Salvini: “Il governo che fa uscire di galera i boss mafiosi con la scusa del virus” …Ora Voi non ci crederete, una fonte così autorevole… eppure è una BUFALA!

 

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Salvini: “Il governo che fa uscire di galera i boss mafiosi con la scusa del virus” …Ora Voi non ci crederete, una fonte così autorevole… eppure è una BUFALA!

«Con la scusa del Virus il governo sta facendo uscire i mafiosi di galera. Aiutaci a fermarli, FAI GIRARE questa vergogna!»: dopo essersi laureato l’altroieri in virologia all’Università della Strada, tra ieri e oggi Matteo Salvini si è concentrato sul caso di Francesco Bonura, 78 anni, considerato uno dei boss più influenti, e Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto esponente della ‘ndrangheta, che sono usciti dal carcere in considerazione del loro stato di salute. Bonura, condannato definitivamente per associazione mafiosa a 23 anni, si trovava al 41bis.

Le bufale di Salvini sul governo che fa uscire di galera i boss mafiosi con la scusa del virus

Quella di Salvini è una bufala perché non è stato il governo a scarcerare Bonura. L’avvocato Giovanni Di Benedetto, legale del boss, ha spiegato in una nota la decisione del tribunale di sorveglianza di Milano: “Ho letto e sentito sulla vicenda Bonura affermazioni improprie e strumentali che obliterano il caso concreto – dice l’avvocato Di Benedetto -. A fronte di una condanna pari a 18 anni e 8 mesi a Bonura restano da scontare, considerati i maturandi giorni di liberazione anticipata, meno di 9 mesi di carcere. Nel contesto della lunga carcerazione il Bonura ha subito un cancro al colon, è stato operato in urgenza e sottoposto a cicli di chemioterapia; di recente i marker tumorali avevano registrato una allarmante impennata. Se a tutto ciò si aggiunge, come si deve, l’età (Bonura ha 78 anni) ed i rischi a cui lo stesso, vieppiù a Milano, era esposto per il Coronavirus risulta palese la sussistenza di tutti i presupposti per la concessione de differimento della pena nelle forme della detenzione domiciliare in ossequio ai noti principi, di sponda anche comunitaria, sull’umanità che deve sottostare ad ogni trattamento carcerario”. “Del tutto errato è il riferimento al recente decreto ‘Cura Italia’ – conclude il legale – che non si applica al caso di specie e che non ha nulla a che vedere con il differimento pena disposto per comprovate ragioni di salute e sulla base della previgente normativa. Ogni vicenda va affrontata nel suo particolare altrimenti si rischia di scadere in perniciose e inopportune generalizzazioni che alterano la realtà”.

Va segnalato che quello accordato dal magistrato di sorveglianza di Milano, Gloria Gambitta, è tecnicamente un differimento della detenzione da scontare in cella, che però Bonura, detenuto ininterrottamente dal 20 giugno 2006, stava già finendo di espiare: il suo “fine pena” è fissato infatti per ora al marzo 2021, ma con le ulteriori riduzioni legate alla buona condotta ci sarà un’anticipazione al dicembre di quest’anno. Bonura, pur essendo un mafioso di rango, a differenza di tanti altri boss ultrasettantenni come lui, non ha condanne all’ergastolo e per questo l’istanza degli avvocati Giovanni Di Benedetto e Flavio Sinatra è stata accolta, “tenuto conto – scrive il magistrato di sorveglianza milanese – dell’emergenza sanitaria e del correlato rischio di contagio, indubbiamente più elevato in un ambiente ad alta densità di popolazione come il carcere”. Per questo un soggetto “anziano e affetto da serie patologie pregresse” è esposto “a conseguenze particolarmente gravi”. Non dunque un indiscriminato via libera per altre scarcerazioni eccellenti di ergastolani, ma un caso singolo, ritenuto grave e a sé stante.

 

fonte: https://www.nextquotidiano.it/salvini-governo-fa-uscire-di-galera-i-boss-mafiosi-con-la-scusa-del-virus/?fbclid=IwAR1wmJRJ3GxLNrlxiYFPQhAydyTbCzr-AXKdq7w6GdWd1ZRfOuYlZilKvFw

«Cantare meno “Bella ciao” dai balconi e lavorare di più» – Lo ha detto Matteo Salvini, quello conosciuto in Europa come “Il Fannullone”

 

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«Cantare meno “Bella ciao” dai balconi e lavorare di più» – Lo ha detto Matteo Salvini, quello conosciuto in Europa come “Il Fannullone”

Il leader della Lega in conferenza stampa: «Non basta cantare Bella Ciao dal balcone se nel mentre ti escono i camorristi dal carcere»

Il leader della Lega, Matteo Salvini, in diretta Facebook durante una conferenza stampa alla Camera dei deputati. «Mi auguro che quanto prima al ministero della Giustizia qualcuno si accorga che abbia buon senso di ritirare una circolare per la quale i mafiosi stanno uscendo e rischiano di uscire in maniera massiccia dalle carceri. La libertà conquistata dai nostri nonni non è in vendita. Non basta cantare ‘Bella Ciao’ dai balconi se mentre canti ti escono tre camorristi di galera… Cantare di meno e lavorare di più, per qualcuno potrebbe essere utile» ha detto Salvini.

