Salvini: “I PM che ci bloccano fondi è attacco a democrazia” …Perchè per “loro” “democrazia” è ristrutturare casa a Bossi e dare la paghetta al figlio idiota con i soldi pubblici…! (comunque tecnicamente si chiama sequestro di beni a seguito di condanna per truffa).

 

Salvini

 

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Salvini: “I PM che ci bloccano fondi è attacco a democrazia” …Perchè per “loro” “democrazia” è ristrutturare casa a Bossi e dare la paghetta al figlio idiota con i soldi pubblici…! (comunque tecnicamente si chiama sequestro di beni a seguito di condanna per truffa).

C’era una volta la lega che non perdonava Roma Ladrona. Ma erano tutte chiacchiere. Ora bisognerebbe urlare: LEGA LADRONA LA LEGGE NON PERDONA!

L’Ansa ci ricorda:

Lega: processo a Genova su truffa allo Stato, confiscati 49 milioni

Sequestro conti correnti su ordine Tribunale Genova

Il sequestro dei conti correnti della Lega Nord è scattato su ordine del tribunale di Genova che ha accolto la richiesta del pm Paola Calleri di confiscare i soldi del partito. In particolare sono stati bloccati i conti di importanti federazioni tra cui Imperia, Bologna, Bergamo, Sanremo e Trento. La richiesta era partita dopo che il tribunale aveva disposto la confisca diretta di oltre 48 milioni al Carroccio a seguito della sentenza di condanna di Umberto Bossi, Francesco Belsito e altri cinque imputati, per la maxi truffa sui rimborsi elettorali tra il 2008 e il 2010. Bossi era stato condannato a due anni e sei mesi e Belsito a quattro anni e dieci mesi, oltre ai tre ex revisori contabili Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi (con pene dai due anni e otto mesi a un anno e nove mesi) e i due imprenditori Stefano Bonet e Paolo Scala (cinque anni). Secondo l’accusa, i vertici del partito avrebbero ottenuto i rimborsi elettorali con documentazioni artefatte, fondi che poi sarebbero stati utilizzati in gran parte per spese non istituzionali.

E ancora:

Giudici bloccano beni Lega, Salvini: attacco a democrazia

Duro scontro con Renzi

“Oggi, 14 settembre 2017, per la prima volta nella storia della Repubblica, i giudici stanno bloccando l’attività di un partito politico. Vogliono farci fuori. E’ un attacco alla democrazia”. Matteo Salvini, appena sbarcato da Strasburgo, convoca con urgenza una conferenza stampa a Montecitorio per denunciare con rabbia la decisione della Procura di Genova di bloccare tutti i beni e i conti correnti di tantissime importanti federazioni del Carroccio, tra cui, Imperia, Bologna, Bergamo, Sanremo e Trento. Una misura cautelare conseguente alla sentenza di poche settimane fa che condannò Umberto Bossi a 2 anni e tre mesi di reclusione e Francesco Belsito, il tesoriere, a 2 anni e sei mesi. “Tutto – denuncia Salvini – a fronte di 400mila euro presunti utilizzati da Bossi, i suoi figli e Belsito”.

Ed è subito scontro a distanza con Matteo Renzi. La decisione, secondo il segretario federale della Lega, “non ha precedenti nella storia della politica italiana” e ha un chiaro significato politico.”Pensavo di arrivare in un Paese libero, invece non è così. Si vuole colpire il terzo partito italiano per responsabilità di dirigenti del passato”. Il leader lumbard è un fiume in piena, arrivando a balenare il sospetto di una manovra orchestrata, una sorta di giustizia a orologeria, per colpire il suo partito in un momento che “è in crescita nei sondaggi” e a pochi giorni dal tradizionale maxi raduno sul pratone di Pontida. “C’è chi, usando un pezzettino di magistratura, anche un solo giudice, – attacca Salvini – vuole mettere il bavaglio al dissenso, ad alcuni milioni di italiani che credono nella Lega. Forse dava fastidio che tanti militanti da tutta Italia venissero a Pontida, per una grande giornata di libertà. Ma non non ci fermiamo, andremo tutti a Pontida anche a costo di pagarla di tasca nostra”.

