Salvini deride pure i bambini affogati in mare: “Che peccato, in casa non ho trovato neanche una maglietta rossa da esibire oggi…” – Sveglia Gente, siamo ITALIANI, non le merde in cui ci vuole trasformare quest’individuo!

 

Salvini

 

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Salvini deride pure i bambini affogati in mare: “Che peccato, in casa non ho trovato neanche una maglietta rossa da esibire oggi…” – Sveglia Gente, siamo ITALIANI, non le merde in cui ci vuole trasformare quest’individuo!

 

Salvini deride i bambini morti in mare: peccato che non ho trovato una maglietta rossa

Il nemico di chi salva vite in mare ironizza sull’iniziativa lanciata da Libera. Sinistra Italiana replica: è indegno di svolgere il ruolo istituzionale

C’è qualcuno che ha la responsabilità delle centinaia di annegati nel Mediterraneo nelle ultime settimana. E chi ha la responsabilità? Chi ha criminalizzato le Ong impedendo loro di operare e si è affidato a un non-stato come la Libia dove comandando le milizie e, all’interno delle milizie, comandano i cartelli criminali.
Così la Guardia Costiera libica, stranamente, arriva sempre a naufragio avvenuto a fare la cosa dei dispersi (centinaia) e raccogliere i pochi sopravvissuti.
Ma no si è razzisti e xenofobi fino in fondo se non di deride la sofferenza: “Che peccato, in casa non ho trovato neanche una maglietta rossa da esibire oggi…”.

E l’emoticon di un bacio. Così Matteo Salvini – che notioriamente ama vestire capi d’abbigliamento di marchi vicini a CasaPound – prende le distanze, su Facebook, dall’appello di Libera e Don Ciotti a indossare oggi una maglietta rossa in memoria dei bambini morti in mare mentre tentavano di arrivare in Europa e sfuggire a guerre, fame e miseria.
Le magliette rosse ricordano i pigiamini rossi indossati dai bimbi annegati una settimana fa davanti alle coste della Libia, e la maglietta rossa del piccolo Alan Kurdi, ritrovato senza vita tre anni fa su una spiaggia turca. Le madri dei piccoli migranti tendono a vestire i propri figli di rosso durante la traversata, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori.

La replica di Sinistra Italiana: è un indegno
“Salvini non trova nel suo armadio una maglietta rossa? Non ci stupisce. La sua battuta nemmeno.”
Lo afferma Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali replicando alle battute di Salvini sull’iniziativa delle magliette rosse lanciata da Libera, Arci e Anpi.
“Non ci stupisce ma ci fa schifo. – conclude Fratoianni – Chi ironizza sulla morte e sulla disperazione di migliaia di persone è solo un poveraccio. Indegno di svolgere il ruolo istituzionale che riveste.”

tratto da: https://www.globalist.it/politics/2018/07/07/salvini-deride-i-bambini-morti-in-mare-peccato-che-non-ho-trovato-una-maglietta-rossa-2027519.html

L’annuncio di Salvini: “Soldi sequestrati alle mafie per combattere abusivi e massaggiatori in spiaggia” …dico a TE, coglione disoccupato che forse stasera non riuscirai a mettere il piatto a tavola: il TUO problema, secondo Salvini, sono i massaggiatori in spiaggia! Ma veramente non ti senti preso per il culo?

 

Salvini

 

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L’annuncio di Salvini: “Soldi sequestrati alle mafie per combattere abusivi e massaggiatori in spiaggia” …dico a TE, coglione disoccupato che forse stasera non riuscirai a mettere il piatto a tavola: il TUO problema, secondo Salvini, sono i massaggiatori in spiaggia! Ma veramente non ti senti preso per il culo?

Arriva la direttiva spiagge sicure voluta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini: I soldi sequestrati alle mafie serviranno per combattere ambulanti e massaggiatori…

Capito mio bel disoccupato? Sì, vabbè, forse il Governo se ne fotte altamente che stasera non potrai mettere il piatto in tavola. Però domani, mentre prenderai il sole in una delle più esclusive spiagge italiane, la tua digestione (?) non sarà disturbata da tutti quei negri che vogliono venderti braccialetti o peggio dai gialli che vogliono proporti massaggi…

Soddisfatto, no?

Io, al posto tuo, mi sentirei molto, ma molto preso per il culo…!

Da Fanpage:
Spiagge sicure, l’annuncio di Salvini: “Soldi sequestrati alle mafie per combattere abusivi e massaggiatori”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini annuncia l’arrivo della direttiva ‘Spiagge sicure’ per combattere il commercio abusivo sulle spiagge italiane. Oltre alle sanzioni già previste, Salvini annuncia che la norma prevede l’impiego di “alcuni milioni di euro che arrivano dal Fondo unico giustizia, soldi sequestrati ai mafiosi: dalla mafia arriveranno sulle nostre spiagge per pagare gli straordinari agli agenti della polizia locale”.

