A proposito di “Puttane e sciacalli”… Raggi assolta: dove sono le scuse dei giornali che l’hanno infangata?

 

Raggi

 

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A proposito di “Puttane e sciacalli”… Raggi assolta: dove sono le scuse dei giornali che l’hanno infangata?

“Per mesi l’hanno chiamata Oca del Campidoglio, Bambolina, Marchesa del Grillo. Da innocente, l’hanno condannata mediatamente, ricoperta di false accuse e insulti imbarazzanti. Oggi, dopo l’assoluzione, dove sono le scuse di quei giornali che invece di occuparsi dei dettagli del processo, hanno provato a influenzare negativamente l’opinione pubblica? Invece di raccontare i fatti, hanno fatto per due anni e senza mai una tregua pressioni, sfornato articoli con retroscena raccapriccianti, ridicoli e falsi. E questa la chiamano informazione? Questa è squallore, menzogna!”

Lo scrive in un post sul proprio blog ufficiale il M5S, che riporta alcuni “vergognosi esempi”:

«“La fatina e la menzogna”, “mesto déjà vu di una stagione lontana, quella della Milano di Mani Pulite”, “la Raggi è inseguita dallo schianto dell’ennesimo, miserabile segreto, custodito dai ‘quattro amici al bar’: una polizza sulla vita”, “Romeo ha un legame privato, privatissimo con la Raggi, in pieno conflitto d’interesse”, “Quelle polizze potrebbero avere un’origine non privata, ma politica… una ‘fiche’ puntata su una delle anime del M5S romano, quella ‘nero fumo’”, “il rebus della provenienza dei fondi”, “Soldi di chi? Per garantirsi quale ritorno?”, “tesoretti segreti e ricatti” per “garantire un serbatoio di voti a destra” (Repubblica, 3.2.2017).»

“Vergognatevi. Vergognatevi. Rivergognatevi,” commentano i 5Stelle, che aggiungono:

“Diciamolo chiaramente: oltre alla deontologia professionale che gli impone di essere sempre super partes, i giornali hanno preso e prendono anche soldi pubblici, soldi degli italiani. E per tale motivo hanno l’obbligo di raccontare sempre, e solo, la verità dei fatti e non fare politica per i loro partiti di riferimento che nel corso degli anni hanno elargito fior di quattrini ai loro editori!”

“I giornali” prosegue il post “non devono fare propaganda, ma devono informare. Da troppo tempo i giornali, invece, fanno politica e provano a influenzare i cittadini. Una cosa è certa: troppi editori sono in chiaro conflitto di interesse.
Per questo motivo aboliremo i finanziamenti pubblici all’editoria. Perché questi soldi (degli italiani!) sono finiti nelle tasche dei giornali di “regime” che invece di svolgere correttamente il proprio lavoro hanno dato linfa ad una raccapricciante propaganda politica. Con il MoVimento questo scempio finirà!”.

“Ps. Virginia vai avanti e non mollare mai. Tutto il MoVimento è con te,” conclude il M5S.

 

“Puttane e sciacalli” – I giornalisti si infuriano e denunciano Di Maio e Di Battista… Ma non è che c’è un tantino, dico proprio un pizzico, di vero?

 

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“Puttane e sciacalli” – I giornalisti si infuriano e denunciano Di Maio e Di Battista… Ma non è che c’è un tantino, dico proprio un pizzico, di vero?

 

Raggi, Di Battista: ‘Si sono scandalizzati per le mie parole, ma ecco alcuni dei loro racconti’

“Leggo che i soliti ‘sepolcri imbiancati’, recitando – tra l’altro male – la parte delle verginelle, si sono scandalizzati per le mie parole e per quelle di Luigi. ‘Di Battista e Di Maio attaccano la libertà d stampa..’. ‘Ci attaccano perché raccontiamo i fatti…’. Ecco alcuni esempi della loro libertà…ecco alcuni dei loro racconti. Giudicate voi stessi!”.

Lo scrive su Facebook Alessandro Di Battistail quale elenca tutti i titoli dei giornali sull’inchiesta Raggi, che riportiamo di seguito:

“La Raggi teme l’arresto. C’è aria di autosospensione” (il Giornale, 27.1.2017).

“Il bivio di Raggi: ammettere la bugia col patteggiamento o rischiare il posto”, “L’ultima spinta che avvicina di un’altra spanna Virginia Raggi al suo abisso insieme giudiziario e politico è arrivata dalla testimonianza dell’assessore Meloni” (Carlo Bonini, Repubblica, 26.1.2017).

