Signore e Signori, ecco a Voi Salvatore Caltagirone: il deputato col vitalizio da 3mila euro per solo 5 sedute: “Rinunciare al vitalizio? Non sono fesso”…!!

 

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Signore e Signori, ecco a Voi Salvatore Caltagirone: il deputato col vitalizio da 3mila euro per solo 5 sedute: “Rinunciare al vitalizio? Non sono fesso”…!!

Il deputato col vitalizio da 3mila euro per solo 5 sedute

Salvatore Caltagirone, ex deputato al parlamento regionale della Sicilia, gode di un vitalizio da 3 mila euro al mese. Ma rimase all’Ars solo poche settimane

Una sorta di miracolo della politica. Il parlamento regionale siciliano (Ars) ogni anno a paga decine di ex deputati un vitalizio a teta da migliaia di euro anche se parteciparono a poche sedute.

Salvatore Caltagirone e tra questi e forse il suo caso è uno dei più emblematici.

Ex Alleanza Nazionale, alle elezioni del 1993 tentò la scalata al parlamentino dell’isola e le 4.174 preferenze gli valsero lo sfortunato posto di primo dei non eletti. Una beffa, che però molto spesso prima o poi si trasforma in un tesoro. E infatti quando il collega Giuseppe Scalia venne eletto al Parlamento nazionale, Caltagirone gli subentra al suo posto all’Ars. Una manna dal cielo. L’approdo di Caltagirone risale 16 aprile del 2001 e rimarrà sugli scranni solo poche settimane, fino alla fine della legislatura regionale. In tutto riuscì a collezionare appena 5 presenze, abbastanza per assicurarsi il vitalizio da 3 mila euro (lordi) al mese.

“Si, prendo il vitalizio – ammette a Repubblica – lei cos farebbe al mio posto? L’eroe nazionale?”. Nel bilancio dell’Ars pubblicato ieri ci sono 19,5 milioni alla voce “ex deputati”. Se qualcuno di loro rinunciasse, forse si potrebbero investire altrove. Ma Caltagirone, come gli altri, tira diritto: “Ho militato per 50 anni in una destra che ha sempre combattuto i privilegi. Lo sa che in una di quelle cinque sedute che mi hanno visto protagonista ho pure contribuito ad approvare una legge che richiedeva una presenza minima di due anni e mezzo per avere il vitalizio?”. Legge che ovviamente non era retroattiva e che dunque non avrebbe scalfito il suo assegno. “Non ho altri redditi e ho due figli da mantenere – conclude Caltagirone – Se cominciano gli altri, e sono tanti, rinuncio anche io. Altrimenti, mi spiace, gli eroi cercateli altrove“.

fonti:

http://www.ilgiornale.it/news/politica/deputato-col-vitalizio-3mila-euro-solo-5-sedute-1387454.html

http://www.agrigentonotizie.it/politica/salvatore-caltagirone-arena-grotte-febbraio-2017.html

 

Bando per direttore tenuta Presidenziale di Castelporziano: partecipano in 577, ma – guarda un po’ – scelta la figlia dell’ex vicesegretario della Presidenza (stesso organo che ha gestito la selezione)… Ed il fatto che non abbia i requisiti richiesti, è solo un dettaglio…!

 

tenuta Presidenziale di Castelporziano

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Bando per direttore tenuta Presidenziale di Castelporziano: partecipano in 577, ma  – guarda un po’ – scelta la figlia dell’ex vicesegretario della Presidenza (stesso organo che ha gestito la selezione)… Ed il fatto che non abbia i requisiti richiesti, è solo un dettaglio…!

