Coronavirus – Gli Usa decidono di sacrificare disabili e altre figure “di poco valore economico” – ma dall’unico Paese al mondo che ha usato l’atomica, e lo ha fatto come un gioco, a guerra già finita, per il solo gusto di massacrare 300.000 persone, cosa vi potevate aspettare?

 

Coronavirus

 

 

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Coronavirus – Gli Usa decidono di sacrificare disabili e altre figure “di poco valore economico” – ma dall’unico Paese al mondo che ha usato l’atomica, e lo ha fatto come un gioco, a guerra già finita, per il solo gusto di massacrare 300.000 persone, cosa vi potevate aspettare?

La differenza tra un modello di vita teso a salvaguardare la vita umana e un sistema para-nazista che adotta la “selezione mirata” della cittadinanza, eliminando “gli inutili” ai fini produttivi si vede soprattutto nelle grandi emergenze. Prima ancora che diventino catastrofi.

Gli Stati Uniti, con o senza Trump, hanno da sempre aborrito la creazione di un sistema sanitario pubblico universale ed efficiente, preferendo lasciare tutto lo spazio possibile alla sanità privata, praticamente inaccessibile anche per chi lavora con un reddito non proprio basso.

Anche di recente, e anche a viaggiatori italiani benestanti, i prezzi e le modalità della sanità Usa sono risultati sconvolgenti.

Fin qui, però, siamo ancora nel campo fetido del “se c’hai gli shei ti curi, altrimenti fatti tuoi”…

L’irruzione della pandemia da coronavirus su su un sistema sanitario inesistente, nella forma pubblica, ha fin dall’inizio posto la domanda che anche in Italia, Spagna, Francia, ormai sta diventando la “norma”: chi curare prima?

Nell’impossibilità materiale di mettere in terapia intensiva tutti i malati che ne hanno disperato bisogno, i medici sono costretti ad adottare i criteri della medicina di guerra. Ossia privilegiare chi ha una qualche speranza in più di sopravvivere in base a età, condizioni generali, resistenza fisica alla pratica altamente invasiva dell’intubazione.

Terribile, ma non inumano. E’ il principio per cui un sacerdote anziano, per cui i parrocchiani avevano comprato un respiratore artificiale, autotassandosi, l’ha ceduto a un paziente molto più giovane. Accettando così di morire. Terribile, ma in questo caso altamente umano.

Al contrario, negli Stati Uniti del trionfo privatistico, la scelta di “chi curare” e chi no è stata assunta direttamente dagli Stati, ossia dalla classe politica. E i criteri sono ben altri: i medici saranno infatti obbligati a preferire quelli che “hanno più valore per la società” – che potranno insomma tornare al lavoro, prima o poi – scartando disabili fisici o psichici e tante altre “figure” che fin qui avevano potuto sopravvivere solo grazie agli sforzi solitari delle famiglie (anche il welfare, negli Usa, è praticamente inesistente).

Questi criteri non sono applicati per la prima volta nella Storia. E senza riesumare le preistoriche pratiche degli spartani o dell’antica Roma (la rupe Tarpea), in epoca moderna l’eugenetica ha avuto una sola breve stagione di egemonia.

Nella Germania nazista.

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Usa, «niente respiratori per i disabili». Più di 10 Stati scelgono chi salvare

Elena Molinari, New York – Avvenire *

In Tennessee le persone affette da atrofia muscolare spinale verranno «escluse» dalla terapia intensiva. In Minnesota saranno la cirrosi epatica, le malattie polmonari e gli scompensi cardiaci a togliere ai pazienti affetti da Covid-19 il diritto a un respiratore.

Il Michigan darà la precedenza ai lavoratori dei servizi essenziali. E nello Stato di Washington, il primo a essere colpito dal coronavirus, così come in quelli di New York, Alabama, Tennessee, Utah, Minnesota, Colorado e Oregon, i medici sono chiamati a valutare il livello di abilità fisica e intellettiva generale prima di intervenire, o meno, per salvare una vita.

Mentre sugli Stati Uniti si sta abbattendo la prima ondata di casi di coronavirus e gli ospedali si preparano a essere invasi da pazienti con difficoltà respiratorie, i vari Stati cercano di fornire ai medici dei criteri guida per prendere le decisioni più difficili: scegliere chi attaccare a un respiratore e chi no.

