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Una strage di cui nessuno parla – Venezuela, 40.000 morti sotto le sanzioni Usa in un solo anno. I cittadini in media hanno perso 11 chili di peso a testa, ma i media di tutto il mondo, Italia compresa, chiudono gli occhi…!
Il 25 aprile ultimo scorso un rapporto di esperti ha stimato che le sanzioni imposte dagli Stati Uniti al Venezuela nell’agosto 2017 hanno causato circa 40.000 morti. Questa atrocità è stata quasi interamente ignorata dai media britannici ‘prevalenti’, compresa BBC News. Ulteriori sanzioni imposte nel gennaio del 2019 probabilmente causeranno decine di migliaia di altri morti.
Il rapporto è stato stilato insieme da Mark Weisbrot e Jeffrey Sachs per il Center for Economic and Policy Research (CEPR) con sede negli Stati Uniti. Il CEPR è stato fondato nel 1999 ‘per promuovere un dibattito democratico sui problemi economici e sociali che affliggono le vite delle persone’. Il suo comitato consultivo include gli economisti premi Nobel Robert Solow e Joseph Stiglitz.
Weisbrot è co-direttore del CEPR e la sua competenza si estende alla crescita economica, al commercio, alle istituzioni finanziarie internazionali e allo sviluppo in America Latina. Sach è un economista di fama mondiale e alto consulente dell’ONU con una considerevole conoscenza delle politiche collegate allo sviluppo sostenibile e alla lotta alla povertà. Le loro credenziali sono impressionanti e il titolo del loro rapporto è accusatorio: ‘Le sanzioni USA contro il Venezuela sono responsabili di decine di migliaia di morti’.
L’amministrazione Trump ha imposto le sanzioni contro il Venezuela nell’agosto del 2017. Esse hanno vietato al governo venezuelano di finanziarsi sui mercati statunitensi, in tal modo impedendo al paese di ristrutturare il proprio debito verso l’estero. Come ha chiarito il rapporto:
‘E’ importante evidenziare che quasi tutta la valuta estera necessaria per importare farmaci, cibo, attrezzature mediche, parti di ricambio e attrezzature necessarie per la generazione dell’elettricità, per i sistemi idrici o i trasporto, è ricevuta dall’economia venezuelana attraverso le entrate governative derivanti dall’esportazione di petrolio. Così ogni sanzione che riduce i guadagni da esportazioni, e in tal modo le entrate governative, riduce in tal modo le importazioni di tali beni essenziali e, in molti casi, salvavita’.
Gli autori hanno aggiunto:
‘Le sanzioni hanno ridotto il consumo calorico del pubblico, aumentato malattie e mortalità (sia tra gli adulti sia tra i neonati) e allontanato milioni di venezuelani che hanno abbandonato il paese in conseguenza della depressione economica e della iperinflazione crescenti. Hanno esacerbato la crisi economica del Venezuela e reso quasi impossibile stabilizzare l’economia, contribuendo ulteriormente a un eccesso di morti. Tutti questi impatti hanno colpito sproporzionatamente i venezuelani più poveri e più vulnerabili’.
Nel gennaio del 2019 ulteriori sanzioni statunitensi hanno tagliato fuori il Venezuela dal suo più vasto mercato petrolifero: gli Stati Uniti. Washington è anche intervenuto per premere su altri paesi, tra cui l’India, perché non comprassero il petrolio venezuelano che in precedenza era importato negli USA. Le conseguenze sono state catastrofiche. Tra i risultati del rapporto ci sono:
- Più di 40.000 morti dal 2017-18;
- Le sanzioni hanno ridotto la disponibilità di cibo e farmaci e aumentato malattie e mortalità;
- Le sanzioni dell’agosto 2017 hanno contribuito a un acuto declino della produzione di petrolio, causando un grave danno alla popolazione civile;
- Se le sanzioni messe in atto nel gennaio 2019 proseguiranno, determineranno quasi certamente decine di migliaia di morti evitabili in più;
- Questi risultati sono basati su una stima di 80.000 persone affette da HIV che non hanno avuto cure antivirali dal 2017, 16.000 persone che hanno bisogno di dialisi, 16.000 persone malate di cancro, e quattro milioni di malati di diabete e ipertensione (molti dei quali non possono ottenere insulina o farmaci cardiovascolari);
- Dopo le sanzioni del gennaio 2019 la produzione di petrolio è diminuita di 431.000 barili di petrolio al giorno, cioè del 36,4 per cento. Questo accelererà di molto la crisi umanitaria. Ma il previsto declino del 67 per cento della produzione petrolifera nell’anno, se le sanzioni proseguiranno, causerà una perdita molto maggiore di vite umane.
