La schifosa TRUFFA di Equitalia (sì, quella che Renzi aveva abolito): si accanisce solo sui più poveri (piccole imprese o gente comune), ma davanti ai grandi evasori (quelli dei paradisi fiscali) perde tutta la sua cattiveria e diventa docile e ubbidiente come un cagnolino…!!!.

 

Equitalia

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La schifosa TRUFFA di Equitalia (sì, quella che Renzi aveva abolito): si accanisce solo sui più poveri (piccole imprese o gente comune), ma davanti ai grandi evasori (quelli dei paradisi fiscali) perde tutta la sua cattiveria e diventa docile e ubbidiente come un cagnolino…!!!

 

Scoperta la TRUFFA di Equitalia che si accanisce solo sui più poveri…

Quando si tratta di piccole imprese o di piccoli risparmiatori, Equitalia è molto inflessibile, subito parte coi pignoramenti, le cartelle esattoriali e tutto il resto.

Quando, invece, si tratta di dover colpire i grandi evasori, quelli che scappano nei paradisi fiscali, quelli che davvero arrecano un forte danno al nostro Stato, Equitalia perde tutta la sua cattiveria.

Infatti, Equitalia, degli oltre 850 milioni spariti nei paradisi fiscali è riuscita a recuperare solo 400.000 €! Oltre 170 milioni già sono stati dati per irrecuperabili!

Così, mentre in Italia Equitalia ha il pugno di ferro, con i grandi evasori che scappano all’estero, il pugno di Equitalia diventa di piuma. E così a rimetterci sono sempre e solo i più poveri!

A pagare sono quelli che per sviste o errori su cifre irrisorie, si ritrovano a pagare more di migliaia di euro, che il più delle volte non possono permettersi nemmeno di pagare. Molti decidono piuttosto di dichiarare fallimento.

Equitalia come sempre si dimostra di essere davvero inutile e, addirittura, dannosa.
Se anche tu sei stufo di tutto ciò, ti chiediamo di aiutarci a diffondere questa notizia che le TV non ti daranno: CONDIVIDI ARTICOLO SU FACEBOOK!

Fonte: Edizione odierna de “La Verità”, pagina 9

via AdessoBasta

Cartabianca sui rifiuti di Roma: “stiamo vedendo una foto significativa…” …sì, di quanto siete caduti in basso pur di lecchinare i padroni… La foto dei “rifiuti della Raggi” è precedente alla sua elezione… Signori, ma proprio non Vi è rimasta un po’ di dignità?

 

Cartabianca

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Cartabianca sui rifiuti di Roma: “stiamo vedendo una foto significativa…” …sì, di quanto siete caduti in basso pur di lecchinare i padroni… La foto dei “rifiuti della Raggi” è precedente alla sua elezione… Signori, ma proprio non Vi è rimasta un po’ di dignità?

 

Giornalismo italiano:
Domanda alla Raggi (eletta a giugno 2016) sui rifiuti a Roma… 
…ma a Cartabianca mostrano una foto del maggio 2016!

Sono idioti o in malafede?

In entrambi i casi andrebbero cacciati a calci in culo… Andrebbero, perchè sbagliano, ma dalla parte “giusta” quella dei loro padroni…

C’era una volta la dignità…

By Eles

Anche Voi avrete sentito o letto che la Raggi è stata rinviata a giudizio… Vi sorprenderebbe sapere che è una BUFALA sostenuta dai media per screditare Lei ed i Cinquestelle? Sì, Vi sorprende? Allora, cari ingenui, non avete capito ancora niente!

Raggi

 

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Anche Voi avrete sentito o letto che la Raggi è stata rinviata a giudizio… Vi sorprenderebbe sapere che è una BUFALA sostenuta dai media per screditare Lei ed i Cinquestelle? Sì, Vi sorprende? Allora, cari ingenui, non avete capito ancora niente!

Leggo dei titoli sui giornali online per cui la Raggi sarebbe rinviata a giudizio. Questo è FALSO. Rispetto a gennaio, il pm chiede l’archiviazione su due ipotesi di reato, quindi al contrario di quanto si voglia far credere, la condizione processuale della Raggi si alleggerisce. Rimangono ancora in piedi le indagini sulla nomina di Romeo e sulla lettera aCantone. Ora la Raggi accederà all’incartamento, avrà 20 giorni di tempo per depositare una memoria e anche rendere interrogatorio, per convincere il pm. Il pm avrà a sua volta la possibilità di chiedere un supplemento di indagini al gip, oppure archiviare, oppure chiedere il rinvio e ancora spetterebbe sempre al gup decidere. Quindi LA SITUAZIONE DA GENNAIO PER LA RAGGI È MOLTO MIGLIORATA venendo a cadere l’accusa principale per abuso sulla nomina di Marra. Perché invece sui giornali ed in TV si dice l’esatto contrario? (Il sottotitolo della Gruber da denuncia)
cit. S.R.
Guarda QUI il vergognoso video in cui la giornalista La7 si inventa che è stato chiesto rinvio giudizio per falso e abuso…!?!

 

Ma se leggi una dopo l’altra notizie come: “F35, 55 aerei a terra per problemi” e “Italia firma accordo per l’acquisto di altri F-35” …pensi che Pinotti & C. siano squallidi lecchini che sperperano i nostri soldi per compiacere la Nato o solo dei miserabili idioti?

F35

 

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Ma se leggi una dopo l’altra notizie come: “F35, 55 aerei a terra per problemi” e “Italia firma accordo per l’acquisto di altri F-35” …pensi che Pinotti & C. siano squallidi lecchini che sperperano i nostri soldi per compiacere la Nato o solo dei miserabili idioti?

 

F35: M5S, 55 aerei a terra per problemi, la Pinotti che dice?

Secondo quanto riportano numerosi organi di stampa internazionali, tra cui The Guardian, 55 velivoli F-35 del 56th Fighter Wing dell’USAF di stanza sulla base statunitense Luke Air Force Base sono stati messi a terra dopo che si erano verificati alcuni episodi di ipossia, cioè carenza di ossigeno nei tessuti.