“Mutande verdi di Virginia” (Libero, 31.1.2017).

“La fatina e la menzogna”, “mesto déjà vu di una stagione lontana, quella della Milano di Mani Pulite”, “la Raggi è inseguita dallo schianto dell’ennesimo, miserabile segreto, custodito dai ‘quattro amici al bar’: una polizza sulla vita”, “Romeo ha un legame privato, privatissimo con la Raggi, in pieno conflitto d’interesse”, “Quelle polizze potrebbero avere un’origine non privata, ma politica… una ‘fiche’ puntata su una delle anime del M5S romano, quella ‘nero fumo’”, “il rebus della provenienza dei fondi”, “Soldi di chi? Per garantirsi quale ritorno?”, “tesoretti segreti e ricatti” per “garantire un serbatoio di voti a destra” (Repubblica, 3.2.2017).

“Spunta la pista dei fondi elettorali”, “Fondi coperti”, “L’ombra dei voti comprati”, “I pm a caccia dei contributi privati inferiori a 5mila euro e mai registrati” (Messaggero, 3.2.2017).
“La pista che porta alla compravendita di voti”, “Romeo potrebbe aver agito per conto di altri… Il sospetto di finanziamenti occulti giunti al Movimento 5Stelle” (Corriere della sera, 3.2.2017).

“Come in House of Cards”, “L’accusa di corruzione è vicina”, anzi “potrebbe emergere” (La Stampa, 3.2.2017).

“Patata bollente. La vita agrodolce della Raggi nell’occhio del ciclone per le sue vicende comunali e personali. La sua storia riguarda l’epopea di Berlusconi con le Olgettine, che finì malissimo” (Libero, prima pagina, 10.2.2017).

 

Giornalisti puttane e sciacalli – Non è che Di Maio e Di Battista un tantino, dico proprio un pizzico, di ragione ce l’hanno?

Martina attacca Di Maio e Salvini: “taglia del 10 per cento il fondo per i disabili” …Ma il taglio risale al governo Gentiloni. Tecnicamente si chiama “figura di merda storica”…!

 

Martina

 

 

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Martina attacca Di Maio e Salvini: “taglia del 10 per cento il fondo per i disabili” …Ma il taglio risale al governo Gentiloni. Tecnicamente si chiama “figura di merda storica”…!

“Il segretario Pd Martina attacca Matteo Salvini dicendo che il nostro governo ha tagliato un fondo per i disabili. In realtà a tagliare quei fondi è stato il governo Gentiloni, di cui Martina era ministro”.

Lo ha scritto su Facebook il ministro per la famiglia e le disabilità Lorenzo Fontana, il quale ha sottolineato che il governo Conte questi fondi vuole incrementarli. “Ormai non sanno più cosa inventarsi,” ha commentato, riferendosi al Partito Democratico.

Martina ha eliminato il post (pubblicato sul social network giovedì scorso), ma Fontana aveva già ottenuto lo screenshot, nel quale si legge:

“Salvini si è riempito la bocca con la creazione del ministero della Disabilità. Ora che fa col suo complice Di Maio? Taglia del 10% il fondo per i disabili stanziato con il ‘Dopo di noi’. Ignobile. Il governo provveda subito al ripristino dei 10 milioni tagliati senza dare spiegazioni”.

Sulla questione non è intervenuto soltanto Martina, ma anche altri esponenti dem.

L’ex deputata Pd Ileana Argentin, prima firmataria della legge sul ‘Dopo di noi’, con cui è stato stanziato il fondo per i disabili, ha dichiarato:

“È una vergogna. Dopo anni di lotte e battaglie per garantire il ‘lusso’ di morire ai genitori dei disabili gravi, oggi senza spiegazioni e con una passata di spugna si abbandonano i più deboli. Questo comportamento è ignobile e i giallo-verdi sono senza coscienza, altro che ministero della Disabilità”.

E Pietro Barbieri, responsabile Welfare e Terzo settore del Pd, ha affermato che quella del governo gialloverde è “una decisione che dopo anni di lotte, riporta indietro il Paese, lasciando di nuovo le famiglie di fronte all’istituzionalizzazione del proprio figlio”.

“Quelle persone – ha aggiunto Barbieri – che a parole, ma solo a parole, il governo dice di voler aiutare. Questo è il primo atto sulla disabilità del Governo che ha istituito un ministero ad hoc”.