…Ora, che Salvini inviti la gente a lavorare… Lui, che non ha mai lavorato in vita sua… Un “Fannullone” riconosciuto a livello Euroeo…ù

Per rinfrescarVi la memoria:

“È una vergogna sentirla in Aula. Per un anno e mezzo abbiamo lavorato con gli altri correlatori ma lei non l’abbiamo mai vista. Sei un fannullone“. Così l’eurodeputato socialista Marc Tarabella, belga di origine italiana e relatore della Direttiva sugli appalti pubblici di cui si è discusso nell’Aula

“Collega salvini è una vergogna sentirvi in aula perché, perché per un anno e mezzo abbiamo lavorato con i colleghi tutti relatori come lei. Sei l’unica che non abbiamo mai visto in riunione e facile dire che abbiamo fatto aria. Abbiamo lavorato nell’interesse delle piccole aziende dei lavoratori, degli appalti pubblici sani. Come lui va a spiegare ai suoi elettori che non è un fannullone di questo Parlamento? È solo in tv e mai in aula mai in riunione per lavorare. È una vergogna sei un fannullone in questo Parlamento. Lo dico io!”

[APPLAUSO, lungo APPLAUSO]

 

La grande truffa del prezzo della benzina: il costo del petrolio è sceso praticamente a zero, i carburanti sono calati di un 15-20%… E meno male che Salvini ha tagliato le accise…

 

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La grande truffa del prezzo della benzina: il costo del petrolio è sceso praticamente a zero, i carburanti sono calati di un 15-20%… E meno male che Salvini ha tagliato le accise…

Vi ricordate quando Matteo Salvini, in campagna elettorale, si presentò davanti a una lavagnetta per fare il suo personalissimo ‘patto con gli italiani’, affermando che una delle sue prime azioni al governo sarebbe stata quella di abbattere tutte le accise sulla benzina? Bene, partiamo da qui per spiegarvi perché oggi, nonostante il crollo drammatico sul mercato internazionale del prezzo del petrolio, la benzina in Italia continua a rimanere piuttosto stabile. Quanto cosa la benzina oggi, infatti?

L’oscillazione è tra 1,33 e 1,41 euro al litro. Se si considera che nella giornata di ieri il petrolio texano è finito addirittura in terreno negativo, capiamo come questo calo del prezzo della benzina in Italia non sia proporzionale alla diminuzione del prezzo del petrolio su scala mondiale.

Quanto costa la benzina oggi, perché il prezzo del petrolio incide in maniera limitata in Italia

In Italia, infatti, ci sono le famose accise. Quelle che Salvini voleva togliere e che, nonostante più di un anno al governo, non sono state toccate. Dunque, l’effetto della riduzione del costo del carburante è da attribuire esclusivamente al calo del prezzo del petrolio e non certo a una diminuzione delle accise che costituiscono ancora una parte sostanziosa dei costi che andiamo ad affrontare quando facciamo benzina.

Nomisma Energia, interpellata dal quotidiano La Repubblica, ha affermato che il calo massimo del costo della benzina in Italia potrà toccare i 17-20 centesimi. Nulla di eccessivo, dunque. «Quasi 1 euro del costo alla pompa – ha affermato il presidente di Nomisma – se ne va in parte fissa di Iva e accise. Su 1,416 euro al litro di benzina, le accise assorbono 0,728 euro e l’Iva al 22% altri 0,255 euro. Significa che il 69% del prezzo è fisso, il 65% per il diesel».
Più evidente il riflesso sul prezzo delle bollette energetiche, con un calo del 18%. Ma per gli automobilisti italiani i costi da affrontare, sebbene ridotti rispetto all’immediato passato, non sono così impattanti come avviene in altri Stati del mondo.
fonte: https://www.giornalettismo.com/quanto-costa-la-benzina-oggi/

I fascisti ci riprovano: dedicare il 25 aprile ai morti del Covid – No, cari, i numeri non ce lo danno ancora – Il fascismo ha ucciso 54 milioni di persone di cui mezzo milione di Italiani, troppi per lavarvi la coscienza nascondendoli…!

 

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I fascisti ci riprovano: dedicare il 25 aprile ai morti del Covid – No, cari, i numeri non ce lo danno ancora – Il fascismo ha ucciso 54 milioni di persone di cui mezzo milione di Italiani, troppi per lavarvi la coscienza nascondendoli…!

 

Alla vigilia di ogni 25 aprile è sempre la stessa storia, e questo da quando nel 1994 Berlusconi riaprì le fogne della storia e tanti fascisti si sentirono in dovere di attaccare la Resistenza, di tentare di denigrarla e di rivalutare Mussolini, dimenticandone (o facendo finta di dimenticare) i suoi ignobili crimini.

E dal 1994 ai giorni nostri, in forme diverse, ogni anni la destra tenta di mettere in discussione la Liberazione.

Ci provò Berlusconi sostenendo che bisognava chiamarla festa della libertà e non festeggiare la Liberazione dal nazi-fascismo.

E poi ex fascisti, ex missini fino ai giorni nostri con le sortite di Fratelli d’Italia, il partito della Meloni che non ama sentir parlare di fascismo ma poi lì dentro il fascistume si manifesta in cento modi.

“Il 25 aprile di quest’anno, segnato dalla tragedia del Covid-19, può essere davvero una data per unire e non dividere gli italiani. Per ricordare tutti i caduti, senza alcuna distinzione, ma soprattutto per commemorare quei tantissimi connazionali che sono morti in silenzio e da soli a causa del Coronavirus”. A dirlo la deputata di Fratelli d’Italia, Paola Frassinetti, e le senatrici di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti e Daniela Santanché, aderendo all’iniziativa ‘Noi cantiamo la canzone del Piave’ presentata in diretta Facebook dal vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, e da Edoardo Sylos Labini.

