Può succedere solo in un Tribunale Italiano e quando c’è Berlusconi di mezzo – La Difesa senza vergogna: Minetti favorì solo la libertà come Cappato con Dj Fabo…!

 

Minetti

 

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Può succedere solo in un Tribunale Italiano e quando c’è Berlusconi di mezzo – La Difesa senza vergogna: Minetti favorì solo la libertà come Cappato con Dj Fabo…!

Minetti: porta prostitute possibilmente minorenni per soldi = Ceppato: rischia in proprio per dare una morte dignitosa a Dj Fabo – Per questi sciacalli senza vergogna sono la stessa cosa!

Difesa senza vergogna: Minetti favorì solo la libertà come Cappato con Dj Fabo

L’incredibile arringa al processo Ruby, Berlusconi e Olgettine. “Come è stato aiutato Fabo a esercitare il diritto a essere libero di morire, così Nicole ha agevolato il diritto sessuale delle ragazze”

Una arringa che definire spericolata è poco. Leggete. Nel chiedere l’assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’, uno dei legali di Nicole Minetti, l’avvocato Pasquale Pantano, ha espresso un “parallelismo” tra il leader radicale Marco Cappato e la sua assistita. “Come Cappato ha aiutato Dj Fabo a esercitare il suo diritto a essere libero di morire, così Minetti ha agevolato il diritto delle ragazze all’esercizio della liberta’ sessuale”.
Un “parallelismo” oltre ogni regola di buon senso ma che va inquadrato anche nella richiesta da parte della difesa dell’ex consigliera regionale lombarda e di Emilio Fede di sollevare una questione di legittimità costituzionale (se non dovesse esserci l’assoluzione) relativa al reato di favoreggiamento, che limiterebbe la libertà di autodeterminazione nella sfera sessuale. Pantano, come il collega Salvatore Pino nella sua arringa per Emilio Fede, ha anche sottolineato che “giustamente” non è stato indagato il ragionier Giuseppe Spinelli “da cui tutto passava, anche i pagamenti”. L’avvocato Pino ha chiesto l’assoluzione di Fede ‘perche’ il fatto non sussiste’ sia per il reato di tentata induzione alla prostituzione di Ambra Battilana, Imane Fadil e Chiara Danese (tutte parti civili) che per quello di favoreggiamento alla prostituzione di Roberta Bonasia e Ruby. E relativamente a quest’ultima, la “famosa nipote di Mubarak”, c’è un “rapporto di predilezione con Berlusconi. Non risulta che Fede l’abbia favorita in alcun modo, dopo averla accompagnata ad Arcore per il primo incontro, il 14 febbraio 2010, circostanza che non reato come ha detto anche il pg”.

Nonostante questo l’ex direttore del Tg 4 è stato condannato a 4 anni e 7 mesi e l’ex consigliera regionale della Lombardia a 2 anni e 10 mesi. Il Pg Daniela Meliota aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado che aveva comminato pene rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e 3 anni.

 

tratto da: http://www.globalist.it/news/articolo/2018/05/07/difesa-senza-vergogna-minetti-favori-solo-la-liberta-come-cappato-con-dj-fabo-2023872.html

Presidio dei giovani M5S davanti alla sede Mediaset: MEGLIO PULIRE I CESSI CHE PAGARE LA MAFIA – “Berlusconi offende i lavoratori”…!

 

Mediaset

 

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Presidio dei giovani M5S davanti alla sede Mediaset: MEGLIO PULIRE I CESSI CHE PAGARE LA MAFIA – “Berlusconi offende i lavoratori”…!

 

“Meglio pulire i cessi che pagare la mafia”.

Così si legge in uno striscione esposto da un gruppo di giovani del M5S davanti alla sede Mediaset.

La notizia, riportata anche da alcune testate online, è stata diffusa dalla pagina Facebook “Uni Milano in MoVimento”, su cui lunedì pomeriggio è stata pubblicata la foto che mostra i ragazzi che espongono lo striscione e una nota.

Nella nota i giovani attivisti pentastellati hanno condannato le dichiarazioni del patron di Mediaset e leader di Forza Italia, il quale la settimana scorsa aveva dichiarato che se dovesse assumere in Mediaset un 5 stelle lo metterebbe “a pulire i cessi” perché “è gente che non ha mai fatto nulla nella vita”.

“Soprassediamo sull’ennesima farneticazione del presidente di Forza Italia,” hanno scritto gli attivisti, secondo i quali l’ex premier “con le sue dichiarazioni, non solo offende la prima forza politica del Paese ma soprattutto denigra un lavoro non meno dignitoso di un altro”.

