Per rinfrescarVi la memoria – La parassita PD-Renziana da 20 mila euro al mese prende una multa? Va dal capo e gli dice: “Caro, ho preso questa multa. Vorrai mica che la paghi io? …Mettila tu nelle spese del gruppo”!! …E QUESTI FANNO LA MORALE AI CINQUESTELLE!

 

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Per rinfrescarVi la memoria – La parassita PD-Renziana da 20 mila euro al mese prende una multa? Va dal capo e gli dice: “Caro, ho preso questa multa. Vorrai mica che la paghi io? …Mettila tu nelle spese del gruppo”!! …E QUESTI FANNO LA MORALE AI CINQUESTELLE!

 

La parassita PD da 20 mila euro prende una multa? Ecco cosa fa per farsela pagare. In una nazione civile sarebbe cacciata.
CARO, MI FAI RIMBORSARE LA MULTA? ECCO LA BRAGANTINI, RENZIANA DOC
“Caro, ho preso questa multa. Vorrai mica che la paghi io? Mettila tu nelle spese del gruppo alla Regione Piemonte e me la fai rimborsare”. E così il compagno dell’epoca, Andrea Stara, consigliere della Regione Piemonte del gruppo Insieme per Bresso, fece rimborsare con un trucco la multa a Paola Bragantini, attuale deputata del Pd e renziana di complemento visto che faceva parte della corrente di Dario Franceschini. L’episodio è venuto fuori in tribunale a Torino questa settimana, durante un’udienza del processo sulla rimborsopoli della Regione Piemonte. La Bragantini non risulta indagata per questo falso rimborso.Da quindici giorni circa però la parlamentare del Pd è indagata per truffa in un altro procedimento piemontese. La procura ha infatti scoperto che da presidente della V Circoscrizione di Torino (incarico ricoperto fino al 2013, quando divenne imputata) la Bragantini insieme ad altri del Pd si segnavano presenti a riunioni di giunta o di consiglio anche quando erano a centinaia o migliaia di km di distanza (alcuni addirittura in viaggio a Cuba). I verbali risultavano quindi falsificati, talvolta per prendere gettoni di presenza aggiuntivi, in altri casi per evitare decurtazioni dal fisso mensile. Ma la Bragantini naturalmente può fare quello che vuole nel Pd di Matteo Renzi inflessibile con tutti gli altri, ma tenerissimo con i suoi cari.
FONTE: 
http://bandabassotti.myblog.it/2017/04/16/per-rinfrescarvi-la-memoriax/
LEGGI QUI LA NOTIZIA:
http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/03/21/news/rimborsopoli_quando_stara_pago_la_multa_della_compagna_segretaria_pd-110112563/
http://www.liberoquotidiano.it/news/l-imbeccata/11769821/Caro–mi-fai-rimborsare-la.html

Giusto per farVi capite a che punto siamo arrivati: l’Agenzia Giornalistica Italiana certifica che Repubblica inventa notizie solo e solamente per denigrare i Cinquestelle!

 

Repubblica

 

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Giusto per farVi capite a che punto siamo arrivati: l’Agenzia Giornalistica Italiana certifica che Repubblica inventa notizie solo e solamente per denigrare i Cinquestelle!

 

AGI dà ragione a M5S: “Da Repubblica una non-notizia”

L’Agenzia Giornalistica Italiana certifica la non-notizia del caso OLAF comprovando una montatura (e una violenta forzatura) creata ad arte per denigrare l’immagine del MoVimento. Ora aspettiamo i controlli su tutti i candidati europarlamentari e i loro Entourage. Noi abbiamo la coscienza pulita e saremo lieti di rispondere ad ogni richiesta di chiarimento da parte degli organi di controllo del Parlamento europeo. Nelle prossime ore si procederà per via legale nei confronti di tutti quelli che hanno diffamato e riportato false notizie. Siamo curiosi di osservare le reazioni dei partiti italiani che hanno candidato i parlamentari europei e che da mesi non si rintracciano nei corridoi del parlamento. E poi ci stupiamo se in Europa non contiamo nulla.

