Berlusconi: “Riporteremo la legalità in Sicilia”… E infatti, elezioni falsate da voti comprati, 5 indagati in 18 giorni ed ora tagli alle associazioni antimafia! Ma Musumeci non è la Raggi, è “uno di loro” e allora… SILENZIO!

 

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Berlusconi: “Riporteremo la legalità in Sicilia”… E infatti, elezioni falsate da voti comprati, 5 indagati in 18 giorni ed ora tagli alle associazioni antimafia! Ma Musumeci non è la Raggi, è “uno di loro” e allora… SILENZIO!

No, Musumeci non è la Raggi. Fa parte del “loro” sistema, quello di Renzi, Berlusconi, Meloni, Salvini e compagnia bella, quello che ha affossato l’Italia, ma che tra inciuci e intrallazzi rimane col culo per saldo sulla poltrona.

Quello che sta succedendo in Sicilia, dove il pregiudicato Berlusconi, aveva promesso di riportare la legalità (????) ha dell’allucinante.

Elezioni del tutto falsate dalla compravendita dei voti e liste traboccanti di “imprtesentabili” (che però portano voti, voti che puzzano di merda, ma sempre voti sono) che inevitabilmente stanno dando i loro frutti in quanto a guai giudiziari.

Ed è di questi giorni la notizia dell’ultima porcata: Tagli alle associazioni antimafia…

“Le assegnazioni di contributi regionali alle associazioni vanno riviste colmando vistosi buchi, primo tra tutti quello che riguarda le associazioni antimafia. Al di la di chi abbia predisposto a monte l’elenco e i relativi finanziamenti, c’è adesso da rimediare a tagli che penalizzano strutture che hanno svolto un’azione meritoria sul terreno della diffusione del messaggio e della cultura della legalità, come l’associazione intitolata a Pio La Torre”. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro , che aggiunge. “Non ci sono chiari i criteri che hanno ispirato scelte certamente sbilanciate, che oltre all’antimafia penalizzano anche altri importanti settori. Al Presidente Musumeci – afferma Pagliaro- chiediamo un intervento immediato affinchè importanti esperienze non vadano perdute, definendo anche una volta per tutte criteri certi per l’accesso ai contributi evitando così una volta per tutte che questi diventino merce di scambio col consenso politico- elettorale”.

Ma ancora più allucinante è il comportamento dei media: silenzio, silezio silenzio assoluto…

Che poi, dopo il trattamento riservato alla Raggi, sa tanto di presa per i fondelli…

By Eles

Da LiveSicilia:

Le inchieste e l’avvio choc dell’Ars. C’è un’indagine ogni tre giorni

Da De Luca a Genovese: tutti i cicloni che hanno investito il Palazzo.

PALERMO – La diciassettesima legislatura di Palazzo dei Normanni non ha ancora preso il via ufficialmente ma è già stata travolta cinque volte in meno di venti giorni da altrettante inchieste giudiziarie: la media è di una indagine ogni tre giorni. Dal 5 novembre a oggi, al termine di una campagna elettorale giocata anche sul tema dei cosiddetti ‘impresentabili’, sono trascorsi 18 giorni e sono quattro i nuovi deputati regionali sottoposti a indagine, mentre un quinto è alle prese con una indagine che riguarda l’ente di formazione da lui guidato fino alla passata estate. L’ultimo in ordine di tempo è Luigi Genovese, erede di una delle famiglie politiche più influenti a Messina, eletto con 17.359 voti all’Ars e ora sotto inchiesta per riciclaggio: lui però si dice “certo” della regolarità della sua condotta.

Il primo terremoto giudiziario investe il nuovo Parlamento tre giorni dopo il voto e l’epicentro, anche in questo caso, è Messina:Cateno De Luca, rientrato all’Ars dopo uno stop di una legislatura e dopo aver raccolto 5.418 voti sotto le insegne dell’Udc, finisce agli arresti domiciliari con l’accusa di evasione fiscale. “Anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione”, disse De Luca dalla sua abitazione. L’ex sindaco di Fiumedinisi, tornato in libertà nelle scorse ore per decisione del gip, è accusato di avere evaso oltre 1,7 milioni di euro. “Lo schema evasivo emerso – spiegarono gli investigatori – prevedeva l’imputazione di costi inesistenti da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi srl”. La frode si sarebbe sviluppata “basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta”. Tre giorni fa la revoca dei domiciliari e lo sfogo del deputato messinese attraverso Facebook: “Sono un uomo libero Il gip ha revocato l’arresto, il sequestro, ha sconfessato tutto, tutte le porcherie, che noi abbiamo subito in questi giorni”, disse. Poi il contrattacco: “Stiamo denunciando tutti per falso in atti giudiziari, infedele patrocinio, per calunnia. Ce ne è per tutti”.