In contemporanea alla conferenza stampa scoppia un duello a distanza tra i due Mattei della politica italiana. Dal palco della festa dell’Unità di Frascati, il segretario Dem attacca frontalmente il Carroccio proprio su questa vicenda. “Tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno dice che ha rubato i soldi del contribuente. Che deve dare 48 milioni di euro del contribuente. Non ne parla nessuno”. In tempo reale, la replica stizzita di Salvini dalla sala stampa della Camera: “Secondo Renzi, la Lega e alcuni milioni di italiani, sono colpevoli di aver rubato. Si vergogni. Vedo che un partito che si definisce democratico – conclude – non si cura di quanto dice la Costituzione sulla presunzione di innocenza. Al Pd non succede nulla perchè evidentemente ha più amici dentro la magistratura”.

 

fonte:

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/09/14/lega-processo-a-genova-su-truffa-allo-stato-confiscati-49-milioni_b3746c52-3f3f-4d4b-95c4-2520b358129d.html

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/09/14/giudici-bloccano-beni-lega-salvini-attacco-a-democrazia-_323e826c-02f6-44e4-97bf-085c001760c5.html

Oggi 15 settembre il Pd ha scritto un’altra vergognosa pagina della storia italiana – Non è bastata nè la crisi, nè la caduta di due governi, nè il vaffanculo generale al referendum del 4 dicembre per impedire che mettessero le mani sulle loro pensione d’oro!

Pd

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Oggi 15 settembre il Pd ha scritto un’altra vergognosa pagina della storia italiana – Non è bastata nè la crisi, nè la caduta di due governi, nè il vaffanculo generale al referendum del 4 dicembre per impedire che mettessero le mani sulle loro pensione d’oro!

Alla fine ci sono riusciti.

Non è bastata nè la crisi, nè la caduta di due governi, nè il vaffanculo generale del popolo al referendum del 4 dicembre per impedire che si intascassero la pensione.

Il 15 settembre è arrivato e ora i parlamentari potranno mettersi l’anima in pace, alla faccia di 9 milioni di italiani che vivono in povertà.

Riportiamo di seguito il post di denuncia del M5S:

Beh, non è affatto male prendere una pensione da quasi mille euro già a 65 anni e dopo appena cinque di lavoro in Parlamento. Oppure circa 1500 euro puliti puliti, addirittura a partire dai 60 anni, per chi ha fatto soltanto due legislature.

Complimenti a voi che potrete andarvi a godere il gruzzoletto in qualche buen retiro. Magari in una baita di montagna con camino e pantofole o in una casetta con amaca davanti al mare. Non parliamo poi dei vostri (ex) colleghi più anziani che hanno già maturato il vitalizio “old style” e che si beccano 2, 3, 5 o 7mila euro al mese, avendo fatto magari un solo giorno in Parlamento.
Loro sono dei dinosauri, anzi dei tirannosauri del privilegio parlamentare. Voi, invece, siete solo dei più modesti velociraptor che da domani si prenderanno il malloppo e scapperanno via.

Certo, il MoVimento 5 Stelle si avvicina al governo e voi siete una razza in via di estinzione. Ci stiamo per abbattere su di voi come un asteroide e siete destinati a fare proprio la fine dei dinosauri. Intanto, per adesso, ce l’avete fatta. Complimenti. Avete maturato il diritto a occupare la vostra nuvoletta nel paradiso della casta. Mentre molti italiani sono stati scaraventati all’inferno dalla riforma Fornero e altri si arrabattano in purgatorio.

Avete davanti a voi anni d’argento in agio e serenità. E noi, che in fondo vi vogliamo (quasi) bene, ci teniamo a contribuire al vostro relax e divertimento con un gentile cadeau. Ecco, dunque, la “pensione enigmistica” (SCARICALA SUBITO: Formato A4 o Formato A3) da risolvere su una bella sedia a dondolo con il gatto che fa le fusa sulle gambe. O su un bel patio vista oceano alle Canarie.

Andate pure. E lasciateci rimettere in sesto questo Paese.”

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2017/09/15/oggi-15-settembre-il-pd-ha-scritto-unaltra-vergognosa-pagina-della-storia-italiana/

Tanti, tantissimi auguri a 608 dei nostri Parlamentari che il 15 settembre, dopo 4 anni, 6 mesi e 1 giorno, finalmente matureranno il loro meritatissimo vitalizio d’oro, il tutto alla faccia dei coglioni Italioti che hanno creduto a tutte le loro palle dalle elezioni anticipate al taglio dei vitalizi!