Non è tuttavia chiaro se ad essere stati colpiti dall’ipossia siano stati i piloti statunitensi o quelli delle nazioni partner, come l’Italia. L’episodio evidenzia ciò che andiamo dicendo da sempre: vale a dire che il programma F35 è un programma inutile e costoso, lontanto dagli interessi del nostro Paese.

Lo dichiarano in una nota i deputati M5S della Commissione Difesa, dopo aver presentato una interrogazione parlamentare al ministro Pinotti in cui chiedono se il Ministro sia al corrente di quanto segnalato e se anche i piloti italiani abbiano riscontrato fenomeni di ipossia.

In tal senso vogliamo sapere quali urgenti provvedimenti siano stati adottati a salvaguardia della salute e dell’incolumità dei piloti italiani operanti dalla Luke AFB e quali iniziative sono state assunte nei confronti della società costruttrice per elevare gli standard di sicurezza e pretendere che tale adeguamento non comporti ulteriori costi a carico dello Stato italiano.

fonte: http://www.movimento5stelle.it/parlamento/difesa/2017/06/f35-m5s-55-aerei-a-terra-per-problemi-la-pinotti-che-dice.html

Italia firma accordo per l’acquisto di altri cacciabombardieri F-35

La scorsa settimana i rappresentanti di undici Paesi, tra cui l’Italia, hanno sottoscritto a Baltimore, negli Stati Uniti, un accordo preliminare (Memorandum of Understanding) per l’acquisto, nei prossimi 3 anni (2018-2020), di 440 cacciabombardieri F-35 per un valore di almeno 37 miliardi di dollari (oltre 33 miliardi di euro). Oltre all’Italia, erano presenti rappresentanti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Danimarca, Israele, Giappone, Olanda, Norvegia, Turchia e Corea del Sud.

Lo scrive http://milex.org, l’osservatorio per le spese militari.

L’intesa, che non ha ancora valore contrattuale, è la formalizzazione della procedura negoziata senza bando (Class Justification and Approval) pubblicata lo scorso 15 maggio dalla Difesa americana (qui il documento)

Un impegno d’acquisto che per l’Italia riguarda 17 aerei in tre anni: tre del 12° lotto nel 2018 (due per l’Aeronautica e uno per la Marina), cinque del 13° lotto nel 2019 (2 per l’Aeronautica e 3 per la Marina) e nove del 14° lotto nel 2020 (quattro Aeronautica e cinque Marina) per un impegno di spesa dichiarato di circa 1,3 miliardi di euro (almeno il doppio secondo le stime che comprendono le spese totali di procurement).

L’intesa giunge, per l’Italia, a cavallo della firma dei contratti per altri quattro F-35: a marzo scorso quello relativo a due aerei del 9° lotto (uno per l’Aeronautica e uno per la Marina) e a luglio prossimo quello per altri due aerei del 10° lotto (sempre uno e uno).
Entro fine anno è prevista la contrattualizzazione di ulteriori tre aerei dell’11° lotto (due per l’Aeronautica e uno per la Marina).

Sale così a 32 – contando i primi otto aerei dei lotti 6°, 7° e 8° acquistati fino al 2014 – il numero di F-35 che l’Italia prevede di acquistare entro il 2020.

Fonte: http://www.imolaoggi.it/2017/06/21/italia-firma-accordo-per-lacquisto-di-altri-cacciabombardieri-f-35/

 

La legge sul Taglio ai Vitalizi? I nostri Parlamentari non hanno fretta. D’altra parte devono prima affrontare priorità imprescindibili per il benessere del Paese… tipo la legge per la valorizzazione del Jazz festival in Umbria.

Taglio ai Vitalizi

 

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La legge sul Taglio ai Vitalizi? I nostri Parlamentari non hanno fretta. D’altra parte devono prima affrontare priorità imprescindibili per il benessere del Paese… tipo la legge per la valorizzazione del Jazz festival in Umbria.

Taglio ai vitalizi, non c’è fretta: viene prima il jazz
La discussione sulla legge Richetti non è neanche iniziata, nel calendario della Camera arriva dopo il festival musicale.

“Renzi accelera sui vitalizi”. “Renzi: sui vitalizi fate presto”. Renzi: “La legge sui vitalizi è di Richetti. Spero passi. Il Pd c’è”. Ancora Renzi: “Perché non segue Richetti? È lui che ha firmato la legge sul vitalizio. Vedremo se è credibile lui o i suoi amici Cinque Stelle”. Sempre Renzi: “Per me votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso. L’unica cosa è evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso i cittadini. Sarebbe assurdo”. Sono solo le prime citazioni dell’ex premier – tutte pronunciate nell’ultima settimana o negli ultimi mesi – che compaiono digitando le parole “Renzi” e “vitalizi” su un motore di ricerca.

Alla frenetica attività comunicativa del segretario del Pd non corrisponde un’azione altrettanto incisiva (eufemismo) del suo partito in Parlamento. La legge Richetti è stata recuperata di recente grazie a un servizio delle Iene, che ha fatto infuriare il Nazareno, dopo essere stata dimenticata per quasi due anni in commissione Affari costituzionali. L’improvvisa accelerazione è durata poco: dopo le frasi di circostanza è ricominciata la melina.

Il deputato renziano che porta la firma della proposta, proprio un mese fa, aveva annunciato che sarebbe approdata alla Camera tra “il 23 e il 24 maggio”. Poi i tempi hanno ripreso a dilatarsi: la discussione del testo, che prevede il ricalcolo secondo il metodo contributivo di tutte le pensioni degli ex parlamentari, viene posticipata di settimana in settimana. Pare che nemmeno questa sia quella buona: giovedì scorso, al momento di votare l’ordine del giorno, la legge Richetti è stata infilata in fondo al calendario, tra le proteste dei deputati del M5S.