“Sarebbe bello se questa idea si potesse realizzare. Non ho mai festeggiato il 25 aprile – spiega Frassinetti – che ho vissuto sempre come giornata di odio e divisione. Anzi sarebbe auspicabile se diventasse patrimonio di tutti, senza dividere gli italiani in una parte sbagliata e una giusta. Anche se le forti recrudescenze degli ultimi tempi mi fanno dubitare che si possa uscire da questa logica di scontro. Penso al sindaco di Milano Sala che si è rifiutato di rendere omaggio ai caduti del Campo 10. Ecco, mi auguro che si possa sostituire il Piave a Bella ciao, ma vedendo questi segnali nutro seri dubbi”.

Ma non è come propagandano questi individui. Il 25 aprile rappresenta la liberazione dal periodo più nero, squallido e schifoso della storia Italiana. Tutti gli Italiani dotati di un po’ di intelligenza, umanità e dignità dovrebbero prendere le distanze da quello che è successo in quel ventennio.

Se c’è qualcuno che non lo fa, anzi palesa vergognose nostalgie e inaudito apprezzamento per quello che, come la storia ha sancito, non è stato altro che un ignobile criminale è bene che resti separato dalla parte sana del Paese.

Se c’è qualcuno che non lo fa dovrebbe solo vergognarsi e stare zitto.

E la storia del Coronavirus non regge. I numeri non ci sono e assolutamente non sono paragonabili al virus del nazifascismo che di morti, è bene ricordarlo, ne ha provocati molti di più: 54 milioni di cui mezzo milione in Italia e solo per la seconda guerra mondiale…

Pensiamo a debellare definitivamente questo virus fascista che ancora serpeggia (e che ancora miete vittime in tutto il mondo), poi pensiamo a ricordare i morti del Covid, che meritano rispetto. E proprio perché meritano rispetto non devono essere strumentalizzati da qualcuno che vorrebbe lavarsi la coscienza nascondendo sotto il tappeto i crimini di cui comunque va fiero…

By Eles

 

 

25 aprile divisivo? CERTO CHE È DIVISIVO – Da una parte chi sta con il criminale della dittatura, degli assassini di stato, della violenza contro gli avversari, dell’odio razziale, della guerra con mezzo milioni di morti. Dall’altra chi ha lottato contro tutto questo… Dovrebbe essere facile capire da che parte stare!

 

25 aprile

 

 

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25 aprile divisivo? CERTO CHE È DIVISIVO – Da una parte chi sta con il criminale della dittatura, degli assassini di stato, della violenza contro gli avversari, dell’odio razziale, della guerra con mezzo milioni di morti. Dall’altra chi ha lottato contro tutto questo… Dovrebbe essere facile capire da che parte stare!

Sono fascisti nell’animo anche se non hanno il coraggio di dirlo apertamente.

Festeggiano la marcia su Roma, difendono le sceneggiate di Predappio, mettono in lista gente che si chiama Mussolini, ossia parenti e discendenti del criminale che ha firmato le leggi razziali e portato l’Italia alla distruzione con oltre 500.000 morti e alla creazione di una repubblica-fantoccio asservita ai nazisti e fautrice di ignobili e orribili stragi.

E i Fascisti tornano alla carica: il 25 aprile non va festeggiato perché è “divisivo”

Il 25 aprile rappresenta la liberazione dal periodo più nero, squallido e schifoso della storia Italiana. Tutti gli Italiani dotati di un po’ di intelligenza, umanità e dignità dovrebbero prendere le distanze da quello che è successo in quel ventennio.

Se c’è qualcuno che non lo fa, anzi palesa vergognose nostalgie e inaudito apprezzamento per quello che, come la storia ha sancito, non è stato altro che un ignobile criminale è bene che resti separato dalla parte sana del Paese.

Se c’è qualcuno che non lo fa dovrebbe solo vergognarsi e stare zitto.

Sì, il 25 aprile è “divisivo”, ma non sembra difficile capire da quale parte stare…

Nota – Ecco da cosa ci divide il 25 aprile:

42 fucilati nel ventennio su sentenza del Tribunale Speciale.

28.000 anni di carcere e confino politico agli avversari politici.

80.000 libici sradicati dal Gebel con le loro famiglie e condannati a morire di stenti nelle zone desertiche della Cirenaica dal generale Graziani.

700.000 abissini barbaramente uccisi nel corso della impresa Etiopica e nelle successive “operazioni di polizia”.

tutti i combattenti antifascisti caduti nella guerra di Spagna.

350.000 militari e ufficiali italiani caduti o dispersi nella Seconda Guerra mondiale.

tutti i combattenti degli eserciti avversari ed i civili che soffrirono e morirono per le aggressioni fasciste.

45.000 deportati politici e razziali nei campi di sterminio, 15.000 dei quali non fecero più ritorno.

640.000 internati militari nei lager tedeschi di cui 40.000 deceduti ed i 600.000 e più prigionieri di guerra italiani che languirono per anni rinchiusi tra i reticolati, in tutte le parti del mondo.

110.000 caduti nella Lotta di Liberazione in Italia e all’estero.

migliaia di civili sepolti vivi tra le macerie dei bombardamenti delle città.

quei giovani che, o perché privi di alternative, o perché ingannati da falsi ideali, senza commettere alcun crimine, traditi dai camerati tedeschi e dai capi fascisti, caddero combattendo dall’altra parte della barricata.

…E tanti altri ancora…

By Eles

 

Uno che aveva capito tutto – Luis Sepúlveda: La miseria de “Il padano” – “Un miserabile opportunista che deve essere allontanato per sempre dalla politica italiana. Il virus fascista non deve avere alcuna possibilità.

