Battiato: “Dissi ‘troie in Parlamento’ e mi cacciarono, ma il tempo è galantuomo” – grande intervista a FRANCO BATTIATO

Battiato

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Battiato: “Dissi ‘troie in Parlamento’ e mi cacciarono, ma il tempo è galantuomo” – grande intervista a FRANCO BATTIATO

Franco Battiato torna a farsi sentire, e lo fa a suo modo. Gli scandali che in questi giorni stanno scoppiando in Sicilia, sembrano confermare le sue parole. A proposito dell’inchiesta su viaggi ed escort pagati con fondi Ue destinati ai disoccupati siciliani, ecco il pensiero di Battiato intervistato dal Fatto:

Mi hanno accusato di misoginìa, ma l’hanno fatto in evidente malafede. Io non ce l’ho con le prostitute. Non riconosco proprio il genere come categoria. Per me maschile, femminile e animale nuotano nello stesso insieme. Qui il fatto grave e inaccettabile è che la escort vanno in Parlamento, diventano politici e usano i soldi con cui paghiamo le tasse. Ma ripeto, le ragazze non hanno colpe.

I frustrati che le vendono al mercato, invece sì. Sono dappertutto, è incredibile, come il cacio sui maccheroni. A Bruxelles parlai anche di Lusi. Non c’è uno che l’abbia scritto. Tutti a sparare sul dito, mentre indicavo la luna. Domina l’ipocrisia. Non sarebbe più facile dichiarare che la tassa occulta per le escort è una specie di Imu aggiuntiva? In fondo nell’interpretazione di questi signori, la donna è solo una merce di scambio.

Il 26 marzo scorso durante un’audizione al Parlamento europeo l’allora assessore al Turismo della Regione Sicilia parlò di “prostitute disposte a tutto nella politica italiana”. Il governatore Crocetta chiese e ottenne le dimissioni sostituendolo con la sua segretaria particolare. Ora, dopo lo scandalo a base di escort e regalie – il cosiddetto “sistema Giacchetto – il cantautore si prende una rivincita: “Bastava saper aspettare”

Arresti, furti di denaro pubblico e donne barattate, sostiene Battiato: “Come cammelli in un suk”. Dalla stretta grondaia dell’“illustre e onorata società”, l’ex assessore al Turismo della giunta Crocetta in Sicilia è evaso con un paio d’ali. Il foglio di via, una frase pronunciata a Bruxelles a marzo e ritagliata a margine di un lungo ragionamento sui percorsi culturali: “Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa, dovrebbero aprire un casino”. La puntuale riprovazione ipocrita dell’intero arco costituzionale, governatore in testa, la controfirma all’espulsione. Ora che in meno di 90 giorni il decreto Battiato è diventato legge e nell’isola i finanzieri scardinano la trasversale impalcatura di escort e regalìe, l’asceta di Milo non si aspetta scuse terrene: “Questo Paese è una barzelletta, Il tempo è stato galantuomo, ma sei onesto e dici la verità non c’è smentita possibile. A poco a poco cadono le maschere. Dopo i 30 anni ognuno ha la faccia che si merita e la farina, come si dice, va in crusca”.

È andata in crusca, in effetti.
Avevano deciso di farmi fuori ben prima di Bruxelles. Ma non importa. È una storia chiusa. Come dicono i francesi: “Je m’en fous, ça ne me dérange pas”. Al potere piace travestire i sudditi da idioti, ma gli italiani non sono scemi. Hanno già visto tutto, compreso ogni cosa. Non le nascondo che da allora non posso più andare in giro. Il musicista Battiato è passato in terz’ordine, mi fanno dei complimenti che non ho mai avuto in vita mia.

Nel cacciarla dalla Regione, destra, sinistra e centro dissero che ce l’aveva con le donne. Boldrini, Grasso, Fornero, mezzo parlamentino siciliano. Santanchè, anche: “Ignoranza becera senza confini”.
L’elegantissima cantrice del “lui ci vuole tutte in orizzontale, ma io non gliela do”? Donna di rara finezza, sì. Mi hanno accusato di misogìnia, ma l’hanno fatto in evidente malafede. Io non ce l’ho con le prostitute. Non riconosco proprio il genere come categoria. Per me maschile, femminile e animale nuotano nello stesso insieme. Qui il fatto grave e inaccettabile è che le escort vanno in Parlamento, diventano politici e usano i soldi con cui paghiamo le tasse. Ma ripeto, le ragazze non hanno colpe. I frustrati che le vendono al mercato, invece sì. Sono dappertutto, è incredibile, come il cacio sui maccheroni. A Bruxelles parlai anche di Lusi. Non c’è uno che l’abbia scritto. Tutti a sparare sul dito, mentre indicavo la luna. Domina l’ipocrisia. Non sarebbe più facile dichiarare che la tassa occulta per le escort è una specie di Imu aggiuntiva? In fondo, nell’interpretazione di questi signori, la donna è solo una merce di scambio.