La maggioranza ha dato la priorità a una lunga serie di altri provvedimenti: la legge sui parchi, le modifiche allo Statuto del Trentino Alto Adige, l’istituzione della commissione sulle banche. E poi, ancora: bisognerà discutere le “disposizioni in materia di delitti contro il patrimonio culturale”, le “modifiche delle norme a tutela dei corpi politici, amministrativi o giudiziari” e persino una leggina per “sostegno e valorizzazione” dell’Umbria Jazz festival.

Da: Il Fatto Quotidiano del 20/06/2017.

Anonymous hackera il sito del Ministero degli Esteri: “Voi fate spese folli e gli italiani pagano”…!!

Anonymous

 

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Anonymous hackera il sito del Ministero degli Esteri: “Voi fate spese folli e gli italiani pagano”…!!

Hackerato il sito del Ministero degli esteri. Anonymous: “Voi fate spese folli e gli italiani pagano”

Diffusi diversi dati, ma non quelli sensibili

Troppe spese folli del Ministero e in risposta “vi abbiamo hackerato”. I dati della Farnesina, da rimborsi spese, consulenze e altro sono finiti sotto attacco degli hacker. A rivendicare l’atto è Anonymous Italia che sul blog cyberguerrilla.org dichiara: “Ministero degli esteri sei stato hackerato” e annuncia nuove azioni. A giustificazione dell’atto, le troppe spese folli del Ministero “gli italiani pagano” e “vogliate gradire la pubblicazione senza censura di parte dei dati sottratti dai vostri preziosi sistemi informatici”.
Ecco la lettera di Anonymous Italia:

Al Ministro Angelino Alfano,
Al Pubblico Ministero Eugenio Albamonte,

Giova ribadire il concetto. A malapena potete gestire le porcate che riuscite a concepire
nel vostro dominio: quello del ladrocinio legalizzato. Se il P.M. Albamonte facesse meglio il
suo mestiere, considerato che lo paghiamo noi, assai più numeroso sarebbe il numero di esseri
abietti assicurati alla Giustizia. Ma nulla può costui contro l’odiato potere, contro i suoi
amati padroni, vile servo come tanti della stessa risma.

Continuate pure a dilettarvi nelle vostre riunioni al vertice, nelle vostre commissioni…
G7, G8, Intelligence, sorveglianza, terrorismo. Notevoli come voci di spesa da scrivere nel
bilancio statale. A pagare, lo sapevamo già, siamo noi Italiani.

Nel frattempo vogliate gradire la pubblicazione senza censura di parte dei dati sottratti
dai vostri preziosi sistemi informatici.

Purtroppo per voi, nonostante venga ribadito fino alla nausea, c’è un concetto assai semplice
che non riuscite ad assimilare: non dimentichiamo, non perdoniamo. Non ci fermeremo. MAI.
La ricerca della verità non ammette limiti. Per questo saremmo noi i criminali? Siamo noi che stiamo riducendo questo Popolo in cenere?
O siete voi?

Gli Italiani conoscono la risposta.

Diceva Piercamillo Davigo: “dopo tangentopoli i politici non hanno smesso di rubare, ma solo di vergognarsi” …E infatti questo ce lo ritroviamo puntualmente in Tv a darci le sue lezioni di morale…!!!

Formigoni

 

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Diceva Piercamillo Davigo: “dopo tangentopoli i politici non hanno smesso di rubare, ma solo di vergognarsi” …E infatti questo ce lo ritroviamo puntualmente in Tv a darci le sue lezioni di morale…!!!

Caso Maugeri, per i giudici Formigoni “corrotto con almeno 6 milioni di euro”
Le motivazione della sentenza con cui, tra gli altri, l’ex governatore è stato condannato a 6 anni

«Almeno sei milioni di euro». E’ la cifra, secondo il Tribunale di Milano, corrisposta all’ex governatore Roberto Formigoni tra il 2006 e il 2011 per l’accordo corruttivo, che vide l’erogazione da parte della Regione Lombardia «di 120 milioni di euro e di circa 180 milioni di euro che, nello stesso periodo, venivano erogati alla Fondazione Salvatore Maugeri e all’Ospedale San Raffaele». Un passaggio del provvedimento con cui i giudici hanno motivato la sentenza con cui il politico è stato condannato a sei anni per corruzione per il caso Maugeri.

Formigoni, scrivono, non ha goduto delle attenuanti generiche perché «non è emerso all’esito del dibattimento, alcun elemento di positiva valutazione dei gravi fatti posti in essere dalla più alta carica politica della Regione Lombardia per un lungo periodo di tempo, con particolare pervicacia sotto il profilo del dolo».

L’ex governatore, proseguono i giudici della decima penale, avrebbe agito «con palese abuso delle sue funzioni, con l’ausilio di intermediari, in modo particolarmente callido e spregiudicato, per fini marcatamente di lucro e con grave danno per la Regione e per il buon andamento della pubblica amministrazione».

Secondo i giudici, l’uomo d’affari Pierangelo Daccò e l’ex assessore Antonio Simone, suoi coimputati nel processo, gli avrebbero pagato viaggi di lusso ai Caraibi, vacanze in barca, cene da gran gourmet. «Ingenti capitali», quelli spesi da Daccò e Simone per garantirgli «vacanze in località esclusive, disponibilità di imbarcazioni di lusso, uso di dimore di pregio, un altissimo tenore di vita, cene di rappresentanza e viaggi su aerei privati». Spese giustificate dal governatore come “omaggi e regali” da parte di amici di vecchia data. Ma ritenute dal collegio di giudici presieduto da Gaetano La Rocca «esorbitanti in un qualsiasi normale rapporto di amicizia (sia pure con persone molto facoltose)».

fonte: http://www.lastampa.it/2017/06/20/italia/cronache/maugeri-per-i-giudici-formigoni-corrotto-con-almeno-milioni-di-euro-U3TBHMlHVJ22Inx9pyiHEK/pagina.html

Come prendere per i fondelli i terremotati – “Vi staremo vicini” dicevano Renzi, Mattarella & C. …e infatti per le strade c’è ancora il 92% delle macerie e sono state consegnate solo 300 delle 3.600 casette promesse… Però chi lo dice viene censurato…!!