Perciò i giovani del M5S di Milano hanno deciso di recarsi davanti alla sede del Biscione:

“Per questo motivo oggi ci siamo recati di fronte alla sede di Mediaset a ricordare che la dignità non dipende dal lavoro che svolgiamo ma dalle scelte che facciamo,” hanno spiegato.

Il post pubblicato sul social network è stato condiviso centinaia di volte e gli utenti hanno sostenuto l’iniziativa. Si leggono commenti come:

La prossima volta avvisate, saremmo in tanti… Tantissimi.

Avete fatto un ottima scelta ma se facevate un fischio saremmo stati con voi

Sono sempre con voi ragazzi. Ho fatto il spazzino x 30 anni e non mi vergogno

Bravissimi…. Berlusconi non dovrebbe nemmeno fiatare ….ma non si vergogna ???

Ottima iniziativa è bella risposta

Il lavoro, anche pulire i cessi , se fatto con coscienza, è tutto dignitoso! Tranne quello fatto soltanto per i propri interessi e/o per fregare gli altri!

È una frase che fa capire quando sia immaturo quest’uomo. E pensare che aveva dato degli immaturi quelli del m5s.

 

 

fonte: https://www.silenziefalsita.it/2018/04/25/presidio-giovani-m5s-davanti-alla-sede-mediaset-b-offende-i-lavoratori/

Salvini: “Mi sento molto meglio se chi puzza di mafia sta lontano da me. E i voti dei mafiosi mi fanno schifo” …Ora la domanda nasce spontanea: ma cos’è che questo deficiente non ha capito della sentenza di condanna di dell’Utri?

 

Salvini

 

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Salvini: “Mi sento molto meglio se chi puzza di mafia sta lontano da me. E i voti dei mafiosi mi fanno schifo” …Ora la domanda nasce spontanea: ma cos’è che questo deficiente non ha capito della sentenza di condanna di dell’Utri?

Salvini lo ha detto davvero: “Mi sento molto meglio se chi puzza di mafia sta lontano da me. E i voti dei mafiosi mi fanno schifo”

Leggi Qui, se ti interessa, l’articolo de Il Fatto Quotidiano.

Ora, come diceva tanti anni fa il grande Antonio Lubrano, la domanda nasce spontanea…

Cos’è che questo idiota non ha capito della sentenza con cui Dell’Utri sta in carcere?

Giusto come pro-memoria Vi riportiamo di seguito un breve passo delle motivazioni della sentenza di condanna di Dell’Utri.

Leggete e rabbrividite:

Tra il 16 ed il 19 maggio 1974 si svolgeva a Milano un incontro cui prendevano parte Marcello Dell’Utri, Silvio Berlusconi, Gaetano Cinà (legato alla “famiglia” mafiosa Malaspina) Stefano Bontade (capo della “famiglia” mafiosa S. Maria del Gesù ed esponente, fino a poco prima, insieme con Gaetano Badalamenti e Luciano Liggio, del “triunvirato” massimo organo di vertice di “cosa nostra”), Mimmo Teresi (sottocapo della “famiglia” mafiosa S. Maria del Gesù), Francesco Di Carlo (“uomo d’onore” della “famiglia” mafiosa Altofonte, di cui, all’epoca, era consigliere e di cui, in seguito, sarebbe diventato capo).

In tale occasione veniva raggiunto l’accordo di reciproco interesse, in precedenza ricordato, tra “cosa nostra” rappresentato dai boss mafiosi Bondante e Telesi, e l’imprenditore Berlusconi, accordo realizzato grazie alla mediazione di Dell’Utri che aveva coinvolto l’amico Gaetano Cinà, il quale, in virtù dei saldi collegamenti con i vertici della consorteria mafiosa, aveva garantito la realizzazione di tale incontro.

L’assunzione di Mario Mangano (all’epoca dei fatti affiliato alla “famiglia” mafiosa di Porta Nuova, formalmente aggregata al mandamento di S. Maria del Gesù, comandato da Stefabo Bondante) ad Arcore, nel maggio-giugno del 1974 costituiva l’espressione dell’accorso concluso, grazie alla mediazione di Dell’Utri, tra gli esponenti palermitani di cosa nostra e Silvio Berlusconi ed era funzionale a garantire un presidio mafioso all’interno della villa di quest’ultimo.

In cambio della protezione assicurata Silvio Berlusconi aveva cominciato a corrispondere, a partire dal 1974, agli esponenti di “cosa nostra” palermitana, per il tramite di Dell’Utri, cospicue somme di denaro che venivano materialmente riscosse da Gaetano Cinà.

QUI la sentenza completa

Il passaggio che Vi abbiamo riportato è a pagina 48.

