Il Codacons: Interverremo in Tribunale a sostegno di qualsiasi misura che riduca i vergognosi vitalizi ai parlamentari. Si tratta infatti di un “furto” legalizzato ai danni della collettività che i cittadini non possono più tollerare!

 

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Il Codacons: Interverremo in Tribunale a sostegno di qualsiasi misura che riduca i vergognosi vitalizi ai parlamentari. Si tratta infatti di un “furto” legalizzato ai danni della collettività che i cittadini non possono più tollerare!

VITALIZI, CODACONS: MISURA SACROSANTA, LA DIFENDEREMO IN TRIBUNALE CONTRO POLITICI CONTRARI

DISUMANE LE PROTESTE DELLA CASTA. SARANNO SCONFITTI DINANZI I GIUDICI

Il Codacons pronto alle barricate legali contro la “casta” che ha già annunciato iniziative contro il taglio dei vitalizi comunicato da Roberto Fico.
“Interverremo in Tribunale a sostegno di qualsiasi misura che riduca i vergognosi vitalizi ai parlamentari – spiega il presidente Carlo Rienzi – Si tratta infatti di un “furto” legalizzato ai danni della collettività che i cittadini non possono più tollerare, e di privilegi inaccettabili pagati con le tasche degli italiani”.
“Le proteste di chi ha minacciato ricorsi sono “disumane” e verranno sconfitte dinanzi ai giudici, dove il Codacons interverrà per difendere un provvedimento non più rinviabile” – conclude Rienzi.

fonte: https://codacons.it/vitalizi-codacons-misura-sacrosanta-la-difenderemo-in-tribunale-contro-politici-contrari/

Taglio dei Vitalizi? – Di Battista: “Quando lo proposi io la Boldrini mi cacciò dalla Camera”…!

Di Battista

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Taglio dei Vitalizi? – Di Battista: “Quando lo proposi io la Boldrini mi cacciò dalla Camera”…!

 

A proposito di vitalizi degli ex deputati, l’esponente 5Stelle Alessandro Di Battista ha ricordato su Facebook l’episodio accaduto negli ultimi giorni della passata legislatura quando l’ex-Presidente della Camera Laura Boldrini lo cacciò dalla Camera.

Di Battista, condividendo il video sul social network, ha raccontato:

“L’ex-Presidente dichiarò inammissibili le proposte del Movimento 5 Stelle sul taglio dei vitalizi agli ex-deputati fatte durante la discussione del bilancio della Camera. Disse che non si potevano accettare in quanto la legge sul taglio dei vitalizi (la legge Richetti) era già passata alla Camera ed era in procinto di passare in Senato”.

“Io le dissi – ha proseguito – che nessuno ci poteva garantire la sua approvazione quindi suggerivo intanto di tagliare i vitalizi degli ex-deputati dato che era possibile farlo”.

Ma quanto detto dall’ex parlamentare non servì, in quanto la Presidente lo buttò fuori:

“Come andò a finire? Che la legge Richetti venne – come volevasi dimostrare – insabbiata al Senato e che il partito della Boldrini non è stato votato neppure dai parenti,” ha aggiunto Di Battista.

L’ex deputato 5Stelle ha poi elencato alcune “cose” che desidera dire “ora che i vitalizi hanno le ore contate”:

“1. Quando gli tocchiamo i vitalizi dicono ‘giù le mani, i nostri sono diritti acquisiti’, quando invece ci toccano le pensioni si difendono dietro il ‘ce lo chiede l’Europa’. Favolosi”

“2. Dissi in ogni modo che il PD stava facendo finta di abolirli facendo passare la legge solo alla Camera e insabbiandola al Senato. Ricordate? Dicemmo che si sarebbero potuti tagliare immediatamente con una delibera dell’ufficio di presidenza. Ricordate? Cercate di ricordalo per favore affinché l’estinzione politica del PD sia ancora più veloce”.

“3. Nessuno ritiene che tagliando questo osceno privilegio medioevale si risolveranno magicamente i problemi dell’Italia, tuttavia è un segnale, un segnale importante che può far riavvicinare i cittadini alla politica”.

Poi Di Battista si è rivolto agli ex parlamentari: “se non riuscirete a campare presto potrete chiedere il reddito di cittadinanza,” ha scritto.

E ha concluso ricordando che sono ancora molti i privilegi da abolire.

Guarda il video QUI

 

fonte: https://www.silenziefalsita.it/2018/06/28/di-battista-quando-proposi-di-tagliare-i-vitalizi-degli-ex-deputati-la-boldrini-mi-caccio-dalla-camera/

Razzi: “Vitalizio? Prendo 2600 euro netti. Mica posso morire di fame dopo tanti anni di lavoro” …Sì, ha detto proprio “Lavoro”…!!

 

Vitalizio

 

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Razzi: “Vitalizio? Prendo 2600 euro netti. Mica posso morire di fame dopo tanti anni di lavoro” …Sì, ha detto proprio “Lavoro”…!!

 

Razzi a La Zanzara: ‘Vitalizio? Prendo 2600 euro netti. Mica posso morire di fame dopo tanti anni di lavoro’

“Ho preso il mio primo vitalizio mensile. È di 2600 euro netti. Quei soldi mi servono per vivere. Devo morire di fame dopo 70 anni di lavoro”.

Così Antonio Razzi a La Zanzara su Radio24.

L’ex senatore di Forza Italia ha poi aggiunto: “C’è chi dice che prendo 4mila o 5mila euro. Uagliò, ma che cazzo dici? Te lo dico da amico: io il 1 dicembre 2017 ho preso in affitto un appartamento a Roma, di fronte al Senato. Pago 1500 euro d’affitto con un contratto di 4 anni. Ero sicuro di essere rieletto con Forza Italia. E invece non sono neppure stato candidato. Ora mi rimangono 1100 euro al mese per campare”.

“Dalla politica sono rimasto deluso, – ha proseguito – perché ci sono tutti questi gelosi e invidiosi della mia popolarità. Mi avrebbero fatto a pezzi e ammazzato pur di farmi fuori. Non dico assolutamente nessun addio alla politica. Io in politica tornerò. Sono ancora di Forza Italia, il mio cartellino ce l’ha Silvio Berlusconi.”