 

terremotati

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Come prendere per i fondelli i terremotati – “Vi staremo vicini” dicevano Renzi, Mattarella & C. …e infatti per le strade c’è ancora il 92% delle macerie e sono state consegnate solo 300 delle 3.600 casette promesse… Però chi lo dice viene censurato…!!

In strada il 92% delle macerie e poche casette consegnate La ricostruzione nel caos.
ASASHA avevano detto che entro sette mesi avrebbe avuto una casetta di legno. Proprio lì a Visso, il suo paese distrutto. Era novembre. Sasha, oggi, vive ancora in una roulotte. A Marco, 11 anni, avevano detto che la sua classe sarebbe rimasta unita, che non avrebbe perso i compagni di scuola: a settembre, per il secondo anno di fila, ne conoscerà di nuovi sulla costa adriatica. A Enzo, allevatore di Castelsantangelo sul Nera, avevano detto che gli avrebbero portato una nuova stalla. Sta per iniziare la prima estate del dopo terremoto, e le sue bestie dormono in quel che rimane della vecchia.
Avevano promesso. Le istituzioni avevano promesso. Il governo Renzi prima, il governo Gentiloni poi, i governatori regionali. Tutti. Hanno fatto credere agli abitanti del cratere più vasto della storia del nostro Paese – 131 comuni in quattro Regioni – che “presto” sarebbero tornati a una vita, tutto sommato, accettabile. Che “presto” sarebbe finita. Dieci mesi dopo, invece, non è nemmeno cominciata: le macerie sono a terra, di casette ne sono arrivate pochissime, la ricostruzione è un miraggio.
Una volta c’era “il modello Bertolaso” che, in nome della rapidità, calpestava regole e aggirava i controlli: la somma urgenza invocata per qualsiasi cosa, i Grandi Eventi, le deroghe, le ordinanze di Protezione civile firmate direttamente dal Presidente del consiglio. E abbiamo visto con quale facilità si sono inseriti speculatori e corruttori all’Aquila, al G8 della Maddalena, ai mondiali di nuoto del 2009. Ora, in una sorta di contrappasso, siamo precipitati nel “modello Burocrazia”: il cavillo, la carta bollata, l’indecisione spaventata di chi negli enti pubblici pretende dieci autorizzazioni anche solo per puntellare un muro. «Non si può fare più in fretta», vanno dicendo a Roma i tecnici della Struttura di Missione della Presidenza del consiglio. «Le normative sono quello che sono e il cratere è troppo grande». Sventolano mappe, leggi, ordinanze. Fanno confronti. «Ci sono 208.000 abitazioni da verificare e non abbiamo ancora finito: dopo il terremoto dell’Aquila ne avevamo 75.000, in Emilia 42.000. Vi rendete conto?»
UNDICI PASSAGGI PER UN PREFABBRICATO
«Vi rendete conto?», si chiede il sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini. Per accedere alla zona rossa del suo paese deve attraversare una capanna accanto alla pasticceria vissana. «In sette mesi dovevano arrivare le casette di legno », mormora. «Mica me lo sto inventando, c’è scritto sul sito della Protezione Civile. Sapete quante ne abbiamo viste a Visso? Zero».
Sulle casette antisismiche le promesse si sono frantumate, fin da subito. «Entro Natale daremo le prime venti ad Amatrice», dichiarò il 23 settembre l’allora premier Renzi. Le famiglie amatriciane le hanno avute a marzo. Finora ne sono state ordinate 3.620 in 51 comuni del cratere. Consegnate? Appena l’8 per cento: 296 in tutto, e quelle effettivamente abitate (188) sono soltanto in due comuni, Amatrice e Norcia. Il “modello Burocrazia”.
Come un rosario, Pazzaglini sgrana la farraginosa procedura imparata a memoria. «Il sindaco deve stabilire quante casette servono, poi individua le aree dove metterle, poi la Protezione civile deve valutarle, poi interviene il genio civile regionale, poi si passa all’esproprio, poi la società incaricata disegna il layout, poi il layout deve essere autorizzato in municipio, poi torna in Regione, poi la Regione dà l’incarico per la progettazione, poi il progetto passa all’Erap (Ente per l’abitazione pubblica, ndr) di Pesaro e infine la gara la fa l’Erap di Macerata… ». Si contano almeno undici passaggi. E una selva di sigle, dentro cui si perde chi sta provando a rialzarsi dopo il sisma: Sae, Map, Dicomac, Aedes, Fast, Erap, Mude, Mapre, Cas. «A gennaio ho comunicato che mi servivano 225 casette: sei mesi sono passati e niente si muove».
NORME MODIFICATE TRE VOLTE AL MESE
Siamo ancora nella fase uno del post terremoto, quella dell’emergenza, sotto la responsabilità condivisa della Protezione Civile e dei governatori di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Si muovono all’interno della cornice del decreto legge 189 del governo Renzi, già modificato tre volte: dal successivo decreto Gentiloni, dalla finanziaria e dalla recente “manovrina”. E si devono districare tra le 29 ordinanze firmate dal Commissario straordinario alla ricostruzione Vasco Errani, dieci delle quali intervenute a cambiare le precedenti. Come nel caso delle casette di legno, quando si sono accorti che l’iter era troppo lungo. «Con le norme che mutano due-tre volte al mese la ricostruzione non si farà mai», si lamenta Marco Rinaldi, ingegnere ed ex sindaco di Ussita, dimessosi dopo un avviso di garanzia ricevuto per un’indagine che non c’entra col terremoto. «A Roma devono capire che qui c’è stata la Seconda guerra mondiale».
Quest’ansia di non farcela è stata raccolta dall’Anci e dal suo presidente, Antonio Decaro, del Pd, che ha chiesto al premier Gentiloni un incontro urgente. «I ritardi accumulati sono troppi. Se neanche a settembre le casette dovessero essere pronte le famiglie saranno costrette a iscrivere i figli in scuole diverse e lontane per il secondo anno di fila. Così le comunità si perdono, non torneranno più».
