Ecco perché se salta l’Euro l’Italia rischia poco o nulla…

 

Euro

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

 

Ecco perché se salta l’Euro l’Italia rischia poco o nulla…

Salta l’euro? Per l’Italia pochi rischi. Lo studio (francese)

Dall’analisi dell’Osservatorio Economico Francese (OFCE) emerge una conclusione che lo stesso team di studiosi definisce “inaspettata”

Negli ultimi mesi si sono letti report e si sono osservate simulazioni dagli esiti diversissimi fra loro a proposito di un eventuale collasso dell’aera euro e di un conseguente ritorno alle monete nazionali. L’ultimo in ordine di tempo è opera dell’OFCE, l’Osservatorio Economico Francese, e va in controtendenza rispetto alle teorie maggioritarie: secondo lo studio, infatti, i costi di un’uscita dall’Eurozona non sarebbero probabilmente così alti come si è portati a pensare per paesi in deficit come Italia e Spagna, mentre sarebbero più elevati del previsto per i paesi in surplus che potrebbero subire perdite di capitali, una conseguenza di default o svalutazioni.

LO STUDIO – La prima domanda da farsi sul piano prettamente economico è quali sarebbero le conseguenze di un ritorno alla valuta nazionale, che si svaluterebbe alimentando l’inflazione e riducendo il potere di acquisto delle famiglie. Sul breve termine l’impatto sarebbe estremamente negativo, ma sul lungo termine potrebbero esserci vantaggi notevoli per alcuni paesi. La questione più controversa riguarda i debiti privati e pubblici denominati nella nuova moneta. Secondo lo studio, con il ritorno alla lira che si rivaluterebbe dell’1%, l’Italia sarebbe il paese dell’area euro che avrebbe meno problemi economici e che correrebbe meno rischi in termini di debito pubblico. Dopo una svalutazione significativa, la lira sul lungo termine finirebbe per stabilizzarsi e addirittura avrebbe il potenziale di apprezzarsi dell’1% rispetto all’euro.

Non solo: i costi di un’uscita dall’Eurozona, stando ai numeri in oggetto, non sarebbero probabilmente così alti come si è portati a pensare per paesi in deficit come Italia e Spagna, mentre sarebbero piu’ elevati del previsto per i paesi in surplus che potrebbe subire perdite di capitali, una conseguenza di default o svalutazioni.

Addirittura, volendo prendere in considerazione i rischi per i bilanci dei singoli paesi in caso di ritorno alla lira (bilancio del settore pubblico e della banca centrale, bilanci delle aziende private e delle famiglie e bilanci delle banche), l’Italia è l’unico paese che non correrebbe alcun pericolo per i bilanci citati e anche Olanda e Francia presentano rischi bassi, limitati alle aziende non finanziarie e alle famiglie.

 

fonte: http://quifinanza.it/soldi/salta-leuro-per-litalia-pochi-rischi-lo-studio-francese/107830/?ref=libero

Basta chiamarla legge Fornero! La Fornero era solo una ignobile burattina. La gente se la prende solo con lei senza rendersi conto che la cosa grave è che questa porcata quelle carogne che siedono in Parlamento l’hanno votata! …Vero Giorgia?

legge Fornero

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

Basta chiamarla legge Fornero! La Fornero era solo una ignobile burattina. La gente se la prende solo con lei senza rendersi conto che la cosa grave è che questa porcata quelle carogne che siedono in Parlamento l’hanno votata! …Vero Giorgia?

A Giorgia, ti ricordi quando hai votato a favore della legge Fornero?

Quando poi ti hanno incastrata e non potendo più mentire hai detto perché dovevi obbedire al partito?

Ti ricordi quando ci andavi a passeggio tipo scorta? Beh ora è facile fare la gallina nei talk show, ma c’è chi come me non dimentica.

Tanta gente non sa, non chiamiamola più legge Fornero, perché la Fornero è solo una ignobile burattina che ha scritto la legge, parecchia gente non capisce e se la prende solo con lei, la gravità sta nel fatto che è stata votata questa legge e chi l’ha votata questa legge infame?