E ancora: “Io però devo parlare col presidente Berlusconi. Se non mi vuole più, mi ridia la libertà di andare dove voglio. Le mie idee, comunque, sono quelle di Salvini. Con altri non ci vado, anche se mi danno un milione di euro. Piuttosto mi faccio un partito mio, ma non andrò mai con nessuno”.

Razzi ha poi ribadito: “Il problema è che Berlusconi non me lo passano mai al telefono. Ho chiamato più di una cinquantina di volte, sia ad Arcore, sia a Palazzo Grazioli. L’ho chiamato perché gli voglio bene, ma è probabile che lui non sappia che io telefono. Secondo me, non glielo dicono”.

“Risponde sempre una donna – ha continuato l’ex parlamentare – che mi dice di non preoccuparmi e mi assicura che verrò richiamato da Berlusconi. Ma quando cazzo richiama? Penso allora che qualcuno, anzi qualcuna, non voglia farmi parlare col presidente Berlusconi”

 

 

fonte: https://www.silenziefalsita.it/2018/06/27/razzi-a-la-zanzara-vitalizio-prendo-2600-euro-netti-mica-posso-morire-di-fame-dopo-tanti-anni-di-lavoro/

In 1000 hanno evaso 2,3 miliardi di Euro. Dico 2 MILIARDI DI EURO! Ma per quel gran genio di Salvini, il nostro problema sono i negri che vendono accendini sulla spiaggia!

Salvini

 

 

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In 1000 hanno evaso 2,3 miliardi di Euro. Dico 2 MILIARDI DI EURO! Ma per quel gran genio di Salvini, il nostro problema sono i negri che vendono accendini sulla spiaggia!

 

Fisco, scoperti 1000 grandi evasori: sottratti 2,3 miliardi allo Stato. Irregolare il 40 per cento degli appalti

I dati riguardano il periodo compreso tra il primo gennaio 2017 e il 31 maggio 2018. Scoperti anche 12.824 evasori totali che hanno evaso 5,8 miliardi di Iva e contestati quasi 23mila reati fiscali – il 67% dei quali riguardano emissione di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento di documenti contabile – 30.818 sono invece i lavoratori in nero impiegati da 6.361 datori di lavoro.

Mille grandi evasori che hanno sottratto al fisco 2,3 miliardi, più di due milioni a testa e appalti irregolari per 2,9 miliardi, danni all’erario per 5 miliardi. Sono i dati principali di 17 mesi di attività della Guardia di Finanza – dal 1 gennaio 2017 al 31 maggio 2018 – resi noti in occasione della festa del Corpo e rilanciati dall’agenzia Ansa.

1.000 GRANDI EVASORI – Due miliardi e 300 milioni, più di due milioni a testa: è quanto hanno sottratto al fisco i mille grandi evasori, soggetti che si avvalgono di una rete di connivenze e della consulenza di studi tributari, non certo piccoli commercianti, artigiani o imprenditori. Più della metà di questi soldi – 1,3 miliardi – sono però già stati confiscati e acquisiti in via definitiva al patrimonio dello Stato. Scoperti anche 12.824 evasori totali che hanno evaso 5,8 miliardi di Iva e contestati quasi 23mila reati fiscali – il 67% dei quali riguardano emissione di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento di documenti contabile – 30.818 sono invece i lavoratori in nero impiegati da 6.361 datori di lavoro.

APPALTI IRREGOLARI PER 2,9 MILIARDI, 40% GARE –Nel settore appalti la Guardia di finanza ha scoperto irregolarità sull’aggiudicazione del 40% delle gare esaminate. Oltre 6mila i denunciati per reati in quest’ambito e delitti contro la Pubblica amministrazione, 644 dei quali arrestati; 600 milioni di euro sequestrati. Su un totale di gare sottoposte a controllo per 7,3 miliardi, il valore degli appalti in cui sono state riscontrate irregolarità è di 2,9 miliardi.

DANNI ERARIO PER 5 MILIARDI – Sono 8.400 le persone responsabili di un danno erariale individuate, per un ammontare di 5 miliardi. Il dato si focalizza su un insieme di inefficienze e sprechi di risorse di cui si rendono colpevoli persone che operano nel settore pubblico procurando danni all’erario.

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Salvini: multe fino a 7mila euro in spiaggia a chi compra dagli ambulanti

Dopo i migranti, i vaccini e le scorte agli scrittori minacciati dalla camorra, Matteo Salvini mette nel mirino i venditori ambulanti e annuncia una direttiva che prevede multe per chi acquista in spiaggia occhiali da sole, abiti e borse false. Tra le regole del provvedimento ministeriale “Spiagge sicure” – che secondo quanto riportato da La Stampa sarà pronto a fine giugno, in tempo per l’avvio dell’alta stagione balneare – ci sono anche quelle sui tatuaggi e i massaggi: vietati in spiaggia, multe per chi paga per ottenerli.

La direttiva Salvini punta non solo a presidiare i litorali dall’assalto dei venditori ambulanti abusivi, ma anche a monitorare chi affitta loro alloggi e magazzini per la merce.

Il provvedimento del Viminale sarà inviato a tutte le prefetture e prevede il rafforzamento della collaborazione tra forze dell’ordine e la polizia municipale delle zone balneari. Per attuare i controlli sulle spiagge senza pesare sui sindaci, il ministro Salvini pensa di ricorrere ai fondi europei della legalità.

Secondo l’articolo del quotidiano torinese, però, questa sarebbe «una possibilità per la verità tutta da verificare visto che nessun paese Ue attinge a quei fondi per pagare gli straordinari alle forze dell’ordine».

Quello dei venditori ambulanti sulle spiagge è un fenomeno estivo che si ripete ogni anno: secondo Confesercenti il giro d’affari nell’abusivismo dei settori del commercio e del turismo vale 22 miliardi di euro.

Le sanzioni per chi acquista prodotti falsi sono state previste dalla legge 23 luglio 2009 , n. 99, che ha introdotto multe «da 100 euro fino a 7.000 euro l’acquirente finale che acquista a qualsiasi titolo cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l’entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà industriale».

E chi vende? Per lui la multa è ancora più alta: per l’esercizio del commercio sulle aree pubbliche senza l’autorizzazione e fuori dal territorio previsto dalla autorizzazione stessa, il Dlgs n. 114/1998 ha introdotto una sanzione che va da 2.582 a 15.493 euro, più la confisca delle attrezzature e della merce.