Tre giorni dopo è la volta di Edy Tamajo, recordman delle preferenze nel collegio di Palermo e rieletto a Sala d’Ercole con Sicilia Futura: per lui 13.984 voti e la palma di candidato più votato a Palermo. L’inchiesta della guardia di finanza di Palermo riguarda un presunto giro di voti comprati: 25 euro a preferenza.  Ad associarsi al neo deputato sarebbero stati coloro che avrebbero fatto da tramite per promettere “a numerosi elettori nella sua qualità di candidato alle elezioni regionali siciliane del novembre 2017 utilità consistenti nella soma di euro venticinque per ogni voto elettorale espresso in suo favore”. Anche per Tamajo, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, la prima difesa è arrivata sui social network: “Posso affermare , senza timore di smentita , di non aver mai comprato un solo consenso ma di aver costruito la mia carriera politica sull’attività quotidiana a favore della gente e della collettività. Si tratta di condotte che sono lontano anni luce dal mio modo di fare politica, da quello della mia famiglia e del mio gruppo politico”, le sue parole su Facebook. Il 14 novembre l’interrogatorio in cui ha spiegato di non conoscere le persone intercettate nelle indagini: il deputato ha comunque preferito, su consiglio dei suoi legali, non rispondere in questa fase ai pm.

Due giorni fa, invece, è toccato a Forza Italia e al veterano dell’Ars Riccardo Savona che secondo il Giornale di Sicilia sarebbe finito sotto la lente d’ingrandimento della Procura con l’ipotesi di truffa e appropriazione indebita per un valore di circa mezzo milione di euro. Insieme con la moglie Cristina Maria Bertazzo, anche lei sotto inchiesta, sarebbe stato “protagonista di una serie di compravendite immobiliari che chi indaga ritiene fittizie”. Il deputato, terzo degli eletti tra i forzisti di Palermo con 6.554 voti e giunto alla sua quinta legislatura, ha parlato di “una montatura fatta da un avvocato e altri soggetti”. Savona si è detto “assolutamente sereno, mi dà fastidio – ha aggiunto – solo essere stato tirato in ballo in questo momento politico particolare”. E ancora: “In questa storia la vittima sono io. Anche mia moglie è estranea. So che c’è stata una indagine della guardia di finanza ma non mi pare che sia emerso nulla di anomalo. Io ho chiesto ai magistrati di essere ascoltato il prima possibile”.

L’elenco dei cicloni giudiziari vede coinvolto anche Tony Rizzotto, il primo storico deputato regionale dei leghisti di Matteo Salvini. Di certo c’è che i pm indagano sull’attività dell’ente di formazione Isfordd, per cui viene ipotizzato il reato di peculato Rizzotto era rappresentante legale dell’ente fino all’estate scorsa: “Non so nulla, non sono più il presidente dell’ente”, le parole del neo deputato all’Ansa.

Tutto questo mentre la Procura di Catania ha aperto un’indagine per “voti comprati” ad Acireale. I pm etnei hanno acceso i riflettori sul voto anche in virtù delle vicende che hanno riguardato il consigliere comunale acese Antonio Castro, in lista con Forza Italia il 5 novembre, con la trasmissione tv Le Iene  che ha immortalato una scena con uno scambio di denaro. Castro, attraverso il suo legale, ha escluso di aver “comprato” voti, anche attraverso intermediari.

Fin qui le inchieste scoppiate dopo il 5 novembre, ma la nuova Ars dovrà fare i conti anche con le indagini precedenti: come quella a carico di Marianna Caronia, tornata a far parte del Parlamento regionale con Forza Italia dall’alto dei 6.370 voti raccolti. Caronia è indagata nell’ambito dell’inchiesta sull’armatore Ettore Morace.  La procura chiese l’arresto anche per lei ma il gip ritenne che no vi fossero indizi di colpevolezza “qualificabili come gravi”.

Indagini sono in corso anche su un ex deputato, Giambattista Coltraro, a cui non è riuscita la rielezione a Palazzo dei Normanni nonostante i 2.752 voti ricevuti con l’Udc a Siracusa. L’ex deputato è uno dei sette indagati per i reati di falsità materiale e ideologica, abuso d’ufficio, soppressione di atti pubblici, uso di atti falsi e tentata truffa aggravata, finalizzati all’erogazione delle agevolazioni finanziarie della Comunità Europea. Da deputato, invece, Coltraro fu indagato nel 2015: l’accusa era quella di aver prodotto degli atti notarili falsi che avrebbero consentito l’appropriazione di terreni appartenenti a ignari proprietari. Il terremoto giudiziario, infine, ha sfiorato anche il Movimento cinque stelle, che nella passata legislatura ha visto Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca rinviati a giudizio per la vicenda sulle presunte firme false di Palermo. Questa volta l’indagine riguarda un candidato agrigentino alle ultime Regionali, Fabrizio La Gaipa, ‘portatore’ di 4.357: è finito sotto inchiesta per estorsione ai danni di due dipendenti che sarebbero stati costretti a firmare buste paga false. La Gaipa, primo dei non eletti tra i grillini di Agrigento, si trova ai domiciliari.