SOLO L’8 PER CENTO DI DETRITI RACCOLTI
Come fanno a tornare, se per strada hanno i frantumi delle case crollate? Secondo una stima per difetto ci sono 2,3 milioni di tonnellate di macerie da rimuovere: da quel 24 agosto, quando il primo terremoto distrusse Amatrice e Accumoli, la macchina dell’emergenza è stata in grado di portarne via 176mila e 700, meno dell’8 per cento. Nel Lazio hanno cominciato a novembre: rimosse 98mila su un milione; in Umbria 3.700 su 100mila; in Abruzzo 10mila su 100mila. Nelle Marche sono partiti solo ad aprile. Ad oggi hanno raccolto appena 65mila tonnellate su un milione. Il 6,5 per cento del totale.
Nelle province di Macerata, Fermo e Ascoli, le più colpite dalla scossa del 30 ottobre (6.5 gradi, la più forte degli ultimi 37 anni), si procede a passo di lumaca. Per dire: ci sono voluti cinque mesi e sette autorizzazioni perché la Conferenza dei servizi autorizzasse la ditta Htr a portare macerie nel sito di stoccaggio di Arquata. Htr vince l’appalto a novembre, i camion si sono mossi ad aprile. Accanto a questa lavorano due aziende pubbliche che si occupano di rifiuti: Cosmari nel Maceratese e Picenambiente nell’Ascolano. È una precisa scelta del governo, che ha equiparato le macerie a “rifiuti urbani non pericolosi”, dunque scommettendo sugli operatori che normalmente si occupano della spazzatura. Prezzo medio: 50 euro a tonnellata. Giuseppe Giampaoli, direttore della Cosmari, nonostante tutto è ottimista. «Entro il 2018 ce la faremo». Al momento nelle Marche viaggiano a un ritmo di 1.200 tonnellate al giorno: a spanne serviranno non meno di due anni e mezzo. «Ma a regime raggiungeremo le 2.000 tonnellate », promettono dalla Regione. «Il nostro territorio è a forte rischio idrogeologico, motivo per cui si è faticato a individuare aree idonee dove mettere casette e macerie».
CERCASI PERSONALE DISPERATAMENTE
Sono, e saranno, mesi di superlavoro. Per questo il decreto Renzi ha previsto una norma ad hoc per aiutare i municipi più piccoli: l’articolo 50 bis autorizza l’assunzione di 350 persone a tempo determinato, da dividere in quote fra le varie amministrazioni. Sembra facile, invece è complicato. Il decreto infatti impone di scegliere i nomi attingendo alle graduatorie pubbliche vigenti, seguendo la procedura ordinaria che tutela la trasparenza e che però, declinata nel cratere, si è rivelata un ostacolo. La spiega così Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice: «Mettiamo il caso che mi serva un geometra e che sia disponibile a venire qui uno che è classificato cinquantesimo nella graduatoria a Roma. Prima di prenderlo devo mandare un telegramma, a 6 euro l’uno, agli altri 49 e aspettare la loro risposta. Se qualcuno si oppone, si blocca tutto. Ancora: per ogni assunzione serve un Rup, responsabile unico del procedimento. Ma un funzionario comunale per essere Rup deve avere almeno dieci anni di anzianità. E dove li vado a trovare? In comune ho 14 posti scoperti che non riesco a riempire». Un’alternativa sarebbe pescare tra i 350 collaboratori assumibili durante l’emergenza, come previsto dal governo. Ma, fanno notare dall’Anci, si tratta di contratti co.co.pro che scadono il 31 dicembre e in pochi li hanno già firmati. «Non avranno neanche il tempo di realizzare dove si trovano».
A RISCHIO CINQUEMILA CONTRIBUTI
Fin qui la gestione dell’emergenza. Ma la fase due? La ricostruzione di prime e seconde case è diretta responsabilità del Commissario Errani. Con le macerie a terra e le zone rosse sigillate, è prematuro anche solo parlare della rinascita dei centri storici più devastati. Per i danni lievi, invece, il timore è che qualcuno possa perdere il treno dei contributi statali.
Per averli infatti bisogna presentare una domanda allegando lo stato dell’immobile (la famigerata scheda Aedes). I tecnici della Protezione civile hanno fatto 184.700 sopralluoghi su 208.000 case da verificare: ne mancano 23.000, di cui 19.200 nelle Marche. «Senza la scheda, niente contributi », spiega Paolo Vinti, presidente dell’Ordine degli architetti di Perugia. «Il tempo stringe perché il termine scade il 31 luglio 2017. Siamo stati fermi per nove mesi, a studiare ordinanze che cambiano di continuo. Solo a maggio siamo partiti coi rilievi per i progetti di ristrutturazione e i comuni non sono in grado di fornirci le relazioni geologiche. È impossibile farcela». Trentuno luglio 2017, manca un mese. «Quella è solo una data indicativa», sostengono i tecnici della Presidenza del consiglio. E però l’ordinanza 20 del 7 aprile recita: «Il mancato rispetto del termine determina l’inammissibilità della domanda ». Stando così le cose, una stima approssimativa dei sindaci calcola in cinquemila le pratiche a rischio esclusione. «Se sarà necessario, emetteremo un’altra ordinanza e adegueremo i termini », tagliano corto dal governo. Comunque sia, un pasticcio. Come quello di far pagare le imposte di successione sui ruderi ereditati, per cui Pirozzi minaccia di riconsegnare la fascia di sindaco se il governo, come però ha promesso ieri, non modificherà la legge.
ISTITUZIONI SENZA FIDUCIA
Nel cratere, è evidente, c’è bisogno di ricostruire anche la fiducia nelle istituzioni, e puntellare i palazzi non sarà sufficiente. Errani ci sta provando, con un pacchetto di norme all’avanguardia per disciplinare la ricostruzione. Ma quello è il domani.
Articolo intero su La Repubblica del 20/06/2017.