L’idea del mercimonio è antichissima.
Ricorda Bandiera bianca? “Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro”. Finché in Parlamento rimarranno 100 deputati funzionali al mantenimento dello status quo, non gireremo pagina. Prenda il governo Letta. Fa venire il dubbio che gli ultimi 20 anni di barricate siano stati una finzione. Che se certi uccellini non avessero avvisato al momento giusto Berlusconi, anche gli Scilipoti e i Razzi non avrebbero avuto un loro ruolo.

Se Berlusconi viene interdetto, il Pdl lascerà il Parlamento.
Oggi ho sentito distrattamente uno scemo che lo sosteneva. Robe da matti. Farse terribili. Forza, andate via. Magari lo facessero davvero.

Lei rifarebbe l’assessore?
Non lo volevo fare neanche prima. Dissi “vengo a patto che non debba dialogare con i politici e possa confrontarmi con le intelligenze”. Crocetta insistette. È finita come è finita. Diciamo che lui non era il rivoluzionario che mi aspettavo e io ero quello che sono sempre stato.

Si dice si sia pentito e abbia provato a organizzare una carrambata pacificatoria a uso e consumo delle telecamere.
E questo come l’ha saputo? Lui continua a dire con un certo coraggio a chiunque, alle Iene l’ultima volta, 10 giorni fa, che i nostri rapporti sono splendidi e ci sentiamo spessissimo. Non ci parliamo da mesi.

Antidoti all’orrore?
Seguire la propria coscienza. Sono un fan di Jack Sarfatti, uno studioso che la mette al centro della sua ricerca. Che ce ne facciamo di una fisica quantistica che ignora l’amore e il cervello? Se non sei in grado di individuare i pensieri di un uomo, è meglio che tu faccia il geometra.

Dell’uomo nuovo del suo ultimo disco però non c’è ancora traccia.
Ma è pieno di gente in gamba, consapevole. Giorni fa ero a Roma, avrò preso il taxi 20 volte. Non c’è stato conducente che non mi abbia rivelato il desiderio di buttare Alemanno nel Tevere. Ovviamente è una metafora, non vorrei che l’ex sindaco si risentisse. (Sorride)

E il caos dei grillini?
Li ho incontrati. Entusiasti, volevano devolverci i loro stipendi, mi sono piaciuti. Ma, purtroppo, mi pare stia franando tutto perché i lupi romani, felici, approfittano dell’ingenuità naïf per sbranarne le ragioni.

fonte: http://siamolagente2016.blogspot.it/2017/03/battiato-dissi-troie-in-parlamento-e-mi.html

L’ultima del Ministro Poletti sulle pensioni: “Chi ha avuto ha avuto…”

 

Poletti

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

segui anche la nostra nuova pagina: Fake News Daily

.

 

L’ultima del Ministro Poletti sulle pensioni: “Chi ha avuto ha avuto…”

 

Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…

chi ha dato, ha dato, ha dato…

scurdámmoce ‘o ppassato,

siete Italiani e dovete morire, paisá!…

 

Così in mente sua canticchiava il nostro Esimio Ministro Poletti mentre dichiarava “Sulle pensioni quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto”.

Come riporta l’ANSA:

Il Governo non ha intenzione di modificare le misure contenute nell’emendamento presentato alla legge di Bilancio sulla previdenza.

E’ la posizione espressa dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. “Sulle pensioni quello che dovevamo fare – ha detto – lo abbiamo fatto”.

La Cgil ritiene invece che sia necessario cambiare il provvedimento nel corso dell’iter parlamentare. Oggi la segretaria generale, Susanna Camusso ha incontrato i presidenti del Gruppo Pd di Camera e Senato e ha ribadito la sua posizione sull’occasione “persa” dal Governo e sul fatto che per la Cgil “la vertenza è aperta”.

Il Pd ha detto alla Cgil che le cose fatte in questa legge di Bilancio sulla materia “sono sufficienti” ma che non sono conclusi gli interventi da fare in futuro.

Su questo la Cgil parla di “risposta interessante” mentre esprime il dissenso sulla posizione espressa dal partito su quanto è possibile fare sulla previdenza nella legge di Bilancio.

…insomma, Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…

Il Ministro FEDELI (per intenderci, quella della laurea inventata, quella che dichiarò che in caso di sconfitta al Referendum si sarebbe ritirata dalla politica) si esprime sul tema delle fake news: “È SERIO”

FEDELI

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

segui anche la nostra nuova pagina: Fake News Daily

.