Arriva la direttiva spiagge sicure voluta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e, rispetto agli anni passati, c’è una novità sostanziale annunciata dallo stesso vicepresidente del Consiglio: “Quest’anno all’invito aggiungiamo dei soldi, alcuni milioni di euro che arrivano dal Fondo unico giustizia, soldi sequestrati ai mafiosi, quindi con doppio gusto: dalla mafia arriveranno sulle nostre spiagge per pagare gli straordinari agli agenti della polizia locale”. L’invito di cui parla Salvini è quello ai cittadini che frequentano le spiagge italiane, a cui chiede di non comprare la borsa, la collanina o di non farsi fare i massaggi in spiaggia da persone che non hanno il diritto di farlo: “Comprarli significa aiutare la malavita organizzata e non il poverino che le vende”.

Salvini annuncia anche il daspo urbano per le aree ad alta densità turistica, introducendo “la possibilità di sanzionare e leggi ad hoc per le aree infestate dall’abusivismo commerciale, sanitario e non solo”. Il ministro dell’Interno, ringraziando gli uffici del Viminale che hanno elaborato questo strumento “trovando anche dei soldi”, spiega che la sua direttiva ricalca in parte quello che alcuni comuni già fanno. È il caso della prefettura di Ravenna che “da due anni controlla chilometri di litorale e ha sconfitto qualsiasi tipo di abuso”. Ciò su cui punta il vicepresidente del Consiglio è il “coinvolgimento diretto degli enti locali insieme al protagonismo dei sindaci e degli assessori: contiamo che aumentino i sequestri, le confische, gli arresti, i numeri di chilometri di spiagge tranquille”.

Le sanzioni per chi acquista in spiaggia
Il ministro dell’Interno fa sapere che la nuova direttiva, presentata oggi al Viminale, non prevede un innalzamento delle sanzioni per l’acquisto di merce da venditori abusivi. Per chi compra il rischio è di subire sanzioni che vanno dai 100 ai 7mila euro. “È già previsto dal codice – spiega Salvini – non abbiamo voluto aumentare le sanzioni, ma semplicemente mettere gli agenti in condizioni di applicare la legge vigente. Sarebbe ipocrita aumentare all’infinito le sanzioni quando non c’è il personale sufficiente”.

Come funziona il Fondo unico di giustizia
Il Fondo unico di giustizia, citato da Salvini e da cui arriveranno i fondi, raccoglie i rapporti finanziari e assicurativi sottoposti a sequestro penale o amministrativo e le somme non ritirate trascorsi cinque anni dai processi civili e dalle procedure fallimentari. Attraverso Equitalia giustizia vengono versate allo Stato le somme confiscate dall’autorità giudiziaria o amministrativa, l’utile della gestione finanziaria delle risorse liquide del Fondo e una quota delle risorse sequestrate che viene stabilita con decreto ministeriale. Le somme versate allo Stato da Equitalia giustizia sono destinate – per essere riassegnate – in misura non inferiore a un terzo al ministero dell’Interno, in misura non inferiore a un altro terzo al ministero della Giustizia e all’entrata del bilancio dello Stato. Le quote di riassegnazione vengono stabilite annualmente con un decreto del presidente del Consiglio e finora si è sempre deciso di dare il 49% al ministero dell’Interno, il 49% a quello della Giustizia e il restante 2% al bilancio dello Stato. Il ministero dell’Interno può utilizzare questi fondi per la tutela della pubblica sicurezza e del soccorso pubblico.

Una tabella riportata sul sito del ministero della Giustizia mostra quali siano le cifre che Equitalia giustizia versa allo Stato attraverso questo fondo. Negli ultimi anni la cifra totale si è aggirata tra i 150 e i 220 milioni di euro: dal 2013 non è mai scesa sotto i 100 milioni. Per i primi mesi del 2018 – fino al 31 marzo – la cifra versata allo Stato è stata di 55 milioni di euro.

fonte: https://www.fanpage.it/spiagge-sicure-lannuncio-di-salvini-soldi-sequestrati-alle-mafie-per-combattere-abusivi-e-massaggiatori/
http://www.fanpage.it/

La seconda morte di Giulio Regeni – Con Salvini al governo la verità su Regeni non interessa più! …E infatti di questo ragazzo non se ne parla più!

 

Giulio Regeni

 

 

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La seconda morte di Giulio Regeni – Con Salvini al governo la verità su Regeni non interessa più!

 

La seconda morte di Giulio Regeni

“Comprendo bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto”

Sono stato tentato per un attimo di non scrivere più nulla, di lasciare all’interno dell’articolo solo queste parole del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sono stato tentato di non scrivere assolutamente nulla, nemmeno quelle parole. Sono stato tentato. Ma i giorni passavano, e queste parole continuavano a scorrere davanti ai miei occhi, cosi Giulio deve aver visto scorrere la vita davanti ai suoi, pugno dopo pugno, tortura dopo tortura.