Articolo tratto da Agenzia Giornalistica Italiana
Titolo originale: Ma gli europarlamentari possono candidarsi alle elezioni nazionali? Il Caso M5S

Il gruppo del Movimento 5 Stelle all’Europarlamento, lo scorso 8 febbraio, ha scritto in una nota: “L’Olaf è l’organismo anti-frode dell’Unione Europea. Secondo Repubblica avrebbe aperto delle indagini sull’operato del Movimento 5 Stelle in Europa, un’informazione che hanno avuto con grande anteprima e incredibile tempestività. Spieghiamo però ai cittadini e a Repubblica che l’Olaf (fortunatamente) accoglie ogni segnalazione che poi verifica. Questa non è una notizia, ma una semplice procedura”. Il M5S è poi passato all’attacco: “Noi non abbiamo nulla da nascondere, ma invitiamo formalmente l’Olaf, che è un servizio della Commissione Europea, a investigare sull’utilizzo dei fondi da parte degli altri partiti italiani. Partendo da tutti gli europarlamentari italiani che stanno facendo campagna elettorale in Italia per assicurarsi un posto a Roma, mentre sono pagati lautamente per fare gli eurodeputati, sia loro sia i loro staff”. Abbiamo verificato le varie informazioni contenute nella nota. In breve: l’Olaf non ha ancora aperto un’indagine, ma è nella fase preliminare; Repubblica ha documentato un caso di rimborsi contestati all’interno del gruppo di cui fa parte il M5S al Parlamento europeo; gli europarlamentari possono far campagna alle elezioni nazionali, posto che non usino fondi europei per farlo.

La notizia di Repubblica
Lo scorso 6 febbraio il quotidiano Repubblica ha pubblicato un articolo di Alberto D’Argenio in cui si riporta che il gruppo dell’Europarlamento EFDD (quello formato da M5S e Ukip inglese) ha contestato a Cristina Belotti, capo della comunicazione del Movimento in Europa e funzionaria dell’EFDD, una serie di rimborsi spesa. La Belotti, secondo quanto ricostruito da Repubblica – qui i documenti pubblicati sulla versione online del quotidiano il 7 febbraio -, avrebbe chiesto il rimborso di spese sostenute non per le sue mansioni di funzionaria europea, ma per fare campagna elettorale per il M5S in Italia in vista delle prossime elezioni politiche. Il 7 febbraio sempre D’Argenio su Repubblica ha dato la notizia che l’Olaf starebbe per aprire un fascicolo dopo le rivelazioni del quotidiano. Di qui la risposta del gruppo del M5S al Parlamento europeo.

Che cos’è l’Olaf
Vediamo dunque cosa sia l’Olaf e che procedure segua. Nata nel 1999 sulle ceneri del precedente “Anti-Fraud Coordination Unit” (UCLAF), l’Olaf (dal francese “Office de Lutte Anti-Fraude”) è l’Ufficio dell’Unione europea che si occupa di rilevare, indagare e fermare frodi, fenomeni di evasione e corruzione legati ai fondi Ue. La vera e propria indagine, come stabilisce il regolamento che disciplina l’Olaf (art. 5), non è un atto dovuto ma discrezionale: richiede cioè una decisione, autonoma o sollecitata dalle istituzioni europee, del direttore generale dell’Olaf. Prima di arrivare ad essa, l’ufficio anti-frode opera una raccolta di informazioni relative a possibili frodi. Come risulta dal sito stesso dell’Olaf, chiunque può mandare delle segnalazioni – con la garanzia dell’anonimato – per denunciare possibili frodi in danno dei fondi europei. In questo caso, come specificano le linee guida sulle procedure investigative per lo staff dell’Olaf (artt. 2-5), “qualsiasi notizia di possibile interesse investigativo per Olaf ricevuta da un membro dello staff deve essere inoltrata al Registro senza ritardo”. Il Registro è dove vengono annotati e numerati tutti i documenti presi in carico dall’Olaf. Successivamente l’Unità “Selezione e revisione delle indagini” dell’Olaf fa ricerche, approfondimenti, chiede informazioni alle istituzioni europee coinvolte e dà un parere al direttore generale che decide se procedere a un’indagine ufficiale o meno. Il tutto, da regolamento (art. 5 co.4), entro 60 giorni.

