Quando cominci a fare schifo anche a chi sta dalla tua parte qualche domanda dovresti fartela. Il direttore de l’Unità Staino “Renzi? Un mentitore seriale. Dà spazio solo a chi gli lecca il culo”

Staino

 

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Quando cominci a fare schifo anche a chi sta dalla tua parte qualche domanda dovresti fartela. Il direttore de l’Unità Staino “Renzi? Un mentitore seriale. Dà spazio solo a chi gli lecca il culo”

 

“RENZI? UN MENTITORE SERIALE. DÀ SPAZIO SOLO A CHI GLI LECCA IL CULO”
Durissimo j’accuse di Staino

“È IGNORANTE, IMPULSIVO, RANCOROSO, SENZA NESSUNA ESPERIENZA PROFONDA. PER UN ANNO HO PRESO INSULTI CON LA PALA. ORA BASTA” DICE STAINO INTERVISTATO DA LA VERITA’

Quello di Sergio Staino, direttore dell’Unità (che in questi giorni fallisce), non è un anatema, o uno strappo razionale ma un grido di dolore. Staino ha scritto ieri una feroce lettera aperta per denunciare il leader del Pd, e si racconta così: «Per un anno ho raccolto ovunque insulti con la pala: mi hanno dato del venduto, del mascalzone, del corrotto dell’ arricchito, dell’ infame per il mio essere renziano. Mi sono preso e mi prendo tutto, ma tuttavia non posso più tacere. Basta».

Caro Sergio, loro ti insultano però possono dirti: «ti avevamo avvertito».
«Lo so, ma cosa posso farci? Come tanti italiani mi sono fidato di quest’uomo, prima di scoprire come è fatto realmente, di che cosa è capace. Insultami pure tu».

Lo accusi di averti abbandonato. Ma questo è accaduto prima della crisi economica del giornale, perché?
«Non voglio credere di essere così importante da essere la causa di questa tragedia però…».

Cosa?
«Forse i Renziani pensavano tutti che io rimanessi come figurina Panini, a fare la bella statuina mentre loro cucinavano il giornale come gli pareva…».

Fammi un elenco di quel che non va.
«Ha delle doti indubbie, ma è ignorante dal punto di vista storico, è impulsivo, rancoroso, senza nessuna esperienza profonda, non conosce la politica, scappa quando dovrebbe esserci, ed è soprattutto bugiardo: dice consapevolmente delle menzogne».

Ma tu a dicembre facevi campagna per il Sì al referendum!
«E lo rifarei! Ero convinto di quella riforma, non del modo in cui lui l’ ha sostenuta».

Ti arrabbi solo ora, perché dici che ha mentito sull’ Unita?
«È la storia che conosco meglio. La bugia di un leader apre la porta all’affarismo e alla corruzione».

Solo perché ha detto che il giornale era stata «una operazione finanziaria»?
«Ma quella è una bestemmia contro la verità: mi convocò lui, a Palazzo Chigi».

E poi cosa disse?

«”Voglio che il direttore sia tu: sii libero, fai un bel giornale, suscita dibattito. Non mi fare un giornale sdraiato sul governo”. Mentiva».

Tu però in primavera gli hai dato del «cafone».

«Confermo: non rispondeva al telefono, si era impegnato a incontrare Pessina, li ha fatti aspettare per tre giorni invano a Milano senza nemmeno mandare un Sms».

Ma tu non lo hai tradito nella linea che hai seguito?
«Ho dato voce a tutti, da Cicchitto a Moni Ovadia. L’ ho difeso quando ne ero convinto.
Non posso fare il servo».

Ti penti di aver attaccato la Cgil per compiacerlo?
«Ho attaccato la Cgil perché ero convinto che sia un sindacato retrogrado e oscurantista. Ne resto convinto. È una forza di Renzi averli contro».

 

fonte: http://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/renzi-un-mentitore-seriale-da-spazio-solo-a-chi-gli-lecca-il-culo-485544.html?refresh_ce

Matteo Renzi si vanta di aver tagliato spesa pubblica di 25 miliardi. Ma un’economista del suo stesso staff lo sputtana: il taglio reale non supera 400 milioni. Ecco quello che i Tg non Vi dicono!

 

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Matteo Renzi si vanta di aver tagliato spesa pubblica di 25 miliardi. Ma un’economista del suo stesso staff lo sputtana: il taglio reale non supera 400 milioni. Ecco quello che i Tg non Vi dicono!