 

Il Ministro FEDELI (per intenderci, quella della laurea inventata, quella che dichiarò che in caso di sconfitta al Referendum si sarebbe ritirata dalla politica) si esprime sul tema delle fake news: “È SERIO”

Prima di proseguire con l’articolo Vi consigliamo di rileggere:

Una grande lezione di Serietà: Valeria Fedeli – 29/11/2016, “se perdiamo il Referendum vado a casa”. 04/12/2016, perde il Referendum. 12/12/2016, non solo non va a casa, ma si prende pure una bella poltrona da Ministro

IL MINISTRO FEDELI SI ESPRIME SUL TEMA DELLE FAKE NEWS: “È SERIO”

Di Alessio Marino

Il Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, nel corso di un evento tenuto a Trieste, ha affrontato nuovamente il tema delle fake news, che la Presidente della Camera Laura Boldrini aveva più volte discusso, soprattutto dopo l’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti.

Proprio l’elezione di Trump ha portato il tema sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, in quanto secondo alcuni rapporti provenienti dagli USA proprio le fake news avrebbero avuto un ruolo centrale nello spostamento degli equilibri elettorali.

La Ministra ha definito il tema “molto serio. Dobbiamo insegnare alle ragazze e ai ragazzi cosa significa l’uso dei social, cosa significa l’uso di internet, come si sta e come si utilizza la rete. Secondo me anche agli adulti occorre dare gli strumenti per risalire alla fonte, alla certificazione e alla certezza dell’informazione. Diversamente noi rischiamo di avere non solo informazione, ma anche contenuti del sapere, anche del sapere scientifico, che non sono suffragate da studi scientifici. Giustamente ci deve essere l’accesso a internet, perché è un’innovazione straordinaria, collega il mondo, le persone, cambia tante cose, il modo di produrre, di consumare e anche il modo di informarsi e di apprendere” riporta la stampa.

I giganti del web negli ultimi tempi hanno affrontato la questione. Facebook, ad esempio ha scelto di penalizzare tutte quelle pagine che contribuiscono alla creazione e diffusione delle fake news, limitandone la visibilità, mentre Google punta su penalizzazioni a livello pubblicitario.

tratto da: https://tech.everyeye.it/notizie/il-ministro-fedeli-si-esprime-sul-tema-delle-fake-news-e-serio-303608.html

Ricapitoliamo: Renzi promette 80 Euro, Berlusconi rilancia con 1000 euro di pensione e aspettativa di vita a 125 anni, ma il populista è Di Maio…

populista

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

segui anche la nostra nuova pagina: Fake News Daily

.

 

Ricapitoliamo: Renzi promette 80 Euro, Berlusconi rilancia con 1000 euro di pensione e aspettativa di vita a 125 anni, ma il populista è Di Maio…

 

Ma la campagna elettorale, quanto ci costa? O almeno quando ci dovrebbe costare secondo le “loro” promesse?

L’escalation di promesse nella preparazione del voto di primavera è davvero pirotecnico e fantasioso. Difficile persino fare il totale del costo delle varie proposte.

Renzi vuol dare 80 euro alle famiglie a basso reddito con figli, e il costo oscilla tra 5 e 10 miliardi raggiungendo una platea che può arrivare a 10 milioni di persone.

Ma ben più fantasioso è Berlusconi, che promette dentiere ma previdentemente anche cure dentistiche ai giovani, e soprattutto mette sul piatto la pensione minima a 1.000 euro. Riguardasse davvero tutti costerebbe anche 20 miliardi. Restringendo la platea a 800 mila dei 6 milioni di persone interessate, e cioè agli ultrasettantenni al minimo senza altri redditi, scenderebbe a 4 miliardi.

Resterebbe poi da spiegare a chi già percepisce 1.000 euro, avendo versato per una vita i relativi contributi, perché mai non bisognerebbe aumentare in proporzione anche quella pensione.

Viene poi il bollo da abolire per la prima auto, abbattendo della metà l’introito attuale di 6 miliardi, al netto della furbizia italiana di intestare a mogli e figli la seconda, azzerando del tutto la riscossione, che è indirizzata a strade e scuole provinciali, cioè alle buche da riempire e ai tetti da riparare.

E poi c’è l’aspettativa di vita a 125 anni. Ma qui crediamo i costi siano nulli o quasi, avendo il buon Silvio già fatto accordi con il Padreterno…

L’alleato Salvini vuole invece cancellare la legge Fornero, che nacque per creare un risparmio di 88 miliardi in dieci anni (11 se ne sono già andati per rimediare allo svarione degli esodati).

Quanto inciderebbe la legge numero 1 della nuova legislatura a guida centrodestra nessuno comunque lo spiega. Ci si ferma alla parola «abrogazione». Un totem. Un dogma della fede.

Come in tutti gli spettacoli pirotecnici che si rispettano, vengono infine i gran botti. Salvini parla di flat tax unica al 15%, ma previsioni più moderate, al 25%, già comporterebbero una caduta di gettito di circa 45 miliardi.

