“Mobbing di Stato” – Capitano Ultimo, l’uomo che arrestò Riina, ora è solo, senza scorta… Forse costava troppo e per questa specie di Stato è più importante difendere Alfano, Verdini, Sallusti, Belpietro e roba del genere!

 

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“Mobbing di Stato” – Capitano Ultimo, l’uomo che arrestò Riina, ora è solo, senza scorta… Forse costava troppo e per questa specie di Stato è più importante difendere Alfano, Verdini, Sallusti, Belpietro e roba del genere!

 

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Capitano Ultimo ora è solo, senza scorta l’uomo che arrestò Riina: “Mobbing di Stato”

L’amarezza di Rita Dalla Chiesa: “Non sono andata a Palermo per ricordare mio padre anche per questo motivo, ho preferito stare vicino a lui. Nella sua solitudine ho riconosciuto la stessa di mio padre”

 

Sergio De Caprio, noto all’opinione pubblica come Capitano Ultimo, è l’uomo che nel 1993 arrestò il boss Totò Riina. In seguito ad una decisione dell’Ucis (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale), da ieri non ha più diritto all’auto blindata di cui si è servito nel corso di questi ultimi anni. Era stato lo stesso Ultimo, alla vigilia della perdita della tutela, a sfogarsi con una serie di tweet corredati dall’hashtag “#no mobbing di Stato”. “La mafia di Bagarella e di Riina non sono più un pericolo. Cara mamma, c’era una volta la sicurezza dei cittadini”, ha scritto il Capitano Ultimo protestando contro la revoca della sua scorta effettiva a partire da oggi.

La prima a sollevare la questione, con tanto di appello via social rivolto al ministro dell’Interno, era stata la presentatrice tv Rita Dalla Chiesa. “Dal 3 settembre verrà tolta la scorta al Capitano Ultimo. A colui che arrestò Totò Riina. Il 3 settembre venne anche ucciso mio padre. Ministro Matteo Salvini, lei sa di questa aberrante decisione? La scorta a Saviano sì, e a Capitano Ultimo no?”, aveva scritto su Facebook la figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato dalla mafia il 3 settembre 1982. “E’ una decisione incredibile quella della revoca della scorta, incredibile che non si siano alzate più voci. Sono indignata, dispiaciuta e amareggiata, non riesco a capirne fino in fondo i motivi”, ribadisce adesso – intervistata da TPI – sulla decisione di revocare la scorta a Sergio De Caprio. E’ uno Stato che continua a commettere gli stessi errori? “Sembra di sì, eppure le persone sono cambiate, ci si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso. Non sono andata a Palermo per ricordare mio padre anche per questo motivo, ho preferito stare vicino a Ultimo. Nella sua solitudine ho riconosciuto la stessa di mio padre. Ma la solitudine cui è lasciato un uomo che ha fatto tanto per noi, per i cittadini, per questo stesso Stato, non può essere dimenticata o minimizzata”, ha aggiunto.

A commentare la notizia, sempre via social, è il diretto interessato. “I peggiori sono sempre quelli che rimangono alla finestra a guardare come andrà a finire. Sempre tutti uniti contro la mafia di Riina e Bagarella. No omertà No mobbing di Stato”, “La sicurezza dei cittadini non è una passerella, non è una macchina del voto. Bagarella e la mafia sono un pericolo, chi dice il contrario deve dimostrarlo oppure deve occuparsi di altro”, sostiene Ultimo in alcuni tweet. E ancora, a corredo del video di un’intervista al generale Dalla Chiesa, Ultimo protesta contro “l’ingiustizia che sostiene la mafia di Riina e Bagarella e fa uccidere i combattenti del Popolo” mentre, dopo aver condiviso la petizione per il “reintegro immediato” della sua scorta, ringrazia i suoi sostenitori “per il coraggio, per l’esempio di fratellanza che ancora una volta gli stanno dando”.

 Intanto la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha annunciato che presenterà un’interrogazione al ministro dell’Interno Salvini in quanto “gli eroi che hanno combattuto e che combattono la mafia – ha spiegato su Facebook – devono essere sostenuti e difesi dallo Stato”. “Ci sono delle circostanze che vengono valutate a livello centrale e a livello locale. Lo Stato non abbandona nessuno”, ha invece sottolineato oggi il sottosegretario all’Interno Stefano Candiani.
TRATTO DA: https://www.palermotoday.it/cronaca/capitano-ultimo-senza-scorta-rita-dalla-chiesa.html

 

Carabiniere donna fa condannare un suo superiore per molestie. Contro di lei aperto un procedimento disciplinare lei per aver screditato il prestigio dell’arma. Dall’Italia, anno Domini 2018, è tutto.

 

Carabiniere

 

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Carabiniere donna fa condannare un suo superiore per molestie. Contro di lei aperto un procedimento disciplinare lei per aver screditato il prestigio dell’arma. Dall’Italia, anno Domini 2018, è tutto.