Weisbrot ha dichiarato con chiarezza l’enormità delle politica punitiva degli Stati Uniti contro il Venezuela:
‘Le sanzioni stanno privato i venezuelani di farmaci salvavita, attrezzature mediche, cibo e altre importazioni essenziali. Ciò è illegale in base alla legge statunitense e a quella internazionale e a trattati che gli Stati Uniti hanno sottoscritto. Il Congresso dovrebbe intervenire per fermare questo.’
Proprio come i media industriali accusarono Saddam Hussein del devastante impatto delle sanzioni britannico-statunitensi contro l’Iraq che determinarono la morte di più di un milione di iracheni tra il 1990 e il 2003, la ‘nostra stampa libera’ è unita nell’incolpare Nicolas Maduro, il presidente venezuelano, della crisi economica e umanitaria del paese. Il nuovo rapporto del CEPR confuta tale quadro propagandistico. Sachs sottolinea:
‘La colpa della crisi economica del Venezuela è regolarmente attribuita interamente al Venezuela. Ma è molto più di così. Le sanzioni statunitensi sono mirate deliberatamente a distruggere l’economia del Venezuela e portare in tal mondo a un cambiamento di regime [grassetto nostro]. E’ una politica infruttuosa, crudele, illegale e fallita, che causa un grave danno al popolo venezuelano’.
Il rapporto evidenzia che:
‘il dolore e le sofferenze inflitte alla popolazione civile possono non essere un danno collaterale, bensì una parte effettiva della strategia per rovesciare il governo’.
In effetti Weisbrot e Sachs sostengono la tesi devastante che le sanzioni:
‘corrisponderebbero alla definizione di punizione collettiva della popolazione civile come descritta nelle convenzioni internazionali di Ginevra e dell’Aja, di cui gli Stati Uniti sono firmatari’.
In un mondo politico e mediatico sensato, questo farebbe notizia.
Reazioni dei media? Il silenzio assoluto in tutto il mondo!
Immaginate se una strage del genere fosse stata causata da Putin…
Come ha sintetizzato la giornalista indipendente Caitlin Johnstone:
‘Per essere chiari, questa atrocità imperdonabile persa prevalentemente sulle spalle dell’amministrazione Trump. […] Immaginate se Trump impiegasse una raffica di missili Tomahawk sulle parti più impoverite di una città densamente popolata del Venezuela, e poi si sentisse tutti dire: ‘Beh, in realtà è stato Maduro a far saltare in aria quella gente, perché non ha voluto fare quello che gli avevamo detto”. […] Le sanzioni sono un’arma di guerra più lenta e più estenuante delle bombe e dei missili, ma sono enormemente superiori quando si tratta di tenere il pubblico addormentato mentre si compiono atti depravati di sterminio di massa.’
Come sempre, i media industriali stanno facendo il lavoro loro richiesto per mantenere il pubblico in uno stato d’ignoranza, o acquiescenza, riguardo ai crimini dell’occidente. ‘Quando la verità è sostituita dal silenzio’, disse una volta il dissidente sovietico Yevgeny Yevtushenko, ‘il silenzio è menzogna’. Come ha osservato John Pilger nel 2004 dopo l’invasione e l’occupazione dell’Iraq:
‘Avrebbe potuto riferirsi al silenzio sui devastanti effetti dell’embargo. E’ un silenzio che attribuisce ai giornalisti il ruolo di accessori, proprio mentre il loro silenzio ha contribuito a un’invasione illegale e non provocata di un paese indifeso’.
E un’altro studio sottolinea come solo nel 2017 i cittadini del Venezuela hanno perso in media 11 chili di peso a testa.
Fonti:
http://www.medialens.org/index.php/alerts/alert-archive/2019/902-40-000-dead-venezuelans-under-us-sanctions-corporate-media-turn-a-blind-eye.html
https://www.reuters.com/article/us-venezuela-food/venezuelans-report-big-weight-losses-in-2017-as-hunger-hits-idUSKCN1G52HA