Il Pd di Bersani, Pdl o Fi (sono sempre loro, ogni tanto cambiano nome) di Berlusconi e Fdi di La Russa e Giorgia Meloni.

Liano Auletta

Anche Papa Francesco si scaglia contro le “pensioni d’oro” della casta: “sono un’offesa al lavoro”…!

 

Papa Francesco

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

Anche Papa Francesco si scaglia contro le “pensioni d’oro” della casta: “sono un’offesa al lavoro”…!

 

PENSIONI D’ORO, ANCHE IL PAPA SFERZA LA POLITICA

«Non sempre e non a tutti è riconosciuto il diritto a una giusta pensione, giusta perché né troppo povera né troppo ricca: le ”pensioni d’oro” sono un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni».

Queste sono le stesse parole che usiamo da anni e che hanno ispirato le nostre proposte in materia di pensioni d’oro!

È inaccettabile avere persone che prendono fino a 90mila euro mensili quando contemporaneamente assistiamo a milioni di disoccupati o pensionati a 400€ che fanno la fame.
Vitalizi, pensioni gonfiate e ingiustizie sono uno scandalo a cui mettere mano immediatamente: questi miliardi di euro recuperati potrebbero aiutarci a portare le pensioni minime sopra la soglia di povertà calcolata dall’Istat in 780€ mensili.

Per fare paragoni con situazione pratiche concrete e reali, attualmente circa 100mila pensionati d’oro che costano 13miliardi di euro l’anno, quasi il doppio di quanto servirebbe per impedire ad esempio l’aumento dell’IVA al 25.4%.

Dicono siano diritti acquisiti, ma stranamente sono gli unici diritti ad essere acquisiti in un Paese dove i diritti vengono svenduti.

Attuare misure di giustizia sociale non solo è sacrosanto dal punto di vista etico, ma anche sostanziale per i cittadini in difficoltà. Per attuare queste scelte politiche serve un governo che abbia le mani libere..

Vi ricordate quando nella stabilità di qualche anno fa scoprimmo i lobbisti in commissione bilancio spingere per l’approvazione di emendamenti che salvassero le pensioni d’oro?
O come il PD e il governo si siano opposti alla nostra mozione di taglio delle pensioni d’oro che abbiamo presentato appena entrati alla camera?

Con il Movimento 5 stelle al governo questo non solo non accadrà mai, ma si porrà fine a palesi ineguaglianze e ingiustizie.

Condividi se vuoi che questa vergogna venga abolita al più presto.

Sorial Girgis Giorgio

Ceta: ecco chi ha votato Sì in Senato… e quando si tratta di porcate, il Pd di Renzi non può certo mancare…!!!

Ceta

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

 

Ceta: ecco chi ha votato Sì in Senato… e quando si tratta di porcate, il Pd di Renzi non può certo mancare…!!!

Ceta: ecco chi ha votato sì in Senato

La Commissione Affari Esteri del Senato ha dato il primo via libera al Ceta, il trattato che mette a rischio diritti e salute dei cittadini europei. Ecco come mobilitarsi.

Nonostante il presidio imponente convocato in soli tre giorni in piazza del Pantheon a Roma, in occasione del voto sul CETA in commissione Affari esteri del Senato, PD e MDP «non ascoltano associazioni, categorie e sindacati e danno il primo via libera al trattato tossico» hanno detto i rappresentanti della Campagna Stop Ttip e Ceta.  «I senatori del Pd e di MDP Articolo 1 hanno votato insieme a Forza Italia contro la sospensiva #StopCETA in commissione Affari Esteri. 15 a 6 le maggioranze battono M5S, Sinistra Italiana, Misto e Lega. Giulio Tremonti era in Aula per esprimere il suo “no”. E nonostante nei pareri espressi da molte commissioni ci fossero vincoli e indicazioni precise di preoccupazione e aspetti da approfondire, Pd e Mdp vanno avanti incuranti, sospinti dalle solite, note, parrocchie.  Ma noi non molliamo: il #CETA non dovrà mai arrivare in aula».