Promesse mancate, ricostruzione assente, indagini su casette e macerie: colpa di chi scrive la verità sul terremoto?

Hanno aperto la caccia all’uomo. Obiettivo: chi ancora scrive di terremoto, mostrando le cose per quelle che sono. Mostrando ritardi, inadempienze, promesse mancate e tutto quanto di assurdo e umiliante verso le popolazioni colpite dal terremoto stanno patendo, quando il calendario si avvicina velocemente alla ricorrenza del primo anno dal sisma.

Siamo partiti in pochi. Qualcuno si è accodato, poi ha mollato. Siamo rimasti in pochi. Anzi, siamo rimasti in due a raccontare la triste verità di una ricostruzione mai iniziata, della deportazione di un popolo, dello spopolamento attuato scientificamente nei piccoli Comuni dell’entroterra. Siamo rimasti noi e Luca Craia con il suo coraggioso blog L’ape ronza. Pochi altri, isolati casi, scevri da scelte redazionali di persone che vivono quotidianamente questo scempio e possono raccontarlo così com’è. Il resto è un assordante silenzio.

Così, viene messa in atto la strategia dello screditamento di chi prova ancora a scuotere le coscienze. Ultima tappa in ordine di tempo, la questione inequivocabile e indiscutibile dei braccialetti con i quali vengono contrassegnati i terremotati in un camping. “Notizie false”, “bufala”, “siti non attendibili” e giù a vomitare veleno (ovviamente, chi ha scritto determinate affermazioni in profili pubblici, ne risponderà nelle sedi competenti, ndr), cercando di screditare chi fa sapere alla gente come stanno le cose. Veramente. Senza servizi patinati che non fanno capire quello che realmente succede da queste parti. Se poi arriva anche La Repubblica a scrivere un articolo in cui si legge testualmente “Terremoto, la ricostruzione nel caos: in strada il 92 per cento delle macerie. Le promesse mancate: interventi in ritardo, poche casette consegnate. I sindaci: la burocrazia ci soffoca, così le comunità spariranno”, allora è facile comprendere che non ci si può più nascondere e che quello che diciamo da quasi un anno è tutto drammaticamente vero.

Oltre 3600 casette ordinate, meno di 300 quelle consegnate 188 delle quali quelle effettivamente abitate. Le stalle in inverno mai consegnate. Ricostruzione pesante che appare una irraggiungibile chimera. Ordinanze del commissario straordinario che si susseguono correggendo le precedenti e creando una confusione che rende impossibile anche solo pensare di poter iniziare i lavori. La perla della “dimenticanza” sul pagamento della successione sulle macerie. In tutto questo caos, dove i nostri anziani muoiono come mosche (sì, come dice la tizia che commenta da Luca Craia, non abbiamo dati ufficiali per poterlo dimostrare numeri alla mano, ma basta farsi un giro per i Comuni del terremoto e per quelli dove i terremotati sono stati trasferiti per averne compiuta certezza o farsi un giro sul sito dello Spi Cgil dell’Umbria), dove la gente si suicida per la disperazione, dove il consumo di ansiolitici ha raggiunto livelli impressionanti (numeri dei sanitari marchigiani, signora tizia, ndr), qual è la priorità del nostro Governo? Lo ius soli, lasciato marcire in Parlamento e improvvisamente rispolverato a quasi due anni dal primo via libera della Camera dell’ottobre 2015. Nessun giudizio di merito, ma solo di opportunità, visto che il diritto a risiedere nella terra dove sono nati, oggi in realtà lo stanno perdendo i terremotati.

Ma non basta. Sempre La Repubblica oggi ci fa sapere che “Cantone e l’Antimafia indagano sui subappalti per casette e macerie. Nel mirino la gara da un miliardo per moduli abitativi, bandita dalla Consip. Al lavoro anche le cinque procure del cratere”. In pratica, prima ancora che parta la ricostruzione, già ci sono casini. E pensare che il commissario Errani e il suo staff hanno studiato tutto un sistema di rimborso (quello che ancora non esiste, ndr) per evitare che il denaro passasse per le mani dei terremotati, come se di questa gente non ci si possa fidare. Ed ecco puntuale il karma. Scrive Repubblica “Era il 2014 quando la Consip, la centrale pubblica degli acquisti, bandì una maxi gara da 1,18 miliardi di euro e 18.000 moduli abitativi per conto della Protezione Civile. Ad agosto del 2015 hanno aperto le buste e in due lotti su tre si è classificato primo il Cns, il Consorzio che raggruppa più di 200 aziende nel settore dei servizi. Un mese fa i finanzieri del Nucleo speciale anticorruzione, su mandato di Cantone, hanno bussato alle porte delle sedi del Consorzio a Bologna e a Roma. Hanno preso contratti e documenti relativi a una fornitura pagata a due ditte di Terni, dall’importo tutto sommato modesto ma di cui non riescono a capire il senso.

