I Tg ed i giornali parlano di “Tensione e scontri al confine tra Israele e Gaza” e aggiungono: “12 Palestinesi morti e oltre 1000 feriti”… E gli Israeliani? Niente? Sveglia Gente, possibile che crepano solo o Palestinesi? Non è né tensione né scontri. È GENOCIDIO

 

Gaza

 

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I Tg ed i giornali parlano di “Tensione e scontri al confine tra Israele e Gaza” e aggiungono: “12 Palestinesi morti e oltre 1000 feriti”… E gli Israeliani? Niente? Sveglia Gente, possibile che crepano solo o Palestinesi? Non è né tensione né scontri. È GENOCIDIO

 

Gaza. Palestinesi massacrati nella “giornata del ritorno”

 

Sale a 12 (bilancio molto provvisorio) il numero dei palestinesi uccisi oggi. Più di 1.000 feriti. Il ministro della difesa israeliana Lieberman ai gazawi: “Non prendete parte a questa provocazione”. Il leader di Hamas, Hanieh: “Non cederemo un pezzo di terra di Palestina né riconosceremo l’entità israeliana”

AGGIORNAMENTI:

ore 19:15 Sale a 14 il numero dei palestinesi uccisi oggi

Le ultime due vittime erano due membri del Jihad Islamico. Sono stati uccisi da una cannonata mentre erano sulle barriere in missione. Ezzedin al-Qassam, intanto, fa sapere che tra i morti di oggi c’è anche uno dei suoi uomini. Ma non era armato ed è stato colpito mentre si trovava tra la gente.

ore 19:00 Ministero di salute palestinese: “Numero delle vittime 12, 1.000 palestinesi feriti da gas lacrimogeno, pallottole vere e coperte di metallo”

Ore 17.40  è un bagno di sangue. I morti sarebbero 11, forse 13. Si attende la conferma ufficiale

Ore 17.00 Il governo israeliano di fatto ammette di aver aperto deliberatamente il fuoco, facendo scegliere i bersagli ai cecchini, senza che nessun soldato di Tsahal fosse minimamente in odor di pericolo. Basta mettere insieme queste dichiarazioni, raccolte e pubblicate da Repubblica (che riesce nell’infame impresa di sottotitolare “violentissima battaglia al confine con la Striscia”, equiparando una folla disarmata che al massimo poteva tirare sassi con un esercito schierati che ha usato persino l’artiglieria), senza il minimo accenno di analisi critica, come se si trattasse delle tavole della legge:

a) “due sospetti che si sono avvicinati alla barriera di sicurezza nel sud della Striscia di Gaza e hanno cominciato a comportarsi in maniera strana”, e i carri armati hanno sparato contro di loro”;

b) Secondo il generale israeliano Eyal Zamir, l’esercito è intervenuto perché ha “identificato alcuni terroristi che cercano di condurre attacchi, camuffandosi da manifestanti”

c) “i soldati israeliani ricorrono a mezzi antisommossa e sparano in direzione dei principali responsabili e hanno imposto una zona militare chiusa attorno alla Striscia di Gaza, una zona dove ogni attività necessita di autorizzazione”.

ecc,

ore 15:20 Scontri ad al-Bireh (Ramallah, Cisgiordania Occupata): 14 palestinesi feriti

ore 14:50 La settima vittima si chiamava Mohammad Sa’adi Rahmi

ore 14:40 Partita poco fa la manifestazione a Sakhnin in Galilea (nord d’Israele) per commemorare “il Giorno della Terra”. Il corteo si dirige verso la città di Arraba.

ore 14:35 Foto da Gaza. (Fonte: Dal portale Ma’an in arabo)

ore 14:30 Sale a 7 il numero dei morti palestinesi oggi. Più di 570 i feriti

Intervista al giornalista palestinese Aziz Kahlout, in italiano, su quanto sta avvenendo in queste ore nella Striscia di Gaza: i cecchini israeliani hanno aperto il fuoco sulla gente che sta marciando in commemorazione della Giornata della Terra

ore 14 – Sale a cinque il bilancio delle vittime a Gaza

Sono almeno cinque le vittime palestinesi, uccise dal fuoco dell’esercito israeliano a Gaza. Il Ministero della Salute di Gaza ha identificato la quarta e la quinta vittima:Omar Sammour, 31 anni, eAhmad Ibrahim Odeh, 16. Sarebbero tra i 15mila e i 20mila i palestinesi che sono riusciti a raggiungere gli accampamenti di tende, forma di protesta per il diritto al ritorno.

ore 13.45 – Ministero della salute palestinese: “4 i palestinesi uccisi oggi. Più di 365 i feriti”

L’ultima vittima si chiamava Mohammad Abu Omar. Secondo il ministero, sono 365 i palestinesi feriti o intossicati da lacrimogeni, proiettili veri o di gomma.

ore 13.20- Terzo palestinese ucciso. Questa volta a Rafah, a sud della Striscia.

Si chiamava Amin Mahmoud Muammar (35 anni). Fonti palestinesi parlano di 100 feriti

ore 12.15 – Sale a due il bilancio dei palestinesi uccisi oggi dall’esercito israeliano.

Secondo fonti locali di Gaza, la seconda vittima si chiama Mohammed Kamal al-Najjar.

ore 11.20 – Haniyeh, leader di Hamas: “ Non cederemo un pezzo di terra di Palestina né riconosceremo l’entità israeliana”Arrivato al campo di tende allestito dai palestinesi al confine est della Striscia, il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh ha detto: “Diamo il benvenuto ovunque al popolo palestinese che ha sconfitto la scommessa dei leader nemici secondo cui i vecchi sarebbero morti e i giovani avrebbero dimenticato. Ecco i giovani, i nonni e i nipoti. Non cederemo nemmeno un pezzo della terra di Palestina e non riconosceremo l’entità israeliana. Promettiamo a Trump e a tutti quelli che sostengono il suo complotto che non rinunceremo a Gerusalemme e che non c’è soluzione se non il diritto al ritorno”. A riferirlo è la tv palestinese

ore: 10.50 – Ministro difesa israeliano Liberman: “Chi si avvicina alla barriera si mette in pericolo”

(Traduzione dall’arabo: “Agli abitanti della Striscia di Gaza. La leadership di Hamas mette la vostra vita in pericolo. Tutti coloro che si avvicineranno alla barriera, metteranno a repentaglio la loro vita. Vi consiglio di continuare la vostra vita normalmente e a non prendere parte a questa provocazione”)

ore 10.30 – Fonti da Gaza a Nena News: “19 palestinesi feriti a colpi di arma da fuoco”

Fonti palestinesi da Gaza riferiscono a Nena News che 19 palestinesi sono stati feriti nella Striscia di Gaza da colpi d’arma da fuoco sparati dall’esercito israeliano. La notizia al momento non è stata confermata dal Ministero della Salute palestinese. Nella piccola enclave palestinese migliaia di persone sono presential confine con Israele. Le fonti contattate da Nena News fanno sapere che la popolazione non vuole rispettare l’ordine israeliano di non avvicinarsi alla barriera di sicurezza.

