“È finita la pacchia” …è finita la pacchia anche per Soumaila Sacko, 29enne maliano sindacalista, che si “divertiva” a difendere i diritti migranti sfruttati …è finita la pacchia, a fucilate!

 

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Salvini sui migranti: “è finita la pacchia”

 

“È finita la pacchia” …è finita la pacchia anche per Soumaila Sacko, 29enne maliano sindacalista, che si “divertiva” a difendere i diritti migranti sfruttati …è finita la pacchia, a fucilate!

Schiavi mai: i migranti sfruttati in piazza dopo l’assassinio di Soumaila Sacko

I carabinieri proseguono negli interrogatori e nelle perquisizioni: si cerca unʼauto

Tensione a San Ferdinando, in Calabria, nel giorno della mobilitazione decisa dopo l’omicidio di Soumaila Sacko, il 29enne maliano sindacalista dell’Unione sindacale di base. Un gruppo di migranti, provenienti dalla tendopoli nella quale abitava il giovane, è giunto davanti al Municipio della cittadina chiedendo di incontrare un rappresentante della Prefettura di Reggio Calabria. I manifestanti stanno scandendo slogan come “Giustizia”, “Schiavi mai” e “Soumaila, uno di noi”.

La Cgil accusa: un crimine d’odio

Per le Cgil regionale e provinciale “vanno messe definitivamente in atto tutte le azioni necessarie per favorire la fuoriuscita dall’ancora attuale condizione di degrado e precarietà che caratterizza l’intero territorio della Piana di Gioia Tauro, per ridare dignità al lavoro agricolo garantendo il rispetto dei contratti e individuando fin da subito idonee strutture alternative alle baracche, ai capannoni e ai casolari, serviti in questi anni, e mai come adesso, a coprire il fabbisogno di posti letto e quanto necessario”. In conclusione, Angelo Sposato e Celeste Logiacco rilevano che “un’accoglienza dignitosa è il primo passo per arginare gravi abusi quali lo sfruttamento lavorativo: negare un’accoglienza degna di un paese civile a questi lavoratori vuol dire necessariamente consegnarli a caporali e sfruttatori”.
“Un’aggressione vile e piena di odio”. Per Bruno Costa, segretario generale della Flai Cgil Calabria, l’assassinio di Sacko Soumayla è “un fatto che nella sua ferocia colpisce, nel mentre in questo Paese un vento gelido di revanscismo e sciovinismo nervoso, che qualcuno pericolosamente alimenta, sta eccitando le coscienze poco critiche di quanti ignorano le pene, le difficoltà, lo sfruttamento, le condizioni di vita e di lavoro che i migranti devono sopportare, per assicurarsi un’esistenza dignitosa lontano da guerre, fame e malattie”. La Flai Cgil calabrese, dunque, chiama “a responsabilità la società civile, la politica e le istituzioni tutte a riflettere e agire immediatamente, e senza tentennamenti, per l’aumento di questo genere di violenze razziali”.

Le indagini dei carabinieri

La persona che ha sparato i quattro colpi di fucile da una settantina di metri, letali per Soumaila Sacko, il ragazzo 30enne del Mali ucciso ieri a San Calogero, nel Vibonese, era gia’ sul posto quando la vittima e’ arrivata nella fabbrica dismessa di san Calogero (Vv) insieme con due connazionali. Questo e’ quanto emerso dai rilievi effettuati dai Carabinieri della compagnia di Tropea che conduce le indagini. Gli inquirenti non formulano al momento un’ipotesi precisa, ma le indiscrezioni portano alla criminalita’ organizzata per cui Soumalia potrebbe aver pagato una “invasione di campo” commessa quando, insieme con due connazionali, ha tentato di portar via delle lamiere dalla fabbrica dismessa in cui e’ avvenuta la tragedia.

Dopo essere stati feriti lievemente, i due sopravvissuti hanno dato l’allarme, ma non avendo telefoni cellulari sono tornati a piedi a Rosarno (Reggio Calabria), distante una decina di chilometri da San Calogero, dove si sono recati dai carabinieri. I militari si sono recati quindi sul posto facendo intervenire il 118 che ha soccorso Sacko portandolo nell’ospedale di Reggio Calabria dove però è morto per una ferita alla testa.

I tre migranti, tutti con regolare permesso di soggiorno, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, stavano raccogliendo materiale nell’area dell’ex fornace “La Tranquilla” del centro del Vibonese, quando un uomo e’ sceso da una Fiat Panda premendo quattro volte il grilletto di un fucile. La fabbrica e’ sotto sequestro da dieci anni per cui non esiste nessun proprietario che possa lamentare il furto del materiale abbandonato. Soumalia era iscritto al sindacato Usb e viveva in una baraccopoli che ospita centinaia di persone nella vicina San Ferdinando (Rc). Il suo impegno era dedicato alla difesa dei diritti dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro e costretti a vivere in condizioni fatiscenti in baraccopoli o nella tendopoli di San Ferdinando allestita dalla Protezione Civile. Per oggi l’Unione Sindacale di Base ha indetto una giornata di sciopero dei braccianti agricoli. Per prevenire possibili disordini, la zona e’ presidiata dalle forze dell’ordine. Nel 2010, il ferimento di un immigrato innesco’ una rivolta sedata a fatica dalle forze di polizia, mentre nel gennaio scorso una giovane donna mori’ in un rogo nella tendopoli. L’area, meta stamane di molti giornalisti, e’ interdetta a chiunque tenti di avvicinarsi.

