Nozze di lusso, Briatore boccia la Puglia: “Siete troppo provinciali per ospitare i ricchi”. Ma si sa, con i soldi non ci compri la dignità …e comunque i pugliesi se ne faranno una ragione!

Briatore

 

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Nozze di lusso, Briatore boccia la Puglia: “Siete troppo provinciali per ospitare i ricchi”. Ma si sa, con i soldi non ci compri la dignità …e comunque i pugliesi se ne faranno una ragione!

Briatore ancora contro i pugliesi… “Siete troppo provinciali per ospitare i ricchi”…

Solo qualche più che condivisibile risposta su Twitter da parte dei pugliesi:

Porcacciogiuda,non siamo abbastanza “Montecarlo Style” in Puglia. E adesso come facciamo? Ci fustighiamo in massa?

#Briatore che parla del male del Sud, non si ricorda che la sua compagna è calabrese?

Noi pugliesi non abbiamo bisogno di gente ricca e arrogante. Non c’è bisogno di essere ricchi per godere della nostra Terra. #Briatore

#briatore troppa bagna cauda ti ha appesantito lo stomaco …

#Briatore sai che c’è? Che hai frantumato le palle con le tue opinioni sulla mia terra!!! #puglia

 

Da La Repubblica:

Nozze di lusso, anche Briatore boccia la Puglia: “Siete troppo provinciali per ospitare i ricchi”

Intervista all’imprenditore dopo la polemica sollevata dalla proprietaria di Borgo Egnazia: “La privacy di chi organizza eventi costosissimi va garantita, ma per un jet privato fate il finimondo. Il Twiga? Mai qui”

di ANNA PURICELLA

“Più che invadenti, voi pugliesi siete provinciali”. La parola definitiva è quella di Flavio Briatore. Marisa Melpignano, proprietaria di Borgo Egnazia e di altre strutture extralusso in Puglia, si lamenta perché l’interesse dell’opinione pubblica – e dei giornalisti – nei confronti delle nozze americane milionarie fra Renee Sutton ed Eliot Cohen, la scorsa estate, è stato eccessivo, tanto da far scappare gli organizzatori dell’evento (la Norma Cohen productions, che sembra aver detto addio alla Puglia). Briatore dà ragione a loro.

Allora, è vero che i pugliesi sono invadenti?
“Più che invadenti, provinciali. Se un signor nessuno organizza un matrimonio in Puglia e porta indotto economico, e questo signore non è un super vip, ma uno che sta bene e può permettersi il matrimonio a Borgo Egnazia, allora bisogna rispettare la sua privacy. Se si sposa a Saint-Tropez o in Costa Smeralda non succede quello che è successo in Puglia, perché i giornalisti sono abituati a un certo tipo di clientela”.

La Puglia evidentemente no.
“Se Madonna va a Portofino con Leonardo Di Caprio non ne parla nessuno, se va in Puglia finisce sulla prima pagina dei giornali. Come se in vita sua avesse fatto solo una vacanza, in Puglia. Questa gente arriva da voi perché c’è Borgo Egnazia, perché c’è una famiglia che si fa il mazzo per farsi conoscere e promuovere il territorio. E poi questi poveracci vengono sbattuti sui giornali”.

In realtà gli ultimi ‘poveracci’, i Sutton, hanno occupato una spiaggia per il matrimonio. I clienti abituali non potevano accedervi.
“Ma queste cose si fanno, se si occupa una spiaggia non è la fine del mondo. Facciamo tanti eventi privatizzando il Twiga, il Billionaire o il Cipriani. Se uno vuole, paga e affitta. Dolce&Gabbana hanno fatto eventi a Palermo e a Portofino, per esempio, hanno bloccato le città per una settimana. Insomma, si paga e si privatizza, ma bisogna levare il provincialismo che c’è in certi posti”.

Borgo Egnazia ha ragione, quindi.
“Certo, perché la gente non immagina il lavoro che c’è dietro, e loro fanno un lavoro incredibile perché sono bravi. La Puglia non è abituata a un certo tipo di turismo, arriva un jet privato e succede il finimondo, tutti cercano visibilità, dagli aeroporti ai sindaci. A Ibiza di jet privati ne atterranno 60 in un giorno, in Costa Smeralda 150, eppure nessuno va a paparazzare”.

Ma la Puglia non ha una lunga storia di turismo facoltoso, non si può paragonare alla Costa Smeralda.
“È quello che dicevo quando sono stato in Puglia per il Twiga, solo che siete insorti tutti, dicendo che avete esperienza. Bisogna avere le strutture per attirare quel tipo di turismo. Di Borgo Egnazia ce ne dovrebbero essere dieci, e non uno”.

I pugliesi non ce la possono fare? Neanche fra dieci anni?
“Io ho un’età, e non credo che potrò vedere il cambiamento in Puglia fra dieci anni. Il vostro è un territorio fantastico, anche l’entroterra è bello, avete aranceti e uliveti, avete più o meno tutto per fare un certo tipo di turismo. Ma c’è questa provincialità che vi fa sembrare incredibile quando atterra un aereo privato. Mettetevi nei panni degli americani”.