Ecco la lista di chi ha detto sì: Bruno Astorre, Pd, Stefania Giannini, Pd, Francesco Russo, Pd, Stefano Lepri, Pd, Giuseppina Maturani, Pd, Claudio Micheloni, Pd, Gian Carlo Sangalli, Pd / relatore, Magda Angela Zanoni, Pd, Lucio Malan, Fi-Pdl, Renato Schifani, Fi-Pdl, Pierferdinando Casini, AP-CpE-NCD / presidente commissione, Francesco Colucci, AP-CpE-NCD, Luigi Compagna, Fl, Francesco Palermo, Aut, Mario Monti, Misto

«Ai comitati, alle associazioni, alle persone di buon senso chiediamo di scrivere ancora ai senatori , di tuittare in questi giorni per non lasciarli soli e far loro capire che il CETA in Aula non va presentato – prosegue la Campagna – Il 5 luglio saremo di nuovo in piazza con Coldiretti e Cgil, e tutte le associazioni della coalizione #StopTTIP #StopCETA a Montecitorio perché questo messaggio arrivi forte e chiaro. Stamperemo le loro facce di bronzo su tutti i social dei loro partiti, territori, bacini elettorali. Dobbiamo farlo, insieme, con più determinazione e coraggio di prima. Forza! E’ solo l’inizio…».

Con il Ceta l’Italia rischia 40 mila posti di lavoro, una riduzione della sicurezza alimentare, un indebolimento della lotta al cambiamento climatico, il probabile ingresso di OGM e di prodotti trattati con pesticidi non consentiti in Europa, e la competizione delle sue piccole imprese con prodotti di scarsa qualità in misura tale da mandare in rovina interi settori dell’economia locale.

fonte: http://www.terranuova.it/News/Attualita/Ceta-ecco-chi-ha-votato-si-in-Senato

Ecco il colpo di genio di Laura Puppato (imprenditrice nel campo assicurativo): abolito il divieto al tacito rinnovo per le polizze assicurative. Un grande regalo per le Assicurazioni, un’altra porcata ai danni della Gente…!

 

polizze assicurativepolizze assicurative

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

 

Ecco il colpo di genio di Laura Puppato (imprenditrice nel campo assicurativo): abolito il divieto al tacito rinnovo per le polizze assicurative. Un grande regalo per le Assicurazioni, un’altra porcata ai danni della Gente…!

Statene certi, se una legge parte dal Pd non si scappa, è una porcata ai danni della Gente

 

RC AUTO, LA PORCATA DELL’ONOREVOLE PD: LA CAMERA REINTRODUCE IL TACITO RINNOVO

Brutte notizie per gli automobilisti italiani regolarmente assicurati.

La commissione attività produttive della Camera ha approvato un emendamento al Ddl Concorrenza che abolisce il divieto al tacito rinnovo per le polizze assicurative.

Come ricorda linkiesta.it, l’idea è stata partorita dalla mente dell’onorevole Laura Puppato, già imprenditrice del mondo assicurativo.

Il tacito rinnovo era stato cancellato con il Decreto sviluppo bis del 13 dicembre 2012, durante il governo Monti.

Da allora il costo medio delle Rc Auto è sceso del 18,3%, visto che le compagnie assicurative sono state costrette a farsi realmente concorrenza per trattenere i propri clienti.

Prima di quella data, invece, l’assicurato doveva ricordarsi di spedire una raccomandata di disdetta entro 15 giorni dalla scadenza delle polizza, altrimenti si sarebbe visto rinnovare il contratto, magari con un costo maggiore rispetto all’anno precedente.

Fonte: Qui

Banche Venete, dallo Stato pronti 17 miliardi di euro. Pari pari a quanto servirebbe per il reddito di cittadinanza. Ma loro sono le banche e voi non siete un cazzo!