fonte: http://livesicilia.it/2017/11/23/sicilia-deputati-indagati-genovese-ars_909695/

Sveglia Gente – Nel silenzio più assoluto questo governo sta dando l’ultima picconata alla libertà di stampa. Stanno varando una serie di norme per criminalizzare i giornalisti e ridurli al silenzio! Ma a voi che ve ne frega? Continuate a guardarvi il Grande Fratello…

 

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Sveglia Gente – Nel silenzio più assoluto questo governo sta dando l’ultima picconata alla libertà di stampa. Stanno varando una serie di norme per criminalizzare i giornalisti e ridurli al silenzio! Ma a voi che ve ne frega? Continuate a guardarvi il Grande Fratello…

 

Temo che da cittadini non vi stiate minimamente rendendo conto di quel che sta accadendo sotto ai vostri occhi.
Che paese è quello che permette ad un governo di confezionare norme per criminalizzare i giornalisti?
Eppure sta accadendo sotto ai vostri occhi ma nemmeno ve ne state accorgendo.
Con il decreto intercettazioni chi pubblica notizie rilevanti ma coperte da segreto rischia 3 anni di prigione, e si stanno moltiplicando i sequestri di PC e materiale dentro alle redazioni.
La legge che voleva Berlusconi è diventata realtà con il ministro Orlando e si sta andando ben oltre questa norma ammazza intercettazioni e bavaglio alla stampa perché si sta criminalizzando il lavoro di persone che si vedono persino portare via i propri archivi.
Giornalisti che indagano sugli scandali bancari, sulla corruzione, sul malaffare.
L’obiettivo è svelare le loro fonti.
Come fa a non mettervi i brividi tutto questo? Eppure tutto questo silenzio mi sconvolge.
Eravate in molti il 9 novembre a sentire Gianluigi Paragone che vi parlava di scandali finanziari e di legami con la politica e tanti avete comprato il libro #GangBank.
Così come in molti vi state interessando alla morte dubbia di #DavidRossi a MPS, o degli scandali sui Paradise Papers. Tanti di voi sono i creditori azzerati dai provvedimenti salva banche del governo.
Avete saputo chi se la rideva di gusto sul terremoto grazie alle intercettazioni o che per Buzzi il business dei migranti valeva di più dello spaccio di droga.
Eppure siete fermi di fronte ad un abominio del genere.
Provate a leggere: “la Guardia di Finanza ha acquisito gli hard disk del giornalista del Sole24Ore Nicola Borzi, che il 16 novembre ha pubblicato un articolo su alcuni conti della Presidenza del Consiglio e dei Servizi segreti.”
Ed solo uno dei tanti che stanno subendo questa cosa.
Con tutto il rispetto che posso avere per le forze dell’ordine che eseguono i sequestri e non decidono in autonomia, dove è finito il vincolo del segreto professionale che tutela la riservatezza delle fonti?
E come può essere costituzionale una legge che va contro persino alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10155869536616613&set=a.456722411612.241613.752171612&type=3&theater

 

FONTE: Ilaria Ricci Picciloni Portavoce M5s che ha condiviso il post di Nicola Borzi.

https://www.facebook.com/IlariaRicciPicciloni/posts/1764061930564809

 

Scusate, ma non dovevano abolire i vitalizi? Hanno così “tanto da fare” che sono riusciti perfino a rispolverare la questione dell’Inno di Mameli, vecchia di 70 anni. Ma dei vitalizi non se ne parla più!

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Scusate, ma non dovevano abolire i vitalizi? Hanno così “tanto da fare” che sono riusciti perfino a rispolverare la questione dell’Inno di Mameli, vecchia di 70 anni. Ma dei vitalizi non se ne parla più!

Il Pd pensa all’Inno di Mameli, ma dei vitalizi non se ne parla più

La mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali del 2018 ha lasciato tutti amareggiati, non di meno i politici del Pd, i quali hanno ben pensato di riconoscere il “Canto degli italiani” di Mameli come l’inno ufficiale della Repubblica.

È stato provvisorio per 71 anni, ma pur di rallentare e sotterrare il decreto che abolisce i vitalizi dei parlamentari all’ordine del giorno, si è trovato subito il tempo necessario all’approvazione dell’inno di Mameli.

Era lo scorso 25 Luglio, quando Renzi sbatteva in faccia ai 5 Stelle il voto alla Camera che aboliva i vitalizi dei parlamentari, ma da quel momento in realtà niente di fatto è stato portato a conclusione.

La norma è bloccata in Commissione Affari Costituzionali, in attesa di passare al vaglio 224 emendamenti presentati dagli accaniti oppositori, diversi di matrice Pd, 49 del solo Ugo Sposetti, ex tesoriere Ds. Inutile la presentazione da parte dei pentastellati di una richiesta di procedura d’urgenza per accelerare l’iter legislativo, la cui proposta è stata miseramente rifiutata.