La sentenza, invece la trovate QUI

By Eles

Ormai non c’è più con la testa. È in evidente stato di confusione … Berlusconi: “Davanti ai 5 stelle la gente si sente come gli ebrei davanti a Hitler” …Nella migliore delle ipotesi questa è demenza senile!

 

Berlusconi

 

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Ormai non c’è più con la testa. È in evidente stato di confusione … Berlusconi: “Davanti ai 5 stelle la gente si sente come gli ebrei davanti a Hitler” …Nella migliore delle ipotesi questa è demenza senile!

 

Berlusconi: “Davanti ai 5 stelle la gente si sente come gli ebrei davanti a Hitler”

“Sta succedendo qualcosa in Italia di davvero pericoloso. L’altro giorno ho chiesto ad alcune persone a cui stavo dando una mano: ‘come vi sentite di fronte al comportamento di questa formazione politica, di questo movimento che non si può definire un partito democratico?’ Mi hanno risposto che si sentono come gli ebrei al primo apparire di Hitler”. Queste le parole del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, dal palco a Porzus, in Friuli, dove nel febbraio 1945 furono uccisi 17 partigiani. “Siamo impegnati oggi a cercare una soluzione alla crisi politica – ha continuato -, senza veti né preclusioni, rispettosa del voto espresso dagli italiani”. Quindi Berlusconi spiegato: “Tutte le forze politiche hanno il dovere di essere responsabili, nel linguaggio e nei comportamenti: il calcolo politico non può portare a disgregare quella convivenza democratica faticosamente acquisita settant’anni fa”.

tratto da: https://www.fanpage.it/live/governo-dopo-il-voto-in-molise-mattarella-decide-cosa-fare-verso-mandato-esplorativo-a-fico/30/

Insomma, nella migliore delle ipotesi, questo è completamente rincoglionito. Forse non quanto chi gli da il voto, ma ha ormai perso la testa e questa è una nuova occasione in cui lo dimostra…

 

“I furbi fessi” – Il fantastico editoriale di Marco Travaglio con le 10 leggi di Berlusconi… Non dico da leggere, è proprio da imparare a memoria!

 

Marco Travaglio

 

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“I furbi fessi” – Il fantastico editoriale di Marco Travaglio con le 10 leggi di Berlusconi… Non dico da leggere, è proprio da imparare a memoria!

 

“I furbi fessi”: editoriale di Marco Travaglio

(di Marco Travaglio – da Il Fatto Quotidiano del 22 aprile 2018)

I casi sono due: o Di Maio e Salvini sono molto furbi, o sono molto fessi. Sarebbero molto furbi se fossero già d’accordo per un governo 5Stelle-Lega (senza B.), con tanto di ministri e programma (reddito di cittadinanza e flat tax, oppure flat reddito, o magari tax di cittadinanza), e inscenassero questa quotidiana pantomima dei forni aperti, chiusi, socchiusi, accesi, spenti, tiepidi, per arrivare alle elezioni friulane di fine aprile col divorzio definitivo della Lega da FI. Sarebbero molto fessi se davvero pensassero di poter governare insieme senza rompere il centrodestra, cioè con l’appoggio esterno, anzi il concorso esterno di un Berlusconi miracolosamente pronto al “passo indietro” o “di lato”. Cosa che pare Salvini abbia garantito prima a Di Maio e poi a Mattarella, salvo venire sbugiardato a stretto giro dal Caimano a suon di insulti e minacce. Facendo fare la figura del pollo al primo e mandando su tutte le furie (compatibilmente col personaggio) il secondo. Nel primo caso, i due leader vincitori (parziali) delle elezioni non avrebbero bisogno di consigli, se non quello di spiegarci al più presto come intendono colmare le distanze abissali che li separano in politica interna, estera, economica, giudiziaria, migratoria, fiscale, sociale, scolastica, sanitaria e così via. Nel secondo, invece, ne avrebbero bisogno eccome, essendo ignari delle dieci leggi che da ben 82 anni regolano l’esistenza di Silvio Berlusconi e ne rendono prevedibile ogni mossa.

1. Legge di Montanelli/1. “Berlusconi mente ogni volta che respira”.

2. Legge di Montanelli/2. “Berlusconi è un bugiardo sincero, perché finisce col credere alle sue menzogne”.

3. Legge di Biagi. “Se avesse una puntina di tette, Berlusconi farebbe anche l’annunciatrice”.

4. Legge di Cecchi Gori. “Berlusconi, se gli dai un dito, ti si prende il culo”.

5. Legge del Tribunale. “Berlusconi ha una naturale capacità a delinquere”.

6. Legge di Confalonieri. “La verità è che, se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’accusa di mafia”.

7. Legge di Ferrara (Giuliano)/1. “Berlusconi è entrato in politica per salvare la roba”.

8. Legge di Ferrara/2. “Il punto fondamentale non è che tu devi essere capace di ricattare, è che tu devi essere ricattabile… Per fare politica devi stare dentro un sistema che ti accetta perché sei disponibile a fare fronte, a essere compartecipe di un meccanismo comunitario e associativo attraverso cui si selezionano le classi dirigenti”.