Se si aggiungesse per coerenza l’abolizione dell’Irap, sarebbero altri 22 miliardi.

Ah, dimenticavamo. Però il populista è Di Maio…

 

By Eles

 

Aprite gli occhi sulle fake news! Sono solo un pretesto per imporre la censura.

 

fake news

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Aprite gli occhi sulle fake news! Sono solo un pretesto per imporre la censura.

Non è un caso. E’ un metodo. Con un pretesto, le fake news, e uno scopo finale: mettere a tacere le voci davvero libere. Attenzione, non si tratta di una questione meramente italiana bensì di quella che definirei una “corale internazionale”. Il là lo hanno dato gli Stati Uniti, dove, dopo la vittoria di Trump, è partita una massiccia campagna ispirata dagli ambienti legati al partito democratico con l’entusiastico consenso di quello repubblicano, nella consapevolezza che la prima grande e inaspettata sconfitta dell’establishment che governa gli Usa da decenni non sarebbe avvenuta senza la spinta decisiva dell’informazione non mainstream. A seguire si sono mobilitati diversi Paesi europei, la Germania in primis, ma anche la Gran Bretagna del post Brexit e, ovviamente, l’Italia, del post referendum.

Sia chiaro: il problema delle fake news esiste; soprattutto quando a diffonderle sono società o singoli a fini di lucro. Gli esempi, anche recenti, abbondano. O quando vengono usate dagli haters, gli odiatori, ovviamente senza mai esporsi in prima persona. Ma le soluzioni vanno trovate nel rispetto della libertà d’opinione e nell’ambito del sistema giudiziario del singolo Paese. La diffusione sistematica di notizie false al solo fine di generare visualizzazioni è semplicemente una truffa e in quanto tale va trattata. Il problema degli haters è più complesso. Io da sempre sostengo che bisogna avere il coraggio di mettere la faccia e che l’anonimato assoluto per chi si esprime pubblicamente non sia salutare in una vera democrazia. Anche in questo ambito si possono trovare soluzioni intelligenti ad hoc.

Le proposte che sono state formulate negli ultimi tempi – e guarda caso tutte su iniziativa del Pd – si caratterizzano, invece, per la tendenza da un lato a delegare il giudizio a organismi extragiudiziali – talvolta anche extraterritoriali – dall’altro per l’intenzione di colpire arbitrariamente le parole e dunque, facilmente, anche le idee.

Non mi credete? Eppure è così. Ricordate il decreto Gentiloni sulla schedatura di massa degli utenti web e telefonici e la misura che autorizzava una censura di fatto e contro cui ho condotto una battaglia furibonda su questo blog? La prima misura è da regime autoritario, senza precedenti in democrazia; la seconda delega all’Agcom la facoltà di valutare se un sito viola il diritto di autore e, un caso affermativo, di oscurarlo. Ovvero appropriandosi di funzioni che spettano normalmente alla magistratura.

E leggete la proposta di legge contro le Fake News annunciata da Renzi. Cito una fonte insospettabile, la Repubblica, che la definisce una legge sulle fake news che non parla di fake news. Scrive Andrea Iannuzzi:

Nel ddl elaborato dai senatori Zanda e Filippin si impone ai social network con oltre un milione di utenti la rimozione di contenuti che configurano reati che vanno dalla diffamazione alla pedopornografia, dallo stalking al terrorismo. La valutazione dei reati viene demandata ai gestori delle piattaforme, che di fatto sostituiscono il giudice: la libertà di espressione potrebbe essere a rischio. Previste sanzioni pesanti per chi non rispetta una serie di adempimenti burocratici

Persino la Repubblica – sì proprio il giornale che ha amplificato le denunce di Renzi contro le Fake News – non ha potuto esimersi dall’ammettere che così i giudici non servirebbero più, violando uno dei principi fondanti della nostra civiltà, e dal riconoscere che la libertà di opinione è in pericolo.

E non finisce qui. Sentite cosa dice Marco Carrai, amico e consigliere di Renzi, che in un’intervista al Corriere della Sera rivela:

Stiamo lavorando con uno scienziato di fama internazionale alla creazione di un “algoritmo verità”, che tramite artificial intelligence riesca a capire se una notizia è falsa. L’altra idea è creare una piattaforma di natural language processing che analizzi le fonti giornalistiche e gli articoli correlandoli e, attraverso un grafico, segnali le anomalie. A mio avviso ciò dovrebbe essere fatto anche a livello istituzionale.