Parlamentari

 

 

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Tanti, tantissimi auguri a 608 dei nostri Parlamentari che il 15 settembre, dopo 4 anni, 6 mesi e 1 giorno, finalmente matureranno il loro meritatissimo vitalizio d’oro, il tutto alla faccia dei coglioni Italioti che hanno creduto a tutte le loro palle dalle elezioni anticipate al taglio dei vitalizi!

Non c’è niente da dire. Hanno corso il rischio di elezioni prima del termine (ricordate? Febbraio, aprile, giugno, inizi di settembre…) e quello della tanta paventata ed ostentata legge sul taglio dei vitalizi.

Hanno corso tanti rischi, si sono battuti come leoni contro tutto e tutti, ma alla fine ce l’hanno fatta: hanno portato a casa il loro meritatissimo vitalizio d’oro!

Il tutto, ovviamente, alla faccia dei coglioni Italioti che hanno creduto che veramente si potesse andare al voto prima di quest’epico giorno e che veramente qualcuno fosse intenzionato alla fantomatica legge sul taglio dei vitalizi

Auguri. Veramente tanti, tanti auguri da parte di tutti noi, i coglioni che ancora non si arrendono all’evidenza e vi voteranno ancora.

By Eles

 

 

Terremoto, Casa Italia non basta: per la messa in sicurezza mancano almeno 20 miliardi… Peccato che li abbiano già spesi per le banche…!!!

 

Terremoto

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Terremoto, Casa Italia non basta: per la messa in sicurezza mancano almeno 20 miliardi… Peccato che li abbiano già spesi per le banche…!!!

Leggiamo su “Il Fatto Quotidiano”

Terremoto, Casa Italia non basta: per la messa in sicurezza mancano (almeno) 20 miliardi. E il fascicolo del fabbricato.

Secondo un rapporto della struttura voluta da Renzi servono 25 miliardi solo per la riqualificazione antisismica dei 648 Comuni a maggior rischio. Ma per finanziare il sisma bonus previsto dalla legge di Bilancio ci saranno, di qui al 2030, non più di 5 miliardi. Ancora da trovare. Il presidente del Consiglio degli ingegneri: “Servono più soldi e gli interventi devono essere obbligatori. Ma la priorità è imporre un documento con tutte le informazioni sull’immobile”

QUI l’articolo completo

Peccato però che per quei grandi statisti che abbiamo al Governo la priorità è salvare le banche. E chissenefrega della gente che crepa per i terremoti…!

By Eles

 

Gino Strada e il ritorno del colonialismo

 

Gino Strada

 

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Gino Strada e il ritorno del colonialismo

(di Arturo Diaconale – opinione.it) – Ciò che stupisce non è l’attacco di Gino Strada al ministro dell’Interno Marco Minniti per l’azione che il responsabile del Viminale cerca di realizzare per frenare l’afflusso incontrollato di migranti nel nostro Paese. Strada è da sempre su posizioni di solidarismo estremo. E il suo attacco costituisce una sorta di anticipazione di uno dei temi che la sinistra più intransigente, legata al mondo del volontariato più radicale, porterà avanti con la massima energia nel corso della campagna elettorale. Quello della critica al blocco del corridoio umanitario del Mediterraneo in nome della solidarietà e della pietà umana per quelle masse di profughi che non potendo più usufruire dei barconi e delle navi delle Ong saranno costretti a marcire nelle prigioni e nei campi di concentramento delle milizie libiche o dei governi corrotti e incapaci del Centro Africa.

Non è affatto peregrina la tesi di chi sostiene che per i migranti è mille volte meglio correre il rischio di finire affogati nel Canale di Sicilia o venire sbattuti nei centri di accoglienza italiani piuttosto che morire di stenti nei deserti africani o diventare oggetto di ogni tipo di violenza nei lager dei nuovi mercanti di schiavi. Ma questa sorta di teoria del male minore, che sarebbe quello di un’accoglienza difficile e senza speranza di integrazione nel nostro Paese, salva la coscienza di chi la sostiene ma non fa compiere un solo passo in avanti alla soluzione di un problema che alla radice ha le drammatiche condizioni delle zone da dove i flussi migratori provengono.