Perché?
“Quelli hanno pagato per affittare la spiaggia, e poi si sono trovati sbattuti sui giornali senza alcun rispetto per la loro privacy, anche in America. Se i Sutton si fossero sposati negli Stati Uniti sarebbe stato meglio. Nessuno ne avrebbe parlato”.

Insomma, i pugliesi non sono abituati allo sfarzo, restano stupiti e diventano troppo curiosi.
“Se volete quel tipo di turismo dovete imparare a non metterlo in piazza”.

A proposito, ma l’ipotesi Twiga in Salento è definitivamente naufragata? Non ci tornerà?
“Per me è una roba finita, c’è stato troppo accanimento. Ne sono totalmente fuori. Quando uno cerca di portare valore aggiunto a un territorio e non viene compreso, allora è meglio che ne resti fuori”.

fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca/2017/10/12/news/flavio_briatore_boccia_la_puglia_i_ricchi_scapperanno_perche_siete_provinciali_-178012963/?ref=fbpr

Ricapitoliamo, povertà in Italia: oltre due milioni senza il cibo in tavola, ma per questa idiota la priorità è “Parificare gli stipendi tra calciatori e calciatrici” – E perchè non parificare gli stipendi della Casta a quelli della gente?

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Ricapitoliamo, povertà in Italia: oltre due milioni senza il cibo in tavola, ma per questa idiota la priorità è “Parificare gli stipendi tra calciatori e calciatrici” – E perchè non parificare gli stipendi della Casta a quelli della gente?

In un Paese dove 2 milioni di persone non possono mettere il piatto a tavola, chi ci governa ha la priorità è “Parificare gli stipendi tra calciatori e calciatrici” …e Voi ancora Vi chiedete perchè stiamo nella merda?

La sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi, ha proposto sui suoi profili social di seguire l’esempio della Norvegia e parificare lo stipendio dei giocatori di calcio, siano essi donne o uomini. L’idea però non è piaciuta a gran parte degli utenti, che ne hanno sottolineato l’inutilità rispetto a ploblemi più urgenti.

La nostra cara “sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei Ministri”, prima di sparare puttanate, dovrebbe leggere questo:

Povertà in Italia: oltre due milioni senza il cibo in tavola

Dall’ultimo rapporto Gli italiani e il cibo. Un’eccellenza da condividere” del Censis, osservatorio indipendente sulle condizioni sociali in Italia, è emerso che sono oltre due milioni le persone nel nostro Paese che non hanno avuto soldi sufficienti per comprare il cibo necessario. Negli ultimi sette anni i numeri sono più che raddoppiati: nel 2007 erano un milione e ciò vuol dire che l’incremento da quando è iniziata la crisi è dell’84, 8%.

Il Rapporto ha evidenziato che Puglia (16,1%) Campania (14, 2%) e Sicilia (13,3 %) sono le prime tre regioni con la quota più alta di persone che vivono in condizioni di disagioalimentare. Il 9,2% delle famiglie italiane, di cui 830 mila con figli minori, non ha accesso al cibo in tavola.  Le spese alimentari sono calate in media del 12,9 % dal 2007 (17,3 % per le famiglie a carico di un operaio e 9,7% per quelle con capofamiglia dirigente o impiegato). Le famiglie con più figli sono quelle in maggiore difficoltà: – 15,6% le coppie con due figli, – 18,2% le coppie con tre o più bambini.

Dalla ricerca del Censis è emerso che gli italiani restano comunque grandi amanti del cibo: 29,4 milioni si definiscono appassionati, 12,6 milioni intenditori e 4,1 milione veri esperti. Per il 17, 9% la cucina made in Italy è motivo d’orgoglio nazionale. La crisi si fa sentire sono in famiglia: nel 2014 le esportazioni sono state di 28,4 miliardi con un 30,1% in più rispetto a cinque anni prima.

Per il presidente del Censis, Giuseppe De Rita “È  fondamentale esportare il modello italiano delle tipicità, non solo i prodotti. Solo così anche le esportazioni delle nostre nicchie saranno più facili. Nella battaglia fra biodiversità e industrializzazione di massa, bisogna puntare sulle scelte individuali: la voglia di diversità è una voglia di democrazia”.

Una situazione a doppia faccia: dal punto di vista culturale ed economico buona, ma scarsa da quello sociale. C’è da dire, inoltre, che i dati forniti sono da prendere con le pinze: qualcuno potrebbe vivere il dramma di non riuscire a sfamarsi, ma non averlo reso pubblico. Visti i dati altalenanti di disoccupazione, che non sembra fornire dinamiche positive, l’ipotesi è più che plausibile. Dal Rapporto del Censis emerge, quindi, che dal punto di vista sociale la strada è ancora tortuosa e che c’è ancora molto da lavorare in Parlamento.

Vincenzo Nicoletti

fonte: http://www.liberopensiero.eu/2017/10/14/poverta-in-italia-oltre-due-milioni-senza-il-cibo-in-tavola/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

Questa è l’Italia – Nonna Peppina, 95 anni, sfrattata da casa. Nonno Napolitano, 92 anni, torna in politica…

 

Napolitano

 

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Questa è l’Italia – Nonna Peppina, 95 anni, sfrattata da casa. Nonno Napolitano, 92 anni, torna in politica…

L’Italia che non coccola i suoi anziani ma che non manda mai in pensione i suoi uomini di potere è tutto in questo paragone anafrafico a distanza. Da un lato Giuseppina Fattori, al secolo Nonna Peppina, 95 anni, terremotata marchigiana sfrattata dalla sua casa considerata “abusiva” (qui la ricostruzione della vicenda),  dall’altro un presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che a 92 anni non se la sente di godersi la superlativa pensione e continua a rituffarsi nell’agone politico, non soddisfatto dei disastri già combinati in passato.