Olaf e M5S
Nell’articolo di Repubblica si legge: “la procura europea [Olaf], aprirà nelle prossime ore un fascicolo, una prima verifica dei fatti sulla base degli articoli e dei documenti pubblicati ieri da Repubblica. Entro due mesi, come prevedono le normali procedure dell’Ufficio, gli investigatori dell’antifrode Ue decideranno se procedere a un’inchiesta formale”. Sembrerebbe dunque che abbia ragione il gruppo M5S all’Europarlamento a parlare di una “non-notizia” (limitatamente all’apertura di un fascicolo), in quanto l’Olaf è obbligato a iscrivere nel Registro tutte le segnalazioni – oltretutto anche anonime – che potrebbero avere interesse investigativo, inclusa una che riporti le questioni sollevate da Repubblica relativamente a Cristina Belotti.

Gli altri partiti
Il M5S Europa attacca quindi gli altri partiti, invitando l’Olaf a indagare sull’utilizzo dei fondi europei da parte degli europarlamentari italiani candidati alle prossime elezioni politiche del 4 marzo, e dei loro staff. Agli eurodeputati è consentito candidarsi e fare campagna elettorale nei propri Paesi di origine (così come a un deputato nazionale è consentito candidarsi all’Europarlamento). Se eletto, il candidato dovrà poi scegliere quale carica mantenere. Il punto della questione è che gli eurodeputati che decidono di candidarsi alle elezioni nazionali, e i loro staff, non devono utilizzare fondi europei che l’Europarlamento dà ai gruppi parlamentari per attività politica europea per la loro campagna elettorale nazionale (un comportamento scorretto, questo, che è invece proprio quello contestato alla Belotti). Tra i 73 eurodeputati italiani, quelli che risultano iscritti alle liste elettorali per le prossime elezioni sono Matteo Salvini, Gianni Pittella, Lorenzo Cesa, Sergio Cofferati, Raffaele Fitto, Flavio Zanonato, Nicola Caputo, Elena Gentile, Isabella De Monte e Lorenzo Fontana. In totale, dieci persone. Al momento non risultano – dal sito dell’Olaf e da indiscrezioni di stampa – indagini nei loro confronti. Abbiamo contattato l’Olaf per avere un’ulteriore conferma e siamo in attesa di risposta.

Conclusione
Il M5S Europa ha ragione nel sostenere che l’apertura di un fascicolo (intesa come iscrizione nel Registro) dell’Olaf sia “una semplice procedura”, in quanto atto obbligatorio: non è insomma necessaria una valutazione discrezionale da parte del direttore generale dell’ufficio investigativo dell’Unione. Quella, eventualmente, avviene nei due mesi successivi. È vero poi, come sostiene il M5S Europa, che ci siano dieci eurodeputati italiani che correranno alle prossime elezioni politiche del 4 marzo. Ma questo non è vietato da norme italiane o europee, e al momento non risultano indagini dell’Olaf a loro carico legate alla campagna elettorale in corso.

 

fonte: http://www.efdd-m5seuropa.com/2018/02/agi-da-ragione-a-m5s.html

Fanno ironia idiota su Di Maio ed i 5stelle, ma ecco quello che tutti pensavano solo qualche mese fa: “Impreparati, incompetenti, immaturi: non abbiamo mai avuto politici tanto ignoranti”…!

 

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Fanno ironia idiota su Di Maio ed i 5stelle, ma ecco quello che tutti pensavano solo qualche mese fa: “Impreparati, incompetenti, immaturi: non abbiamo mai avuto politici tanto ignoranti”…!

Vi riproponiamo questo articolo pubblicato solo qualche mese fa…

Impreparati, incompetenti, immaturi: non abbiamo mai avuto politici tanto ignoranti!

Non si è mai visto un ceto politico così ignorante. Laureati compresi. Colpa della scuola? O di una selezione al contrario? La democrazia rischia di non funzionare se conferisce responsabilità di comando a persone palesemente impreparate.

Nel governo Gentiloni più di un ministero è presidiato da non laureati e non laureate: istruzione e salute, lavoro e giustizia. Se questa non è forse la “prevalenza del cretino” preconizzata da Fruttero e Lucentini, è di certo la prevalenza dell’ignorante.