Tutti sono concordi nel sostenere che sarebbe meglio eliminare le cause delle migrazioni, e quindi dare stabilità e benessere ai Paesi devastati dalla guerra civile, dalla fame e dai governi dispotici e corrotti. Ma nessuno è in grado di formulare una proposta concreta per compiere un’operazione del genere. Perché tutti quelli che cercano di salvare la propria coscienza proponendo o l’accoglienza indiscriminata e irresponsabile o aiutare i disgraziati a casa loro sanno perfettamente che la prima soluzione è destinata a provocare tensioni incontrollabili a casa nostra e la seconda ad arricchire i governanti corrotti e dispotici abilissimi nel prendere gli aiuti del mondo occidentale e trasformarli in depositi personali nei paradisi fiscali.

E allora? L’irrealismo di Gino Strada porta a una conclusione paradossale. Perché pone come unica alternativa al solidarismo estremo che può devastare l’Italia e l’Europa il ritorno, sotto forma di aiuti controllati e garantiti dalla presenza militare, al vecchio colonialismo.

tratto da: https://infosannio.wordpress.com/2017/09/07/gino-strada-e-il-ritorno-del-colonialismo/

Vaccini obbligatori ma non per i figli dei ricchi

 

Vaccini

 

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Vaccini obbligatori ma non per i figli dei ricchi

Spunta una falla nella legge: basta pagare una multa per farla franca

(di Stefano Sansonetti – lanotiziagiornale.it) – La polemica sui vaccini nelle scuole non accenna a ridimensionarsi. E non deve ingannare la marcia indietro innestata ieri dalla Ragione Veneto, guidata dal leghista Luca Zaia, che ha annunciato il ritiro della moratoria precedentemente imposta al decreto Lorenzin. Moratoria che avrebbe fatto slittare al 2019 gli obblighi imposti dal provvedimento governativo. Detto questo il Veneto, con il suo momentaneo passo indietro, non ha minimamente deposto le armi. Adesso infatti dovrà pronunciarsi il Consiglio di Stato. Mentre rimane tutto da giocare il ricorso alla Corte costituzionale. Semmai bisognerebbe concentrarsi sulle falle che ancora oggi rendono fragile il decreto vaccini. Buchi normativi che, secondo i legali che stanno assistendo la Regione, hanno del clamoroso. Uno su tutti: a quanto pare se i genitori pagano la multa, conseguente alla mancata vaccinazione dei figli, di fatto si vedono estinto l’obbligo di vaccinazione, con la possibilità di mantenere i figli stessi a scuola. Per carità, la questione esige precise distinzioni. Ma come è possibile un esito del genere?

I dettagli – Basta leggere con attenzione il combinato disposto del decreto vaccini (dl  73 del 2017, coordinato con la legge di conversione 119 del 2017) e la circolare del ministero della salute del 16 agosto. Diciamo subito che il comma 1 dell’articolo 1 del decreto premette seccamente che al fine di assicurare la tutela della salute pubblica “per i minori di età compresa tra zero e sedici anni sono obbligatorie e gratuite” le ormai famose 10 vaccinazioni di cui si parla da mesi. Il successivo comma 4 stabilisce che in caso di mancata osservanza dell’obbligo di vaccinazione “ai genitori è comminata la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 100 a euro 500”. Per Luca Antonini, ordinario di diritto costituzionale a Padova e uno dei legali della Regione Veneto, questo significa che “il pagamento della multa estingue l’obbligo di immunizzazione”. Da qui la sua provocazione: “E’ ridicolo che la Lorenzin abbia sostenuto che il Veneto vuole diffondere epidemie, visto che secondo la sua legge basta pagare la multa e i bambini possono andare a scuola. Allora anche i ricchi sarebbero responsabili di epidemie?”. La provocazione tende anche a riflettere la tensione di questi giorni, ma i tecnici della Regione sono convinti di poterla argomentare nel dettaglio. Per fare il passaggio successivo bisogna andarsi a leggere la circolare ministeriale del 16 agosto.