Nei piani preparati o rivisti in questi giorni dagli esperti locali emergono approcci diversi. Ma anche una preoccupante tendenza. Fra i circa 36 Stati che hanno reso noti i loro criteri, una decina elenca anche considerazioni di tipo intellettivo, e altri parlano di condizioni precise che possono portare alla discriminazione nei confronti dei disabili.

L’Alabama è il caso più eclatante. Nel suo documento intitolato Scarce Resource Management sostiene che i «disabili psichici sono candidati improbabili per il supporto alla respirazione».

Ma anche frasi contenute nelle linee guida di Washington, come «capacità cognitiva», o di Maryland e Pennsylvania, come «disturbo neurologico grave», hanno suscitato l’allarme delle associazioni di difesa dei disabili.Già tre gruppi (Disability Rights Washington, Self-Advocates in Leadership, The Arc of the United States) hanno fatto causa allo Stato di Washington per impedire l’entrata in vigore dei criteri per l’accesso alle cure salvavita per il Covid-19.

E una mezza dozzina di altre organizzazioni si sono appellate al governo federale affinché imponga alle Amministrazioni locali e agli ospedali il principio che i disabili hanno diritto allo stesso trattamento degli altri. A far paura è che i criteri di accesso alle cure siano costruiti sull’idea in base alla quale alcune vite valgono meno di altre.

«Le persone affette da disabilità sono terrorizzate che se le risorse si fanno scarse, verranno inviati in fondo alla fila – sostiene Ari Ne’eman, docente al Lurie Institute for Disability Policy dell’Università Brandeis –. E hanno ragione, perché molti Stati lo affermano in modo abbastanza esplicito nei loro criteri».

Al di là dei singoli documenti, negli Stati Uniti che cercano di prepararsi all’insufficienza di letti di terapia intensiva, si è già affermato un altro principio inquietante per i più vulnerabili. Si tratta della “regola d’oro” presente in quasi tutti i documenti di gestione delle risorse: si chiede a un paziente se, in caso di scarsità di strumenti salvavita, vuole avervi accesso o lasciare il posto a chi potrebbe avere più probabilità di sopravvivenza. O «maggiore valore per la società». Una regola che «impone una pressione inaudita », conclude Ne’eman.

 

fonte: https://contropiano.org/news/internazionale-news/2020/03/27/leugenetica-risorge-in-usa-col-coronavirus-0125907?fbclid=IwAR3Lt5sawMQhgdYPrheWE3ZlryLRfMZ-SqZkehBnnUbKThsBpdQdZ3T-JDI

Coronavirus, Salvini continua a vomitare insulti contro chi ci veramente ci aiuta: “Se Cina ha coperto l’epidemia ha commesso un crimine contro l’umanità”… Cosa non si direbbe per elemosinare un po’ di visibilità…

 

Salvini

 

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Coronavirus, Salvini continua a vomitare insulti contro chi ci veramente ci aiuta: “Se Cina ha coperto l’epidemia ha commesso un crimine contro l’umanità”… Cosa non si direbbe per elemosinare un po’ di visibilità…

…Dimenticando che i suoi amici, da Trump a Johnson a Bolsonaro rischiano di mettere in ginocchio il mondo…

Il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto nell’Aula del Senato, dopo l’informativa urgente del presidente del Consiglio Conte sull’emergenza coronavirus: “Se il governo cinese sapeva e non ha denunciato ha commesso un crimine ai danni dell’umanità e ora non lo si può far passare per salvatore”.

Proprio gli brucia che le zecche rosse hanno trionfato nella loro battaglia contro il Covid-19. E se non bastasse ora si sono messe al servizio del mondo intero esportando competenza e aiuti materiali. Gli brucia proprio…

“Dovremo chiedere conto a chi ha fatto cominciare tutto. Se il governo cinese sapeva e non ha denunciato ha commesso un crimine ai danni dell’umanità e ora non lo si può far passare per salvatore. Hanno o no fatto passare tre settimane prima di denunciare l’esistenza del virus?”.

Dopo la bufala – con annessa figura di merda – del virus costruito a tavolino dai cinesi, un nuovo attacco. Questa volta sarebbe quello che i cinesi hanno nascosto il virus al mondo.

Con quali prove? Da quali fonti?