Infatti la legislatura attuale ha una percentuale di laureati tra le più basse della storia: di poco sopra il 68 per cento, un dato che mette tristezza a confronto col 91 per cento del primo Parlamento repubblicano… Qualche settimana fa la Repubblica ha offerto lo sfondo a questo spettacolo, mostrando con tanto di tabelle che la riforma universitaria detta “del 3+2”, testardamente voluta nel 2000 dai non rimpianti ministri Berlinguer e Zecchino al grido di “l’Europa ce lo chiede!”, è stata un fiasco. I laureati sono pochi, non solo nel ceto politico ma nel paese, in calo perfino rispetto a quelli del 2000, ultimo anno prima della riforma. L’età media del laureato italiano è superiore ai 27 anni e la laurea triennale non serve (salvo che per gli infermieri) a nulla. I giovani che concludono il ciclo di 5 anni (il “3 + 2”) sono addirittura meno del totale di quelli che vent’anni fa si laureavano coi vecchi ordinamenti (durata degli studi 4, 5 o 6 anni). Per giunta, per completare la laurea triennale ci vogliono 4,9 anni, per quella quinquennale più di 7,4! Quindi, l’obiettivo principale della riforma, che era quello di aumentare il tasso di laureati, è mancato.

Le cause? Certamente non sono quelle che ha suggerito, nel suo intervento a Cernobbio agli inizi di settembre, la non laureata ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: la colpa dei pochi laureati, ha suggerito (lei ex sindacalista!), è delle «famiglie a basso reddito», che non trovano più buoni motivi per spingere i figli a laurearsi. Non ha pensato, non avendolo frequentato, che invece è tutto il sistema universitario che andrebbe, come le case abusive, abbattuto e riprogettato. Quindi, se il paese è conciato così, come possiamo pretendere che il personale politico sia meglio?

Ma non è finita. Un altro guaio, più serio, sta nel fatto che il ceto politico attuale, e ancor più (si suppone) quello che gli subentrerà al prossimo turno, ha un record unico nella storia d’Italia, di quelli che fanno venire i brividi: i suoi componenti, avendo un’età media di 45,8 anni (nati dunque attorno al 1970), sono il primo campione in grandezza naturale di una fase speciale della nostra scuola, che solo ora comincia a mostrare davvero di cosa è capace. Perché dico che la scuola che hanno frequentato è speciale? Perché è quella in cui, per la prima volta, hanno convissuto due generazioni di persone preparate male o per niente: da una parte, gli insegnanti nati attorno al 1950, formati nella scassatissima scuola post-1968; dall’altra, quella degli alunni a cui dagli anni Ottanta i device digitali prima e poi gli smartphone hanno cotto il cervello sin dall’infanzia.

I primi sono cresciuti in una scuola costruita attorno al cadavere dell’autorità (culturale e di ogni altro tipo) e della disciplina e all’insofferenza verso gli studi seri e al fastidio verso il passato; i secondi sono nati in un mondo in cui lo studio e la cultura in genere (vocabolario italiano incluso) contano meno di un viaggio a Santorini o di una notte in discoteca.

Prodotta da una scuola come questa, era forse inevitabile che la classe politica che governa oggi il paese fosse non solo una delle più ignoranti e incompetenti della storia della Repubblica, ma anche delle più sorde a temi come la preparazione specifica, la lungimiranza, la ricerca e il pensiero astratto, per non parlare della mentalità scientifica. La loro ignoranza è diventata ormai un tema da spot e da imitazioni alla Crozza. I due fattori (scarsità di studi, provenienza da una scuola deteriorata), mescolati tra loro, producono la seguente sintesi: non si è mai visto un ceto politico così incompetente, ignorante e immaturo.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti, nelle parole, le opere e le omissioni. Si dirà, come al solito, che il grande Max Weber lo aveva profetizzato già nel famoso saggio sulla Politica come professione (1919): «lo Stato moderno, creato dalla Rivoluzione» spiega «mette il potere nelle mani di dilettanti assoluti […] e vorrebbe utilizzare i funzionari dotati di preparazione specialistica solo come braccia operative per compiti esecutivi». Ma il povero Max non poteva prevedere le novità cool dei nostri tempi: per dirne una, la rabbiosa spinta che il movimento di Beppe Grillo avrebbe dato alla prevalenza dell’incompetente.