Caro signor Ministro Salvini, è facile parlare di sovranità nazionale (“contusioni e abrasioni in tutto corpo…”), è facile fare “la voce grossa” in Europa (“Lividi estesi non incompatibili con lesioni da calci, pugni ed aggressione con un bastone…”) per farsi rispettare sulla pelle della povera gente, vero? (“più di due dozzine di fratture ossee, tra cui sette costole rotte, tutte le dita di mani e piedi, così come gambe, braccia e scapole, oltre a cinque denti rotti… “).

Ma quando si tratta del delitto di un ragazzo italiano (“coltellate multiple sul corpo, comprese le piante dei piedi, probabilmente inferte con un rompighiaccio o uno strumento simile ad un punteruolo…”) avvenuto all’interno di un Paese ‘amico’ con cui ‘è fondamentale avere buone relazioni’ (“numerosi tagli, su tutto il corpo, causati da uno strumento tagliente simile ad un rasoio…”) si diventa di colpo piccoli, piccolissimi (“estese bruciature di sigarette, nonché una bruciatura più grande tra le scapole e incisioni somiglianti a vere e proprie lettere”). Perché ci sono “nemici” contro cui è facile combattere, e altri davanti a cui si abbassa la testa.

Voi, portatori sani di odio e di nazionalismo a buon mercato, pensate davvero che il rispetto e la sovranità di una nazione abbiano valore se pretesi sollevandosi contro gli ultimi della terra?

Non smetteremo mai di chiedere giustizia per Giulio. Mai, nemmeno per un istante la nostra lottaarretrerà. Perché no, caro signor Ministro Salvini, la richiesta di giustizia per Giulio non è una questione privata della sua famiglia. E se vogliamo dirla tutta, non è nemmeno una questione di soli noi italiani. La richiesta di giustizia per Giulio Regeni è una questione che appartiene ad ogni Uomo libero.

A Giulio hanno cercato ‘l’anima a forza di botte’. Perché, lui, un’anima l’aveva per davvero.

Un abbraccio, forte, a Paola e Claudio Regeni.

 

tratto da: http://www.qualcosadisinistra.it/2018/06/17/la-seconda-morte-di-giulio-regeni/

Verdini condannato? Report aveva già detto tutto sul caso ben 5 anni fa con l’eccezionale servizio di Sigfrido Ranucci per la puntata del 21/10/2013 – BIANCO, ROSSO E VERDINI

 

Report

 

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Verdini condannato? Report aveva già detto tutto sul caso ben 5 anni fa con l’eccezionale servizio di Sigfrido Ranucci per la puntata del 21/10/2013 – BIANCO, ROSSO E VERDINI

 

PUNTATA DEL 21/10/2013
BIANCO, ROSSO E VERDINI

 DI Sigfrido Ranucci 

Collaborazione di Giorgio Mottola

Chi è l’uomo che fa da cicerone a Berlusconi durante l’inaugurazione della nuova sede di Forza Italia? Che conforta l’ex premier dopo che in lacrime ha votato la fiducia al governo Letta?

Si tratta del senatore Denis Verdini. La percentuale delle sue presenze in parlamento rasenta lo zero. In compenso lavora duramente per il partito. Ma cosa fa veramente?

Fino alle indagini sui grandi appalti, che hanno fatto emergere gli affari della cricca, il suo volto lo conoscevano in pochi. Nonostante stia facendo i conti con vari procedimenti penali, dalla bancarotta del Credito cooperativo fiorentino, all’accusa di truffa all’editoria, dalla p3 alla p4, al finanziamento illecito ai partiti, oggi Denis Verdini appare sempre in prima fila nelle riunioni segrete di Arcore che l’ex premier tiene con un numero ristrettissimo di persone fidate. È considerato, tra i falchi, quello che riesce di più a influenzare i pensieri dell’ex premier. In molti tra le colombe di Forza Italia vorrebbero arginare il suo potere. Ma oggi è a Verdini che Berlusconi ha affidato le chiavi della rinascente Forza Italia. Se il progetto continuerà sarà proprio lui a scegliere la nuova classe politica del partito, coloro che si candideranno e siederanno sugli scranni del parlamento.

Con quale logica lo farà? Report, con un’inchiesta di Sigfrido Ranucci ha fatto la radiografia attraverso testimonianze e documenti inediti dell’ascesa di uno dei politici più influenti del momento. Dalla sua attività di commercialista a Campi Bisenzio, alla presidenza del Credito cooperativo fiorentino, dalla sua discesa in politica fino ad arrivare alla corte di Berlusconi.

QUI il video del servizio di Report

Verdini condannato a quasi 7 anni adesso rischia la pena in carcere… E pensare che se gli Italiani non li avessero stroncati col voto al Referendum, questo delinquente sarebbe un PADRE COSTITUENTE…!