Perché quella di Luigi Di Maio su Matera non è un gaffe, ma solo un caso montato ad arte: la domanda era pertinente e motivata e lo stesso interlocutore Emiliano lo conferma…

 

Luigi Di Maio

 

 

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Perché quella di Luigi Di Maio su Matera non è un gaffe, ma solo un caso montato ad arte: la domanda era pertinente e motivata e lo stesso interlocutore Emiliano lo conferma…

 

Perché quella di Luigi Di Maio su Matera non è un gaffe sulla geografia

Luigi Di Maio è al centro della polemica per la conversazione in cui chiede a Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, cosa stia facendo per Matera. Quella di Di Maio, in realtà, non sembra essere una gaffe geografica, ma una domanda sugli investimenti che la regione – confinante con la Basilicata – sta mettendo in campo in vista del 2019, quando Matera sarà capitale europea della cultura.

È diventato un caso politico la conversazione tra il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, su Matera, capitale europea della cultura nel 2019. Le telecamere hanno ripreso un frammento del dialogo tra i due in cui Di Maio chiede a Emiliano: “Con Matera cosa state facendo?”. Il presidente della Regione Puglia, allora, si avvicina la mano alla bocca e risponde: “Matera è in Basilicata”. “Eh, lo so”, replica prontamente il ministro del Lavoro. A quel punto Emiliano si concentra sugli aspetti che riguardano da vicino la Puglia, che è confinante con la Basilicata e che è – a livello di trasporti – la zona con più hub per collegare la città capitale della cultura al resto d’Italia per via ferroviaria e aerea. “Se si riuscisse a fare qualcosa – aggiunge Emiliano -. Noi stiamo finendo il raddoppio della ferrovia ed è un investimento tutto pugliese, se no quelli non hanno la stazione”.

A difendere Luigi Di Maio è intervenuto proprio il suo interlocutore, Michele Emiliano, che su Twitter ha scritto: “Il ministro sa benissimo che Matera è in Basilicata e sa altrettanto bene che il sostegno della Puglia a Matera capitale europea della cultura è fondamentale, per questo mi ha fatto le domande, tutte pertinenti, cui ho risposto”. Come spiega anche Emiliano, quindi, la domanda del ministro del Lavoro è stata posta per parlare degli investimenti che la Puglia, regione confinante alla Basilicata, sta mettendo in campo in vista del 2019 per Matera.

La replica del ministro del Lavoro è arrivata poco dopo con un lungo post su Facebook, in cui attacca giornalisti ed editori dei giornali: “Giornalisti ignoranti o in mala fede, o entrambi, mi accusano di aver sbagliato a chiedere a Emiliano cosa stesse facendo per Matera, lasciando intendere che non sappia in che regione sia. Sono loro che non sanno che la Regione Puglia sta facendo e ricevendo investimenti milionari in vista dell’appuntamento con Matera capitale della Cultura”.

Di Maio elenca le misure che riguardano la Puglia, a partire dai “100 milioni di euro per il raddoppio della ferrovia Bari Matera e le opere connesse”. Il ministro del Lavoro continua ricordando il “bando pubblico per finanziare attività culturali”, i “2 milioni di euro per valorizzare storia, cultura e paesaggio lungo l’itinerario che dalla Puglia va a Matera”. “Non sanno – aggiunge – che il consiglio regionale pugliese ha addirittura approvato una legge per la promozione del turismo culturale in occasione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019”.

Di Maio parla dei treni che non arrivano direttamente a Matera, ma solo a Bari e “da lì o ci sarà il nuovo collegamento ferroviario o ci sarà un servizio di pullman per portare i turisti a Matera. Non sanno neppure che dopo quel colloquio con Emiliano abbiamo inaugurato il 5g Bari Matera. Insomma, non sanno che ci sono importanti rapporti commerciali tra due regioni confinanti e che Matera capitale della Cultura significa un grande ritorno economico non solo per i lucani, ma anche per i pugliesi”. A questo punto Di Maio attacca “i politicanti del Pd che riprendono questa fake news”.