La storia, assai intricata, è questa: dopo aver vinto la gara Consip, il Cns ha affidato a sette sue associate il compito di produrre materialmente le casette. Quelle ordinate dalla Regione Umbria erano sotto la responsabilità delle aziende Gesta e Kineo, le quali hanno comprato impianti e kit di montaggio da due imprese ternane, la Cosptecnoservice (che fa parte del Cns) e la Italstem. La questione si è ancor più complicata perché poi c’è un terzo soggetto, la Vipal, che sostiene di vantare un credito dalle da 2,8 milioni di euro per le casette. Quattro passaggi, da Cns a Vipal, che portano ad alcuni interrogativi: chi le ha fatte le casette a Norcia? Perché il colosso Cns ha avuto bisogno di cercare sul territorio professionalità e impianti?”. E ancora “Il sistema dei subappalti si percepisce bene sulla rimozione delle macerie. La cornice è il solito decreto legge 189 dell’ottobre scorso che stabilisce che siano le municipalizzate dei rifiuti a occuparsi della raccolta e del trasporto dei detriti, “direttamente o attraverso imprese di trasporto da essi incaricate”. Il subappalto, appunto. La norma è stata pensata per velocizzare i tempi, e per fare in modo che l’intera filiera sia protetta.
Il risultato, almeno per il momento, non è quello atteso: dopo quasi un anno dal primo terremoto del 24 agosto il 92 per cento delle macerie è ancora a terra. E problemi potrebbero aversi anche sul versante della trasparenza. Perché è vero che a lavorare con le macerie sono le municipalizzate ma è altrettanto vero che a guadagnare saranno decine di aziende private. E lo faranno senza troppi controlli. Ecco come Giuseppe Giampaoli, direttore della Cosmari, una delle tre società che le raccoglie nelle Marche, spiega la procedura: “È evidente che da soli non possiamo farcela quindi ci affidiamo ai subappalti. Sotto una certa cifra possiamo darli a trattativa privata ma cercheremo di fare gare di evidenza pubblica a cui inviteremo tutte le migliori aziende del settore. Le difficoltà maggiori le abbiamo con il sollevamento delle macerie perché i nostri mezzi ordinari non sono attrezzati”. Al momento, sul sito Internet, non risultano gare in corso. Le cifre non sono basse: il costo per lo smaltimento è di 50 euro a tonnellata a cui vanno aggiunti circa 12 euro per il trasporto. Il business del detrito gira dunque attorno ai 120 milioni di euro.
Parte di questo denaro sarà distribuito non tramite gara (come quella che si appresta a fare la regione Lazio per la macerie private) ma tramite subappalti. Un punto che non è sfuggito alle cinque procure del cratere (Rieti, Fermo, Macerata, Spoleto e Ascoli), che per questa materia sono coordinate dalla Direzione nazionale antimafia”. Un buon inizio, non c’è che dire.

Intanto, in questa provincia di Macerata dove si sono riscontrati il 70 per cento dei danni del terremoto, non si muove niente. Dice Remo Croci “Nulla è cambiato. Tutto è rimasto così nei paesi colpiti dal terremoto! Il 92% delle macerie ancora per strada. I tempi della burocrazia hanno paralizzato tutti i Comuni del Cratere Sismico. Tutte le promesse dei politici non sono state mantenute. Oggi nessuno di loro è più tornato in questi territori. Una vergogna di tutta la classe politica italiana”. A parte chi le promesse non le ha mai mantenute, da queste parti adesso arrivano tutti, persino i vacanzieri del fine settimana a farsi i selfie su un luogo di dolore come l’hotel crollato o la scuola distrutta. Ma delle promesse non mantenute non ne parliamo più. Cose italiane.

Provano a darci il contentino dei concerti in luoghi ancora preservati dalla devastazione umana, francamente poco proponibili e difficilmente accessibili, dove si riscontreranno inevitabilmente problemi di parcheggio e di logistica. A noi non basta, perchè non vorremmo che questi teatrini servano solo a dare una immagine diversa a chi, da mesi, non riesce – o non vuole? – a dare risposte. Allora riprendo le poche righe scritte da una terremotata che racchiudono quel (poco) che resta delle nostre speranze:

“Ho provato a spiegartelo, ma tu non vuoi capire..
Mi dici “va bene i motociclisti, i concerti, i calciatori famosi e gli altri personaggi della televisione che sono venuti… va bene tutto, ma io rivoglio solo la mia casa… la mia vita, i miei giorni e i miei ricordi… rivoglio i sacrifici di tutta una vita… miei e della mia famiglia… rivoglio quello che il terremoto mi ha tolto… del resto non mi importa… di quello che non avevo e che soprattutto non volevo, prima del terremoto, a me non importa nulla… ci stanno dando tutte cose che servono più a loro che a noi… tutto tranne quello che il terremoto ci ha tolto”.
E no. Proprio non vuoi capire! O forse ha capito”.

fonte: https://picchionews.it/cronaca/promesse-mancate-ricostruzione-assente-indagini-su-casette-e-macerie-colpa-di-chi-scrive-la-verita-sul-terremoto

Il dati che il Pd nasconde: mezzo milione di cervelli in fuga dall’Italia

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Il dati che il Pd nasconde: mezzo milione di cervelli in fuga dall’Italia

Dal 2008 al 2016 più di 500mila connazionali si sono cancellati dall’anagrafe per trasferirsi all’estero: la maggior parte da quando  è stato imposto Monti non eletto da nessuno, fino alla stagione nefasta di Renzi. Al primo posto tra le destinazioni dei nuovi emigrati italiani c’è la Germania, seguita da Regno Unito e Francia. A questo numero va aggiunto un altro dato: i quasi 300mila stranieri, soprattutto provenienti dai Paesi dell’Est, che in questi anni sono rimpatriati nel Paese di origine non trovando più opportunità in Italia. I numeri della fuga di cervelli sono stati dati dall’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro nel rapporto Il lavoro dove c’è. Un’analisi degli spostamenti per motivi di lavoro negli anni della crisi, presentato a Roma, nel quale vengono esaminati anche i cambi di residenza e i comportamenti degli italiani.

L’indagine presenta e chiarisce gli aspetti di un altro fenomeno, per certi versi altrettanto significativo del trasferimento all’estero, ma spesso meno considerato: l’emigrazione interna tra le regioni. L’Italia è un paese con opportunità molto diverse e una situazione di disomogeneità interna che non ha pari in Europa: per questo motivo i cambi di residenza da una regione a un’altra sono notevoli e frequenti. Dal rapporto si evince che più di 380mila italiani si sono trasferiti da una regione del Sud in un altro territorio del Centro o del Nord Italia: si tratta principalmente di lavoratori qualificati che vedono nella fuga dal Mezzogiorno la via migliore per guadagnare di più.