 

fonte: Il Sole 24 Ore

Francia e Italia litigano sui migranti, ma di nascosto ne approfittano per negoziare sugli armamenti

 

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Francia e Italia litigano sui migranti, ma di nascosto ne approfittano per negoziare sugli armamenti

 

Francia e Italia litigano sui migranti e negoziano sugli armamenti

L’emergenza migranti e il caso della nave Aquarius respinta dall’Italia sono un’occasione per l’Europa per stanziare più fondi e per rilanciare l’industria degli armamenti

Di Roberto Ferrigno

L’episodio della nave Aquarius non poteva provocare una vera crisi tra Italia e Francia. Troppi, e troppo importanti, i temi del tavolo negoziale tra Roma e Parigi. Il vertice Macron-Conte dei giorni scorsi ha, infatti, restituito l’immagine di due governi allineati sull’argomento più mediatico ed utile alle necessità di politica interna di entrambi i leader: elaborare una nuova strategia UE di gestione dei migranti.

Non a caso, in coincidenza col vertice franco-italiano, la Commissione ha rilanciato la proposta di stanziare, per il periodo 2021-2027, 4,8 miliardi di euro per la sicurezza interna e 34,9 miliardi per la sicurezza dei confini esterni e la gestione dei migranti: il triplo dei fondi disponibili nel precedente settennato.

Inoltre, Frontex, l’Agenzia Europea per la Guardia Costiera e di Frontiera, dovrebbe ricevere 12 miliardi per arrivare a costituire, tra l’altro, una forza di 10mila uomini da dislocare lungo i confini marittimi e terrestri dell’UE. Rimane da vedere se questo aumento spettacolare dei fondi proposto per il prossimo budget UE servirà a sbloccare la paralisi sulla questione migranti che sta minando anche gli equilibri politici interni della Germania.

Un assist per l’industria bellica

La scelta italiana di respingere la nave Aquarius ha reso evidente quanto ipocrisia, sotterfugi e passività abbiano minato la solidità e credibilità dell’UE. Ma la risposta sarà un giro di vite securitario e repressivo a cui si accompagna il rilancio dell’industria degli armamenti. Infatti, insieme al pacchetto su sicurezza e migranti, la Commissione ha ufficializzato il lancio dello European Defense Fund (EDF), con un finanziamento di 13 miliardi – che arriverebbe a 40 miliardi con le contribuzioni nazionali – teso a favorire lo sviluppo di tecnologie e sistemi di punta nel campo della difesa, quali droni e strumenti di cyberwarfare.

Il fondo finanzierà esclusivamente “progetti collaborativi” presentati da almeno tre Stati membri. La Commissione ha anche lanciato l’iniziativa “European Peace Facility” con l’obbiettivo di organizzare e coordinare missioni militari all’estero e, soprattutto, di costituire il punto di vendita a Paesi extra-UE per i sistemi di armamento e tecnologie militari sviluppati dall’EDF.

Ue: nuovo polo di vendita armamenti

La Commissione punta a fare dell’UE un polo di sviluppo e vendita di armamenti che, pur coordinato con la NATO, sia in grado di rivaleggiare con USA, Russia e Cina. Francia, Germania e Italia sono già a ridosso dei tre maggiori produttori mondiali degli armamenti. L’EDF rappresenta, dunque, un’ottima opportunità per Parigi e Roma di porsi come leader europei.

Con l’attenzione dei media rivolta al caso Aquarius, le delicate trattative per un apparentamento dell’industria degli armamenti franco-italiana nell’ambito della svolta securitario-militare dell’UE, possono procedere indisturbate.

Una tappa importante è rappresentata dalla partnership franco-italiana nel campo delle costruzioni navali. Fincantieri, dopo un lungo e tortuoso negoziato, si è già assicurata la proprietà del 50% dei cantieri STX di Saint-Nazaire, specializzati nella costruzione di grandi unità militari. Le parti ora stanno discutendo un’accresciuta integrazione delle capacità militari marittime che si dovrebbe realizzare attraverso un percorso di partecipazioni incrociate tra Fincantieri ed un’altra azienda, Naval Group, il cui 62,9% è detenuto dallo Stato, che dovrebbero aumentare in base all’elaborazione di programmi comuni.

La collaborazione tra questi due gruppi si è recentemente concretizzata in un ricco contratto comune per la marina militare del Canada, la quale per 47 miliardi comprerà fino a 15 fregate, le cui dotazioni di sistemi elettronici verranno fornite dal tandem Thales-Leonardo. Thales è proprietaria del 35% di Naval Group ed ha la quota maggioritaria nel gruppo Thales Alenia Space, con Leonardo in possesso del 33%.

La progressiva integrazione di Fincantieri, di cui lo Stato italiano possiede il 71,64%, con il settore navale francese potrebbe preludere ad un ulteriore “avvicinamento” tra Leonardo e Thales, due tra le maggiori aziende europee di armamenti e sistemi di difesa.

Il mercato degli armamenti dell’UE vale, per ora, circa 100 miliardi. Ma quello mondiale supera il 1.700 miliardi.

Il negoziato franco-italiano sulla creazione di un possibile polo tricolore degli armamenti, gestito direttamente dai massimi vertici governativi, prosegue dunque in grande discrezione, con la prospettiva di poter arrivare a qualche annuncio importante entro il 2018.

In una situazione dove l’enfasi della difesa degli interessi e delle frontiere nazionali domina il dibattito politico in seno all’UE, sembra proprio che le migliori prospettive di integrazione e solidarietà europea siano quelle dell’industria degli armamenti.

fonte: https://valori.it/francia-e-italia-litigano-sui-migranti-e-negoziano-sugli-armamenti/

 

 

Ecco come vengono torturati i migranti in Libia: i referti shock sulla “pacchia” di questi poveri cristi – E TU che ti volti dall’altra parte, SEI COMPLICE!

 

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Ecco come vengono torturati i migranti in Libia: i referti shock sulla “pacchia” di questi poveri cristi – E TU che ti volti dall’altra parte, SEI COMPLICE!

