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Premesso: riteniamo Bettino Craxi uno dei più grandi politici Italiani. Un uomo capace, risoluto, con un’ottima visione del panorama politico. Un grande statista insomma. Un grande comunicatore, un leader. Non ci possiamo esprimere sull’uomo, ma come figura pubblica, nel contesto della prima Repubblica sicuramente è emergente. E poi dopo le mezze calzette, gli improvvisatori, i pagliacci e le grottesche imitazioni dei fascisti che sono venuti dopo la prima Repubblica, la figura di un Craxi appare ancora più grande, imponente, di una superiorità lampante. Averne oggi di Craxi.
Detto questo, resta comunque il fatto che è morto da latitante dopo aver commesso dei reati ed essere fuggito dai processi.
Faceva parte di un sistema che non ha inventato lui, di cui non era l’unico manovratore. Ma comunque ci si è adattato benissimo, ne ha sfruttato le opportunità, lo ha coltivato, sostenuto e perfezionato. Un sistema in cui si è trovato bene, in cui ha sguazzato.
Lo facevano tutti non è un’attenuante.
Detto questo, torniamo all’ennesima puttanata uscita da bocca di Silvio Berlusconi:
Il padre-padrone di Forza Italia rispolvera le falsificazioni: dai giudici in mano alla sinistra alla negazione che il capo del Psi era latitante per le tangenti e non per motivi politici
In occasione dell’anniversario della morte in Tunisia Bettino Craxi (19 gennaio del 2000) Silvio Berlusconi ha scritto una lettera alla figlia del vecchio leader del Psi, Stefania, che ha dichiarato che “la sinistra non ha mai chiesto scusa al padre, né ha ammesso di aver sbagliato”
[Opinione discutibile, visto che Bettino Craxi è morto da latitante, e non da esule come i revisionisti vorrebbero far passare: Craxi è stato trovato responsabile di casi di corruzione e per evitare il carcere è fuggito in Tunisia. Il resto sono chiacchiere]
Ma Berlusconi non la pensa così: Bettino Craxi è stato uno dei pochissimi uomini politici della Prima Repubblica a meritare la definizione di statista. Oltre a lui, forse solo De Gasperi ne ha diritto. Il suo Paese con lui è stato ingrato” scrive l’ex Cavaliere, che continua: “Bettino Craxi ha pagato un caro prezzo per le sue idee, per aver voluto essere un uomo libero e coerente, per aver sfidato il sistema di potere politico, mediatico e giudiziario della sinistra”.
“Come dice la bellissima frase che ha voluto incisa sulla sua tomba, per lui la libertà era la vita e infatti per la libertà non ha esitato a mettere in gioco e a sacrificare la sua vita”, scrive Berlusconi, che non potrà essere a Hammamet per la cerimonia del ventennale dalla morte.
“Mi auguro che questo ventennale sia finalmente l’occasione per restituirgli il posto che gli spetta nella memoria condivisa degli italiani”, aggiunge il leader di Forza Italia. “Craxi aveva un sogno, che se si fosse realizzato avrebbe davvero cambiato il corso della storia italiana: cambiare la sinistra, sottraendola all’egemonia comunista e creare così le condizioni per sbloccare la democrazia italiana e realizzare una salutare alternanza in un contesto di sicurezza democratica. Fu il primo, anzi l’unico, a sfidare il duopolio fra Democrazia Cristiana e Partito Comunista, un duopolio spesso consociativo, sempre nemico del cambiamento e alla lunga fatale per la stessa democrazia. La crisi e il crollo della prima repubblica nacquero prima di tutto da questo problema che Craxi ebbe la lungimiranza di prevedere e denunciare”.
A giudizio di Berlusconi, “la sfida negli anni 80 al conservatorismo del Partito Comunista e del sindacato, in nome del riformismo socialista, della solidarietà atlantica, dell’orgoglio nazionale è una delle pagine migliori della storia politica italiana. Il nome di Bettino Craxi rimarrà nella storia come quello di un anticipatore coraggioso, che seppe prima degli altri cogliere per esempio l’esigenza assoluta di una riforma profonda delle istituzioni, per rafforzare la democrazia, ricuperare efficienza, restituire ai cittadini fiducia nella politica”.
Sul piano internazionale, “fu un anticipatore, seppe cogliere per tempo le contraddizioni dell’Europa, da europeista convinto qual era e i rischi gravissimi ai quali era esposta l’Italia nel Mediterraneo. Le sue scelte sul piano internazionale possono essere più o meno condivisibili, ma furono sempre ispirate da un altissimo senso dell’interesse nazionale, della dignità del nostro Paese che Bettino amava appassionatamente”.
“Non smise di amare l’Italia, nonostante le amarezze, neppure negli anni dell’esilio, in quella Hammamet che aveva eletto a sua dimora e dalla quale non smise neppure per un giono di seguire con passione le vicende italiane”.
“Di tutto questo, oltre che della sua amicizia, sono grato a Bettino, che considero uno degli ispiratori e degli anticipatori delle battaglie di libertà che stiamo combattendo a nostra volta da 25 anni”
Così parlò Berlusconi… E vista la “moralità” del soggetto fossi nei sostenitori di Craxi, non mi rallegrerei troppo… In proposito ricordiamo che l’ultimo che aveva definito “Italiano modello” sta marcendo in carcere per mafia…!