 

 

Bando per la tenuta di Castelporziano: scelta la figlia dell’ex vicesegretario del Quirinale. “Non ha i requisiti richiesti”

Per la prima volta l’incarico triennale da 125mila euro l’anno viene affidato tramite selezione pubblica. Partecipano in 577 e 16 sostengono i colloqui tra direttori di parchi e aree protette, docenti universitari e dirigenti forestali. Risultato? A dirigere la residenza estiva del Presidente viene scelta Giulia Bonella, 44 anni, figlia dell’ex vicesegretario generale della Presidenza della Repubblica, lo stesso organismo che ha gestito la selezione. Il Quirinale: “Ha tutti i titoli e il cv europeo non contempla l’indicazione delle parentele”

Ne aveva parlato perfino il Tg1: per la prima volta il Quirinale sceglie con una selezione pubblica per titoli il nuovo direttore della tenuta di Castelporziano, residenza estiva del presidente con annessi seimila ettari di macchia mediterranea incontaminata. Basta nomine a chiamata diretta, viva la trasparenza e la meritocrazia. E che sia d’esempio agli italiani tutti. La selezione per quel ruolo di assoluto prestigio, che vale un compenso annuo di 125.080 euro, effettivamente viene fatta con tanto di avviso (a dicembre) e commissione di valutazione di saggi (a marzo). La competizione è durissima: 577 candidati e 17 selezionati per il colloquio conoscitivo.

Tra il 6 e 7 marzo 2017 sfilano davanti al Segretario generale della Presidenza Ugo Zampetti e all’apposita commissione candidati con curriculum più che importanti e attinenti all’incarico: ex direttori di Parchi nazionali, docenti universitari, dirigenti forestali con lunghi anni di esperienza nella gestione delle riserve naturali dello Stato. L’esito è che la più idonea a dirigere la tenuta presidenziale in vita sua non ha mai diretto un parco o una riserva naturale. Dubbi sono anche i requisiti minimi per partecipare al bando, come la formazione post laurea e un’esperienza “almeno decennale” con compiti di “direzione, programmazione e coordinamento in settori che abbiano attinenza con il presente avviso e con le attività svolte presso la Tenuta di Castelporziano”.

A lasciare di sasso gli esclusi è però un altro dettaglio: la nuova numero 1 di Castelporziano è infatti la figlia della ex vicesegretario generale della Presidenza della Repubblica, e cioè lo stesso organismo che ha gestito la selezione. Ad aggiudicarsi il prestigioso incarico è infatti Giulia Bonella, 44 anni, che a Castelporziano ha svolto un tirocinio nel 1998 sul tema “La rinnovazione del Punus pinea in presenza di carico eccessivo di cinghiali”. Il Colle ribatte di aver tenuto conto dell’avviso unanime del gruppo di lavoro motivato “dall’eccellente livello delle sue competenze ed esperienze professionali, maturate in ambito pubblico e privato ed anche in sede europea”. E sulla parentela con la professoressa Carmela Decaro, docente alla Luiss di Roma, nominata da Carlo Azeglio Ciampi vice segretario generale tra il 1999 e il 2006, risponde che l’incarico è cessato 11 anni fa e che “l’avviso di selezione stabiliva che il cv dei candidati fosse redatto ‘in conformità del vigente modello europeo’, il quale, come è noto, non contiene voci relative alle generalità di parenti”.

I candidati esclusi promettono battaglia e la stessa Associazione italiana direttori e funzionari aree protette (Aidap) si appresta a scrivere una lettera aperta a Sergio Mattarella per chiedergli di intervenire a tutela della riserva e a garanzia della correttezza della procedura, sbandierata come prova di trasparenza e valorizzazione delle competenze ma risolta poi con una soluzione che sa di nepotismo. Si attrezza a ricorrere lo stesso presidente Aidap, Andrea Gennai, che ha partecipato alla selezione senza accedere al colloquio. “Sono due volte in imbarazzo, come candidato e come presidente”, racconta. “Mi pare evidente la sproporzione tra i titoli e le esperienze di molti professionisti e quello della nuova direttrice. Il punto non sono i suoi ascendenti familiari, ma che la selezione sia stata fatta nel rispetto dei requisiti del bando. A fine marzo ho fatto richiesta di accesso agli atti per avere il verbale conclusivo della commissione d’esame e il cv del vincitore. Non ho ricevuto risposta”.

