbia attraversato il nostro Paese. E ora ci denunci pure”

L’Anpi ha rilasciato questa dichiarazione dopo le affermazioni della nipote del Duce. “Benito Mussolini è stato un criminale. Leggi razziali, deportazioni nei campi di concentramento, stragi di donne e bambini in combutta con i nazisti.
Non è un’offesa Onorevole Alessandra Mussolini, ma storia. La peggiore che abbia attraversato il nostro Paese.
E ora ci denunci pure”

Ecco cosa è accaduto ieri. Chi è stato Benito Mussolini? Un dittatore ha privato il popolo italiano della libertà, ha perseguitato e mandato al confino o costretto all’esilio gli oppositori politici, ha promosse le schifose Leggi Razziali contro gli ebrei italiani che hanno rappresentato l’antefatto della successiva deportazione campi di sterminio nazista. Da capo della repubblichetta fantoccio di Salò ha spalleggiato l’orrore e la barbarie nazista che l’Italia ha drammaticamente conosciuto alle Fosse Ardeatine, a Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto e decine e decine di altre stragi.
E’ stato il mandante politico dell’eccidio di Piazzale Loreto con i corpi del partigiani trucidati lasciati in mostra come monito per chi avesse reclamato libertà e giustizia.Ha portato l’Italia nel disastro della guerra, mandato giovani italiani a morire nella spedizione in Russia e altri nella guerra d’Africa.
E infine, come il peggiore dei vigliacchi, ha cercato di scappare in Svizzera travestito da soldato tedesco.
Si potrebbero aggiungere tante altre cose ma basti ricordare che (fino a prova contraria, anche se ultimamente tanti ci stanno provando…) l’Italia è una repubblica nata dalla Resistenza nella quale l’antifascismo è un valore richiamato nella Costituzione.
E adesso Alessandra Mussolini si permette di minacciare querele:
+++ Avviso ai naviganti +++ legali a lavoro per verificare il “politically correct” di FB e altri social nei confronti di immagini e/o frasi offensive nei confronti di Benito Mussolini: monitoraggio e denuncia a Polizia Postale.
Non esiste una frase che possa essere offensiva verso Benito Mussolini, perché è stato Benito Mussolini la più grande offesa e vergogna del popolo italiano.
Il fascismo non passerà. E non sarà il vento nero che spira (con i maggiordomi grillini al servizio dell’estrema destra) a fermare chi ha lottato per fare dell’Italia un paese democratico dopo la dittatura fascista.

tratto da: https://www.globalist.it/politics/2018/10/18/l-anpi-alla-mussolini-suo-nonno-era-un-criminale-si-rassegni-2032447.html

 

La “ducetta” si permette di minacciare gli anti-fascisti: querele per chi offende il Duce… D’altra parte come si può offendere uno che ha fatto crepare in guerra 500.000 Italiani, ha trucidato 80.000 libici e 700.000 abissini e ha creato le leggi razziali?

 

Duce

 

 

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La “ducetta” si permette di minacciare gli anti-fascisti: querele per chi offende il Duce… D’altra parte come si può offendere uno che ha fatto crepare in guerra 500.000 Italiani, ha trucidato 80.000 libici e 700.000 abissini e ha creato le leggi razziali?

Dal profilo Twitter della ducetta Alessandra Mussolini:

+++ Avviso ai naviganti +++ legali a lavoro per verificare il “politically correct” di FB e altri social nei confronti di immagini e/o frasi offensive nei confronti di Benito Mussolini: monitoraggio e denuncia a Polizia Postale.