tratto da: http://m.espresso.repubblica.it/palazzo/2017/09/27/news/impreparati-incompetenti-immaturi-il-ceto-politico-non-e-mai-stato-cosi-ignorante-1.310776?ref=RHRR-B

Migranti, Frontex (Agenzia Europea della guardia costiera e di frontiera): “I trafficanti di uomini chiamano direttamente le navi delle ONG” …e ora vediamo se a qualcuno è rimasto un briciolo di dignità per chiedere scusa ai Cinquestelle ed a Zuccaro

 

Migranti

 

 

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Migranti, Frontex  (Agenzia Europea della guardia costiera e di frontiera): “I trafficanti di uomini chiamano direttamente le navi delle ONG” …e ora vediamo se a qualcuno è rimasto un briciolo di dignità per chiedere scusa ai Cinquestelle ed a Zuccaro

 

Migranti, Frontex: “I trafficanti di uomini chiamano direttamente le navi delle ong”

Secondo un documento riservato riportato dal Corriere della Sera, nel 90% del salvataggi effettuati le organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo individuano direttamente i barconi prima che sia partita una richiesta di aiuto e prima delle comunicazioni da parte della Guardia costiera. Moas al Comitato Schengen: “Nessun contatto con gli scafisti”. Grasso: “Organizzazioni fanno quello che dovrebbe fare l’Ue”. Csm: “Sostegno a Zuccaro”

I trafficanti di uomini “chiamano direttamente le navi delle ong”. Alla base delle accuse del procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro, ascoltato mercoledì in Commissione Difesa al Senato, c’è un documento segreto vergato da Frontex. Secondo il report dell’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera datato 10 aprile e riportato dal Corriere della Sera, nel 90% del salvataggi effettuati le organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo individuano direttamente le imbarcazioni che trasportano migranti prima che sia partita una richiesta di aiuto e prima delle comunicazioni da parte della Guardia costiera, e sono attivate direttamente dai migranti stessi: i telefoni satellitari consegnati agli scafisti contengono infatti numeri delle imbarcazioni che intervengono.

La relazione dell’Agenzia europea indica 8 navi private e le relative Ong, elencate dal quotidiano: Sea Watch di SeaWatch.org che batte bandiera olandese e porta fino a 350 persone; Aquarius di Sos Mediterraneo/Medici senza frontiere di Gibilterra con una capienza di 500 persone; Sea Eye di Sea Watch.org dall’Olanda, fino a 200 persone; Iuventa di Jugendrettet.org, bandiera olandese con 100 persone; Minden di Lifeboat Project tedesca per 150; Golfo Azzurro di Open Arms da Panama che porta fino a 500 persone; Phoenix di Moas con bandiera del Belize che ne imbarca 400; Prudence di Medici senza frontiere con bandiera italiana che è la più grande visto che ha 1.000 posti. Secondo il rapporto, dall’inizio dell’anno le ong hanno “soccorso il 32% dei barconi“, il 26% è stato soccorso da Guardia costiera e Guardia di finanza e appena il 2% dalla Marina militare.

Frontex ha esaminato le rotte seguite da queste navi nel 2017 – monitorando il periodo tra il 13 e il 27 marzo – e in particolare le modalità di avvicinamento alle acque libiche, ma ha anche utilizzato testimonianze di migranti sbarcati e le informazioni fornite da agenzie di intelligence di alcuni Stati. E sostiene che proprio in quell’arco di tempo “prima e durante le operazioni di salvataggio alcune Ong hanno spento i transponder per parecchio tempo”. Le 20 pagine di report riportano accuse circostanziate: “Il 18 febbraio – si legge – due mezzi veloci della Golfo Azzurro hanno interferito con la navigazione di un’imbarcazione della Guardia costiera libica” che aveva intercettato “una piccola imbarcazione di legno” carica di migranti e “hanno convinto l’ufficiale a bordo a trasferire i migranti sul proprio mezzo”. Chi c’era a bordo della barca? “Otto uomini, cinque donne e nove bambini“.