Il richiamo – Qui c’è espressamente scritto che “la sanzione estingue l’obbligo di vaccinazione, ma non permette comunque la frequenza, da parte del minore, dei servizi educativi dell’infanzia”. La prima parte della disposizione sembrerebbe dare ragione ai legali del Veneto, anche se poi si dice chiaro e tondo che al minore senza vaccino, seppur con multa pagata dai genitori, è comunque preclusa la frequenza. Ma è proprio qui che Antonini e i suoi colleghi rilanciano. E citano il comma 3 dell’articolo 3 del decreto, il quale dice che la documentazione che comprova la vaccinazione costituisce “requisito d’accesso” per i servizi educativi dell’infanzia e per le scuole d’infanzia. Ma la stessa documentazione, prosegue il comma 3, “non costituisce requisito di accesso alla scuola” per gli altri gradi di istruzione. Insomma, gli avvocati della Regione ne deducono che per gli alunni più grandi, pagata la multa ed estinto l’obbligo della vaccinazione, le porte della scuola sono spalancate. Per carità, è chiaro che la battaglia legale si gioca sulla frasi, sulle parole e sulle singole virgole. Ma forse qualche bella falla nella legge targata Beatrice Lorenzin e Valeria Fedelic’è. E non è affatto da escludere che la tregua firmata ieri, grazie al passo indietro del Veneto, sia solo un modo per rinviare le sorprese a un secondo momento.

tratto da: https://infosannio.wordpress.com/2017/09/08/vaccini-obbligatori-ma-non-per-i-figli-dei-ricchi/

Per Renzi, Lorenzin & C. i vaccini sono assolutamente sicuri. Chi afferma il contrario è un complottista! Dimenticano però di quando era il Pd a voler istituire una “Giornata per le vittime dei vaccini” …curioso, vero?

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Per Renzi, Lorenzin & C. i vaccini sono assolutamente sicuri. Chi afferma il contrario è un complottista! Dimenticano però di quando era il Pd a voler istituire una “Giornata per le vittime dei vaccini” …curioso, vero?

Quando era il Pd a voler istituire una ‘Giornata per le vittime dei vaccini’

Siamo di fronte all’ennesima montatura mediatica per denigrare i 5 Stelle.

Questa volta l’attacco arriva dall’estero: il New York Times ha pubblicato un articolo in cui accusa il M5S di aver “portato avanti una campagna attiva su una piattaforma anti vaccini ripetendo i falsi legami tra vaccinazioni e autismo”

Media e politici italiani hanno colto la palla al balzo per attaccare il movimento di Beppe Grillo, i cui esponenti, e il leader stesso, in passato avevano criticato certi aspetti delle vaccinazioni.

Ma i 5 Stelle non hanno mai espresso una posizione ufficiale contro i vaccini, hanno ribadito i deputati M5S in commissione Affari Sociali: “Per noi i vaccini sono essenziali e riteniamo che sia dovere e responsabilità di medici, pediatri e istituzioni fare in modo che ci sia il più alto numero possibile di vaccinazioni”.

Il medico Roberto Burioni, star nascente del web renziano, ha pubblicato sui social la foto del documento riguardante una vecchia proposta di legge dei 5 Stelle che prevedeva “l’eventuale diniego dell’uso dei vaccini per il personale della pubblica amministrazione”.

Molto bene. Burioni, però, ha dimenticato di allegare un’altra proposta, quella del deputato dem Giovanni Burtone, il quale presentò una proposta di legge alla Camera per istituire una ‘Giornata per le vittime dei vaccini’.

Ne parla l’Huff Post:

“spulciando tra le proposte di legge depositate alla Camera dei deputati spunta quella del deputato Pd, Giovanni Mario Salvino Burtone, che chiede l’istituzione di una Giornata in ricordo ‘delle persone decedute o rese disabili a causa di vaccinazioni al fine di onorare la memoria di quanti hanno contribuito, con il loro sacrificio, a tutelare il diritto alla salute dell’intera collettività’.

Burtone, laureato in Medicina, cardiologo, medico legale, come si legge dalla scheda di presentazione sul sito della Camera, ha depositato la proposta di legge il 21 maggio 2013. Nella proposta è indicata la data della Giornata, cioè il 29 ottobre, e soprattutto le motivazioni che hanno spinto il deputato dem a proporre l’istituzione della stessa Giornata.