Verdini

 

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Verdini condannato a quasi 7 anni adesso rischia la pena in carcere… E pensare che se gli Italiani non li avessero stroncati col voto al Referendum, questo delinquente sarebbe un PADRE COSTITUENTE…!

 

Parte Socialista fino a Berlusconiano di ferro, per poi approdare alla corte di Matteo Renzi che in lui vede, oltre al bastone per il suo governo, l’altissimo profilo di Padre Costituente. Infatti, il capitolo “Vicende giudiziarie” della sua pagina Wikipedia non ha nulla da invidiare a quella di Belusconi…

All’appello per il processo “Credito Fiorentino” Denis Verdini si becca 6 anni e 10 mesi…

All’ex senatore di i pg Fabio Origlio e Luciana Singlitico avevano contestato anche il reato di associazione a delinquere, per il quale era stato assolto in primo grado. Complessivamente tuttavia la pena è inferiore a quella di nove anni inflittagli in primo grado, poiché è stata riconosciuta una continuazione tra il reato di bancarotta e la parte del processo riguardante l’editoria

E questo delinquente doveva riscrivere la Costituzione della Repubblica italiana insieme alla Boschi…

Ma ora basta parlare di Verdini, in Italia accadono cose ben più gravi… Per esempio, lo sapete che Di Maio ha sbagliato un altro congiuntivo?

La Casellati va in visita negli Stati Uniti in coincidenza col concerto del figlio. E gli italiani, guarda le coincidenze, le pagano il viaggio…

 

Casellati

 

 

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La Casellati va in visita negli Stati Uniti in coincidenza col concerto del figlio. E gli italiani, guarda le coincidenze, le pagano il viaggio…

 

Casellati tour negli Usa col concerto del figlio

(di Carlo Tecce – Il Fatto Quotidiano) – Succede. “Una coincidenza”, per dirla con Leonardo Sciascia. Maria Elisabetta Alberti Casellati va negli Stati Uniti per una visita ufficiale, tre giorni a Washington, tre giorni a New York. Il presidente del Senato gira in lungo e largo, stringe mani autorevoli di qua, rende omaggi e saluta con affetto di là. E succede. Il figlio Alvise, ex avvocato negli Usa, direttore d’orchestra, si esibisce al Central Park di New York e la mamma, la seconda carica dello Stato, assiste compiaciuta. Succede. Anzi, è successo lunedì pomeriggio.

Casellati è partita martedì 26 giugno per gli Stati Uniti, prima tappa a Washington per incontri misti: “Alcuni giudici della Corte Suprema, la leadership del Congresso, presidenti delle Commissioni del Senato”, si legge nel comunicato di Palazzo Madama. Poi si trasferisce a New York, venerdì viene ricevuta alle Nazioni Unite da Miroslav Lajcak, presidente dell’assemblea e da Antonio Guterres, segretario generale. Cena dal console Francesco Genuardi, tra i commensali gli italiani all’estero. Il viaggio dagli alleati – parecchio intenso, con “un’agenda fittissima” (cit. Palazzo Madama) – rallenta nel weekend: inaugura il padiglione Italia al “Summer fancy food show” e va al museo Frick Collection per un’esposizione sul “George Washington di Canova”. Lunedì, la mattina è frenetica: un salto a Wall Street per l’apertura della Borsa, corona di fiori al memoriale dell’11 settembre e pranzo da Eataly.

Il programma del pomeriggio è inesistente per l’impegno al Central Park. Il figlio Alvise ha un concerto pagato pure da Brooks Brothers e dalla multinazionale Eni, un evento gratuito per avvicinare le comunità italiane e americane e far risuonare il Rigoletto, la Traviata, il Barbiere di Siviglia nella caotica metropoli. Si chiama “Opera italiana is in the air”, patrocini di prestigio e contribuiti di Banca Intesa. E mamma è in platea. Oggi Casellati rientra in Italia, non digiuna di arte perché ha trascorso il martedì del congedo tra i musei Metropolitan e Guggenheim.

Palazzo Madama ha omesso il concerto di Alvise finché il Fatto non ha chiesto spiegazioni, incuriosito da una bizzarra coincidenza. Così ieri sera, in una nota, il Senato ha informato gli italiani che la “visita di Casellati negli Stati Uniti va verso la conclusione” e, sorpresa, c’è pure il distensivo pomeriggio al Central Park col figlio Alvise: “In forma strettamente privata”. Succede.