Vito Crimi, senatore 5 Stelle e membro della Commissione Affari Costituzionali, rivela: “Per votare i 224 emendamenti presentati basterebbero due giornate di lavoro. Ricordo che la Boccadutri venne votata in Commissione in tre ore. Ma lì si trattava di salvare i soldi dei partiti, qui invece si tratta di togliere soldi ai politici”. Una prova che il bicameralismo perfetto funziona in maniera efficiente quando c’è la volontà dei politici: il decreto, portato al Senato il 10 settembre, diventa legge il 14 ottobre, sbloccando i 45,5 milioni di fondi ai partiti. Un batter d’occhio, se paragonato al tempo richiesto per la norma sui vitalizi.

Che non sia più una priorità lo si deduce anche dai temi affrontati nell’ultima direzione di partito del Pd, in cui si parla di Ius soli e biotestamento, ma dei vitalizi manco l’ombra, sebbene fosse all’ordine del giorno.

E se i parlamentari in questione si difendono imbarazzati a queste accuse, il leader della Lega, Matteo Salvini, attacca nel web: “Per il Pd è più urgente approvare lo Ius Soli rispetto al taglio degli spropositati vitalizi parlamentari. Ma certa gente non conosce la vergogna?”.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2017/11/19/vitalizi/

Reddito di Inclusione – Chi ne ha diritto e come ottenerlo.

 

Reddito di Inclusione

 

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Reddito di Inclusione – Chi ne ha diritto e come ottenerlo.

Reddito di inclusione al via dal 1 dicembre, per le famiglie fino a 485 euro: come fare domanda.

Dal primo dicembre sarà possibile presentare domanda per avere accesso al reddito di inclusione, la prima misura nazionale di contrasto alla povertà. Una circolare Inps spiega chi può presentare richiesta e quali sono le modalità per fare domanda.

Dal primo dicembre sarà possibile fare domanda per accedere al reddito di inclusione, la prima misura nazionale di contrasto alla povertà. Una circolare Inps specifica come funziona il ReI e come presentare la domanda per questa misura che prevede anche un progetto personalizzato per le persone in situazione di bisogno. Il beneficio riguarderà inizialmente le famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a quattro mesi dal parto e over 55 disoccupati. Potrà avere un valore di massimo 485 euro al mese, per un totale di 5.824 euro l’anno.

A chi spetta il ReI
La circolare dell’Inps sottolinea anche a chi viene concesso il ReI, ovvero ai nuclei familiari in condizioni di povertà. Potrà essere erogato per un massimo di 18 mesi e rinnovato per non più di 12 mesi solo dopo che siano passati sei mesi dalla prima prestazione. La famiglia beneficiaria del ReI deve attenersi al progetto personalizzato a pena di decurtazione o decadenza dalla prestazione. Il ReI è incompatibile con la fruizione della Naspi o di altri ammortizzatori sociali da parte di qualsiasi componente della famiglia.

Il nucleo familiare deve avere un reddito Isee in corso di validità non superiore a 6.000 euro e un valore dell’Isre (indicatore reddituale dell’Isee) a fini ReI non superiore a 3.000 euro. Inoltre, oltre alla casa di abitazione, non si può avere un patrimonio immobiliare superiore a 20.000 euro e uno mobiliare superiore a 10.000 euro (in caso di tre componenti). Possono fare domanda per il ReI i cittadini dell’Ue o gli extracomunitari con permesso di lungo soggiorno residenti in Italia in via continuativa da almeno due anni.

L’importo del reddito di inclusione è pari al massimo a 485 euro mensili (in caso di almeno cinque componenti) ma potrebbe aumentare l’anno prossimo a fronte di risorse ulteriori che dovrebbero essere stanziate nella legge di bilancio, arrivando fino a 540 euro. Il beneficio economico viene erogato – spiega ancora l’Inps – per il tramite della Carta acquisti ridenominata Carta ReI che consente anche prelievi di contante entro la metà dell’importo massimo attribuito. La Carta viene concessa dalle Poste.

Come presentare domanda
La domanda dovrà essere presentata nei comuni o in altri punti di accesso individuati dagli stessi comuni. Il modello fornito dall’Inps è scaricabile sul sito dell’istituto di previdenza. Sono poi le amministrazioni locali a comunicare le informazioni contenute nelle domande all’Inps entro 15 giorni dalla ricezione della richiesta. L’Inps verifica le condizioni del possesso dei requisiti entro cinque giorni. In caso di esito positivo l’Istituto riconosce il reddito di inclusione a condizione che venga firmato il progetto personalizzato.

 

Evo Morales: «Gli Stati Uniti sono il vero pericolo per la pace mondiale»

 

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Evo Morales: «Gli Stati Uniti sono il vero pericolo per la pace mondiale»

Il presidente boliviano risponde agli Stati Uniti che si ostinano a voler dipingere il Venezuela come una minaccia

Non passa giorno senza che da Washington partano accuse dirette al Venezuela. Il paese minacciato, assediato finanziariamente e colpito da sanzioni viene definito una minaccia per la stabilità della regione americana e la pace mondiale.

