Leggi che un tizio che ha 319 milioni di euro di debito con MPS pranza con il Presidente del Consiglio, e questi gli dà pure dritte sulle riforme delle banche, e ti viene voglia di urlare “Maladetti ladri”. Ma non puoi, perchè poi ti senti rispondere “ladri lo dici a tua sorella” …e capisci in che paese di merda ti trovi!

De Benedetti

 

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Leggi che un tizio che ha 319 milioni di euro di debito con MPS pranza con il Presidente del Consiglio, e questi gli dà pure dritte sulle riforme delle banche, e ti viene voglia di urlare “Maladetti ladri”. Ma non puoi, perchè poi ti senti rispondere “ladri lo dici a tua sorella” …e capisci in che paese di merda ti trovi!

 

Ricordate la lista dei 100 debitori nell’elenco di Monte dei Paschi di Siena?

Quella che volevano tenerci nascosta?

Quella che qualche giornale ha pubblicato?

Quelle su cui è calato l’assoluto silenzio?

Tra i grandi debitori non possono passare inosservati i più di 300 milioni di Sorgenia Power. La cifra riportata è una di quelle più cospicue presenti nell’elenco dei 100 debitori di Monte dei Paschi di Siena. Sorgenia quando era di proprietà di Carlo De Benedetti e family, ha creato un buco di 319 milioni di euro sino al 30 settembre 2017…!

Ed ora…

Banche Popolari, l’intercettazione di De Benedetti: “Il decreto passa, me l’ha detto Renzi” …Così l’ebetino fece guadagnare 600.000 Euro al suo amico, alla faccia della povera gente che ci rimise pure le mutande!

Ti viene voglia di urlare “Maladetti ladri”…?

Non puoi, perchè poi ti senti rispondere “ladri lo dici a tua sorella”…

Guarda QUI il video dell’arroganza di Renzi nei confronti dell’anziana contestatrice

…e capisci in che paese di merda ti trovi!

 

By Eles

L’uomo che sussurrava a De Benedetti – In un Paese civile volerebbero le manette, ma noi siamo in Italia…!

De Benedetti

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L’uomo che sussurrava a De Benedetti – In un Paese civile volerebbero le manette, ma noi siamo in Italia…!

 

L’uomo che sussurrava a De Benedetti – Alessandro Di Battista

Scrive Alessandro di Battista su Facebook:

“‘L’UOMO CHE SUSSURRAVA A DE BENEDETTI’

– Gennaio 2016, Renzi dichiara: “Monte dei Paschi di Siena è risanata, ora investire è un affare”. Magari qualcuno gli avrà creduto e avrà seguito il suo consiglio. Risultato? Perdita clamorosa perché il valore dei titoli di MPS da quel giorno è crollato.

– Gennaio 2015, Renzi rivela a De Benedetti l’imminente approvazione del decreto sulle banche popolari. L’Ingegnere chiede subito al suo broker di comprare azioni delle banche coinvolte dal decreto. Ovviamente il decreto viene approvato dal Consiglio dei Ministri e l’Ingegnere De Benedetti fa un affare da 600.000 euro di plusvalenze.

IN UN PAESE NORMALE SUCCEDEREBBE QUESTO:

1. Si indignerebbero tutti quanti di fronte a questi comportamenti vomitevoli.
2. I giornalisti de La Repubblica dimostrerebbero dignità e scriverebbero la verità, anche se questa va contro gli interessi del loro padrone!
3. Gli elettori del PD caccerebbero Renzi a calci nel culo dal loro partito, un partito diventato ormai una cloaca di interessi privati e oscenità politiche.
4. I TG e le trasmissioni di informazione invierebbero giornalisti e operatori sotto casa di Renzi e di De Benedetti e farebbero partire dirette, approfondimenti, insomma, informerebbero.

IN ITALIA, IL “PAESE DEL SOTTOSOPRA” INVECE SUCCEDE QUESTO:

1. Si indignano soltanto coloro che sono stati correttamente informati, tutti gli altri non ci capiscono nulla.
2. I giornalisti de La Repubblica (e molti altri) cercano di nascondere il più possibile questa notizia clamorosa.
3. Alcuni (sempre meno grazie a Dio)

elettori del PD, spaventati ormai da anni dal sistema mediatico rispetto ad una possibile vittoria del Movimento 5 Stelle difendono l’indifendibile. Lo fanno anche per non ammettere a loro stessi un fallimento totale.
4. Molti TG e molte trasmissioni di “informazione” si occupano di “spelacchio”, mandano giornalisti a Piazza Venezia sotto un albero piuttosto che sotto casa di De Benedetti o di Renzi.