 

Luis Sepúlveda

 

 

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Uno che aveva capito tutto – Luis Sepúlveda: La miseria de “Il padano” – “Un miserabile opportunista che deve essere allontanato per sempre dalla politica italiana. Il virus fascista non deve avere alcuna possibilità.

La miseria de “Il padano”.
Bisogna essere troppo infelici per pubblicare una cosa del genere. E naturalmente mentendo, perché questi due turisti cinesi sono arrivati in Italia il 23 gennaio, quando non c’era ancora né allarme né si era decretata l’emergenza sanitaria. Ancora una volta Salvini si mostra senza riguardo così com’è: un miserabile opportunista che deve essere allontanato per sempre dalla politica italiana. Il virus fascista non deve avere alcuna possibilità.

Era il 31 gennaio scorso e Sepúlveda rispondeva all’ignobile post di Salvini:

CONFERMATI i primi due casi di coronavirus in Italia (due turisti cinesi), CHIUSO il traffico aereo con la Cina, dichiarata l’EMERGENZA globale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
E poi eravamo noi a essere “speculatori” e catastrofisti…
Frontiere aperte, incapaci al governo.

E il 23 gennaio scriveva

Bravo, stronzo!
Salvini “il padano” chiama al citofono di una famiglia tunisina e chiede se sono spacciatori di droga. La stupidità fascista di Salvini raggiunge così un punto di non ritorno. Povera Italia!

E il 26 giugno dell’anno scorso (era il caso di Carola Rackete e tra un insulto e l’altro salvini postava selfie mentre mangiava panini):

Un confronto necessario.
Carola Rackete, il capitano del Sea Watch, è laureata in conservazione ambientale dalla Edge Hill University del Lancashire con una tesi sugli Albatros. Ha comandato un rompighiaccio al polo nord lavorando per l’Alfred Wegner Institute, uno dei più grandi istituti oceanografici della Germania. A 25 anni era il secondo ufficiale della nave investigativa oceanografica Ocean Diamond. A 27 anni fu il secondo ufficiale della nave artic Sunrise, dell’organizzazione ambientalista Greenpeace. Ha lavorato anche come ufficiale nella flotta del British Antartic Survay.
È un breve curriculum del coraggioso capitano.
Il soggetto italiano che la minaccia e insulta si chiama Matteo Salvini, senza mestiere, professione o vita lavorativa conosciute. Beh, sta imparando a mangiare hamburger.

In questi giorni Left ha pubblicato un’intervista allo scrittore che risale all’ottobre scorso e anche lì si cita Salvini:

Cosa sta accadendo in Spagna dopo le ultime elezioni in cui sembra che si fosse provato a fermare il fascismo?

Non è stato fermato per nulla il fascismo. Prima delle elezioni gli eredi del franchismo erano accovacciati nell’ombra, semi nascosti nel Partito popolare. Ora, attraverso Vox, un partito apertamente fascista, sono presenti in Parlamento e in tutte le istituzioni. C’è stata la possibilità di un governo progressista, guidato dal Psoe e da Podemos, ma in questi giorni abbiamo assistito alla real politik, visto che l’ala della destra del Psoe esige una virata al centrodestra e Podemos si è perso in un gioco di egocentrismo inesplicabile. In Europa avanzano le ultra destre. In Italia cresce Fratelli d’Italia e c’è la lega di Matteo Salvini, che, nonostante da ministro abbia attuato politiche inumane, ha comunque grossi consensi. Stiamo assistendo a una ripetizione della storia ma in altre chiavi. Il capitalismo ha generato una crisi economica con un solo obiettivo: imporre precarietà salariale, l’incertezza del lavoro e la negazione dei diritti come normalità. Prima della crisi, la normalità era lottare per migliorare i salari e per ottenere più diritti, ora la normalità è pregare perché i salari non vengano abbassati e perché ci tolgano sempre meno diritti. E siccome bisogna sempre trovare un colpevole, prima erano gli ebrei, ora i colpevoli sono i poveri e coloro che avvertono che il mondo si sta mettendo male, molto male.

Luis Sepúlveda – Uno che aveva capito tutto

Quasi 23.000 morti per Coronavirus, ma la priorità della sindaca leghista di Lodi è escludere i bimbi stranieri dalle mense… Loro sì che sanno quali sono le necessità del Paese…!

 

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Quasi 23.000 morti per Coronavirus, ma la priorità della sindaca leghista di Lodi è escludere i bimbi stranieri dalle mense… Loro sì che sanno quali sono le necessità del Paese…!

Signori, questi sono quelli che si lamentano della poca solidarietà dell’Europa nei confronti dell’Italia… Non hanno capito che ormai amche li ci sono stronzi che vanno dicendo “prima l’Olanda”, “prima la Germania” e così via…

La sindaca leghista di Lodi che in emergenza Coronavirus pensa ancora a escludere i bimbi stranieri dalle mense

La vicenda dell’esclusione dalle mense scolastiche di bambini immigrati i cui genitori non potevano produrre la documentazione richiesta dall’amministrazione di centrodestra di Lodi a trazione leghista ritorna d’attualità nonostante l’emergenza Coronavirus, che imporrebbe ben altre priorità.