 

Ecco come vengono torturati i migranti in Libia: i referti shock della “pacchia”

Profughi in catene, ustionati e denutriti, aggrediti con acido, picchiati con martelli e tubi. Siamo in grado di farvi leggere i documenti medici sulle ferite delle persone che fuggono dall’Africa e la prova delle violenze nei luoghi di detenzione

DI FABRIZIO GATTI
Da medici hanno semplicemente fatto il loro lavoro. Ma oggi, davanti al sonno della ragione verso cui si sta incamminando ancora una volta l’Europa, i loro referti sono la testimonianza più forte: la prova della tortura sistematica degli stranieri in Libia. Queste anamnesi e queste diagnosi sono state compilate dai dottori italiani a bordo delle navi delle Ong, le organizzazioni non governative che hanno colmato l’assenza degli Stati nel Mediterraneo.

Nei dodici mesi del 2017, giorno dopo giorno durante la navigazione verso i porti indicati dalla centrale operativa di Roma della Guardia costiera, hanno visitato circa diecimila persone soccorse al largo. Da gennaio a dicembre: praticamente dall’intesa con Tripoli dell’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti, fino alla vigilia dell’ascesa del suo successore Matteo Salvini. Due governi, una linea di continuità: vista dalla parte delle vittime, c’è poca differenza tra il patto del Viminale con i trafficanti, che in cambio di denaro hanno ridotto le partenze dei gommoni, e il respingimento collettivo dei profughi in acque internazionali, come è avvenuto con la nave Aquarius.

I governi europei, a cominciare da quello italiano prima guidato da Paolo Gentiloni e oggi da Giuseppe Conte, non si sono mai posti troppe domande su cosa accada a uomini, donne e bambini rimasti bloccati al di là del mare. Ora esistono risposte cliniche che confermano le violenze. Aggressioni con catene, tubi di gomma, ferri roventi, scariche elettriche, acido sulla pelle sono la quotidianità. Spesso per estorcere altro denaro o solo per imporre la legge del più forte nei campi di detenzione. È tutto scritto nella carne dei richiedenti asilo visitati.

Sono cittadini di Nigeria, Palestina, Eritrea, Mali, Togo, Ghana, Senegal, Guinea Conakry, Marocco, Sierra Leone. In quattro casi le vittime hanno dichiarato di essere state torturate già nelle loro città di provenienza in Senegal, Nigeria e Palestina. I medici, che chiedono l’anonimato perché dalle loro diagnosi nessuno possa risalire ai pazienti, hanno tradotto nel linguaggio scientifico quello che vedevano: cicatrici, ustioni, esiti di fratture.

«I nostri referti», racconta un chirurgo, «sono la minima punta dell’iceberg per svariate ragioni: a volte, per i tempi stretti della navigazione o per le condizioni a bordo non sufficienti a garantire la privacy. Riuscivamo a visitare il trenta per cento delle persone. I certificati di vittime di tortura li abbiamo compilati soltanto per coloro che hanno avuto la forza e l’urgenza di raccontare il perché di certe ferite fin dalle prime ore dopo il soccorso».

I certificati, conformi al protocollo di Istanbul per l’accertamento delle torture, sono stati poi consegnati agli interessati perché possano così documentare la loro domanda di protezione umanitaria. E, se richiesti allo sbarco, sono stati depositati agli Uffici di sanità marittima del ministero della Salute. Il governo italiano è quindi informato. Ecco alcuni dei casi, così come sono stati descritti dai medici nei loro referti.

Ragazzo, 18 anni. Il paziente riferisce di essere vittima di tortura/maltrattamenti, occorsi in Libia in un periodo di circa due mesi di prigionia. Riferisce episodi di maltrattamenti/violenza inflitti con diversi strumenti (bastone, martello, attrezzi per saldatura), in cui ha riportato lesioni contusive e ustioni. All’esame obiettivo il paziente si presenta lucido e coerente nel suo racconto. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Torace: a livello pettorale e dorsale diverse cicatrici compatibili con esiti di ustione. Arti: ad entrambi gli arti superiori e inferiori diverse lesioni cicatriziali, alcune ad evoluzione cheloidea (crescita anormale di tessuto, ndr), compatibili con esiti di ustione.

Ragazzo, 21 anni. Il paziente riferisce di essere stato vittima di tortura/maltrattamenti durante il viaggio in Libia. Riferisce in particolare di essere stato colpito con scariche elettriche multiple a livello del torace, circa tre settimane fa. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Torace: a livello emitoracico destro si rileva cicatrice cutanea compatibile con ferita da elettrocuzione (scarica elettrica nel corpo umano, ndr).

Ragazzo, 22 anni. Il paziente riferisce di essere vittima di tortura/maltrattamenti, occorsi durante la prigionia in Libia circa un anno fa. Riferisce in particolare di essere stato torturato con pratica di contusioni multiple e ripetute sulle piante dei piedi con tubo di gomma. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Arti inferiori: deficit funzionale di entrambi i piedi associato a sindrome dolorosa cronica e deficit contrattile, postumo di lesioni contusive a carico della pianta di entrambi i piedi, compatibili con il racconto del paziente (pratica della falanga). Si indica valutazione ortopedica ed eventuale studio elettromiografico per inquadramento diagnostico del deficit degli arti inferiori e approccio terapeutico mirato. Necessita altresì di supporto nutrizionale per severo stadio carenziale da malnutrizione cronica.

Ragazzo, 22 anni. Il paziente riferisce di essere vittima di tortura/maltrattamenti, occorsi in Libia in un periodo di circa dodici mesi di prigionia. Riferisce episodi di maltrattamenti/violenza inflitti con diversi strumenti (bastone, ferro), in cui ha riportato lesioni contusive agli arti e al dorso. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Arti: ad entrambi gli arti superiori (in particolare braccio e gomito sinistri) diverse lesioni cicatriziali, lineari, compatibili con esiti di contusione; inoltre tumefazione dorsale senza segni di sicure fratture della mano sinistra da recente lesione contusiva (due giorni fa), compatibile con il racconto del paziente; deficit funzionale dell’arto inferiore sinistro per dolore riferito subcronico postumo a lesioni contusive a carico del dorso e dell’arto stesso.

Ragazza, 23 anni. La paziente riferisce di essere stata vittima di tortura/maltrattamenti, occorsi in Libia circa tre settimane fa. Riferisce di maltrattamenti/violenza inflitti con diversi strumenti (lame, tubo di gomma), in cui ha riportato lesioni contusive al volto e agli arti. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Capo: cicatrice ipertrofica frontale, compatibile con lesione da punta. Arti: a livello del braccio sinistro, cicatrice lineare compatibile con lesione da lama; al braccio destro lesioni lineari cicatriziali-ecchimotiche compatibili con lesioni da tubo di gomma.