 

Matteo Renzi sostiene di avere utilizzato al massimo possibile le forbici della spending review, e di non avere più spazi a disposizione, perché nel solo 2016 avrebbe già tagliato la spesa pubblica di ben 25 miliardi. Come sempre il premier legge a modo suo cifre che spesso la realtà gli ributta in faccia, e lo fa sia per ragioni propagandistiche (Renzi è perennemente in campagna elettorale) che per la necessità di utilizzare la presunta buona pratica di fronte a quei cagnacci della commissione europea che non vogliono concedergli la flessibilità di finanza pubblica che ha chiesto. Di solito pochi fanno il controcanto alle sparate del premier italiano. La sorpresa è arrivata ieri da il Foglio. Perché a fare un puntuto contraddittorio a Renzi è stata una economista che è anche un’amica di famiglia, comeVeronica De Romanis. Una economista di primissimo piano che è anche la consorte di Lorenzo Bini Smaghi, il banchiere che spesso viene annoverato in cima alla lista dei potenti renziani. La De Romanis ha smentito il premier, ricordando come il taglio di spesa non sia affatto di 25 miliardi di euro, ma addirittura inferiore ai 400 milioni. Per farlo ha utilizzato un documento dello stesso governo Renzi sulla legge di stabilità 2016, scritto dalla Ragioneria generale dello Stato. Ecco quanto scrive la De Romanis: «I risparmi per 25 miliardi di euro realizzati nel 2016 – grazie a iniziative intraprese tra il 2014 e il 2015 e alla legge di Stabilità 2016 – hanno consentito di finanziare alcune delle misure a sostegno della crescita e dell’ occupazione».

I dettagli di queste misure non sono illustrati nella Nota, tuttavia una cosa è chiara: i tagli effettivi non possono essere 25 miliardi di euro dal momento che sono stati utilizzati per coprire incrementi di “altra” spesa pubblica. Per sapere a quanto ammontano i tagli “netti” per il 2016, anche in questo caso, bisogna andare sul sito del Mef. Nella tabella a pagina 4 del documento redatto dalla Ragioneria generale dello stato («La Manovra di Finanza Pubblica per il 2016-2018»), si evince che, per l’anno 2016, la cifra totale della «variazione netta delle spese» è pari a 360 milioni di euro, di cui 41 di spesa corrente e 319 di spesa in conto capitale». Da cosa deriva quella incredibile differenza? Da un particolare che Renzi omette nei suoi comizi: la spesa non è stata tagliata, ma semplicemente spostata da un capitolo all’ altro. La De Romanis è perfino tenera nel sottolinearlo, parlando di «qualificazione della spesa», ossia di un migliore utilizzo delle risorse pubbliche.

Che però escono dalle casse dello Stato, finanziate dalle entrate, esattamente come avveniva prima. «Quello che emerge dai dati è che il governo», scrive la De Romanis, «più che tagliare la spesa pubblica, l’ha spostata da un capitolo a un altro: una linea destinata a proseguire con l’implementazione della riforma della pubblica amministrazione. Del resto, che questo sarebbe stato l’approccio seguito lo aveva precisato lo stesso ministro della Funzione pubblica al momento della presentazione del ddl delega: «Non so quanti risparmi porterà la riforma della Pubblica Amministrazione e sono contenta di non saperlo perché l’ impostazione non è di spending review: non siamo partiti dai risparmi».

Insomma, tagliare non sembra essere una priorità. Ma tagliare la spesa è l’unica via per crescere, spiega l’economista: l’opposto da quanto sostenuto dal premier italiano. Lei cita «i paesi che nell’ultimo quinquennio hanno tagliato la spesa pubblica come l’Inghilterra (dal 48,8 al 43 per cento), la Spagna (dal 46 al 43,3 per cento) o l’Irlanda (dal 47,2 al 35,9 per cento) crescono, rispettivamente, del 2,3 per cento, del 3,2 per cento e del 6,9 per cento. L’Italia, che nello stesso periodo ha incrementato la spesa pubblica dal 49,9 al 50,7 per cento, è ferma allo 0,8 per cento». Un de profundis per le politiche economiche dell’esecutivo. Che fa ancora più male perché nasce in casa. Ma che non è diverso dall’analisi di altri osservatori tecnici.

spesa pubblica

fonte: http://www.grandecocomero.com/questa-donna-smaschera-le-balle-di-matteo-renzi-ecco-cosa-ha-avuto-il-coraggio-di-raccontare/

 

Matteo Renzi si vanta di aver tagliato spesa pubblica di 25 miliardi. Ma un’economista del suo stesso staff lo sputtana: il taglio reale non supera 400 milioni. Ecco quello che i Tg non Vi dicono!