Non vale la pena rievocare il passato. La figlia Ludovica assunta al ministero per la Salute con un contratto da capo della segretaria del sottosegretario – non è uno scioglilingua – Elisabetta Alberti Casellati. Robe di una dozzina di anni fa. Oppure la consulenza sempre di Ludovica – ex dipendente di Publitalia, la cassaforte pubblicitaria di Mediaset – per curare i rapporti con i media di Barbara Degani, sottosegretaria all’Ambiente nei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, amica di famiglia. Il giorno dell’elezione al vertice di Palazzo Madama, Casellati ha commosso la stampa con la corsa a Genova – in volo di linea – per vedere il figlio Alvise al teatro “Carlo Felice”. Adesso ha soltanto sfruttato una coincidenza, di quelle talmente perfette che non ammettono retropensieri. Semmai, ossequi.

fonte: https://infosannio.wordpress.com/2018/07/04/casellati-tour-negli-usa-col-concerto-del-figlio/

La decisa presa di posizione della rivista Rolling Stone: “Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice.” – “Una battaglia di civiltà”…!

 

Rolling Stone

 

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La decisa presa di posizione della rivista Rolling Stone: “Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice.” – “Una battaglia di civiltà”…!

 

“Noi non stiamo con Salvini” titola in copertina Rolling Stone nel nuovo numero. “Da adesso chi tace è complice” si legge in calce. “Una battaglia di civiltà”, la definisce la rivista musicale che ha chiesto a musicisti, attori, scrittori e figure legate al mondo dello spettacolo e alla tv se volevano “prendere una posizione per una società aperta, moderna, libera e solidale”. Non vengono mai scritte chiaramente le parole “razzismo” e “immigrazione” ma dagli interventi dei firmatari si capisce che quella dev’essere stata la comunicazione per l’eventuale coinvolgimento. “Non vogliamo che il nostro Paese debba trovare un nemico per sentirsi forte e unito”, si legge nell’editoriale.

Tra i firmatari di interventi a sostegno della campagna ci sono Daria Bignardi, Vasco Brondi, Caparezza, Pierpaolo Capovilla, Elisa, Fabio Fazio, Gemitaiz, Vinicio Marchioni, Emma, Ermal Meta, Mauro Pagani, Michele Serra, Sandro Veronesi e Zerocalcare…

 

Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice.

A musicisti, attori, scrittori e figure legate allo showbiz e alla tv Rolling Stone ha chiesto se volevano prendere una posizione. Per una società aperta, moderna, libera e solidale.

Fa male vedere, giorno dopo giorno, un’Italia sempre più cattiva, lacerata, incapace di sperare e di avere fiducia negli altri e nel futuro. Un’Italia rabbiosa e infelice. Fa ancora più male prendere atto che questa rabbia si è fatta potere. Non vogliamo che il nostro Paese debba trovare un nemico per sentirsi forte e unito. Per questo non possiamo tacere.

I valori sui quali abbiamo costruito la civiltà, la convivenza, sono messi in discussione. Ci troviamo costretti a battaglie di retroguardia, su temi che consideravamo ormai patrimonio condiviso e indiscutibile. I sedicenti “nuovi” sono in realtà antichi e pericolosi, cinicamente pronti a sfruttare paure ancestrali e spinte irrazionali. Dobbiamo opporci a chi ci porta indietro, a chi ci costringe a diventare conservatori. Not in my name, non nel mio nome, nel nostro nome. Questo dev’essere chiaro, da subito. Così com’è chiaro che solo provando a stare insieme possiamo tornare ad avere un presente, e immaginare il futuro.

Rolling Stone, sin dalla sua fondazione, 50 anni fa, significa impegno nella vita politica e sociale, lotta al fianco degli ultimi e coraggio nel dire sempre da che parte sta. Caratteristiche vitali e per noi irrinunciabili. Crediamo che oggi in Italia sia fondamentale prendere una posizione chiara, crediamo che volgere lo sguardo dall’altra parte e aspettare che passi la bufera equivalga a essere complici, crediamo, una volta di più, nel soft power della cultura pop, nella sua capacità di unire, condividere, accogliere.

Perciò abbiamo chiesto ad artisti e protagonisti della vita culturale italiana, che tante volte in questi anni abbiamo incrociato e raccontato. Di seguito i pensieri di quelli che condividono la necessità di lottare insieme perché l’Italia rimanga una società aperta, moderna, libera e solidale.

Rolling Stone

Daria Bignardi (scrittrice), Vasco Brondi (cantante), Caparezza (cantante), Ennio Capasa (stilista), Pierpaolo Capovilla (cantante), Chef Rubio (conduttore tv), Max Collini (cantante), Carolina Crescentini (attrice), Marco D’Amore (attore), Costantino della Gherardesca (conduttore tv), Erri de Luca (scrittore), Diodato (cantante), Elisa (cantante), Ernia (rapper), Fandango di Domenico Procacci (casa di produzione), Fabio Fazio (conduttore tv), Anna Foglietta (attrice), Marcello Fonte (attore), Gazzelle (cantante), Gemitaiz (rapper), Gipi (fumettista), Linus (Radio Deejay), Lo Stato Sociale (band), Makkox (illustratore), Fiorella Mannoia (cantante), Vinicio Marchioni (attore), Emma Marrone (cantante), Enrico Mentana (giornalista), Ermal Meta (cantante), Francesca Michielin (cantante), Motta (cantante), Gabriele Muccino (regista), Negramaro (band), Andrea Occhipinti (produttore e distributore cinematografico), Roy Paci (cantante), Mauro Pagani (musicista), Tommaso Paradiso (cantante), Valentina Petrini (giornalista), Alessandro Robecchi (scrittore), Lele Sacchi (dj), Selton (band), Barbara Serra (giornalista), Michele Serra (giornalista), Shablo (produttore musicale), Subsonica (band), Tedua (rapper), Tre Allegri Ragazzi Morti (band), Sandro Veronesi (scrittore), Daniele Vicari (regista), Zerocalcare (fumettista).