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della redazione

Roma, 30 marzo 2018, Nena News– Se l’obiettivo di Israele era quello di alzare la tensione già altissima nella Striscia, il suo tentativo si può dire riuscito: stamane all’alba un contadino palestinese,Omar Wahid Samur (27 anni), è stato ucciso dai colpi sparati da un carro armato israeliano nei pressi di Khan Yunis, nel sud della enclave assediata palestinese.Nell’attacco, riferisce il Ministero della salute locale, è rimasto ferito gravemente un altro palestinese. Scarno il comunicato emesso da Israele su quanto accaduto stanotte: “Due sospetti si sono avvicinati alla recinzione [al confine] e hanno avuto un atteggiamento sospetto vicino ad essa. L’unità dell’esercito ha risposto sparandoli con un carro armato”. Israele ha colpito anche due persone “sospette” nel nord della Striscia sempre perché troppo vicine al confine. Non è chiaro al momento quali siano le loro condizioni.

L’uccisione di Samur giunge a poche ore dall’inizio della “Marcia del Ritorno”, proclamata dai palestinesi in occasione del “Giorno della Terra” che commemora i sei palestinesi uccisi dalla polizia israeliana in Galilea durante le proteste, 42 anni fa, contro la confisca delle terre arabe. Una ricorrenza che, nel corso degli anni, si è trasformata in un’occasione della condanna dell’occupazione militare dei Territori palestinesi occupati e di sostegno alla minoranza araba in Israele.

La tensione è altissima: il capo di stato maggiore israeliano, Gadi Eisenkot, mercoledì ha annunciato di aver autorizzato l’uso di pallottole vere contro i palestinesi che si avvicineranno o attaccheranno le barriere di confine durante la “Marcia del Ritorno”.Eisenkot ha parlato di situazione “altamente esplosiva” nella Striscia: “Stiamo rinforzando le barriere – ha detto – e un gran numero di soldati saranno di guardia nell’area in modo da prevenire possibili tentativi di passare in territorio israeliano‎”. L’esercito schiererà più di 100 tiratori scelti, ha fatto arrivare rinforzi a sostegno delle unità già presenti e ha anche lanciato avvertimenti alle compagnie di trasporto palestinesi che porteranno i manifestanti alla tendopoli.

Il Maggior Generale Yoav Mordechai, coordinatore delle attività del governo israeliano nei Territori occupati, ha avvertito il movimento islamico Hamas e le altre fazioni palestinesi a non usare le proteste(“manifestazioni di anarchia” a suo dire)per intraprendere un confronto violento con l’esercito israeliano. Ad alimentare la tensione è anche Jason Greenblatt, l’inviato statunitense per le negoziazioni tra Israele e palestinesi che sul suo account di Twitter ha accusato oggi Hamas di “incoraggiare una marcia ostile” lungo il confine con Israele. “Hamas – ha aggiunto – dovrebbe concentrarsi a migliorare la vita dei palestinesi di Gaza invece di istigare alla violenza contro Israele che aumenta solo le difficoltà [dei gazawi] e mina le possibilità di pace”.

Gli islamisti, dal canto loro, ieri sera hanno esortato nuovamente i palestinesi a “restare pacifici così da raggiungere l’obiettivo di questo evento”.Nei giorni scorsi, però, il movimento islamico aveva anche chiarito che i palestinesi non resteranno con le mani in mano qualora le forze armate israeliane dovessero usare la forza per disperdere le manifestazioni.

Dopo un tour delle “tende del ritorno” allestite dai manifestanti palestinesi in questi giorni vicino al confine con Israele,Khalil al-Haya, un ufficiale di Hamas, ha affermato ieri che i palestinesi sono determinati a tornare alle loro terre e alla loro patria.“Il nostro popolo non sarà intimidito dalle minacce israeliane – ha poi aggiunto – Abbiamo aspettato troppo a lungo per ritornare nelle nostre terre da cui i nostri nonni sono stati espulsi 70 anni fa”.

Anche il comitato responsabile del coordinamento delle proteste di oggi ha invitato i manifestanti a protestare “pacificamente”.“Siamo a poche ore dalla fragorosa, legittima e pacifica marcia vicino alle terre, case e proprietà da cui siamo stati espulsi”, si legge in un suo comunicato. Il comitato ha anche invitato le famiglie palestinesi a organizzare viaggi nell’area adiacente al confine “per godere delle bellezze della natura nelle terre occupate della patria”.

Da Nena News

tratto da: http://contropiano.org/news/internazionale-news/2018/03/30/102414-0102414

Trattativa, le agghiaccianti dichiarazioni di Luca Cianferoni, l’Avvocato di Totò Riina: “Borsellino assassinato dallo Stato come Matteotti”

 

Borsellino

 

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Trattativa, le agghiaccianti dichiarazioni di Luca Cianferoni, l’Avvocato di Totò Riina: “Borsellino assassinato dallo Stato come Matteotti”

Trattativa, Avvocato di Totò Riina: “Borsellino assassinato dallo Stato come Matteotti”

Trattativa Stato mafia, Arringa difensiva dell’Avvocato di Totò Riina “Anche da morto Riina deve fare da parafulmine”

Siamo avvocati o siamo caporali?”. Con questa premessa degna di Totò, l’avvocato Luca Cianferoni ha esordito oggi nella sua personalissima arringa pronunciata in difesa del suo assistito Salvatore Riina, conclusasi con la richiesta di piena assoluzione, invece che quella di non doversi procedere per intervenuta morte dell’imputato.

Subito un’ardita affermazione: la mafia siciliana e’ stata favorita dagli Stati Uniti fin dal 1945 perche’ speculare all’Armata Partigiana del maresciallo Tito, la prima per il suo viscerale anticomunismo, i secondi  ( Tito ed il suo esercito), per la fiera opposizione all’Unione Sovietica.

Il suo assistito? Parafulmine perfin da morto, oggetto e non soggetto di trattativa. Di chi, di che cosa? Dei boiardi di stato, ansiosi di restare nei loro posti di potere, passando trasformisticamente ad una nuova formazione politica, Forza Italia.

In questo quadro i carabinieri della Gestapo (il ROS), “da sempre connotati a destra e un pochino legionari”,  ed il Sismi, contrapposti al Sisde ed alla polizia di Gianni de Gennaro, “sinistrorsi”.

Qui mi permetto di eccepire con un ricordo contraddittorio. De Gennaro, conseguita la maturità classica al prestigioso collegio privato Massimo di Roma, si iscrisse alla facoltà  di Giurisprudenza della Statale, insieme con il mio collega di corso Raffaello Parente (fratello del piu’ noto Mario), il quale, quando frequentammo alla Scuola di Guerra, nel 1989/90, il corso di Stato Maggiore e le cronache parlavano già del questore De Gennaro, ci racconto’ di quell’episodio in cui, durante i moti studenteschi, De Gennaro, attivista del FUAN, era finito in Questura.

Mi direte voi, “un peccato di gioventù”. Oggi e’ presidente del Centro Studi Americani, e di Leonardo (gia’Finmeccanica). Pensate che sarebbe consentito tutto ciò, da oltre oceano, ad un uomo  di sinistra?