La sindaca leghista di Lodi che in tempi di emergenza pensa alle mense

Nell’ultimo consiglio comunale, terminato con la famosa foto della sindaca Sara Casanova e del suo vice Lorenzo Maggi (lista civica) seduti al tavolo con alle loro spalle ammassati alcuni assessori e consiglieri di maggioranza per gli auguri pasquali, le opposizioni avevano avanzato, in un ordine del giorno, la richiesta di rinunciare all’appello contro la sentenza che condannava il Comune di Lodi per condotta discriminatoria e destinare la somma necessaria per le spese legali (quantificata tra i diecimila e i quindicimila euro) alla Protezione civile.

Proposta che non è stata accolta, nonostante anche in appello il Comune di Lodi si avvii a un’altra sonora sberla giuridica. Secondo il Coordinamento Uguali Doveri, nato proprio in seguito all’emanazione della delibera della Giunta comunale, che introduceva criteri discriminatori per l’accesso alle mense scolastiche dei bambini figli di immigrati, e che raggruppa diverse associazioni:

In base al decreto emanato il 21/10/2019 (emanato dal ministero delle Politiche sociali di concerto con quello degli Esteri, ndr)  solo i cittadini dei seguenti 19 paesi dovranno produrre certificati sulle proprietà immobiliari ai fini del reddito di cittadinanza. Sono: Regno del Bhutan, Repubblica di Corea, Repubblica di Figi, Giappone, Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese, Islanda, Repubblica del Kosovo, Repubblica del Kirghizistan, Stato del Kuwait, Malaysia, Nuova Zelanda, Qatar, Repubblica del Ruanda, Repubblica di San Marino, Santa Lucia, Repubblica di Singapore, Confederazione svizzera, Taiwan, Regno di Tonga.

I cittadini di tutti gli altri 174 Stati del mondo non dovranno produrre alcun certificato, perché, come il Coordinamento Uguali Doveri aveva sostenuto, il Decreto riconosce che in tutti questi paesi c’è “assenza o incompletezza dei sistemi di registrazione formale degli immobili privati”.

La delibera era stata partorita dal consiglio comunale di Lodi il 4 ottobre 2017 (la nuova amministrazione di centrodestra era in carica da soli pochi mesi) e modificava il regolamento comunale per l’accesso alle prestazioni sociali. Entrata in vigore il 23 ottobre successivo, i suoi effetti si erano visti all’avvio dell’attività di refezione scolastica.

I bimbi stranieri esclusi dalla mensa a Lodi

Per consentire l’accesso, ai bambini figli di cittadini stranieri erano state chieste dichiarazioni consolari attestanti l’assenza di reddito nel Paese di origine, in aggiunta all’Isee: non potendo presentare la documentazione, perché oggettivamente impossibilitati a produrla nel proprio paese di origine, molte famiglie si erano viste assegnare la fascia più alta di costi per la mensa e di fronte all’impossibilità di sostenere tali costi circa duecento bambini erano stati di fatto esclusi dal servizio e costretti a portarsi il panino da casa. La vicenda assunse rilevanza internazionale e grazie all’impegno del Coordinamento Uguali Doveri (che riuscì in poco tempo grazie a una sottoscrizione che raggiunse la cifra record di oltre centomila euro), gli avvocati dell’Asgi (l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) e della Naga (Organizzazione di volontariato per l’Assistenza Socio – Sanitaria e per i Diritti di Cittadini Stranieri, Rom e Sinti), presentarono ricorso al Tribunale di Milano. Il giudice Nicola di Plotti del Tribunale di Milano con un’ordinanza emessa il 12 dicembre 2018, nel dispositivo spiegò così la sua decisione:

Dall’analisi normativa che precede, dunque, può evincersi come non esistano principi ricavabili da norme di rango primario che consentano al Comune di introdurre, attraverso lo strumento del Regolamento, diverse modalità di accesso alle prestazioni sociali agevolate, con particolare riferimento alla previsione di specifiche e più gravose procedure poste a carico dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea, così come indicate all’art. 8 co. 5 del “Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate” nella versione introdotta con la delibera consiliare n. 28/2017», scrive il giudice.

Quindi, «affermata la natura discriminatoria della previsione contenuta nel Regolamento comunale, introdotta dalla delibera consiliare n. 28/17, deve essere affrontato il tema relativo al provvedimento che ne consegue»: cioè «deve essere ordinato all’Amministrazione comunale di modificare il predetto Regolamento in modo da consentire ai cittadini non appartenenti all’UE di presentare la domanda di accesso a prestazioni sociali agevolate mediante la presentazione dell’ISEE alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e UE in generale.

La sindaca Casanova, che in quell’occasione fu di un tempismo che in altre occasioni si fa fatica a riconoscerle, come nel caso delle morti nell’Rsa “Santa Chiara”,  decise di presentare ricorso in Appello.

Già nel maggio 2019 Stefano Caserini, consigliere comunale di opposizione della lista civica di sinistra 110&Lodi aveva tentato di far desistere la Casanova, presentandole un conto di quanto sarebbe costato alla città il suo intestardirsi sulla vicenda:

Il Comune ha deliberato di risarcire le associazioni Asgi e Naga con 7.300 euro. Sono costi che quindi ricadono sulla cittadinanza . Così come gli altri 20 mila euro già impegnati in questa vicenda: 7 mila euro all’avvocato per la prima causa, 6.100 per la causa contro la ricorrente ecuadoregna, poi lasciata cadere, ed altri 7 mila per l’avvocato per il ricorso attuale.