Chi è stato Benito Mussolini? Un dittatore ha privato il popolo italiano della libertà, ha perseguitato e mandato al confino o costretto all’esilio gli oppositori politici, ha promosse le schifose Leggi Razziali contro gli ebrei italiani che hanno rappresentato l’antefatto della successiva deportazione campi di sterminio nazista. 
Da capo della repubblichetta fantoccio di Salò ha spalleggiato l’orrore e la barbarie nazista che l’Italia ha drammaticamente conosciuto alle Fosse Ardeatine, a Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto e decine e decine di altre stragi.
E’ stato il mandante politico dell’eccidio di Piazzale Loreto con i corpi del partigiani trucidati lasciati in mostra come monito per chi avesse reclamato libertà e giustizia.
Ha portato l’Italia nel disastro della guerra, mandato giovani italiani a morire nella spedizione in Russia e altri nella guerra d’Africa.
E infine, come il peggiore dei vigliacchi, ha cercato di scappare in Svizzera travestito da soldato tedesco.
Si potrebbero aggiungere tante altre cose ma basti ricordare che (fino a prova contraria, anche se ultimamente tanti ci stanno provando…) l’Italia è una repubblica nata dalla Resistenza nella quale l’antifascismo è un valore richiamato nella Costituzione.
E adesso Alessandra Mussolini si permette di minacciare querele:
+++ Avviso ai naviganti +++ legali a lavoro per verificare il “politically correct” di FB e altri social nei confronti di immagini e/o frasi offensive nei confronti di Benito Mussolini: monitoraggio e denuncia a Polizia Postale.
Non esiste una frase che possa essere offensiva verso Benito Mussolini, perché è stato Benito Mussolini la più grande offesa e vergogna del popolo italiano.
Il fascismo non passerà. E non sarà il vento nero che spira (con i maggiordomi grillini al servizio dell’estrema destra) a fermare chi ha lottato per fare dell’Italia un paese democratico dopo la dittatura fascista.

Giusto per rinfrescarVi la memoria, ecco alcuni dei motivi per cui la “ducetta” si deve sentire fiera di portare il cognome del famigerato “nonno”…

I 42 fucilati nel ventennio su sentenza del Tribunale Speciale.

28.000 anni di carcere e confino politico agli avversari politici.

80.000 libici sradicati dal Gebel con le loro famiglie e condannati a morire di stenti nelle zone desertiche della Cirenaica dal generale Graziani.

700.000 abissini barbaramente uccisi nel corso della impresa Etiopica e nelle successive “operazioni di polizia”.

I combattenti antifascisti caduti nella guerra di Spagna.

350.000 militari e ufficiali italiani caduti o dispersi nella Seconda Guerra mondiale.

combattenti degli eserciti avversari ed i civili che soffrirono e morirono per le aggressioni fasciste.

45.000 deportati politici e razziali nei campi di sterminio, 15.000 dei quali non fecero più ritorno.

640.000 internati militari nei lager tedeschi di cui 40.000 deceduti ed i 600.000 e più prigionieri di guerra italiani che languirono per anni rinchiusi tra i reticolati, in tutte le parti del mondo.

110.000 caduti nella Lotta di Liberazione in Italia e all’estero.

Le migliaia di civili sepolti vivi tra le macerie dei bombardamenti delle città.

Quei giovani che, o perché privi di alternative, o perché ingannati da falsi ideali, senza commettere alcun crimine, traditi dai camerati tedeschi e dai capi fascisti, caddero combattendo dall’altra parte della barricata.

…E tanti altri ancora…

By Eles

Fonti:

https://www.globalist.it/news/2018/10/17/la-mussolini-si-permette-di-minacciare-gli-anti-fascisti-querele-per-chi-offende-il-duce-2032407.html

E altre al web

 

La “ducetta” al Sindaco di Macerata: “Chieda scusa alla famiglia Mussolini”. Ci vuole una bella faccia di bronzo. Non mi risulta che la “famiglia Mussolini” abbia mai chiesto scusa al mondo per 500.000 Italiani crepati in guerra, 80.000 libici e 700.000 abissini trucidati, per le leggi razziali per….

 

Mussolini

 

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La “ducetta” al Sindaco di Macerata: “Chieda scusa alla famiglia Mussolini”. Ci vuole una bella faccia di bronzo. Non mi risulta che la “famiglia Mussolini” abbia mai chiesto scusa al mondo per 500.000 Italiani crepati in guerra, 80.000 libici e 700.000 abissini trucidati, per le leggi razziali per….