Ragazzo, 24 anni. Il paziente riferisce di essere stato vittima di tortura/maltrattamenti nel proprio Paese dalla fine del 2014, ragione per cui ha affrontato il viaggio in Libia e in mare. Riferisce in particolare di essere stato sottoposto a sospensione per incatenamento degli arti inferiori e a pratica ripetuta di contusione dei piedi (falanga). Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Arti inferiori: a livello sovramalleolare di entrambi i piedi si riscontrano esiti cicatriziali di lesioni ulcerative. Riferisce dolore cronico a carattere neuropatico a livello plantare di entrambi i piedi, compatibile con lesioni croniche indotte da pratiche riferite dal racconto del paziente.

Ragazzo, 25 anni. Il paziente riferisce di essere stato vittima di tortura/maltrattamenti nel proprio Paese circa un anno fa. Riferisce in particolare di essere stato ferito con lama a livello dell’orecchio sinistro e di aver riportato ustioni da contatto con ferro incandescente a livello della caviglia destra. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Orecchio sinistro: a livello del margine superiore del padiglione auricolare sinistro si apprezza cicatrice compatibile con ferita da taglio. Arto inferiore destro: a livello di caviglia destra, apprezzabile cicatrice circolare compatibile con pregressa ustione da oggetto incandescente.

Ragazzo, 27 anni. Il paziente riferisce di essere vittima di torture/maltrattamenti, occorsi in Libia negli ultimi due mesi, in seguito ai quali ha riportato contusioni multiple e in particolare al ginocchio sinistro; ferita d’arma da fuoco al polso sinistro e perdita ungueale da estrazione cruenta al terzo dito della mano destra. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Arti: all’arto superiore sinistro presenza di cicatrice lineare al polso compatibile con esito di ferita da arma da fuoco; al terzo dito della mano destra, assenza di unghia compatibile con quanto riferito dal paziente; ginocchio sinistro normoatteggiato, tumefatto al comparto mediale e dolente alla flessione e al carico, compatibile con esiti di trauma contusivo.

Ragazzo, 29 anni. Il paziente riferisce di essere vittima di tortura/maltrattamenti, occorsi nel proprio paese d’origine circa un mese fa, ragione per cui ha affrontato il viaggio. Riferisce in particolare di aver riportato ustioni a livello di entrambi i piedi da contatto con liquido bollente. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Piedi: a livello dorsale di entrambi i piedi si confermano esiti di lesioni compatibili con ustioni, in attuale evoluzione di guarigione. Arto inferiore destro: ginocchio destro tumefatto e dolente, non deformità articolari, carico mantenuto; verosimile contusione compatibile con trauma distorsivo da caduta (riferito da altezza del muro di cinta).

Uomo, 30 anni. Il paziente riferisce di essere stato vittima di tortura/maltrattamenti nel proprio Paese circa dieci anni fa, motivo per cui è partito. Riferisce in particolare di essere stato ferito con lama a livello del viso e dell’arto superiore destro, inoltre riferisce percosse con corpo contundente a livello della volta cranica. Viene riferito inoltre trauma da caduta da altezza circa un anno fa durante imprigionamento in centro libico in cui ha riportato trauma agli arti inferiori. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Capo: a livello della volta cranica parietale sinistra, cicatrice compatibile con ferita da corpo contundente; a livello del mento inoltre cicatrice lineare compatibile con ferita da lama. Arti inferiori: caviglia sinistra dolente al carico (riferito dolore cronico conseguente alla caduta); gamba destra in asse, dolente dopo deambulazione prolungata. Sintomi compatibili con esiti di fratture misconosciute conseguenti al trauma riferito dal paziente. Regione lombare: dolore cronico riferito conseguente alla caduta da altezza, compatibile con lesione vertebrale misconosciuta.

Uomo, 32 anni. Il paziente riferisce di essere stato vittima di tortura/maltrattamenti, occorsi in Libia in almeno due episodi, uno nel novembre 2016 e uno circa tre settimane fa. Riferisce diversi episodi di maltrattamenti/violenza inflitti con diversi strumenti (lame, tubo di gomma, sospensione, falanga, strozzamento con corda) in cui ha riportato lesioni contusive agli arti, al dorso e al collo. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Capo: dolore alla pressione in regione periauricolare in sede di contusione. Collo: dolore sottomandibolare e anteriore dove si apprezzano esiti ecchimotici in evoluzione lineare; ipofonia marcata e dolore alla deglutizione concomitanti, compatibili con le lesioni subite. Dorso: multiple lesioni lineari ecchimotiche compatibili con lesioni da tubo di gomma. Arti: a livello di spalla sinistra cicatrice lineare compatibile con lesione da tubo di gomma; terzo dito mano destra: escara (necrosi del tessuto, ndr) ungueale e deficit funzionale tendineo compatibile con lesione secondaria a percosse riferite; braccio destro: esito cicatriziale cheloide compatibile con lesione da punta. Ginocchio sinistro: al cavo popliteo, esiti cicatriziali da ferita lacera compatibile con lesione da punta. Piedi: multiple lesioni ecchimotiche a entrambi i piedi, dolore cronico al carico del piede sinistro.

Uomo, 33 anni. Il paziente riferisce di essere stato vittima di tortura/maltrattamenti, occorsi in Libia circa due mesi fa. Riferisce in particolare aggressione con acido in cui ha riportato ustioni chimiche agli arti. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Arti: a livello del gomito sinistro, estesa area cicatriziale ad evoluzione retraente-cheloidea; a livello della gamba sinistra cicatrice lineare compatibile con quanto riferito dal paziente.