Cosa non si farebbe per elemosinare un po’ di visibilita…

 

 

Un Salvini ormai alla frutta, nel disperato bisogno di visibilità, rilancia la bufala del virus creato in laboratorio… Ridicolizzato dagli esperti

 

Salvini

 

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Un Salvini ormai alla frutta, nel disperato bisogno di visibilità, rilancia la bufala del virus creato in laboratorio… Ridicolizzato dagli esperti

Coronavirus creato in laboratorio dai cinesi? Salvini cavalca la bufala in modo irresponsabile

Riprendendo un vecchio servizio di Leonardo, Salvini sparge falsità che servono solo a gettare panico. Questo sarebbe quello che vorrebbe essere il Capitano degli italiani?

Gira un video di un servizio del 2015 andato in onda su Leonardo in cui si parla di un supervirus polmonare creato dai pipistrelli e dai topi in Cina per motivi di studio. Il video è arrivato all’occhio di Matteo Salvini, che ha deciso di fare un po’ di sano terrorismo: “Da Tgr Leonardo (Rai Tre) del 16.11.2015 servizio su un supervirus polmonare Coronavirus creato dai cinesi con pipistrelli e topi, pericolosissimo per l’uomo (con annesse preoccupazioni). Dalla Lega interrogazione urgente al presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri”.

Nulla di tutto questo è vero, come ha spiegato David Puente: fin dall’inizio del servizio, il conduttore Daniele Cerrato spiega che questo ‘supervirus’ è stato creato dai pipistrelli e dai topi. Del nuovo Coronavirus (di cui il genoma è pubblico e consultabile ovunque) sappiamo che lo ‘spillover’, ossia il salto di specie, è avvenuto dai pipistrelli all’uomo. Non si parla da nessuna parte dei topi.

Scrive Puente: “Nessuno degli esperti che hanno studiato il genoma del Sars-cov-2 lo ha identificato con il virus del 2015 di cui parla TGR Leonardo.
Nel servizio si parla della glicoproteina spike SHC014, appartenente a un coronavirus dei pipistrelli «Rhinolophus». Il virus chimerico citato da TGR Leonardo è stato realizzato facendo esprimere a un coronavirus adattato nei ratti la spike del virus dei pipistrelli”.

Facciamo un attimo di chiarezza: Leonardo non aveva riportato una fake news. Il supervirus di cui parla esiste sul serio, ma non è il Sars-Cov-2. Salvini approfitta invece della somiglianza per generare del panico. Un comportamento simile, da parte di chi voleva candidarsi per guidare il paese, è davvero preoccupante.

Vontinua dopo il video

Coronavirus creato in laboratorio? Salvini ci crede e Burioni lapidario: “L’ultima scemenza”

Il virologo Burioni su twitter ha buttato acqua sul fuoco dei ‘complotto’, commentando il caso della puntata di TgR Leonardo del 16 novembre 2015 su Rai 3, che sta circolando sui social.

Chi ha cercato di cavalcare un’ondata sinofoba sulla base di menzogne? Salvini. Con le stesse basi scientifiche dei no vax e dei terrapiattisti.
“L’ultima scemenza è la derivazione del coronavirus da un esperimento di laboratorio. Tranquilli, è naturale al 100%, purtroppo”.

Lo scrive il virologo Burioni su twitter buttando acqua sul fuoco dei ‘complotto’, commentando il caso della puntata di TgR Leonardo del 16 novembre 2015 su Rai 3, che sta circolando sui social. Nel video si parla di una ricerca cinese su un virus chimera creato in laboratorio e ottenuto combinando un coronavirus scoperto in una particolare specie di pipistrello cinese con un altro che causa la Sars nei topi da laboratorio

Il virologo smonta l’ennesima bufala: “Il Covid-19 non è stato creato in un laboratorio cinese”

Il professore Fabrizio Pregliasco sul video della puntata di Leonardo del 2015: “Quello che causa Covid-19 non è lo stesso virus dello studio del 2015”

Attenzione alle bufale e alle soluzioni facili. Bisogna avere la pazienza di aspettare la comunità scientifica.
Un virus chimera creato in laboratorio nel 2015, e ottenuto combinando un coronavirus scoperto in una particolare specie di pipistrello cinese con un altro che causa la Sars nei topi da laboratorio, torna ad allarmare in piena pandemia da Covid-19.

“Il video della puntata di TgR Leonardo del 16 novembre 2015 su Rai 3, che sta circolando sui social, in effetti fa impressione, ma già all’epoca la ricerca pubblicata su ‘Nature Medicine’ fece divampare una polemica all’interno della comunità scientifica, su opportunità e rischi di questa ricerca. Ebbene, possiamo dire che quello che causa Covid-19 non è lo stesso virus dello studio del 2015, e che questo Sars-Cov-2 ha avuto un’origine naturale”.