Chieda scusa alla famiglia Mussolini: tra la ‘ducetta’ e il sindaco di Macerata sfiorata la rissa

Alessandra Mussolini, arrivata in città dopo la “pignatta antifascista”, con il fantoccio del duce a testa in giù preso a bastonate dai bambini. Chieda scusa lei per i crimini del nonno

Lei è già fascista del nonno. Ma il guaio è che la signora gira tranquillamente con il suo tono arrogante ed è parte integrante della decadenza della politica italiana.
Si è rischiato lo scontro fisico nell’incontro tra il sindaco di Macerata Romano Carancini e l’europarlamentare Alessandra Mussolini, arrivata in città dopo la “pignatta antifascista”, con il fantoccio del duce a testa in giù preso a bastonate dai bambini in piazza Cesare Battisti il 25 aprile.
“Uno scempio, un atto osceno” secondo l’eurodeputata, che ha invitato il sindaco a chiedere scusa alla città e a ritirare le deleghe ad un assessore. “Lei si deve vergognare” ha replicato Carancini.
Un battibecco andato avanti per un po’ tra la ‘ducetta’ che pretendeva che Carancini chiedesse scusa alla famiglia Mussolini e il sindaco che aveva ribadito di aver condannato senza esitazioni il gesto.
Chiedere scusa alla famiglia Mussolini? Ma chiedesse scusa lei per quello che la famiglia Mussolini ha fatto in Italia e tornasse a Roma in ginocchio fino al Ghetto ebraico e alla Fosse Ardeatine a chiedere scusa per i crimini del nonno e dei suoi alleati nazisti.

QUI il video

Giosto per rinfrescarVi la memoria, ecco alcune delle cose di cui la famiglia Mussolini dovrebbe chiedere scusa… e non parliamo di un pupazzo appeso a testa in giù…

I 42 fucilati nel ventennio su sentenza del Tribunale Speciale.

Coloro che subirono 28.000 anni di carcere e confino politico.

Gli 80.000 libici sradicati dal Gebel con le loro famiglie e condannati a morire di stenti nelle zone desertiche della Cirenaica dal generale Graziani.

I 700.000 abissini barbaramente uccisi nel corso della impresa Etiopica e nelle successive “operazioni di polizia”. I combattenti antifascisti caduti nella guerra di Spagna.

I 350.000 militari e ufficiali italiani caduti o dispersi nella Seconda Guerra mondiale.

I combattenti degli eserciti avversari ed i civili che soffrirono e morirono per le aggressioni fasciste.

I 45.000 deportati politici e razziali nei campi di sterminio, 15.000 dei quali non fecero più ritorno.

I 640.000 internati militari nei lager tedeschi di cui 40.000 deceduti ed i 600.000 e più prigionieri di guerra italiani che languirono per anni rinchiusi tra i reticolati, in tutte le parti del mondo.

I 110.000 caduti nella Lotta di Liberazione in Italia e all’estero.

Le migliaia di civili sepolti vivi tra le macerie dei bombardamenti delle città.

Quei giovani che, o perché privi di alternative, o perché ingannati da falsi ideali, senza commettere alcun crimine, traditi dai camerati tedeschi e dai capi fascisti, caddero combattendo dall’altra parte della barricata.

 

fonti:

http://www.globalist.it/news/articolo/2018/04/27/chieda-scusa-alla-famiglia-mussolini-tra-la-ducetta-e-il-sindaco-di-macerata-sfiorata-la-rissa-2023396.html

http://anpi-lissone.over-blog.com/article-11803768.html

Eccolo l’uomo dell’anno: un buffone travestito da dittatore che ha lasciato dietro di se solo le macerie di un’inutile guerra e che ha sulla coscienza la vita di 500.000 italiani, oltre quelle di Ebrei e dei popoli che ha combattuto.

 

uomo dell'anno

 

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Eccolo l’uomo dell’anno: un buffone travestito da dittatore che ha lasciato dietro di se solo le macerie di un’inutile guerra e che ha sulla coscienza la vita di 500.000 italiani, oltre quelle di Ebrei e dei popoli che ha combattuto.