Vero è che Castelporziano è un parco anomalo, dice Gennai, perché è un’area protetta ma nasce come tenuta presidenziale e perciò unica, “anzi doppia perché c’è anche la gemella di San Rossore (Pisa) che dal 1999 è della Regione Toscana. Io ne sono stato direttore per tre anni e mezzo e avevo 14 dipendenti del Colle laggiù. Confermo che le due tenute hanno una gestione peculiare, ma siccome l’ho fatta e m’hanno escluso ritengo abbiano seguito criteri diversi”. Sconcertato è pure Giorgio Boscagli, 64 anni, direttore del Parco nazionale Foreste casentinesi e per 20 anni biologo ispettore di sorveglianza del Parco d’Abruzzo. È tra i 17 che hanno superato di slancio la preselezione, ma il colloquio? “Non posso dire che sia stata una farsa ma francamente non ho avuto la sensazione di un reale interesse ad approfondire competenze e conoscenze. Poi ho letto il curriculum della professionista scelta e non fatico ad ammettere che altri erano assolutamente preponderanti”.

Difficile dire come finirà. Eventuali ricorsi devono essere proposti alla stessa presidenza della Repubblica, che è organo costituzionale e come tale autodetermina i propri giudizi, salvo che un altro organo di giustizia non intervenga, aprendo la strada al conflitto d’attribuzione. Improbabile. Così come il passo indietro sul nome del nuovo capo della Riserva presidenziale accolto con fior di riserve. Di sicuro la vicenda non aiuta lo sforzo profuso finora dal presidente Mattarella a convertire l’ex reggia reale in uno spazio aperto ai cittadini e alle regole che governano la pubblica amministrazione vincolandola a procedure trasparenti. Neppure a lavare le vecchie macchie che, proprio a Castelporiziano, hanno imbrattato l’immagine della Presidenza.

Di pochi giorni fa la notizia, rilanciata da Repubblica, del conflitto di attribuzioni sollevato dal Quirinale contro la Corte dei Conti davanti alla Consulta proprio per una vicenda di ruberie e nepotismo nella tenuta emersa nel 2009, quando un’ispezione rivelò un ammanco di quasi 5 milioni di euro dalle casse tra spese ed esborsi ingiustificati. Ne era scaturita un’indagine penale e un procedimento civile che avevano coinvolto anche l’ex segretario generale Gaetano Gifuni e suo nipote per abusi edilizi ed ex dipendenti della contabilità che furono condannati a risarcire 4,6 milioni di euro, oltre a cento milioni per danno all’immagine. Su questa parte, però, la Corte dei Conti nel 2016, è arrivata a conclusioni differenti, non riconoscendo i danni d’immagine e chiedendo il risarcimento solo all’imputato assolto per omessa vigilanza. Contro la decisione il presidente della Repubblica ricorre alla Consulta. Di mezzo equità e giustizia. Le stesse che i candidati direttori scartati per una sospetta raccomandazione ritengono ancora perse per la tenuta.

di | 23 aprile 2017

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/23/bando-per-la-tenuta-di-castelporziano-scelta-la-figlia-dellex-vicesegretario-del-quirinale-pronti-ricorsi-non-ha-requisiti/3534924/

 

LA CASTA? Beccatevi quest’altra: Parlamentari, ex parlamentari e anche i loro familiari hanno un’assistenza sanitaria da favola, sempre a SPESE NOSTRE !!

 

assistenza sanitaria

 

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LA CASTA? Beccatevi quest’altra: Parlamentari, ex parlamentari e anche i loro familiari hanno un’assistenza sanitaria da favola, sempre a SPESE NOSTRE !!

 

I parlamentari godono di buona salute: eh sì, perché il sistema sanitario a Montecitorio è un altro universo rispetto al sistema sanitario per i comuni cittadini (mortali). Un’interessante video-inchiesta condotta per La Gabbia ci introduce nel sistema sanitario di Montecitorio analizzando come funziona la sanità per gli onorevoli. Scopriamo insieme cosa succede.

