Consip, Marroni accerchiato e annientato. Si dimettono Ferrara e Ferrigno, decade il cda. Invece l’indagato Lotti resta al suo posto… Ora però non cominciate a pensare a male. Che ci azzecca se è del Pd ed amico di Renzi…?!?

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Consip, Marroni accerchiato e annientato. Si dimettono Ferrara e Ferrigno, decade il cda. Invece l’indagato Lotti resta al suo posto… Ora però non cominciate a pensare a male. Che ci azzecca se è del Pd ed amico di Renzi…?!?

 

Consip, Marroni accerchiato e annientato. Si dimettono Ferrara e Ferrigno, decade il cda. L’indagato Lotti resta al suo posto

Prima del dibattito in aula (imbarazzante per Pd e governo) della mozione per chiedere l’azzeramento dei vertici, il presidente e una consigliera lasciano. Così l’accusatore non indagato salta e il ministro resta

“Hanno deciso di farmi fuori. Io che in questa vicenda sono l’unico non indagato”. Luigi Marroni l’aveva capito venerdì, alla presentazione della mozione Pd che chiedeva l’azzeramento dei vertici Consip, ma forse non pensava che la questione si sarebbe risolta automaticamente nel giro di 24 ore. Si sono dimessi i consiglieri del Tesoro nel consiglio di amministrazione: il presidente Luigi Ferrara e la consigliera Marialaura Ferrigno. Di conseguenza, essendo formato da tre componenti (l’altro è appunto l’ad) decade l’intero board della società controllata dal Mef al centro dello scandalo che vede indagato, tra gli altri, il ministro dello Sport Luca Lotti. Marroni, accerchiato dai partiti e annientato dai colleghi, resta in carica con il solo compito di convocare, entro otto giorni, l’assemblea dei soci che dovrà nominare il nuovo cda. E’ dunque questa la “soluzione” al caso Consip, al centro di un fitto lavorio nelle ultime ore mentre per martedì era stata messa in calendario al Senato la discussione sulle mozioni, compresa quella del Pd che avrebbe chiesto l’azzeramento dei vertici.

La decisione dei due consiglieri, di fatto, si rivela un provvidenziale favore al Pd che si è trovato a rincorrere l’opposizione nella richiesta di rimuovere i vertici “in tempi celeri” e che a questo punto potrà evitare l’imbarazzante prova dell’aula. Il gruppo dem a Palazzo Madama ha firmato venerdì una mozione-fotocopia di quella presentata a marzo dai senatori di Idea Augello e Quagliariello cui sono arrivate ben 73 sottoscrizioni provenienti praticamente da tutti i gruppi parlamentari: Forza Italia, Lega, M5s, Gal, Ala, Alternativa Popolare, gruppo per le Autonomie, gruppo Misto. Mancava giusto il Partito Democratico che, per evitare la trappola della mozione, aveva depositato la propria al fine di neutralizzare quelle altrui. Ma la maggioranza risicata al Senato non escludeva affato il rischio di andare allo scontro parlamentare e di finire sotto, con conseguenti, prevedibili, polemiche.

Così a togliere le castagne dal fuoco al segretario del Pd Matteo Renzi– il cui padre Tiziano è indagato dallo scorso febbraio – ci hanno pensato gli altri due consiglieri chiamandosi fuori: con l’addio di due membri su tre decade l’intero consiglio di amministrazione e l’oggetto del contendere. Le dimissioni non cancellano ovviamente lo scontro politico cresciuto intorno alla società dopo l’emergere dell’inchiesta sulle pressioni intorno al maxi-appalto da 2,7 miliardi per il Facility management, vale a dire la gestione e la manutenzione, degli immobili pubblici.

In questa inchiesta Marroni è stato sentito più volte come testimone, diventando il “grande accusatore” del ministro dello Sport Luca Lotti sulla rivelazione del segreto d’ufficio. Lotti, indagato insieme al generale dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia, ha sempre respinto ogni addebito. Ad aggravare l’intreccio è intervenuto poi il caso-Scafarto, il vicecomandante del Noe che ha seguito l’inchiesta della Procura di Napoli ed è ora indagato per depistaggio con l’accusa di falsi nell’informativa sui presunti incontri tra l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo e Tiziano Renzi.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/17/consip-marroni-accerchiato-e-annientato-si-dimettono-ferrara-e-ferrigno-decade-il-cda-lindagato-lotti-resta-al-suo-posto/3666837/

Qualcuno spieghi alle carogne che ci governano che l’Italia ha bisogno di lavoro, non di carri armati e missili.

 

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Qualcuno spieghi alle carogne che ci governano che l’Italia ha bisogno di lavoro, non di carri armati e missili.

 

L’Italia ha bisogno di lavoro, non di carri armati e missili

In questi giorni la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha iniziato a occuparsi del decreto della presidenza del consiglio che deve decidere la ripartizione di 46 miliardi di un fondo di investimenti (previsti fino al 2032) che la scorsa legge di bilancio aveva stanziato per sostenere interventi in tanti ambiti: trasporti, ricerca, periferie, difesa del suolo, lotta al dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, bonifiche, informatizzazione dell’amministrazione giudiziaria, ecc. ecc.