9. Legge di Renzi (o di Bossi, o di D’Alema, o di Veltroni). Chiunque si sieda al tavolo con Berlusconi per trattare, muore. I cimiteri sono lastricati di lapidi degli ex leader che pensavano di metterlo nel sacco.

10. Legge di Fini (o di Boffo, o di Di Pietro, o di Montanelli, o di molti altri). Berlusconi conosce solo tre approcci umani e politici: o ti compra, o ti massacra, o sei Dudù.

Se Salvini e Di Maio hanno ipotizzato anche per un istante che B. si ritirasse in buon ordine, regalando i suoi voti senza contropartite a un governo dominato da due leader che lo vogliono (politicamente) morto, c’è da dubitare della loro sanità mentale. Ora, la storia insegna che il Caimano era uso scegliersi e poi a telecomandare almeno i ministri della Giustizia e delle Comunicazioni anche quando stava all’opposizione, figurarsi nell’ipotesi di un appoggio esterno. Che, a quanto abbiamo capito, non sarebbe un voto gratuito dato motu proprio senza contropartite, che nessuno potrebbe impedire: sarebbe il frutto di un programma concordato con lui da Salvini e poi portato al tavolo con Di Maio. Programma che, ovviamente, escluderebbe qualunque intervento su conflitto d’interessi, mafia, corruzione, evasione fiscale, prescrizione, sistema televisivo, affollamenti pubblicitari. Una mega-truffa nascosta sotto una piccola foglia di fico, che cancellerebbe le ragioni sociali dei 5Stelle per tutelare quelle di FI, anzi di Mediaset, salvando la faccia a Salvini e facendola perdere a Di Maio. Però l’idea che nel 2018 esista ancora qualcuno – Salvini – che crede alla parola di B., è già affascinante. Ma che esista pure un altro – Di Maio – che crede alla parola di Salvini che crede alla parola di B., è straordinario. Poi, si capisce, c’è anche l’ipotesi che davvero Salvini trovi la forza e il coraggio di mollare B., al costo di ridursi a fare il leader della Lega al 17% anziché il capo del centrodestra al 37%. Ma, visti i precedenti, sarebbe uno spettacolo che non ci perderemmo per nessuna ragione al mondo. Prepariamo i pop-corn.

Berlusconi con disprezzo: “I 5stelle nelle mie aziende potrebbero solo pulire i cessi” …Ma viene umiliato dalla fiera lettera di un figlio: “Caro Berlusconi, sono orgoglioso di mia madre che puliva i cessi per farci crescere”

Berlusconi

 

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Berlusconi con disprezzo: “I 5stelle nelle mie aziende potrebbero solo pulire i cessi” …Ma viene umiliato dalla fiera lettera di un figlio: “Caro Berlusconi, sono orgoglioso di mia madre che puliva i cessi per farci crescere”

 

Caro Berlusconi, sono orgoglioso di mia madre che puliva i cessi per farci crescere

Lettera aperta di un figlio che ha vissuto in una famiglia umile e che ringrazia per i sacrifici fatti per la famiglia.

Carissimo Presidente Silvio Berlusconi,
chi Le scrive è un figlio orgoglioso (in maiuscole, ndr)di avere una madre che con umiltà e dignità, nella vita “ha pulito i cessi” (uso una Sua triste frase) pur di crescere una famiglia con sacrifici.
Perché vede Presidente, quando non si ha la fortuna di nascere e crescere in una famiglia come la Sua per esempio, tocca rimboccarsi le maniche e darsi fa fare soprattutto quando ci sono dei figli da sfamare.
Vede Presidente, “pulire i cessi” non è cosa di cui vergognarsi, è semplicemente un umile ed onesto lavoro, che centinaia di persone nel nostro Paese ogni giorno con dignità svolgono. 
Presidente, forse durante la Sua triste frase, per un attimo ha probabilmente dimenticato che se non ci fosse chi pulisse “i cessi”, Lei, sarebbe costretto ad entrare non nei bagni dorati come forse è abituato, ma al contrario in ambienti ripugnanti. 
Tanto quanto la Sua frase.
Forse rimarrà deluso nell’apprendere che in passato l’ho votato, io e tutta la mia famiglia, compresa mia madre, la stessa Donna che ha “pulito i cessi”.
Non mi pare Presidente che Lei abbia rifiutato il voto. 
Non mi pare di aver sentito in campagna elettorale parole del tipo: “non voglio i voti di chi pulisce i cessi”. 
Da persona educata che mi reputo, può notare il modo elegante e rispettoso con cui mi sono rivolto a Lei, chiamandola Presidente. 
Le assicuro che questa volta ho fatto molta fatica, ma io non sono Lei, peso le parole e soprattutto i termini perché ho rispetto anche di chi non mi rispetta.
Spero che avrà il coraggio di chiedere scusa Presidente, perché in fondo una battutaccia può scappare a chiunque, l’importante è rendersene conto. 
La Saluto Presidente, e laddove Vorrà sarò disponibile ad insegnarLe come pulire un “cesso”, Le garantisco che non nuoce gravemente alla salute, anzi, insegna l’umiltà ed il rispetto per il prossimo, quello che forse Lei ha dimenticato.
La Saluto.
Ferdinando Tripodi

