…E sentite questo – L’arcivescovo Viganò: “Il Coronavirus è la conseguenza di sodomia e matrimoni gay”

 

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…E sentite questo – L’arcivescovo Viganò: “Il Coronavirus è la conseguenza di sodomia e matrimoni gay”

Il Coronavirus sarebbe una punizione di Dio contro i peccati dei singoli e della società, come aborto, eutanasia e “l’orrore del cosiddetto matrimonio omosessuale, la celebrazione della sodomia e delle peggiori perversioni”. Ad affermarlo è l’arcivescovo Carlo Maria Viganò nel corso di un’intervista al giornale cattolico The Remnant, ripresa in Italia dal sito Corrispondenza Romana.

Secondo Viganò, ad aver suscitato “lo sdegno di Dio” sarebbero stati alcuni gravi peccati “commessi dalle società, dalle Nazioni. L’aborto, che anche durante la pandemia continua a uccidere bambini innocenti; il divorzio, l’eutanasia, l’orrore del cosiddetto matrimonio omosessuale, la celebrazione della sodomia e delle peggiori perversioni, la pornografia, la corruzione dei piccoli, la speculazione delle élites finanziare, la profanazione della domenica…”.

“Il Signore è Padre amorevolissimo perché ci insegna come dobbiamo comportarci per meritare l’eternità beata del Cielo, e quando col peccato disobbediamo ai Suoi precetti, non ci lascia morire, ma ci viene a cercare, ci manda tanti segnali – talvolta anche severi, com’è giusto – perché ci ravvediamo, ci pentiamo, facciamo penitenza e riacquistiamo l’amicizia con Lui. Sarete miei amici, se farete quel che Io vi comando. Mi pare che le parole del Signore non diano adito ad equivoci”, aggiunge Viganò nell’intervista.

Alla domanda invece su eventuali colpe della Chiesa, il prelato risponde: “La Chiesa è in sé sempre, indefettibilmente santa, poiché essa è il Corpo Mistico di Nostro Signore, e sarebbe non solo temerario, ma blasfemo anche solo pensare che la divina istituzione che la Provvidenza ha posto in terra come dispensatrice della Grazia ed unica arca di salvezza possa anche minimamente essere imperfetta”.

 

 

fonte: https://www.tpi.it/cronaca/coronavirus-arcivescovo-vigano-conseguenza-sodomia-matrimoni-gay-20200401577555/?fbclid=IwAR2hKwgw91p9iKOMa3kv_RSEA4mlEEXxAq8kdm1SbLT5nt4mUpnnI6OQak0

Impeachment per Papa Francesco? L’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex ambasciatore Vaticano negli Stati Uniti, ha chiesto al Papa di dimettersi: sapeva di abusi commessi da un Cardinale ma non è intervenuto!

 

Papa Francesco

 

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Impeachment per Papa Francesco? L’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex ambasciatore Vaticano negli Stati Uniti, ha chiesto al Papa di dimettersi: sapeva di abusi commessi da un Cardinale ma non è intervenuto!

 

Un arcivescovo ha chiesto al Papa di dimettersi

Carlo Maria Viganò, ex ambasciatore vaticano negli Stati Uniti, sostiene che Papa Francesco sapesse degli abusi sessuali commessi da un cardinale e non sia intervenuto.

L’arcivescovo italiano Carlo Maria Viganò – dal 2011 al 2016 rappresentante diplomatico della Santa Sede negli Stati Uniti – ha accusato Papa Francesco di essere stato a conoscenza per anni degli abusi sessuali commessi da un cardinale statunitense e di non avere fatto nulla per fermarlo. Viganò ha formulato le accuse in un dossier pubblicato domenica, senza portare prove a loro sostegno. Le sue affermazioni, smentite da alcune delle persone coinvolte nella vicenda, sono state pubblicate da molti siti cattolici di orientamento conservatore, e in Italia dal quotidiano La Verità.

Papa Francesco ha parlato della lettera in aereo, durante il suo ritorno in Italia dal suo viaggio in Irlanda, dove si è scusato ufficialmente per gli abusi compiuti su donne e minori dalla chiesa locale. «Leggete voi attentamente e fatevi un giudizio. Non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parli da sé. Avete la capacità giornalistica per fare le conclusioni. È un atto di fiducia in voi. Vorrei che la vostra maturità professionale facesse questo lavoro».

Secondo le accuse, Papa Francesco era informato fin dal 2013 delle accuse contro il cardinale di Boston Theodore McCarrick, costretto a dimettersi un mese fa dopo la pubblicazione dei risultati di una recente inchiesta interna sugli abusi che aveva commesso nei confronti di alcuni minori. A informare il Papa sarebbe stato lo stesso Viganò, all’epoca nunzio apostolico, cioè ambasciatore del Vaticano, negli Stati Uniti. Viganò avrebbe scritto anche ad altri esponenti della alte gerarchie vaticane, ricordando loro che McCarrick era stato sanzionato dal precedente pontefice, Benedetto XVI, che gli aveva proibito di viaggiare all’estero e di celebrare messa. Viganò sostiene di non aver mai ricevuto risposta.