Ad affermarlo è il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco.
“Ormai sono numerosi gli studi che hanno esaminato le caratteristiche genetiche del nuovo coronavirus, e tutti concordano: Sars-Cov-2 ha avuto un’origine naturale, ed è passato all’uomo dai pipistrelli”, sottolinea il virologo. “Capisco che, visto oggi con i nostri occhi, quel servizio impressioni. Ma lo ribadisco: questo coronavirus ha avuto un’origine naturale”.

Lo avrà capito Salvini che ha subito cavalcato la bufala?

Bufala rilanciata da Salvini, l’epidemiologo smentisce: “Covid-19 non è stato creato in laboratorio”

Parla il professor Enrico Bucci docente alla Templey University: “”Il virus creato nel 2015 non aveva capacità epidemica e questo coronavirus è frutto di una selezione naturale”

Solo Salvini, alla ricerca di visibilità mentre i sondaggi lo danno in calo, poteva senza aver fatto una minima verifica rilanciare sui social una bufala da sapore anti-cinese.
Ma si tratta di una stupidaggine: il Covid-19 non è lo stesso virus creato in laboratorio dai cinesi nel 2015″.
La smentita categorica arriva dal professor Enrico Bucci docente alla Templey University, Usa, epidemiologo di fama mondiale in una intervista a RaiNews24 raccolta da Gerardo d’Amico.
Il riferimento è al servizio trasmesso da Leonardo (Tgr) nel 2015, che sta girando sulla rete e sui social generando allarme.
“Il virus creato nel 2015 – dice il professor Bucci – non aveva capacità epidemica. Inoltre è indubbio che il Covid-19 non è stato creato in laboratorio ma è frutto di una selezione naturale”.

Chiudere tutto? La lega ed i presidenti delle regioni leghiste lo hanno sempre chiesto? Le sporche bugie di Salvini mentre la gente muore… Leggete questo per rendervi conto con chi abbiamo a che fare…

 

Salvini

 

 

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Chiudere tutto? La lega ed i presidenti delle regioni leghiste lo hanno sempre chiesto? Le sporche bugie di Salvini mentre la gente muore… Leggete questo per rendervi conto con chi abbiamo a che fare…

Ormai la pazienza è finita. possibile che con 5000 morti ci sia ancora chi specula sul virus per qualche voto?

Possibile che ci sia gente che lo sta ancora a sentire?

Per qualcuno forse è solo una questione di memoria, e allo ra ve la vogliamo rinfrescare.

Salvini e la lega volevano chiudere tutto?

La verità che dalle prime avvisaglie del coronavirus le uniche battaglie della lega erano contro i barconi di immigrati che portavano in Italia gli “africati appestati” (???) e la quarantena prima del rientro a scuola dei bambini provenienti dalla Cina…

E questo è dire tutto su come Salvini & C. abbiano centrato dal primo momento il problema…

Ad esempio il 21 febbraio Salvini invitava ad ascoltare medici e scienziati (improvvisamente non più “professoroni”, detto con aria di scherno) che a suo dire avvertivano del pericolo imminente dell’arrivo di Covid-19 in Italia sui barconi.

Nota: All’epoca il Governo (primo al mondo) aveva già bloccato i voli da e per la Cina. Pochi giorni dopo sarebbero stati individuati in primi casi di trasmissione locale di coronavirus. Ma non nei centri di accoglienza dei migranti ma in Lombardia.

Il 24 febbraio Salvini su Twitter rincara la dose: «non è il momento delle mezze misure: servono provvedimenti radicali, serve l’ascolto dei virologi e degli scienziati, servono trasparenza, verità e un’informazione corretta, servono controlli ferrei ai confini su chi entra nel nostro Paese». Peccato che i virologi chiedessero altro: isolamento volontario e un invito ai cittadini italiani (non ai migranti) di evitare assembramenti e limitare i contatti sociali…

È durata poco la ferrea fermezza della Lega. Il 27 febbraio Salvini compie il triplo salto mortale. Che era successo? Niente, il Governo stava attuando i primi provvedimenti di blocco, e lui sentiva l’esigenza di aprire nuovamente la bocca (tanto poi quello che ne esce, esce…)… Il tutto in un celeberrimo video

Quando Salvini lo scorso 27 Febbraio , dopo la visita da Mattarella , chiede al popolo di sollevarsi e chiedere al Governo di aprire tutto…

Un concetto ribadito anche il 29 febbraio durante un’intervista mandata in onda da Porta a Porta dove Salvini disse: «il mondo deve sapere che venire in Italia è sicuro, perché siamo un Paese bello, sano e accogliente, altro che “lazzaretto d’Europa”, come qualcuno sta cercando di farci passare».