Di Maio conclude:

L’operazione di discredito verso questo governo continua senza sosta. Gli editori dei giornali hanno le mani in pasta ovunque nelle concessioni di Stato: autostrade, telecomunicazioni, energia, acqua. E l’ordine che è arrivato dai prenditori editori è di attaccare con ogni tipo di falsità e illazioni il MoVimento 5 Stelle. Questo non è più giornalismo libero. Siamo di fronte alla propaganda dell’establishment che si fonda anche su contributi pubblici mascherati come la pubblicità da parte dei concessionari di Stato (quanti soldi prende Repubblica dai Benetton per la pubblicità?). Bisogna fare una legge per garantire che gli editori siano puri e i giornalisti liberi di fare inchieste su tutte le magagne dei prenditori.

tratto da: https://www.fanpage.it/perche-quella-di-luigi-di-maio-su-matera-non-e-un-gaffe/

 

Oltre 700 ex deputati ricorrono contro il taglio dei vitalizi. Questa volta Di Maio ha proprio ragione: “Non conoscono vergogna”

 

Di Maio

 

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Oltre 700 ex deputati ricorrono contro il taglio dei vitalizi. Questa volta Di Maio ha proprio ragione: “Non conoscono vergogna”

 

Oltre 700 ex deputati ricorrono contro il taglio dei vitalizi. Di Maio: “Non conoscono vergogna”

Sono già quasi 700 i ricorsi presentati da ex deputati della Repubblica contro il taglio dei vitalizi approvato dalla Camera qualche mese fa. Di Maio commenta: “Ma questi ex dis-onorevoli lo sanno cosa è la giustizia sociale? Credo di no,ma lo scopriranno presto. E lo scopriranno anche gli ex senatori”.

Sono già 700 i ricorsi presentati dagli ex deputati contro il taglio dei vitalizi approvato dalla Camera. All’agenzia di stampa Adnronos, l’avvocato ed ex parlamentare Pdl Maurizio Paniz ha dichiarato: “Io ho già presentato giovedì scorso oltre 300 ricorsi contro i tagli dei vitalizi per gli ex deputati e ne presenterò un altro centinaio la prossima settimana, prima della scadenza che ritengo sia accreditabile l’11 settembre. Punto ad ottenere l’annullamento della delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera, che ha fortemente ridotto l’ammontare dei vitalizi in essere. Una delibera che ritengo totalmente illegittima e palesemente incostituzionale”.

Paniz è uno dei cinque legali che assistono i ricorrenti per un totale di quasi 700 ricorsi ed è convinto che i giudici gli daranno ragion: “Penso di vincere al 100% nel lungo percorso, perché l’illegittimità della delibera è assolutamente palese. Lo ha confermato anche il Consiglio di Stato nel parere che ha recentemente dato alla presidenza del Senato, indicando le condizioni per un possibile intervento che qui alla Camera non sono state in alcun modo rispettate. Io sono il legale che difende un principio fondamentale in uno Stato di diritto e che in questo caso interessa tutti i 18 milioni di pensionati italiani, perché il principio che riguarda gli ex parlamentari, riguarda anche tutti i nostri pensionati. Non si tratta di privilegi, ma di diritti acquisti, non certamente voluti dagli attuali beneficiari, ma decisi molti decenni fa da altri autorevoli esponenti della vita politica italiana”.

Nella mattinata di oggi, con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, si è scagliato contro i 700 ricorrenti: “700 ex deputati hanno fatto ricorso per riavere i vitalizi che noi abbiamo abolito e continuare a essere mantenuti a vita dallo Stato come fossero dei nababbi. Quando erano in Parlamento non hanno fatto nulla per aumentare le pensioni minime e le condizioni di vita dei pensionati più poveri e ora vogliono continuare a prendere vitalizi di migliaia di euro nonostante abbiano versato moooolto meno. Ma questi ex dis-onorevoli lo sanno cosa è la giustizia sociale? Credo di no,ma lo scopriranno presto. E lo scopriranno anche gli ex senatori. Il Senato deve abolire subito i vitalizi come abbiamo fatto alla Camera. Non c’è più tempo da perdere per eliminare i privilegi. Bisogna decidere da che parte stare, da quella dei cittadini o da quella dei parassiti. Noi abbiamo già scelto e non faremo neppure mezzo passo indietro: i ricorsi non ci spaventano. Intanto consiglio caldamente a questi 700 vitalizio-dipendenti di andarsi a nascondere il più lontano possibile, magari su un eremo. Non conoscono vergogna”.

tratto da: https://www.fanpage.it/oltre-700-ex-deputati-ricorrono-contro-il-taglio-dei-vitalizi-di-maio-non-conoscono-vergogna/
http://www.fanpage.it/

UDITE, UDITE: “Ha tagliato i vitalizi degli altri, ma il suo non è stato toccato” …Lo ha dichiarato MATTEO RENZI, quello che ha regalato 57 MILIARDI di soldi nostre alle BANCHE, parlando di DI MAIO, quello che da 6 anni restituisce metà dello stipendio!