Napolitano e la linea al Pd sulla legge elettorale

Giorgio Napolitano, stavolta, si fa sentire sulla legge elettorale per cercare di condizionare il dibattito prima del voto e dettare la linea al “suo” Pd. La sua preoccupazione è legata alla possibile indicazione di un premier, un carattere “presidenzialista” che sarebbe troppo vicino alle posizioni storiche della destra per piacere anche all’ex comunista salito al Quirinale. «L’indicazione del capo della forza politica è incompatibile con i nostri equilibri costituzionali», afferma il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. «Considero -dichiara- altamente auspicabile – e la considero tale nel solco delle considerazioni sempre espresse dal Presidente Mattarella – l’approvazione in Parlamento con il più largo consenso di una legge elettorale che naturalmente tenga nel massimo conto la sentenza della Corte costituzionale. Sul testo complessivo di cui oggi comincia la discussione alla Camera, mi esprimerò eventualmente quando giungerà all’esame del Senato». Noi, ma anche Peppina, costretta a cercarsi un’altra casa per non restare all’addiaccio, siamo ansiosi di conoscere le valutazioni di Napolitano…

fonte: http://www.secoloditalia.it/2017/10/nonna-peppina-95-anni-sfrattata-nonno-napolitano-92-anni-tornato-in-politica/

Legge Elettorale, come ha sempre illustrato Matteo Renzi, con la dignità, la coerenza e l’onestà intellettuale che lo contraddistingue, avanti a colpi di maggioranza!

 

Legge Elettorale

 

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Legge Elettorale, come ha sempre illustrato Matteo Renzi, con la dignità, la coerenza e l’onestà intellettuale che lo contraddistingue, avanti a colpi di maggioranza!

Un altra pagina nera per la democrazia del nostro Paese.

E ancora una volta a firma di Renzi e dei suoi complici.

E per l’ennesima volta abbiamo ancora una prova certa che ogni parola che esce dalla bocca di Renzi è una presa per il culo alla Gente Italiana.

Ma il problema non è Renzi.

Il problema sono i coglioni che lo votano.

Perchè per votare uno così bisogna essere coglioni forte!

By Eles

Emergenza Democratica – Le porcherie che fanno i nostri politici ce le devono spiegare i media stranieri… perchè se aspettiamo i nostri, siamo freschi!

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Emergenza Democratica – Le porcherie che fanno i nostri politici ce le devono spiegare i media stranieri… perchè se aspettiamo i nostri, siamo freschi!

La riforma della legge elettorale italiana fa il giro del mondo. Per il governo è una figura di … internazionale. Ecco le traduzioni degli articoli di alcuni giornali e agenzie. C’è da ridere…se non ci fosse di mezzo la democrazia in Italia.

Reuters

“Questa settimana i partiti storici italiani si sono uniti per sostenere una nuova legge elettorale che penalizzerebbe il MoVimento 5 stelle in vista delle elezioni nazionali del prossimo anno. Martedì, la Camera dei Deputati inizierà a votare la legge elettorale sostenuta dai principali partiti di destra e di sinistra del Paese. A differenza dell’attuale sistema, permetterebbe la formazione di ampie coalizioni prima del voto, un fattore estremamente dannoso per il MoVimento a 5 stelle che rifiuta a priori l’idea delle coalizioni. “L’unico obiettivo (di questa legge) è quello di spingere gli altri partiti a unirsi contro di noi”, ha dichiarato il parlamentare stellato Danilo Toninelli, il giorno dopo che il comitato parlamentare ha firmato la nuova proposta. Per i partiti tradizionali, continua Toninelli “la cosa importante è fermare i 5 stelle”.

Politico

“Il governo italiano ha emesso un ultimatum per quanto riguarda uno dei problemi politici storici del paese, ovvero la legge elettorale con la quale, l’anno prossimo, gli elettori sceglieranno il nuovo governo. Il governo di coalizione del primo ministro Paolo Gentiloni ha fissato per martedì un voto di fiducia sulla legge – una tattica spesso utilizzata per spingere le leggi attraverso l’intricato sistema del parlamento italiano. I legislatori voteranno mercoledì e giovedì, così ci dicono i media italiani. Questa mossa sostituisce un processo, che avrebbe visto una serie di voti segreti, con un singolo voto da cui dipenderà la sopravvivenza del governo. Se il voto passa, il governo e la legge sopravvivono: se no, entrambi falliscono. I parlamentari del movimento anti-establishment 5 stelle – che ha già criticato il sistema elettorale proposto definendolo come un complotto portato avanti per diminuire drasticamente il loro numero in parlamento – ha reagito con furia, dichiarando che il voto di fiducia è “un attacco alla democrazia e un’emergenza democratica” e promettendo di protestare contro questa legge scendendo in piazza”.