Sanità a Montecitorio: sembra di entrare in un universo alternativo. Stando più ristretti, in un Paese alternativo. Camere pulite e dotate di tutti i comfort, corridoi ampi e spaziosi che profumano di lindo, pagamenti detratti dallo stipendio, quello stesso stipendio che pagano i cittadini. Il sistema sanitario a Montecitorio funziona eccome: altro che gli ospedali nostrani, dove si rischi di trovare 4 infartuati e 2 incidentati sdraiati su lettini scomodi in una stanza 4×4. E’ proprio tutta un’altra cosa la sanità dell’onorevole, per chiamarla come l’ha fatto “La Gabbia“, nella puntata andata in onda su La7 qualche giorno fa, con un’inchiesta su come i parlamentari possono godere di una sanità normale e vantaggiosa, a discapito dei cittadini che spendono soldi per avere un servizio altrettanto efficiente ma si vedono tornare indietro problemi a non finire e liste d’attesa lunghe diversi lustri.

SISTEMA SANITARIO A MONTECITORIO: TUTTO FUNZIONA (E SEMBRA MOLTO BENE)

Un’infermeria molto attrezzata, 5 studi medici, la fisioterapia, una piccola sala benessere: tutto questo nel sistema sanitario del Parlamento. E se c’è bisogno di cure mediche fuori Montecitorio, i parlamentari possono godere dell’assistenza sanitaria, rimborsabile da parte della Camera attraverso le decurtazioni stipendiali.

La giornalista Monica Raucci ci comunica poi i rimborsi delle spese mediche 2010 e ne sentiamo delle belle: 3 milioni di euro per odontoiatria, 3.173 mila euro per ricoveri e interventi, 146 mila euro per protesi acustica bilaterale, 204 mila euro per cure termali.

ASSISTENZA SANITARIA PARLAMENTARI: PRIVILEGI PER TUTTI (I PARENTI)

Un’altra notizia riguarda il fatto che l’assistenza sanitaria è estesa anche ai familiari dei parlamentari e non solo: coniuge, figli non coniugati fino al 26° anno di età, figli inabili al lavoro, coniuge separate o divorziato e perfino convivente more-uxorio (a patto che la convivenza perduri da almeno 3 anni). Inoltre, da qualche mese sembra che dell’assistenza sanitaria può godere anche il convivente dello stesso sesso. Insomma, la legge è uguale ma non per tutti!

L’inchiesta non finisce certo qui: la Raucci ci fa sapere che i parlamentari possono godere dei servizi di centri convenzionati con Camera e Senato. Fin qui nulla di male, ma risulta qualcosa di molto strano quando si scopre che non esistono praticamente liste d’attesa e file da rispettare. Praticamente non esiste nemmeno il timore di non vedersi dare la disponibilità per esami clinici importanti.

Insomma, chi dice che i parlamentari spesso vivono fuori dalla realtà vera, non sembra dire una grande bugia. Basta passare dall’altra parte della barricata per capire come (non) funziona il sistema sanitario dalle nostre parti.

LA SANITÀ DELL’ONOREVOLE: UNA BREVE VIDEO-INCHIESTA

Godetevi intanto questa interessante video-inchiesta di La Gabbia, ma vi consigliamo di non farvi prendere qualche malore mentre lo guardate: il sistema sanitario per noi cittadini è tutt’altra cosa!

La gabbia – LA SANITÀ DELL’ONOREVOLE

 

Lorenzin: chi può pagarsi l’antibiotico lo faccia, “Questione di civiltà” – Avete capito bene, questa parla di “Civiltà”. Ma lei e tutta la sua casta parassita si sono fatti un’assistenza sanitaria da favola che permette loro di curarsi senza spendere un centesimo, facendosi rimborsare anche i kleenex se hanno il raffreddore. E il tutto a spese nostre. E VIENE A PARLARE A NOI DI CIVILTÀ…?!?

 

Lorenzin

 

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Lorenzin: chi può pagarsi l’antibiotico lo faccia, “Questione di civiltà” – Avete capito bene, questa parla di “Civiltà”. Ma lei e tutta la sua casta parassita si sono fatti un’assistenza sanitaria da favola che permette loro di curarsi senza spendere un centesimo, facendosi rimborsare anche i kleenex se hanno il raffreddore. E il tutto a spese nostre. E VIENE A PARLARE A NOI DI CIVILTÀ…?!?