È passato un anno, le opposizioni hanno tentata di riportarla alla ragione, ma la sindaca resta inamovibile su un ricorso che al 99% la vedrà sconfitta anche in appello.


zzz

 

 

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Roberto Saviano: “Il sistema Lombardia ha fallito – La Lega si è vantata per anni di aver costruito la migliore sanità d’Europa, e tutto questo in si è dimostrato falso”

 

“Il sistema Lombardia è fallito”. Così Roberto Saviano ospite della trasmissione radiofonica ‘Circo Massimo’ su Radio Capital. In questa emergenza sanitaria, sottolinea Saviano, “la sanità lombarda ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Fontana probabilmente è stato uno strumento dei grandi potentati privati che gestiscono la sanità lombarda e non solo. La Lega si è vantata per anni di aver costruito la migliore sanità d’Europa, e tutto questo in gran parte si è dimostrato falso”.

La gestione “è stata terribile”. In questo momento “i responsabili dei comportamenti più assurdi come ricoverare malati dentro le case di cura, sono ancora lì, con il rischio di inquinare le prove. E’ incredibile il ritardo della zona rossa; cambiare continuamente comunicazione: errori politici immensi”. Il modello Lombardia viene studiato in Francia, Spagna e Germania “per non ripeterlo in realtà”.

Sull’intenzione annunciata di riaprire il 4 maggio, “la Lombardia sta facendo ammuina per spostare la polemica su altro, ma è una corsa verso il baratro. Da un lato – afferma lo scrittore – è una prassi che mi aspettavo: adesso fa questa scelta salvo poi dire che da Roma non ha avuto direttive e sarà poi questo il tema”. “La riapertura così come promossa o consigliata è una senza dubbio una follia”, rimarca.

E ancora: “Non bisogna tornare alla normalità perché la normalità era il problema”. Secondo lo scrittore “il capitalismo, soprattutto europeo, deve comprendere che la sua direzione è completamente sbagliata”. “La storia ci racconta che dopo le pandemie c’è diffidenza, molto di più che dopo le guerre”. Le regole devono cambiare e in questo senso, spiega Saviano, “la pandemia potrebbe rappresentare un’indicazione, l’ultima possibile, per cambiare passo”.

Poi il passaggio su Die Welt e le polemiche scaturite dall’articolo in Italia. “È un’idiozia pensare, come si fa in Germania, di mettere un perimetro alle mafie. Semmai metti il perimetro al sangue ma poi investono ovunque. E’ quindi un assoluto errore considerare il finanziamento un modo per far arrivare i soldi nelle tasche delle mafie; soldi che già hanno”. La Germania, spiega Saviano, “non comprende che non è al riparo dalle infiltrazioni criminali: ha un elevatissimo rischio riciclaggio perché non indaga, non ha il reato di associazione mafiosa né il concorso esterno”. La percezione tedesca “è completamente sbagliata. Le mafie vivono, comprano e conquistano quando l’economia è debole, esattamente il contrario di quanto dice Die Welt con il suo editoriale”.

Sull’articolo di Le Monde, Saviano sottolinea: “Il mio attacco non era politico, ho segnalato come Zaia abbia avuto più prudenza e intelligenza nella gestione dell’emergenza. Se dobbiamo ridurre ad una formula non si è fatto condizionare dalle pressioni di Confindustria, e dalla paura di perdere profitti, consensi e quindi finanziamenti. Non è stata una lettura politica, ho considerato gli errori della sinistra, di Sala e Gori”.

Per quanto riguarda l’America, per Saviano “gli Usa sono in una situazione fragilissima: grandissime aziende sono entrate in crisi, perché perdendo milioni al giorno non riescono a mantenere i risultati promessi alle banche, che chiedono rientri. Si vede la fragilità del capitalismo”. All’inizio della pandemia, quando Trump parlava di bufala, “in Usa il distanziamento sociale era visto come un fatto politico: se mantenevi i due metri, eri un democratico; se stavi vicino, eri un repubblicano” spiega lo scrittore. Gli americani hanno vissuto inizialmente questa pandemia come qualcosa di irreale e hanno acquisito consapevolezza solo con la militarizzazione: “Negli Stati Uniti colpisce molto la presenza forte dei militari. I negozi di lusso hanno blindato le vetrine per evitare i saccheggi”.

 

 

fonte: https://www.globalist.it/politics/2020/04/17/saviano-fara-infuriare-salvini-il-sistema-lombardia-ha-fallito-2056428.html

Yanis Varoufakis: “L’Unione Europea non merita di sopravvivere – Un’Europa guidata da leader anti-europei che portano avanti politiche idiote di cui dovrebbero vergognarsi”

 

Unione Europea

 

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Yanis Varoufakis: “L’Unione Europea non merita di sopravvivere – Un’Europa guidata da leader anti-europei che portano avanti politiche idiote di cui dovrebbero vergognarsi”

Yanis Varoufakis: “L’Unione Europea non merita di sopravvivere” – Intervista esclusiva all’economista ed ex ministro delle finanze greco, ora leader del partito transeuroepeo Diem25: “Da questi leader non ci si può aspettare nessuna idea progressista. L’Italia dovrebbe mettere il veto sul Mes e su tutto il pacchetto di aiuti contro la crisi da Coronavirus. Gli Eurobond? Essenziali”.

Un’Europa guidata da leader anti-europei che portano avanti politiche idiote di cui dovrebbero vergognarsi. Un mondo che si sveglierà dall’epidemia da Coronavirus infelice, diviso e sempre più ineguale. E una sinistra che deve unirsi in un unico movimento transnazionale radicalmente alternativo allo status quo se vuole giocarsi le sue residue possibilità di sopravvivenza. No, Yanis Varoufakis, economista, ex ministro delle finanze greco e leader del movimento transnazionale DiEM 25 non è nel periodo più ottimista della sua esistenza, e nemmeno in un momento in cui non ha voglia di mandarle a dire. Tanto più, dopo l’Eurogruppo dello scorso dello scorso 8 aprile che ha sancito un accordo tra i 19 Paesi dell’Eurozona, un accordo che per Varoufakis è una “grande sconfitta”, soprattutto per il veto tedesco-olandese agli Eurobond, che lui stesso definisce “essenziali”.