Traduco: significa che un algoritmo e meccanismi di analisi semantica stabiliranno se un singolo articolo è vero o è una fake news. Scusate, ma io rabbrividisco. Queste sono tecniche da Grande Fratello, e non solo perché i criteri rimarranno inevitabilmente segreti (per impedire che vengano aggirati), ma soprattutto perché così si potranno discriminare le idee, i concetti, bannando quelli che un’autorità esterna (il gestore dei social!) riterrà inappropriati. D’altronde sta già avvenendo su Facebook e su Twitter, dove opinionisti anche conosciuti si sono visti cancellare gli account da un amministratore che, nel migliore dei casi, si presenta con un nome di battesimo (Marco, Jeff o Bill) e che decide che si sono “violate le regole della comunità”. Oggi sono ancora incidenti episodici, ma domani – sotto la minaccia di sanzioni milionarie già ventilate da Renzi – i gestori sboscheranno con l’accetta. E basterà un’”esuberanza semantica”, ad esempio scrivere zingari anziché rom, o accusare un’istituzione di diffondere dati falsi o incompleti per sparire dalla faccia del web.

Perché per gente come Renzi e Carrai e Gentiloni, tutti veri splendidi progressisti, evidentemente non può che esistere una sola Verità. Quella Ufficiale, quella certificata da loro e difesa dagli implacabili gestori dei social media, novelli guardiani dell’ordine costituito.

Cose che possono esistere solo in una “Fake Democracy”. Quella a cui ci vogliono portare.

 

fonte: http://blog.ilgiornale.it/foa/2017/11/28/aprite-gli-occhi-sulle-fake-news-sono-solo-un-pretesto-per-imporre-la-censura-ve-lo-dimostro-qui/

“Il tuo contratto per il momento cessa”: 530 operai interinali Fca lasciati a casa con un sms …Se vi viene da sputare in faccia a qualcuno ricordate: quello a destra fa il suo “mestiere” di padrone. Quello a sinistra dovrebbe tutelare gli interessi della Gente!

operai

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

“Il tuo contratto per il momento cessa”: 530 operai interinali Fca lasciati a casa con un sms …Se vi viene da sputare in faccia a qualcuno ricordate: quello a destra fa il suo “mestiere” di padrone. Quello a sinistra dovrebbe tutelare gli interessi della Gente!

“Il tuo contratto per il momento cessa”: 530 operai interinali Fca lasciati a casa con un sms

Da un giorno all’altro, a 530 operai dello stabilimento Fca di Cassino è stata comunicata la cessazione del rapporto di lavoro con un sms automatico inviato dall’agenzia interinale Manpower. Il motivo, stando a quanto dichiarato da Fca ai sindacati, è il mancato raggiungimento del target minimo di vendite.

Con uno scarno sms inviato dall’agenzia interinale in modo automatico, 530 operai dello stabilimenti Fca di Cassino sono stati lasciati a casa da un giorno all’altro.  A riportare la notizia è il quotidiano Huffington Post, che pubblica uno screenshot del messagino: “Il tuo contratto per il momento cessa. Ci aggiorniamo per ulteriori novità”, questa l’unica comunicazione ricevuta dagli operai che da qualche mese lavoravano nel nuovo stabilimento Fca inaugurato lo scorso anno dall’ad Sergio Marchionne e dall’allora ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. In tutto, dall’inaugurazione dello stabilimento di Cassino, sono stati assunti 830 lavoratori, tutti con contratti di sommistrazione, cioè non assunti direttamente da Fca ma dall’azienda interinale Manpower.

I contratti di sommistrazione sono particolari contratti a termine che permettono al committente di assumere forza lavoro appaltandone la gestione alle agenzie per il lavoro, gestione che comprende anche le procedure per la cessazione delle collaborazioni. I contratti interinali possono essere rinnovati a scadenza, ma in questo caso, nonostante le promesse fatte ai lavoratori dall’agenzia per il lavoro e dalla stessa Fca, sono cessati senza preavviso. Tecnicamente non si può parlare di un vero e proprio licenziamento, i contratti sono arrivati a scadenza naturale e non rinnovati, ma gli operai che speravano in una prosecuzione del rapporto di lavoro sono stati avvertiti della cessazione del contratto solamente mediante uno scarno sms, comunicazione che peraltro – purtroppo – la legge permette.

tratto da: https://www.fanpage.it/il-tuo-contratto-per-il-momento-cessa-530-operai-interinali-fca-lasciati-a-casa-con-un-sms/

L’Unione Europea approva il nuovo principio contabile sui crediti delle banche: un fantastico regalo alle banche tedesche, ma un suicidio per l’Italia!

 

banche

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

L’Unione Europea approva il nuovo principio contabile sui crediti delle banche: un fantastico  regalo alle banche tedesche, ma un suicidio per l’Italia!

È stato approvato stamattina in seduta plenaria il regime transitorio di 5 anni per introdurre dal 2018 il nuovo principio contabile IFRS 9 sui crediti delle banche. Quest’ultimo determinerà il passaggio da un modello basato sulla rilevazione delle perdite sostenute a un modello basato sulla rilevazione delle perdite attese, anche se non ancora effettivamente realizzate.