Di Difesa e armi non si parlava. Invece nella tabella del decreto in distribuzione si legge che 9.988.550.001 (il 22% del totale) saranno destinati al ministero della Difesa. Un aumento di circa 800 milioni l’anno per il budget della Difesa.

Come ha ricordato Milex, l’osservatorio italiano sulle spese militari, 5,36 miliardi sono destinati ai programmi di armamento finanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico. Sia quelli già approvati dal Parlamento: dai carri da combattimento Freccia e Centauro2 di Iveco (Fiat) e Oto Melara (Leonardo), agli elicotteri da attacco Mangusta2 di Leonardo, alle ultime fregate missilistiche Fremm di Fincantieri. Sia, secondo indiscrezioni raccolte da Rivista Italiana Difesa, nuovi programmi relativi agli elicotteri Chinook della Boeing per le forze speciali e ai nuovi missili contraerei Camm-er di Mbda (25% Leonardo) e Avio. Questo spiegherebbe il forte ritardo nella presnetazione del Documento Programmatico Pluriennale della Difesa 2017-2019, nel quale evidentemente si attende di poter inserire anche i nuovi programmi. I restanti 4,62 miliardi sono destinati alla realizzazione di nuove infrastrutture militari, in particolare alla realizzino del nuovo “Pentagono italiano” di Centocelle.

In parole povere si sacrificano gli investimenti civili, scuola e welfare ad esempio, a quelli militari. La solita schifezza politica. La lobby delle armi è così forte che anche in un momento di crisi, riesce a far infilare un bel po’ di miliardini in un provvedimento a loro favore.

Scelte quasi incostituzionali per un Paese, come il nostro, che ripudia la guerra e le dittature – “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri” art. 11 della Costituzione. Complimenti ministra Pinotti. Ottimo lavoro Renzi-Gentiloni.

fonte: http://www.mondoallarovescia.com/litalia-ha-bisogno-di-lavoro-non-di-carri-armati-e-missili/#more-16678

Il Vaticano studia scomunica per corruzione e per le associazioni mafiose – Insomm il Papa ce l’ha sempre con la Sinistra Italiana… una volta scomunicava i Comunisti, oggi corrotti e mafiosi!

Vaticano

 

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Il Vaticano studia scomunica per corruzione e per le associazioni mafiose – Insomm il Papa ce l’ha sempre con la Sinistra Italiana… una volta scomunicava i Comunisti, oggi corrotti e mafiosi!

Vaticano studia scomunica per corruzione
E per le associazioni mafiose

CITTA’ DEL VATICANO, 17 GIU – Il Vaticano sta studiando la possibilità di introdurre la scomunica per corruzione e per associazione mafiosa. Il gruppo di lavoro che ha dato vita al seminario sulla corruzione in Vaticano nei giorni scorsi, infatti – riporta una nota della Santa sede – “sta provvedendo all’elaborazione di un testo condiviso che guiderà i lavori successivi e le future iniziative. Tra queste, si segnala al momento la necessità di approfondire, a livello internazionale e di dottrina giuridica della Chiesa, la questione relativa alla scomunica per corruzione e associazione mafiosa”.
fonte ANSA – http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/06/17/vaticano-studia-scomunica-per-corruzione_64bd1b20-6775-4783-b892-81763b58a5e0.html

Una notizia che Tg e Stampa si sono “dimenticati” di dare: i soldi del Pd Toscana alla “Eventi 6”, società di comunicazione della famiglia Renzi…!

Renzi

 

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Una notizia che Tg e Stampa si sono “dimenticati” di dare: i soldi del Pd Toscana alla “Eventi 6”, società di comunicazione della famiglia Renzi…!

 

I soldi del Pd Toscana alla Eventi 6, società di comunicazione della famiglia Renzi

Finanziamento di diecimilia euro “propiziato” dal faccendiere Russo. M5S denuncia: “Gravissimo”

Diecimila euro da un imprenditore romano al Pd nazionale prima e a quello toscano poi, per finanziare la campagna elettorale alle Regionali del 2015 del sindaco di Rignano Daniele Lorenzini. Soldi che poi vengono girati alla Eventi 6, società di comunicazione della famiglia Renzi, per spese elettorali. Diecimila euro, i due terzi circa di tutte le spese affrontate in campagna elettorale da Lorenzini, poi risultato primo tra i non eletti in Consiglio regionale. E oggi, ormai in rotta con il Pd nella roccaforte renziana, candidato alle comunali di giugno con una lista civica. È lo stesso Lorenzini a mostrare in conferenza stampa la fattura di pagamento, “in regola”, del finanziamento che sarebbe stato “propiziato” da Carlo Russo, il faccendiere di Scandicci e uomo-chiave dell’inchiesta Consip, indagato insieme a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, per traffico di influenze illecite.

Con ordine. I diecimila euro, secondo quanto ricostruito da La Verità il 21 maggio e scritto nel libro di Marco Lillo ‘Di padre in figlio’, arrivano al Pd da una società di servizi di sicurezza, la Securtrak, che fa capo alla Security Service, di proprietà della famiglia Mongillo, come finanziamento in vista delle elezioni regionali del 2015. L’imprenditore romano Renato Mongillo non è nome nuovo alle cronache. Già arrestato nel 2007 perché accusato di aver versato una tangente all’ex assessore alla Sanità della Regione Lazio Marco Verzaschi, è rispuntato nelle carte dell’inchiesta Consip e fotografato dai carabinieri del Noe con Carlo Russo. I carabinieri annotano che il 21 settembre 2016 Russo, dopo aver incontrato l’amministratore delegato di Grandi Stazioni spa, si vede con Mongillo in un bar di Via Veneto a Roma.