Il consiglio comunale di Milano ricorda Sacko Soumalia: visto che Salvini tace

La richiesta del minuto di silenzio di Paolo Limonta di Milano Progressista: ministro degli Interni, è troppo occupato a straparlare di espulsioni di massa e pacchie finite

Una iniziativa che denota sensibilità in tempi di odio, razzismo e xenofobia: il Consiglio comunale di Milano, in apertura di seduta, ha voluto ricordare Sacko Soumalia, il migrante sindacalista ucciso a San Calogero in Calabria.
La richiesta del minuto di silenzio è arrivata dal consigliere Paolo Limonta, della lista Milano Progressista che in aula ha preso la parola per “ricordare l’assordante silenzio dell’attuale ministro degli Interni, Matteo Salvini, troppo occupato a straparlare di espulsioni di massa e pacchie finite”.
“Ieri in Italia un sindacalista è stato ucciso con un colpo di fucile da un killer mafioso – ha concluso -. E questo, da un paese che si definisce civile, non può essere accettato”.

 

Fonti:

http://www.globalist.it/news/articolo/2018/06/04/schiavi-mai-i-migranti-sfruttati-in-piazza-dopo-l-assassinio-di-soumaila-sacko-2025522.html

http://www.globalist.it/news/articolo/2018/06/04/il-consiglio-comunale-di-milano-ricorda-sacko-soumalia-visto-che-salvini-tace-2025549.html

Banche Venete, dallo Stato pronti 17 miliardi di euro. Pari pari a quanto servirebbe per il reddito di cittadinanza. Ma loro sono le banche e voi non siete un cazzo!

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Banche Venete, dallo Stato pronti 17 miliardi di euro. Pari pari a quanto servirebbe per il reddito di cittadinanza. Ma loro sono le banche e voi non siete un cazzo!

Banche Venete a Intesa, ok della Ue. Dallo Stato fino a 17 miliardi di euro
Via libera al salvataggio. Padoan: da Intesa Sanpaolo l’offerta più significativa per i due istituti. Messina: in sicurezza 50 miliardi di risparmi. Dal Tesoro impegni fino a 17 miliardi. Il sì della Ue

Il salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto Banca potrebbe costare teoricamente allo Stato fino a 17 miliardi. Intesa Sanpaolo, che secondo il governo ha presentato l’offerta «più credibile e utile» per la parte buona degli istituti, che saranno messi in liquidazione, riceverà dal Tesoro 5,2 miliardi per mantenere e rafforzare il patrimonio. Ma con il decreto varato ieri, e già approvato dalla Ue, lo Stato mette sul piatto garanzie fino a un massimo di altri 12 miliardi sui prestiti che, dopo essere stati valutati da Intesa, potranno essere retrocessi al Tesoro. L’impegno di 17 miliardi è potenziale: le attese del governo sono quelle di limitare l’impatto a breve a 7-8 miliardi, e di recuperarne in seguito 4 o 5.

Rimborsi ai piccoli

I piccoli risparmiatori che detengono le obbligazioni subordinate delle due popolari saranno rimborsati integralmente: Il Fondo Interbancario di tutela dei depositi restituirà l’80% dell’investimento e Intesa il residuo 20%. I fondi necessari, ha spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al termine del consiglio dei ministri «non impattano sul deficit» e sono «già previsti in bilancio». Di fatto saranno “dirottati” sulla liquidazione delle venete i fondi stanziati a Natale per le ricapitalizzazioni precauzionali, come quella del Monte Paschi.

50 miliardi al sicuro

Varato il decreto che consente la cessione e il sostegno a Banca Intesa, Bankitalia ha chiesto la liquidazione dei due istituti e la nomina dei commissari che dovranno gestire il trasferimento delle attività a Intesa. Gli accordi raggiunti col Tesoro, secondo indiscrezioni, prevedono che il gruppo acquisisca 21,6 miliardi di crediti in bonis, attività finanziarie per quasi 9 miliardi, le partecipazioni in Banca Apulia, Banca Nuova, Sec, Servizi Bancari e le banche in Moldavia, Croazia e Albania. Verrebbero rilevati anche 26 miliardi di depositi, insieme a circa 900 sportelli e 10 mila dipendenti. «Mettiamo al sicuro 50 miliardi di risparmi e tuteliamo 2 milioni di clienti» sottolinea Intesa in una nota, in cui ricorda, peraltro, che sarebbe stata disponibile a fare la sua parte anche nella ricapitalizzazione precauzionale dello Stato, saltata «per l’insufficiente partecipazione del sistema».

L’operazione

Intesa riceverà 3,5 miliardi per riequilibrare il suo bilancio dopo l’acquisizione di attività e passività delle due venete, e 1,2 miliardi per la gestione degli eventuali esuberi. Poi ci sono le garanzie sui prestiti che per ora passano a Intesa, ma devono essere verificati: fino a 6,3 miliardi sui crediti dubbi e fino a 4 sui prestiti “in bonis”, ma ad “alto rischio”, più altri 2 di garanzie sui rischi legali.

Nessuna alternativa

Tutti i crediti in sofferenza (il Commissario Margareth Vestager, commentando l’ok Ue, parla di 18 miliardi) e quelli che Intesa retrocederà finiranno alla Sga, la spa del Tesoro che ha gestito la liquidazione del Banco di Napoli, chiudendola in attico. Padoan è convinto che «riuscirà a recuperare gran parte dei 5 miliardi, che rappresentano il vero esborso da parte dello Stato». «Il decreto va a favore delle banche, da cui dipende anche la possibilità di incoraggiare la ripresa» ha detto il premier, Paolo Gentiloni, mentre Padoan si è difeso. «Sento molte critiche, ma non c’erano alternative valide a costi inferiori».

fonte: http://www.corriere.it/economia/17_giugno_26/banche-venete-intesa-ok-ue-1b987b0e-59da-11e7-8109-77a9e9fc44b1.shtml