Uomo, 35 anni. Il paziente riferisce di essere vittima di tortura/maltrattamenti, occorsi in Libia circa una settimana prima del viaggio in mare, in seguito ai quali ha riportato ferite multiple da contusione, elettrocuzione, incatenamento, contatto con sostante corrosive. Nel corso dell’esame fisico si sono riscontrate le seguenti lesioni – Capo: dolore emicranico sinistro esacerbato dalla digitopressione compatibile con trauma contusivo riferito (percosse); cicatrice frontale destra compatibile con lesione ulcerativa da contatto con sostanza corrosiva; cicatrice labbro superiore esito di ferita lacero-contusa compatibile con percosse riferite. Collo: a livello cervicale, lesione ulcerata infetta compatibile con lesione da contatto con sostanza corrosiva. Torace: a livello dorsale destro, esiti ecchimotici lineari compatibili con percosse. Arti: a livello di avambraccio sinistro, multiple lesioni ulcerative compatibili con contatto con sostanza corrosiva; piede destro: a livello perimalleolare mediale, ferite ulcerate infette compatibili con contatto con sostanza corrosiva; a livello di entrambi i piedi, esiti ecchimotici da sfregamento (catene). Riferita immersione in acqua ed elettrocuzione.

Uomo, 37 anni. Il paziente riferisce di essere stato vittima di tortura/maltrattamenti durante la detenzione in Libia. Riferisce in particolare di essere stato sottoposto a diverse pratiche di violenza tra cui sospensione per stiramento degli arti superiori, lesioni multiple e ripetute da taglienti, contusione da punta agli arti e al volto e a livello dorso-lombare, bruciature da sigarette. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Volto e collo: cicatrici lineari multiple compatibili con lesioni da tagliente; lesioni contusive orali con perdita di alcuni elementi dentari. Torace: a livello dell’emitorace anteriore sinistro, cicatrici da ustione compatibili con lesioni da bruciatura di sigaretta. Addome: lesione lineare circonferenziale, compatibile con lesione da tagliente. Arti superiori: multiple lesioni lineari al braccio e avambraccio destro compatibili con lesioni da arma da taglio. Arti inferiori: a livello delle cosce, cicatrici compatibili con lesione da tagliente; a livello della gamba sinistra, in regione pretibiale, cicatrice compatibile con ferita lacero-contusa da punta, come riferito dal paziente.

Stupro e malnutrizione. I casi di stupro sono stati trattati una volta a terra: «Pressoché la totalità delle donne africane, anche se sposate o madri», raccontano i medici. Alle torture si aggiunge la “malnutrizione severa critica in adolescenti e adulti”: «Rappresenta un indice di mancato accesso al cibo ed è necessario il ricovero urgente», spiega un’operatrice della missione umanitaria: «Ricordo sette somali adulti con grave disabilità associata: anchilosi degli arti inferiori da postura fetale obbligata, prolungata per mesi, per lo spazio limitatissimo nella prigione libica. In altre parole, non era più loro possibile distendere le gambe. Ce ne siamo accorti quando li abbiamo visti strisciare sui gomiti con gli arti inferiori fissi in quella posizione. Per il resto del viaggio sono stati portati in braccio dall’equipaggio. Allo sbarco in Italia ci aspettava il medico dell’Ufficio sanità marittima. Quel giorno l’ho visto piangere».

fonte: http://m.espresso.repubblica.it/inchieste/2018/06/27/news/ecco-come-vengono-torturati-i-migranti-in-libia-i-referti-shock-della-pacchia-1.324217?ref=HEF_RULLO

Effetto Salvini – False accuse per incolpare un migrante: arrestati tre Carabinieri razzisti…!

 

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Effetto Salvini – False accuse per incolpare un migrante: arrestati tre Carabinieri razzisti…!

 

False accuse per incolpare un migrante: arrestati tre carabinieri razzisti

I militari, in servizio a Giugliano, avrebbero agito per ottenere un encomio. Sono accusati di falso ideologico, calunnia, detenzione e porto illegale di armi clandestine

Una falsa indagine contro un migrante per ricevere un encomio. Questo il motivo che ha portato all’arresto di tre carabinieri in servizio alla compagnia di Giugliano, in provincia di Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli nord.
I tre carabinieri avevano arrestato un cittadino extracomunitario accusandolo falsamente di custodire armi clandestine per finalità di terrorismo internazionale. Già sospesi dall’Arma i tre militari sono ora accusati di falso ideologico, calunnia, detenzione e porto illegale di armi clandestine.
Le indagini che hanno portato alla luce l’attività illecita dei tre carabinieri sono state condotte dalla Guardia di finanza di Aversa. A coordinare l’attività investigativa è stato il procuratore della Repubblica di Napoli nord, Francesco Greco, in collaborazione con l’aggiunto Domenico Airoma. Secondo quanto si è appreso, i tre militari avrebbero portato a termine questa falsa indagine allo scopo di ottenere un encomio.
I carabinieri arrestati sono due sottufficiali ed un appuntato. Secondo il procuratore aggiunto della Repubblica, Airoma, “le articolate attività di indagine hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei destinatari della misura cautelare”.
In particolare, secondo l’ipotesi accusatoria, i tre, “nell’ambito di attività di servizio istituzionale, procedevano a porre in arresto un cittadino extracomunitario, accusato falsamente di detenere armi clandestine per finalità di terrorismo internazionale”.

tratto da: https://www.globalist.it/news/2018/06/27/false-accuse-per-incolpare-un-migrante-arrestati-tre-carabinieri-razzisti-2026948.html

Stop alla pubblicità del gioco d’azzardo e multe per chi delocalizza – Ecco il “decreto dignità”

 

decreto dignità

 

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Stop alla pubblicità del gioco d’azzardo e multe per chi delocalizza – Ecco il “decreto dignità”

 

Dal gioco d’azzardo ai contratti a termine, passando per delocalizzazioni e redditometro. Sono questi i temi toccati dal governo nel suo primo appuntamento importante con le questioni economico-sociali, inserite all’interno del ribattezzato “Decreto Dignità” che sarà esaminato dal consiglio dei ministri previsto nei prossimi giorni.

Frutto del lavoro di Luigi Di Maio, titolare dei dicasteri del Lavoro e dello Sviluppo economico, il decreto tocca tutta una serie di questioni care ai cinque stelle. A partire dal gioco d’azzardo, per il quale è prevista una stretta sulla pubblicità: dal 2019 vi sarà una blocco totale a “tutte le forme di comunicazione”, con multe salate (non meno di 50mila euro) per chi sgarrerà.