Il finanziamento della Securtrak finisce quindi al Pd Regionale che lo dirotta su Lorenzini, grazie anche all’intervento di Russo, per finanziare le sue spese elettorali. Diecimila euro che poi, dichiara Lorenzini, sono finiti alla Eventi 6 per la campagna di comunicazione, e in particolare stampa e distribuzione di materiale elettorale. “Tutto è regolarmente depositato in Corte d’Appello”, ha detto Lorenzini.

Il sindaco uscente di Rignano però precisa di non aver mai incontrato Carlo Russo, replicando così alle accuse, avanzate dall’assessore renziano e amico di Tiziano Renzi Roberto Bargilli in un’intervista al Corriere della Sera, di aver preso soldi dal misterioso faccendiere del caso Consip.

La partita di giro dei soldi che partono da Roma per finanziare la campagna elettorale di un candidato alle regionali in Toscana e che a sua volta li fattura alla società della famiglia Renzi ha sollevato le polemiche delle opposizioni. Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione: “Abbiamo depositato in Consiglio regionale un’interrogazione sul passaggio di denaro fra il Partito democratico e la Eventi 6, legata alla famiglia Renzi. Chiediamo che venga fatta al più presto chiarezza su una vicenda sulla quale, dopo la pubblicazione dei documenti ufficiali, sembrano esserci davvero pochi dubbi”, ha detto Giovanni Donzelli. L’Eventi 6 ha dato mandato ai suoi legali di intentare una causa di risarcimento danni al consigliere Donzelli. “Spiace dover leggere dichiarazioni così tanto fuorvianti la verità da parte di chi sa bene che può permettersi il lusso – a pochi riservato – di non assumersi alcuna responsabilità di quello che afferma”, si legge in una nota della società dei Renzi.

Anche il Movimento 5 Stelle attacca l’ex premier: “In sostanza, quindi, il Pd di Matteo Renzi avrebbe finanziato, tramite Carlo Russo, la campagna elettorale del candidato del Pd a Rignano, e poi questi soldi sarebbero finiti nelle casse della società della famiglia Renzi. Un giro d’affari e d’interessi a dir poco opaco, con dei meccanismi poco chiari e trasparenti. I vertici del Pd, Matteo Renzi in particolare, e Tiziano Renzi, non hanno nulla da dire?”, chiedono ancora i 5 Stelle.

fonte: http://www.huffingtonpost.it/2017/05/22/i-soldi-del-pd-toscana-alla-eventi-6-societa-di-comunicazione-d_a_22103957/

La grande truffa del Debito Pubblico. L’Italia in realtà non ha nessun debito pubblico, anzi ha un credito di oltre 1000 miliardi di euro… Perchè i nostri politici, invece di massacrarci di tasse, non fanno valere i nostri diritti?

Debito Pubblico

 

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La grande truffa del Debito Pubblico. L’Italia in realtà non ha nessun debito pubblico, anzi ha un credito di oltre 1000 miliardi di euro… Perchè i nostri politici, invece di massacrarci di tasse, non fanno valere i nostri diritti?