Frontex. “Ong soccorrono in acque libiche” – “Noi non abbiamo mai accusato le Ong di collusione con i trafficanti di esseri umani – ha specificato a La Repubblica la portavoce di Frontex, Izabella Cooper – anche perché non abbiamo il mandato per svolgere indagini sul territorio”. Frontex, ha proseguito Cooper, raccoglie “informazioni sui trafficanti libici e dei Paesi di transito e poi le passiamo alla Polizia e a Europol che svolgono le indagini sotto il controllo delle autorità italiane”. Tuttavia “abbiamo notato che negli ultimi due anni i trafficanti libici hanno cambiato il loro modo di operare. Nel 2012 i barconi arrivavano a Lampedusa, nel 2014 si fermavano a metà strada tra Libia e Italia. Dal 2016 invece la maggior parte dei soccorsi avviene al limite delle acque territoriali libiche“.

Moas: “Mai avuto contatti con i trafficanti” – Le ong non ci stanno. “Nego e smentisco categoricamente che ci siano contatti con i trafficanti in Libia – ha detto Christina Ramm-Ericson, responsabile del Moas dinanzi al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen – noi conduciamo le nostre operazioni di ricerca e soccorso sotto lo stretto coordinamento dell’Mrcc, il centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare di Roma”. “E’ successo”, ha proseguito la rappresentante dell’organizzazione fondata dagli imprenditori italo-americani Christopher e Regina Catrambone, che le operazioni siano venute a meno di 12 miglia dalla costa libica: “Si sono verificate queste circostanze, sempre su indicazione del Mrcc. La prassi prevede che riceviamo una telefonata che ci incarica di recarci all’interno di acque territoriali in alcuni casi, a volte ci viene chiesto di avvicinarci e solo dopo individuiamo l’imbarcazione. Quando ci viene richiesto, chiediamo sempre se le autorità del paese, in Libia in questo caso, siano state informate per sapere se il nostro intervento è autorizzato”.

Grasso: “Magistratura farà luce, ma ong fanno ciò che l’Ue non fa” – “Sono certo che la magistratura e le forze di polizia faranno piena luce su eventuali opacità e che proveranno e puniranno i reati che siano stati eventualmente commessi – ha detto a proposito del caso Ong il presidente del Senato Pietro Grasso – questo avvenga però nel rispetto rigoroso delle regole e della riservatezza necessaria a garantire il successo delle indagini”. Nel frattempo “credo sia sbagliato e ingeneroso associarsi ad accuse generiche, congetturali e politicamente strumentali“, proseguito la seconda carica dello stato partendo dalla considerazione che “le ong hanno avuto un ruolo determinante, in stretta sinergia con le tante istituzioni centrali e territoriali, nel sistema europeo e italiano del soccorso e dell’accoglienza” e “hanno svolto sostanzialmente una funzione pubblica a favore dell’Unione, garantendo servizi che avrebbero dovuto essere semmai assicurati da interventi istituzionali di carattere europeo”.

Csm potrebbe sentire Zuccaro: “Ogni sostegno possibile al procuratore” – Intanto il procuratore Zuccaro potrebbe essere chiamato a spiegare al Consiglio Superiore della Magistratura le sue parole sui presunti rapporti tra trafficanti di esseri umani e ong. Ma, almeno per ora, non corre il rischio di un trasferimento d’ufficio. Il Comitato di presidenza ha disposto l’acquisizione di atti, ma non l’apertura di una pratica per verificare l’eventuale incompatibilità di Zuccaro con il suo ruolo o con la sede in cui opera. Sulla convocazione del pm deciderà la Prima Commissione, che “potrà valutare accuratamente i profili concernenti la modalità e i termini delle esternazioni del procuratore di Catania”. E “in particolare, mediante l’eventuale audizione del procuratore Zuccaro si potranno attentamente vagliare l’opportunità e le scelte di comunicazione da questi compiute nei giorni scorsi”. In ogni caso il Comitato di presidenza intende garantire “ogni sostegno possibile affinché le indagini condotte, così come quelle condotte da altri uffici inquirenti, possano svolgersi con la massima efficacia e celerità”.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/04/migranti-frontex-i-trafficanti-di-uomini-chiamano-direttamente-le-navi-delle-ong/3561864/?utm_source=feedburner&utm_medium=twitter&utm_campaign=Feed%3A+IlFattoQuotidiano-Feed+%28Il+Fatto+Social+Feed%29