Banche Venete

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Banche Venete, dallo Stato pronti 17 miliardi di euro. Pari pari a quanto servirebbe per il reddito di cittadinanza. Ma loro sono le banche e voi non siete un cazzo!

Banche Venete a Intesa, ok della Ue. Dallo Stato fino a 17 miliardi di euro
Via libera al salvataggio. Padoan: da Intesa Sanpaolo l’offerta più significativa per i due istituti. Messina: in sicurezza 50 miliardi di risparmi. Dal Tesoro impegni fino a 17 miliardi. Il sì della Ue

Il salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto Banca potrebbe costare teoricamente allo Stato fino a 17 miliardi. Intesa Sanpaolo, che secondo il governo ha presentato l’offerta «più credibile e utile» per la parte buona degli istituti, che saranno messi in liquidazione, riceverà dal Tesoro 5,2 miliardi per mantenere e rafforzare il patrimonio. Ma con il decreto varato ieri, e già approvato dalla Ue, lo Stato mette sul piatto garanzie fino a un massimo di altri 12 miliardi sui prestiti che, dopo essere stati valutati da Intesa, potranno essere retrocessi al Tesoro. L’impegno di 17 miliardi è potenziale: le attese del governo sono quelle di limitare l’impatto a breve a 7-8 miliardi, e di recuperarne in seguito 4 o 5.

Rimborsi ai piccoli

I piccoli risparmiatori che detengono le obbligazioni subordinate delle due popolari saranno rimborsati integralmente: Il Fondo Interbancario di tutela dei depositi restituirà l’80% dell’investimento e Intesa il residuo 20%. I fondi necessari, ha spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al termine del consiglio dei ministri «non impattano sul deficit» e sono «già previsti in bilancio». Di fatto saranno “dirottati” sulla liquidazione delle venete i fondi stanziati a Natale per le ricapitalizzazioni precauzionali, come quella del Monte Paschi.

50 miliardi al sicuro

Varato il decreto che consente la cessione e il sostegno a Banca Intesa, Bankitalia ha chiesto la liquidazione dei due istituti e la nomina dei commissari che dovranno gestire il trasferimento delle attività a Intesa. Gli accordi raggiunti col Tesoro, secondo indiscrezioni, prevedono che il gruppo acquisisca 21,6 miliardi di crediti in bonis, attività finanziarie per quasi 9 miliardi, le partecipazioni in Banca Apulia, Banca Nuova, Sec, Servizi Bancari e le banche in Moldavia, Croazia e Albania. Verrebbero rilevati anche 26 miliardi di depositi, insieme a circa 900 sportelli e 10 mila dipendenti. «Mettiamo al sicuro 50 miliardi di risparmi e tuteliamo 2 milioni di clienti» sottolinea Intesa in una nota, in cui ricorda, peraltro, che sarebbe stata disponibile a fare la sua parte anche nella ricapitalizzazione precauzionale dello Stato, saltata «per l’insufficiente partecipazione del sistema».

L’operazione

Intesa riceverà 3,5 miliardi per riequilibrare il suo bilancio dopo l’acquisizione di attività e passività delle due venete, e 1,2 miliardi per la gestione degli eventuali esuberi. Poi ci sono le garanzie sui prestiti che per ora passano a Intesa, ma devono essere verificati: fino a 6,3 miliardi sui crediti dubbi e fino a 4 sui prestiti “in bonis”, ma ad “alto rischio”, più altri 2 di garanzie sui rischi legali.