tratto da: http://www.globalist.it/politics/articolo/2018/04/21/caro-berlusconi-sono-orgoglioso-di-mia-madre-che-puliva-i-cessi-per-farci-crescere-2023091.html

Trattativa Stato-mafia, condanne pesanti. Altri 12 anni al co-fondatore di Forza Italia Dell’Utri- Ma ora i Pm puntano a Berlusconi (Sì, proprio quello che Mattarella ha ricevuto al Quirinale per parlare del futuro del Paese)…!

 

Trattativa

 

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Trattativa Stato-mafia, condanne pesanti. Altri 12 anni al co-fondatore di Forza Italia Dell’Utri- Ma ora i Pm puntano a Berlusconi (Sì, proprio quello che Mattarella ha ricevuto al Quirinale per parlare del futuro del Paese)…!

 

Trattativa Stato-mafia, condanne pesanti. E ora i pm puntano a Berlusconi.

Assolto l’ex-ministro dc dell’Interno, Mancino “perché il fatto non sussiste”, condannati tutti gli altri imputati nel processo per la trattativa Stato-mafia: mafiosi, come Leoluca Bagarella, il cognato di Totò Riina e Antonino Cinà, politici come l’ex-senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, e uomini dei carabinieri come i generali del Ros, Antonio Subranni e Mario Mori e l’ex-colonnello Giuseppe De Donno. Ma condanna, pesante, anche per il supertestimone del processo, Massimo Ciancimino, figlio dell’ex-sindaco mafioso di Palermo, Vito. Prescritte le accuse nei confronti del pentito Giovanni Brusca. E’ clamorosa e inattesa la sentenza con la quale, al termine di un procedimento durato 5 anni e 6 mesi, la Corte d’Assise di Palermo ha condannato in primo grado nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo 8 dei 9 imputati a pene variabili fra gli 8 e i 28 anni di carcere. Ma non è finita qui. Perché i pm ora puntano direttamente a Silvio Berlusconi. Non il Berlusconi imprenditore che hanno già cercato di processare, ma il Berlusconi politico. Lo dice a chiare lettere il pm Nino Di Matteo, candidato come ministro della Giustizia dall’M5S.

«E’ una sentenza inaspettata sicuramente e peraltro in controtendenza con le assoluzioni che ci sono state per il senatore Mannino e il generale Mori  – annota il legale di Marcello Dell’Utri, Giuseppe Di Peri – C’è un periodo nel quale Dell’Utri è stato assolto, che sembrerebbe quello precedente al governo Berlusconi, e un altro in cui ha riportato una condanna estremamente pesante a 12 anni. Sono state accolte le richieste della Procura. E’ una sentenza che porremo nel nulla nel momento in cui formuleremo l’impugnazione».

La pena più pesante è toccata al boss Leoluca Bagarellacognato di Totò Riina: 28 anni di carcere con l’accusa di minaccia a corpo politico dello Stato. Lo stesso reato contestato a tutti gli altri, escluso l’ex-democristiano Nicola Mancino che è andato assolto dall’accusa di falsa testimonianza e schiva, così, la condanna a 6 anni di carcere richiesta, invece, a gran voce dalla pubblica accusa.

Una condanna a 12 anni unisce i generali ed ex-capi del Ros, Mario Mori e Antonio Subranni, l’ex-senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, e il boss Antonino Cinà. L’ex-ufficiale dei Ros, Giuseppe De Donno, viene riconosciuto colpevole per le stesse imputazioni di minaccia a corpo politico dello Stato, e condannato ad 8 anni. Una pena identica a quella che la Corte d’Assise del processo trattativa Stato-mafia ha ritenuto di irrogare a Massimo Ciancimino, assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e condannato per calunnia dell’ex capo-della polizia Gianni De Gennaro ma, soprattutto, supertestimonedell’accusa nel processo trattativa Stato-mafia. Ed è qui che ben si comprende il cortocircuito e l’impianto ideologico di una vicenda che ha dell’irreale e che basa perlopiù proprio sulle dichiarazioni di uno, come Ciancimino, condannato, due volte, per calunnia, una volta per porto e detenzione di esplosivi e un’altra volta per riciclaggio dei soldi della mafia.