Ingroia senza peli sulla lingua: “Napolitano ha bloccato il corso della nostra democrazia”…!! Nel frattempo il Pm Di Matteo attacca Berlusconi ed il suo “amichetto” Renzi mentre elogia i Cinquestelle

 

Ingroia

 

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Ingroia senza peli sulla lingua: “Napolitano ha bloccato il corso della nostra democrazia”…!! Nel frattempo il Pm Di Matteo attacca Berlusconi ed il suo “amichetto” Renzi mentre elogia i Cinquestelle

 

 

Il pm Di Matteo: “Berlusconi, patto con i boss. E Renzi ha discusso con lui di riforme”

All’iniziativa per un disegno di legge per il sequestro di beni ai corrotti proposto da Ingroia, che dice:”Napolitano ha bloccato il corso della nostra democrazia”

di SALVO PALAZZOLO

Non usa mezzi termini Antonio Ingroia, l’ex pubblico ministero del processo “Trattativa” oggi presidente di Azione Civile, nel definire l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Ha avuto un ruolo cruciale nel bloccare il corso della nostra democrazia. E ha bloccato anche il corso della nostra indagine, attraverso un conflitto di attribuzione con la procura di Palermo, mentre tante verità di quella stagione si stavano scoperchiando. Si mise di traverso”. A Sala delle lapidi, sede del consiglio comunale di Palermo, il movimento di Antonio Ingroia presenta il disegno di legge per sequestrare e confiscare in modo più efficace i beni ai corrotti. Una proposta di legge ribattezzata “La Torre bis”, sostenuta dal figlio del segretario regionale del Pci ucciso dalla mafia nel 1982.

“Napolitano ha avuto un ruolo cruciale nel bloccare il corso della nostra democrazia – ribadisce Ingroia, adesso parla del suo ingresso in politica – Quando lo stesso pubblico ministero che minacciava il blocco di potere nel nostro paese, divenne leader di un movimento che proponeva la confisca dei beni ai corrotti, Napolitano mise il veto al Pd di Bersani nel momento in cui si prospettava l’alleanza con Azione civile. A quel punto – prosegue Ingroia – Napolitano propose il nome di Piero Grasso”.

Al tavolo del convegno anche Nino Di Matteo, che ripercorre l’impegno di Pio La Torre (“Emblema della vera sinistra e della vera antimafia”), poi parla del rapporto fra magistratura e politica: “Si dice che c’è stata una guerra fra politica e magistratura, è una rappresentazione falsata della realtà. C’è stata un’azione unilaterale e continua di un’ampia parte della politica contro quella parte della magistratura che si ostina a esercitare un controllo di legalità nei confronti del potere”.

Di Matteo ripercorre le indagini del suo ex collega Ingroia: “È un amico – dice – è stato il protagonista di indagini importanti, quelle su Bruno Contrada e Marcello Dell’Utri ad esempio, indagini coraggiose”. Di Matteo ricorda che nella sentenza della Cassazione che ha definitivamente sancito la responsabilità dell’ex senatore di Forza Italia Dell’Utri si fa riferimento a un “patto di protezione fra l’imprenditore Berlusconi ed esponenti mafiosi, un patto andato avanti dal 1974 al 1992”. E qui l’affondo sull’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Non ha tenuto conto di quelle valutazioni della Cassazione. Renzi ha discusso con Berlusconi di come riformare la Costituzione”. Di Matteo loda invece il codice etico del Movimento Cinque Stelle, che distingue fra responsabilità politica e responsabilità penale. E aggiunge: “La politica deve farsi carico di contrastare i rapporti fra mafia e politica, invece ha preferito delegare alla magistratura”.

 fonte: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2017/04/28/news/il_pm_di_matteo_berlusconi_patto_con_i_boss_e_renzi_ha_discusso_con_lui_di_riforme_-164135154/?refresh_ce

I giornali annunciano con toni trionfalistici “Arriva il Reddito di inclusione per 400 mila famiglie” …poi più in piccolo e ben nascosto scrivono “Istat: in Italia in 4,5 milioni in povertà assoluta”. Non pare anche a voi l’ennesima presa per i fondelli?