Perdonate la divagazione. Torno all’arringa di Cianferoni, che dipinge fra l’altro un quadro del carcerario allucinante, Pianosa specializzata nella creazione di pentiti “guidati”, grazie a torture e sevizie sistematiche che ricordano quelle inflitte dagli ammiragli argentini ai desaparesidos, opera in mano ai servizi, anche ora che non c’e’ piu’ Siciliano Giacinto, direttore.

“Gian Carlo Caselli, perche’ non anche lui fra gli imputati? In cosa il suo comportamento differì da quello di Mori?”.

Prosegue – l’ avvocato Cianferoni – quest’ultimo comunque succubo del generale  Ganzer, specializzato nella creazione  di raffinerie di eroina che poi scopriva “vizio anche del colonnello Riccio”.

Il top dell’arringa, è riservato a Giorgio Napolitano “che mangiava cento milioni al mese  dei fondi neri del Sisde da ministro degli interni”.

Solo su una cosa l’avvocato conviene con l’ex Presidente della Repubblica, “l’intima consunzione di un intero assetto politico istituzionale” la tubercolosi che ha ucciso la prima Rerpubblica.

Giova pero’ concludere con una rivelazione sull’attentato di via dei Georgofili voluto – ci narra l’avvocato – per colpire la piu’ importante loggia massonica fiorentina, quella di cui era membro Spadolini quando fece cadere il governo Craxi, colpevole di aver resistito agli americani a Sigonella.

C’e’ un punto per cui Cianferoni e la sua arringa entreranno nella storia d’Italia: quando ascrive totalmente allo stato’l’assassinio di Paolo Borsellino: “Borsellino assassinato come Matteotti”

Conclude addebitando ai magistrati che indica come  “i nuovi padroni d’Italia, che usano la giustizia come i militari facevano una volta con i carri armati”, l’imperdonabile ipocrisia di non averlo mai dichiarato in aula.

 

 

tratto da: https://www.themisemetis.com/mafia/trattativa-mafia-borsellino-assassinato-dallo-come-matteotti/1570/

Una storia molto squallida: quando la Casellati, oggi Seconda Carica dello Stato Italiano, perse la causa, ma – con la prepotenza che gli deriva dal suo status di membro della CASTA – costrinse la giornalista disoccupata a pagare le spese legali!

 

Casellati

 

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Una storia molto squallida: quando la Casellati, oggi Seconda Carica dello Stato Italiano, perse la causa, ma – con la prepotenza che gli deriva dal suo status di membro della CASTA – costrinse la giornalista disoccupata a pagare le spese legali!

 

La Casellati perse la causa: ma spinse la giornalista disoccupata a pagare le spese legali

Il M5s non ha voluto Paolo Romani, ma prima di votare la presidente del Senato poteva chiedere agli attivisti di Padova…

La storia l’ha raccontata nel 2016 il Mattino di Padova con l’articolo che riportiamo e prima, nel gennaio 2014, l’aveva denunciata anche Ossigeno, ossia l’associazione che da anni denuncia le minacce e le pressioni cui giornalisti che minacciano la libertà di stampa.

La copertina del libro non ha un grande appeal, ma l’interno è polvere da sparo. Si intitola «Io non taccio» e racconta otto storie di ordinaria fatica giornalistica. Di quel giornalismo cosiddetto d’inchiesta, che spesso è solo il tentativo onesto di descrivere la realtà quando ci si imbatte in potentati costruiti utilizzando le istituzioni. Incarichi pubblici sfruttati come proprietà privata, posizioni di rilievo sociale ottenute con il voto ma usate a beneficio di chi le occupa e di pochi ammanicati, a spese degli ignari elettori. I potenti non gradiscono mai che se ne parli. Di qualunque partito siano, qualunque formazione culturale abbiano, è l’unica pubblicità che odiano. Per stroncarla non esitano a intimidire, minacciare. Non querelano neanche più davanti al giudice penale. Pretendono direttamente i danni in sede civile, secondo l’impostazione teorizzata negli anni Novanta da Massimo D’Alema. Non certo l’unico.

Nel Veneto Lia Sartori amava ripetere: «I giornalisti bisogna denunciarli, anche perché non hanno i soldi per pagarsi l’avvocato». È vero. Per il giornalista paga l’azienda, sempre se non scompare prima del processo, come è accaduto a Padova in uno degli otto casi narrati nel libro, intitolato «Gli intoccabili della città del Santo».

La giornalista si chiama Roberta Polese, lavorava come cronista di giudiziaria per «Il Padova», quotidiano gratuito del gruppo Epolis che ha chiuso nel settembre 2010. 
Poche settimane prima, il 19 luglio 2010, Roberta scrive un articolo intitolato «Arpav, scoperto l’uomo ombra, boss dei computer con parenti vip». Questo signore è Marco Serpilli, lavora a San Servolo, alla Venice International University che ha ottenuto dall’Arpav, agenzia della Regione Veneto, una consulenza di 250.000 euro per cambiare il sistema informatico. Costo 715.000 euro. Più la consulenza fanno 965.000 euro, tutti a carico delle casse pubbliche. 
Il sospetto dei pm padovani Federica Baccaglini e Paolo Luca, che indagano sulla vicenda, è che il cambio del sistema informatico non fosse necessario all’Arpav, ma sia servito solo per affidare la consulenza. 
Capirete.

Si dà il caso che Serpilli sia il marito di Ludovica Casellati, figlia della senatrice di Forza Italia Elisabetta Alberti Casellati, già famosa perché da sottosegretario alla sanità nel 2005 aveva assunto la stessa Ludovica nella segreteria del ministero, con uno stipendio di 60.000 euro l’anno. «Quasi il doppio di quanto guadagna un funzionario ministeriale del 9° livello con 15 anni di anzianità», scrisse Gian Antonio Stella. Questi retroscena sono gossip o fanno parte della notizia?

Roberta Polese decide che trattandosi di soldi pubblici il collegamento Serpilli-Casellati non è faccenda privata e lo scrive. Le casca il mondo addosso. Elisabetta Casellati la cita per danni, pretende 250.000 euro per l’onore infangato. Serpilli sostiene di c’entrare meno ancora, in quanto non direttamente indagato e querela per diffamazione
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Il gruppo Epolis ha chiuso. La Polese è aggredita in civile e in penale e deve reggere da sola, pagandosi gli avvocati. E’ disoccupata, ha un bambino piccolo, si gioca la casa dei genitori. E’ disperata. L’aiuto le arriva da una categoria che non fa spesso regali ed è bello scriverlo: due penalisti padovani, Giovanni Lamonica e Giuseppe Pavan, si offrono di difenderla gratis. Davanti al giudice civile l’assiste Luisa Miazzi, l’avvocato del sindacato giornalisti. Il 29 maggio 2013 la prima vittoria in sede penale (gup Domenica Gambardella), il 3 ottobre 2013 la seconda in civile (giudice Gianluca Bordon). Citare Serpilli e il rapporto di affinità con la senatrice Casellati faceva parte del diritto di cronaca, nessun illecito.

Elisabetta Casellati è condannata a pagare 8.250 euro di spese legali. Ma può fare ricorso e usa la minaccia per costringere la Polese a sobbarcarsi metà delle spese. Roberta, che ha vinto e ha solo un lavoro precario, per evitare l’appello che è un rischio si trova a dover pagare 4.125 euro all’illustre senatrice che ha perso. Può rifiutare e affrontare il secondo giudizio, ma due anni di angoscia l’hanno provata, non se la sente. Risolve la situazione il sindacato giornalisti che nella gestione di Daniele Carlon e Massimo Zennaro si accolla i quattromila e rotti euro della Casellati.