fonte: https://www.rollingstone.it/rolling-affairs/news-affairs/noi-non-stiamo-con-salvini-da-adesso-chi-tace-e-complice/419240/

La nostra Polizia finalmente sarà dotata di Taser. Peccato che sin da 2007 per l’Onu è un’arma di tortura e che nel frattempo Amnesty ha denunciato centinaia di morti solo negli Stati Uniti…!

 

Taser

 

 

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La nostra Polizia finalmente sarà dotata di Taser. Peccato che sin da 2007 per l’Onu è un’arma di tortura e che nel frattempo Amnesty ha denunciato centinaia di morti solo negli Stati Uniti…!

 

Da Salvini via libera al Taser per la polizia, ma dal 2007 è arma di tortura

Il Ministro: “non è un’arma letale ed è un ottimo deterrente”. Ma per l’Onu è un’arma di tortura e Amnesty denuncia centinaia di morti negli Stati Uniti

È ufficiale: è stato firmato il decreto che dà il via alla sperimentazione del Taser, la pistola elettrica che sarà in dotazione delle forze dell’ordine. Le città che fungeranno da laboratorio per la nuova arma saranno Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi.

“È un’arma di dissuasione non letale” ha detto Salvini, “ed il suo utilizzo è un importante deterrente soprattutto per gli operatori della sicurezza che pattugliano le strade e possono trovarsi in situazioni border line”.

Il Viminale ha informato che la sperimentazione sarà affidata alla Polizia di Stato, ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza. A quella sperimentale, seguirà una fase disciplinare, sulla base della quale le forze dell’ordine saranno addestrate per l’utilizzo.

“Il Taser “può risultare più efficace e soprattutto può ridurre i rischi per l’incolumità personale degli agenti. Credo che la pistola elettrica sia un valido supporto, come dimostra l’esperienza di molti paesi avanzati, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Svizzera”. Il Taser è in dotazione alle forze di polizia di circa 107 Paesi, tra cui Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya e in Europa in Finlandia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito”.

Ma quello che Salvini non dice è che l’Onu considera il Taser un’arma di tortura dal 2007 e che Amnesty International denuncia da anni centinaia di morti negli Stati Uniti a causa del Taser, come quella di avvenuta a Miami nell’agosto del 2013, quando un ragazzo che stava facendo dei graffiti sul muro è stato colpito da una pistola taser sparata da un poliziotto ed è morto qualche tempo dopo, proprio a causa delle conseguenza che la carica ad alta tensione della pistola ha avuto sul suo corpo.

Il Taser paralizza i muscoli grazie a una scossa elettrica e non è affatto scevra da conseguenze: usata in maniera indiscriminata dalla polizia, senza sapere ad esempio se la vittima ha problemi cardiaci, potrebbe portare alla morte.

 

fonte: https://www.globalist.it/news/2018/07/04/da-salvini-via-libera-al-taser-per-la-polizia-ma-dal-2007-e-arma-di-tortura-2027365.html

Migranti in Italia? Non Vi fate prendere per il fondelli dalla propaganda – Sono appena il 7% su 60milioni, però contribuiscono al 9% del Pil

Migranti

 

 

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Migranti in Italia? Non Vi fate prendere per il fondelli dalla propaganda – Sono appena il 7% su 60milioni, però contribuiscono al 9% del Pil

 

Migranti in Italia? Sono appena il 7% su 60milioni ma contribuiscono al 9% del Pil

Sfatiamo la propaganda dei razzisti, anche quelli che abbiamo al governo. Questi sono i dati: nero su bianco. Se tutti costoro tornassero a casa avremmo una voragine nei conti dello Stato

Si chiama propaganda. E questi sono i suoi effetti. D’altraparte anche Hitler diceva che bisogna “bombardare psicologicamente le masse” per ottenere buoni risultati. Mentre la percezione nell’opinione pubblica italiana è che, su 60 milioni di abitanti, un terzo sia oramai costituito da stranieri, la realtà è che sono invece il 7% sul totale della popolazione.