Si tratta di un ulteriore tassello dell’agenda UE che si aggiunge a una serie di azioni di accanimento sul rischio di credito che sta mettendo in difficoltà il sistema bancario tradizionale focalizzato sul finanziamento di famiglie e imprese. Soprattutto il sistema del credito italiano, mentre purtroppo non vediamo parallelamente alcuna azione o iniziativa per monitorare e ridurre il rischio finanziario sistemico legato ai titoli illiquidi, come i derivati, di cui sono piene le banche francesi e tedesche. Una bomba a orologeria che rappresenta la vera minaccia nascosta alla stabilità del sistema bancario europeo.

Nel merito, le banche saranno tenute ad accantonare maggiori riserve di capitale anche per i crediti in bonis, ai primi segnali di deterioramento, indipendentemente dal verificarsi di eventi oggettivi, ma tenendo conto della sola probabilità di perdite in futuro. Nonostante il regime transitorio che diluirà in 5 anni gli effetti negativi sui coefficienti di capitale dei maggiori accantonamenti, la modifica contabile avrà evidenti e concrete ripercussioni sul capitale delle banche, sulla gestione dei prestiti e sulla capacità di sostenere l’economia reale e concedere credito a famiglie e imprese. Saranno inoltre esclusi dal regime transitorio (cosiddetto phase-in) i maggiori accantonamenti sui crediti classificati come deteriorati.

Ma c’è di più. Queste nuove regole non varranno per tutte le banche europee. Per esempio, non per le oltre 1.600 banche locali e regionali della Germania, la quasi totalità del sistema creditizio tedesco, che continueranno tranquillamente a seguire i principi contabili nazionali. Un privilegio che si aggiunge al vantaggio di aver ottenuto l’esclusione dal sistema di vigilanza unica della BCE entrato in vigore nel 2014. È una situazione assolutamente inaccettabile che crea ulteriori distorsioni della concorrenza tra sistemi bancari nazionali e amplifica le già profonde asimmetrie che caratterizzano questa finta unione bancaria fondata su 2 pesi e 2 misure.

Ancora una volta a uscirne penalizzate saranno soprattutto le banche piccole e le banche che hanno un modello di business incentrato sui prestiti a famiglie e PMI, già soffocate da una vigilanza e regole asfissianti.

 

fonte: http://www.efdd-m5seuropa.com/2017/11/regalo-alle-banche-t.html

Ricapitoliamo: l’Islanda è uscita dalla crisi sbattendo in galera i banchieri che l’hanno provocata e rimborsando la Gente con i soldi ricavati dalla vendita di una banca. Da noi il Governo fa una legge per dare 50 milioni alle vittime delle banche, facendo così pagare tutto a NOI… Ora capite perchè siamo nella m…da fino al collo?

banchieri

 

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Ricapitoliamo: l’Islanda è uscita dalla crisi sbattendo in galera i banchieri che l’hanno provocata e rimborsando la Gente con i soldi ricavati dalla vendita di una banca. Da noi il Governo fa una legge per dare 50 milioni alle vittime delle banche, facendo così pagare tutto a NOI… Ora capite perchè siamo nella m…da fino al collo?

 

MANOVRA: 50 MLN IN 2 ANNI PER VITTIME DANNI BANCHE
CRITICHE DAL CODACONS: FONDO ALIMENTATO DA COLLETTIVITA’ E NON DA BANCHE, RISPARMIATORI BEFFATI!

Dure critiche del Codacons in merito al “Fondo di ristoro finanziario” previsto dalla legge di bilancio che introdurrà un fondo di 25 milioni all’anno per il 2018 e 2019 a favore dei risparmiatori che hanno subito un danno dalle banche.
“25 milioni di euro all’anno a fronte delle ingenti perdite subite dai risparmiatori italiani a causa di crisi bancarie e crac finanziari, pari a 44 miliardi di euro solo negli ultimi 15 anni, sono una elemosina ridicola – afferma il presidente Carlo Rienzi – Si è appreso inoltre che le coperture arriveranno per circa due terzi dai conti ‘dormienti’, 12 milioni nel 2018 e tutti i 25 milioni del 2019: in sostanza le malefatte e gli errori delle banche saranno pagati non dagli istituti di credito, ma dagli stessi cittadini, attraverso i loro conti correnti e depositi “dormienti”. Il costo di tale Fondo di ristoro, quindi, ricadrà sull’intera collettività, distraendo risorse che potevano essere destinate ad altri scopi e realizzando l’ennesima beffa a danno dei risparmiatori” – conclude Rienzi.

E in Islanda, invece, come hanno fatto…?

DI CLAIRE BERNISH – theantimedia.org

Per cominciare l’Islanda ha sbattuto in galera i banchieri corrotti per il loro diretto coinvolgimento nella crisi finanziaria del 2008.

Ora tutti gli Islandesi riceveranno una rendita dalla vendita di una delle tre più grandi banche d’Islanda, Islandbanki.