Nessuna alternativa

Tutti i crediti in sofferenza (il Commissario Margareth Vestager, commentando l’ok Ue, parla di 18 miliardi) e quelli che Intesa retrocederà finiranno alla Sga, la spa del Tesoro che ha gestito la liquidazione del Banco di Napoli, chiudendola in attico. Padoan è convinto che «riuscirà a recuperare gran parte dei 5 miliardi, che rappresentano il vero esborso da parte dello Stato». «Il decreto va a favore delle banche, da cui dipende anche la possibilità di incoraggiare la ripresa» ha detto il premier, Paolo Gentiloni, mentre Padoan si è difeso. «Sento molte critiche, ma non c’erano alternative valide a costi inferiori».

fonte: http://www.corriere.it/economia/17_giugno_26/banche-venete-intesa-ok-ue-1b987b0e-59da-11e7-8109-77a9e9fc44b1.shtml

Un altro fantastico successo del Pd di Renzi che forse i media non Vi hanno raccontato – A Trapani il candidato Pd va al ballottaggio senza avversario e riesce a perdere lo stesso!

 

Renzi

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Un altro fantastico successo del Pd di Renzi che forse i media non Vi hanno raccontato – A Trapani il candidato Pd va al ballottaggio senza avversario e riesce a perdere lo stesso!

A Trapani Il PD perde senza un avversario!
BALLOTTAGGIO a Trapani? Una farsa da quasi 400.000 euro di soldi pubblici!!!
Trapani sarà commissariata!
L’astensione é stata del 73.30%.
Questo sancisce, senza se e senza ma, la sconfitta di tutta la vecchia classe dirigente e politica del territorio trapanese, Pd compreso.
Il POPOLO SOVRANO non andando a votare ha deciso, con numeri che non lasciano scampo, che è arrivato il momento di dar spazio al nuovo che avanza.

P.s. questo ballottaggio è costato quasi 400.000 euro di soldi pubblici, che si potevano risparmiare, se il PD avesse ritenuto di non portarlo avanti perchè senza un avversario!

Da La Stampa:

Lo strano caso di Trapani, il candidato unico battuto dal quorum: arriverà il commissario

Il candidato “dem” Pietro Savona al ballottaggio “anomalo” di Trapani è stato battuto dal quorum. Candidato unico al ballottaggio per essere eletto doveva battere il quorum dei votanti, 50 per cento più uno, e ottenere il 25 per cento dei consensi. Gli elettori trapanesi, all’incirca 60 mila, hanno scelto di seguire gli appelli a non andare a votare arrivati innanzitutto dai candidati che all’inizio di queste elezioni sono stati dati per accreditati alla vittoria, e cioè l’ex sindaco Girolamo Fazio e il senatore di Forza Italia Tonino D’Alì, avversari dentro il centro destra.

In piena campagna elettorale Fazio e D’Alì sono stati raggiunti da provvedimenti giudiziari che li hanno azzoppati ma non li hanno indotti a ritirarsi: Fazio super indagato per la tangentopoli sulla gestione dei trasporti marittimi siciliani; D’Alì proposto per la sorveglianza speciale dalla Dda di Palermo per via dei rapporti con i mafiosi Messina Denaro. Fazio non ha acciuffato l’elezione diretta ma l’11 giugno è stato il più votato col 31 per cento, accedendo al ballottaggio assieme a Savona, 28 per cento, riuscito a superare di cinque punti il senatore D’Alì. A 48 ore dal voto Fazio ha deciso di autoescludersi dal ballottaggio, non presentando la lista degli assessori. Ha così lasciato da solo il candidato del Pd Pietro Savona.
Ma il quorum non è stato raggiunto!

Morte di Rodotà – il commento di Laura Cesaretti‏ (ex radicale, ex Foglio, attualmente, finché conviene, renzista a il Giornale) “Zagrebelsky niente?” …perchè a questi qui la gente perbene dà solo fastidio. Più sono sporchi (Berlusconi, Renzi…) e più ne sono attratti… CHE SCHIFO…!!!

 

Rodotà

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Morte di Rodotà – il commento di Laura Cesaretti‏ (ex radicale, ex Foglio, attualmente, finché conviene, renzista a il Giornale) “Zagrebelsky niente?” …perchè a questi qui la gente perbene dà solo fastidio. Più sono sporchi (Berlusconi, Renzi…) e più ne sono attratti… CHE SCHIFO…!!!