Io ho passione e voce. Il 1 febbraio partirò in tour in camper e girerò tutte le regioni d’Italia. Ripeto, tutte. Sarò in piazza, farò dirette su dirette e se necessario ci andrò io nella cittadina di Renzi. Incontrerò fisicamente o in rete centinaia di migliaia di italiani. Farò il mio dovere e, con i miei mezzi, informerò più persone possibile anche su quest’ultima indecenza che avrebbe stroncato la carriera politica e imprenditoriale di chiunque, ma non di Renzi e De Benedetti…per lo meno ancora no…”

Banche Popolari, l’intercettazione di De Benedetti: “Il decreto passa, me l’ha detto Renzi” …Così l’ebetino fece guadagnare 600.000 Euro al suo amico, alla faccia della povera gente che ci rimise pure le mutande!

 

De Benedetti

 

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Banche Popolari, l’intercettazione di De Benedetti: “Il decreto passa, me l’ha detto Renzi” …Così l’ebetino fece guadagnare 600.000 Euro al suo amico, alla faccia della povera gente che ci rimise pure le mutande!

Banche Popolari, l’intercettazione di De Benedetti: “Il decreto passa, me l’ha detto Renzi”

Nel testo di un’intercettazione telefonica diffusa dal Corriere della Sera, in un dialogo tra Carlo De Benedetti e un professionista di investimenti, l’ingegnere patron del Gruppo L’Espresso rivela di essere a conoscenza della sicura approvazione del decreto banche, effettivamente varato 4 giorno dopo, anticipata dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi.

L’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi rassicurò l’ingegner Carlo De Benedetti sulla sicura approvazione del decreto banche. A rivelare questa circostanza – avvenuta il 16 gennaio 2015, a 4 giorni dal varo del decreto banche – è un’intercettazione telefonica rimasta finora segreta e allegata a un fascicolo d’inchiesta che la procura di Roma ha trasmesso alla commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Nella trascrizione dell’intercettazione, diffusa da Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera, l’ingegner De Benedetti, parlando con un professionista ingaggiato per curare i propri investimenti in Borsa, dichiara di essere a conoscenza della sicura approvazione del decreto banche, circostanza che gli permise di investire 5 milioni di euro guadagnando 600mila euro di plusvalenza in poco tempo.

“L’indagine per insider trading fu avviata tre anni fa su segnalazione della Consob che aveva evidenziato plusvalenze e movimentazioni anomale sui titoli. In particolare De Benedetti aveva investito 5 milioni di euro con Romed spa guadagnando 600 mila euro. I magistrati hanno sollecitato l’archiviazione dell’inchiesta perché sia Renzi sia De Benedetti, interrogati dai pubblici ministeri, hanno escluso di essere entrati nel merito del testo poi approvato a Palazzo Chigi”, spiega il Corriere della Sera.

Il 13 febbraio scorso il presidente Giuseppe Vegas  spiegò come la Consob “ha rilevato la presenza di alcuni intermediari con un’operatività potenzialmente anomala” con acquisti effettuati prima del 16 gennaio, ovvero prima che si sapesse “dell’intenzione del governo di adottare il provvedimento”. Tra i casi citati non solo quello di De Benedetti, ma anche quello del finanziere Davide Serra, che avrebbe ottenuto guadagni con la sua Algebris. Gli atti Consob vengono trasmessi alla Procura di Roma che procede con l’iscrizione nel registro degli indagati Bolengo e successivamente interroga De Benedetti e Renzi come persone informate dei fatti. Sia Renzi che De Benedetti confermano di aver parlato e di essersi visti nei giorni precedenti al varo del decreto banche, ma negano si sia verificato uno scambio di informazioni privilegiate. “Alla riforma delle banche si dedicarono cenni del tutto generici e non fu riferito a De Benedetti nulla di specifico su tempi e strumento giuridico”, dichiarò Renzi.