Se il Ministro delle Finanze Bjarni Benediktsson riuscirà nel suo intento – e probabilmente ce la farà – gli Islandesi riceveranno 30.000 corone dopo che il governo prenderà possesso della banca. Islandbanki diventerà la seconda delle tre più grandi banche sotto il controllo dello stato.

“Sto semplicemente dicendo che il governo prenderà una data porzione, il 5%, e semplicemente la distribuirà alla gente di questa nazione”, ha affermato.

Dato che gli Islandesi hanno preso il controllo del loro Governo, effettivamente controllano le banche. Benediktsson crede che ciò porterà capitale straniero nella nazione e infine spingerà l’economia – la quale, tra l’altro, è l’unica ad essersi totalmente ripresa dalla crisi del 2008. L’Islanda è persino riuscita a ripagare in toto il suo enorme debito al FMI – in anticipo rispetto alla data prevista.

Guðlaugur Þór Þórðarson, vicecapo della Commissione sul Budget, ha spiegato che questa manovra faciliterà l’alleggerimento del controllo dei capitali, benché non fosse convinto che il controllo statale fosse la soluzione più ideale. L’ex Ministro delle Finanze Steingrìmur J. Sigfùsson è dalla parte di Þórðarson, sostenendo in uno show radio “non dovremmo lasciare le banche nelle mani di folli” e che l’Islanda beneficerà da un cambio di vedute separando “le banche commerciali da quelle d’investimento”.

I piani non sono ancora stati preparati con precisione per quando avverranno la presa di possesso e il conseguente pagamento a tutti i cittadini, ma l’approccio rivoluzionario dell’Islanda al crollo finanziario mondiale del 2008 di certo merita tutta l’attenzione che si è guadagnato.

L’Islanda ha di recente sbattuto in galera il suo ventiseiesimo banchiere – 74 anni di detenzione sommando tutte le pene comminate – per aver causato il caos finanziario. I banchieri criminali statunitensi sono stati ricompensati per le loro frodi e le manipolazioni del mercato con un enorme salvataggio a spese dei contribuenti.

Claire Bernish

Ikea Milano – Madre separata con figli piccoli licenziata perché non rispetta i turni. Solo i colleghi scioperano per solidarietà. A tutti gli altri Italiani non frega niente. Perché gli Svedesi sono pezzi di me… solo quando ci battono a calcio!

 

Ikea

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Ikea Milano – Madre separata con figli piccoli licenziata perché non rispetta i turni. Solo i colleghi scioperano per solidarietà. A tutti gli altri Italiani non frega niente. Perché gli Svedesi sono pezzi di me… solo quando ci battono a calcio!

 

Da Repubblica:

Ikea Milano, madre separata con figli piccoli licenziata perché non rispetta i turni. Colleghi in sciopero per solidarietà.

Succede a Corsico. La donna ha due bambini di 10 e 5 anni. Il più piccolo disabile: “Per me arrivare alle 7 è impossibile”. I sindacati: “Daremo battaglia. Alla faccia del welfare svedese”. In serata l’azienda commenta: “Vogliamo approfondire meglio la vicenda”

Madre separata con due figli, di cui uno disabile, licenziata perché non può entrare a lavorare alle 7 del mattino. Succede all’Ikea di Corsico, dove i lavoratori da oggi stanno organizzando assemblee e scioperi (uno dalle 11 alle 12 e uno dalle 17 alle 18) per protestare contro la decisione del colosso svedese dell’arredamento.

Marica Ricutti 39 anni, laureata in scienze alimentari, lavorava da diciassette nello stabilimento di Corsico, prima al bistrot a piano terra e da qualche mese al ristorante del primo piano. “Mi sono sempre adattata a tutte le richieste – racconta Marica – e ho detto di sì anche all’ultima, quella in cui mi hanno chiesto di cambiare reparto. Ho detto sì, ma ho chiesto che mi si venisse incontro per gli orari: io ho due bambini uno di dieci e uno di cinque anni, il più piccolo è disabile, motivo per cui ho la 104. All’inizio mi hanno detto di sì e che non ci sarebbero stati problemi. Poi le cose sono cambiate”.

Nel precedente posto, Marica lavorava con turni dalle nove del mattino fino a chiusura. Nel nuovo capitava spesso che le venisse chiesto di lavorare dalle 7 del mattino. “Ho chiesto più volte maggiore flessibilità perché per me spesso era molto complicato rispettare quegli orari – aggiunge Marica – Mi hanno sempre rimpallato da una persona all’altra. Allora ho deciso di fare gli orari che facevo nel vecchio posto”.

La settimana scorsa, il licenziamento in tronco. Nella lettera, Ikea sottolinea che è venuto meno il rapporto di fiducia in due occasioni in cui la dipendente si sarebbe presentata al lavoro in orari diversi da quelli previsti, una volta due ore in anticipo, l’altra due ore in ritardo.