Lo ha detto il portavoce per l’area Mediterraneo dell’Oim, l’Organizzazione internazionale dell’Onu per le migrazioni, Flavio Di Giacomo, intervenendo a un convegno a Roma. La maggior parte dei migranti che vivono in Italia con un regolare permesso di soggiorno non è arrivata via mare.

In Italia ci sono 5 milioni di stranieri regolari che contribuiscono al 9% del Pil nazionale: “Se si cacciassero via tutti, il Pil italiano subirebbe un regresso pari a quello conosciuto al termine dell’ultima guerra mondiale”, ha chiosato Di Giacomo.

Si tratta, ha detto, di cinque milioni di persone che pagano i contributi previdenziali e non hanno ancora raggiunto l’età della pensione e che pagano molte più tasse – quantificabili nel bilancio dello stato in circa un miliardi di euro – rispetto ai servizi che ricevono. Si tratta – ha concluso l’esponente dell’Oim – di una risorsa per un Paese che invecchia e che, si stima, fra 30 anni avrà un 23% di popolazione in età lavorativa in meno.

fonte: https://www.globalist.it/news/2018/07/02/migranti-in-italia-sono-appena-il-7-su-60milioni-ma-contribuiscono-al-9-del-pil-2027219.html

L’ex giudice Giuseppe Mineo arrestato per corruzione: Un “professionista della corruzione” … è quello che Renzi voleva al Consiglio di Stato …perchè se sono onesto gli fanno un po’ schifo!

 

Giuseppe Mineo

 

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L’ex giudice Giuseppe Mineo arrestato per corruzione: Un “professionista della corruzione” … è quello che Renzi voleva al Consiglio di Stato …perchè se sono onesto gli fanno un po’ schifo!

 

 

Messina, arrestato l’ex giudice Mineo che Renzi voleva al Consiglio di Stato: a lui 115mila euro per “sovvertire sentenze”

In manette l’ex membro del Consiglio di giustizia amministrativa Siciliana Giuseppe Mineo. Nel 2016 era stato indicato dall’ex premier per un posto a Palazzo Spada: il fatto che fosse stato sanzionato per il ritardo con cui depositava le sentenze bloccò la sua nomina. A fare agli inquirenti il nome di Mineo è stato l’avvocato Piero Amara, ex legale dell’Eni che a febbraio è finito in manette e che da mesi rende dichiarazioni ai pm di Messina e Roma

Sentenze da “sovvertire“. Anche se la memoria lunga e l’attenzione di un presidente di collegio ha impedito che accadesse. Tangenti da devolvere a un amico molto malato e con qualche debito. L’ennesima storia di corruzione in atti giudiziari è il sequel dell’inchiesta che il 6 febbraio 2018 portò all’arresto di quindici persone tra un pm e due avvocati e ora apre le porte del carcere a un altro magistrato: Giuseppe Mineo,  ex giudice del Consiglio di Giustizia Amministrativa Siciliana , l’organo che sull’isola a statuto speciale svolge le stesse funzioni del Consiglio di Stato. Ed è proprio a Palazzo Spada che Mineo era stato indicato nel maggio del 2016 dall’allora premier Matteo Renzi: il fatto che fosse stato sanzionato per il ritardo con cui depositava le sentenze impedì, secondo indiscrezioni di stampa, la sua nomina dal massimo organo della giustizia amministrativa. Mineo, 56 anni, all’epoca era anche più giovane di un anno rispettò all’età minima prevista per una poltrona al Consiglio di Stato.

Due sentenze sovvertite per 115mila euro – Ai domiciliari, invece, l’altro personaggio colpito dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari di Messina, Maria Militello: si tratta di Alessandro Ferraro, classe 1971, già arrestato nel primo filone dell’inchiesta e indicato anche come “tramite tra malavita catanese e siracusana“. È Ferraro, stretto collaboratore degli avvocati Piero Amara a Giuseppe Calafiore (i due legali al centro dell’inchiesta di febbraio) che riceve 8 bonifici dal 16 maggio al 29 luglio 2016 sul suo conto maltese da poco più 115mila euro. Tanto costa sovvertire due sentenze civili che stavano particolarmente a cuore ad Amara e Calafiore, visto che riguardavano due vicende di loro competenza. Il periodo in cui vengono erogati quei bonifici, tra l’altro, è lo stesso in cui il governo Renzi individua Mineo per una posto al Consiglio di Stato. Da un’inchiesta parallela aperta dalla procura di Roma, tra l’altro, è emerso come Amara fosse socio di Andrea Bacci, amico dell’ex premier, in passato socio d’affari del padre Tiziano, che alcuni mesi fa è stato vittima di alcune intimidazioni.