 

‘Le persone che possono pagarsi l’antibiotico, dovrebbero farlo. E’ una questione di civiltà”. L’invito arriva dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervenuta stamattina a Rainews24. Un appello ”culturale”, non certo una indicazione formale (che per altro puo’ arrivare solo dalle Regioni). Ma è abbastanza per riaprire il dibattito su un tema sentito e temuto: la paventata necessita’ di aumentare la compartecipazione del cittadino alle spese sanitarie.

“Stiamo facendo di tutto per non far aumentare i ticket. Anzi stiamo dicendo alle Regioni ‘non aumentate i ticket’, perché c’è stato un momento di grande difficoltà nella popolazione”, ha per altro tenuto a precisare il ministro. La dichiarazione provoca reazioni, come quella del Tribunale dei Diritti del Malato: ricorda che i 4 miliardi che le Regioni non hanno ottenuto per il Fondo Sanitario nazionale, corrispondano esattamente alla cifra che lo stato intasca ogni anno per tutti i ticket. Ed intanto continua ad aumentare, anno dopo anno, il volume della spesa che i cittadini fanno di tasca propria, compresi i farmaci. Chi decide di andare lo stesso dal medico o di sottoporsi a esami specialistici piu’ o meno costosi spesso paga ‘di tasca propria’ “il 18% della spesa sanitaria totale”.

Una percentuale molto piu’ alta rispetto al 7% della Francia e al 9% dell’Inghilterra e che si traduce in una spesa pro capite annua di circa 500 euro. E il quadro si complica, ha spiegato Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva alla luce del livello gia’ troppo alto raggiunto dalla ‘giungla’ di ticket regionali che hanno gia’ avviato lo spostamento di una quota di persone nella sanita’ privata. Nessun notizia intanto sul fronte dei tavoli avviati ormai piu’ di un anno fa per riscrivere la riforma del sistema dei ticket. ”Intanto come associazione dei cittadini vorremmo condividere le scelte che verranno fatte” ha precisato Aceti.

Il punto, ha aggiunto, e’ che il margine di manovra e’ sempre piu’ stretto: ”se puo’ essere corretto rivedere lo compartecipazione in modo progressivo sulla base del reddito, e’ necessario in realta’ abbassare i ticket per rendere davvero competitivo il servizio pubblico. In sostanza bisogna salvaguardare il servizio sanitario nazionale ma anche i malati, in particolare i cronici ed chi soffre di malattie rare, per evitare che siano soprattutto loro a pagare”.

fonte: https://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/salute/2015/11/09/sanita-lorenzin-chi-puo-pagarsi-lantibiotico-lo-faccia_2d7995af-d10b-4583-baa5-b6667e13519f.html

Il nostro vaffanculo già lo abbiamo espresso.

Chi vuole saperne di più del paradiso sanitario in cui sguazza quella che ci invita “per Civiltà” a pagarci l’antibiotico, legga questo nostro vecchio articolo (sconsigliato a chi soffre di fegato):

LA CASTA? Beccatevi quest’altra: Parlamentari, ex parlamentari e anche i loro familiari hanno un’assistenza sanitaria da favola, sempre a SPESE NOSTRE !!

 

Cagliari, mamma ruba le uova di Pasqua per i figli: sarebbe andata in galera, ma gli Agenti le pagano il conto. Tutto questo mentre alla feccia che ci governa non bastano i privilegi che si gode, ma intrallazza e ruba sulla nostra pelle, prendendoci anche per i fondelli!

Pasqua

 

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Cagliari, mamma ruba le uova di Pasqua per i figli: sarebbe andata in galera, ma gli Agenti le pagano il conto. Tutto questo mentre alla feccia che ci governa non bastano i privilegi che si gode, ma intrallazza e ruba sulla nostra pelle, prendendoci anche per i fondelli!

 

 

Cagliari, mamma ruba le uova di Pasqua per i figli: gli agenti pagano e la liberano

La donna, colta in flagrante, era stata bloccata nel supermercato ma i poliziotti hanno fatto una colletta lʼhanno lasciata andare.