“Alla faccia del welfare svedese – dice Marco Beretta della Filcams Cgil di Milano -. In questi anni Ikea ha cambiato pelle e questo episodio è un chiaro messaggio rivolto ai lavoratori. Vogliono far capire a tutti che decidono loro e, a prescindere dai problemi che può avere ognuno, o accettano o sono fuori. In questi giorni organizzeremo raccolte firme, presidi e volantinaggi”.

In serata è arrivato un breve commento dell’azienda che suona come un’apertura: “In merito alla situazione di Marica Ricutti, Ikea Italia comunica che sta svolgendo tutti gli approfondimenti utili a chiarire compiutamente gli sviluppi della vicenda. L’azienda vuole valutare al meglio tutti i particolari e le dinamiche relative alla lavoratrice”.

fonte: http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/11/28/news/ikea_corsico_lavoratori_sciopero_solidarieta_collega_licenziata-182396365/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P1-S1.4-T1

Addio Mose – Sta affondando sotto la marea burocratica, come sono affondati gli 8 miliardi che ci è costato. Ma non temete, il suo obiettivo primario è stato raggiunto: far mangiare tutti gli sciacalli che ci giravano intorno!

Mose

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Addio Mose – Sta affondando sotto la marea burocratica, come sono affondati gli 8 miliardi che ci è costato. Ma non temete, il suo obiettivo primario è stato raggiunto: far mangiare tutti gli sciacalli che ci giravano intorno!

La marea burocratica affonda il Mose. Così 8 miliardi si inabissano in laguna

Ordinanze prefettizie, interventi dell’Autorità nazionale anticorruzione e ora anche verdetti ribaltati. Con il rischio, sempre più alto, che il Mose, il sistema di barriere mobili contro il fenomeno dell’acqua alta a Venezia, finisca per ‘inabissarsi’ insieme agli 8 miliardi finora sborsati per la sua realizzazione.

Il verdetto – L’ultima puntata della storia infinita, è andata in scena ieri. Con la decisione dal Consiglio di Stato che, nel ricorso promosso dall’Anac, Prefettura di Roma e ministero dell’Interno contro contro la sentenza del Tar, favorevole al Consorzio Venezia Nuova, concessionario dell’opera, e a nove consorziate, ha stabilito, capovolgendo il giudizio di primo grado, che l’ordinanza del 22 gennaio 2016, con la quale la Prefettura di Roma ha esteso anche alle imprese consorziate “l’acantonamento degli utili imposto” proprio al Consorzio Venezia Nuova  è da ritenersi legittima e valida. Motivo: secondo i giudici di Palazzo Spada, è “prioritario assicurare la conservazione dei proventi dell’eventuale corruzione, in attesa della definitiva sentenza penale”. Quella relativa alla vicenda che ha interessato gli ex amministratori del Consorzio Venezia Nuova. I giudici, riformando la sentenza del Tar Lazio del 2016, hanno confermato la legittimità del provvedimento adottato dal Prefetto di Roma che – in applicazione della misura della straordinaria e temporanea gestione del contratto – aveva ordinato ai commissari ad acta di accantonare tutti gli utili derivanti dall’esecuzione commissariale del contratto, anche se spettanti alle imprese consorziate che non erano parti del contratto di concessione. “La ratio della norma è quella di consentire il completamento dell’opera nell’esclusivo interesse dell’amministrazione concedente mediante la gestione del contratto in regime di ‘legalità controllata’ – si legge nella sentenza -. Ciò al fine di scongiurare il paradossale effetto di far percepire, proprio attraverso il commissariamento che gestisce l’esecuzione del contratto, il profitto dell’attività criminosa”. La separazione giuridica tra il Consorzio e le imprese che ne fanno parte – conclude il Consiglio di Stato – non è circostanza in grado di paralizzare l’effetto anticorruttivo della disposizione di legge ed il conseguente congelamento degli utili, che deve necessariamente estendersi a tutti coloro che eseguono i lavori per conto del Consorzio Venezia Nuova, in attesa della definitiva sentenza penale.

De profundis – All’Anac non nascondono la soddisfazione per la decisione che ha confermato di fatto la bontà dell’iter di commissariamento predisposto con le misure di straordinaria e temporanea gestione sul Consorzio Venezia Nuova. Ma a questo punto in molti temono per il destino dell’opera. Un’opera che è in gran parte sommersa e avrebbe bisogno urgente di manutenzione, senza la quale rischia seriamente di inabissarsi per sempre nelle acque della laguna. Trasformandosi nell’ennesima cattedrale nel deserto.

 

tratto da: http://www.lanotiziagiornale.it/la-marea-burocratica-affonda-il-mose-cosi-8-miliardi-si-inabissano-in-laguna/