I giudici del processo trattativa Stato-mafia erano entrati in Camera di consiglio alle 10.30 di lunedì scorso per decidere la sorte dei nove imputati, in realtà dieci con il boss Totò Riina, morto lo scorso novembre.
Al termine della requisitoria i pm Nino Di MatteoFrancesco Del BeneRoberto Tartaglia e Vittorio Teresi avevano chiesto condanne alte ma, in qualche caso, come per Ciancimino, avevano cercato di “preservare” la “verginità” del supertestimone: per lui erano stati costretti dagli eventi a chiedere una condanna ma, comunque, a 5 anni. Tre di meno, come si è visto, di quelli che gli ha rifilato, invece, la Corte d’Assise. E non ci si può non chiedere, ora, come possa reggersi in piedi una vicenda come questa dove il principale supertestimone è considerato un calunniatore seriale e i suoi fantasiosi racconti sono alla base del castello accusatorio. Sarà interessante, da questo punto di vista, leggere le motivazioni.

I pm del processo trattativa Stato-mafia avevano sollecitato 15 anni per l’ex-generale Mario Mori, 12 anni per l’ex-generale Antonio Subranni e l’ex-colonnello Giuseppe De Donno, e altrettanti anche per Marcello Dell’Utri tutti accusati di minaccia a corpo politico dello Stato.
Per l’ex-ministro dell’Interno Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza dopo la sua deposizione al precedente processo Mori, la Procura ha chiesto una condanna a 6 anni. E ora, inevitabilmente, con la sua assoluzione di oggi, si pone non solo il problema dell’attendibilità di Ciancimino, che accusava apertamente Mancino, ma, anche, la ricostruzione di una serie di episodi, fra cui un colloquio con l’allora ministro della Giustizia Claudio Martelli sui Ros, i retroscena dell’avvicendamento al ministero fra lo stesso Mancino e il suo compagno di partito Vincenzo Scotti e anche un colloquio fra l’ex-titolare del Viminale e Paolo Borsellino.
Con l’assoluzione di oggi di Mancino nel processo trattativa Stato-mafia diventa ancor più difficile far incastrare perfettamente tutte le tessere di un puzzle che non è mai andato veramente a posto ad iniziare, proprio, dalle presunte rivelazioni di Ciancimino considerato, da moltissime Procure italiane, totalmente inattendibile. E posto dai magistrati palermitani alla base del castello accusatorio.

«Aspettiamo di leggere le motivazioni però è chiaro che 12 anni di condanna la dicono lunga sulla decisione della Corte – reagisce alla sentenza l’avvocato Basilio Milio, legale dell’ex-generale dei carabinieri Mario Mori – C’è però in me un barlume di contentezza, in un mare di sconforto. Sono contento perché so che la verità è dalla nostra parte. E’ un giorno di speranza. Possiamo sperare che in appello ci sarà un giudizio perché questo è stato un pregiudizio».
«Questo processo è stato caratterizzato dalla mancata ammissione di tante prove da noi presentate. La prova del nove? Non sono stati ammessi – fa notare l’avvocato Milio – oltre 200 documenti alla difesa e venti testimoni, tra i quali magistrati come la dottoressa Boccassini, il dottor Di Pietro e il dottor Ayala. E’ stata una sentenza dura che non sta né in cielo né in terra perché questi sono stati già smentiti da quattro sentenze definitive».

Cosa succederà ora? Cosa sta preparando la Procura di Palermo? Lo fa capire in maniera piuttosto esplicita il pm Nino Di Matteo che si lamenta di essere stato accusato di essere politicizzato e di seguire finalità eversive: «Prima si era messa in correlazione Cosa nostra con il Silvio Berlusconi imprenditore, adesso questa sentenza per la prima volta la mette in correlazione col Berlusconi politico. Le minacce subite attraverso Dell’Utri non risulta che il governo Berlusconi le abbia mai denunciate e Dell’Utri ha veicolato tutto. I rapporti di Cosa nostra con Berlusconi vanno dunque oltre il ’92. Ci sono spunti per proseguire le indagini su quella stagione…».

tratto da: http://www.secoloditalia.it/2018/04/trattativa-stato-mafia-assolto-mancino-condannati-tutti-gli-altri-imputati/

Micidiale Marco Travaglio contro Berlusconi: Nei Paesi che – per usare un’espressione a lui cara – “conoscono l’Abc della democrazia”, i delinquenti naturali non vanno al Quirinale. Vanno in galera!