 

RENZI

 

 

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UDITE, UDITE: “Ha tagliato i vitalizi degli altri, ma il suo non è stato toccato” …Lo ha dichiarato MATTEO RENZI, quello che ha regalato 57 MILIARDI di soldi nostre alle BANCHE, parlando di DI MAIO, quello che da 6 anni restituisce metà dello stipendio!

 

Matteo Renzi: “Hanno tagliato i vitalizi degli altri, ma quello di Luigi Di Maio non è stato toccato”

Matteo Renzi attacca Luigi Di Maio sul taglio dei vitalizi e sul Decreto dignità, definendolo “ministro della Disoccupazione”. L’ex presidente del Consiglio sul taglio dei vitalizi attacca: “Il vitalizio di Di Maio – perché Di Maio, Fico e tanti altri con la scorsa legislatura hanno ottenuto il vitalizio – non lo hanno toccato. Hanno toccato alcuni di quelli del passato”.

Ridicolo no? Che uno ha per 5 anni si è palleggiato il taglio dei vitalizi senza mai attuarlo, che nel frattempo ha regalato 57 miliardi di soldi nostri alle banche (fanno circa 2.370 Euro a famiglia) ora pcerchi di screditare Di Maio, Fico e altri cinquestelle, che nel frattempo hanno restituito metà del loro stipendio…

Leggi anche:

Tutti i regali del Pd alle Banche. Fanno 57 miliardi di Euro, circa 2.370 Euro a famiglia …per il momento!

Taglio dei vitalizi, Luigi Di Maio: “Risparmio di 200 milioni di Euro per ogni legislatura” …Vi sembrano pochi?

 

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Taglio dei vitalizi, Luigi Di Maio: “Risparmio di 200 milioni di Euro per ogni legislatura” …Vi sembrano pochi?

 

Taglio dei vitalizi, Luigi Di Maio: “Risparmio di 200 milioni di euro per ogni legislatura”

Luigi Di Maio annuncia l’approvazione della delibera su Facebook: “Da qui si parte per mettere mano alle pensioni d’oro con una legge. Ringrazio Roberto Fico tutti i membri dell’ufficio di presidenza. La delibera mi risluta che sia stata votata da tutti, tranne che da due astenuti”.

Luigi Di Maio ha dato l’annuncio sul suo profilo Facebook dell’approvazione della delibera che autorizza il taglio dei vitalizi:

“Per cinque o sei anni ci hanno detto che non si poteva fare, ma abbiamo finalmente abolito i vitalizi agli ex parlamentari della Repubblica. Alla fine abbiamo tolto quest’ingiustizia. D’ora in poi i parlamentari che hanno versato i contributi per tre anni in Parlamento prenderanno quei contributi nella pensione se avranno raggiunto la pensione che spetta a tutti i cittadini italiani. Immaginate l’emozione per me e per Riccardo Fraccaro: ci hanno tolto la parola in Aula quando chiedevamo di discutere l’abolizione di questo odioso privilegio. Da qui si parte per mettere mano alle pensioni d’oro con una legge. Ringrazio Roberto Fico tutti i membri dell’ufficio di presidenza. La delibera mi risluta che sia stata votata da tutti, tranne che da due astenuti. In questi anni si è sempre impedito che si arrivasse alla discussione di questo tema. Risparmieremo circa 200 milioni di euro a legislatura, che sono soldi vostri. Li togliamo ai privilegiati per ridarli a voi. Questo è il primo capitolo del taglio agli sprechi, un regalo agli italiani nei primi 100 giorni di governo”.

La delibera prevede un ricalcolo dei vitalizi sulla base del sistema contributivo. La nuova misura dovrebbe entrarà in vigore dal primo gennaio 2019, come ha spiegato il presidente della Camera Roberto Fico al termine dell’ufficio di presidenza della Camera. Precedentemente l’entrata in vigore prevista era stata fissata al primo novembre di quest’anno.

Secondo le stime la cifra che lo Stato risparmierebbe sarebbe di circa 40 milioni di euro l’anno. Il totale dei vitalizi erogati ammonta a 1.405, il ricalcolo varrà per 1.338 assegni che verranno abbassati. Gli altri 67 non verranno ritoccati in quanto riguardano parlamentari con almeno 4-5 legislature alle spalle e che hanno quindi versato più contributi e per questo con il nuovo sistema di calcolo andrebbero a guadagnare di più di adesso. Per questo motivo i loro vitalizi rimarranno invariati. Nella delibera è stato inserito anche un tetto minimo di 980 euro al mese per chi ha fatto solo una legislatura.