Nota: ad oggi i positivi al coronavirus in Italia sono oltre 50.000 con 5.000 decessi…

Salvini ha sempre detto di voler chiudere tutto? 29 febbraio, in un altro tweet se la prende con la proposta di rinviare Juventus-Inter a maggio. Che senso ha?? si chiede, «porte aperte o porte chiuse, per me si doveva giocare e offrire agli italiani qualche ora di serenità e al mondo un’immagine di tranquillità».

Che volete che sia, solo 40.000 persone tra piemontesi e lombardi assembrate… Una sciocchezza… E questo vorrebbe chiudere tutto?

Ma intanto il 24 febbraio Salvini aveva detto: “Superati i 100 contagi in Italia. Ma per qualche genio al governo fino a pochi giorni fa il problema erano Salvini e la Lega, odiatori e razzisti, che lanciavano allarmi senza motivo… Vergogna”.

Rincoglionimento? Schizzofrenia? Sciacallaggio? A voi l’ardua sentenza…

Oggi Salvini va dicendo che sin dal primo momento Lui e le Regioni a guida leghista lo hanno sempre detto che bisognava chiudere tutto…

Quello che diceva Salvini lo abbiamo visto, e i suoi compari?…

E Zaia? E Fontana?

Rassegna stampa per gli smemorati (e per chi ci sta ancora una volta prendendo per il culo)…

LUCA ZAIA

Luca Zaia lo vogliamo anche ricordare per le sue note posizioni ‘no vax’ che lo avevano portato a fare ricorso alla Consulta contro l’obbligo vaccinale nelle scuole del ministro Lorenzin.

1 febbraio

Coronavirus, Zaia: non è giustificata la chiusura delle scuole

3 febbraio

Coronavirus, Zaia: “Siamo pronti, ma nessun allarmismo”

24 febbraio

La Lega strilla sul coronavirus ma Zaia ha fermato il Carnevale troppo tardi

27 febbraio e la pandemia mediatica

Coronavirus, Zaia: “Penso di riaprire le scuole da lunedì 2 marzo”

Coronavirus, Zaia: «Revocare l’ordinanza, emergenza passata. Da lunedì riapro le scuole in Veneto».

Coronavirus, Zaia al governo: «Revocare l’ordinanza, emergenza passata. Da lunedì riapro le scuole in Veneto»

«Oggi in Veneto – ha aggiunto Zaia – abbiamo un incremento dei contagiati che è minimale, una decina di casi in più, di cui più della metà asintomatici e gli altri non sono gravi». Per Zaia «non c’è quindi questo picco esponenziale che giustifichi» il mantenimento delle misure previste nell’ordinanza in vigore fino all’1 marzo. «Spero che a livello nazionale si decida di revocare quel minimo di ordinanze che è stato fatto» ha proseguito Zaia. «Si tratta – ha concluso – di una pandemia mediatica che vive sui social. E ricordo che in Veneto nessuna attività commerciale è stata bloccata. Il Veneto non è bloccato»

28 febbraio

Coronavirus: Zaia,Veneto sotto controllo

29 febbraio

Coronavirus in Veneto, dal “siamo in guerra” alla “pandemia mediatica”: la marcia indietro di Zaia sotto le pressioni degli imprenditori

Dall’allerta massima per l’emergenza coronavirus alla retromarcia, nel giro di pochi giorni, sotto le pressioni del mondo produttivo del Nord-Est. Anche il presidente leghista del Veneto Luca Zaia si è affrettato a cambiare strategia per evitare l’effetto “boomerang”, preoccupato dalle accuse di decisioni depressive da un punto di vista economico e sociale. E allora ha attaccato quella che ha definito “pandemia mediatica” e “psicosi internazionale”, parlando di un’epidemia amplificata se non addirittura inventata dai mezzi di comunicazione di massa…

Coronavirus, Zaia: “Si tratta di un virus a bassa mortalità”

… del video dell’agenzia Vista, però, nessuna traccia: sparito!