In realtà si tratta di un remake perché, come spiega lo stesso Burtone, la proposta era stata già presentata nella precedente legislatura da lui stesso e dai colleghi Codurelli e Duilio.

Scrive Burtone nella proposta di legge a proposito di quelle che lui definisce nel testo come “vittime delle vaccinazioni obbligatorie:

‘Non dimentichiamo che queste vittime sono state o sono nella maggior parte dei casi bambini, «usati legittimamente» per preservare la salute della collettività. Sono vittime le cui famiglie sono state tenute all’oscuro del rischio reale in cui i loro cari sarebbero incorsi. Sono cittadini ai quali il diritto ad avere una vita normale è stato negato per tutelare il bene supremo della salute’.”

Perché i giornali, Huff Post a parte, non hanno riportato questa notizia?

La Camera ha 5.000 quadri, ma i Deputati ne hanno fatto comprare altri 29 per i loro uffici. A loro piacevano di più, e poi li pagano quei fessi degli Italiani!

 

Camera

 

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La Camera ha 5.000 quadri, ma i Deputati ne hanno fatto comprare altri 29 per i loro uffici. A loro piacevano di più, e poi li pagano quei fessi degli Italiani!

La Camera dei deputati è forse il più grande magazzino italiano di opere d’arte, solo in parte esposte: ne ha ben 4.866. Ma quando nell’ultimo anno si è dovuto ridisegnare gli spazi per creare qualche ufficio in più per i deputati che avevano perso la postazione nei palazzi esterni dopo la disdetta degli affitti, l’amministrazione di Montecitorio ha pensato bene di acquistare qualche stampina in più per non lasciare spoglie quelle pareti.

Sparse nei piani del palazzo e in gran parte nei magazzini sotterranei la Camera oggi guidata da Laura Boldrini poteva contare su un patrimonio di ben 3.192 fra “disegni, stampe, incisioni, litografie, acqueforti ed acquerelli”, ma per fare contenti i deputati che volevano le stampe del cuore, e non quelle lì in magazzino per abbellire i loro nuovi luoghi di lavoro, ne sono state acquistate altre 29 negli ultimi dodici mesi.

Tutte per “esigenze di arredo di uffici e di locali di rappresentanza”, come si trova scritto in una nota sul patrimonio allegata al conto consuntivo 2016 della Camera dei deputati. E già che c’erano i deputati hanno potuto abbellire le scarne pareti dei nuovi uffici con altri tre “oggetti artistici di vario tipo”: due crocifissi lignei e un barometro. Evidentemente religiosi i primi due, malfidente sulle app meteo il terzo, che preferisce il vecchio sistema per capire se il sole spende o se minaccia pioggia.

Grazie ai nuovi generosi acquisti- finanziati dal Tesoro grazie alla dotazione girata ogni anno alla Camera dei deputati attingendo alle tasse versate dai contribuenti italiani, la collezione d’arte di Montecitorio ora è più ricca: alle alle 3.192 stampe e disegni si possono aggiungere ben 1.035 dipinti (526 di proprietà, altri 509 concessi in usufrutto da varie soprintendenze ), 85 busti, 110 sculture, 98 tappeti esteri ed arazzi, 98 reperti archeologici e 248 oggetti artistici di vario tipo.

Solo in rare occasioni provengono da donazioni (come i crocifissi dei migranti che tanto piacciono alla Boldrini, realizzati da artisti a Lampedusa con i legni dei barconi naufragati), perché gran parte del patrimonio artistico è stato costituito negli anni proprio attraverso acquisti mirati spesso per le bizze di questo o quell’onorevole che non vuole lavorare in mezzo a pareti bianche. Durante questa legislatura complessivamente le opere d’arte possedute e inventariate sono cresciute di 120 unità: erano in tutto 4.746 quelle dichiarate alla data del 31 dicembre 2012. Quell’anno sono stati acquistati 32 disegni, l’anno successivo ne sono arrivati in tutto 29 nuovi (ma sette sono stati donati), poi ancora due dipinti e 50 stampe e litografie proprio per abbellire gli uffici e i locali di rappresentanza.