A proposito di un’eventuale bocciatura da parte della Corte Costituzionale, il presidente della Camera Roberto Fico ha detto: “Non sono preoccupato. Ho scritto una delibera forte, sostanziale e sostanziosa che ripara un’ingiustizia” facendo proprio un principio “costituzionale per cui tutti i cittadini sono uguali”.

Il provvedimento al Senato è ancora in fase di studio: “Il Senato farà le sue valutazioni e andrà avanti e arriverà a una conclusione simile”, ha spiegato Fico.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto su Twitter: “Grande soddisfazione per l’abolizione dei vitalizi. È un bel segnale per il Paese che si aspettava da tanto tempo. Avanti così!”.

Le reazione dell’opposizione
“Il Pd ha votato a favore: è una delibera giusta, che incide sui dei privilegi non più tollerabili anche se i vitalizi non li aboliamo oggi: li abbiamo aboliti nel 2011”, ha detto il vice presidente della Camera ed unico esponente in ufficio di presidenza per il Pd Ettore Rosato – “Lo strumento utilizzato non è dei migliori ed è debole perché riguarda un solo ramo del Parlamento. Credo ci sia un retropensiero: quando la Consulta boccerà la delibera si stracceranno le vesti e così potranno parlarne ancora”.

“Fratelli d’Italia ha votato l’abolizione dei vitalizi: un privilegio inaccettabile e fuori dal tempo. Abbiamo combattuto per anni, spesso in totale solitudine, la battaglia per il ricalcolo dei vitalizi e delle pensioni d’oro sulla base dei contributi versati, e siamo contenti che ora sia patrimonio di tutti. La proposta del M5S contiene purtroppo delle lacune ma ci auguriamo che, per questo motivo, la riforma non venga bloccata”, ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Critica Mara Carfagna, vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia: “Oggi i Cinquestelle stappano champagne in piazza, ma il conto lo pagheranno gli italiani. Noi di Forza Italia siamo i primi nemici dei vitalizi ed è facile dimostrarlo: li abbiamo aboliti nel 2011. Ci siamo astenuti sulla delibera proposta oggi dal Movimento 5 stelle perché siamo d’accordo sul principio, ma non sul metodo di ricalcolo adottato nel provvedimento, che non risponde a criteri di legittimità costituzionale. Non è una questione astratta: si tratta di denaro pubblico. Quando arriveranno gli inevitabili ricorsi i costi saranno salati, ben più alti del risparmio che stanno festeggiando i Cinquestelle. Nel corso della riunione dell’Ufficio di presidenza ho segnalato alla maggioranza il paradosso di voler eliminare un privilegio proteggendosi dietro un altro privilegio, ovvero l’insindacabilità del parlamentare, ultimo scudo che gli rimane di fronte al rischio di poter rispondere in solido di questo errore tecnico”.

La deputata del Pd Raffaella Paita ha attaccato LeU: “E’ proprio vero, in politica l’aria cambia in fretta. La conferma, in questo caso, la fornisce Luca Pastorino, segretario d’Aula di Liberi e Uguali, annunciando che non prenderà parte al voto sulla delibera sul ricalcolo dei vitalizi in Ufficio di Presidenza alla Camera. La coerenza, evidentemente, non è la sua qualità principale. Certo, i tempi sono forzati e la delibera è imperfetta, tutto vero. Ma quando si tratta di dare un segnale ai cittadini che vada nella direzione della riduzione dei costi e dei privilegi della politica, il Pd c’è, mentre quella che si erge a vera sinistra fa un passo indietro. Noi abbiamo cominciato questo percorso con Matteo Richetti nella scorsa legislatura, Pastorino e i suoi compagni l’hanno sempre intrapreso solo a parole. E quando si deve passare dalle parole ai voti, fatalmente, non se la sentono”.

fonte: https://www.fanpage.it/taglio-dei-vitalizi-luigi-di-maio-risparmio-di-200-milioni-di-euro-per-ogni-legislatura/
http://www.fanpage.it/

 

“Di Maio non ha mai lavorato, norme vetero-comuniste” – Berlusconi contro Di Maio ed il suo Decreto Dignità – Sì, avete capito bene. Berlusconi, uno che a 81 anni suonati ancora non sa cos’è la dignità, si scaglia contro il Decreto Dignità… Troppo divertente, se non fosse vero!