 

Marco Travaglio

 

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Micidiale Marco Travaglio contro Berlusconi: Nei Paesi che – per usare un’espressione a lui cara – “conoscono l’Abc della democrazia”, i delinquenti naturali non vanno al Quirinale. Vanno in galera!

 

“Voce del verbo delinquere”: editoriale di Marco Travaglio

(di Marco Travaglio – da Il Fatto Quotidiano del 14 aprile 2018) – Tutto immaginavamo nella vita, fuorché di dover spiegare proprio a Niccolò Ghedini il nostro titolo di ieri: “Il Delinquente umilia Salvini, insulta i 5Stelle e spera nel Pd”. Nessuno meglio dell’onorevole avvocato di Silvio Berlusconi dovrebbe sapere che il suo cliente è un delinquente. Sia perché, se non lo fosse, non avrebbe così spesso bisogno di lui: come legale e come legislatore. Sia perché almeno Ghedini le sentenze sull’illustre assistito dovrebbe averle lette e capite. È dunque con sommo stupore che leggiamo il suo annuncio di querela perché “i toni e i contenuti della critica politica possono essere più aspri e severi che non nella normale dialettica, ma il titolo e l’articolo della prima pagina del Fatto Quotidiano travalicano qualsiasi limite giuridico e deontologico, sconfinando nella più evidente contumelia e appaiono davvero inaccettabili. Ovviamente saranno esperite immediatamente tutte le azioni giudiziarie del caso”. Mentre lui esperisce, io faccio ammenda: il titolo di ieri era gravemente lacunoso, per motivi di spazio. La giusta definizione di B. è infatti delinquente naturale, o meglio: dotato di una “naturale capacità a delinquere”. Non è una “critica politica”: è un passaggio della sentenza emessa il 26.10.2012 dal Tribunale di Milano nel processo sulle frodi fiscali per 368 milioni di dollari perpetrate per anni da B. facendo acquistare da Mediaset diritti cinematografici dalle major Usa a prezzi gonfiati tramite sue società offshore.

Sentenza che condannò il Caimano a 4 anni di reclusione per le frodi (7,3 milioni di euro) sopravvissute alla prescrizione, da lui stesso dimezzata – a processo in corso – con la legge ex Cirielli. Sentenza confermata identica dalla Corte d’appello nel 2013 e dalla Cassazione nel 2014, con conseguente espulsione dal Senato in base alla legge Severino e affidamento ai servizi sociali per scontare la pena extra-indulto in una casa di riposo per (incolpevoli) anziani. I giudici di primo grado definiscono B. “dominus di un preciso progetto di evasione esplicato in un arco temporale ampio e con modalità sofisticate” e aggiungono che “non si può ignorare la produzione di un’immensa disponibilità economica all’estero ai danni dello Stato e di Mediaset che ha consentito la concorrenza sleale ai danni delle altre società del settore”. La Corte d’appello ribadisce “la prova, orale e documentale, che Berlusconi abbia direttamente gestito la fase iniziale per così dire del gruppo B (sistema di società offshore) e quindi dell’enorme evasione fiscale realizzata”.

E continuò a delinquere anche dopo l’ingresso in politica nel ’94 e dopo il generoso via libera della Consob (centrosinistra) nel ’96 alla quotazione in Borsa di una società infognata nei fondi neri e nei bilanci falsi: “Almeno fino al 1998 vi erano state le riunioni per decidere le strategie del gruppo, riunioni con il proprietario Silvio Berlusconi”, “nonostante i ruoli pubblici assunti” dal leader di Forza Italia. Dunque “era riferibile a Berlusconi l’ideazione, la creazione e lo sviluppo del sistema che consentiva la disponibilità di denaro separato da Fininvest ed occulto, al fine di mantenere ed alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere presso conti correnti intestati a società che erano a loro volta amministrate da fiduciari di Berlusconi”. Il delinquente naturale aveva creato quella gigantesca truffa allo Stato e alla stessa Mediaset “per il duplice fine di realizzare un’imponente evasione fiscale e di consentire la fuoriuscita di denaro dal patrimonio di Fininvest e Mediaset a beneficio di Berlusconi”. La Cassazione spiega come Berlusconi, “ideatore e beneficiario del meccanismo del giro dei diritti… continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo”, “la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset ai fini di evasione fiscale” e l’arricchimento illecito di B. che “continuava a godere della ricaduta economica del sistema praticato” con enormi “disponibilità patrimoniali estere”.