 

Reddito di inclusione

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I giornali annunciano con toni trionfalistici “Arriva il Reddito di inclusione per 400 mila famiglie” …poi più in piccolo e ben nascosto scrivono “Istat: in Italia in 4,5 milioni in povertà assoluta”. Non pare anche a voi l’ennesima presa per i fondelli?

 

Arriva il Reddito di inclusione per 400 mila famiglie.

Arriva il Rei, acronimo di Reddito di inclusione, nuova misura prevista dalla legge delega sul contrasto alla povertà, approvata il 9 marzo dal Parlamento.

Interesserà 400.000 famiglie e l’importo massimo dell’assegno, che sarà caricato su una card bimestrale, sarà di 485 euro.

Bello, bellissimo.

Ma leggiamo pure gli impietosi dati ISTAT

Tra le cifre che balzano subito all’occhio, quelle su povertà e lavoro: sono più di 8 milioni gli italiani poveri, dei quali circa 4 milioni e mezzo vivono in condizioni di povertà assoluta, non possono cioè acquistare il minimo indispensabile per vivere.

Pertanto, solo un quarto dei 4.500.000 poveri (1.600.000 famiglie) potranno sperare nell’elemosina di Stato, il fantastico Rei.

Gli altri possono pure crepare di fame!

N.b. Ricordiamo che il reddito di cittadinanza promosso dal M5s, che coprirebbe il fabbisogno di tutti gli aventi bisogno, non è attuabile: per ottenere le coperture secondo i bilanci stilati dai Cinquestelle (ed approvato dalla commissioni di Camera e Senato), infatti, bisognerebbe toccare i privilegi della casta tipo stipendi d’oro e vitalizi.

By Eles

Loro si sono tenuti il VITALIZIO. I Cinquestelle che protestavano contro questa ennesima porcata SOSPESI… Non credo sia tanto difficile capire a chi dovremo dare il nostro voto… o no?

VITALIZIO

 

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Loro si sono tenuti il VITALIZIO. I Cinquestelle che protestavano contro questa ennesima porcata SOSPESI… Non credo sia tanto difficile capire a chi dovremo dare il nostro voto… o no?

 

M5s, deputati sospesi per protesta contro i vitalizi. Di Maio e gli altri in piazza: “A loro la pensione, a noi la punizione”

 

La Camera dei Deputati ha sospeso 42 deputati M5S a seguito delle proteste in Aula e in Ufficio di Presidenza in occasione della votazione sulle delibere sulle pensioni dei parlamentari. Poco dopo i deputati pentatstellati hanno protestato fuori da Montecitorio. “Chi si prende la pensioni difende la Democrazia, chi combatte contro le pensioni viene punito – è il commento di Luigi Di Maio. Che assicura: “Abbiamo perso una battaglia ma non la guerra. Troveremo un altro modo per non far scattare le pensioni a settembre. In questo Paese – conclude Di Maio – non ci mandano a votare perché uno degli obiettivi è prendere la pensione”. Le pensioni le prenderemo anche noi? Sì, se non le aboliscono adesso, le aboliremo noi quando andremo al governo”, afferma il neo capogruppo pro tempore Roberto Fico

 

da Il Fatto Quotidiano

Anche oggi una valanga di arrestati e indagati… Ma leggendo i giornali una domanda mi sovviene: com’è che non c’è manco un grillino tra questi delinquenti?

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Anche oggi una valanga di arrestati e indagati… Ma leggendo i giornali una domanda mi sovviene: com’è che non c’è manco un grillino tra questi delinquenti?

Non Vi tedieremo con una valanga di parole…

Vogliamo solo sottoporVi tre articoli presi dalla stampa di oggi:

– Camorra e appalti truccati in Campania, 69 arresti tra cui diversi politici e imprenditori.

– Regione Lombardia, indagato il dg Maiocchi Truffa per ottenere fondi pubblici

– Roma, appalti truccati nella sanità: 9 arresti. Angelucci, deputato e “re delle cliniche”, indagato per traffico d’influenze

Solo tre articoli, ma ce ne erano anche altri…

Leggendo questi titoli una domanda ci è sorta spontanea:

com’è che non c’è manco un grillino tra questi delinquenti?

Diffondete questo articolo… Chissà, qualche elettore di Renzi o di Forza Italia forse riuscirà a darci una risposta…

 

By Eles