Le accuse fatte da Viganò non sono provate e in almeno un caso appaiono smentite dai fatti, ha scritto il corrispondente del New York Times dall’Italia Jason Horowitz. Per esempio, non esistono tracce pubbliche delle sanzioni ricevute da McCarrick, che – nonostante quello che scrive Viganò – continuò regolarmente a celebrare messa e a viaggiare all’estero. Il cardinale di Chicago Blase J. Cupich, un alleato di Papa Francesco, ha detto al New York Times di non aver mai sentito parlare di restrizioni nei confronti di McCarrick, e che sarebbe stato compito di Viganò informarne i colleghi americani.

Lo storico e teologo Massimo Faggioli ha scritto della vicenda: «Ci sono in tutto tre Papi tirati in mezzo dalla testimonianza di Viganò. Uno è morto ed è un santo. Quello che ha intrapreso azioni pubbliche contro McCarrick nel 2018 è Papa Francesco. Il resto è una storia piena di buchi, pezzi mancanti, inspiegatiritardi e notevoli silenzi da parte dell’ex nunzio Viganò».

Viganò è da molto tempo un avversario di Papa Francesco e un alleato dei circoli conservatori che osteggiano la sua linea pastorale. Nel 2012, l’allora segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone lo rimosse da un importante incarico amministrativo. In seguito Viganò fu nominato nunzio apostolico negli Stati Uniti sotto Papa Bergoglio, ma, secondo quanto scrive nella sua lettera, fu osteggiato anche in questo nuovo incarico. Il Papa decise di nominare una serie di arcivescovi americani sulla base dei consigli di McCarrick, invece che affidare questo compito a Viganò. Oggi gran parte degli arcivescovi scelti in quel periodo appoggia la linea politica di Francesco, osteggiata da Viganò e dagli altri esponenti più conservatori del clero cattolico.

Nel 2016 Viganò fu rimosso anche da questo nuovo incarico, dopo che, scrive sempre Horowitz: «Quasi riuscì a rovinare il viaggio del Papa negli Stati Uniti, facendogli incontrare faccia a faccia Kim Davies, l’impiegata dello stato del Kentucky che rifiutava di registrare i matrimoni tra coppie dello stesso sesso». Poco dopo il New York Times e altri giornali pubblicarono una lettera scritta due anni prima dallo stesso Viganò, in cui il nunzio apostolico ordinava di bloccare un’inchiesta interna su un altro caso di abusi sessuali, avvenuto nella diocesi di St Paul e Minneapolis.

Lo scontro tra sostenitori di Papa Francesco e conservatori dura oramai da anni all’interno del Vaticano e si svolge sul piano teologico e politico, ma anche tramite la diffusione di lettere anonime e documenti compromettenti. Peter Isely, una vittima di abusi sessuali intervistata dal New York Times, ha detto che le varie fazioni della chiesa cattolica stanno usando la questione delle violenze sessuali per i loro scopi politici: «La crisi degli abusi sessuali non riguarda se un certo vescovo è un conservatore o un liberale: riguarda la protezione dei bambini».

 

fonte: https://www.ilpost.it/2018/08/27/papa-francesco-vigano-dimissioni/

Fa piacere poterVi dare, ogni tanto, anche una bella notizia – Ecco l’arcivescovo di Palermo che prega in piazza contro l’omofobia!

Palermo

 

 

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Fa piacere poterVi dare, ogni tanto, anche una bella notizia – Ecco l’arcivescovo di Palermo che prega in piazza contro l’omofobia!

L’alto prelato parteciperà alla veglia giovedì 17 maggio. Un’iniziativa che si moltiplica in tutta Italia dopo la tragica morte di un adolescente di Torino, vittima di bullismo omofobo.

Sarà una preghiera dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ad aprire la dodicesima edizione della Veglia Ecumenica per il superamento dell’Omofobia che si svolgerà giovedì prossimo a Palermo, a partire dalle 19, in piazza Politeama. Le veglie si sono diffuse in Italia dopo la tragica morte di un adolescente di Torino, vittima di bullismo omofobo.

“Gesù di Nazareth, testimone delle viscere di misericordia di Dio per gli uomini,il Crocifisso risorto che libera dal peccato e dalla morte, ha fatto dell’accoglienza e del riconoscimento dell’altro il paradigma e il segno dell’irruzione del regno di Dio nel mondo – scrive Lorefice -. Mentre deploriamo con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente,preghiamo perché i cristiani, attingendo con ascolto discepolare alla grazia dell’Evangelo, testimonino e annuncino, con audacia profetica, l’incondizionato rispetto dovuto ad ogni persona e denuncino ogni forma di discriminazione ed emarginazione”.

 

fonte: http://www.globalist.it/news/articolo/2018/05/14/l-arcivescovo-di-palermo-prega-in-piazza-contro-l-omofobia-2024235.html