Sono centinaia le condivisioni, migliaia i “like” e i commenti di approvazione riscossi da una storia di generosità che arriva da Cagliari e che in queste ore sta conquistando i social network. Una mamma non aveva i soldi necessari per poter comprare ai suoi figli le uova di Pasqua e così è arrivata a spingersi fino al furto ma è stata scoperta e segnalata alla polizia. Gli agenti accorsi sul posto, però, hanno capito la situazione e non solo non hanno arrestato la donna ma hanno anche avviato un colletta tra di loro per pagare le uova ed evitarle così un denuncia da parte del negoziante.

I fatti risalgono allo scorso giovedì: i vigilanti di un supermercato cittadino hanno chiamato il 113 per segnalare il furto di sei uova di cioccolato da parte di una mamma, 37enne, che le aveva nascoste nel passeggino per i suoi sei figli. “Voleva regalare un sorriso a quei bambini – spiega uno degli agenti che era in turno –  Più che di un atto di polizia giudiziaria, in quel momento c’era bisogno di un atto di generosità. E i nostri ragazzi non ci hanno messo neanche un attimo a compierlo. La legge lo consente”.  “Quando siamo arrivati – prosegue il poliziotto che aveva ricevuto la segnalazione –  la donna non ha negato. Ci ha raccontato una storia che non poteva lasciarci indifferenti. I compagnetti dei suoi figli avevano già ricevuto le uova di Pasqua e loro no. Quando sono tornati da scuola, proprio giovedì, hanno iniziato a piangere e lei ha deciso di trovare un modo di consolarli. L’unico modo a sua disposizione era quello di prenderli senza pagare. Conosciamo quella giovane da tempo, sappiamo che porta avanti la famiglia con enormi difficoltà e nessuna istituzione”.

……

E i nostri Politici? Loro non hanno di questi problemi. Loro hanno stipendi d’oro. E non gli basta rubano e intrallazzano con i loro amici per arricchirsi ancora di più. E manco gli basta, ci prendono anche per il culo.

Nell’immagine: la Morani in una delle sue epiche cazzate.

by Eles

 

VERGOGNOSI – Renzi 3 anni fa: “niente auto blu per sottosegretari, questo governo inizia a restituire speranza che le cose possono cambiare”. Bello vero? E infatti 6 mesi fa il sottosegretario Rossi sputtanato da Le Iene in auto blu. Avranno capito? Una beata Minchia! Lo stesso Rossi beccato ieri da Le Iene che va allo stadio in auto blu!!!

auto blu

 

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VERGOGNOSI – Renzi 3 anni fa: “niente auto blu per sottosegretari, questo governo inizia a restituire speranza che le cose possono cambiare”. Bello vero? E infatti 6 mesi fa il sottosegretario Rossi sputtanato da Le Iene in auto blu. Avranno capito? Una beata Minchia! Lo stesso Rossi beccato ieri da Le Iene che va allo stadio in auto blu!!!

 

Ottobre 2016

Nel corso della trasmissione televisiva “Le Iene show” andata in onda il 23 ottobre, un servizio realizzato da Filippo Roma e Marco Occhipinti ha riguardato l’utilizzo da parte del sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi di una auto blu  con autista. Il servizio ripropone anche le dichiarazioni del Premier Renzi in merito all’uso dei mezzi da parte dei sottosegretari rilasciate nel corso di una conferenza stampa del 18 aprile 2014. La vicenda chiama in causa sia la ministra Pinotti e, soprattutto, il Premier Renzi. Il premier aveva infatti annunciato un drastico taglio delle macchine a disposizione di dirigenti, personale della Pubblica Amministrazione e deputati. Compresi i sottosegretari.

Risultato?

Due interrogazioni rimaste senza risposta. E la casta, al di là dei proclami di Renzi (che ben sappiamo quanto valgono) continua a godersi i suoi porci privilegi alla faccia e soprattutto a spese della Gente.

E infatti ecco ancora il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi beccato un’altra volta da Le Iene in auto blu. Ma questa volta non va neanche al lavoro, se ne va allo stadio…!!

Guardate e diffondete questo video. Guardate la meschinità di questa gente!

PER GUARDARE IL SERVIZIO CLICCARE QUI

 

By Eles

 

Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …Per la cronaca: Renzi non c’è mai andato…!!