Ma la senatrice non è sempre stata così esosa. Anche lei in altri momenti ha avuto slanci di altruismo: per esempio quando si trattò di fare una colletta per pagare la multa di 70.000 euro nella causa persa da Giancarlo Galan – allora capo indiscusso del suo partito – contro la Rai di Venezia, non esitò a mettere mano al portafoglio. In 19 amici si divisero la spesa, 3700 euro a testa. Generosità targata, direte. Ma ben riposta: oggi è entrata a far parte del Csm, indicata da quel partito che non ha ancora sospeso Galan.

Reatto da: http://www.globalist.it/politics/articolo/2018/03/24/la-casellati-perse-la-causa-ma-spinse-la-giornalista-disoccupata-a-pagare-le-spese-legali-2021547.html

Gli studenti si ribellano al ministro Fedeli: regalati 500 milioni alle scuole private: “Leso diritto allo studio”

 

ministro Fedeli

 

 

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Gli studenti si ribellano al ministro Fedeli: regalati 500 milioni alle scuole private: “Leso diritto allo studio”

 

Il ministro Fedeli dà 500 milioni alle scuole private. Gli studenti: “Leso diritto allo studio”

L’Unione degli Studenti accusa il ministro Fedeli di continuare a finanziare con centinaia di milioni di euro le scuole paritarie, concedendo fondi pubblici a istituti già finanziati da versamenti privati. “Noi riteniamo che il finanziamento alle scuole paritarie da parte dello Stato, che invece dovrebbe investire nella scuola pubblica, sia un atto non soltanto ingiusto nei confronti della scuola pubblica ma anche nei confronti degli studenti perché quei soldi dovrebbero essere destinati al diritto allo studio, all’accesso di tutti e tutte all’istruzione”, ha dichiarato la coordinatrice nazionale del sindacato degli studenti, Francesca Picci.

I finanziamenti statali alle scuole paritarie fanno esplodere, di nuovo, la polemica. A denunciare i trasferimenti da 500 milioni di euro e la possibilità di partecipare ai PON è l’Unione degli Studenti, che contesta fortemente la decisione del ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, definendo “vergognoso” l’atto istituzionale. “La Ministra Fedeli ha firmato il decreto per le risorse alle scuole paritarie: 500 milioni di euro, aggiunti alla possibilità di partecipare ai PON. Nel nostro paese il diritto allo studio non è garantito, la dispersione scolastica sfiora il 14%, gli edifici scolastici spesso non sono a norma eppure si sceglie di elargire fondi alle scuole private invece di destinarli a quelle pubbliche”, scrive in un comunicato l’Unione degli Studenti.

“Crediamo sia grave, date le condizioni in cui versano le scuole pubbliche italiane, che il Ministero riservi i fondi dei PON e ne elargisca altri 500 milioni per le scuole private: chiediamo da anni una legge nazionale sul diritto allo studio, oltre ad investimenti strutturali sull’istruzione pubblica. Non è la prima volta che il Ministero privilegia chi è già privilegiato, dobbiamo invertire questa rotta: la priorità deve essere il rifinanziamento dell’Istruzione pubblica da tempo abbandonata”, conclude il sindacato degli studenti.

Il finanziamento con fondi pubblici degli istituti paritari non è certo una novità nel panorama italiano e da molti anni lo scontro sul punto è molto acceso, tanto che lo scorso anno il sottosegretario Toccafondi bollò la polemica come “fuori dalla realtà e dalla storia”. Secondo Toccafondi, inoltre, “le scuole paritarie non sono private tout-court. Con la Legge 62/2000 si è assodato che esiste un unico sistema nazionale, che è diviso in scuole statali e non statali. Le non statali sono le paritarie, scuole private che devono sottostare a un sistema di controlli e verifiche per essere equiparate alle statali. La scuola pubblica statale conta 8 milioni e mezzo d’iscritti, la scuola pubblica non statale ne conta 1 milione. Se improvvisamente chiudessero tutte queste scuole, bisognerebbe spendere diversi miliardi in più all’anno per garantire una scolarizzazione a tutti questi bambini e ragazzi”.

Raggiunta al telefono da Fanpage.it, la coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, Francesca Picci, spiega meglio la contestazione: “C’è stato questo intervento da parte della ministra Fedeli il 21 marzo scorso, in cui sono stati destinati questi soldi alle scuole paritarie. Noi riteniamo che il finanziamento alle scuole paritarie da parte dello Stato, che invece dovrebbe investire nella scuola pubblica, sia un atto non soltanto ingiusto nei confronti della scuola pubblica ma anche nei confronti degli studenti perché quei soldi dovrebbero essere destinati al diritto allo studio, all’accesso di tutti e tutte all’istruzione. Poi noi denunciamo anche il fatto che si dia la possibilità alle scuole paritarie di accedere ai fondi del PON, che sono fondi destinati ad istituti scolastici a rischio come quelli nelle periferie o in zone svantaggiate o difficoltose. Che delle scuole paritarie, che ricevono finanziamenti privati, abbiano anche accesso a questi fondi a noi sembra assurdo, un privilegio a chi è già privilegiato”.

“Vergognoso che un sottosegretario all’istruzione pubblica dica una cosa del genere”, replica Picci alle parole del sottosegretario Toccafondi in merito alla polemica. “Chi è fuori dalla storia e dalla realtà è chi fa queste politiche, che di fatto escludono dal diritto allo studio tantissime studentesse e studenti che purtroppo ad oggi non si possono permettere gli studi. Ricordiamo che la dispersione scolastica in Italia è pari 15% e chi va in una scuola paritaria ha la possibilità di pagarsi retta e gli studi, la scuola pubblica invece va finanziata. Il compito di un sottosegretario all’Istruzione dovrebbe essere quello di garantire innanzitutto l’accesso alla scuola pubblica”, conclude Picci.

 

fonte: https://www.fanpage.it/il-ministro-fedeli-da-500-milioni-alle-scuole-private-gli-studenti-leso-diritto-allo-studio/

Siamo procedendo spediti verso la guerra contro la Russia, cioè verso una guerra mondiale, ma nessuno sembra preoccuparsene. Anzi…

 

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Siamo procedendo spediti verso la guerra contro la Russia, cioè verso una guerra mondiale, ma nessuno sembra preoccuparsene. Anzi…

 

Francamente, sono stupito, stupito e persino imbarazzato. Sono nato in Svizzera, ho vissuto la maggior parte della mia vita lì, ho anche visitato la maggior parte d’Europa, e ho vissuto negli Stati Uniti per oltre 20 anni. Eppure nei miei peggiori incubi non avrei potuto immaginare che l’Occidente affondasse così in basso come adesso.

Voglio dire, sì, conosco le false provocazioni (false flags), la corruzione, le guerre coloniali, le menzogne della NATO, l’abietta sottomissione degli europei dell’Est, ecc. Ho scritto molte volte. Ma per quanto imperfetti fossero, e per dirla in modo gentile, ricordo Helmut Schmidt, Maggie Thatcher, Reagan, Mitterrand, persino Chirac! E ricordo cosa era il Canard Enchaîné, o anche la BBC.