In merito fa sentire la propria voce attraverso Twitter, il presidente della Bolivia Evo Morales. Il leader ‘Aymara’ scrive: «Ossessionati dal saccheggio delle risorse naturali, gli Stati Uniti accusano il Venezuela di essere una minaccia mondiale. Visti i precedenti di distruzione dell’ambiente, finanziamento di colpi di Stato sanguinosi, invasioni armate, embarghi economici e genocidi con bombe atomiche, gli Stati Uniti sono il vero pericolo per la pace mondiale».

Un altro prete idiota: ” Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?” …A questo punto perchè non rivolgiamo un pensiero anche a quelle povere donne che hanno assassinato sui roghi?

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Un altro prete idiota: ” Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?” …A questo punto perchè non rivolgiamo un pensiero anche a quelle povere donne che hanno assassinato sui roghi?

 

Secondo don Francesco Pieri tra il capo di Cosa Nostra, responsabile di centinaia di omicidi e di stragi che hanno segnato la storia d’Italia, e la radicale Emma Boninomoralmente non c’è differenza“.

Sul suo profilo Facebook, come segnala Il Resto del Carlino, è comparso il post: “Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?“. Un’altra polemica che nasce dalle esternazioni online di un sacerdote del capoluogo emiliano, dopo le parole scritte da don Lorenzo Guidotti riguardo la violenza subita da una 17enne dopo una serata alcolica per la quale aveva detto di non provare pietà. Solo che vedo meno gente disposta a indignarsi e schierarsi per questi innocenti.

Per il momento la Bonino non ha ribattuto.

Insomma, ancora una esternazione da parte di un prete idiota. E, purtroppo, sembra che nella chiesa ce ne sono troppi.

Tanto per capirci, a questo punto perchè non parliamo anche di quelle povere donne che preti idioti come Don Pieri hanno assassinato sui roghi?

 

Da La Repubblica:

Bologna, un altro prete choc sul web: “Ha fatto più morti Riina o Bonino?”

Provocazione di don Pieri su Facebook, paragonando mafia ad aborto. Una settimana dopo il caso di don Guidotti sullo stupro “cercato”. Puglisi (Pd): “Parole feroci, è adatto a insegnare?”

BOLOGNA Un altro sacerdote bolognese al centro delle polemiche per un commento choc su Facebook. Dopo il caso di don Guidotti, che di una ragazza vittima di stupro scrisse sulla sua bacheca che se l’era cercata, adesso è il turno di don Francesco Pieri che dal suo pulpito digitale ha postato una provocazione piuttosto forte sulla sua pagina (già ristretta nella serata di sabato ai soli amici, viste le prime reazioni): «Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?». Il prete,  docente alla Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna, incassa anche il ‘mi piace’ di don Massimo Vacchetti, vice-economo della Curia e responsabile della Pastorale dello sport. Il riferimento evidente è all’impegno politico e civile della Bonino per la legge sull’aborto: l’acrobazia social del prete è stata segnalata sul Resto del Carlino di questa mattina.

«Moralmente non c’è differenza», scrive don Pieri tra i commenti ricordando che il Concilio Vaticano II con la sua Gaudium et spes «mette l’aborto (non importa se legalizzato, ospedalizzato e mutuabile o no) in serie con “genocidio, omicidio volontario” e altri crimini orrendi (GS 27), tra cui certamente quelli di mafia, e lo definisce “abominevole delitto” (GS 51). Solo che vedo meno gente disposta a indignarsi e schierarsi per “questi” innocenti. Anche tra chi metterebbe la mano sul fuoco per il Vaticano II».

Don Pieri cita anche il cardinale Giacomo Biffi, morto nel 2015, riproponendo un articolo del 1998, in cui l’ex arcivescovo bolognese paragonava l’aborto ai lager nazisti.

“Voglio esprimere la mia solidarietà ad Emma Bonino, per l’ignobile accostamento delle sue battaglie per l’autodeterminazione delle donne con gli efferati delitti di mafia commessi da Totò Riina. Mi chiedo se una persona che afferma simili enormità,come don Lorenzo Pieri, sia adeguata all’insegnamento?”. Se lo chiede la senatrice Pd Francesca Puglisi, presidente della commissione contro il femminicidio.  “Ha espresso parole feroci, che offendono la dignità delle donne – sottolinea la parlamentare – Ignoranza populista allo stato puro, eccitata da Facebook.
Solidarietà anche al Vescovo, Matteo Zuppi, che in un tempo non certo semplice, sta cercando di guidare la comunità bolognese”.