Siamo messi proprio male…

Una prima pagina “fascistissima”, nel vero senso della parola. Il Tempo dedica a Benito Mussolini una “copertina” quasi monografica, battezzando il Duce “uomo del 2017”.

La volitiva mascella dell’uomo di Predappio si staglia su un commento al vetriolo di Marcello Veneziani: “È molto più vivo Lui dei nostri politicanti”, scrive l’editorialista tra i più apprezzati della pseudo-cultura fascista.

Vorremmo solo ricordare al signor Veneziani ed ai lettori tutti de Il Tempo chi era ‘sto tizio e soprattutto che sostenere una puttanata del genere (uomo dell’anno) significa sputare sulla memoria di tanta gente che a causa di questa carogna hanno perso la vita…

Premesso che il signor Benito Mussolini è stato un voltagabbana, un rinnegato pacifista e socialista che si è trasformato  in “duce” del fascismo grazie al  sostegno dei Savoia, dell’aristocrazia, degli industriali e degli agrari contro le rivendicazioni sociali degli operai e dei contadini.

Premesso che è stato un Napoleone da operetta con espressioni mimiche tipiche di un buffone e di un babbeo

Premesso che è stato prima l’ispiratore e poi un servo succube del nazismo e di Hitler.

Ecco alcune delle cose buone che ha fatto e per cui è bene ricordarlo:

l’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti (rivendicato orgogliosamente da Mussolini), la distruzione di decine di Case del Popolo, gli assalti sanguinari alle sedi dei partiti di opposizione socialista e comunista, lo squadrismo fascista, le manganellate e le somministrazioni di olio di ricino agli oppositori, l’assassinio di Giovanni Amendola, di don Giovanni Minzoni e dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, il licenziamento dei non fascisti, l’aver svenduto l’Italia al Vaticano ed al clericofascismo con il “Concordato” del 1929, l’istituzione dell’OVRA (la Gestapo italiana) e dei Tribunali Speciali che condannarono alla detenzione migliaia di antifascisti (tra cui Antonio Gramsci) con l’esecuzione di parecchie condanne a morte, la spietata repressione e le deportazioni in Libia, la guerra di aggressione all’Etiopia con l’uso di gas asfissianti vietati dalle convenzioni internazionali, il sostegno al dittatore fascista Francisco Franco durante la Guerra di Spagna ed i bombardamenti terroristici sulle città spagnole (anche gli aviatori fascisti italiani furono direttamente responsabili di proprie “Guernica”), la vergogna delle leggi razziali contro gli ebrei, l’aver coinvolto l’Italia impreparata nella seconda guerra mondiale a fianco dei nazisti tedeschi e dei fanatici militaristi giapponesi, la “pugnalata alle spalle” alla Francia quando era già in ginocchio (che non ci è mai stata perdonata), i crimini di guerra commessi dalle truppe di occupazioni italiane in Libia, Abissinia, Grecia, Jugoslavia ed Unione Sovietica, il trasporto di armamenti e munizioni su navi neutrali della Croce Rossa, l’aver mandato i soldati a combattere senza armamenti adeguati e scarpe di cartone nelle gelide steppe russe, la guerra civile scatenata in Italia dopo l’8 settembre 1943 con la repressione antipartigiana ed antioperaia, insieme agli alleati nazisti con le continue stragi di civili dalle Fosse Ardeatine a Civitella in Val di Chiana, a Cavriglia, a Marzabotto, a Sant’Anna di Stazzema, ecc., i campi di concentramento, deportazione e sterminio di Fossoli, Bolzano e la Risiera di San Sabba a Trieste ed infine le torture sadiche e le fucilazioni indiscriminate.

Il tutto ha avuto il suo naturale epilogo prima a Dongo con l’esecuzione di Mussolini e degli altri gerarchi fascisti e poi in piazzale Loreto a Milano alla fine di aprile del 1945, non a caso proprio nello stesso luogo dove il 10 agosto 1944 erano stati fucilati 15 partigiani, lasciati “esposti” per l’intera giornata come monito terroristico verso la popolazione.

By Eles

Fonti varie dal Web