Il dibattito sulle conseguenze economiche della pandemia di Coronavirus è già iniziato: cosa pensa che sia più facile che accada? Sarà una crisi momentanea o una crisi destinata a cambiare per sempre il nostro sistema economico?

Né l’una né l’altra.

Quindi, cosa?

Le conseguenze saranno dure e non spariranno presto. Ma ciò di per sé non cambierà il modo in cui funziona il capitalismo. Anche se, in effetti, ci sono importanti aperture in ambito politico, come ad esempio quelle relative all’istituzione di un reddito di base universale.

Ci sveglieremo in un mondo più progressista?

In tempi di crisi,  solitamente, vengono lanciate idee progressiste di ogni genere. Ad esempio, nel 2009 il G20 ha persino discusso della prospettiva di rialanciare la finanza globale in un modo che riflette la splendida proposta di John Maynard Keynes di una International Clearing Union. Oggi, nel mezzo della quarantena, abbiamo sentito parlare di helicopter money come possibile fonte di finanziamento di un reddito di base universale. Ma…

Ma?

Ma, come nel 2009 così anche adesso, le idee che non vengono immediatamente messe in atto potranno svanire quando l’oligarchia senza frontiere riprenderà il pieno controllo del dibattito pubblico.

Quindi niente reddito di base universale?

Quindi no, non penso che queste idee progressiste saranno attuate dai nostri attuali sovrani. Ma c’è la speranza che vengano implementate quando questa enorme nuova svolta della crisi post 2008 genererà altri, nuovi movimenti politici che possano, potenzialmente, prendere il posto dell’attuale istituzione. Non sarà estremamente probabile, ma mi sembra l’unica strada per qualcosa di veramente progressivo.

Facciamo un salto in avanti, allora: a un anno dalla riapertura, in quale mondo ci troveremo? Sarà un mondo più o meno diseguale, un mondo più o meno libero, più o meno consapevole delle questioni ambientali, più o meno aperto?

Il mondo sarà un luogo infelice e molto più diviso.

L’Europa invece?

In Europa i paesi che sono stati colpiti meno sia da Covid-19 che dalla depressione economica emergeranno molto più forti rispetto a Paesi come l’Italia, che saranno colpiti fortissimo da entrambi. Questo farà dell’Europa una realtà molto più debole nel suo insieme, in cui gli squilibri che minano l’Unione ne usciranno sensibilmente rafforzati.

Pensa che in un contesto del genere si porrà  un problema di privacy e sorveglianza? Oggi, con l’epidemia, stiamo toccando con mano quanto potremmo essere ancora più tracciati e controllati…

Questo problema lo abbiamo già ora, e l’avevamo anche prima della pandemia. Sono preoccupazioni che cresceranno ulteriormente, temo. Quando dai ai governanti un assaggio del grande potere di conoscere e controllare ciò che i cittadini fanno è difficile porre fine alla loro dipendenza. Questo è il motivo per cui DiEM25 combatte da sempre queste invasioni nelle nostre libertà civili. Questo è il motivo per cui , dal 2016, abbiamo iniziato a pensare alla trasparenza, alla sovranità tecnologica dell’Europa e ai modi per democratizzare i dati.

Una settimana fa c’è stato l’Eurogruppo in cui sono state prese le misure per arginare la crisi post-pandemia in Europa: cosa ne pensa di queste misure?

Passeranno alla storia come una grande sconfitta per l’Europa e dimostreranno che i gestori dell’Eurozona non sono in grado di contribuire alla prosperità condivisa dell’Europa.

Come mai dice questo? Si parla di più di 500 miliardi…

Se ne parla male. Contrariamente agli Stati Uniti, al Regno Unito e al Giappone, dove il 6% del reddito totale è stato iniettato nell’economia come fondi diretti e cancellazioni del debito, la decisione dell’Eurozona ha comportato un misero 0,22% di iniezioni reali. Il resto sono prestiti irrilevanti. I nostri ministri delle finanze dovrebbero vergognarsi.

A proposito di finanze: questo può essere anche il momento di sollevare la questione del diverso onere fiscale in Europa? Ci sono paesi come l’Olanda, l’Irlanda e il Lussemburgo in cui la tassazione è praticamente zero. Il recupero post-pandemia non potrebbe essere finanziato nemmeno con un’imposta sulle società?

No, questo è il momento per gli europei sensibili devono rendersi conto che l’Unione europea non esiste. Tutto ciò che ci resta è una triste e pericolosa Disunione Europea in cui la politica viene rinazionalizzata e in cui le nostre istituzioni comuni sono autorizzate a fare solo cose a beneficio dell’oligarchia senza frontiere.

Secondo lei, gli Eurobond sono una battaglia giusta da combattere? O è una sfida impossibile?

Gli Eurobond sono essenziali. Senza di loro l’Eurozona morirà o diventerà una gabbia crudele di austerità in cui il nostro popolo languirà.

Gli Eurobond sono fattibili?

Ovviamente. Ma solo se i primi  ministri italiano, greco, spagnolo sono disposti a porre il veto su tutto nel Consiglio europeo fino a quando non viene emesso un Eurobond di almeno 1 trilione di euro e con una scadenza di 30 anni.