 

Berlusconi

 

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“Di Maio non ha mai lavorato, norme vetero-comuniste” – Berlusconi contro Di Maio ed il suo Decreto Dignità – Sì, avete capito bene. Berlusconi, uno che a 81 anni suonati ancora non sa cos’è la dignità, si scaglia contro il Decreto Dignità… Troppo divertente, se non fosse vero!

 

Decreto Dignità, Berlusconi contro Di Maio: “Non ha mai lavorato, norme vetero-comuniste”

Botta e risposta a distanza fra il leader di Forza Italia e quello del Movimento 5 Stelle sul decreto dignità, considerato da Berlusconi un provvedimento che danneggerà le aziende. Immediata la replica del vicepresidente del Consiglio: “Abbiamo tutelato gli interessi delle fasce più deboli e non quelli delle lobby del gioco d’azzardo tanto care alle sue TV”.

Come noto, la posizione di Forza Italia nei confronti del decreto Dignità, il primo atto di Luigi Di Maio da ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, è stata fin da subito fortemente critica. Ora però in campo scende direttamente Silvio Berlusconi, con una lettera indirizzata al Corriere della Sera con la quale spiega la sua posizione di contrarietà rispetto a una norma che definisce “preoccupante”. Il Cavaliere spiega: “Con il Decreto Dignità il governo Conte-Di Maio-Salvini ha mostrato il suo vero volto. Questo forse è un bene, perché apre gli occhi a quanti fino ad oggi si erano illusi, anche fra gli elettori di centro-destra”. Nella sua lettura si tratta di un decreto che “è certamente un male per le imprese, per i lavoratori, per l’occupazione, per i veri e propri drammi sociali che l’Italia deve affrontare”, soprattutto perché si tratta di una risposta che “non solo non risolve nulla, ma al contrario aggrava le difficoltà di famiglie e imprese”. Per Berlusconi, infatti, “in questo modo non si riduce la flessibilità, si riducono i posti di lavoro, e si scoraggiano i contratti regolari a vantaggio del lavoro nero. Chi ha scritto il decreto certo non conosce l’economia reale come chi lavora e chi fa impresa. Un milione di contratti che stanno per essere rinnovati ora sono a rischio e per quasi la metà si tratta di giovani”.

Poi l’affondo nei confronti del leader del Movimento 5 Stelle:

Quelle che il governo ha varato, sono norme che scontentano tutte le categorie produttive, chi lavora e chi crea lavoro. Questo decreto sembra fatto contro di loro. Di Maio vuole regolare per decreto una cosa che non ha mai conosciuto, il mondo del lavoro. Non avendo idee originali, rispolvera ricette vecchie che sono fallite in tutto il mondo: sembra incredibile ma il ministro del Lavoro ripropone nel 2018 soluzioni vetero-comuniste già sconfitte nel ‘900 e alle quali non credono più nemmeno i sindacati seri

Immediata la replica di Luigi Di Maio, affidata al suo profilo Twitter:

Berlusconi preoccupato per Dl Dignità? Forse perché abbiamo tutelato gli interessi delle fasce più deboli e non quelli delle lobby del gioco d’azzardo tanto care alle sue TV. Se ne faccia una ragione, noi continueremo a lavorare nell’esclusivo interesse delle famiglie!

fontedi-maio-non-ha-mai-lavorato-norme-vetero-comuniste/
http://www.fanpage.it/

Di Maio: “La mafia è prima di tutto un atteggiamento, un atteggiamo che si vede non solo nelle organizzazioni criminali, ma anche in altre organizzazioni come le BANCHE…!”

 

Di Maio

 

 

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Di Maio: “La mafia è prima di tutto un atteggiamento, un atteggiamo che si vede non solo nelle organizzazioni criminali, ma anche in altre organizzazioni come le BANCHE…!”

 

Luigi Di Maio: “La mafia è un atteggiamento che vediamo pure in alcune banche”

Il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio attacca alcune banche per il loro atteggiamento definito “mafioso”: “La mafia è prima di tutto un atteggiamento. Questo atteggiamento lo vediamo nelle organizzazioni criminali, ma lo vediamo anche in organizzazioni che non sono criminali. Lo vediamo in alcuni atteggiamenti delle banche”.