Il “regalo” all’ex governatore Drago – Il ricevente finale di quei soldi, però, non è Mineo. Il giudice vuole girare quei soldi a Giuseppe Drago, già presidente della Regione Siciliana e deputato, morto proprio nel 2016 e che il giudice corrotto considerava un fratello. Drago – che è stato condannato in via definitiva a tre anni per peculato perché si era appropriato dei fondi della presidenza senza rendicontarli – con quei soldi avrebbe dovuto affrontare un intervento in Malesia e forse ripianare qualche debito, almeno stando alla ricostruzione dei detective delle Fiamme gialle. Il cuore di questo filone d’indagine, come da capo di imputazione, è il tentativo di cambiare due verdetti del consiglio della giustizia amministrativa siciliana. A fare il nome di Mineo è stato Amara, ex legale dell’Eni che da mesi rende dichiarazioni alle Procure di Messina e Roma. Le sue rivelazioni sono al vaglio anche della Procura di Roma che ha aperto un’inchiesta su presunti casi di corruzione al Consiglio di Stato. Gli incontri tra i protagonisti di questa storia sarebbero avvenuti a Roma, tra via Veneto e vicino a Montecitorio. Vertici per cercare di portare a casa un sovvertimento dei verdetti.

I due maxi risarcimenti – Mineo si sarebbe interessato perché le imprese Open Land Srl e Am Group Srl, controllate dai costruttori Frontino, fossero favorite nei ricorsi che avevano intentato contro il comune e la Sovrintendenza di Siracusa. Nel primo caso l’oggetto del contendere era un permesso per demolire e ricostruire il centro commerciale Fiera del Sud. Nel secondo caso, invece, il nulla osta negato alla Am Group che voleva realizzare 71 villette nella zona vicina alle mura dionigiane di Siracusa. Grazie ai buoni uffici dei due avvocati il Tribunale aveva nominato come perito un ingegnere aerospaziale per valutare un caso di vincoli archeologici. Che cosa aveva deciso sulle mura dionigiane il professionista esperto di astronavi? Che la società avrebbe dovuto ottenere un risarcimento da 240 milioni di euro.

Lo sto del presidente Zucchelli – Mineo, però, non era riuscito ad andare incontro ai desiderata di Amara e Colafiore perché il 3 febbraio del 2016 la camera di consiglio si era espressa in maniera sfavorevole alle due società. Il motivo? Il giudice un ostacolo insormontabile rappresentato dal presidente Zucchelli che era intevenuto tramite mail sostenendo che entrambi i ricorsi erano improcedibili. Il tentativo di sovrastimare il risarcimento del danno era dunque fallito. Quando i due avvocati avevano chiesto spiegazioni a Mineo, il giudice si era giustificato sostenendo (o probabilmente millantando) che il presidente, d’accordo in un primo momento, aveva cambiato idea perché nel frattempo era scoppiata un’indagine sui verdetti comprati.

Il gip: “Professionalità a delinquere” – Su Mineo il gip scrive parole durissime: “Ha mostrato di essere avvezzo ad una particolare professionalità a delinquere, in spregio alla funzione ricoperta”. Per giustificare il carcere il giudice sostiene che nulla potrebbe “contenere la disinvoltura con la quale Mineo ha piegato la funzione giurisdizionale ad interessi privati… né al riguardo vale la destinazione solidaristica delle somme per l’amico Drago sia perché l’elevato importo non era certo destinato tutto a coprire i costi della malattia, sia perché avrebbe potuto aiutare l’amico fraterno con un prestito invece di fare mercimoniodell’attività giurisdizionale ricoperta”. All’ex presidente della Regione, secondo la ricostruzione della guardia di finanza, sono arrivati  115mila e 39 euro versati dalla società Ocean One Consulting Srl, riconducibile agli avvocati Amara e Calafiore, sul conto di Ferraro che avrebbe poi girato la somma a Drago. Per il giudice ci sono i riscontri sui bonifici e sono attendibili le dichiarazioni dei due avvocati che hanno cominciato a collaborare.

L’ideologo di Lombardo che piaceva a Renzi – Mineo da qualche tempo non era più un giudice amministrativo: il Comune di Vittoria lo ha recentemente nominato a capo del nucleo di valutazione dei dirigenti dell’ente e delle performance dell’amministrazione. Dovrebbe controllare la regolarità contabile e amministrativa del comune. “Funzioni – scrive il gip di Messina –che lo rendono particolarmente esposto ad accordi corruttivi“. Considerato vicino all’ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, indicato da alcuni come l’ideologo del Movimento per l’Autonomia, il giudice aveva fatto già parlare di sè quando era stato nominato al Consiglio di giustizia amministrativa nel 2010. A indicarlo proprio Lombardo, ma alcuni giornali locali avevano fatto notare come per un posto al Cga occorresse essere professore ordinario mentre all’epoca Mineo era solo un associato. Più o meno la stessa situazione in cui si troverà quattro anni dopo quando a fare il suo nome per un posto al Consiglio di Stato sarà il governo Renzi. Una nomina stoppata, come le sentenze che dovevano essere sovvertite.