Pensa che l’Europa sopravviverà a questa crisi post-pandemia? In Italia i sentimenti antieuropei sono sempre più diffusi …

L’Europa sopravviverà? Certo che sì. Diventerà un regno di prosperità condivisa? Certamente no, a meno che non mettiamo il veto alle attuali politiche idiote.

E l’Unione Europea sopravviverà?

Di sicuro non merita di sopravvivere, se i nostri leader continuano a fare sempre gli stessi errori. Ma potrebbe sopravvivere a spese della maggioranza delle persone nella maggioranza dei Paesi. Ecco perché DiEM25 chiede ai progressisti di unirsi a livello transnazionale dietro un’agenda per molti ovunque.

Di recente ha pubblicato Euroleaks, file audio delle registrazioni delle riunioni dell’Eurogruppo dal 2015 in poi: cosa raccontano quelle registrazioni? Perché queste riunioni non vengono registrate?

Non vengono registrate perché i potenti europeisti non vogliono si sappia come prendono decisioni antieuropeiste. A tuo nome, e rigorosamente a porte chiuse.

fonte: https://www.fanpage.it/economia/yanis-varoufakis-lunione-europea-non-merita-di-sopravvivere/
https://www.fanpage.it/

 

 

Quando il Mes firmò la condanna a morte della Grecia

 

Mes

 

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Quando il Mes firmò la condanna a morte della Grecia

Alessandro Mangia, attento studioso di diritto e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha lanciato l’allarme: firmare il ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità, per l’Italia, potrebbe essere un rischio spericolato. Il diritto dà ragione ai falchi del Nord Europa guidati dall’Olanda: il Mes, trattati europei alla mano, è applicabile solo sotto la condizione delle stringenti contropartite in termini di misure di austerità che i Paesi riceventi devono concordare nei memorandum d’intesa.

Per Roma, dunque, qualsiasi firma non garantita da una reale modifica delle clausole applicative del Mes e dei trattati europei, potrebbe essere un vero e proprio salto nel buio. Difficilmente un giudice europeo ricuserebbe una causa contro eventuali clausole “annacquate” applicate al Belpaese in crisi.

Ma il Mes nella sua forma estesa e più rigorosa cosa comporterebbe per un Paese che vi facesse ricorso. Giova, per avvertire dei rischi, ricordare che successe quando la “Troika“, nel 2011, appaltò al Fondo salva-Stati guidato, come oggi, dal tedesco Klaus Regling, l’individuazione delle condizionalità ritenute più efficaci per concedere alla Grecia un pacchetto di aiuti da otto miliardi di euro.
A recuperare questo capitolo di storia non entusiasmante del recente passato europeo è stato il quotidiano Italia Oggi, che ha segnalato cosa fu imposto ad Atene per dare via libera al piano di salvataggio. La Grecia barattò il “semaforo verde” agli aiuti con la firma di un accordo che la impegnava a:
  • Tagliare del 40% lo stipendio a 30mila dipendenti pubblici messi, di punto in bianco, in temporaneo congedo.
  • Licenziare coloro che tra i 30mila occupati dopo 12 mesi non avessero trovato un lavoro nel settore privato e applicare la stessa cura da cavallo a altri 120mila statali.
  • Abolire la tredicesima sulle pensioni e tagliare del 20% le pensioni superiori a 1.200 euro lordi. I tagli alle pensioni sarebbero continuati anche durante il governo di sinistra di Alexis Tsipras. Tra il 2010 e il 2018 le pensioni degli anziani greci sono state ridotte fra il 50-60% arrivando a circa 665 euro di media, spesso come unica fonte di sostentamento di interi nuclei familiari in un contesto di crescente disoccupazione.
  • Avviare la privatizzazione degli asset strategici. Dagli aeroporti al porto del Pireo, passando per le utility energetiche e le ferrovie Atene è diventata terra di conquista e svendita per capitali stranieri in cerca di facile rendimento.

Un uomo non sospettabile di euroscetticismo come Massimo D’Alema, in un’intervista a Sky Tg24 del 2015 divenuta molto celebre, ha sottolineato che questo bagno di sangue serviva a sbloccare finanziamenti al governo di Atene utili a ripagare i debiti col sistema finanziario franco-tedesco accumulati negli anni.

I 250 miliardi di piani di risanamento strutturale, inaugurati dalle condizionalità del Mes, hanno rappresentato il patibolo per l’economia e le prospettive di rinascita della Grecia. Il potere di acquisto in dieci anni (2008-2018) si è ridotto del 28%, la disoccupazione ha sfondato la soglia del 23% e anche il debito pubblico è esploso oltre il 180% del Pil senza che i cittadini greci avessero la prospettiva di un minimo sollievo dall’austerità che ha mandato al tappeto il Paese. Le proiezioni basate sui dati messi in campo dal Mes e dalla Troika, sottolineava nel 2018 Bloomberg in un articolo  ripreso da Voci dall’Estero“ assumono un livello di austerità impossibile: la Grecia deve realizzare un avanzo primario di bilancio (al netto degli interessi) del 3,4% del Pil per un decennio, e poi del 2,2% fino all’anno 2060 – qualcosa che nessun paese dell’area dell’euro con una così  precaria storia economica ha mai fatto”. Questo è la conseguenza della firma dell’adesione incondizionata al fondo salva-Stati. Una Caporetto che nessun Paese, oggigiorno può permettersi.

Fonte INSIDEOVER