L’Italia in realtà non ha nessun debito pubblico – anzi e’ in credito di oltre 1000 miliardi di euro (IL DEBITO ESISTE Perché è UNA TRUFFA)
Facendo due conti molto semplici potremmo accorgerci di un’anomalia piuttosto bizzarra nel computo del famigerato debito pubblico italiano.
La cosa richiede una certa concentrazione e la ferrea volontà di capire a fondo cosa diavolo sia questo ”debito”, che tutti abbiamo nel groppone, che però nessuno di noi ha mai contratto ma che dobbiamo, per misteriosi motivi, ripagare interamente con le nostre tasche e con il nostro lavoro.
Il debito pubblico non è una cosa da poco in quanto è la causa principale del costante aumento della pressione fiscale nel nostro Paese. Persino nel 2014, anno della ”finta ripresina” con i bluff economici del governo Renzi, le tasse sono aumentate comunque dello 0,2%, arrivando alla soglia record imbattuta del 44% (senza contare le tasse indirette come l’IVA, le accise sui carburanti o le imposte sui beni come il bollo auto, l’IMU, il canone RAI ecc… che fanno schizzare il totale dei balzelli da pagare allo Stato a ben oltre il 68% del proprio guadagno!).
Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire cos’è il debito pubblico e perché aumenta sempre.
Come funziona, economicamente parlando, una Nazione o un Gruppo di Nazioni?
Immagina, per semplicità, che una Nazione sia rappresentabile come una piramide divisa in tre fasce: la punta, in alto, è il Governo. La fascia centrale sono gli ”statali”, ovvero tutti quei soggetti che vengono pagati direttamente dal Governo, mentre la terza fascia (la base della piramide) sono i privati cittadini, le aziende private, i negozi, i commercianti ecc…
Il denaro ”filtra” dall’alto verso il basso, per poi tornare in cima attraverso le tasse.
In altre parole, i soldi, all’interno di una Nazione (o di un gruppo di Nazioni) devono circolare, ovvero devono partire dal punto ”A”, girare di tasca in tasca stimolando la produzione di beni e servizi, e ritornare poi nel punto ”A” per ricominciare il giro.
Il punto ”A” è il posto dove il denaro viene creato dal nulla, oppure riciclato dalle tasse, per essere reimmesso in circolazione: esso prende comunemente il nome di ”Banca Centrale”. In uno Stato ”normale” la Banca Centrale dovrebbe essere di proprietà dei cittadini, ovvero statale.
Facciamo un semplice esempio pratico: al Governo Italiano servono 1000 euro per pagare gli statali. Si fa quindi ”prestare” i 1000 euro dalla Banca Centrale e li immette nel sistema pagando insegnanti, impiegati, medici ecc…
Gli statali spenderanno, successivamente, quei 1000 euro acquistando beni e servizi dalla base della piramide, cioè dai privati cittadini, che sono gli unici soggetti in grado di creare ricchezza vera nel Paese; faranno la spesa, andranno dal barbiere, si compreranno da vestire ecc… Così facendo, però, la massa monetaria totale circolante della base (cioè dei privati) aumenterà di 1000 euro generando un rischio di inflazione. Il governo interverrà quindi con le tasse, recuperando dai privati, l’anno successivo, quei 1000 euro immessi nel sistema e restituendoli alla Banca Centrale, annullando così di fatto il debito contratto l’anno prima. E, a questo punto, il ciclo può ricominciare e la Banca Centrale può riprestare i soldi al Governo!
Semplice, no?
Ma, c’è un ma (anzi, due) grandi come una casa che rovinano di fatto questo efficiente meccanismo di creazione/sparizione del denaro: gli interessi sull’emissione di nuova moneta e la proprietà della Banca Centrale.
Nella realtà, infatti, la Banca Centrale NON E’ di proprietà dei cittadini ma è di fatto un ente PRIVATO, di proprietà del sistema bancario, con diverse quote (preferiamo non scendere nei dettagli per non creare confusione. Scrivi B.C.E. su Wikipedia e capirai da te!).
Cosa accade quindi, VERAMENTE, quando un Governo ha bisogno di soldi per pagare gli statali? Attenzione perché l’imbroglio è tutto qui, ed è anche molto semplice da capire, se spiegato bene.
Quando il Governo italiano ha bisogno di denaro per pagare i servizi statali DEVE rivolgersi al sistema bancario PRIVATO e farseli prestare, non potendo esso CREARSI IL DENARO DA SE in quanto ha ceduto (senza il consenso dei cittadini) la facoltà di battere moneta alla B.C.E., e quindi al sistema bancario privato europeo a cui la B.C.E. appartiene.
Il problema sono GLI INTERESSI sul prestito, che NON DOVREBBERO ESISTERE perché MATEMATICAMENTE IMPAGABILI.
Facciamo l’esempio di prima, riveduto e corretto con ciò che accade realmente oggi:
L’Italia ha bisogno di 1000 euro per pagare gli statali. Chiede quindi un prestito ad una banca privata, che glielo concede con un 5% di interessi. Il Governo prende i 1000 euro, paga gli statali i quali spendono il denaro presso i privati facendo aumentare la massa monetaria dei privati di 1000 euro.
L’anno dopo, però, il Governo si trova di fronte ad un problemino matematicamente irrisolvibile: non deve restituire 1000 euro, ma 1050, ovvero i 1000 che si è fatto prestare l’anno prima + i 50 di interessi.
Quei 50 euro in più, però, non esistono perché non sono mai stati creati! Se ricordi bene, la banca che ha prestato allo Stato 1000 euro ne ha creati solo 1000 ed il Governo italiano non può battere moneta, creando quei 50 euro in più, perché ha ceduto la propria sovranità monetaria.
Cosa fare allora? Le soluzioni sono solamente 2!
1) Se lo stato ha un’economia avviata, come aveva l’Italia fino a qualche anno fa, può andare a prendere quei 50 euro dalle tasche dei privati cittadini aumentando le tasse ed impoverendoli un po’. Infatti, nei numeri, lo Stato ha IMMESSO 1000 euro nel sistema e ne ha prelevati 1050. Il debito viene saldato, ma la massa monetaria totale circolante cala.
2) Se le tasse sono già elevate, il Governo può FARSI PRESTARE dal sistema bancario PRIVATO nuovo denaro (carico anch’esso di interessi che non esistono) per pagare gli interessi dell’anno precedente ed aumentando così debito pubblico.
Insomma, per farla breve, se all’atto dell’emissione di nuova moneta essa viene prestata ad uno Stato con degli interessi allegati, quello Stato sarà costretto ad aumentare le tasse o ad aumentare il debito pubblico. Non se ne scappa! E’ matematico.
L’interesse sull’emissione di moneta è IL MALE ASSOLUTO DELLA NOSTRA ECONOMIA! Esso non è INDISPENSABILE, anzi non serve proprio a nulla! Ri-anzi, è dannoso e mette le Nazioni in ginocchio di fronte al sistema bancario perché, ovviamente, sono indebitate e impossibilitate a saldare il tutto! Ecco che le banche possono dettar legge sugli Stati schiavi, di fatto, di un debito artificiale ottenuto anche grazie all’aiuto di un Governo complice che non si sogna nemmeno di mettere in discussione il sistema!
L’Italia ha pagato, dal 1980 ad oggi, oltre 3000 miliardi di euro DI SOLI INTERESSI! Il Debito Pubblico italiano è di 2000 miliardi. Se iniziassimo a considerare ILLEGALI gli interessi sull’emissione di nuova moneta (semplicemente perché IMPAGABILI, frutto di un’evidente TRUFFA volta a rendere uno Stato INSOLVENTE e quindi RICATTABILE), ci accorgeremmo che non solo abbiamo GIA’ PAGATO TUTTO IL NOSTRO DEBITO, ma che siamo addirittura IN CREDITO DI 1000 miliardi dal sistema bancario privato!
Basterebbe un semplice cambio di paradigma, guardando la cosa dal lato giusto!
Se non hai afferrato il concetto, ascoltati questo breve video di Salvo Mandarà che spiega esattamente quello che abbiamo scritto qui sopra, ma con altre parole:
tratto da: http://www.stopeuro.org/litalia-in-realta-non-ha-nessun-debito-pubblico-anzi-e-in-credito-di-oltre-1000-miliardi-di-euro-il-debito-esiste-perche-e-una-truffa/