Voice of America

“Il governo italiano ha posto il voto di fiducia nella camera bassa del Parlamento per cercare di forzare fino alla fine una legge elettorale che andrà probabilmente a penalizzare il movimento anti establishment M5S. La nuova legge elettorale, che verrebbe utilizzata nelle prossime elezioni che si terranno entro maggio, è sostenuta dal partito al governo Pd, quello dell’ex premier Silvio Berlusconi e dal partito anti-migranti Lega Nord. Diversamente dalle regole attuali, il nuovo sistema, conosciuto come Rosatellum, permetterebbe la formazione di ampie coalizione prima del voto, un fattore che danneggia il dissidente M5S, che rifiuta di unirsi in alleanze. Il partito, in testa in molti sondaggi, dice che il Rosatellum potrebbe costare più di 50 seggi in Pafrlamento. Il M5S ha chiamato a protestare i cittadini, quando alla Camera si terranno due voti di fiducia. Un terzo voto è previsto per giovedì”.

 

 

tratto da: http://www.movimento5stelle.it/parlamentoeuropeo/2017/10/lemergenza-democrati.html

Rosatellum, il Pd blinda la legge elettorale dei nominati: il Governo pone la fiducia, grida in Aula. Ok dal Quirinale – Signore e Signori, ecco a Voi il FASCISMO!

Rosatellum

 

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Rosatellum, il Pd blinda la legge elettorale dei nominati: il Governo pone la fiducia, grida in Aula. Ok dal Quirinale – Signore e Signori, ecco a Voi il FASCISMO!

Rosatellum, il Pd blinda la legge elettorale dei nominati: il governo pone la fiducia, grida in Aula. Ok dal Quirinale

La maggioranza chiede e ottiene a Gentiloni di tutelare il testo uscito dalla commissione. Rosato: “Così sarà garantito l’equilibrio raggiunto anche con Fi e Lega”. Il Quirinale: “Come approvare le leggi lo decidono Parlamento e governo”. Opposizioni scatenate alla Camera: urla da grillini e sinistra, Toninelli lancia un manuale. M5s: “Atto eversivo, domani in piazza”. Mdp: “Protervia, voteremo no”. Il lettiano Meloni: “Strappo, non voto”.

Due anni dopo un altro governo lega il suo destino alla legge elettoraleIl Rosatellum bis sarà infatti votato con la fiducia tra mercoledì e venerdì. La decisione è del Pd che ha chiesto al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni di blindare la riforma per evitare che i voti segreti disintegrassero il testo frutto dell’accordo tra Partito democraticoAlternativa Popolare e altri centristi della maggioranza con Forza Italia e LegaNord. Una decisione che smentisce la linea dello stesso Pd che a più riprese, con il relatore della legge Emanuele Fiano, aveva detto che l’opzione della fiducia non era sul tavolo.

L’annuncio della ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro nell’Aula della Camera è stato coperto da grida e proteste da parte delle opposizioni (dai Cinquestelle a Sinistra Italiana fino ai Fratelli d’Italia), ma anche da parte di Mdp. Ma i no alla fiducia arrivano, significativamente, anche dall’unico deputato lettiano, Marco Meloni, dall’unico prodiano, FrancoMonaco, e dai parlamentari che si rifanno a Campo Progressista, il movimento di Giuliano Pisapia. Il primo effetto politico pratico è che Mdp si è astenuto al Senato sulla cosiddetta “legge europea“, dopo aver votato con le opposizioni su due emendamenti, facendo andare sotto la posizione della maggioranza. “Si è scelto scientemente di estromettere Articolo 1 dalla maggioranza”. E si annunciano già due manifestazioni, una del M5s a Montecitorio e l’altra di Mdp e Sinistra Italiana al Pantheon.

Due anni fa fu Matteo Renzi a mettere la fiducia sull’Italicum, legge che poi fu abbattuta dalla Corte costituzionale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fa trapelare da fonti del Quirinale alle agenzie di stampa di avallare il nuovo impegno del Parlamento per una riforma che segua l’indicazione che lui stesso dette nei giorni della crisi, quella di “armonizzare” i due sistemi di Camera e Senato, entrambi residuati dopo le pronunce della Consulta su Italicum e Porcellum. Il Quirinale, tuttavia, dice da una parte di non entrare nel merito della legge (la costituzionalità è il punto più dibattuto) e dall’altra che il metodo di approvazione della legge lo scelgono la maggioranza e il governo.

La tensione si è scaricata tutta sul momento in cui la Finocchiaro ha preso la parola per annunciare che sarebbe stata posta la questione di fiducia. Un intervento avvenuto tra le urla di decine di parlamentari. I deputati del M5s hanno sventolato copie del regolamento di Montecitorio: uno dei volumi è stato lanciato al centro dell’emiciclo da Danilo Toninelli, il più scatenato contro il Rosatellum da giorni (lo aveva definito nell’ordine “Merdellum”, “da vomito” e una “cloaca”). Carla Ruocco ha sbattuto più volte sul banco la “ribaltina” di legno, per fare rumore. Il coro dei grillini è stato “venduta, venduta” all’indirizzo della Boldrini. Stesso volume dall’ala all’estrema sinistra dell’assemblea: tutti i parlamentari di Mdp e Sinistra Italiana si sono alzati per battere sui banchi in segno di protesta. Dal banco della commissione Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia ha alzato un cartello con la scritta “Hablamos“, parliamo, prendendo a prestito lo slogan leitmotiv della campagna unionista della Catalogna. L’ex ministro ha provato anche fisicamente a bloccare l’annuncio della Finocchiaro: mentre la ministra pronunciava la formula di rito, le si è avvicinata urlando e battendo con la mano sulla balaustra, ma è stato fermato da un assistente parlamentare. Lui precisa: “Sono semplicemente andato verso la postazione della Presidente della Camera perché avevo chiesto di fare mio l’emendamento Brambilla sul Trentino: stavo solo chiedendo la parola. Con la Finocchiaro ho anche un ottimo rapporto: per questo ho raccolto un fiore e glielo ho dato…”.