1 marzo

Coronavirus, Zaia: «Chiesta la riapertura di cinema, teatri e chiese. Nei bar serviti solo i clienti seduti»

Coronavirus, Zaia al governo: “Riaprire cinema, teatri e chiese con distanze fra le persone”

8 marzo

Zaia: «Il Veneto non deve essere isolato, ecco i dati che lo dimostrano»

Coronavirus, la ribellione di Zaia: “Sbagliato isolare anche noi: lo dicono gli scienziati

Coronavirus, Zaia: “Decreto del governo è sproporzionato, fuori province venete da zone rosse”

Coronavirus, il Veneto si oppone alla creazione delle tre zone rosse a Venezia, Padova e Treviso. A dirlo a chiare lettere è il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

9 marzo

Coronavirus, Zaia non ci sta e scrive al governo: “Misure sproporzionate per la regione Veneto”

 

ATTILIO FONTANA

29 gennaio

Coronavirus, Fontana: “La Lombardia è pronta, ma niente allarmismi”

31 gennaio

«Niente panico, in Lombardia nessun caso» Coronavirus, Fontana rassicura

24 febbraio

Coronavirus, Fontana: “Misure sono giuste. Massima collaborazione con governo. Credo che in pochi giorni si ridurrà diffusione virus”

25 febbraio

Coronavirus, 240 positivi in Lombardia. Fontana: “Situazione stabile”

Fontana: “Il coronavirus è poco più di una normale influenza”

 

Questo avevamo da dirvi…

E se qualche leghista ora Vi dirà che il Capitano e i Presidenti delle Regioni Leghiste lo avevano sempre detto, siete autorizzati a sputargli in faccia.

 

By Eles

Barbara Palombelli e la sua uscita sui meridionali: “Come mai il 90 per cento delle morti avviene sempre al Nord, forse sono persone ligie, che vanno tutte a lavorare?”… La puntuale risposta di un meridionale…

 

Barbara Palombelli

 

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Barbara Palombelli e la sua uscita sui meridionali: “Come mai il 90 per cento delle morti avviene sempre al Nord, forse sono persone ligie, che vanno tutte a lavorare?”… La puntuale risposta di un meridionale…

Riportiamo la risposta a Barbara Palombelli inviataci da L. S., che riportiamo integralmente

Barbara Palombelli durante “Stasera Italia” di Rete4, ieri sera ancora una volta ha aperto la bocca per dare sfogo alla merda di cui ha la testa piena…

Ha detto la Barbara, anzi si è chiesta:

“Come mai il 90 per cento delle morti avviene sempre al Nord, forse sono persone ligie, che vanno tutte a lavorare?”.

Come se, in questi giorni di paura, al Sud l’unico pensiero fosse stato quello di non andare a lavorare.

Come se il dramma fosse solo del nord. Al sud è una festa… E i morti del sud, morti di serie B, niente di importante…

Ma la Palombelli è tanto cretina che probabilmente non si è proprio resa conto di quello che ha detto.

La domanda con risposta incorporata della Palombelli, figlia di ignoranza, stupidità, idiota malvagità, di malcelata invidia non ha bisogno di risposte, ma permettetemi una considerazione…

Diciamocelo: pure in questo momento così difficile vedi in giro tante teste di cazzo che cercano solo di dividere il Paese…

E spesso, anzi sempre sono voci che vengono dal nord…

Ai meridionali ne hanno dette di tutti i colori.

Pensate che i Napoletani sono ancora i “colerosi”… Per un epidemia di 50 anni fa, venuta da fuori, dall’estero, che i napoletani (istituzione, medici e popolo) hanno affrontato con scrupolosità e coscienza portando avanti una battaglia vinta brillantemente nel giro di sole tre settimane, con un numero di vittime contenuto (una quindicina).

Di contro in oltre un mese di emergenza non ho sentito mai parlare un meridionale di “lombardi appestati”.

Non ho sentito definire i settentrionali “untori”, sebbene la loro a dir poco ridicola gestione dell’emergenza ha provocato la fuga di decine di migliaia di persone potenzialmente infette verso il sud.

Non ho sentito nessun abitante di Napoli (dove, e se la Palonbelli non ci crede venga a vedere, le regole vengono rispettate con coscienza) aizzarsi contro l’idiozia di molti milanesi che ancora affollano tram, bus e metropolitane. Gli idioti ci sono ovunque, ma non si fa di tutta l’erba un fascio.