Le grandi battaglie dei nostri politici – e non parliamo di cazzate come criminalità, povertà, droga, ludopatia. Qua è una cosa seria: L’eterna lotta tra la BOLDRINI ed i PICCIONI che danno fastidio ai parlamentari…!!!

 

BOLDRINI

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Le grandi battaglie dei nostri politici – e non parliamo di cazzate come criminalità, povertà, droga, ludopatia. Qua è una cosa seria: L’eterna lotta tra la BOLDRINI ed i PICCIONI che danno fastidio ai parlamentari…!!!

 

L’ultima grande battaglia della Boldrini in parlamento….ora dà la caccia agli uccelli!

La Boldrini in guerra contro gli uccelli. Roma, si sa, tra topi, maiali, gabbiani e piccioni, è diventata uno zoo ma la Camera dei deputati ha ingaggiato da tempo una vera e propria lotta contro i pennuti.

Il cortile di Palazzo Montecitorio, ieri, è stato teatro di una scena da film horror quando il corpo agonizzante di un piccione è caduto su una rete di tiranti d’acciaio che era stata fatta installare un anno dal presidente della Camera, Laura Boldrini.

Lo scopo era, appunto, quello di evitare che gli uccelli dessero fastidio agli onorevoli che trascorrono la “pausa sigaretta” nel famigerato cortile.

Il mal capitato piccione di ieri, racconta Libero, è rimasto intrappolato nella rete voluta dalla Boldrini, dopo essere stato aggredito da un gabbiano che quasi gli staccava la testa.

E, così, mentre i deputati erano in pausa pranzo, dal cielo è caduta una pioggia di sangue e sono dovuti intervenire addirittura i pompieri per levare il piccione da quella rete maledetta.

Gli uccelli sono diventati una vera maledizione per il presidente Boldrini. Prima hanno preso di mira il parcheggio delle auto riservato ai deputati, sommergendo i veicoli del loro guano.

Quando è stata colpita l’automobile del sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, lei ha fatto installare uno “scudo anti-cacca per gli onorevoli”, scrive Franco Bechis.

Si tratta di altoparlanti disseminati fra i tre alberi che riproducono l’audio del grido di paura degli storni quando vengono attaccati dal falco pellegrino.

Nonostante tutte le precauzioni, il giorno della discussione sulla legge elettorale alla tedesca, nel cortile di Montecitorio è apparso un uccello nero.

Così come è arrivato, se n’è andato ma i commessi non hanno ancora capito come sia arrivato.

Secondo Bechis gli uccelli arrivano da una grondaia probabilmente bucata. Intanto un gabbiano ha nidificato indisturbato a piazza Montecitorio e i carabinieri avvertono i turisti di non dargli cibo altrimenti potrebbe attaccarli.

Fonte: Qui

tramite: http://www.stopeuro.org/lultima-grande-battaglia-della-boldrini-in-parlamento-ora-da-la-caccia-agli-uccelli/

Che strano Paese l’Italia: Finto principe del Montenegro scroccava alloggi e cene di lusso, condannato – Se invece fingi di avere una laurea, diventi ministro, non ti fanno un cazzo ed hai pure l’immunità…!

Italia

 

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Che strano Paese l’Italia: Finto principe del Montenegro scroccava alloggi e cene di lusso, condannato – Se invece fingi di avere una laurea, diventi ministro, non ti fanno un cazzo ed hai pure l’immunità…!

 

Leggevo:
Brindisi, smascherato il falso principe del Montenegro: “scroccava” soggiorni di lusso e foto con vip

I carabinieri di Brindisi hanno denunciato lʼuomo, un torinese, che si faceva chiamare Stefan Cernetic

(QUI l’articolo intero, a chi interessasse)

Ma solo a me è venuto da pensare che se invece fingi di avere una laurea, diventi ministro, non ti fanno un cazzo ed hai pure l’immunità…??

Strano paese, l’Italia. Strano davvero…

by Eles

Asti – Il candidato M5s perde il ballottaggio a favore della candidata Pd per soli 13 voti. Ma non è così! Su richiesta del M5s i voti vengono ricontati e – ma tu guarda un po’ – “qualcuno” aveva “dimenticato” 63 voti per i Cinquestelle… W l’Italia. W la Democrazia…!!