Resta il giudizio sulla riforma. E’ “un atto eversivo“, come dice il M5s. Il capogruppo di Mdp Francesco Laforgia parla di “atto di protervia“, quello di Sinistra Italiana Giulio Marcon di “forzatura inaudita”. “Vergogna, vergogna, vergogna” ribadisce il segretario di Si Nicola Fratoianni. La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si è appellata invano al presidente Sergio Mattarella.

Il lettiano Meloni: “Non voterò la fiducia”
Nel Pd il cielo non è del tutto sereno. “Perplessità” sono state espresse da Gianni CuperloVannino Chiti ed Enzo Lattuca, dell’area Orlando. Ma il coraggio di non votare la fiducia è solo di Marco Meloni, ultimo irriducibile lettiano e direttore della Scuola di Politiche fondata proprio da Enrico Letta. Il governo, dice Meloni, “ha compiuto un grave strappo istituzionale”. “Si tratta di una decisione, oltretutto assunta nell’imminenza delle elezioni e rivolta all’approvazione di una legge che – senza modifiche – sottrae ai cittadini anche i residui spazi consegnati dalle sentenze della Corte Costituzionale di determinare direttamente la scelta dei parlamentari, dalla quale dissento profondamente”. Lo stesso farà l’ultimo prodianoFranco Monaco: “Per la prima volta non voterò la fiducia al governo della cui maggioranza faccio parte. Governo che si era solennemente impegnato a non occuparsi di legge elettorale. Una forzatura inaccettabile su materia genuinamente parlamentare”. In questa area è lecito inserire anche Campo Progressista, che con il deputato Roberto Capelli, sottolinea che il movimento di Pisapia sarà quella “forza politica di centrosinistra che vorrà provare a proporre una politica diversa in Italia, in cui all’arroganza e alla supponenza che ancora troppo spesso prevale dalle parti del Pd, farà prevalere il buonsenso, la ragionevolezza e il coraggio di affrontare le scelte a viso aperto, senza ricorrere sempre a strategie e sotterfugi”.

Sulla riforma è intervenuto anche il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano che si è espresso sull’indicazione del capo della forza politica: “E’ incompatibile con i nostri equilibri costituzionali“. Una clausola, secondo l’ex capo dello Stato, che ripresenta “il grande equivoco” per cui “l’elettore sia chiamato a votare per eleggere non solo il Parlamento, ma il capo dell’esecutivo”.

Lo spettro dell’emendamento sul Trentino-Alto Adige
In particolare il M5s se l’è presa con la Boldrini e poco prima con il presidente di turno Giachetti perché era stata respinta la richiesta di convocare la giunta per il regolamento di Montecitorio. I Cinquestelle avevano chiesto che l’organismo si riunisse per esprimersi su un punto in particolare: se fosse possibile modificare le deliberazioni dell’Aula con un voto di commissione. E’ il caso dell’emendamento sulla distribuzione dei seggi in Trentino-Alto Adige, sul quale era franato il precedente accordo dei partiti (compreso il M5s) per la legge elettorale. Ma quella votazione è stata “corretta” di nuovo in commissione, nei giorni scorsi, mantenendo però lo stesso iter per fare prima. Secondo Davide Crippa (M5s) “non ci sono precedenti”. Alla richiesta dei Cinquestelle si erano associati anche MdpSinistraItalianaFratelli d’Italia e Rocco Buttiglione dell’Udc. La richiesta è stata respinta dalla presidente della Camera scatenando le proteste e il lancio dei manuali dei regolamenti parlamentari.

Chi voterà la fiducia e chi la legge
La prima questione è politica. Chi voterà la fiducia visto che la legge è sostenuta da PdAp e centristi, ma non dal Mdp? E cosa faranno invece gli altri gruppi che appoggiano la riforma elettorale del Rosatellum, cioè Forza Italia e Lega Nord, che sono all’opposizione? Di sicuro Mdp non voterà la fiducia. Per il coordinatore Roberto Speranza la legge “è oltre i limiti della democrazia: qui si sta scherzando col fuoco. Una legge che toglie la sovranità ai cittadini di scegliere i propri eletti viene approvata togliendo la sovranità al Parlamento”. Dall’altra parte i berlusconiani e il Carroccio hanno annunciato il voto alla legge ma non alla fiducia. “Auspichiamo un rapido iter al Senato – dice il leghista Giancarlo Giorgetti – consapevoli che chiunque lo rallenti evidentemente vuole rinviare la data delle elezioni che si devono tenere invece il più presto possibile”. Alla Camera il Pd non ha particolari problemi per la fiducia, specie se Fi e Lega escono dall’Aula. Al Senato l’assenza di Mdp al momento del voto sul Def, per esempio, si è rivelata ininfluente e comunque c’è la stampella di alcuni gruppuscoli di centrodestra come il Gal e Ala, cioè i verdiniani.