E non ho sentito commenti divisivi contro i settentrionali su presidenti di regione che minacciano di far curare negli ospedali solo i conterranei, su aziende che per lucro vendono presidi medici essenziali all’estero mentre gli ospedali arrancano, su capi politici che non si vergognano di sciacallare neanche dopo 4.000 morti, su una classe dirigente demente che, in piena crisi, ha fatto assembrare 45.000 persone in uno stadio per una partita di calcio…

Non è il momento di dividere il paese. Ma mentre i meridionali non lo fanno…

Mentre scrivo, sento che al bando per la richiesta di 300 medici appena emanato, hanno già risposto in 7.000, buona parte del sud… È il più bel vaffanculo che si potesse dedicare alla Palombelli, per cui non ho altro da dire…

L.S.

 

“È la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia”, così Zaia ha presentato gli inutili straccetti che qualcuno con molta fantasia ha chiamato “mascherine” …Ma è proprio idiota o crede che lo sia la gente?

 

Zaia

 

 

 

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“È la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia”, così Zaia ha presentato gli inutili straccetti che qualcuno con molta fantasia ha chiamato “mascherine” …Ma è proprio idiota o crede che lo sia la gente?

«È la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia», così il Presidente del Veneto Luca Zaia ieri ha presentato in conferenza stampa dalla sede della Protezione Civile di Marghera le mascherine “contro” il coronavirus SARS-CoV2. Contro è tra virgolette perché le mascherine made in Veneto non sono dispositivi di protezione individuale. A scanso di equivoci è scritto proprio sulla mascherina, dove c’è stato il tempo anche di stampare il logo della Regione Veneto, giusto per ribadire chi ha avuto l’idea.

Cosa sono le “mascherine” di Luca Zaia

A stampare e donare le mascherine è la ditta Grafica Veneta di Trebaseleghe (PD) di proprietà di Fabio Franceschi. L’azienda è una società famosa per essere quella che stampa – tra gli altri – i libri della saga di Harry Potter. Franceschi invece è noto alle cronache per essere stato socio (con il 4%) della Società Editoriale il Fatto Quotidiano, per essersi candidato alle politiche 2018 con Forza Italia (non eletto) e per una spassosa polemica circa il fatto che non riusciva a trovare operai da assumere alimentando la saga

Sulla pagina Facebook di Grafica Veneta non si parla di mascherine ma di “schermi filtranti” realizzati in base all’articolo 16 comma 2 del decreto del 17 marzo che autorizza «l’utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio». Zaia su Facebook spiega che la mascherina è realizzata con un “tessuto non tessuto” e che «ha tutte le caratteristiche per fornire un’ottima protezione per circa l’80% della popolazione, ad esclusione dell’uso prettamente sanitario e chirurgico».

Perché non c’è dubbio che le 800 mila mascherine già prodotte (ma si conta di arrivare ad 1,5 milioni di pezzi al giorno entro una decina di giorni) non servono per medici, infermieri, operatori sanitari. Non sono infatti del tipo FFP2 o FFP3. E non sono nemmeno mascherine chirurgiche propriamente dette. Servono, pare di capire, per andare a fare la spesa o per le attività quotidiane che richiedono di uscire di casa. Due milioni di pezzi saranno forniti gratuitamente, per tutti gli altri non è ancora stato fissato un prezzo di vendita.

Ma che differenza c’è tra gli “schermi filtranti” di Zaia, le mascherine che non piacevano a Gallera e le bandane di stoffa?

Impossibile non notare però che quella che Zaia definisce «una mascherina dall’aspetto inedito» è molto simile come concetto e realizzazione (sui materiali non è possibile dirlo perché ad oggi non sono ancora state distribuite) a quelle fatte arrivare in Lombardia dalla Protezione Civile che fecero infuriare l’assessore al Welfare Giulio Gallera che le definì  «un fazzoletto o un foglio di carta igienica che viene unito» paragonandole al noto panno cattura-polvere.

Mascherine, quelle lombarde, destinate al personale sanitario e quindi assolutamente non idonee perché oltre alle necessarie certificazioni – scriveva il Sole 24 Ore –  «mancano gli elastici intorno alla bocca, si attaccano alle orecchie non con dei lacci ma grazie a dei fori, si spostano facilmente, devono essere tenute vicino alla bocca».