Pugno duro anche per quanto riguarda le delocalizzazioni, specialmente nei confronti di chi sposta la produzione all’estero dopo aver ricevuto aiuti di Stato. Il Decreto Dignità prevede anche qui sanzioni due, da 2 a 4 volte (più gli interessi) l’ammontare dei contributi erogati. Analogo discorso, con obbligo di restituire gli aiuti, alle imprese beneficiare che abbiano però ridotto “i livelli occupazionali degli addetti all’unità produttiva o all’attività interessata dall’aiuto nei dieci anni successivi alla data di conclusione dell’iniziativa”.

Restando sul lato del lavoro, il decreto opera un giro di vite sui contratti a termine, per i quali viene lasciato il tetto a 36 mesi ma bisognerà sempre indicare la causale e ad ogni rinnovo (che passano da un massimo di 5 a 4) il costo per l’azienda crescerà di 0,5 punti percentuali. Novità anche per i contratti di somministrazione, che non potranno superare il 20% della forza-lavoro. Non entrano invece del decreto, almeno per il momento, le misure annunciate da Di Maio a tutela dei “rider” della cosiddetta gig economy.

Il Decreto Dignità affronta in ultimo le questioni fiscali. Aveva fatto discutere, nei giorni scorsi, l’obbligo di fatturazione elettronica imposto ai distributori di carburanti: sarà rinviato al 2019. Verrà invece abolito, stante un uso “davvero limitato” dello strumento, il redditometro.

Filippo Burla

L’articolo Stop pubblicità gioco d’azzardo e multe per chi delocalizza: ecco il “Decreto Dignità” proviene da Il Primato Nazionale.

Ed ora Di Maio fa sul serio: “Domani finalmente iniziamo a togliere un privilegio insopportabile: il vitalizio degli ex parlamentari”…!

 

Di Maio

 

 

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Ed ora Di Maio fa sul serio: “Domani finalmente iniziamo a togliere un privilegio insopportabile: il vitalizio degli ex parlamentari”…!

“Domani finalmente iniziamo a togliere un privilegio insopportabile: il vitalizio degli ex parlamentari”.

Così Luigi Di Maio su Twitter condividendo lo screenshot di un tweet del presidente della Camera Roberto Fico in cui si legge: “Domani alle 8.30 ho convocato l’ufficio di Presidenza di @Montecitorio dove presenterò la delibera per il superamento dei vitalizi.”

Il vicepremier ha poi aggiunto: “Lo abbiamo detto e lo stiamo facendo. I prossimi saranno i pensionati d’oro.
L’era dei privilegi è finita”. E ha lanciato l’hashtag #togliamoiprivilegi

Nel frattempo Di Maio ha ribadito la necessità del reddito di cittadinanza per venire incontro ai milioni di poveri che vivono in Italia.

E ha riportato le dichiarazioni del Procuratore Generale della Corte dei Conti

“Finalmente il Reddito di Cittadinanza viene riconosciuto per quello che è: un diritto del cittadino. Non sono dei ‘grillini’ a dirlo. Leggete queste parole del Procuratore Generale della Corte dei Conti: ‘Il reddito di cittadinanza è un diritto importante a sostegno delle fasce maggiormente colpite dalla recente prolungata crisi occupazionale. Un diritto che il Def ha voluto scevro da inutile e deleterio assistenzialismo, ancorato invece al mondo del lavoro; dunque un arricchimento con un nuovo diritto della cittadinanza, un significativo contributo a renderne partecipi anche le fasce di popolazione maggiormente in difficoltà’.”

“È un riconoscimento importante per la proposta che il MoVimento 5 Stelle porta avanti fin dalla sua nascita e che ora sta per diventare legge dello Stato,” ha proseguito Di Maio, che ha spiegato: “Si tratta di una misura urgente, di primaria importanza anche alla luce dei dati diffusi oggi dall’Istat che parlano del record di povertà dal 2005: ci sono oltre 5 milioni di poveri assoluti in Italia”.

“Non è più possibile andare avanti così e non c’è più tempo da perdere. Il Reddito di Cittadinanza deve partire SUBITO!”, ha concluso il leader 5Stelle.

Quando Rodotà cercava di spiegarci: “la solidarietà è un’utopia necessaria”

 

Rodotà

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Quando Rodotà cercava di spiegarci: “la solidarietà è un’utopia necessaria”

 

Quando Rodotà spiegava: la solidarietà è un’utopia necessaria

In una intervista in occasione dell’uscita del suo libro il professore spiegava: nella solidarietà ci sono i fondamenti dell’ordine giuridico.

Il 5 dicembre del 2014 Stefano Rodotà rilasciò un’intervista a Roberto Ciccarelli de Il Manifesto affrontando un argomento al quale il professore aveva sempre  sfrozato di messere in cime ai suoi ragionamenti

La solidarietà è un’utopia necessaria. Stefano Rodotà aveva scritto un libro (Laterza, pp. 141, 14 euro) con la storia di Sandra, l’operaia interpretata da Marion Cotillard nel film Due giorni e una notte dei fratelli Dardenne. «Nel film c’è la scomparsa della solidarià tra persone che lavorano nella stessa fabbrica e l’impossibilità di riaffermarla – racconta Rodotà – Sandra dice di non volere “fare la mendicante” quando chiede ai suoi compagni di lavoro di rinunciare al bonus di mille euro per impedire il suo licenziamento. C’è un referendum che ha un esito negativo. Sandra però riacquista la sua dignità perché respinge la proposta di essere riassunta a tempo pieno al posto di un giovane collega africano precario con un contratto a termine. La solidarietà verso questo giovane, che ha votato per lei pur sapendo che l’avrebbe danneggiato, restituisce la dignità dell’essere. Sandra scopre che attraverso la lotta può riaffermare la solidarietà. Nel film c’è un compendio di quello che stiamo vivendo».

Perché si torna a parlare di solidarietà?

La crisi economica ha fatto crescere le diseguaglianze e ha diffuso le povertà. Affidarsi alle forze del mercato è un’opzione debole ben al di sotto della necessità di trovare nuovi principi di riferimento. La solidarietà riemerge nei modi più diversi e supera le distanze esistenti. Ad esempio nel discorso sulle pensioni quando si pone il problema della solidarietà tra le generazioni. Nella salute dove non è possibile limitarsi all’oggi per garantire le condizioni minime di vita. Non è un processo facile. Nelle situazioni di difficoltà le distanze possono crescere insieme all’impossibilità di essere solidali.