 

Asti

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Asti – Il candidato M5s perde il ballottaggio a favore della candidata Pd per soli 13 voti. Ma non è così! Su richiesta del M5s i voti vengono ricontati e – ma tu guarda un po’ – “qualcuno” aveva “dimenticato” 63 voti per i Cinquestelle… W l’Italia. W la Democrazia…!!

Amministrative Asti 2017, errori di trascrizione nei verbali: “Al ballottaggio va il M5s e non il Pd”

In un primo momento il candidato pentastellato Massimo Cerruti era finito terzo in classifica, a soli 13 voti da Angela Motta, consigliere regionale Pd e candidata sindaco del centrosinistra. Le verifiche della commissione elettorale del tribunale, però, hanno fatto emergere le discrepanze tra i verbali delle sezioni e la comunicazione stilata dall’ufficio centrale elettorale del comune

Il Movimento 5 Stelle raggiunge il ballottaggio ad Asti. E lo fa soltanto dopo le verifiche della commissione elettorale del tribunale. In un primo momento, infatti, il candidato pentastellato Massimo Cerruti era finito terzo in classifica, a soli 13 voti da Angela Motta, consigliere regionale Pd e candidata sindaco del centrosinistra. Un divario minimo che aveva spinto i grillini a chiedere l’accesso ai verbali dei seggi. Stamattina quindi i grillini, accompagnati dall’avvocato Alberto Pasta, sono andati al comitato centrale elettorale per verificare i verbali dei seggi e da un semplice riconteggio fatto dai funzionari pubblici è emerso che nella comunicazione stilata dall’ufficio centrale elettorale del comune di Asti c’erano degli errori di trascrizione. Alcuni numeri in pratica non corrispondono ai verbali dei seggi. In questo modo i 5 Stelle hanno guadagnato 63 preferenze, superando di 50 voti l’esponente dal Pd. al ballottaggio del 25 giugno sfideranno il candidato del centrodestra, Maurizio Rasero, che ha preso circa undicimila voti in più. Ad annunciarlo è il candidato sindaco Cerruti. “Il comitato centrale elettorale – spiega – ha riscontrato un errore sulla sommatoria dei voti di ciascun verbale: rifacendo la somma abbiamo un vantaggio di 50 rispetto ad Angela Motta del Pd”. Nel primo conteggio Motta aveva 5.093 preferenze, Cerruti 5.080. Una situazione che si capovolge ben 36 ore dopo la chiusura dei seggi.

Asti è l’unico capoluogo di provincia in cui i pentastellati accedono al secondo turno: Luigi Di Maio, dunque, esulta su facebook.  “Arriva un’altra buona notizia: anche ad Asti – capoluogo di provincia – il Movimento 5 Stelle va al ballottaggio. Dal riconteggio, 50 voti in più. Sono 10 i comuni del Movimento 5 Stelle che vanno al ballottaggio. Forza!”,  scrive il vicepresidente della Camera. Entusiasta anche il candidato sindaco Cerruti, che si prepara già al ballottaggio.  “Giocheremo fino in fondo per ottenere i voti di chi non ci ha votato e degli astenuti – spiega  -. Alcune persone mi hanno già detto che, dopo non aver votato al primo turno, al ballottaggio voteranno per me”.  La candidata dem Angela Motta ovviamente è molto amareggiata: “Nel pomeriggio vedrò l’avvocato e capirò se ci sono i margini per fare qualcosa, altrimenti ci prepariamo a fare opposizione per i prossimi cinque anni”. Potrebbe esserci un ricorso che, dalle prime informazioni raccolte, potrà essere fatto dopo l’insediamento del nuovo sindaco. Ieri tra l’altro l’esponente del Pd si era detta comprensiva nei confronti degli avversari sconfitti per soli 13 voti. “A parti inverse – diceva – anche noi avremmo chiesto il riconteggio visto l’esiguo scarto di voti”. La situazione adesso si è ribaltata.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/13/amministrative-asti-2017-errori-di-trascrizione-nei-verbali-al-ballottaggio-va-il-m5s-e-non-il-pd/3656202/

Shhh…, non lo dite in giro… Chiesti 5 anni di carcere per l’ex capogruppo Pd in Emilia Romagna, ma i Media hanno deciso che è meglio che non lo sapete…

capogruppo Pd

 

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Shhh…, non lo dite in giro… Chiesti 5 anni di carcere per l’ex capogruppo Pd in Emilia Romagna, ma i Media hanno deciso che è meglio che non lo sapete…

Chiesti 5 anni di carcere per l’ex capogruppo Pd in Emilia Romagna, nel Silenzio dei Media

Il pm di Bologna Morena Plazzi chiede 5 ANNI DI CARCERE per l’ex capogruppo del PD in Regione Emilia-Romagna, Marco Monari, per il reato di Peculato. Ma non finisce qui per i cari PIDDINI dell’Emilia-Romagna, perché vengono richieste condanne anche per altri consiglieri regionali della terra rossa: due anni e sei mesi per Luciano Vecchi, due anni e tre mesi per Rita Moriconi, un anno e sei mesi per Thomas Casadei, Valdimiro Fiammenghi e Roberto Piva. Tombola!!!!