Dal punto di vista del design le innovative mascherine alla veneta sono identiche: non hanno elastici o lacci ma si attaccano alle orecchie tramite dei tagli verticali. In questo modo però non aderiscono bene al volto e c’è sempre il rischio che si possano levare accidentalmente. Se si pensa di usarle per far visita alle persone in ospedale (non ai pazienti ricoverati per Covid-19) sono completamente inutili: immaginate che il paziente è steso a letto e voi state in piedi.

Non è chiaro nemmeno che differenza ci sia tra utilizzare questo genere di mascherine e una semplice bandana o un fazzoletto di tessuto ripiegato un paio di volte. Se lo scopo è quello di impedire che le famigerate droplet potenzialmente infette raggiungano la persona che vi sta vicino allora non è necessario ricorrere agli schermi filtranti di Zaia.

Tanto più che non essendo certificate per uso sanitario non sono sicuramente in grado di fare da barriera contro il coronavirus. E ci sarebbero pure delle domande da fare sul confezionamento – visto che viene utilizzata una linea di produzione non sterile e non è chiaro quali precauzioni abbiano adottato gli addetti alla stampa (Padova è pur sempre la provincia del Veneto con il maggior numero di casi positivi di Covid-19) – e sull’utilizzo degli inchiostri su un prodotto che va indossato sulla bocca.  Un vademecum diffuso dall’Associazione Asso.Forma invita ad esempio la cittadinanza ad utilizzare “quelle fatte in casa con tessuti pesanti che assorbano l’esalazione e l’umidità trattenendola e non rilasciandola”. La soluzione fatta in casa ha anche il vantaggio di non essere monouso e di essere lavabile e disinfettabile tutte le volte che si vuole.

Mentre Zaia si faceva pubblicità con le mascherine ai comuni non era stata data alcuna indicazione

La “soluzione cruciale” non sembra poi tale insomma. E allora a cosa servono? Un indizio ce lo dà il fatto che Luca Zaia si è premurato di fare la conferenza stampa e gli annunci sui social prima di aver avviato la distribuzione delle mascherine con il logo della sua regione. Come riporta il Gazzettino di oggi infatti mentre il Presidente faceva il suo annuncio in diretta Web i sindaci della regione sono stati immediatamente assediati dalle domande dei cittadini che volevano le mascherine usa e getta made in Veneto.

 

 

 

fonte: https://www.nextquotidiano.it/mascherine-venete-contro-il-coronavirus-di-luca-zaia-non-sono-quelle-giuste/?fbclid=IwAR04Uf-ANFXa-1x3Q9C370o2s5cALEF9ynsO-dmkeMJ6cljYgLnpQl_NGoA

Boris Johnson un folle? No, solo un neoliberista… “Abituatevi a perdere i vostri cari” era rivolto ai poveri. I ricchi il modo di curarsi lo trovano…!

 

Boris Johnson

 

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Boris Johnson un folle? No, solo un neoliberista… “Abituatevi a perdere i vostri cari” era rivolto ai poveri. I ricchi il modo di curarsi lo trovano…!

Abituatevi a perdere i vostri cari” è una frase raggelante in sé.

Ma è il pronome sottinteso, quel voi in luogo del noi, a mettere ancora più angoscia.

I giornali britannici giudicano “solenne” benché “cupa” la frase con la quale il premier Boris Johnson ha annunciato il suo modello di intervento: lasciar correre il virus, pagare il dazio di una infezione fino al 60 per cento della popolazione e uscirne fuori, quando sarà, con la cosiddetta “immunità di gregge”.

Ha dunque annunciato il sacrificio di migliaia di suoi connazionali. Annunciandolo, con una irresponsabilità che sembra senza pari, ha già immaginato chi sarà buttato dalla rupe Tarpea: i più fragili e sfortunati… i più poveri, insomma!

Johnson col suo incredibile e raccapricciante messaggio alla nazione, ha consegnato al popolo inglese una sentenza senza appello. La classica sentenza neoliberista: si salveranno i più forti.

E per più forti, troppo spesso si intende i più ricchi.

Il ricco si può curare, magari in una clinica privata. Il ricco, vista la mala parata, può fuggire, magari in una villa di Nizza…

Il povero NO, deve combattere il virus con le proprie forze.

I poveri saranno costretti ad attendere la decimazione. Saranno costretti ad abituarsi a perdere i propri cari.

Cari miei questo è il neoliberismo…