Don Francesco Pieri è “un amico del Popolo della Famiglia, al quale rivolgiamo un commosso abbraccio di solidarietà”. Così, in una nota l’esponente del Popolo della Famiglia e già candidato sindaco a Bologna per questa formazione politica, Mirko De Carli. Il prete, secondo De Carli, è”vittima della gogna mediatica: nel giro di pochi giorni, per la seconda volta, i media stanno cercando di mettere sulla graticola un sacerdote della diocesi di Bologna, per un post privatamente scritto su Facebook. È evidente che, in un momento di disorientamento e di divisione nel mondo cattolico, si vogliano colpire le prese di posizione degli ecclesiastici che suonano meno allineate con il pensiero unico”. O semplicemente non allineate con la legge?

fonte: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/11/19/news/bologna_un_altro_prete_choc_sul_web_ha_fatto_piu_morti_riina_o_bonino_-181510209/

 

Pro memoria per quelli che festeggiano la morte di Riina ma continuano a votare Forza Italia: Totò Riina: “Ogni sei mesi Berlusconi ci pagava 250 milioni”

Totò Riina

 

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Pro memoria per quelli che festeggiano la morte di Riina ma continuano a votare Forza Italia:  Totò Riina: “Ogni sei mesi Berlusconi ci pagava 250 milioni”

…perchè Totò Riina ha parlato poco, ma quando ha parlato…

Da La Repubblica:

Mafia, Totò Riina: “Ogni sei mesi Berlusconi ci pagava 250 milioni”

Nuove rivelazioni del boss intercettato in carcere a Opera sul “patto di protezione”. E su Dell’Utri: “Una persona seria”

PALERMO – Salvatore Riina in carcere fa una battuta dietro l’altra sui “festini in Sardegna e in Puglia” di Silvio Berlusconi. “Mubarak Mubarak”, ride durante la consueta passeggiata pomeridiana, riferendosi alla versione data dall’ex premier su Ruby, nipote del presidente dell’Egitto. “Che disgraziato, è un figlio di puttana che non ce n’è”. E giù con altre risatine. Ma il tono della voce si fa serio quando inizia il racconto degli anni Ottanta e Novanta su Berlusconi: “A noialtri ci dava 250 milioni ogni sei mesi”, spiega il capo di Cosa nostra al compagno di ora d’aria, il pugliese Alberto Lorusso. E anche questa frase è finita nelle intercettazioni disposte dai pm di Palermo nel processo “trattativa”.

Per la prima volta, Riina rivela come si articolò quel “patto di protezione” che la Cassazione ha accertato definitivamente, mandando l’ex senatore Marcello Dell’Utri in carcere. Perché Dell’Utri sarebbe stato l’intermediario fra i vertici della mafia e Berlusconi, che prima temeva un sequestro, poi attentati ai suoi ripetitori in Sicilia. È la storia di una lunga stagione, che Riina racconta così, il 22 agosto dell’anno scorso: “È venuto, ha mandato là sotto ad uno, si è messo d’accordo, ha mandato i soldi a colpo, a colpo, ci siamo accordati con i soldi e a colpo li ho incassati”. Diversamente, come è emerso dai processi, andò a Catania. Conferma Riina: “Gli hanno dato fuoco alla Standa ed i catanesi dicono: ma vedi di…. Non ha le Stande? gli ho detto: da noi qui ha pagato… così li ho messi sotto. Gli hanno dato fuoco alla Standa… minchia aveva tutte le Stande della Sicilia. Gli ho detto: bruciagli la Standa”.

Ed ecco il passaggio che per i pm vale più di tutti i racconti dei pentiti al processo Dell’Utri: “A noialtri ci dava 250 milioni ogni sei mesi”, rivela il capo di Cosa nostra dopo 47 minuti di passeggiata nell’atrio del carcere milanese di Opera. E spiega come iniziò tutto: “Quello… è venuto il palermitano… mandò a lui, è sceso il palermitano ha parlato con uno… si è messo d’accordo… Dice vi mando i soldi con un altro palermitano. Ha preso un altro palermitano, c’era quello a Milano. Là c’era questo e gli dava i soldi ogni sei mesi a questo palermitano. Era amico di quello… il senatore”. Ovvero, Dell’Utri, che Riina definisce “una persona seria”. Il “palermitano” dovrebbe essere invece il boss Tanino Cinà, che negli anni Settanta suggerì a Dell’Utri di mandare Vittorio Mangano come stalliere ad Arcore quando Berlusconi cercava “protezione”.

