Lo sfogo di Schröder “Siamo stati aiutati, molto, dopo la guerra che abbiamo provocato noi – La Germania renda l’aiuto che ebbe” – Così l’ex cancelliere tedesco ha chiesto alla sua Germania di essere solidali con gli altri Paesi in questo grave momento di crisi…

 

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Lo sfogo di Schröder “Siamo stati aiutati, molto, dopo la guerra che abbiamo provocato noi – La Germania renda l’aiuto che ebbe” – Così l’ex cancelliere tedesco ha chiesto alla sua Germania di essere solidali con gli altri Paesi in questo grave momento di crisi…

L’ex cancelliere Schröder deluso: “La Germania renda l’aiuto che ebbe” – “Abbiamo bisogno di uno strumento di debito comune europeo”, spiega l’ex numero 1 di Berlino in un’intervista al Corriere della Sera.

Coronabond sì o coronabond no? “Sono convinto che come prossimo passo abbiamo bisogno anche di uno strumento di debito comune europeo”. In un’intervista al Corriere della Sera l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder all’interrogativo iniziale risponde che possono pur essere gli eurobond, “anche se – sottolinea – non sono veloci da realizzare, oppure – aggiunge poi – può essere un’obbligazione comune e una tantum”.

Tuttavia l’impressione dell’ex cancelliere tedesco tra il 1998 e il 2005 è che “l’atteggiamento della Germania sul debito stia cambiando” perché “la situazione è anche molto diversa da quella della crisi finanziaria del 2008” e “le conseguenze economiche, sociali e umane sono molto più devastanti di allora”. Tanto più, aggiunge l’ex primo ministro, che nel frattempo proprio “molti economisti tedeschi, gli stessi che finora avevano sempre osteggiato gli eurobond, esprimono l’opinione che siano proprio questi la direzione da prendere”.

E a proposito del Fondo per la ricostruzione proposto dal premier italiano Conte, Schröder sostiene che “se c’è un Paese che deve capire che dopo una crisi esistenziale è indispensabile avere un sostegno paneuropeo per la ricostruzione, questo è la Germania” in quanto “noi – aggiunge – siamo stati aiutati molto dopo la Seconda guerra mondiale, nonostante fossimo stati proprio noi a causarla” per aggiungere anche di ritenere che “ci avvantaggiamo tutti dall’Europa unita, sul piano politico, culturale ed economico” dunque per questo “dobbiamo rapidamente tornare a una normalizzazione della vita” dice l’ex cancelliere federale, perché “le frontiere interne non possono rimanere chiuse a lungo. Le persone devono potersi incontrare di nuovo. Le imprese devono tornare a produrre. È una questione che si pone non solo la Germania”. E lancia un appello: “Cruciale è agire insieme e possibilmente cercare soluzioni europee”.

Dunque, “invece di confrontazione, abbiamo bisogno di più cooperazione. Se questa semplice verità venisse compresa a Washington, a Mosca, a Pechino e a Bruxelles, sarebbe un bene per tutti” conclude l’intervista Gerhard Schröder.

Giornalisti italiani pagati per creare fake news? Tra i nomi anche Beppe Severgnini (Corriere della Sera) e Jacopo Iacoboni (La Stampa) – Vogliamo la verità, l’ordine dei giornalisti faccia chiarezza!

 

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Giornalisti italiani pagati per creare fake news?  Tra i nomi anche Beppe Severgnini (Corriere della Sera) e Jacopo Iacoboni (La Stampa) – Vogliamo la verità, l’ordine dei giornalisti faccia chiarezza!

Giornalisti italiani pagati per creare fake news? Ordine dei giornalisti indaghi

Vogliamo la verità. Alcuni documenti riservati pubblicati da Anonymus rivelano i dettagli di una operazione – denominata “Integrity Initiative” – che minaccia la libertà del giornalismo e della rete. Il governo e i servizi di sicurezza inglesi avrebbero ingaggiato giornalisti e uomini insospettabili con l’obiettivo di screditare la Russia ed influenzare l’opinione pubblica. Secondo questa fonte nella lista ci sarebbero anche il giornalista del Corriere della Sera Beppe Severgnini e quello de La Stampa Jacopo Iacoboni. Nel 2018 questa operazione è costata ai contribuenti inglesi 1.9 milioni di sterline (circa 2,2 milioni di euro).

Analoga operazione è stata messa in campo dalla Commissione europea che, lo scorso dicembre, ha stanziato 5 milioni di euro in vista della prossima campagna elettorale. Con la scusa di contrastare i cosiddetti troll russi, l’Unione europea organizza la sua (contro?)propaganda: altro che “quarto potere”, etica del giornalismo e indipendenza della stampa. Per fare chiarezza e restituire un po’ di credibilità alla professione, l’Ordine dei giornalisti dovrebbe aprire una inchiesta indipendente per accertare i fatti.

L’Ordine dei Giornalisti si unisca alla nostra richiesta di trasparenza sull’uso di questi fondi. Come vengono spesi? Quanti giornali ne usufruiscono? In cambio di che cosa? Ci sono giornalisti che vengono pagati per influenzare e orientare l’informazione che invece dovrebbe essere libera? Se c’è qualche mela marcia che infanga la professione giornalistica si deve intervenire immediatamente prendendo i provvedimenti disciplinari previsti dalla legge n.69/1963.

Al Parlamento europeo il Movimento 5 Stelle aveva già denunciato questa minaccia nel 2016, in occasione del voto sul rapporto“comunicazione strategica dell’UE per contrastare la propaganda nei suoi confronti da parte di terzi”. Nel testo si fa riferimento alla cosiddetta propaganda russa che avrebbe l’obiettivo “di seminare il dubbio, paralizzare il processo decisionale, screditare le istituzioni dell’UE agli occhi e nelle menti dei propri cittadini ed erodere i valori occidentali e i legami transatlantici”. Si arriva così ad allestire una “task force di comunicazione strategica dell’UE trasformandola in una unità a pieno titolo”. Evidentemente i burocrati europei iniziano a sentire il fiato sul collo dei cittadini e sperano di condizionarli con la loro propaganda spacciata da legittima difesa.

La Russia, quindi, diventa il pretesto per influenzare i cittadini europei che nutrono tanti dubbi su questa Europa e sui suoi attuali dirigenti. La Russia diventa la scusa per “fornire sostegno diretto agli organi di stampa indipendenti”, che quindi cesseranno di essere tali. Diciamolo chiaramente: quello che si chiama “sostegno alla stampa indipendente” è in realtà una ingerenza per censurare le notizie scomode. Il prossimo passo quale sarà?

 

tratto da: http://www.efdd-m5seuropa.com/2019/01/giornalisti-italiani.html