Vi ricordo che fra le spese folli fatte da questi signori con i soldi dei cittadini emiliano-romagnoli c’era pure un VIBRATORE e la PIPÌ di un consigliere del PD.

La notizia ovviamente è una bomba e meriterebbe le prime pagine dei giornali nazionali e le aperture dei tg, ma invece…NIENTE!

A livello nazionale è evidentemente molto più interessante sapere le altre cazzatine per far scagliare il popolo contro un falso nemico. A livello locale invece la notizia viene data, ma ovviamente in modo che non si disturbi il manovratore e che si faccia il minimo danno al partito di famiglia.

La notizia su Repubblica Bologna infatti merita solo il sesto titolo online. Buttata laggiù con un titolino innocuo e quasi invisibile. Ricordatevi invece il trattamento riservato da questo quotidiano a Marco Piazza per un’indagine su 4 firme VERE forse prese erroneamente a Roma (su 1431 firme prese in perfetta regola.)
Benvenuti a Bologna. Benvenuti in Emilia-Romagna.

tratto da: http://www.stopeuro.org/chiesti-5-anni-di-carcere-per-lex-capogruppo-pd-in-emilia-romagna-nel-silenzio-dei-media/

ANGELUCCI, UN EROE ITALIANO: accusato di truffa allo Stato per 163 milioni. Nel 2009 il parlamento respinge la richiesta di arresto. Il processo è misteriosamente fermo e si avvia alla prescrizione. Ha il 99 % di assenze in Parlamento. Nessuno lo caccia a calci in culo.

 

Angelucci

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ANGELUCCI, UN EROE ITALIANO: accusato di truffa allo Stato per 163 milioni. Nel 2009 il parlamento respinge la richiesta di arresto. Il processo è misteriosamente fermo e si avvia alla prescrizione. Ha il 99 % di assenze in Parlamento. Nessuno lo caccia a calci in culo.

ANGELUCCI ANTONIO (Forza Italia – eletto col PDL)

Un fuoriclasse.

Proprietario (insieme al figlio) dei giornali Libero e Il Tempo, e potente imprenditore della sanità privata convenzionata (gruppo Tosinvest, ora San Raffaele SpA) oltre che recordman di assenze in Parlamento.

La famiglia Angelucci, ha  percepito illegittimamente 34 milioni di euro dallo Stato (dal 2006 al 2010), violando la legge sui contributi pubblici all’editoria (come scoperto dall’AGCOM)

– A processo per truffa aggravata nella Sanità ai danni della Regione Lazio per un giro di degenze e presunte prestazioni gonfiate (false diagnosi d’ingresso e certificazioni di prestazioni sanitarie non autorizzate). La sua società è convolta anche in altri processi sempre con accuse simili nel settore della Sanità ma che finisocno regolarmente in prescrizione
Il processo rimane misteriosamente fermo per anni al solito Tribunale di Roma, e si avvia alla prescrizione, .

Nel 2009 la Procura ne chiese gli arresti domiciliari, (che scattarono invece per il figlio Giampaolo e gli altri protagonisti di quella vicenda,funzionari ASL e dirigenti della Regione), ma il parlamento respinse la richiesta

La truffa ammonterebbe, secondo l’accusa, a 163 milioni di euro. Gli Angelucci e gli altri imputati avrebbero, in concorso tra loro, fatto risultare prestazioni sanitarie mai effettuate o incassato rimborsi di analisi in assenza delle necessarie autorizzazioni.
Per ottenere questo risultato Angelucci avrebbe impiegato anche i mezzi d’informazione di sua proprietà «quale forma indebita diretta o potenziale di pressione“. Il gruppo avrebbe agito anche per evitare controlli di Nas e Asl e acquisire notizie riservate sulle indagini

Nella relazione degli investigatori, sarebbe descritto un intreccio complesso di favori, vantaggi e regalie a politici, dirigenti ministeriali e regionali (in particolare della regione Lazio), registrato dalle intercettazioni di telefonate e sms.

Lo scopo sarebbe stato quello di “assicurare al sodalizio una rete di copertura in grado di garantire profitti illeciti“. Come? «Evitando ed attenuando le conseguenze pregiudizievoli di attività di contenimento della spesa sanitaria, ovvero di controlli operati da soggetti istituzionali (Nas e Asl Roma-H), acquisendo notizie riservate in ordine a ispezioni, controlli, indagini giudiziarie, attuando all’occorrenza iniziative finalizzate ad esercitare indebite pressioni sulle indagini di polizia giudiziaria in corso».


– Nel febbraio 2015 i vertici della sua società vengono rinviati a giudizio per un’altra truffa milionaria nella sanità ai danni della Regione Lazio (rimborsi non dovuti per prestazioni sanitarie). . Questa l’accusa a carico dell’amministratore delegato e del legale rappresentante della società Tosinvest sanità spa, rispettivamente Antonio Vallone e Carlo Trivelli  insieme ad altri manager del gruppo San Raffaele spa, dirigenti della casa di cura San Raffaele Pisana, del poliambulatorio San Raffaele Termini e del laboratorio di analisi in via dei Bonaccorsi.  I dirigenti della società di Angelucci avrebbero commesso una serie di truffe a danno del sistema sanitario facendosi liquidare dalla Regione somme totali per circa 22 milioni di euro. I manager, accusati a vario titolo di truffa aggravata, avrebbero presentato fatture a nome Tosinvest, dapprima all’azienda San Giovanni Addolorata e poi alla Asl Roma D, inserendo un codice relativo alle prestazioni svolte in regime di accreditamento anche per quelle prive di tale requisito. In questo modo avrebbero indotto in errore i funzionari della Regione Lazio deputati all’erogazione dei fondi, procurandosi un ingiusto profitto ai danni dell’ente pubblico.
 Il Tribunale di Roma anche stavolta se la prende comoda e fissa la prima udienza del processo il 19 luglio 2016.