Ma nel patrimonio che lievita c’è anche un piccolo giallo. Se disegni e stampe a fine 2012 erano 3.032 e oggi 3.192 (160 in più in quattro anni), i dipinti erano 1.089 e oggi sono 1.035, quindi 54 in meno. Secondo la classificazione fatta, oggi rispetto a inizio legislatura c’è un dipinto in più di proprietà di terzi, in compenso ce ne sono 55 in meno posseduti direttamente dalla Camera. Fossero stati prestati a terzi per mostre o anche esposizioni di più lunga durata, resterebbero comunque nel conto annuale del patrimonio. Devono quindi essere stati venduti- e mai ne è stata data notizia pubblica- o forse perduti o irrimediabilmente danneggiati.

D’altra parte è storia della Camera dei deputati una certa confusione nella gestione del proprio patrimonio artistico, che per anni nessuno aveva mai censito. Un po’ d’ordine fu messo quando a Montecitorio fu eletto Vittorio Sgarbi, che decise di andare a curiosare nei magazzini scoprendo come fosserò lì impolverate e custodite assai male opere d’arte di grande valore, mentre nei corridoi del palazzo erano quasi sempre esposte croste di nessun valore. Così i migliori dipinti sono stati portati ai piani nobili ed esposti, con tanto di autenticazione e targhetta informativa. Così anche gli italiani che quei dipinti hanno indirettamente pagato con le loro tasche oggi possono goderseli durante le visite guidate.

Ogni presidente poi ha fatto cambiare le opere esposte negli uffici propri, a seconda dei gusti di ognuno. Fece scandalo nel 1994 Irene Pivetti che per prima rivoluzionò le esposizioni, facendo togliere dallo studio personale un prezioso dipinto di Sironi e andando a caccia per gran parte del palazzo dei nudi d’autore che fece tornare in magazzino. Scomparve così dalla vista dei più sia pure per breve periodo una Venere nuda e dormiente del seicentista napoletano Luca Giordano, e via con mille polemiche. Solo Sgarbi- che all’inizio l’aveva in simpatia- difese la scelta provocatoriamente: “Luca Giordano è un pittore che non mi piace, è poco chic, lo chiamavano Luca Fa Presto, lavorava a cottimo, chilometri e chilometri di tela”.

Ci sono per altro nel patrimonio di Montecitorio altre opere attribuite allo stesso pittore, fra cui una Madonna. C’è poi una tela attribuita a Jacopo Tintoretto e un dipinto delle Nozze di Caana di Paolo Veronese e Benedetto Calliari. Nutrito anche il portafoglio di opere d’arte del Novecento e contemporanea: da Guttuso a De Chirico, da Giorgio Morandi, ad Aligi Sassu, Mario Sironi, Carlo Carrà, Giacomo Manzù, Franco Gentilini, Marino Mazzacurati e Mario Mafai.

fonte: http://limbeccata.it/figuracce/la-camera-ha-5-mila-quadri-i-deputati-ne-fan-comprare-29-per-i-loro-uffici/

Maltempo… E poi scopri che su 8 miliardi stanziati per i fondi del piano antialluvioni, sono stati spesi solo 100 milioni! Un applauso ai nostri politici…!

Maltempo

 

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Maltempo… E poi scopri che su 8 miliardi stanziati per i fondi del piano antialluvioni, sono stati spesi solo 100 milioni! Un applauso ai nostri politici…!

Un piano anti dissesto idrogeologico da 7,7 miliardi di euro, da spendere entro il 2023, per evitare le stragi da nubifragio come quella avvenuta a Livorno. Sono passati tre anni da quando il governo Renzi ha lanciato il Piano “Italiasicura”, ma di quella cifra sono stati utilizzati soltanto 114 milioni. Meno dell’1,5% dei fondi stanziati. Non solo: meno del 6% degli interventi “necessari e prioritari” segnalati da Regioni e Comuni era effettivamente corredato da un piano esecutivo. Con interventi “fantasma” anche a Livorno.