La morte di Stefano Rodotà ha provocato un coro quasi unanime di cordoglio. Quasi, appunto, perché c’è chi – anche in queste occasioni – riesce a distinguersi, emergere, innalzarsi. È il caso della giornalista de Il Giornale Laura Cesaretti su Twitter (ex radicale, ex Foglio, attualmente, finché conviene, renzista a il Giornale) che con un semplice tweet di sole 2 parole è riuscita a racchiudere l’intero loro mondo, quello dei Berlusconiani-Renziani.

Quel mondo dove l’ero non è né Falcone nè Borsellino, ma il mafioso Mangano.

Solo due parole che andrebbero scolpite agli ingressi di tutti i seggi elettorali a futira memoria

Due semplici parole:

“Zagrebelsky niente?”

Ecco chi sono “loro”…

Quelli che alla morte di Rodotà si chiedono “Zagrebelsky niente?”…

Io, ringraziando il cielo, sto dall’altra parte.

E guardo con schifo, con voltastomaco, la parte opposta festeggiare e aspettare la prossima festa per Zagrebelsky…

CHE SCHIFO…!!

by Eles

L’imbecille globale è al potere

imbecille

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

L’imbecille globale è al potere

Ogni mattina, pomeriggio e sera, ovunque tu sei e a qualunque fonte d’informazione ti colleghi – video, radio, giornali, web ma anche film, concerti, omelie, lezioni a scuola o all’università, discorsi istituzionali – c’è un Imbecille Globale che ripete sempre lo stesso discorso: “Abbattiamo i muri, niente più frontiere tra popoli, fedi, razze, sessi e omosessi, non più chiusure in nazioni, generi, famiglie, tradizioni ma aperti al mondo”.

Te lo dice come se stesse esprimendo un’acuta e insolita opinione personale, originale; finge di ribellarsi al conformismo della chiusura e al potere del fascismo (morto da 72 anni) mentre lui, che coraggioso, che spregiudicato, è aperto, non si conforma, ha la mente aperta, il cuore aperto, le braccia aperte, è cittadino del mondo. Sfida i potenti, lui, che forte.

Sta ripetendo all’infinito, da imbecille prestampato qual è, il Catechismo Precompilato dei Cretini Allineati al Canone del Tempo. Tutti per uno, uno per tutti. L’Imbecille è globale perché lui sa dove va il mondo e si sente cittadino del mondo. L’idiota planetario si moltiplica in mille versioni.

C’è l’Imbecille Cantante che dal palco, ispirato direttamente dal dio degli artisti, dichiara che lui canta contro tutti i muri e tutti i razzismi. Che eroe, sei tutti noi.

Poi vedi l’Imbecille Attore o Regista che dal podio lancia il suo messaggio originale e assai accorato, perfettamente uguale a quello del precedente cantautore, ma lui lo recita come se l’umanità l’ascoltasse per la prima volta dalla sua viva voce. “Io non amo i muri, non mi piace chi vuole alzare muri” Che bravo, che anticonformista.

Segue a ruota l’Imbecille Intellettuale, profeta e opinionista che per distinguersi dal volgo rozzo e ignorante, dichiara anche lui la Medesima Cosa, sui muri ci piscio, morte al razzismo, morte a Hitler (defunto sempre da 72 anni), viva l’accoglienza, i neri, i gay e i trans.

L’Idiota Collettivo, versione ebete dell’Intellettuale Collettivo post-gramsciano, non pensa in proprio ma scarica l’app ideologica che genera risposte in automatico. Poi c’è l’imbecille a mezzo stampa o a mezzobusto che riscrive o recita ispirato l’identica pisciatina contro i Muri.

E poi c’è il Presidente o la Presidente, che in veste d’Imbecille Istituzionale, esprime lo stesso, identico Concetto, col piglio intrepido di chi sfida i Poteri Forti (ai cui piedi è accucciato o funge da zerbino).

