Aggressione razzista contro Beatrice Ion, nazionale di basket in carrozzina “straniera del c… torna al tuo paese”, picchiato il padre che cercava di difenderla – Questa è la cultura fascio-leghista che sta infestando l’Italia – Noi ci vergogniamo di queste porcherie, loro ne vanno fieri!

 

Aggressione razzista

 

 

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Aggressione razzista contro Beatrice Ion, nazionale di basket in carrozzina “straniera del c… torna al tuo paese”, picchiato il padre che cercava di difenderla – Questa è la cultura fascio-leghista che sta infestando l’Italia – Noi ci vergogniamo di queste porcherie, loro ne vanno fieri!

 

Aggressione razzista contro Beatrice Ion, nazionale di basket in carrozzina

L’atleta italiana di famiglia romena è stata presa di mira da razzisti che l’hanno definita “straniera del c… torna al tuo paese’ e poi hanno picchiato il padre che cercava di difenderla

Una vergogna, l’ennesima. In un paese nel quale razzismo e insofferenza per i disabili sono sempre più evidenti.

Vittima la cestista della Nazionale di basket in carrozzina Beatrice Ion. La 22enne atleta dell’Amicacci Giulianova e suo padre, Viorel Eduard, sono stati vittime di un’aggressione a sfondo razziale mentre si trovavano di fronte al cancello della loro casa di Roma.

Questo il racconto dell’azzurra su Facebook:  “Vivo in Italia da 16 anni, ho la cittadinanza italiana, ho fatto tutte le scuole qui e sto continuando gli studi all’università italiana, gioco nella nazionale italiana di basket in carrozzina e mi considero in tutto e per tutto italiana eppure sono stata aggredita, mio papà è stato aggredito ed è in ospedale probabilmente con uno zigomo rotto perché a detta loro siamo degli stranieri del cazzo che devono tornare al loro paese, ah tralasciando le offese che mi sono presa perché sono disabile. Non dite che il razzismo in Italia non esiste perché io l’ho vissuto oggi dopo 16 anni che vivo qui e fa male. A voi che ci avete aggrediti, vergognatevi saremo anche stranieri ma abbiamo più dignità di voi, e voi che avete guardato il tutto senza alzare un dito vi dovreste vergognare più di loro”.