Il fascicolo ora al vaglio della commissione d’inchiesta è rimasto segreto fino a oggi in quanto il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Stefano Pesci chiesero l’archiviazione dell’indagine. Secondo i magistrati, infatti, non sarebbe stato commesso insider trading perché nella telefonata “De Benedetti si limita ad affermare di aver appreso di un intervento: espressione polivalente che nulla apporta in più rispetto a quanto ben noto a Bolengo. Ma anche che l’intervento sarebbe stato realizzato in tempi brevi, ma non necessariamente brevissimi e comunque non determinanti”.

Il testo dell’intercettazione
È il 16 gennaio 2015. De Benedetti parla al telefono con Gianluca Bolengo, suo referente nella società Intermonte Sim spa che si occupa dei suoi investimenti. Il colloquio viene registrato così come previsto dalla normativa sulle intermediazioni finanziarie.

De Benedetti: Sono stato in Banca d’Italia l’altro giorno, hanno detto (incomprensibile) che è ancora tutto aperto.

Bolengo: Sì, ehm, però adesso stanno andando avanti… comunque non è…

De Benedetti: Faranno un provvedimento. Il governo farà un provvedimento sulle Popolari per tagliare la storia del voto capitario nei prossimi mesi… una o due settimane.

Bolengo: Questo è molto buono perché c’è concentrazione nel settore. Ci sono troppe banche popolari. Sa, tutti citano il caso di Sondrio città di 30 mila abitanti.

De Benedetti: Quindi volevo capire una cosa (incomprensibile) salgono le Popolari?

Bolengo: Sì su questo se passa un decreto fatto bene salgono.

De Benedetti: Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa.

Bolengo: Se passa è buono, sarebbe da avere un basket sulle Popolari. Se vuole glielo faccio studiare, uno di quelli che potrebbe avere maggiore impatto e poi però bisognerebbe coprirlo con qualcosa.

De Benedetti: Togliendo la Popolare di Vicenza.

Bolengo: Sì.

fonte: https://www.fanpage.it/banche-popolari-l-intercettazione-di-de-benedetti-il-decreto-passa-me-l-ha-detto-renzi/

 

 

 

La Sorgenia di De Benedetti deve restituire 600 milioni a MPS. Nessuna azione legale, nessuna indagine della Magistratura, niente di niente, tanto hanno già deciso che pagheremo noi. Ma se TU non paghi il canone Rai finisci in galera …Non ti senti preso per i fondelli???

 

Sorgenia

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La Sorgenia di De Benedetti deve restituire 600 milioni a MPS. Nessuna azione legale, nessuna indagine della Magistratura, niente di niente, tanto hanno già deciso che pagheremo noi. Ma se TU non paghi il canone Rai finisci in galera …Non ti senti preso per i fondelli???

La Sorgenia di De Benedetti (tessera n. 1 del Pd) deve restituire 600 milioni a MPS. Nessuna azione legale, nessuna indagine della Magistratura, niente di niente, tanto il Pd e Renzi hanno già deciso che pagheremo noi.

Ma se TU non paghi il canone Rai finisci in galera …Non ti senti preso per i fondelli???

da Il Sole 24 ore

Nella lista nera dei grandi debitori morosi, che hanno affossato Mps portandola a cumulare 47 miliardi di prestiti malati, ci sono nomi eccellenti dell’Italia che conta. Dai grandi imprenditori, agli immobiliaristi, al sistema delle coop rosse fino alla giungla delle partecipate pubbliche della Toscana. Il parterre è ecumenico sul piano politico. Centro-sinistra, Centro-destra pari sono. Del resto per una banca guidata per decenni da una Fondazione espressione della politica era quasi naturale l’arma del credito come strumento di consenso e di scambio.

Tra i protagonisti di spicco più emblematici, come ha ricostruito Il Sole24Ore, figura sicuramente la famiglia De Benedetti e la sua Sorgenia. Emblematica per dimensioni e per quel ruolo innaturale che ha svolto Mps. La Sorgenia si è indebitata per 1,8 miliardi con il sistema bancario. La sola Mps, chissà come, si è caricata di ben un terzo di quel fardello. Seicento milioni erano appannaggio del solo istituto senese che ha fatto lo sforzo più ingente rispetto al pool di 15 istituti che avevano finanziato la società elettrica finita a gambe all’aria. I De Benedetti capita l’antifona della crisi irreversibile non si sono resi disponibili a ricapitalizzare come da richiesta delle banche. Alla fine il «pacco» Sorgenia è finito tutto in mano alle banche che hanno convertito l’esposizione creditizia in azioni. E Mps si ritrova ora azionista della Nuova Sorgenia con il 17% del capitale. Per rientrare dal credito prima o poi, occorrerà risanare la società e venderla. Oggi Sorgenia è tra gli incagli di Mps. Non solo, nel 2015 la banca ha svalutato i titoli Sorgenia per 36 milioni di euro.