Fiducia, l’arma anti-voto segreto
La seconda questione invece è tecnica. Il Pd e il resto della maggioranza hanno scelto la strada del voto di fiducia perché erano troppi i voti segreti perché il testo rimanesse integro. E’ stato il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato a chiamare il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per riferirgli che la fiducia sarebbe stata “opportuna”. E’ ancora fresca la ferita del patto Pd-M5s-Fi di fine primavera, crollato al primo scrutinio segreto su un emendamento sul sistema elettorale del Trentino-Alto Adige. Così il Pd ha abbandonato la strada degli emendamenti-canguro (cioè gli emendamenti che fanno decadere i successivi sullo stesso argomento) quando i capigruppo dei democratici e di Forza ItaliaLega e Alternativa Popolarehanno visto che i voti segreti sarebbero stati almeno 100soprattutto perché il tentativo con Mdp per fargli rinunciare alle richieste di voto segreto era finita malissimo.

Come si svolgeranno i 3 voti di fiducia
Come nel caso dell’Italicum, due anni fa, saranno tre le fiducie, sui primi tre articoli dei cinque di cui si compone la legge elettorale, che saranno votate da domani nell’Aula della Camera. Due si voteranno domani, la terza giovedì. La prima fiducia, sull’articolo uno si voterà dunque domani dalle 15,45; le dichiarazioni di voto avranno inizio dalle 13,45. La seconda fiducia, sull’articolo 2 sarà votata sempre domani dalle 19,30 (dichiarazioni di voto dalle 17,30). La terza fiducia, sull’articolo 3 si voterà giovedì dalle 11 (dichiarazioni di voto dalle 9). Dalle 13 in poi di giovedì saranno esaminati dall’Assemblea di Montecitorio gli altri due articoli del testo, su cui insistono una ventina di emendamenti, tutti da esaminare a scrutinio palese. A seguire, forse già giovedì, si esamineranno gli ordini del giorno e ci saranno le dichiarazioni di voto finali ed il voto finale: questa ultima votazione in base al regolamento di Montecitorio, è “secretabile“.

Fiducia sulla legge elettorale, terza volta nella Storia
Se le intenzioni della maggioranza saranno confermate, sarà la terza volta che viene posta la questione di fiducia su una legge elettorale dall’avvento della Repubblica in poi. La prima fu nel 1953 e fu posta dal governo di Alcide De Gasperi con “tumulti” alla Camera. L’approvazione avvenne poi di domenica (delle Palme) al Senato, anche se senza fiducia. Si trattava di quella che l’opposizione definì “legge truffa”, perché assegnava un premio di governabilità al partito che superava il 50 per cento dei voti validi. Nelle elezioni dello stesso anno il meccanismo non scattò e l’anno successivo la legge fu abrogata.

In tempi più recenti, quasi ai giorni nostri, l’altro episodio. Fu il governo Renzi a porre la fiducia sull’Italicum nell’aprile 2015. Tecnicamente le fiducie poste furono tre anche in quel caso. Il 4 maggio l’Italicum fu approvato a scrutinio segreto con 334 voti a favore, 61 contrari e 4 astenuti. L’Italicum, com’è noto, è stato poi smontato dalla Corte Costituzionale. Tra la legge del 1953 e l’Italicum, altre due riforme elettorali sono state approvate invece senza ricorso alla fiducia: il Mattarellum nel 1993, votato da una maggioranza trasversale, e il Porcellum nel 2005, con i soli voti della maggioranza di centrodestra.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/10/rosatellum-il-pd-blinda-la-legge-elettorale-dei-nominati-il-governo-pone-la-fiducia-grida-aula-ok-dal-quirinale/3904492/

La Finanza nelle aziende dei Renzi Senior: perquisite per 9 ore! …Ma dai media il silenzio assoluto! Vi immaginate cosa sarebbe successo se la Finanza fosse stata a casa di Grillo o della Raggi?

 

Finanza

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La Finanza nelle aziende dei Renzi Senior: perquisite per 9 ore! …Ma dai media il silenzio assoluto! Vi immaginate cosa sarebbe successo se la Finanza fosse stata a casa di Grillo o della Raggi?

 

La Guardia di Finanza nelle aziende dei Renzi: perquisite per ore

Nuvole nere si addensano sulle aziende dei Renzi.

Dopo aver festeggiato un fatturato di circa 10 milioni di euro con Eventi 6 e la coop Marmodiv, il braccio operativo della stessa Eventi, ieri le due società sono state visitate dalla Guardia di finanza nell’ ambito di un’ indagine della Procura di Firenze, scrive la Verità.

Le Fiamme gialle si sono fatte trovare davanti alle due aziende all’ ora di apertura (intorno alle 7 del mattino) e se ne sono andate verso le 16.