“La mafia è prima di tutto un atteggiamento, prima ancora che un’organizzazione criminale”. Un atteggiamo che si vede nelle organizzazioni criminali “ma anche in organizzazioni che non sono criminali. Lo vediamo in alcuni atteggiamenti delle banche, perché ci sono sentenze che riconoscono l’usura delle banche”. Sono queste le parole di Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Di Maio parla durante un incontro con l’imprenditore calabrese Antonino De Masi: “Questo atteggiamento – precisa – lo vediamo nelle organizzazioni criminali che De Masi ha denunciato come imprenditori, ma anche in organizzazioni non criminali”. “L’atteggiamento mafioso a volte lo vediamo anche in alcuni esponenti dello Stato e in alcune organizzazioni dello Stato”, attacca ancora il vicepresidente del Consiglio. De Masi è un imprenditore del settore metalmeccanico e da cinque anni vive sotto scorta dopo aver denunciato le cosche della piana di Gioia Tauro.

Al termine dell’incontro con De Masi, Di Maio spiega che l’imprenditore “è stato al ministero dello Sviluppo economico, ha firmato un accordo in presenza di esponenti del governo, a questo accordo partecipavano anche delle banche che se ne sono infischiate dell’accordo”. “Allora – osserva il ministro – se questi accordi non valgono nulla, se il patrocinio e la parole del governo non valgono nulla, al punto che le banche se ne fregano di un ministro o un viceministro, allora c’è qualcosa che non va. Questa gente è’ stata abituata malissimo dai politici di prima e dobbiamo cominciare a esigere rispetto dello Stato. Così vengono rispettati anche i cittadini. A De Masi ho detto che ci mettiamo subito a lavoro perché quello che è accaduto a lui non deve più accadere”.

Di Maio si complimenta ancora con De Masi, sottolineando che è un “imprenditore coraggioso che ha lottato ogni giorno per tenere aperta la sua imprese”. E alla sua azienda il vicepresidente del Consiglio presto farà visita insieme ad altri esponenti del governo: “Questo è il tipo di imprenditore con cui il governo vuole stare. Questo governo non starà mai con i ‘prenditori’, quelli che hanno campato con i soldi pubblici e poi sono andati via dall’Italia. Se gli imprenditori italiani sono eroi, quelli del Sud sono supereroi”.

fonte: https://www.fanpage.it/luigi-di-maio-la-mafia-e-un-atteggiamento-che-vediamo-pure-in-alcune-banche/
http://www.fanpage.it/

Vitalizi, Di Maio stronca le proteste: “Non si torna indietro. Mettetevi l’anima in pace”

 

Vitalizi

 

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Vitalizi, Di Maio stronca le proteste: “Non si torna indietro. Mettetevi l’anima in pace”

 

“Potete piangere e strepitare quanto volete, tanto non si torna indietro. NOI I VITALIZI VE LI TOGLIAMO. Mettetevi l’anima in pace”.

Lo scrive su Facebook Luigi Di Maio, che ha commentato un articolo “divertentissimo” sul Corriere della Sera.

Questo articolo, spiega il vicepremier, “raccoglie le lamentele di alcuni ex parlamentari a cui toglieremo i vitalizi tra pochi giorni”.

“Uno – prosegue – piange miseria perché da 4.700 euro al mese grazie alla nostra delibera prenderà 2.500 e parla di atto illiberale”.

Di Maio quindi si chiede: “Ma dico io: ma se hai versato contributo per avere una pensione di 2.500 euro perché te ne davo dare il doppio?.”

“Questa è giustizia, altro che illiberalità,” osserva il leader 5Stelle, che cita un altro esemio:

“Un altro dice che da 2.000 passerà a 400 ed è una rapina. Quindi parliamo di un ex parlamentare che ha versato contributi solo per avere una pensione minima”.

E prosegue: “Capite questa gente? Quando erano in parlamento non hanno mosso un dito per alzare le pensioni minime perché tanto loro avevano il vitalizio che valeva 5 volte tanto”.

“Adesso lo Stato se ne frega di difendere chi ha i privilegi e pensa a proteggere i più deboli. Potete piangere e strepitare quanto volete, tanto non si torna indietro. NOI I VITALIZI VE LI TOGLIAMO. Mettetevi l’anima in pace,” conclude Di Maio.

L’articolo in questione riporta anche le dichiarazioni di Gerardo Bianco, due volte capogruppo della Dc al Senato e ben 9 legislature all’attivo. Una carriera che gli ha fruttato un vitalizio di 5.100 euro netti.

“So solo che questa delibera danneggerà ex parlamentari che sono oggi ultra ottantenni e sono stati alla Camera per una sola legislatura,” ha affermato Bianco, che ha parlato di “operazione demagogica” in quanto “con il sistema contributivo chi come me ha nove legislature dovrebbe addirittura aumentare il vitalizio”.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/06/29/vitalizi-di-maio-non-si-torna-indietro-mettetevi-lanima-in-pace/