Paragone

 

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Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …Per la cronaca: Renzi non c’è mai andato…!!

 

di Gianluigi Paragone (Facebook)

Ora Matteo Renzi spieghi perché il suo Pd (assieme a Forza Italia, Nuovo centrodestra e altri) ha respinto la proposta del Movimento 5 stelle di sospendere temporaneamente l’indennità ai parlamentari arrestati. Si trattava di una sospensione temporanea. Tra l’altro giustificata dal fatto che se uno non lavora in aula (se è agli arresti…) non è giustificata l’indennità. Non solo.

Bisogna smetterla col fatto che i politici abbiano una busta paga sempre ballerina quando si tratta di rispondere alla domanda: ma quanto guadagni? Perché non basta la remunerazione in senso stretto, ci sono altre voci allegati che compongono l’emolumento totale che vengono sempre sottaciute o balbettate. Basta, no? Nel caso specifico dei parlamentari arrestati già siamo in presenza di un “tradimento politico”, ora si aggiunge la beffa delle indennità corrisposte. Ma corrisposte per fare cosa? Per fare gli interessi della collettività o per fare interessi particolari?

Perché allora questa proposta di buon senso etico – non è una parolaccia, cari politici… – è stata bocciata? Spiegatelo guardando in faccia i vostri elettori. Poteva essere un segnale di rottura rispetto all’idea di casta. Questo non è un pessimo esempio. Un pessimo andazzo.

Grandissimo BEPPE GRILLO: “con che faccia, ma come fanno ad andare in pensione dopo 35 mesi e dire ad un ragazzo che deve andare in pensione a 70 anni con 40 anni di contributi? Ma con che faccia”?

BEPPE GRILLO

 

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GRANDISSIMO BEPPE GRILLO: “con che faccia, ma come fanno ad andare in pensione dopo 35 mesi e dire ad un ragazzo che deve andare in pensione a 70 anni con 40 anni di contributi? Ma con che faccia”?

 

…”con che faccia, ma come fanno ad andare in pensione dopo 35 mesi e dire ad un ragazzo che deve andare in pensione a 70 anni con 40 anni di contributi? Ma con che faccia”?

 

 

Video Player

 

Loro si sono tenuti il VITALIZIO. I Cinquestelle che protestavano contro questa ennesima porcata SOSPESI… Non credo sia tanto difficile capire a chi dovremo dare il nostro voto… o no?

VITALIZIO

 

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Loro si sono tenuti il VITALIZIO. I Cinquestelle che protestavano contro questa ennesima porcata SOSPESI… Non credo sia tanto difficile capire a chi dovremo dare il nostro voto… o no?

 

M5s, deputati sospesi per protesta contro i vitalizi. Di Maio e gli altri in piazza: “A loro la pensione, a noi la punizione”

 

La Camera dei Deputati ha sospeso 42 deputati M5S a seguito delle proteste in Aula e in Ufficio di Presidenza in occasione della votazione sulle delibere sulle pensioni dei parlamentari. Poco dopo i deputati pentatstellati hanno protestato fuori da Montecitorio. “Chi si prende la pensioni difende la Democrazia, chi combatte contro le pensioni viene punito – è il commento di Luigi Di Maio. Che assicura: “Abbiamo perso una battaglia ma non la guerra. Troveremo un altro modo per non far scattare le pensioni a settembre. In questo Paese – conclude Di Maio – non ci mandano a votare perché uno degli obiettivi è prendere la pensione”. Le pensioni le prenderemo anche noi? Sì, se non le aboliscono adesso, le aboliremo noi quando andremo al governo”, afferma il neo capogruppo pro tempore Roberto Fico

 

da Il Fatto Quotidiano

Ma sono proprio delle carogne! Con un bliz il Pd ha salvato i vitalizi dalla proposta del M5s di applicare anche alla Casta la legge Fornero. Solo un pizzichino a quelli oltre i 70.000 Euro! Ma mica finisce qui: I pochi toccati preparano a una class action contro questo “pizzichino”!

carogne

 

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Ma sono proprio delle carogne! Con un bliz il Pd ha salvato i vitalizi dalla proposta del M5s di applicare anche alla Casta la legge Fornero. Solo un pizzichino a quelli oltre i 70.000 Euro! Ma mica finisce qui: I pochi toccati preparano a una class action contro questo “pizzichino”!