Non c’è film, telefilm, concerto, spettacolo teatrale o sportivo, gag e omelia tv in cui non si ribadisca la lotta tra il Bene e il Male: Aperti e Filantropi contro Chiusi & Ottusi, Accoglienti contro Razzisti, Omofili contro Omofobi, Xenofili contro Xenofobi e Negrofobi.

Voi quelli del Muro, noi quelli del Telepass.

Le bestie da scacciare sono quasi sempre vaghe, anonime, mitologiche; e già, il male è sempre oscuro, cospira nel buio, non ha volto, solo maschere storiche o ridicole. Ora va di moda la maschera di Trumputin, in Europa di Le Pen, da noi di Salvini.

Tu senti uno, cambi canale e ne senti un altro idem, spegni la tv e senti alla radio un altro ma il Discorso è sempre quello, apri il giornale e leggi ancora l’Identica Opinione; a scuola idem con patate, all’Università peggio-mi-sento, i Palloni Gonfiati dai media compilano lo stesso Modello Unico.

Nessuno di loro è sfiorato da dubbi, invece a te sorge un primo dubbio: è un’allucinazione o è sempre la stessa persona, l’Imbecille Globale, che cambia veste, fattezze e mansioni e ripete all’infinito l’Identico Discorso?

Segue un secondo dubbio: ricordo male o eravamo in democrazia, che vuol dire libertà e pluralismo, cioè opinioni libere e divergenti a confronto? Loro non credono alla Verità, sono relativisti, però guai a dissentire dal Discorso Obbligato con fervorino finale anti-Muro.

Ma possibile che tutti la pensino allo stesso modo, conformi, allineati e omologati, e ritengano che la cosa più urgente e più importante del momento, il Messaggio Unisono da dare all’Umanità sia sempre quello? Allora ti sorge un terzo dubbio.

E se l’Imbecille Globale a reti unificate fosse il Grande Fratello del nostro tempo? Se fosse lui il Portavoce multiplo del Non-Pensiero Unico, cioè del nuovo regime totalitario-globalitario? E se fosse proprio quell’Uniformità Totale e quel corale accodarsi la miseria prioritaria del nostro tempo?

Non so voi, ma io di quell’Imbecille Planetario che ripete il Discorso Unico e Identico all’Infinito, non ne posso più.

MV, Il Tempo 19 giugno 2017

Dal Blog di Marcello Veneziani

tratto da: http://www.stopeuro.org/limbecille-globale-e-al-potere/

Italia, mancano gli elicotteri antincendio. Perchè non ci mandiamo gli F35? …O forse aveva ragione Gino Strada quando diceva “Mi piacerebbe che un Ministro della difesa, un anno dopo aver comprato un F35, venisse qui a dirci che cazzo ha fatto quell’F35″ ?!?

 

antincendio

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Italia, mancano gli elicotteri antincendio. Perchè non ci mandiamo gli F35? …O forse aveva ragione Gino Strada quando diceva “Mi piacerebbe che un Ministro della difesa, un anno dopo aver comprato un F35, venisse qui a dirci che cazzo ha fatto quell’F35″ ?!?

Italia, sei Regioni scoperte: senza elicotteri antincendio

La Protezione civile: Sicilia, Molise, Abruzzo, Marche, Basilicata e Umbria non hanno un piano d’intervento

Si può essere colti di sorpresa dall’estate? A quanto pare si può, se si governa l’Italia e le sue Regioni, buona parte delle quali si scopre arrivata alla stagione calda senza un piano antincendi e senza i mezzi necessari a fronteggiare emergenze che nella Penisola sono una ricorrente certezza.

Tanto da spingere la Protezione civile, nel giorno del disastroso incendio in Portogallo, a far suonare un campanello d’allarme pacato, ma con destinatari chiari. «L’impegnativa settimana appena trascorsa in termini di interventi aerei sugli incendi boschivi da parte della flotta aerea nazionale e la tragedia che si sta consumando in Portogallo – avvisa il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio – deve farci essere ancora più attenti e pronti». Per cui, continua Curcio, si invitano «tutte le Regioni che ancora non lo hanno fatto a dotarsi di una propria flotta». Il messaggio è chiaro: a disastro avvenuto non potrete scaricare il barile delle responsabilità.