Durante la Guerra Fredda, l’Occidente non era quasi un cavaliere in armatura bianca e splendente, ma lo stato di diritto era importante, così come lo era almeno un certo grado di pensiero critico.

Ora sono profondamente imbarazzato per l’Occidente. E molto, molto spaventato.
Tutto quello che vedo oggi è un branco sottomesso guidato da veri, in buona fede, psicopatici (nel senso clinico della parola)
E quella non è la cosa peggiore.

La cosa peggiore è il silenzio assordante, il modo in cui tutti guardano altrove, si fa finta di pensare :”non sono affari miei” o, peggio, in realtà non si prende sul serio tutto questo spettacolo grottesco. Che cosa è sbagliato con voi persone ?! Sei stato trasformato in zombie ?! SVEGLIATI!!!!!!!
Lascia che misuri attentamente le mie parole qui e ti dica la schietta verità.

Dal momento che è avvenuto  il colpo di stato di Neocon contro Trump, l’Occidente si trova ora esattamente nello stesso corso in cui la Germania nazista si trovava, all’incirca, verso la metà degli anni ’30.
Oh certo, l’ideologia è diversa, anche il capro espiatorio designato. Ma la mentalità è * esattamente * la stessa.

Le stesse cause producono gli stessi effetti. Ma questa volta ci sono armi su entrambi i lati che fanno dell’Olocausto di Dresda una piccola scintilla.

Così ora abbiamo questa toccante esibizione di “solidarietà occidentale” non con il Regno Unito o il popolo britannico, ma con la City di Londra. Ora non è così toccante ?!
Lasciate che vi chieda questo: qual è stata la caratteristica centrale delle politiche britanniche verso l’Europa, oh, diciamo dal Medioevo?
Proprio così: iniziare le guerre in Europa.

E questa volta pensi che sia diverso?
Does: ” il miglior precursore di comportamento futuro è il comportamento del passato ” in qualche modo non si applica questo al Regno Unito ?!

Lasciate che vi dica anche questo: quando Napoleone e Hitler attaccarono la Russia, il paese slavo stava attraversando crisi profonde ed era obiettivamente debole (davvero! Cercatela voi stessi!). In entrambi i casi, la società russa era profondamente lacerata dalle contraddizioni interne e il momento dell’attacco sembrva ideale.
Non oggi.

Quindi faccio questa semplice domanda: vuoi veramente andare in guerra contro una Russia nucleare completamente unita?
Pensi che questa sia un’iperbole?
Pensa di nuovo.

La verità è che la situazione odierna è infinitamente peggiore della crisi dei missili cubani. In primo luogo, durante la crisi dei missili cubani c’erano persone razionali da entrambe le parti. Oggi non c’è UNA SINGOLA PERSONA RAZIONALE IN UNA POSIZIONE DI POTERE NEGLI USA. Non uno! In secondo luogo, durante la crisi dei missili cubani su cui tutto il nuovo stava riferendo era la crisi, l’intero pianeta si sentiva come se fossimo ai margini dell’abisso.
Oggi nessuno sembra essere consapevole del fatto che stiamo per andare in guerra, forse una guerra termonucleare, dove le vittime verranno contate tra centinaia di milioni.
Tutto a causa di cosa?

Perché la gente dell’Occidente ha accettato, o non sa nemmeno, di essere governata da una brutta banda di psicopatici ignoranti e arroganti.

Per lo meno questa situazione mostra questo:
La democrazia rappresentativa non funziona.
Lo stato di diritto si applica solo ai deboli e ai poveri.

I valori occidentali sono stati ridotti a uno scherzo triste.
Il capitalismo ha bisogno di guerra e un’egemonia mondiale per sopravvivere.
L’impero anglo-ionista sta per crollare, l’unica domanda aperta è come e a quale costo.

In questo momento stanno espellendo in massa i diplomatici russi e si sentono molto forti e virili. I politici polacchi e ucraini stanno vivendo una vera e propria ondata storica di coraggio e fiducia in se stessi! (nascondendosi, come loro, dietro la potenza di fuoco Anglo-USA)
La verità è che questa è solo la punta di un iceberg molto più grande. In realtà, le consultazioni cruciali a livello di esperti, che sono così importanti tra le superpotenze nucleari, si sono quasi fermate molto tempo fa. Siamo giù alle telefonate di alto livello. Questo genere di cose accade quando due parti stanno per andare in guerra.

Per molti mesi la Russia e la NATO hanno fatto i preparativi per la guerra in Europa. E la Russia è pronta. La NATO non lo è! Oh, hanno i numeri e pensano di essere forti. La verità è che questi ufficiali della NATO non hanno idea di ciò che sta per colpirli, quando i russi entreranno in guerra questi statali della NATO non capiranno nemmeno cosa sta succedendo loro. Molto rapidamente la vera azione verrà lasciata agli Stati Uniti e alla Russia. Quindi qualsiasi conflitto andrà nucleare molto velocemente. E, per la prima volta nella storia, gli Stati Uniti saranno colpiti molto, molto duramente, non solo in Europa, nel Medio Oriente o in Asia, ma anche negli Stati Uniti continentali.

Sono nato in una famiglia militare russa e ho studiato gli affari militari russi e sovietici per tutta la vita. Posso assolutamente prometterlo, per favore non dubitarlo per un secondo: la Russia non si tirerà indietro e, se messa alle strette, spazzerà via tutta la tua civiltà. I russi non vogliono davvero la guerra,la temono (come dovrebbero!) E faranno di tutto per evitarlo. Ma se attaccato si aspetta una risposta di violenza assolutamente devastante. Non prenderlo da me, prendilo da Putin che lo ha chiaramente detto lui stesso e chi, almeno su questo tema, è sostenuto da circa il 95% della popolazione.

Dalle crociate orientali all’invasione nazista dell’Unione Sovietica, basta abbastanza e i russi non prenderanno un altro attacco occidentale, specialmente uno appoggiato dalla potenza di fuoco nucleare. Di nuovo, per favore, medita molto attentamente con le parole di Putin: “che bisogno avremmo in un mondo se non ci fosse la Russia? “

Tutto questo per cosa? Gli Stati Uniti e la Russia non hanno ragioni oggettive per fare altro che collaborare (i russi sono assolutamente sconcertati dal fatto che i leader degli Stati Uniti sembrano essere completamente ignari di questo semplice fatto). Ok, la City di Londra ha molti motivi per volere la Russia sparita e tacere. Come Gavin Williamson, il piccolo ragazzo di soia responsabile della “difesa” britannica ,ha detto così elegantemente , la Russia dovrebbe ” andarsene e stare zitta “. Attento. Lascia che te lo dica: non sta succedendo! La Britannia sarà trasformata in un cumulo di ceneri radioattive molto prima che il russo se ne vada o si chiuda. Questo è semplicemente un fatto.