Si può essere solidali nelle periferie di Roma o Milano tra crisi, sentimenti xenofobi e sgomberi delle case occupate?

A me sembra che questi conflitti siano indotti anche da chi vuole sfruttare le tensioni esistenti. Ma c’è un’altra ragione: finché le persone erano in condizione di pagare una casa non ritenevano intollerabile il fatto che ci fosse qualcuno in difficoltà che occupava un alloggio o non pagava l’affitto di una casa popolare. Con la crisi ci si è ritrovati in una situazione conflittuale. Pagare un affitto è intollerabile, mentre altri non lo pagano. Le condizioni materiali della solidarietà sembrano distrutte, mentre registriamo un rovesciamento del principio: si costruiscono solidarietà di prossimità o vicinanza e si diventa solidali con chi rifiuta la solidarietà agli altri, ai più lontani, agli stranieri o ai rom.

Qual è la sua definizione di solidarietà?

Mi sembra che il commento di Luigi Zoja sulla parabola del buon samaritano sia calzante. Qui Cristo mostra il contenuto rivoluzionario del suo messaggio: bisogna amare lo straniero, non il prossimo. Amare lo straniero è il punto chiave della solidarietà. La solidarietà per vicinanza, per appartenenza, sono facili. La solidarietà dev’essere praticata in tempi difficili che spingono anche a rotture. Se viene abbandonata, vengono meno le condizioni minime della democrazia, cioè il riconoscimento reciproco e la pace sociale. Con Jürgen Habermas dico che la solidarietà è un principio che può eliminare l’odio tra gli stati ricchi e quelli poveri. La solidarietà serve infatti a individuare i fondamenti di un ordine giuridico mancando il quale tutte le nostre difficoltà si esasperano sul terreno personale e su quello sociale. La solidarietà è, infine, una pratica che mette al centro i diritti sociali. Questo è un altro punto del libro: i diritti sociali non possono essere separati dagli altri.

Qual è stato il contributo del movimento operaio alla storia della solidarietà?

L’Internazionale ha mostrato che la solidarietà non è un sentimento generico di compassione nei confronti dell’altro, né un elemento storicamente indeterminato. La solidarietà dei moderni è una costruzione che ha avuto sempre bisogno di un soggetto storico. Quello per eccellenza è stato il movimento operaio. C’è un canto rivoluzionario che dice: «Sebben che siamo donne, paura non abbiamo, per amor dei nostri figli, in lega ci mettiamo». Qui c’è la consapevolezza orgogliosa della dignità delle donne che diventa principio di azione collettiva. Su questi principi gli esclusi si sono autorganizzati, le loro leghe hanno permesso ai socialisti e ai cristiani di trovare punti di convergenza non compromissoria. Nell’Internazionale si voleva costruire un’umanità che non era la somma di persone, ma la congiunzione di una serie di soggetti che agiscono collettivamente in vista di un interesse comune. Questo ha portato al riconoscimento dell’esistenza libera e dignitosa di cui parla la nostra Costituzione.

Lo Stato sociale ha modificato questa idea del movimento operaio. La sua crisi permetterà alla solidarietà di sopravvivere?

Ragionare sulla solidarietà come principio significa riconoscerne la storicità. La solidarietà c’era prima dello stato sociale e ci sarà anche dopo. Per questo oggi si può dire che è il principio di riferimento per la ricostruzione del tessuto politico istituzionale e sociale. La solidarietà va ripensata oltre lo stato sociale. Per questo è essenziale fondare un nuovo spazio costituzionale europeo ispirato a questo principio.

In che modo si può costruire uno spazio simile?

Il riferimento è alla carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, la Carta di Nizza alla cui scrittura ho partecipato. Quella carta nacque nel 1999, in una temperie politica e culturale diversa da quella attuale. Allora si voleva andare oltre lo stato sociale nazionale e si fece una diagnosi più radicale di quella che generalmente si fa oggi sull’Europa. L’Unione europea non ha solo un deficit di democrazia, ma un deficit di legittimità. Questo deficit può essere recuperato attraverso i diritti fondamentali, ispirati alla dignità e alla solidarietà, e non al mercato. Ricordo che i laburisti di Tony Blair fecero molta resistenza e si opposero persino al diritto di sciopero. A tanto era arrivata la loro rottura con la tradizione operaia. So bene che sulla Carta di Nizza ci sono state polemiche. Oggi dovrebbe però far pensare il fatto che è stata messa da parte quando all’Europa è stata imposta un’altra costituzione basata sulle politiche dell’austerità.

Esiste un soggetto capace di riportare la solidarietà al centro dell’attenzione?

Siamo legati ad una modernità che ha riconosciuto il creatore di diritti in un soggetto sociale: la borghesia fece nascere i diritti civili, gli operai quelli sociali. Poi c’è stata una scomposizione dei soggetti, si è parlato di una classe precaria, di quella degli hacker. Ci sono altre definizioni che dimostrano l’esistenza di condizioni umane che superano il fatto personale e sono fatti politici. Ma da sole non bastano. Per questo la solidarietà è importante. Questa è la dimensione utopica: è la condizione che ci permette di non rassegnarci alla frammentazione sociale e ai meccanismi di esclusione.

Il reddito universale può essere considerato uno strumento per affermare la solidarietà a livello europeo?

Ne sono convinto. Molti sostengono che entra in contraddizione con l’articolo 1 della nostra costituzione. C’è un’altra obiezione: il riconoscimento del reddito affievolisce la lotta per il lavoro. In queste prospettive vedo un errore. Si considera che la disoccupazione sia sempre una fase transitoria e la piena occupazione resta un obiettivo a portata di mano. Ma questi discorsi oggi sono lontanissimi. Del reddito universale è possibile fornire varie gradazioni: da quello minimo a quello di base. Tutte possono essere usata per liberare i singoli dal ricatto del lavoro precario o non pagato; a condurre un’esistenza libera e dignitosa; a eliminare la competizione tra i poveri. Montesquieu diceva che abbiamo bisogno di istituzioni, non di promesse né di carità. Il reddito universale dimostra che la solidarietà è un’utopia profondamente piantata nella realtà.

tratto da: https://www.globalist.it/politics/2017/06/23/quando-rodota-spiegava-la-solidarieta-e-un-utopia-necessaria-2000958.html