Adesso, questo monologo di Riina è agli atti del processo Stato-mafia: per i pm Di Matteo, Del Bene, Tartaglia e Teresi è una conferma del ruolo di intermediario svolto da Dell’Utri nella seconda fase della trattativa. Oggi, però, Riina esprime giudizi pesanti sull’ex premier, anche se precisa di non averlo mai incontrato (“Non era così famoso ai miei tempi, altrimenti l’avrei cercato”): “Noi su Berlusconi abbiamo un diritto, sapete quando? Quando siamo fuori lo ammazziamo”. Precisa: “Non lo ammazziamo però perché noi stessi non abbiamo il coraggio di prenderci il diritto”. Alla fine, riprende a scherzare attorno al “buffone”, al “disgraziato”, così lo chiama. Scherza sui soldi che Berlusconi deve all’ex moglie. E sul calciatore brasiliano Pato, fidanzato con la figlia dell’ex premier: “Sta Barbarella è potentosa come suo padre, si è messa sotto quello lì, lui era un potente giocatore e non ha potuto giocare più”. Prima di rientrare in cella, Riina dà del “disgraziato” al ministro Angelino Alfano. E Lorusso concorda: “Il più cattivo ministro di sempre, si sta impegnando per i sequestri di beni”.

fonte: La Repubblica – 30 agosto 2014

 

leggi anche:
Mafia, Totò Riina: “Ogni sei mesi Berlusconi ci pagava 250 milioni” – E ricordiamo che solo ieri i “nostro” Silvio aveva dichiarato: “Dell’Utri, un italiano modello in carcere”…!!
Berlusconi in campo per Dell’Utri: “Un italiano modello in carcere” – Perchè un vero Italiano, un Italiano modello deve essere mafioso e delinquente!

Ricordiamo l’antropologa Amalia Signorelli e le parole di profonda stima che ebbe nei confronti di Renzi: “con la sua famiglia, è socio-antropologicamente un caso emblematico della peggiore piccola borghesia clientelare e scalatrice Italiana, assatanata per il potere”

 

Amalia Signorelli

 

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Ricordiamo l’antropologa Amalia Signorelli e le parole di profonda stima che ebbe nei confronti di Renzi: “con la sua famiglia, è socio-antropologicamente un caso emblematico della peggiore piccola borghesia clientelare e scalatrice Italiana, assatanata per il potere”
La professoressa Amalia Signorelli commenta la nomina del padre di Renzi a Rignano: “Renzi dimostra una brama di potere priva di buongusto, occupa ogni poltroncina”
“La sua famiglia emblema della peggiore piccola borghesia assatanata per il potere”
“La famiglia Renzi socio-antropologicamente è un caso abbastanza rappresentativo ed emblematico della piccola borghesia clientelare e scalatrice italiana. O meglio: è rappresentativa della parte peggiore di quella piccola borghesia“. Sono le caustiche parole dell’antropologa Amalia Signorelli, ospite de L’aria D’Estate (La7), a proposito della famiglia di Matteo Renzi.
“Ci hanno fatto assistere a una scena grottesca” – continua – “Prima esistevano delle piccole virtù chiamate ‘discrezione’, ‘pudore’, ‘saper farsi da parte quando arriva il momento’. Non mi piace questo assatanamento per il potere. Ma io dico a Renzi: Vergognati. C’hai potere in tutta Italia. Se tuo padre non sa che fare e si vuole divertire in qualche modo, compragli un cane“.
E chiosa: “Da queste persone ai quali si danno stipendi di stralusso, aerei personali per fare lo show a Rio De Janeiro, vantaggi di ogni genere, bisognerebbe avere almeno un po’ di discrezione e di buon gusto, se non di onestà. Qui chiedere l’onestà è effettivamente una esagerazione”
fonte QUI
Nota:

Amalia Signorelli (Roma, 6 agosto 1934 – Roma, 25 ottobre 2017) è stata un’antropologa italiana.

Si è occupata dei processi di modernizzazione e del cambiamento culturale nell’Italia meridionale, di migrazioni, di clientelismo, della condizione femminile, delle trasformazioni delle culture urbane.

È stata opinionista nei programmi televisivi BallaròDimartedìFuori ondaTagadàL’aria che tiraOtto e mezzo e Servizio pubblico.

(da Wikipedia)

Il Procuratore della Repubblica Domenico Seccia: “Riina è morto, la Mafia no”…

Riina

 

 

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Il Procuratore della Repubblica Domenico Seccia: “Riina è morto, la Mafia no”…

“Ricordiamolo sempre: noi non siamo come loro”.

Riina è morto, la Mafia no

Alcune carte processuali sembrano dimostrare che dall’inizio della carcerazione di Totò Riina la Commissione di Cosa Nostra da lui presieduta non si sia più riunita. Ciò dimostra che il Capo dei Capi, nonostante una detenzione severa com’è quella del 41 bis, fosse ancora percepito come il boss dell’organizzazione. La sua pericolosità era, quindi, intatta e così la sua capacità di esercitare, potenzialmente, il potere.

Scomparso il capo nella mafia siciliana si apre il problema della successione, cosa mai avvenuta sinora, a riprova della compattezza dell’organizzazione attorno alla figura di Riina. Tale fase può svolgersi in due modi, o attraverso la riconvocazione della Commissione o con una nuova stagione di sangue. Ipotesi, quest’ultima, più remota in quanto dipendente dal potenziale militare di Cosa Nostra, notevolmente ridotto dall’incessante azione dello Stato. Lo dimostra il calo, negli ultimi anni, degli omicidi commessi dalla mafia siciliana.