Quello che mi confonde è questo: i leader americani vogliono davvero perdere il loro paese per conto di una piccola brutta cricca di arroganti culi inglesi pomposi che pensano di essere ancora un impero? Hai anche dato un’occhiata a Boris Johnson, Theresa May e Gavin Williamson? Sei davvero pronto a morire in difesa dell’interesse di questi degenerati ?!
Non capisco e nessuno in Russia lo fa.
Sì, lo so, tutto quello che hanno fatto è espellere alcuni diplomatici. E i russi faranno lo stesso. E allora? Ma questo manca il punto!

GUARDA NON DOVE SIAMO MA DOVE STIAMO ARRIVANDO !!

Puoi ottenere 200.000 manifestanti anti – pistola (sospiri, carrelli) in DC ma NESSUNO O TUTTI SULLA GUERRA NUCLEARE ?!

Cosa c’è di sbagliato in te gente ?!

Cosa è successo all’Occidente dove sono nato nel 1963?

Mio Dio, questa è davvero la fine di tutto?

Sono l’unico a vedere questo relitto di un treno al rallentatore che ci trascina per tutto il precipizio?

Se puoi, ti preghiamo di dare una ragione per sperare ancora.

In questo momento non ne vedo molti.

Il Saker

Fonte: Russia Insider

Traduzione: Sergei Leonov

 

fonte: https://www.controinformazione.info/siamo-diretti-alla-guerra-con-la-russia-e-nessuno-sembra-preoccuparsi/

Inps, Tito Boeri: ‘cancellare la legge Fornero è impossibile’. Previsti nuovi tagli

 

legge Fornero

 

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Inps, Tito Boeri: ‘cancellare la legge Fornero è impossibile’. Previsti nuovi tagli

 

Tito Boeri, presidente dell’Inps, lo ripete da mesi: cancellare la legge Fornero è impossibile. Sulle pensioni ancora oggi dalla politica arrivano “promesse da marinaio, insostenibili”, aveva detto nel pieno della campagna elettorale, quando soprattutto Lega e M5S parlavano di mettere mano in modo pesante al sistema pensionistico.

Proprio ieri la Bce ha lanciato l’alert: no a passi indietro sulle riforme pensionistichenella zona euro o si metterebbe a repentaglio la sostenibilità dei conti pubblici. In un articolo contenuto nell’ultimo Bollettino economico, la Banca centrale europea ha ribadito il monito ai Paesi della moneta unica affinché attuino con efficacia le riforme del sistema previdenziale adottate negli ultimi anni.

Ma non solo. Secondo gli esperti prudenza nel mettere mano alla Fornero, facendo un passo indietro, non basta. Perché, la situazione attuale, fa pensare che sia addirittura necessaria una riforma bis.

“Nelle previsioni della Ue vi sono dei notevoli scostamenti rispetto a quelle della Ragioneria dello Stato – dice all’Adnkronos Giuliano Cazzola, economista ed esperto di previdenza – Per farla breve, nel picco dell’incidenza della spesa sul pil vi sono ben due punti di differenza in più (il 18% anziché il 16%)”.

“La valutazione più severa deriva in primo luogo dal peggioramento dei trend demografici: l’attesa di vita si allunga più del previsto mentre le nascite continuano il loro ciclo al ribasso, così la quota degli over 65 arriverà ad oltre un terzo della popolazione – spiega l’esperto – Ciò dovrebbe far comprendere a tutti come sarebbe sbagliato abolire o manomettere l’aggancio automatico dell’età e dell’anzianità all’incremento dell’aspettativa di vita”.

Naturalmente, è vero il contrario  Salute: diminuisce l’aspettativa di vita degli italiani, boom di suicidi (ndr)

“Ma l’elemento più importante alla base dello scostamento nelle previsioni risiede nella differente valutazione dei tassi di crescita – sottolinea Cazzola – in quanto la Ue, come del resto anche il Fmi nel suo recente working paper, ritiene che le nostre stime siano troppo generose. Questo è l’aspetto opinabile delle previsioni della Ue: sta a noi dimostrare di saper affrontare la sfida di una crescita sostenuta”. “Certo, a fronte di tali scenari solo degli irresponsabili potrebbero dare corso a promesse elettorali sulle pensioni, totalmente insostenibili”, afferma.

Quanto a una seconda riforma, “posso solo dire che il cantiere delle pensioni è per definizione sempre aperto perché l’equilibrio del sistema, sarebbe più corretto parlare di un disequilibrio accettabile, – sottolinea Cazzola – dipende da tanti fattori economici, demografici ed occupazionali, che possono rapidamente mutare, mandando al macero interi volumi di previsioni”.

“Personalmente penso che, se si presentasse la necessità, basterebbe ripristinare la riforma del 2011 al netto delle correzioni dirette o indirette che vi sono state apportate nella trascorsa legislatura – afferma l’esperto – in particolare abolendo le norme sui cosiddetti quarantunisti e la cosiddetta 14esima, evitando accuratamente di aggiungere nuove categorie di lavoro disagiato con le relative deroghe, ripristinando il limite dei 62 anni per andare in quiescenza anticipata senza penalizzazioni economiche”. “Non si dimentichi poi – conclude – che tutto il pacchetto dell’Ape è di carattere sperimentale fino alla fine del 2019. Ma la prima cosa da fare è impedire che vadano avanti i progetti di abolizione della riforma Fornero”. ADNKRONOS

 

fonte: http://www.imolaoggi.it/2018/03/27/inps-boeri-cancellare-la-legge-fornero-e-impossibile-previsti-nuovi-tagli/

La bancarotta dell’umanità

 

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La bancarotta dell’umanità

Sono indignato per quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi verso i migranti, nell’indifferenza generale. Stiamo assistendo a gesti e a situazioni inaccettabili sia a livello giuridico, etico ed umano. E bestiale che Beauty, donna nigeriana incinta, sia stata respinta dalla gendarmeria francese. Lasciata alla stazione di Bardonecchia (Torino), nella notte, nonostante il pancione di sei mesi e nonostante non riuscisse quasi a respirare perché affetta da linfoma. E morta in ospedale dopo aver partorito il bimbo: un raggio di luce di appena settecento grammi!

È inammissibile che la Procura di Ragusa abbia messo sotto sequestro la nave spagnola Open Arms per aver soccorso dei migranti in acque internazionali, rifiutandosi di consegnarli ai libici che li avrebbero riportati nell’inferno della Libia. È disumano vedere arrivare a Pozzallo sempre sulla nave Open Arms Resen, un eritreo di ventidue anni che pesava 35 chilogrammi, ridotto alla fame in Libia, morto poche ore dopo in ospedale. Il sindaco che lo ha accolto fra le sue braccia , inorridito ha detto: “Erano tutti pelle e ossa, sembravano usciti dai campi di concentramento nazisti”.

È criminale quello che sta avvenendo in Libia, dove sono rimasti quasi un milione di rifugiati che sono sottoposti – secondo il Rapporto del segretario generale dell’Onu, A. Guterres – a detenzione arbitraria e torture, tra cui stupri e altre forme di violenza sessuale, a lavori forzati e uccisioni illegali. E nel Rapporto si condanna anche la condotta spregiudicata e violenta da parte della Guardia Costiera libica nei salvataggi e intercettazioni in mare.