Sono stati impegnati una decina di finanzieri in borghese e anche le auto erano senza insegne. Ieri mattina una Alfa argentata era parcheggiata davanti alla Eventi 6 a Rignano sull’ Arno senza dare nell’ occhio. I militari hanno portato via numerosi scatoloni con all’ interno i documenti delle due amministrazioni e hanno anche eseguito una copia dei dati presenti nei server dei computer aziendali.

Gli investigatori, continua la Verità, hanno guardato in tutti i cassetti, dentro ai mezzi (furgoni e auto) e persino nei frigoriferi. L’ attività è collegata alle indagini sul fallimento della Delivery service, una cooperativa nata nel 2009 con sede legale presso Confocooperative (le coop bianche) in piazza San Lorenzo 1 a Firenze. Nel decreto di perquisizione era specificato che gli investigatori erano alla ricerca di eventuali collegamenti tra questa coop, la Europe service srl (altra cooperativa con sede in piazza San Lorenzo e tutt’ ora attiva), la Eventi 6 e la Marmodiv. Evidentemente gli inquirenti che investigano sul crac di Delivery ritengono che tra queste società ci sia uno scambio di fatture e lavori da approfondire.

fonte: http://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/la-guardia-di-finanza-nelle-aziende-dei-renzi-perquisite-per-ore-503096.html?refresh_ce

Quando deve essere un “saltimbanco” a farci aprire gli occhi – Maurizio Crozza e la vergognosa verità sull’alternanza scuola-lavoro di Renzi: Studenti messi a lavare i cessi, serve a far accettare la schiavitù! Giovani sfruttati per fare un regalo ai loro amici industriali!

Maurizio Crozza

 

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Quando deve essere un “saltimbanco” a farci aprire gli occhi – Maurizio Crozza e la vergognosa verità sull’alternanza scuola-lavoro di Renzi: Studenti messi a lavare i cessi, serve a far accettare la schiavitù! Giovani sfruttati per fare un regalo ai loro amici industriali!

Fedeli vuoi insegnare qualcosa ai mostri figli? Insegnagli questo: il lavoro VA PAGATO SEMPRE!

 

Guarda QUI il fantastico video di Maurozio Crozza

 
Come spesso accade nel mondo dei mass media governato dal minculpop del liberismo, tocca ad un uomo di spettacolo dire ciò su cui tacciono esimi professori, luminari vari, grandi firme dell’informazione della cultura. Nella sua trasmissione Maurizio Crozza ha detto la verità su quella vergogna immorale, oltre che incostituzionale, che è l’alternanza scuola lavoro.

A cosa serve mandare i giovani a lavorare per centinaia di ore nelle biblioteche come nei McDonald, negli uffici come magazzini? Semplice, serve ad insegnare loro che chi vorrà in futuro un posto di lavoro, dovrà ottenerlo accettando la schiavitù della prestazione gratuita. E non per poco tempo, il minimo di ore che uno studente delle scuole superiori deve realizzare è 200 – i licei – il massimo è 400 – gli istituti professionali. Se questo lavoro venisse retribuito con i voucher, cioè con le più infame delle remunerazioni, ogni studente dovrebbe ricevere dai 1500 ai 3000 euro. Questo è il furto materiale che i giovani subiscono grazie ad una legge dello stato. Ma il danno più grave è quello alla dignità, e questo non è commensurabile.

Abituare i giovani a lavorare gratis significa addestrarli ad un apprendistato di sfruttamento. Significa dire loro che quando entreranno nel mercato del lavoro, lo dovranno fare con la propria assoluta disponibilità, altro che contratti, leggi, diritti.

Significa insegnare ai giovani che i diritti di cittadinanza, la dignità della persona, la libertà, sono valori astratti, che nulla hanno a che vedere con ciò che accade nel lavoro. Dove invece bisogna solo servire.

Ed è la scuola pubblica, quella che dovrebbe reggersi sui principi della Costituzione fondata sul lavoro, che stravolge i suoi stessi fondamenti e quelli della nostra società, rifondandosi sul lavoro gratuito. La scuola dell’alternanza col lavoro gratis è una macchina della disedeucazione, è una formazione a rovescio, che insegna l’inevitabilità del male e come adattarsi ad esso.

Del resto tutta la riforma beffardamente chiamata la buona scuola ha un solo scopo: asservire la pubblica formazione ai peggiori interessi e persino istinti del mercato.
Crozza è un grande comico, ma la sua interpretazione della tremenda ministra Fedeli e le sue parole sul lavoro gratis non fanno ridere, fanno indignare. Ci vuole una lotta senza quartiere contro tutti i mascalzoni che stanno distruggendo la scuola pubblica, così come hanno demolito i diritti del lavoro.

PS: ora c’è anche un grave incidente sul lavoro. A La Spezia un ragazzo di 17 anni di un istituto professionale si è rotto le gambe mentre guidava un muletto in una fabbrica. È chiaro che alternanza scuola lavoro è legge criminale?

di Giorgio Cremaschi

Qualcuno Vi ha mai detto che i sindacati guadagnano sulle spalle dei precari delle agenzie interinali?

sindacati

 

 

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Qualcuno Vi ha mai detto che i sindacati guadagnano sulle spalle dei precari delle agenzie interinali?