I destinatari sono Sicilia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Marche e Umbria che finora non hanno provveduto a dotarsi di elicotteri antincendio. Per capire da cosa nasca questa lacune, bisogna orientarsi nel dedalo di normative che in un Paese tormentato dagli incendi boschivi che ogni anno fanno sparire circa 26mila ettari di verde, pari a una volta e mezza la superficie del Comune di Milano, hanno creato una catena di comando confusa e piena di sovrapposizioni tra il ruolo delle Regioni, che avrebbero la competenza sulla materia, e quello di vari enti dello Stato che vengono chiamati in soccorso. La legge Madia non ha semplificato il quadro, pur avendo eliminato una delle autorità, cioè il corpo forestale. «I vigili del fuoco hanno ereditato il compito di intervenire in caso di emergenza se chiamati dalle Regioni – spiega Riccardo Boriassi, portavoce Conapo, sindacato dei vigili del fuoco – ma degli 8mila uomini del corpo forestale solo 300 sono passati tra le nostre fila». Le Regioni a loro volta si sono mosse con la consueta lentezza. E il governo è riuscito a riunirle per stilare una convenzione che regoli il rapporto con le forze antincendio statali solo tre giorni fa. In diverse Regioni mancano però ancora i piani antincendio e il personale che si è aggiunto ai vigili del fuoco non ha ricevuto le direttive necessarie. «Questo è un anno particolare aggiunge Curcio per il quadro legislativo cambiato. Dobbiamo fare i conti con una profonda riorganizzazione a tutti i livelli dell’utilizzo delle risorse, delle procedure e della filiera delle responsabilità, questo è sicuramente vero, ma non possiamo permetterci di sottovalutare il rischio degli incendi boschivi. Soprattutto con queste temperature così elevate già oggi». E invece ci sono Regioni, come la Sicilia, famosa per l’elevato numero di operai forestali, che invece non si sono ancora dotate di mezzi propri per fare fronte agli incendi.

Il rischio non è solo teorico. Giorni fa un rogo sul monte Conero, perla balneare delle Marche, ha trovato la Regione impreparata. I vigili del fuoco sono dovuti intervenire massicciamente scoprendo altre aree della Regione. In estate non è certo raro che si verifichino due emergenze contemporaneamente. E quando si tratta di incendi boschivi la velocità dell’intervento è decisiva, come si è visto, tragicamente, in Portogallo.

Le statistiche tra l’altro, dopo qualche anno di calo delle superfici boschive distrutte, da due anni fanno registrare un nuovo aumento: oltre 25mila ettari nel 2015, circa 27mila nel 2016. Ed ecco cosa prevede il bollettino di 3Bmeteo per la settimana che viene: «Nuova ondata di calore con picchi di 35-36 gradi». Nessuno dica che non si poteva prevedere.

Tanto per rinfrescarVi la memoria:

Gino Strada: “Mi piacerebbe che un Ministro della difesa, un anno dopo aver comprato un F35, venisse qui a dirci che cazzo ha fatto quell’F35″ !!

Ferocissimo sGino Strada sulle spese militari in Italia e sull’accordo con la Nato. Il medico di Emergency chiede polemicamente: “Chiedo all’ex ministro: ‘Da chi dobbiamo difenderci?’ E poi mi piacerebbe sapere che un ministro ad un anno dall’acquisto di un F35 mi spiegasse come è stato usato, dov’è”.

“La Costituzione dice che l’Italia rinuncia alla guerra, la cui decisione spetta solo all’Onu. L’Italia invece ha sempre ignorato le risoluzioni dell’Onu. La Nato non è niente. A cosa serve?”

Guarda il video QUI