Questo, tuttavia, non deve far abbassare la guardia. Non solo perché esiste ancora la cosiddetta “mafia dei colletti bianchi“, che troppo spesso infiltra l’attività pubblica e istituzionale. Ma anche per l’emergere e il consolidarsi di altre organizzazioni, altrettanto pericolose, a diverse latitudini. Pensiamo alla ‘ndrangheta calabrese, ai clan camorristici della Campania, alla mafia foggiana e a quella garganica, di cui ci si sta occupando troppo poco. Quando si parla di malavita tendiamo a concentrarci sui nomi altisonanti dei boss, dimenticando che essi sono solo la punta dell’iceberg di una guerra allo Stato ancora in corso. L’antimafia deve quindi continuare a occuparsi del fenomeno nel suo complesso, a prescidente dai singoli protagonisti.

Tornando alla morte di Riina voglio concludere con una riflessione personale. Sarebbe forse stato opportuno riconsiderare le sue condizioni detentive, dandogli la possibilità di esalare l’ultimo respiro in un luogo diverso dal carcere. Sarebbe stata la risposta migliore alle mafie. Così facendo lo Stato avrebbe, infatti, dimostrato di avere un concetto di umanità profondamente diverso dalla bestialità che caratterizza le organizzazioni criminali. Ricordiamolo sempre: noi non siamo come loro.

Domenico Seccia, Procuratore della Repubblica di Fermo, ex componente della Dda di Bari

La denuncia della scienziata Elena Cattaneo: “Troppi ignoranti siedono in Parlamento”…!

Parlamento

 

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La denuncia della scienziata Elena Cattaneo: “Troppi ignoranti siedono in Parlamento”…!

Elena Cattaneo: “Per molti politici non c’è differenza tra ciarlatani e medicina”

Vaccini, Ogm, Stamina. Non è l’Italia ad essere oscurantista, ma la politica a dar retta alle spinte meno serie della gente. E i media non aiutano

La rivista “Nature” l’ha salutata con un “Brava Elena”, attribuendole, giustamente, la vittoria nell’affaire Stamina.
Ma Elena Cattaneo è molto di più. Scienziata dell’Università di Milano, seduta su una pila di riconoscimenti internazionali, è stata nominata da Giorgio Napolitano senatore a vita. Ed è convinta che educare la politica alla scienza sia la mossa vincente. Ma non solo.Caso Stamina, sperimentazione animale. Ma non solo. Spesso gli orientamenti degli italiani vanno contro i risultati della scienza. Perché secondo lei?
Benchè gli italiani, come tutti, siano immersi ed indissolubilmente legati a quanto conseguito dalla scienza, succede che venga vissuta, paradossalmente, come poco accessibile e poco vicina al sentire dei cittadini. Per un verso gli scienziati dovrebbero fare di più per spiegare non tanto i risultati ma la fatica, il coraggio, i fallimenti e raccontare come le conquiste scientifiche sono di tutti e per tutti.Anche i media hanno la responsabilità di fare da cinghia di trasmissione dei fatti. Spesso, invece, tra semplificazione del messaggio e ricerca del clamore si tradisce il significato ed il portato della “nuova conoscenza”. Spesso scienziati e media comunicano il “risultato”, il “prodotto” trascurando il processo, il percorso che ha condotto a quel risultato.

Così i cittadini sono privati della consapevolezza necessaria per comprendere che una cura, ad esempio, non è “un coniglio che esce dal cilindro”. Nello stesso tempo li si priva anche della grande opportunità formativa e costruttiva che il metodo scientifico porta con sé per chiunque vi si accosti. Così gli italiani non percepiscono “veramente” cosa significhi fare scienza e quale straordinario strumento sia per appurare la realtà, ogni giorno, al meglio della nostra possibilità.

Se ne parla poco sui media. Pochissimo in TV. Si predilige una comunicazione fatta di “narrazioni umorali” anche quando si trattano temi che obbligherebbero ad ancorarsi ai fatti, a ciò che è stato verificato. Quindi, se è ovvio che la scienza non possa che dire come stanno le cose, anche quando è doloroso, i ciarlatani, al contrario, promettono miracoli (che ogni volta si dissolvono nel nulla).

Questo rende la scienza debole, a prima vista, agli occhi di un pubblico che ha una dieta mediatica composta essenzialmente di grandi miracoli o grandi catastrofi. Invece, i Paesi in cui i cittadini sanno cosa sia la scienza hanno grandi vantaggi, prima di tutto il prezioso strumento di comprendere che il metodo scientifico, nelle condizione date, è l’unico strumento che consente di appurare al meglio i fatti dell’oggi, coltivando fiducia nel domani.

fonte: http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/03/30/news/troppi-ignoranti-in-parlamento-parla-la-scienziata-elena-cattaneo-1.206205?ref=fbpr
tramite: https://myrebellion.blog/2017/04/19/la-denuncia-della-scienziata-elena-cattaneo-troppi-ignoranti-siedono-in-parlamento/