Tralasciamo, per carità di patria, le decine di altre sentenze che definiscono il Delinquente anche corruttore prescritto di senatori della Repubblica e di testimoni, finanziatore occulto e prescritto di leader politici, capo di aziende corruttrici della Guardia di Finanza, “privato corruttore” prescritto di magistrati romani, finanziatore per almeno 18 anni di Cosa Nostra con cui aveva stretto un patto d’acciaio fin dal 1974, falso testimone amnistiato e falsificatore di bilanci prescritto o impunito grazie a “riforme” fatte da lui stesso. Quelle sentenze almeno Ghedini dovrebbe conoscerle bene: un po’ perché molte sono frutto di leggi ad personam votate e/o volute anche da lui; un po’ perché l’onorevole avvocato le ha impugnate in appello e in Cassazione per ottenere assoluzioni nel merito, ed è stato quasi sempre respinto con perdite. Però almeno una parola della dichiarazione ghediniana di ieri coglie nel segno: là dove usa l’aggettivo “inaccettabili”. Per lui sono inaccettabili il titolo del Fatto e il mio articolo. Per noi, e per molti italiani (a giudicare dalle ultime elezioni, direi la stragrande maggioranza), è inaccettabile che un Delinquente Naturale conclamato venga ricevuto al Quirinale, rimanga leader di un partito, sia consultato da quasi tutti i partiti politici per il nuovo governo e si permetta (anche perché gli vengono permesse) sceneggiate come quella dell’altroieri nel luogo più solenne della democrazia italiana: la Presidenza della Repubblica. Nei Paesi che – per usare un’espressione a lui cara – “conoscono l’Abc della democrazia”, i delinquenti naturali non vanno al Quirinale. Vanno in galera.

Berlusconi, la mummia politica che tiene in ostaggio il Paese

Berlusconi

 

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Berlusconi, la mummia politica che tiene in ostaggio il Paese

Il leader Fi, Silvio Berlusconi, torna così sulla richiesta del leader M5S di fare un ‘passo di lato’ per favorire la nascita di un nuovo Governo.

La prima cosa che voglio precisare, perché non vorrei che lei mie parole fossero fraintese, è che non ho nessun desiderio che Salvini, amico di Orban, capo politico di Luca Traini, fascista e razzista, antiabortista, nemico delle donne da difendere solo se stuprate da un “nero”, arrivi al governo.

La cosa mi mette i brividi e il fatto che la Lega possa andarci con i “trasformisti” 5 stelle, che per andare a Palazzo Chigi si alleerebbero con chiunque basta sia, non mi tranquillizza.Il teatrino visto ieri con Silvio Berlusconi, una mummia politica, che sembrava Totò, prendere il microfono per sferrare una frecciatina ai grillini imbarazzando sia Salvini che Meloni, ha però aggiunto tristezza a tristezza.

Che questo signore condannato, pluri indagato in tantissime procure italiane per il processo Ruby, continui a decidere le sorti del Paese, lo trovo ridicolo .”Non sta certo al signor Di Maio dire a Berlusconi quel che deve fare: è un compito che spetta agli elettori”. Così ha tuonato ancora oggi, pur di scoraggiare la nascita di un nuovo Governo, che io, ribadisco, non auspico ma sicuramente è l’unico possibile. “Io ho il dovere di rappresentare i cinque milioni di cittadini che mi hanno confermato la loro fiducia, che credono nella nostra esperienza, nei nostri valori e nei nostri programmi. Forza Italia va avanti unita e compatta intorno al suo leader, come è unito il centrodestra su un progetto politico e un programma con il quale ci siamo impegnati davanti agli elettori”.

Ecco, mi chiedo cosa pensano questi 5 milioni di italiani? Dove erano in questi 20 anni. Come scelgono di votare? Come riescono ancora a non avere “le tasche” piene di questo signore?

tratto: http://www.globalist.it/politics/articolo/2018/04/13/berlusconi-la-mummia-politica-che-tiene-in-ostaggio-il-paese-2022651.html

Salvini esibisce la sua fedeltà: “niente governo senza Berlusconi” …ovviamente avrà già pensato a come giustificare ai Kamerati leghisti perché fare un Governo con un Condannato…!

 

Salvini

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Salvini esibisce la sua fedeltà: “niente governo senza Berlusconi” …ovviamente avrà già pensato a come giustificare ai Kamerati leghisti perché fare un Governo con un Condannato…!

Lo ha confermato oggi.

Salvini, pur senza chiudere la porta ai Cinquestelle, ha confermato la sua fedeltà a Berlusconi.

Sì ad ogni intesa, ma con il buon Silvio.

Ovviamente, ancora una volta, calpestando quella che una volta si chiamava “coerenza”

Adesso siamo noi curiosi di sentire come faranno i Kamerati della lega, sia in Parlamento che su Facebook, a giustificare il fatto che vogliono un Governo con un Condannato…

 

by Eles