Come riporta La Repubblica, la lentezza burocratica che traspare dalle tabelle della Struttura di missione contro il dissesto riguarda migliaia di emergenze sparse lungo tutto lo Stivale: oltre mille in Campania, 962 in Sicilia, 458 in Toscana. A complicare il tutto concorrono le “etichette” sui progetti: “preliminare”, “fase istruttoria”, “studio di fattibilità”. Tutte formule che impediscono il trasferimento dei fondi, che avviene soltanto quando un dato progetto riporta la voce “esecutivo”.

Il caso di Livorno

Il piano contro le alluvioni prevedeva nel caso di Livorno due interventi, bloccati allo stadio preliminare. Essi però non riguardano il Rio Ardenza e il Rio Maggiore, cioè i due fiumi straripati all’alba di domenica, ma il torrente Ugione. Nonostante un investimento di 3,5 milioni di euro, ai quali se ne aggiungono altri due previsti dalla Regione Toscana, i tempi di consegna non sono ancora stati fissati.

Calcoli non aggiornati

La situazione livornese riguarda però anche un “errore” nel calcolo della potenza dell’acqua e dell’effettiva resistenza della struttura protettiva che “vigilava” sul Rio Maggiore. Come riporta il Corriere, le vasche di espansione in cemento armato realizzate nel 2015 si sono infatti rivelate troppo piccole: il flusso ininterrotto ha potuto così inondare la città toscana, facendo esplodere i canali seminterrati e provocando la morte di sette persone.

Il progetto, finanziato con 5,2 milioni di euro nel 2012, prevedeva che le vasche mantenessero al loro interno portate d’acqua con un “tempo di ritorno” (cioè la possibilità che si ripeta un evento atmosferico grave come quello di Livorno) di 200 anni. Il calcolo fu realizzato basandosi su dati statistici riguardo le precipitazioni.

Peccato però che la messa in sicurezza di argini e torrenti facesse riferimento al Piano di assetto idrogeologico approvato nel 2003, in cui gli stati di pericolosità erano previsti in 30, 100 e 200 anni. Le vasche di espansione vennero dunque ultimate secondo questi parametri nel gennaio 2015, per entrare in funzione la prima volta proprio nella tragica giornata di domenica.

fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/maltempo-inutilizzati-i-fondi-del-piano-anti-alluvioni-spesi-solo-cento-milioni-su-otto-miliardi-stanziati_3093937-201702a.shtml

Disabile vive con sole 280€. Per l’Inps questo fannullone deve cercarsi un lavoro…!!

zzz

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Disabile vive con sole 280€. Per l’Inps questo fannullone deve cercarsi un lavoro…!!

Invalido al 75%, riceve solo 280 euro al mese. E dopo 37 anni di contributi è costretto a cercare un lavoro

È invalido, ma senza assegno di invalidità. In un Paese dell’assurdità burocrativa come l’Italia, anche questo è possibile.

Lo sa bene l’Inps.

Donato Mitolo ha 57 anni e vive a Pozzo d’Adda, un paese in provincia di Milano. Ha sempre lavorato, per la precisione per 37 lunghi anni, solo che ora è costretto a sopravvivere, se questa si può chiamare sopravvivenza, con appena 280 euro al mese di pensione di invalidità. Per quale motivo? Secondo l’Inps, come raccontato da Mitolo a Dalla Vostra Parte, con il 75% di invalidità non si può ottenere neppure un euro di più.

L’opposizione dell’Inps

Insomma: una persona versa contributi da quando ha 20 anni, gli viene certificata l’invalidità del 75% e quello di cui deve accontentarsi sono appena 280 euro al mese. Con cui non solo fatica a pagare le bollette, ma pure a mangiuare. E infatti ogni settimana, come raccontato dalla trasmissione di Rete4, è costretto a riceve un pacco dalla raccolta alimentare. Lui non demorde. La crisi gli ha portato via il lavoro, ma lo sta cercando. Nessuno, al momento, sembra però disposto a dargli una occupazione.

Sfrattato

Non solo. Da qualche giorno ha ricevuto pure una lettera di sfratto in cui gli viene imposto di versare ben 67mila euro per rimanere in casa sua, che lui ovviamente non possiede visto che da tempo non riesce a pagare il mutuo viste le sue condizioni. “Se non mi arrivasse il pacco alimentare – dice – sarò costretto ad andare a rubare”.

tratto da: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/disabile-vive-solo-280-euro-e-linps-deve-cercare-lavoro-1440864.html