 

Molestie, carabiniere denunciò superiore (poi condannato). Lo racconta in tv: Arma apre procedimento disciplinare su di lei

Lo scorso 10 marzo, la carabiniere scelta Angela Aparecida Rizzo ha raccontato la sua vicenda a Presa Diretta. Secondo l’Arma, come riporta il sito GrNet.it, si rileva la “lesione del prestigio istituzionale” perché la donna ha parlato senza autorizzazione e ha detto di “avere avuto paura che succedesse qualcosa di più grave”. Il maresciallo da lei accusato è stato condannato in due gradi di giudizio ed è in attesa della Cassazione

Contegno del militare, comunicazioni dei militari, doveri attinenti al grado, senso di responsabilità. Le contestazioni sono formali, la sostanza invece è che lei ha raccontato in un’intervista non autorizzata le molestie, anche sessuali, subite da un suo superiore. Accuse confermate in primo secondo e grado.

Ma ora contro la donna, il carabiniere scelto Angela Aparecida Rizzo che all’epoca dei fatti denunciò il collega, l’Arma ha aperto un procedimento disciplinare. La notizia è stata data da GrNet.it, network che si occupa di informazione su sicurezza e difesa. Il sito spiega che la donna, assistita dagli avvocati Giorgio Carta e Maria Laura Perrone, deve difendersi entro 60 giorni dalle accuse.

L’intervista incriminata è stata rilasciata a Presa Diretta in onda su Rai3 il 10 marzo scorso. La militare ha raccontato della denuncia di molestie subite in caserma che portò il tribunale militare di Roma, il 17 gennaio 2016, a condannare in primo grado, a 9 mesi di reclusione e al risarcimento danni, il maresciallo, imputato di minacce ad inferiore. Poi il 12 dicembre 2017 la Corte militare di appello ha confermato la condanna. Ora il giudizio è pendente in Cassazione.

Nel corso dell’intervista, la giovane carabiniere ha esternato “ilsenso di solitudine ed abbandono sofferto nel corso della sua dolorosa vicenda” che peraltro era emerso nel corso dei due gradi di giudizio già conclusi. Nell’atto di contestazione degli addebiti alla militare, l’Arma rileva una possibile lesione del prestigio istituzionale nel passaggio in cui il carabiniere scelto afferma di “avere avuto paura che succedesse qualcosa di più grave. In un contesto come il nostro dovremmo tutelare, no? Con grande amarezza trovo invece che, ecco, anche nel mio caso, uno venga abbandonato”.

Secondo l’Arma, “i fatti sopra descritti – si legge nel documento di contestazione – potrebbero avere rilevanza disciplinare e costituire violazione delle seguenti norme: contegno del militare, comunicazioni dei militari, doveri attinenti al grado, senso di responsabilità“.

 

fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/27/molestie-carabiniere-denuncio-superiore-poi-condannato-lo-racconta-in-tv-arma-apre-procedimento-disciplinare-su-di-lei/4256438/

Può succedere solo in Italia – Il Carabiniere Casamassima dice finalmente la verità sul caso Cucchi: trasferito, demansionato e minacciato… Per l’Arma diventa “poco esemplare inadeguato al senso della disciplina” …Allora hanno ragione quelli che si fanno “i cazzi loro”? È questa l’Italia che vogliono?

Carabiniere

 

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Può succedere solo in Italia – Il Carabiniere Casamassima dice finalmente la verità sul caso Cucchi: trasferito, demansionato e minacciato… Per l’Arma diventa “poco esemplare inadeguato al senso della disciplina” …Allora hanno ragione quelli che si fanno “i cazzi loro”? È questa l’Italia che vogliono?

Trasferito per aver detto la verità su Stefano Cucchi.

Lo ha denunciato in un video (vedi alla fine dell’articolo) pubblicato su Facebook Riccardo Casamassima, l’appuntato dei carabinieri che con la sua testimonianza ha fatto riaprire l’inchiesta sul caso.

Casamassima si è rivolto “ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: mi ascoltino,” ha detto.

“Per aver fatto il mio dovere, come uomo e come carabiniere per aver testimoniato nel processo relativo a Stefano Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, – ha affermato – mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze”.

“Avevo manifestato le mie paure prima del processo del 15 maggio – ha spiegato – paure che si sono concretizzate perché mi è stato notificato un trasferimento presso la scuola allievi ufficiali”.

“Sarò allontanato e demansionato – ha aggiunto – e andrò a lavorare a scuola dopo essere stato per 20 anni in strada. E’ scandaloso. Ho subito minacce, nessuno mi ha aiutato”.

Poi l’appello alle cariche dello Stato, ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: “E’ giusto – ha domandato – che una persona onesta debba subire questo trattamento? Mi stanno distruggendo. Mi recherò al comando generale per incontrare il nuovo comandante generale”.

“Se non mi verranno date delle spiegazioni – ha continuato – sarò costretto ad andare in Procura e a denunciare quello che sta succedendo perché il processo Cucchi è ancora aperto e quindi una qualsiasi azione fatta nei miei confronti lo va a compromettere”.

“Per giustificare il trasferimento lo motivano giudicandomi ‘poco esemplare e inadeguato al senso della disciplina’,” ha concluso.

Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha scritto su Facebook di aver ascoltato il carabiniere Casamassima su Facebook e di aver “già discusso con il comandante generale dell’Arma”. “Sono disponibile a parlare con lui,” ha fatto sapere la ministra, che ha aggiunto: “ha chiesto di parlare con alcuni ministri, non ha citato il mio nome, ma sono io il ministro di riferimento e quindi lo farò volentieri”.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/06/20/trasferito-per-aver-detto-la-verita-su-stefano-cucchi-il-carabiniere-casamassima-si-appella-al-governo-conte/