È scellerato, in questo contesto, l’accordo fatto dal governo italiano con l’uomo forte di Tripoli, El- Serraj (non cè nessun governo in Libia!) per bloccare l’arrivo dei migranti in Europa. È illegale l’invio dei soldati italiani in Niger deciso dal Parlamento italiano, senza che il governo del Niger ne sapesse nulla e che ora protesta. È immorale anche l’accordo della UE con la Turchia di Erdogan con la promessa di sei miliardi di euro, per bloccare soprattutto l’arrivo in Europa dei rifugiati siriani, mentre assistiamo a sempre nuovi naufragi anche nell’Egeo: l’ultimo ha visto la morte di sette bambini!

È disumanizzante la condizione dei migranti nei campi profughi delle isole della Grecia. Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi – ha detto l’arcivescovo Hyeronymous di Grecia a Lesbos – è in grado di riconoscere immediatamente, nella sua interezza la bancarotta dell’umanità.

È vergognoso che una guida alpina sia stata denunciata dalle autorità francesi e rischi cinque anni di carcere per aver aiutato una donna nigeriana in preda alle doglie insieme al marito e agli altri due figli, trovati a 1.800 metri, nella neve.

Ed è incredibile che un Europa che ha fatto una guerra per abbattere il nazi-fascismo stia ora generando nel suo seno tanti partiti xenofobi, razzisti o fascisti. “Europa , cosa ti è successo?”, ha chiesto ai leader della Ue papa Francesco. E questo anche il mio grido di dolore. Purtroppo non naufragano solo i migranti nel Mediterraneo, sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti.

Ho paura che , in un prossimo futuro, i popoli del Sud del mondo diranno di noi quello che noi diciamo dei nazisti. Per questo mi meraviglio del silenzio dei nostri vescovi che mi ferisce come cristiano, ma soprattutto come missionario che ha sentito sulla sua pelle cosa significa vivere dodici anni da baraccato con i baraccati di Korogocho a Nairobi (Kenya). Ma mi ferisce ancora di più il quasi silenzio degli Istituti missionari e delle Curie degli Ordini religiosi che operano in Africa. Per me è in ballo il Vangelo di quel povero Gesù di Nazareth: ero affamato, assetato, forestiero E quel Gesù crocifisso, torturato e sfigurato che noi cristiani veneriamo in questi giorni nelle nostre chiese, ma che ci rifiutiamo di riconoscere nella carne martoriata dei nostri fratelli e sorelle migranti. È questa la carne viva di Cristo oggi.

di Alex Zanotelli

 

fonte: https://comune-info.net/2018/03/migranti-la-bancarotta-dellumanita/

Le scomode verità di Enrico Zucca

 

Enrico Zucca

 

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Le scomode verità di Enrico Zucca

Parafrasando un aforisma del compianto Roberto Freak Antoni potremmo dire, pensando alla bufera mediatica esplosa attorno a Enrico Zucca, che non c’è gusto in Italia a dire la verità. Invece d’essere ascoltato e ringraziato, il magistrato è stato additato come una minaccia da buona parte della nomenclatura istituzionale, con il chiaro obiettivo di non discutere le questioni da lui sollevate.

Enrico Zucca, che fu pm nel processo Diaz (il cui esito non è mai stato digerito ai vari piani del Palazzo), durante un convegno a Genova ha messo in fila alcune evidenze processuali degli ultimi anni.

Ha detto che la tutela dei diritti fondamentali è diventata più difficile dopo l’11 settembre e l’avvio della cosiddetta guerra al terrorismo, tanto che la ragion di stato, in più casi, ha prevalso sulle regole scritte nelle Convenzioni sui diritti umani.

Ha detto che l’Italia ha violato più volte queste convenzioni, ad esempio nel caso Abu Omar (l’imam rapito a Milano dalla Cia e consegnato all’Egitto dove è stato torturato), subendo così una condanna davanti alla Corte europea per i diritti umani, e anche nelle vicende riguardanti il G8 di Genova, quando il nostro paese ha disatteso l’impegno a sospendere e rimuovere i funzionari condannati per le torture alla scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto.

Ha aggiunto che simili condotte, con l’implicita indifferenza verso gli impegni dettati da Carte così solenni, mina la statura morale del nostro paese quando si trova a chiedere ad altri paesi, com’è il caso dell’Egitto per l’omicidio di Giulio Regeni, di punire e consegnare i responsabili di abusi e torture.

Enrico Zucca ha quindi offerto una dettagliata e articolata ricostruzione di vicende giudiziarie ben conosciute, arrivando a conclusioni assai fondate: è noto, addirittura stranoto, che i funzionari processati e poi condannati per le torture alla Diaz e a Bolzaneto sono stati nel tempo protetti, promossi (almeno quelli di grado gerarchico più alto) e infine reintegrati in servizio, anche in ruoli di vertice, alla scadenza dei cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.

È bene  ricordare un passaggio contenuto nella dirompente sentenza della Corte di Strasburgo sul caso Diaz (Cestaro vs Italia, del 7 aprile 2015), una sentenza che non suscitò alcuna seria reazione da parte di chi oggi grida allo scandalo per l’intervento di Enrico Zucca. È il paragrafo 216: “(…) l’assenza di identificazione degli autori  materiali dei maltrattamenti in causa deriva dalla difficoltà oggettiva della procura di procedere a identificazioni certe e dalla mancata collaborazione della polizia nel corso delle indagini preliminari. La Corte si rammarica che la polizia italiana si sia potuta rifiutare impunemente di fornire alle autorità competenti la collaborazione necessaria all’identificazione degli agenti che potevano essere coinvolti negli atti di tortura”.

Quel “rifiutarsi impunemente” è un macigno che pesa sulla credibilità della nostra polizia quanto la mancata sospensione dei funzionari durante indagini e processi e la loro mancata rimozione dopo le condanne definitive (paragrafo 210).

Il quadro d’insieme è tanto limpido quanto desolante: nei nostri recenti casi di tortura, la protezione istituzionale verso indagati, imputati e condannati è stata la rotta seguita dai vertici amministrativi e politici dello stato.

Per questi motivi l’ondata di indignazione e sdegno per l’intervento di Enrico Zucca avviata dal capo della polizia Franco Gabrielli e molti altri, tutti attenti a non entrare nel merito delle constatazioni e delle valutazioni espresse dal magistrato, appare come una montagna di panna montata sotto la quale si conta di occultare alcune scomode verità.

Né Gabrielli né altri hanno spiegato perché la polizia di stato abbia coperto, promosso, reintegrato i responsabili della cosiddetta perquisizione alla scuola Diaz, qualificata come un caso di tortura dalla Corte di Strasburgo, ed è proprio questo il punto dell’intera vicenda.

Per la reputazione della polizia di stato non sono oltraggiose le parole di Enrico Zucca, bensì le condotte tenute nel corso del tempo, dal 2001 in poi, da numerosi funzionari, dirigenti e responsabili politici. Condotte delle quali non si vuole parlare.