Di come #SITENGONOILPRIVILEGIO ve ne abbiamo già parlato:

Montecitorio ha deciso: la legge Fornero si applica solo a noi merdacce. Ai vitalizi ed alle pensioni dei Parlamentari non si applica!

Il Pd si rimangia le promesse (…ma tu guarda un po’) e vota per salvare i vitalizi!

Ma mica finisce qui.. La meschinità di questa gente non ha fine. Ed ecco, come ci segnala L’Huffington Post che sono già sul piede di guerra.

Vitalizi, gli ex parlamentari si preparano a una class action: “Faremo ricorso sul contributo di solidarietà”

 

Gli ex parlamentari sono pronti a fare ricorso contro il contributo di solidarietà per tre anni deciso ieri dall’ufficio di presidenza. Lo riporta l’Agi. “Siamo pronti a fare ricorso, ci sarà un’azione collettiva degli ex parlamentari”, spiega all’Agi un ex deputato. “Manca una legge di riferimento. Non si capisce per chi dovrebbe essere questo contributo di solidarietà. Io perderei mille euro”, riferisce l’ex parlamentare. “Faremo una class action, ci stiamo sentendo in queste ore. Nel pomeriggio emergerà una posizione chiara di contrarietà a quanto deciso ieri”.

La proposta avanzata dal Pd in tema di pensioni dei parlamentari, dispone l’applicazione, a partire dal 1 maggio 2017 e per tre anni, agli assegni vitalizi e ai trattamenti previdenziali, diretti e di reversibilità, corrisposti ai deputati cessati dal mandato e loro aventi diritto, un contributo straordinario di solidarietà per tre anni sui vitalizi in essere relativi alle precedenti legislature sulla parte eccedente l’importo di 70mila euro lordi annui, pari al 10 per cento per quelli compresi tra 70mila e 80mila euro lordi l’anno; del 20 per quelli fino a 90mila; del 30 per quelli fino a 100mila; del 40 per quelli superiori a 100mila.

La riforma dei vitalizi, con un contributo di solidarietà per tre anni relativo alle precedenti legislature, è passata ieri alla Camera, ma in molte Regioni il taglio ai trattamenti degli ex consiglieri regionali è stato deciso già da qualche anno. E non senza polemiche. Basti pensare che in una decina di Regioni ex consiglieri regionali sono passati alle vie legali e la riforma dei vitalizi si è trasformata in un’autentica guerra a suon di carte bollate. “In molte Regioni è stato già deciso il contributo di solidarietà, c’è chi lo ha accettato e chi ha fatto ricorso. Da un nostro monitoraggio sono 10-11 le Regioni in cui ex consiglieri, non tutti ma alcuni, hanno fatto ricorso”, osserva all’Adnkronos Aldo Bottin, ex consigliere del Veneto e presidente del Coordinamento delle associazioni degli ex consiglieri regionali di tutte le Regioni.

Dal Lazio al Piemonte, dalla Lombardia alle Marche, dalla Campania al Molise, dall’Abruzzo alla Toscana fino al Trentino Alto Adige, la battaglia contro il contributo di solidarietà è finita direttamente nelle aule di tribunali. E le cause vanno avanti. “Si vedrà cosa dicono i giudici”, sottolinea Bottin. “Si parla di casta….prima di parlare bisognerebbe leggere cosa dicono le norme e il buon senso – spiega – Io ritengo che la decisione della Camera sia stata opportuna, ma mi auguro che questo contributo sia finalizzato a interventi mirati per dare risposte alle situazioni di disagio”.

Il motivo dei ricorsi nelle Regioni, osserva Bottin, è che non sono stati fatti interventi mirati ma si è deciso di colpire tutti in modo univoco: “l’unica regola doveva essere la norma fiscale, il fisco equo: in base a quello che si percepisce si contribuisce”, spiega.