Il privilegio di lavorare nel proprio Comune

È facile notare anche come il lavoro nelle città di residenza sia diminuito in questi anni e come le opportunità siano distribuite in modo diverso da territorio a territorio. Lavorare nel comune di residenza sembra, infatti, un privilegio riservato agli occupati tra i 15 e i 64 anni residenti in 13 grandi comuni con oltre 250mila abitanti, in cui Genova, Roma e Palermo superano il 90% di occupati residenti nel 2016. Inoltre, oltre un occupato su dieci lavora in una provincia diversa da quella di residenza. Questo spaccato conferma quanto già rilevato dallo stesso osservatorio nel rapporto annuale sulle dinamiche del mercato del lavoro nelle province italiane, in cui le possibilità occupazionali nelle 110 aree provinciali italiane si differenziano enormemente da Nord a Sud. Si passa, infatti, da un tasso di occupazione del 37% nella provincia di Reggio Calabria ad un tasso del 72% nella provincia di Bolzano.

Milano, capitale del pendolarismo

Se il dato della mobilità è ben presente nei cambi di residenza altrettanto si può dire per il pendolarismo, quotidiano ed interprovinciale, che può incidere fortemente sullo stipendio, la soddisfazione dei lavoratori e la qualità della vita. Dal rapporto emerge, ad esempio, che Milano – per le sue brevi distanze, l’intensità delle occasioni di lavoro e i servizi di trasporto efficienti – è l’epicentro degli spostamenti interprovinciali in Italia. Il capoluogo lombardo, infatti, è presente fra le province di destinazione o di partenza degli occupati “pendolari” in ben sei delle dieci principali tratte pendolari. Al primo posto ci sono i 118mila lavoratori che ogni giorno si muovono da Monza e Brianza per lavorare a Milano. Al secondo posto 59mila lavoratori residenti a Varese che vanno abitualmente a lavorare in un comune della provincia di Milano mentre al terzo posto troviamo 48mila residenti a Bergamo che raggiungono abitualmente il capoluogo lombardo per motivi di lavoro.

 

fonte: http://www.secoloditalia.it/2017/06/il-dati-che-il-pd-nasconde-mezzo-milione-di-cervelli-in-fuga-dallitalia/

 

Quando cominci a fare schifo anche a chi sta dalla tua parte qualche domanda dovresti fartela. Il direttore de l’Unità Staino “Renzi? Un mentitore seriale. Dà spazio solo a chi gli lecca il culo”

Staino

 

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Quando cominci a fare schifo anche a chi sta dalla tua parte qualche domanda dovresti fartela. Il direttore de l’Unità Staino “Renzi? Un mentitore seriale. Dà spazio solo a chi gli lecca il culo”

 

“RENZI? UN MENTITORE SERIALE. DÀ SPAZIO SOLO A CHI GLI LECCA IL CULO”
Durissimo j’accuse di Staino

“È IGNORANTE, IMPULSIVO, RANCOROSO, SENZA NESSUNA ESPERIENZA PROFONDA. PER UN ANNO HO PRESO INSULTI CON LA PALA. ORA BASTA” DICE STAINO INTERVISTATO DA LA VERITA’

Quello di Sergio Staino, direttore dell’Unità (che in questi giorni fallisce), non è un anatema, o uno strappo razionale ma un grido di dolore. Staino ha scritto ieri una feroce lettera aperta per denunciare il leader del Pd, e si racconta così: «Per un anno ho raccolto ovunque insulti con la pala: mi hanno dato del venduto, del mascalzone, del corrotto dell’ arricchito, dell’ infame per il mio essere renziano. Mi sono preso e mi prendo tutto, ma tuttavia non posso più tacere. Basta».

Caro Sergio, loro ti insultano però possono dirti: «ti avevamo avvertito».
«Lo so, ma cosa posso farci? Come tanti italiani mi sono fidato di quest’uomo, prima di scoprire come è fatto realmente, di che cosa è capace. Insultami pure tu».

Lo accusi di averti abbandonato. Ma questo è accaduto prima della crisi economica del giornale, perché?
«Non voglio credere di essere così importante da essere la causa di questa tragedia però…».

Cosa?
«Forse i Renziani pensavano tutti che io rimanessi come figurina Panini, a fare la bella statuina mentre loro cucinavano il giornale come gli pareva…».

Fammi un elenco di quel che non va.
«Ha delle doti indubbie, ma è ignorante dal punto di vista storico, è impulsivo, rancoroso, senza nessuna esperienza profonda, non conosce la politica, scappa quando dovrebbe esserci, ed è soprattutto bugiardo: dice consapevolmente delle menzogne».

Ma tu a dicembre facevi campagna per il Sì al referendum!
«E lo rifarei! Ero convinto di quella riforma, non del modo in cui lui l’ ha sostenuta».

Ti arrabbi solo ora, perché dici che ha mentito sull’ Unita?
«È la storia che conosco meglio. La bugia di un leader apre la porta all’affarismo e alla corruzione».

Solo perché ha detto che il giornale era stata «una operazione finanziaria»?
«Ma quella è una bestemmia contro la verità: mi convocò lui, a Palazzo Chigi».

E poi cosa disse?

«”Voglio che il direttore sia tu: sii libero, fai un bel giornale, suscita dibattito. Non mi fare un giornale sdraiato sul governo”. Mentiva».

Tu però in primavera gli hai dato del «cafone».

«Confermo: non rispondeva al telefono, si era impegnato a incontrare Pessina, li ha fatti aspettare per tre giorni invano a Milano senza nemmeno mandare un Sms».

Ma tu non lo hai tradito nella linea che hai seguito?
«Ho dato voce a tutti, da Cicchitto a Moni Ovadia. L’ ho difeso quando ne ero convinto.
Non posso fare il servo».

Ti penti di aver attaccato la Cgil per compiacerlo?
«Ho attaccato la Cgil perché ero convinto che sia un sindacato retrogrado e oscurantista. Ne resto convinto. È una forza di Renzi averli contro».

 

fonte: http://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/renzi-un-mentitore-seriale-da-spazio-solo-a-chi-gli-lecca-il-culo-485544.html?refresh_ce