Come proprietario di Libero e del Riformista è a processo per truffa aggravata. Soldi pubblici (contributi per l’editoria) percepiti illecitamente per i suoi giornali
Anche questo processo (anni per arrivare al rinvio a giudizio solo nel 2014, e ancora non si è arrivati a una sentenza di 1 grado) è finito misteriosamente su un binario morto al Tribunale di Roma, e si avvia verso la prescrizione.

L’AGCOM ha anche già sanzionato la famiglia Angelucci, per avere percepito illegittimamente 34 milioni di euro dallo Stato (dal 2006 al 2010), violando la legge sui contributi pubblici all’editoria.

– La Tosinvest/San Raffaele, che fà capo alla sua famiglia,  è stata condannata dalla Corte dei Conti per danno erariale (41 milioni di euro)  nello scandalo dei rimborsi gonfiati a favore del San Raffaele di Cassino. Scrivono i giudici contabili: «è assente la documentazione riguardante l’effettuazione delle tre ore di riabilitazione», richieste per legge. Il numero di dipendenti della clinica, osservano i magistrati, assicurava in realtà prestazioni della durata massima di un’ora e, quindi, un rimborso di gran lunga inferiore per le visite. Ancora, i semplici mal di testa trasformati in “disturbi del sistema nervoso periferico” per avere diritto a una maggiore remunerazione da parte del sistema sanitario e il caso delle firme apposte sui referti di pazienti già deceduti: una scoperta che «assume profili inquietanti». E che, insieme alle altre irregolarità, è costata la condanna al San Raffaele e, in via sussidiaria, a nove tra manager pubblici e camici bianchi.

– Da marzo 2017 è indagato con l’accusa di traffico di influenze per aver tentato di aggiustare due processi in Cassazione. Un procedimento riguardava una misura cautelare reale riferita a un sequestro disposto dalla procura di Bari nei confronti del consorzio San Raffaele e della Finanziaria Tosinvest per 7milioni di euro. Il secondo processo era inerente a una causa di lavoro con un medico, in precedenza assunto presso il San Raffaele, il cui ricorso era pendente in Cassazione dopo la decisione del tribunale civile. La prima è fallita perché il presidente della VI sezione della suprema corte respinse l’offerta, mentre nel secondo caso il piano rimase solo sulla carta. Nella vicenda sono indagati per corruzione Maurizio Ferraresi, dirigente dell’Asl Roma1 e l’ex giudice Franco Amedeo.

– Ha il 99 % di assenze in Parlamento

– Su uno dei suoi giornali (Libero) compaiono ancora oggi gli editoriali di Renato Farina, nonostante sia stato radiato dall’Ordine dei Giornalisti perchè pubblicava su Libero falsi dossier e notizie false in cambio di denaro per conto dei Servizi deviati. Pluricondannato per favoreggiamento e falso in atto pubblico

– Nell’inchiesta Consip entra in ballo (tanto per cambiare) anche ANGELUCCI.

Ecco le INTERCETTAZIONI :
(Russo): “Bhè in due si so’ presi tre lotti! La cooperative“, in particolare c’ è: “questo consorzio energia locali” che, stando al Russo Carlo, sono quelli che fanno riferimento a Denis Verdini: “mhhhh… quelli sono.. stanno con Verdini“, ed a un avvocato parlamentare che, si vedrà in seguito essere il deputato di Ala Ignazio Abrignani, braccio destro di Verdini “ co.. un avvocato parlamentare“».
«Anche Romeo», annotano gli investigatori, «sembra persuaso dalla bontà della notizia: “eh! chill… chill a fatt u l’ operazione! (dialetto campano, ndr)” a cui fa eco il Russo: “si inc. (bisbiglia, ndr) non fa.. non fa niente, l’ ha fatta Verdini“, per poi concludere Romeo: “eh! i soldi li ha portati a casa Verdini (tono di voce bassissimo, ndr)».

Entra in ballo Angelucci: «Russo», si legge nell’ informativa, «racconta a Romeo un episodio della vita di Verdini che può spiegare i motivi per cui quest’ ultimo possa aver fatto aggiudicare al Consorzio energia locali: “eh! io penso proprio di sì. anche perché, c’ è un altro parlamentare forzista che ha delle cliniche molto ricco” “Angelucci! Pensi che.. e.. Verdini aveva delle difficoltà e Angelucci s’ è comprato la casa di Verdini inc. (farfuglia, ndr) sti soldi insomma.. e perché doveva in qualche modo rientrare perché… e quindi può darsi che siccome la cosa è piuttosto fresca risale a un anno e mezzo fa, può darsi che… si sia chiusa così l’ operazione».

fonte: http://www.lincredibileparlamentoitaliano.yolasite.com/