Qui l’articolo intero: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-01-10/ecco-lista-grandi-debitori-morosi-mps-203935.shtml?uuid=ADI10OUC&refresh_ce=1

Il Capolavoro di De Benedetti: non solo ruba a Montepaschi, adesso si fa pagare dagli Italiani il buco delle aziende… un grazie di cuore agli amici in Parlamento…!

De Benedetti

 

 

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Il Capolavoro di De Benedetti: non solo ruba a Montepaschi, adesso si fa pagare dagli Italiani il buco delle aziende… un grazie di cuore agli amici in Parlamento…!

Una legge favorirà Sorgenia a danno dei colossi dell’energia. Così l’ex società dell’Ingegnere salvata da Mps avrà più clienti

In gergo finanziario si dice: «Se il debitore deve alla banca 10mila euro, il problema è suo; se le deve 10 milioni di euro, il problema è della banca».
A questa massima si può aggiungere una postilla: «se la banca e il debitore sono amici dello Stato, a pagare è il cittadino». Ed è questo, in buona sostanza, il succo di una serie di emendamenti al ddl Concorrenza che potrebbero avvantaggiare la utility Sorgenia, un tempo del gruppo Cir della famiglia De Benedetti e da un paio d’anni proprietà delle banche creditrici tra le quali c’è Mps.
Il ddl Concorrenza 2015, che da agosto è in commissione Industria al Senato presieduta da Massimo Mucchetti (Pd), prevede la fine del mercato tutelato di elettricità e gas a partire dal primo luglio dell’anno prossimo. I clienti del servizio di maggior tutela entro quella data dovranno passare a una delle offerte di mercato libero dei vari operatori (le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra da tempo perché prevedono rincari). Ma che cosa succede a chi non eserciterà l’opzione per inesperienza o semplice dimenticanza? Lo spiegano due emendamenti all’articolo 27 approvati in commissione, uno di Francesco Scalia (Pd) e l’altro di Aldo Di Biagio (Ncd): sarà garantito un servizio di salvaguardia «attraverso procedure concorsuali per aree territoriali e a condizioni che incentivino il passaggio al mercato libero».
Il governo, secondo fonti bene informate, avrebbe già in preparazione un altro emendamento che disciplina nel dettaglio lo svolgimento delle aste precorrendo i tempi del decreto attuativo – d’uopo in simili occasioni – e stabilendo limiti rigidissimi di quote di mercato, che dovranno essere inferiori al 50%, per la partecipazione alle gare. Una sollecitudine un po’ sospetta per un ddl che da due anni vaga per il Parlamento. L’identikit dei potenziali partecipanti è presto svelato: a quelle gare non potrebbero partecipare Enel e le utility delle grandi città come Roma, Milano, Torino e Napoli. A tutto vantaggio di operatori su scala nazionale quale è appunto Sorgenia.
Se si considera che il volume d’affari ipotizzato per i servizi elettrici forniti a coloro che non eserciteranno l’opzione per il mercato libero è di almeno 500 milioni di euro, è legittimo dubitare della trasparenza delle procedure vista l’esclusione ex ante degli operatori incumbent che, tra l’altro, essendo a partecipazione pubblica, garantiscono dividendi al tesoro o ai Comuni azionisti. Ecco, è una questione di dirottamento di dividendi. Sorgenia, di proprietà delle banche dopo che Cir non era riuscita a far fronte a 1,8 miliardi di debiti (600 milioni in capo a Mps, oggetto di salvataggio pubblico da 6,7 miliardi), ha bisogno di un afflusso di risorse che le consentano di rimettersi in carreggiata facendo recuperare ai soci una piccola parte dei crediti trasformati in azioni e in nuovi finanziamenti. Il presidente dell’Authority Energia, Guido Bortoni (in scadenza nel 2018 e in cerca di ricollocazione), ha detto che «non saranno messi all’asta i clienti, ma il servizio». Le perplessità restano.
Tratto da: Il Giornale