Si tace sulla sostanza e si urla su immaginari oltraggi. Fra tante grida scomposte, le parole più serie e sincere le dobbiamo ai genitori di Giulio Regeni, che hanno espresso “stima e gratitudine al dottor Zucca per il suo intervento preciso ed equilibrato”.

di Lorenzo Guadagnucci*

* Giornalista e scrittore, fa parte del Comitato Verità e Giustizia per Genova. Trai suoi ultimi libri Era un giorno qualsiasi. Sant’Anna di Stazzema, la strage del ’44 e la ricerca della verità. Una storia lunga tre generazioni  (Editore Terre di Mezzo). Ha aderito alla campagna “Un mondo nuovo comincia da qui“. Questo il suo blog.

tratto da: https://comune-info.net/2018/03/le-scomode-verita-enrico-zucca/

Roberto Fico, il presidente della Camera che prende i mezzi pubblici per andare al lavoro

 

Roberto Fico

 

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Roberto Fico, il presidente della Camera che prende i mezzi pubblici per andare al lavoro.

Roberto Fico, neoeletto presidente della Camera, ha scelto di viaggiare con i mezzi pubblici per spostarsi da Napoli a Roma e iniziare così il suo lavoro a Montecitorio. Fico prima prende il treno e poi il bus. E la gente che lo incontra apprezza: “È giusto che i politici prendano i trasporti pubblici”.

Un inizio “low profile” per il neo presidente della Camera, Roberto Fico. I mezzi pubblici, come un cittadino qualunque, sono il modo prescelto per viaggiare da Napoli a Roma. Fico nel capoluogo campano si era recato ieri pomeriggio per salutare amici e famiglia, e ha scelto di non modificare le proprie abitudini confermando il suo percorso classico: metro fino alla stazione centrale (3 fermate), poi Freccia rossa per arrivare alla stazione di Roma alle 9.40.

A chi gli ha chiesto che cosa provasse a cominciare la settimana da presidente ha ammesso di provare una “grande emozione” per l’inizio del nuovo incarico. E ha scherzato sul primo passo da compiere: “Per prima cosa, prendo il taxi e vado in ufficio”. Ma una volta uscito dalla stazione ha puntato dritto verso i capolinea degli autobus salendo sull’85. Seduto nella parte posteriore, gli altri passeggeri non si sono mostrati sorpresi: “È giusto che i politici prendano i trasporti pubblici”, ha commentato infatti una signora. “Dovrebbero andare anche in metropolitana”, ha aggiunto un’altra. Arrivato in via del Corso, è sceso e ha proseguito a piedi fino alla Camera. In piazza Montecitorio alcune persone gli hanno stretto la mano augurandogli buon lavoro. All’entrata della Camera ha preferito non rispondere alle domande sulla presidente del Senato né sulle priorità stabilite. “Ci mettiamo subito al lavoro”, ha ribadito.

E intanto in un post sul blog delle Stelle si parla di Fico come colui che è stato in grado di dare un’anima al Movimento, realizzando quella che era stata la visione di Beppe Grillo, quando i grillini entrarono per la prima volta in Parlamento: “Con Roberto Fico Presidente della Camera questa carica istituzionale assume sembianze umane, esce dal cono di freddezza e altezzosità lontana dal popolo, ed entra nel cerchio delle emozioni, del rispetto, dei sentimenti: un’anima a 5 stelle sempre più visibile a tutti, fatta di etica, di sensazioni e di piccoli gesti. Il pensiero rivolto agli ultimi, ai più sfortunati, ai dimenticati, ai tanti Tom Joad in giro per l’Italia che soffrono ma trasformano il “furore” in poesia e in resistenza”.

fonte: https://www.fanpage.it/roberto-fico-il-presidente-della-camera-che-prende-i-mezzi-pubblici-per-andare-al-lavoro/

Vergogna, succede solo in Italia – Oggi è giorno di lutto per la Giustizia: dopo tre gradi di giudizio riesce a farla franca il delinquente leccese che 9 anni fa rubò una melanzana da 20 centesimi, assolto dalla Cassazione. Messaggi di sdegno da parte di Berlusconi, Verdini e Formigoni…!

 

Giustizia

 

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Vergogna, succede solo in Italia – Oggi è giorno di lutto per la Giustizia: dopo tre gradi di giudizio riesce a farla franca il delinquente leccese che 9 anni fa rubò una melanzana da 20 centesimi, assolto dalla Cassazione. Messaggi di sdegno da parte di Berlusconi, Verdini e Formigoni…!

 

Leggiamo dai giornali:

Lecce, tentò di rubare una melanzana: assolto dopo 9 anni e tre gradi di giudizio

“Particolare tenuità del fatto” per i giudici della Cassazione, che bacchettano i colleghi. L’uomo era privo di mezzi di sostentamento, ma aveva un precedente per furto.

E veniamo assaliti dallo sdegno: come? La fa franca? Senza neanche l’immunità parlamentare? Senza uno straccio di legge ad personam?

E’ vergognoso, dove andremo a finire? Una volta per fare i porci comodi tuoi ti dovevi almeno far eleggere. Poi sì che ti potevi fottere i soldi dello stato, evadere il fisco, salvare la banca del papino…

Ma ora?

E non è retorica… Quei 20 centesimi della melenzana li pagheremo noi…

Per approfondire, da La Repubblica:

Assolto dopo nove anni dall’accusa di tentato furto di una melanzana del valore di circa 20 centesimi. I giudici della Corte di cassazione hanno messo la parola fine a un procedimento a carico di un uomo di 49 anni di Carmiano, in provincia di Lecce, che nel 2009 era stato sorpreso dai carabinieri in un campo di melanzane dopo averne raccolta una.

La notizia è riportata dal Nuovo Quotidiano di Lecce. L’uomo aveva lasciato la sua auto sul ciglio della strada con lo sportello del portabagagli aperto, e secondo la ricostruzione degli investigatori avrebbe voluto prelevare un carico di ortaggi. Nella bacinella che aveva con sé però ce n’era soltanto una: un tentato furto di pochi centesimi.

A questo sono seguiti un’inchiesta e poi i tre gradi di giudizio, sempre con il gratuito patrocinio perché il 49enne è risultato privo di mezzi per poter pagare un avvocato. L’indigenza però non è bastata a giustificare il tentato furto con lo stato di necessità: per i giudici l’uomo aveva già agito in modo simile in passato, come dimostra una condanna nel 2000.

Tuttavia, scrivono i giudici nella loro sentenza, l’uomo “aveva certamente agito per soddisfare un bisogno alimentare della propria famiglia. Contrariamente a quanto rilevato dai giudici di merito, secondo cui il ricorrente non aveva dimostrato di versare in stato di indigenza, i presupposti della causa di giustificazione emergevano, avendo l’imputato cercato di rubare un solo ortaggio e non altra parte del potenziale raccolto”.

Così la Cassazione ha assolto l’uomo e bacchettato i giudici leccesi, data la “particolare tenuità” del fatto. Una circostanza prevista dal codice penale e tuttavia non applicata dalla Corte d’appello di Lecce. Che, sul punto, almeno secondo i colleghi della Suprema corte, sarebbe “incorsa in un’evidente svista”. Perché ne aveva escluso l’applicabilità per un errore sul calcolo della pena.

E neppure la condanna riportata nel 2000 sarebbe stata un ostacolo. La legge, ricordano i giudici della Cassazione, esclude l’applicabilità della “particolare tenuità del fatto” per chi è considerato “delinquente abituale”. Non per la recidiva, come nel caso concreto.