 

Come riferisce l’ Il fatto quotidiano.it :

Leggendo tra le pieghe del “Contratto collettivo delle agenzie di somministrazione di lavoro”, le vecchie agenzie interinali, si scopre che viene previsto un trasferimento di denaro ai sindacati come “sostegno al sistema di rappresentanza sindacale unitaria”. Stiamo parlando di circa 2 milioni di euro l’anno corrisposti, ormai, dal 2002.

Potenza di un settore complicato come il lavoro super-precario, quello della somministrazione, dove non c’è un rapporto a due, dipendente-datore di lavoro, ma a tre: lavoratore, agenzia di somministrazione, impresa utilizzatrice. L’agenzia svolge una funzione di mediazione assumendo direttamente il dipendente e poi “prestandolo” all’impresa che ne fa richiesta generalmente per un contratto a tempo determinato.

Il sistema è stato introdotto nel 1997 dall’ allora ministro Treu e riformato dal centrodestra con la “leggeBiagi” nel 2003. Anche questo comparto viene regolato da un Contratto collettivo nazionale siglato, per le agenzie, da Assolavoro e, per il sindacato, dal Nidil-Cgil, Felsa-Cisl, Uil-Temp. Trattandosi di un comparto fortemente spezzettato, con lavoratori che non prestano servizio presso il proprio specifico datore di lavoro (le agenzie) ma presso imprese disseminate sul territorio, non ci sono delegati sindacali di azienda o di fabbrica, ma direttamente nominati dal sindacato.

Per questo tipo di attività sindacale, già nel contratto del 2002, si stabilì che le organizzazioni firmatarie beneficiavano di un contributo pari a un’ora ogni 1700 lavorate, dal valore di 7,75 euro l’ora. Nel 2008 quel valore è stato innalzato a 10 euro l’ora.

Cosa fanno i sindacati con quei soldi?

La differenza di salario per il lavoratore è minima, pochi centesimi.Nessun lavoratore intenterebbe una vertenza per pochi spiccioli con la prospettiva di perdere il lavoro. Quei pochi centesimi moltiplicati per le decine di milioni di ore lavorate, però, possono portare a risparmi per le Agenzie nell’ordine di 10 o 20 milioni di euro l’anno. Nulla di illegale. Solo una delle tante contraddizioni che agitano il sindacato.

Fonte : ilfattoquotidiano.it

Qualcuno spieghi a queste bestie che lo sciopero della fame a staffetta, che in sostanza consiste nello scioperare tra l’ora di pranzo e l’ora di cena, tecnicamente è definito “presa per il culo”…!!

sciopero della fame

 

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Qualcuno spieghi a queste bestie che lo sciopero della fame a staffetta, che in sostanza consiste nello scioperare tra l’ora di pranzo e l’ora di cena, tecnicamente è definito “presa per il culo”…!!

Lo sciopero della fame per lo ius soli di Delrio comincia dalla Fiera del tartufo

Lo sciopero della fame “a staffetta” del Pd è solo l’ennesima pagliacciata per distrarre gli italiani dall’incapacità del governo di risolvere i problemi che affliggono questo Paese.

Per di più, sembra che si tratti più di un’operazione di marketing che una scelta sincera, anche perché, mentre scioperava, Delrio si trovava alla Fiera del tartufo di Alba, come spiega Libero:

“Lo sciopero della fame del Pd per lo Ius soli comincia nel peggiore dei modi: alla fiera del tartufo d’Alba, prelibatezza gastronomica non proprio per tutti. È lì che hanno beccato il ministro Graziano Delrio, che ha sottoscritto l’appello di Luigi Manconi per “sensibilizzare” il Parlamento sulla cittadinanza agli stranieri. L’iniziativa, di per sé abbastanza comica (i politici, ministri e parlamentari, avrebbero a disposizione ben altre armi per combattere le loro battaglia), non solo è una mezza farsa perché il digiuno è parziale (sono ammessi fino a tre cappuccini al giorno) ma è pure a staffetta, quindi nessun onorevole rischierà la pelle come fatto più volte in passato da Marco Pannella, uno che di digiuni e ricoveri se ne intendeva. E poi, come detto, si comincia nella fiera delle leccornie, tra funghi, olio tartutafo, foie gras e Barolo. O per Delrio c’è una punta di sadomasochismo oppure viene il dubbio che, scontata la propria staffetta, il ministro abbia potuto cedere alle tentazioni dei sensi.

Come ricorda Il Giornale, insieme a Delrio è stato avvistato in Piemonte anche un altro firmatario, il viceministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero. Insieme a loro, si sono già prenotati per la staffetta non-mangereccia l’ormai ex direttore dell’Unità Sergio Staino (nuovo vignettista di Avvenire) che digiunerà il 15 ottobre, il deputato Pd musulmano Khalid Chaouki Pd (per tre giorni di fila, dal 9 all’11 ottobre), l’altra islamica Sumaya Abdel Qader, consigliera comunale Pd a Milano (dopodomani, insieme a Rosy Bindi) mentre l’ex ministra Cecile Kyenge, eurodeputata, non toccherà cibo i quattro sabati di ottobre. Sorpresa: a digiunare tutto il mese sarà solo un firmatario: “Adolf Hitler”. Un fake, ovviamente, ma lo scherzo mai come stavolta suona piuttosto gustoso.”

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2017/10/08/lo-sciopero-della-fame-per-lo-ius-soli-di-delrio-comincia-dal-tartufo/